31 gennaio 2013

Ostie allucinogene: intervista al creatore della bufala

- Di Laura Caselli -

Sicuramente vi sarete imbattuti nella notizia delle ostie allucinogene date per errore a dei poveri fedeli di Campobasso; quanti di voi, invece, hanno letto la smentita? Eh già, la notizia era una bufala! Per smascherare la falsa notizia, bastava fare una semplice ricerca sul web. Alla fine della mia navigazione su google, ho trovato la fonte della notizia ed ho deciso di contattare il “colpevole” facendogli qualche domanda.


- Ciao Mario. Da una settimana circa, gira sul web la notizia delle “ostie allucinogene”, notizia “palesemente falsa” (come hai scritto giustamente in una nota su facebook Giovedì scorso) pubblicata da te sulla tua pagina “Questa non la sapevi”. Ci puoi spiegare brevemente che tipo di notizie pubblichi sul tuo blog?

La mia è una pagina Facebook, che raccoglie notizie dal web. Molte sono false, molte sono vere, molte le scriviamo assieme e molte le copiamo. C’è una redazione virtuale che propone la notizia, poi io le verifico, eventualmente le correggo o le arricchisco ed infine le pubblico. La notizia delle ostie è stata scritta a quattro mani; una persona (Samuele) ha scritto la prima parte e io ho pensato di aggiungere alla fine della notizia una spiegazione pseudoscientifica come quella dell’ergotismo per renderla più plausibile.

  

- Quella notizia falsa aveva un qualche scopo specifico?

No, non voleva essere assolutamente un attacco alla Chiesa.
Nella nostra pagina pubblichiamo notizie indifferentemente su tutto e su tutti, bianchi neri belli brutti e buoni.

- Ti aspettavi una divulgazione simile (addirittura anche tra blog e forum stranieri!)?

No, ma devo dire che mi sono reso conto poco più tardi del carattere “virale” della notizia, perché sposava due argomenti esplosivi: la chiesa e la droga. Poi l’idea della transustanziazione, che ti promette di ricevere il corpo di cristo con l’ostia ed invece ti dà droga, è forte. Pontifex si è incazzato moltissimo per questa notizia, definendola una delle più blasfeme mai lette. Quando poi mi sono reso conto che era comparsa nei maggiori quotidiani italiani e che ha fatto il giro del mondo tradotta in molte lingue e pubblicata anche dalla stampa internazionale, allora mi sono messo a ridere. Era divertente leggerla nei siti anglofoni o in quelli dei giornali brasiliani.


- Sei stato contattato da qualche giornalista per delucidazioni in merito alla vicenda?

No, hanno contattato tutti il giornalista Di Giannantonio, che ha millantato nel suo quotidiano online “abruzzo 24 ore” di averla scritta lui, diventando “famoso”. Meglio così, l’Italia ha un semidisoccupato in meno grazie a noi; ci piace l’idea di aver contribuito nel nostro piccolo al problema della disoccupazione. Inoltre un giornalista di un grosso settimanale ci ha contattato per farci i complimenti.



- Il giorno dopo scrivi una nota chiamata “ITALIA: ORGANI DI STAMPA PRENDONO SPUNTO DA UN NOSTRO ARTICOLO INVENTATO E LO DIFFONDONO SU SCALA NAZIONALE”. Quanti giornalisti hanno poi rettificato la notizia?

Molti di loro. Alcuni non lo hanno ancora fatto, altri (come Il Sole24Ore) l’hanno cancellata del tutto sperando che non fosse notata (ma abbiamo immortalato la loro pagina).
I più senza citare le fonti, purtroppo, o citandole impropriamente (abruzzo24ore). Il capo redattore dell’Avvenire ci è parso il più professionale. E’ venuto sulla nostra pagina per capire e dopo uno scambio di messaggi ci ha detto che ormai il suo pezzo era già
uscito e che si era accorto tardi di come fossero andate le cose. Prendo atto però che è stato uno dei pochissimi a citare le fonti, e la cosa mi ha fatto ricredere sulla serietà della sua testata, almeno per quanto riguarda la mia esperienza personale.

Grazie mille Mario per la tua disponibilità!

Vi riporto qui di seguito la nota citata poco sopra:


“Da circa 24 ore circola la notizia, pubblicata per prima su questa pagina, secondo la quale in una chiesa di Campobasso, la Chiesa del “Santo Spirito”, nella funzione religiosa domenicale siano state somministrate per errore ai fedeli delle ostie intossicate dalle proprietà “lisergiche”: questa notizia è palesemente falsa, dal momento che non esiste alcuna chiesa del Santo Spirito tanto meno il percosso don Achille in quel del capoluogo di provincia molisano.
Ciò non ha impedito che da una semplice nota Facebook, piuttosto ironica e inverosimile tra l’altro, iniziasse un incredibile tam tam mediatico partito dall’evidente plagio dell’articolo del sito www.abruzzo24ore.tv che non ha fatto altro che copiare il nostro articolo parola per parola senza nemmeno utilizzare Google per accertare che la sopracitata parrocchia di fatto non esiste!
Questa la notizia originale: http://www.facebook.com/notes/questa-non-la-sapevi/ostie-allucinogene-caos-durante-la-funzione-religiosa/183651121737553
Fin qui, trattandosi di un semisconosciuto quotidiano online, ci potrebbe anche stare la mancanza di professionalità e il bisogno di fare notizia.
Ora, tale notizia si è rapidamente diffusa per la sua natura bizzarra ed è arrivata ovviamente a testate giornalistiche di maggiore importanza, famosi quotidiani di diffusione nazionale, molti dei quali tra l’altro si tengono in vita anche grazie alle nostre tasse e dai quali ci aspetteremmo un trattamento ben diverso delle notizie e delle fonti, secondo una precisa deontologia del mestiere di giornalista.
Invece, clamorosamente, partendo da Il Mattino fino al Sole 24 ore e Il Messaggero la notizia è stata pubblicata citandosi vicendevolmente come fonte con una pigrizia e un’approssimazione del tutto inqualificabili da quella che dovrebbe essere definita etica e professionalità di un buon giornalistaIn tutto ciò è stato anche ignorato e letto tardivamente un comunicato della stessa Diocesi di Campobasso e Bojano, che si è vista costretta a smentire e chiedere rispetto (rispetto che non manca dal momento che si parla di fatti e cose inesistenti.
Che dire? Se questa è l’informazione nazionale, complimenti.
Porgiamo infine le nostre scuse alla Diocesi di Campobasso, nella speranza che ci possano, Cristianamente, perdonare.
La redazione di “Questa non la sapevi”.”

Noto infine che il giornalista Luca Di Giacomantonio della redazione “Abruzzo24ore” è riuscito a “cavarsela” con due articoletti in cui afferma che il suo era un semplice esperimento
Casualità vuole che il giornalista abbia deciso di scrivere la smentita il giorno dopo della pubblicazione della nota di Mario.

Ancora una volta invito i lettori a verificare SEMPRE ciò che leggono.

Il miracolo che farà santo Wojtyla


Città del Vaticano - L’ amato Papa Giovanni Paolo II sarà presto proclamato Santo. Il cardinale Angelo Amato sta lavorando alla valutazione di un secondo miracolo attribuibile all’intercessione di Karol Wojtyla. Contro gli eterni scettici che fuori e dentro la curia romana spingono per rallentare un processo invocato a furor di popolo, il “ministro” di Joseph Ratzinger incaricato di seguire i processi di canonizzazione e beatificazione di tutta la chiesa cattolica, procede a passo spedito. Lo stesso Cardinale Amato dichiara di essere vicino al riconoscimento del secondo miracolo da attribuire all’intercessione di Karol Wojtyla, il Papa polacco tanto amato da tutto il Mondo cattolico e non. Il caso di guarigione scientificamente inspiegabile è stato messo “sotto investigazione” dal ministero vaticano delle Cause dei Santi. Dopo la beatificazione del 1° maggio 2011, per essere canonizzato a Karol Wojtyla serve il riconoscimento, da parte della Santa Sede, di un secondo miracolo. Sono già stati passati al vaglio della Postulazione della causa di canonizzazione di Giovanni Paolo II, un elevato numero di guarigioni miracolose attribuite alla sua intercessione. Una, in particolare, è ritenuta particolarmente interessante ed è al vaglio del Cardinale per il definitivo balzo di Karol Wojtyla verso la santità, dopo quello che ha consentito a Benedetto XVI di proclamare beato il suo immediato predecessore e cioè la guarigione della suora francese suor Marie Simon-Pierre dal morbo di Parkinson, la stessa malattia che trasformò in un tragico calvario l’ultima fase del pontificato. L’ulteriore miracolo, avvenuto dopo la beatificazione, verrà analizzato senza fretta e con il consueto scrupolo, assicurano alla Santa Sede. Il secondo miracolo attribuito all’intercessione del Beato Giovanni Paolo II deve essere riconosciuto, per conto del Pontefice, dalla congregazione per le Cause dei santi. Il dossier dei miracoli attribuiti a Karol Wojtyla non ha mai smesso di alimentarsi di nuove segnalazioni. Già prima della beatificazione, numerosi altri miracoli sono stati presi i n considerazione dalla Santa Sede, come per esempio quelli che riguardano un uomo salvato a Cleveland, negli Stati Uniti, da una grave ferita da arma da fuoco alla testa e un bambino polacco paralizzato alle gambe che ha inspiegabilmente ripreso a camminare dopo aver pregato sulla tomba di Giovanni Paolo II. Ma ad essere molto seguita dagli interessati è la guarigione di un bambino polacco che ha ricevuto anche l’avallo dell’arcivescovo di Cracovia, Stanislao Dziwisz, braccio destro di Karol Wojtyla in Polonia e in Vaticano per quattro decenni. Il cardinale Dziwisz ha testimoniato che il piccolo, immobilizzato sulla sedia a rotelle da un tumore ai reni, ha ripreso a camminare dopo aver visitato la tomba di Giovanni Paolo II nelle Grotte vaticane. Ha confermato il cardinale Dziwisz dicendo le testuali parole “Sono stato personalmente testimone di tante grazie fatte da Giovanni Paolo II. Soprattutto su malati di tumore. Il ragazzo polacco ha 9 anni, è di Danzica, non poteva camminare perché colpito da un cancro al rene. E’ stato portato in carrozzina, sulla tomba di Giovanni Paolo II. Lì ha pregato, e appena uscito dalla Basilica di San Pietro, ha detto ai genitori, stupiti: "Io voglio Camminare". Si è alzato, e ha iniziato a camminare”. Del resto, il giorno dei funerali migliaia di persone lo invocarono spontaneamente ”Santo subito” . A San Giovanni Rotondo quest’ anno decorre anche il 25° anniversario della visita di Sua Santità Giovanni Paolo II, che fece il 23 maggio del 1982 e che è stata onorata dalla visita del Cardinale Dziwisz, il 23 maggio, che ha celebrato nella Chiesa di San Pio una Messa solenne in ricordo del Santo Padre e di quella emozionante ed indimenticabile visita.

http://www.pellegrinodipadrepio.it/a-breve-arrivera-il-riconoscimento-del-secondo-miracolo-di-karol-wojtyla-che-lo-proclamera-santo-3/

Bufale....

Circola in rete un'immagine sul passato nazista del Papa.

Il futuro papa Benedetto XVI, sarebbe quello che si vede in primo piano nell'immagine. Cosa che non è possibile visto che l'immagine risale al 1932 quando Josef Ratzinger aveva solo 5 anni....

La fonte della bufala probabilmente è facebook. Il post è di un paio di giorni fa e al momento ha avuto ben 1179 condivisioni.

Di propagatori di bufale ce ne sono in abbondanza, è ancor di più disposti a ingoiarsele, "nati di nuovo" compresi...


LA BUFALA

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=4741606251248&set=pb.1027703393.-2207520000.1359621849&type=3&theater

30 gennaio 2013

A Gerusalemme storica rettifica su Pio XII: Si è speso per salvare gli Ebrei




La direzione del museo dell’Olocausto di Gerusalemme, lo Yad Vashem, ha deciso di cambiare oggi il testo della lapide in cui si criticava l’operato del Pontefice Pio XII. Il testo in cui si attaccava il Pontefice e la Chiesa cattolica per non aver protestato contro i nazisti per lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, aveva creato nell’aprile del 2007 un incidente diplomatico. A causa del testo sulla lapide il Nunzio apostolico in Israele, monsignor Antonio Franco, aveva rifiutato di prendere parte alla cerimonia del Giorno della Memoria.
Il padre Peter Gumpel, postulatore della causa di beatificazione di Pio XII aveva ricordato che «persino lo studioso ebreo Sir Martin Gilbert, massimo storico della Shoah, ha chiesto la rimozione della lapide contro il Papa». Monsignor Antonio Franco partecipò poi alla commemorazione della Shoah quando il direttore del museo, Avner Shalev, promise che avrebbe cambiato il testo della didascalia. Nel testo sotto accusa, si sosteneva che il servo di Dio, Pio XII non avrebbe denunciato il razzismo e l’antisemitismo, non avrebbe protestato per quanto i nazisti stavano facendo contro gi ebrei, non sarebbe intervenuto quando ci fu la razzia a Roma. Nel nuovo testo invece si riconosce che già nel 1942 nel corso del radiomessaggio di Natale il Pontefice Pio XII ha ricordato le «centinaia di migliaia di persone, le quali, senza veruna colpa propria, talora solo per ragione di nazionalità o di stirpe, sono destinate alla morte o ad un progressivo deperimento».
Il nuovo testo sottolinea un numero considerevole di attività di soccorso che la Chiesa cattolica ha operato per salvare gli ebrei. Si indicano i casi in cui lo stesso Pontefice Pio XII è intervenuto per incoraggiare le attività di soccorso e salvaguardia degli ebrei. Intervistato da ZENIT il padre francescano Pierattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa ha commentato: «È una buona notizia, anche se Pio XII non diventerà improvvisamente santo per loro, ma la situazione sarà sicuramente migliore. Ora presentano il Pontefice indicando che la sua opera è ancora oggetto di grande discussione». (Tratto da ZENIT.org)

di Sergio Mora

http://www.tempi.it/a-gerusalemme-storica-rettifica-su-pio-xii-si-e-speso-per-salvare-gli-ebrei#axzz1yzcOEClN

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PIO XII
IL PAPA CHE SALVÒ
MOLTI EBREI

(a cura di Claudio Prandin)
INTRODUZIONE

ULTERIORI DOCUMENTI DIMOSTRANO CHE PIO XII SALVÒ
MOLTISSIMI EBREI DAI NAZIONALSOCIALISTI

Fonte web

The Catholic Herald riporta la scoperta nell’Archivio Segreto Vaticano di ulteriori documenti che provano l’aiuto che diede Pio XII – al secolo Eugenio Pacelli - a migliaia di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale ed evidenziano la sua ferma opposizione ad ogni forma di antisemitismo, anche prima di diventare Papa.
Le trecento pagine di documentazione, messa on line a meta febbraio, mostrano, per esempio, che Pio XII salvò 80.000 ebrei riuscendo a persuadere il Reggente d’Ungheria a non deportarli e ottenne per 12.000 di essi un visto sicuro per lasciare l’Europa per i Caraibi. I documenti, scoperti dallo storico tedesco Michael Hesemann, mostrano come Eugenio Pacelli, già come arcivescovo, intervenne sul governo tedesco per proteggere gli ebrei residenti in Palestina, sudditi – in quel momento – del governo ottomano (al tempo alleato con i tedeschi).
Nel 1917, come Nunzio di Baviera Pacelli, aiutò personalmente la World Zionist Organisation ad incontrare Papa Benedetto XV per discutere sulla patria ebraica in Palestina.
Altre pagine riguardano l’aiuto che Pio XII diede nel 1943 per salvare gli ebrei romani ospitandoli in case religiose e viene pubblicato un documento del 1939 dei servizi americani che definisce il nuovo Papa un oppositore del nazionalsocialismo e lo indica come supporter degli oppositori al regime hitleriano.
Una lettera del 1938, firmata dal cardinal Pacelli durante l’ultimo mese della sua permanenza come Segretario di Stato, prova la sua opposizione al tentativo di rendere illegale in Polonia l’uso del cibo kosher ebraico. Altri documenti dimostrano che Pio XII convinse il governo brasiliano ad accettare 3.000 ebrei e aiutò a fornire loro certificati battesimali per farli passare come "ariani".
La Pave the Way Foundation ha inoltre pubblicato alcuni video intervista che descrivono come il Papà aiutò 12.000 ebrei a scappare nella Repubblica Dominicana.
Il famoso diplomatico e storico ebreo Pinchas Lapide stima che la Chiesa Cattolica sotto Pio XII salvò tra i 700.000 e gli 850.000 ebrei dai nazionalsocialisti, la maggior parte di loro provvedendo a dargli rifugio, passaggi verso nazioni neutrali e, spesso, intervenendo anche presso le autorità delle nazioni occupate dai nazisti.
Le calunnie contro Pio XII, mostrato quasi come un proto nazista, nascono dopo il 1958 – anno della sua morte – a valle di un allestimento teatrale di Rolf Hochhuth (Il Vicario del 1963) e sono aiutate – sembra ora assolutamente dimostrato – da una campagna orchestrata dal KGB comunista sovietico.

In aggiunta al reportage del Catholic Herald sopra riportato, segnaliamo l'interessante diario dei tempi di guerra delle suore agostiniane del monastero dei SS. Quattro Coronati a Roma, da ultimo apparso sul Papa Ratzinger blog, ove potrete leggerlo. Qui ne riportiamo appena una frase:
In queste dolorose situazioni il Santo Padre vuol salvare i suoi figli, anche gli ebrei, e ordina che nei monasteri si dia ospitalità a questi perseguitati, e anche le clausure debbono aderire al desiderio del Sommo Pontefice.

Tornielli, ne Il Giornale del 6 marzo (link), riferisce di ulteriori documenti da cui risultanto ordini diretti del Papa per salvare gli Ebrei.


Pio XII e l'Olocausto - 1


Pio XII e l'Olocausto - 2


PIO XII AIUTÒ GLI EBREI

'evidenza storica che il Pontefice in tempo di guerra diede ordine ai
 monasteri e conventi romani di accogliere gli ebrei in fuga dai Nazisti

di William Doino Jr. - The Times - 4 Gennaio 2010

Nell'autunno del 1987, durante uno dei suoi tanti incontri con la comunità Ebraica, Papa Giovanni Paolo II tenne un importante discorso sui rapporti tra la Chiesa Cattolica Romana e l'Olocausto. Richiamando "i forti, inequivocabili sforzi dei Papi contro l'antisemitismo e il nazismo" citò la condanna del nazismo da parte di Pio XI quale "nemico della Croce di Cristo" e si spinse ad apprezzare il suo successore Pio XII: "e sono convinto che la storia rivelerà ancora più chiaramente e con maggiore convinzione quanto profondamente Pio XII sentisse la tragedia del popolo ebraico, e quanto duramente egli lavorò per assisterlo durante la Seconda Guerra Mondiale. Dieci anni più tardi, Papa Giovanni Paolo emanò un documento sull'Olocausto, "Noi ricordiamo", che ancora una volta riferiva gli atti umanitari di Pio XII e appena dopo apprezzava l'intero pontificato di Pio XII: "egli fu un grande Papa".

Poco prima del Natale, Papa Benedetto XVI ha convalidato il giudizio di Giovanni Paolo II firmando un decreto che dichiara Pio XII "Venerabile" e fancendo così avanzare la sua causa verso la Santità.

La decisione di Benedetto è certamente aperta al dibattito, ma non si è trattato, come alcuni hanno suggerito e frettolosamente affermato, di una decisione deliberatamente "insensibile". E' stato piuttosto l'esito di un processo molto approfondito.

Nel maggio 2007 la Congregazione per le Cause dei Santi votò all'unanimità raccomandando che la Chiesa riconoscesse le "virtù eroiche" di Pio XII. Lo fece dopo aver considerato 3000 pagine di documentazione su ogni aspetto della vita di Eugenio Pacelli, nome di nascita di Pio XII. Molti volevano che Benedetto XVI dichiarasse Pio XII venerabile in quell'occasione, ma egli ha reistito, scegliendo invece di studiare ulteriormente la controversia personalmente.
Per due anni Benedetto ha rivisto tutta la documentazione pro e contro, ha consultato esperti storici ed archivisti vaticani (che hanno accesso a tutti i fascicoli interni su Pacelli), ha rivisto testimonianze di prima mano e appoggiato una conferenza storica di tre gioni a Roma che ha affrontato e risposto a tutte le principali accuse sul pontefice della seconda guerra mondiale. Soltanto allora Papa Benedetto ha finalmente agito, credendo Pio XII degno dell'onore. E non è il solo a pensarla così.

Il filosofo cattolico antinazista Dietrich von Hildebrand, il prete soccorritore Henri de Lubac, Michel Riquet, e Pietro Palazzi, l'assistente pontificio John Patrick Carroll-Abbing, e il diplomatico americano Harold Tittmann, fra molti altri, sono stati testimoni del fatto che Pio XII, contrariamente alla vulgata, abbia davvero "parlato ad alta voce". Palazzini, riconosciuto dallo Yad Vashem come un Giusto fra le nazioni, ha acceditato la figura di Pio XII come ispiratore delle sue azioni: "Sotto la pressione degli eventi, sebbene fossero così tragici, un uomo ha riscoperto il messaggio cristiano, che consiste nel senso di mutua carità, in base al quale è un dovere che ciascuno si incarichi della salvezza degli altri. Per riscoprire ciò, una voce spesso si è levata in mezzo al frastuono delle armi: era la voce di Pio XII".

La testimonianza di Riquet è altrettanto forte: "Pio XII ha parlato: Pio XII ha condannato; Pio XII ha agito... In mezzo a quegli anni di orrore, quando ascoltavamo la Radio e i messaggi papali, ci sentivamo in comunione col Papa, aiutando gli ebrei perseguitati e combattendo contro la violenza nazista." (Le Figaro, 4 Gennaio 1964).

Sulla scia del decreto di Benedetto, qualcuno ha cercato di spiegarne il suo annuncio, puntando sulla dichiarazione vaticana che lo ha seguito e che faceva una presunta distinzione fra la santità personale di Pio XII e le sue scelte storiche molto dibattute.

Ma una più attenta lettura di quella dichiarazione, fatta da padre Federico Lombardi, include questo pensiero chiave: "Naturalmente si tiene conto in questa valutazione delle circostanze in cui la persona ha vissuto, occorre quindi un esame dal punto di vista storico, ma la valutazione riguarda essenzialmente la testimonianza di vita cristiana data dalla persona." In altre parole, l'essere santi coinvolge in primo luogo la spiritualità personale, la fortezza, la carità e la fedeltà a Cristo - qualità che Pio ha dimostrato in abbondanza - ma include anche il giudizio storico e sulle azioni. Ciò è particolarmente vero per le azioni di Pio XII in tempo di guerra.

La sua prima enciclica, Summi Pontificatus, emanata appena dopo l'inizio della Guerra, è una bruciante condanna del razzismo e del totalitarismo e fu salutata dagli Alleati - anche se fece infuriare i Nazisti. In maniera specifica essa cita la lettera di San Paolo ai Colossesi (3:10-11), che sottolinea l'unità della famiglia umana, “qui non c'è più nè Greco, nè Giudeo.”

Agli inizi del 1940, Pio XII si confrontò personalmente col Ministro degli Esteri Tedesco Joachim von Ribbentrop, raccogliendo questo titolo sul New York Times: “ Il Papa pone enfasi sulla pace giusta: diritti degli Ebrei difesi". (14 Marzo 1940).

Le allocuzioni di Pio XII che condannano l'assassinio razziale, in particolare quella del Natale 1942 e il suo discorso al Collegio Cardinalizio del 2 Giugno 1943, provocarono i Nazisti tanto che lo marchiarono come un "portavoce dei criminali di guerra giudei", e censurarono la sua voce nelle terre occupate. Coloro che distribuivano segretamente i discorsi di Pio XII venivano arrestati e talvolta giustiziati. La Radio Vaticana svolse un ruolo chiave nella lotta all'Olocausto. Sostenuta e confortata da Pio XII, la stazione radio aiutò a rompere il muro del silenzio sui crimini nazisti in Polonia, evidenziando "l'inaccusabile testimonianza di testimoni oculari" che rivelarono che "Ebrei e Polacchi vengono ammassati in ghetti separati, chiusi ermeticamente..." (Trasmissione del 21 Gennaio 1940).

Il giornale The Palestine Post scrisse: “Nei loro sermoni, preti cattolici hanno citato l'avvertimento di Radio Vaticana che chiunque continui la persecuzione degli Ebrei è come se compisse un assassinio." (20 Settembre 1942). E queste parole inequivocabili vennero pure dalla stazione radio Vaticana: "Colui che fa distinzione fra Giudei e altri uomini è infedele a Dio ed è in conflitto con i comandamenti di Dio" (New York Times, 27 Giugno 1943).

La controversia continua a circondare la reazione di Pio XII alla retata contro gli ebrei romani dell'Ottobre 1943, ma Michele Tagliacozzo, una autorità di spicco su questa vicenda, ed egli stesso un suo sopravvissuto, ha affermato che Pio XII "fu il solo ad intervenire per impedire la deportazione degli ebrei il 16 ottobre 1943, e fece davvero molto per nascondere e salvare migliaia di ebrei. Non fu cosa di poco conto l'ordine di aprire i conventi di clausura. Senza di lui, molti di noi non sarebbero sopravvissuti."
Il 12 Marzo 1945, Radio Vaticana raccontò quanto segue di Pio XII: “Durante l'occupazione di Roma, fra l'8 settembre 1943 e il 5 giugno 1944, diede rifugio in 120 istituti femminili e 60 istituti maschili, come anche in altre case e chiese di Roma a più di 5200 ebrei che furono così in grado di sopravvivere alla paura e alla miseria. Come un padre con i suoi figli, il Papa ha in questi lunghi anni di guerra votato se stesso ad una instancabile cura..."

Nuova evidenza è anche emersa in anni recenti - lettere private di Pio XII, misure che egli prese per proteggere ebrei ed altri a Castel Gandolfo, testimonianze filmate dei suoi subordinati, che agirono su sue esplicite istruzioni per salvare coloro che erano minacciati dalla morte; diari di religiosi che rivelano il suo supporto agli ebrei di Roma perseguitati e rivelazioni sugli sforzi di Pio XII per rovesciare Hitler.

Il Vaticano ha già reso disponibile una enorme quantità di importanti archivi di guerra (ampiamente... non letti, purtroppo); ma poichè qualcuno deve essere ancora catalogato e rilasciato, molte persone, inclusi alcuni che supportano la causa di Pio XII, pensano che sarebbe stata preferibile la loro pubblicazione prima di andare avanti verso il prossimo passo della causa di Santificazione di Pio XII. Non è una richiesta irragionevole, specialmente dal momento che il Papa e il Vaticano sono completamente fiduciosi sul fatto che ciò che resta ancora in archivio potrà solo rilanciare la reputazione di Pio XII.
Nel 1946, sulla scia dell'Olocausto, la Conferenza delle Relazioni Ebraiche pubblicò dei Saggi sull'Antisemitismo, un libro che non risparmiava pugni su come questo malvagio pregiudizio abbia pouto infettare la civiltà, inclusi alcuni cristiani, che hanno tradito gli insegnamenti della loro fede. L'editore del libro, il Professor Koppel Pinson, ripensando alla documentazione del papato in tempo di guerra fece questa dichiarazione:

“Possiamo concordare o meno sulle linee generali della politica vaticana. Ma questo fatto è molto più indiscutibile: mai il papato ha parlato in maniera così inequivocabile contro il razzismo e l'antisemitismo come nelle parole e nelle azioni dell'attuale pontefice, Pio XII, e del suo predecessore, Pio XI."

Si invochi pertanto la storia per valutare Pio XII, ma prima la si consulti, e dopo si passi al giudizio.

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PIO XII COME “GIUSTO FRA LE NAZIONI”?

Il professor Ronald Rychlak difende il Papa
della Seconda Guerra Mondiale

JACKSON (Mississippi, U.S.A.), martedì, 17 gennaio 2006 (ZENIT.org).- Nonostante quanto affermano alcuni critici moderni, Papa Pio XII è stato protagonista di molteplici azioni contro la campagna nazista antiebraica.

E’ quanto sostiene Ronald Rychlak, consigliere della delegazione della Santa Sede presso le Nazioni Unite, professore di Diritto dell’Università del Mississippi e autore del libro “Righteous Gentiles: How Pope Pius XII and the Catholic Church Saved Half a Million Jews from the Nazis” (“Gentili giusti: come il Papa Pio XII e la Chiesa cattolica hanno salvato mezzo milione di ebrei dai nazisti”, Spence). 

In un’intervista rilasciata a ZENIT, Rychlak ha illustrato alcune delle informazioni raccolte in difesa di Pio XII e della Chiesa e le argomentazioni con cui è possibile rispondere alle accuse.

In cosa si differenzia questo libro rispetto a quelli scritti in precedenza in difesa di Papa Pio XII? Quali nuove informazioni rivela?

Rychlak: Nel libro “Righteous Gentiles” cerco di rispondere direttamente alle argomentazioni poste dagli accusatori di Pio XII e della Chiesa cattolica durante l’epoca nazista. Un’impostazione, questa, che ho volutamente omesso nel mio ultimo libro, “Hitler, the War, and the Pope”, nel quale ho voluto solamente esporre i fatti cronologici così come si sono verificati.

Il filosofo Michael Novak, autore dell’introduzione a “Righteous Gentiles”, ha rilevato che nel corso degli ultimi cinque anni sono stati scritti così tanti libri ed articoli contro la Chiesa che un libro che tentasse di rispondere alle accuse avanzate era diventato necessario.

Ed è questo ciò che ho tentato di fare con questo libro: affrontare ogni e ciascuna delle argomentazioni che sono state mosse contro l’atteggiamento di Pio XII e della Chiesa cattolica durante l’Olocausto.

Per quanto riguarda le novità, il primo capitolo di “Righteous Gentiles” rivela 18 nuovi elementi, emersi negli ultimi anni. Ciascuno di questi contribuisce positivamente all’immagine di Pio XII e della Chiesa cattolica.

Il libro riporta anche argomenti su Pio XII, il clero tedesco e altri soccorritori provenienti da tutta Europa, che non sono stati trattati in altri libri scritti in difesa di Pio XII.

Qual è stata la reazione di Pio XII e della Chiesa cattolica all’aggressione nazista?

Rychlak: L’azione di Pio XII è stata molteplice. Egli ha messo a disposizione in tutta Roma strutture per distribuire cibo e assicurare riparo e vestiario a tutti coloro che ne avessero bisogno. Si è anche pronunciato più volte contro i nazisti e in difesa degli ebrei.

Nella sua prima enciclica “Summi Pontificatus”, diffusa appena qualche settimana dopo lo scoppio della guerra, egli menziona espressamente gli ebrei e fa appello alla solidarietà tra tutti coloro che professano la fede in Dio. Le forze alleate ne hanno poi lanciato migliaia di copie dietro le linee del nemico per motivi propagandistici.

Nel suo discorso di Natale del 1942, Pio XII ha parlato in difesa delle “delle centinaia di migliaia di persone che, senza la minima colpa da parte loro, ma semplicemente perché appartengono a una certa razza o a una certa nazionalità, sono votate alla morte o a un deperimento progressivo”.

Nella sua enciclica del 1943 “Mystici Corporis Christi” ha spiegato che “noi stringiamo al nostro cuore paterno i popoli di qualsiasi Nazione”, ed ha proseguito dicendo che Cristo, con il suo sangue, ha unificato ebrei e cristiani “annullando nella Sua carne la parete intermedia con la quale i due popoli eran divisi”.

Pio XII si è avvalso anche dei suoi rappresentanti in tutta Europa per intervenire in difesa delle vittime ebree. Ha inviato telegrammi pubblici per deprecare la collaborazione dei Governi e per commiserare i perseguitati.

Ha istituito una Commissione pontificia dedita all’aiuto, grazie alla quale sono stati distribuiti cibo, medicinali e vestiario in 40 Paesi durante la guerra, ed ha creato l’Ufficio informazioni del Vaticano per dare informazioni sui dispersi, senza alcuna discriminazione in base a razza, religione o nazionalità.

Molti volontari cattolici si sono fatti coraggio grazie ai continui appelli in favore degli ebrei andati in onda sulla “Radio Vaticana”. Alcuni volontari hanno persino raccontato di aver ricevuto richieste dirette da parte del Papa per portare aiuto agli ebrei perseguitati.

La posizione del Papa e la sua intenzione di animare la resistenza erano una realtà ben compresa durante la guerra. Il New York Times ha sostenuto che grazie a lui “nascondere qualcuno che si trovava in fuga era diventata la cosa da fare”.

La Congregazione delle cause dei santi, in seguito ad un’indagine sulla vita di Pio XII durata 39 anni, ha concluso che l’unico modo per salvare gli ebrei era usare “metodi segreti ed efficaci per dare loro rifugio, cibo e vestiario, e farli arrivare a Paesi neutrali. Pio XII ha fatto questo in modo ineguagliato da qualunque Stato o organizzazione”.

Cosa è emerso dal suo studio degli archivi della Chiesa, soprattutto dal rapporto riservato del Vaticano su Pio XII?

Rychlak: Sono riuscito a prendere visione di alcuni documenti per la prima volta nel marzo del 2003 quando mi sono recato a Roma per la recente apertura degli archivi vaticani. Sono poi tornato a Roma nell’aprile 2004, poiché mi era stato dato accesso straordinario al rapporto ancora riservato – la “positio” – preparato da alcuni storici per la Congregazione per le Cause dei Santi.

Questo lavoro di otto volumi include testimonianze giurate di un centinaio di persone che conoscevano Pio XII. Prende in rassegna anche i lavori di altri studiosi – a favore e contro – e dà uno sguardo alle vittime, ai soccorritori e ai nazisti.

Sulla base di questi dati e applicando una normale ragionevolezza nell’analizzare la sua leadership – a differenza dei metodi spesso falsi e tendenziosi di molti critici –, il rapporto propone un quadro ben fondato di una vita di virtù esercitate in grado eroico.

Per quale motivo così tanti studiosi e critici cercano di dipingere un Pio XII complice delle atrocità naziste?

Rychlak: La “positio” conclude che è in atto una campagna diretta a denigrare la personalità e il lavoro di Pio XII. Non credo che questa sia frutto di una campagna orchestrata da critici che lavorano in modo coordinato.

Piuttosto, molti di questi critici condividono la visione di un mondo che rema contro la Chiesa cattolica e hanno tentato di proporre la loro teoria per screditare la Chiesa e denigrare il Papa Pio XII.

Se si legge fino in fondo gran parte di questi libri, si vedrà che gli autori sono critici non solo su Pio XII, ma anche su Papa Giovanni Paolo II, sulle posizioni espresse dal Cardinale Ratzinger o Papa Benedetto XVI, sulle tradizioni cattoliche della supremazia papale, del sacerdozio riservato ai maschi e soprattutto degli insegnamenti della Chiesa sulla morale sessuale.

In questo senso, poiché è la Chiesa cattolica la voce principale che proclama il concetto di verità assoluta, è questa ad essere l’obiettivo primario, e non Pio XII o qualsiasi altra personalità.

Quali fatti possono essere citati dai cattolici per rispondere alle critiche rivolte contro il comportamento di Pio XII e della Chiesa durante la seconda guerra mondiale?

Rychlak: Molti dei fatti, tra cui l’offerta di rifugio, cibo e vestiario agli ebrei di Roma, sono ben noti. Lo stesso vale per le sue dichiarazioni pubbliche e l’offerta di oro come riscatto per impedire ai nazisti di deportare gli ebrei romani. Le proteste diplomatiche e le trasmissioni radiofoniche, invece, non sono altrettanto conosciute, ma sono ugualmente importanti.

Alcuni dati scoperti ultimamente sono riportati nel libro “Righteous Gentiles”, tra cui alcune lettere di Pio XII contenenti soldi destinati ad essere usati in aiuto agli ebrei internati.

C’è anche una lettera del 1933 dell’allora Segretario di Stato Eugenio Pacelli – futuro Pio XII – con cui egli dà istruzioni al rappresentante della Chiesa in Germania per intervenire presso il Governo nazista in merito agli “eccessi antisemiti in Germania”.

Nel 1923 Pacelli – allora rappresentante della Santa Sede in Germania – scrisse a Roma affermando che “i radicali di estrema destra e i seguaci di Hitler” stavano perseguitando cattolici ed ebrei.

Egli lodava il “colto e zelante” Arcivescovo di Monaco che era stato aggredito dai nazisti perché “aveva denunciato le persecuzioni contro gli ebrei”.

Perché far luce sulla figura di Pio XII è importante per il futuro dei rapporti tra cattolici ed ebrei?

Rychlak: Ebrei e cattolici negli ultimi anni hanno compiuto un cammino di avvicinamento tra loro, ma la questione è rimasta come scoglio insuperabile. È un peccato perché per altri versi abbiamo così tanti elementi e punti di vista in comune… Dobbiamo raggiungere la verità anche perché questa ci consentirà di unire i nostri sforzi e di condividere i nostri patrimoni spirituali.

È precisamente questo e non una revisione del magistero cattolico o della dottrina sociale il risultato importante che deve venire da una ricerca onesta sulla Chiesa cattolica nell’epoca nazista.

Per quali motivi ritiene che gli ebrei dovrebbero insignire Pio XII del titolo di “Giusto fra le Nazioni”?

Rychlak: Sin dal 1963 una commissione guidata da un giudice della Corte Suprema israeliana è stata incaricata di assegnare il titolo di “Giusto fra le Nazioni”.

In genere, se un non ebreo ha rischiato la propria vita, libertà e sicurezza per salvare uno o più ebrei dalla minaccia di morte o di deportazione senza chiedere compenso in denaro può essere insignito del titolo di “Gentile giusto” (o “Giusto fra le Nazioni”).

Come da lungo tempo sostiene il rabbino David Dalin, basandosi sui dati che anche noi possediamo, il Papa Pio XII merita pienamente questa designazione. A mio avviso una tale designazione porrebbe fine una volta per tutte alla controversia e potrebbe sanare le divisioni.

L’Olocausto ha rappresentato un’epoca orribile della storia dell’umanità. Il modo migliore per assicurare che non si ripeta è trattare i fatti con la massima onestà.

Le vittime di quell’epoca hanno ringraziato Pio XII, i soccorritori ne hanno tratto ispirazione e coraggio e i nazisti lo hanno detestato. Coloro che tentano di scrivere una storia diversa ignorano questi fatti.

Mi auguro che il libro “Righteous Gentiles” possa contribuire in qualche modo al recupero della verità.


PIO XII NEMICO DEGLI EBREI?

Leggete alcune testimonianze in proposito...
«L’elezione del cardinale Pacelli non è accettata con favore dalla Germania perché egli si è sempre opposto al nazismo»

Berliner Morgenpost(organo del movimento nazista), 3 marzo 1939.

«In una maniera mai conosciuta prima il papa ha ripudiato il Nuovo Ordine Europeo Nazionalsocialista. È vero che il papa non ha mai fatto riferimento al Nazionalsocialismo germanico per nome, ma il suo discorso è un lungo attacco ad ogni cosa che noi sosteniamo ed in cui crediamo ... Inoltre egli ha parlato chiaramente in favore degli ebrei»
Rapporto della Gestapo riportato nel servizio "Judging Pope Pius XII", Inside the Vatican, giugno 1997, p. 12.

«Essendo un amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania, guardai con fiducia alle università sapendo che queste si erano sempre vantate della loro devozione alla causa della verità. Ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani che in ardenti editoriali proclamavano il loro amore per la libertà. Ma anche loro, come le università vennero ridotti al silenzio, soffocati nell’arco di poche settimane.
Solo la Chiesa rimase ferma in piedi a sbarrare la strada alle campagne di Hitler per sopprimere la verità.
Io non ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa prima, ma ora provo nei suoi confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e l’ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la libertà morale. Devo confessare che ciò che io una volta disprezzavo, ora lodo incondizionatamente».

Dichiarazione di Albert Einstein pubblicata da Time magazine, 23 dicembre 1940, p.40.

«Il Congresso dei delegati delle comunità israelitiche italiane, tenutosi a Roma per la prima volta dopo la liberazione, sente imperioso il dovere di rivolgere reverente omaggio alla Santità Vostra, ed esprimere il più profondo senso di gratitudine che anima gli ebrei tutti, per le prove di umana fratellanza loro fornite dalla Chiesa durante gli anni delle persecuzioni e quando la loro vita fu posta in pericolo dalla barbarie nazifascista».

Attestato delle Comunità israelitiche italiane che si trova al Museo della Liberazione in Via Tasso a Roma.

«Il clero italiano aiutò numerosi israeliti e li nascose nei monasteri e il Papa intervenne personalmente a favore di quelli arrestati dai nazisti».

Gideon Hausner procuratore Generale israeliano nel processo contro Eichmann, il 18 ottobre 1961.

«I ripetuti interventi dei Santo Padre in favore delle comunità ebraiche in Europa evocano un profondo sentimento di apprezzamento e gratitudine da parte degli ebrei di tutto il mondo".

Rabbino Maurice Perizweig, direttore del World Jewish Congress

«Quando il terribile martirio si abbattè sul nostro popolo, la voce dei Papa si elevò per le sue vittime. La vita dei nostro tempo fu arricchita da una voce che chiaramente parlò circa le grandi verità morali. ( ... ) Piangiamo un grande servitore della pace».

Golda Meir, 8 ottobre 1958

«Il mio parere è che il pensare che Pio XII potesse esercitare un influsso su un minorato psichico qual era Hitler poggi sulla base di un malinteso. Se il Papa avesse solo aperto bocca, probabilmente Hitler avrebbe trucidato molti di più dei sei milioni di ebrei che eliminò, e forse avrebbe assassinato centinaia di milioni di cattolici, solo se si fosse convinto di aver bisogno di un tale numero di vittime. Siamo prossimi al 9 novembre, giorno in cui ricorre il venticinquesimo anniversario della Notte dei Cristalli; in tal giorno noi ricorderemo la protesta fiammeggiante che Pio XII elevò a suo tempo. Egli divenne intercessore contro gli orrori che a quel tempo commossero il mondo intero»

Dichiarazione del gran Rabbino di Danimarca, dott. Marcus Melchior, riportata da KNA (agenzia di stampa danese), dispaccio n. 214, 5 novembre 1963

«Nel Talmud è scritto: “chi salva una vita salva il mondo intero” ebbene più che ogni altro nel Ventesimo secolo Pio XII ha rispettato questa indicazione. Nessun altro Papa è stato così magnanimo con gli ebrei. L’intera generazione dei sopravvissuti all’Olocausto, testimonia che Pio XII fu autenticamente e profondamente un “giusto”». Con queste parole si conclude un lungo articolo scritto dal Rabbino David Dalin sulla rivista statunitense «The Weekly Standard». David Dalin è un personalità di spicco del mondo ebraico statunitense, uno dei suoi libri «Religion and State in the American Jewish Experience» è stato indicato come uno dei migliori lavori accademici del 1998. Rabbino a New York Dalin ha tenuto diverse conferenze sui rapporti ebraico cristiani nelle Università di Hartford Trinity College, George Washington e Queens College di New York. La rivista «The Weekly Standard» è espressione dell’élite neoconservatrice americana. Dalin sostiene che molti dei libri pubblicati recentemente rivelano una scarsa comprensione di come Pio XII fosse un oppositore del nazismo e di quanto fece per salvare gli ebrei dall’olocausto. A questo proposito il rabbino di New York cita una grande numero di fatti, documenti, dichiarazioni e libri.
«Pio XII fu uno dei personaggi più critici del nazismo - ha scritto Dalin- Su 44 discorsi che Pacelli pronunciò in Germania tra il 1917 ed il 1929, quaranta denunciano i pericoli dell’emergente ideologia nazista. Nel marzo del 1935 scrisse una lettera aperta al Vescovo di Colonia chiamando i nazisti “falsi profeti con la superbia di Lucifero”. Nello stesso anno denunciò in un discorso a Lourdes le ideologie “possedute dalla superstizione della razza e sangue”. La sua prima enciclica “Summi Pontificatus” del 1939 fu così chiaramente anti razzista che aerei alleati ne lanciarono migliaia di copie sulla Germania nel tentativo di istigare un sentimento anti nazista».
In merito a coloro che si sono lamentati chiedendo che Pio XII avrebbe dovuto parlare più forte contro il nazismo, Dalin riporta le parole di Marcus Melchior il rabbino capo di Danimarca, sopravvissuto alla Shoah, il quale ha detto: «Se il papa avesse parlato Hitler avrebbe massacrato molti di più dei sei milioni di ebrei e forse 10 milioni di cattolici» E Kempner, pubblica accusa per gli Stati Uniti al Processo di Norimberga ha aggiunto: «Ogni azione di propaganda ispirata dalla Chiesa cattolica contro Hitler sarebbe stata un suicidio e avrebbe portato all’esecuzione di molti più ebrei e cristiani». Circa l’opera di assistenza agli ebrei il rabbino Dalin ha ricordato che: «Nei mesi in cui Roma fu occupata dai nazisti Pio XII istruì il clero a salvare gli ebrei con tutti i mezzi. Il cardinale Boetto di Genova da solo ne salvò almeno 800 Il Vescovo di Assisi trecento. Quando al cardinale Palazzini fu consegnata la medaglia dei Giusti per aver salvato gli ebrei nel Seminario Romano, egli affermò: “Il merito è interamente di Pio XII che ordinò di fare ogni cosa nelle nostre possibilità per salvare gli ebrei dalla persecuzione”. L’opera di assistenza di Papa Pacelli era così nota che nel 1955 quando l’Italia celebrò il decimo anniversario della Liberazione, l’Unione delle Comunità Israelitiche proclamò il 17 aprile «Giorno della gratitudine” per l’assistenza fornita dal Papa durante il periodo della guerra. Dalin conclude il suo articolo affermando che «contrariamente a quanto scritto da John Cornwell secondo cui Pio XII fu il papa di Hitler, io credo che papa Pacelli fu il più grande sostenitore degli ebrei».

Rabbino di New York chiede che Pio XII venga riconosciuto come “Giusto”
 

APPROFONDIMENTO





Ancor prima che Pio XII morisse, nel 1958, in Europa già veniva messa in circolazione l’accusa — un pezzo classico della propaganda comunista contro l’Occidente — che il suo pontificato era stato favorevole ai nazisti. Dopo la morte del Papa l’accusa venne sommersa da un’alluvione di omaggi tanto da parte di ebrei quanto di gentili, per riaffiorare in occasione della prima, nel 1963, de Il Vicario (1), il dramma di uno scrittore tedesco di sinistra — già membro della Hitlerjugend, la "Gioventù hitleriana" — di nome Rolf Hochhuth. ....


Il Talmud insegna che "chiunque salva una vita è considerato dalla Scrittura come se avesse salvato il mondo intero". Pio XII ha adempiuto questo detto più di ogni altro leader del secolo XX, quando fu in gioco la sorte dell'ebraismo europeo. Nessun altro papa è stato così largamente apprezzato dagli ebrei, ed essi non si sbagliarono. La loro gratitudine, come quella dell'intera generazione dei sopravvissuti all'Olocausto, attesta che Pio XII fu genuinamente e profondamente un Giusto fra le Nazioni.(Rabbino David G.Dalin, Pius XII and the Jews. A defense, in "The weekly Standard", vol.6, n.23, New York, 26-2-2001). .... E', questa, una storia curiosa e per molti aspetti incomprensibile. Alla fine della Seconda guerra mondiale, come ancora alla sua morte, avvenuta nel 1958, i riconoscimenti che gli ebrei tributarono a Papa Pio XII, la gratitudine che gli manifestarono, la stima della quale lo gratificarono, furono.... (molti ma dopo la musica è cambiata.. Perchè? ndr) ....


Su questo argomento molto è stato scritto e tuttora se ne fa oggetto di discussioni e polemiche. Ritengo necessario parlarne un po' diffusamente, proprio perché i giudizi critici della stampa italiana ed estera a proposito del Documento vaticano Noi ricordiamo: una riflessione sulla Shoah del 16 marzo 1998, rilevano "limiti" e "silenzi" proprio sull'operato di Pio XII negli anni della persecuzione nazista.


http://www.parrocchie.it/correggio/ascensione/pio_xii_ebrei.htm

La base biblica per il battesimo degli infanti

Herman Hoeksema (teologo protestante)....
"Circoncisione e Battesimo sono essenzialmente la stessa cosa"


La mia prossima osservazione è che la circoncisione ed il battesimo, anche se differiscono nella forma, sono essenzialmente la stessa cosa per quanto riguarda il loro significato.

Anche questa proposizione la considero un collegamento importante, essenziale nella catena di questo singolo argomento a favore del battesimo degli infanti. L’obiezione che i battisti amano fare contro il battesimo degli infanti non è scritturale, ma piuttosto essi la ricavano dalla loro propria mente, ed è la seguente: il battesimo è un segno e sigillo del perdono dei peccati, di rigenerazione, e quindi può essere amministrato soltanto a quelli che sappiamo essere credenti, e cioè a quelli che confessano la loro fede; è un fatto stabilito che molti degli infanti che sono battezzati più tardi nella vita provano se stessi non essere figli di Dio e sono perduti, e per questa ragione è certamente sbagliato amministrare il segno del battesimo ai figli dei credenti, prima che essi siano giunti agli anni della discrezione.

Contro questo argomento possono essere portate molte obiezioni. Ma io voglio enfatizzare quella che secondo me è la più importante di tutte: il battista con questo argomento argomenta direttamente contro il Signore. Perché quello che qui si pone contro il battesimo degli infanti, allo stesso modo si pone contro la circoncisione degli infanti, e tuttavia la circoncisione degli infanti è direttamente comandata dal Signore, affinchè sia amministrata alla discendenza di Abraamo nelle sue generazioni.

Anche la circoncisione era un segno della giustizia della fede, della circoncisione spirituale, del cuore, di rigenerazione e santificazione, della rimozione dell’uomo vecchio del peccato, dell’amore di Dio in un cuore nuovo. Rispetto a tutto questo il significato del segno del vecchio patto è lo stesso di quello del battesimo. L’identità dei due segni, anche se essi differiscono nella forma, procedo ora a provarla dalla Parola di Dio.

1. Prima di tutto dai passaggi che si riferiscono soltanto alla circoncisione:

Deuteronomio 10:16: "Circonciderete perciò il prepuzio del vostro cuore e non indurite più il vostro collo." Linguaggio chiaro: la circoncisione era un segno di un cuore circonciso, cioè santificato.

Deuteronomio 30:6: "L'Eterno, il tuo DIO, circonciderà il tuo cuore e il cuore dei tuoi discendenti, affinché tu ami l'Eterno, il tuo DIO, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, e così tu viva." Ancora, è chiaro che la circoncisione era un segno dell’opera della grazia di Dio nel cuore, per la quale il cuore è riempito dell’amore di Dio.

Geremia 4:4: "Circoncidetevi per l'Eterno e rimuovete il prepuzio dei vostri cuori, o uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme." Nel linguaggio del Nuovo Testamento ciò equivale a dire: spogliatevi del vecchio uomo del peccato e rivestite l’uomo nuovo che si rinnova ad immagine di Dio in vera giustizia e santità. La circoncisione era un segno dello spogliamento del vecchio uomo del peccato.

Romani 4:11: "Poi ricevette il segno della circoncisione, come sigillo della giustizia della fede che aveva avuto mentre era ancora incirconciso." Qui la circoncisione sigilla la giustizia della fede, cioè, Dio sigilla nel segno della circoncisione il fatto che Egli giustifica i credenti per fede, e che essa è messa loro in conto come giustizia.

2. Secondo, da passaggi che parlano del significato del battesimo:

Atti 2:38: "Allora Pietro disse loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo." Il battesimo è un segno della remissione dei peccati, cioè, della giustizia che è per fede.

Atti 22:16: "Ed ora che aspetti? Alzati e sii battezzato e lavato dai tuoi peccati, invocando il nome del Signore." Il battesimo è il segno del lavacro dei peccati, della giustizia che è per fede, come la circoncisione.

Romani 6:4: "Noi dunque siamo stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte affinché, come Cristo è risuscitato dai morti per la gloria del Padre, così anche noi similmente camminiamo in novità di vita." Il battesimo, come la circoncisione, è il segno del rinnovamento in Cristo. Nel battesimo noi moriamo con Cristo e risuscitiamo con Lui in novità di vita e di cammino.

Galati 3:28: "Poiché voi tutti che siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo." Il battesimo è il segno dell’essersi rivestiti di Cristo, cioè, di essere rinnovati in Lui.

Tali passaggi potrebbero essere moltiplicati, ma non c’è, naturalmente, nessuna differenza di opinione riguardo al significato del battesimo. Questi passaggi, dunque, possono bastare.

3. In terzo luogo, da questi passaggi che semplicemente identificano i due segni, circoncisione e battesimo:

Colossesi 2:11-12: "nel quale siete anche stati circoncisi di una circoncisione, fatta senza mano d'uomo, ma della circoncisione di Cristo, mediante lo spogliamento del corpo dei peccati della carne: essendo stati sepolti con lui nel battesimo, in lui siete anche stati insieme risuscitati, mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti." Qui l’apostolo chiaramente identifica i segni del battesimo e della circoncisione riguardo al loro significato. Egli scrive alla chiesa della nuova dispensazione che i credenti sono circoncisi nel senso spirituale della parola, e che questa circoncisione spirituale ebbe luogo quando furono seppelliti con Cristo nel battesimo. Una prova più diretta che la circoncisione ed il battesimo hanno essenzialmente lo stesso significato, e che essi cambiano, dalla dispensazione delle ombre in quella dell’adempimento, non potrebbe essere fornita.

Filippesi 3:3: "i veri circoncisi [lett. "la circoncisione"] infatti siamo noi che serviamo Dio nello Spirito e ci gloriamo in Cristo Gesù senza confidarci nella carne." Qui l’apostolo non menziona il battesimo, né vi fa riferimento, ma dichiara che non i giudei, ma la chiesa della nuova dispensazione in Cristo Gesù sono la circoncisione. La circoncisione non è stata messa da parte per quanto si riferisce alla sua essenza, ma anzi è continuata nella chiesa della nuova dispensazione!

La mia seconda proposizione la considero sufficientemente stabilita in base alla Parola di Dio.

Il battista spesso prova a disputare l’affermazione che si trova nella nostra Forma per l’Amministrazione del Battesimo, e cioè che la circoncisione è stata rimpiazzata dal battesimo nella nuova dispensazione. Di questo il battista rifiuta di essere convinto. Tuttavia, niente potrebbe essere più evidente dalle Scritture. E’ semplicemente un fatto storico che il battesimo rimpiazzò la circoncisione. Quando venne il battesimo la circoncisione dovette cedervi il posto. Per un periodo esistettero fianco a fianco specialmente nelle comunità giudeo-cristiane, e la circoncisione fu poi per forza di cose costretta a cedere il posto all’interno della chiesa. Ma perché? Perché la Parola di Dio insegna chiaramente, come abbiamo mostrato, che il battesimo ha lo stesso significato essenziale della circoncisione, che due segni con lo stesso significato non potevano esistere fianco a fianco, che la circoncisione appartiene al periodo delle ombre, e quindi deve fare spazio al battesimo che è il segno dell’adempimento. Di qui, se qualcuno ancora insistesse che la circoncisione sia necessaria per la chiesa cristiana, farebbe così solo perchè vi attribuisce un significato di elemento della legge, cerca la giustizia che è dalla legge, ed in questo modo Cristo non gli sarebbe di alcuna utilità. E, sicuramente, poiché il battesimo è essenzialmente lo stesso segno, ed ha la forma propria alla nuova dispensazione, l’apostolo scrive che noi siamo circoncisi quando siamo battezzati (Colossesi 2:11-12), e che noi siamo la vera circoncisione (Filippesi 3:3)."

http://www.cprf.co.uk/languages/italian_biblicalgroundforbaptism.htm

Le falsificazioni del sito evangelico camcris (= Il Cammino Cristiano)


nota di Salvatore Gallo

https://www.facebook.com/notes/salvatore-gallo/le-falsificazioni-del-sito-evangelico-camcris-il-cammino-cristiano/206948472684271

Siti evangelici e falsificazioni della storia.
Ho trovato su questo sito http://camcris.altervista.org/tradiz.htmldiverse diverse citazioni patristiche, alcune già portate su questo forum, che a semplice vista sembrano in favore di ciò che dicono i protestanti.

In questa discussione cercerò di analizzare le citazioni e vedere cosa c'è dietro
Citazione:
Originariamente scritto da web protestante

Siccome la tradizione cattolico-romana non è sostenuta dalla Sacra Scrittura, vogliamo vedere quello che alcuni di quegli antichi scrittori che essa chiama "padri della Chiesa" hanno detto doversi fare a proposito di ciò che non può essere confermato dalla Bibbia, o che non fa parte della Scrittura e la contraddice.

Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Giustino Martire (morto nell'anno 165 dopo Cristo) disse: 'Non abbiamo alcun comandamento di Cristo che ci faccia obbligo di credere alle tradizioni e alle dottrine umane, ma soltanto a quelle che i beati profeti hanno promulgate e che Cristo stesso ha insegnate, ed io ho cura di riferire ogni cosa alle Scritture e chiedere ad esse i miei argomenti e le mie dimostrazioni' (Giustino Martire, Dialogo con Trifone);

“Vi sono infatti, amici, - così continuavo – alcuni della vostra razza che riconoscono che Egli è il Cristo, ma dichiarano che è un uomo nato da uomini. Io non sono d'accordo con loro, né affermerebbero questo i più, che la pensano come me, perchè Cristo stesso ci ha ordinato di non obbedire ad ammaestramenti umani ma a quelli annunciati tramite i profeti e impartiti da lui stesso.”San Giustino Martire, Dialogo con Trifone, Cap 48, 4
La frase: “ed io ho cura di riferire ogni cosa alle Scritture e chiedere ad esse i miei argomenti e le mie dimostrazioni”, è una aggiunta alla citazione, già che non corrisponde con il Cap 48,4, e quindi la citazione è stata manipolata.

San Giustino sta dicendo che non dobbiamo ubbedire ammaestramenti umani, ma che dobbiamo comunque ubbedire agli insegnamenti di Cristo stesso. La fonte della tradizione apostolica sono gli insegnamenti di Cristo agli apostoli, quindi bisogna conservarla.
Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Basilio (330-379 d.C.) disse: 'Rigettare alcuna cosa che si trova nelle Scritture, o ricevere alcune cose che non sono scritte, è un segno evidente d'infedeltà, è un atto di orgoglio... il fedele deve credere con pienezza di spirito tutte le cose che sono nelle Scritture senza togliere o aggiungere nulla' (Basilio, Lib. de Fid. - regul. moral. reg. 80);

Cosa pensava San Basilio della tradizione apostolica? . Noi sappiamo che la tradizione apostolica fa parte della fede della Chiesa. La citazione è stata chiaramente manipolata. delle parole della Scrittura, e non togliere o aggiungere nulla, e poi finisce dicendo che tutto ciò che è al di fuori della Scrittura ispirata, San Basilio parla in favore della tradizione apostolica, già che dice che dobbiamo avere piena certezza In realtà San Basilio dice questo:

Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Ambrogio (340 ca. - 397) disse: 'Chi ardirà parlare quando la Scrittura tace?... Noi nulla dobbiamo aggiungere al comando di Dio; se voi aggiungete o togliete alcuna cosa siete rei di prevaricazione' (Ambrogio, Lib. II de vocat. Gent. cap. 3 et lib. de parad. cap. 2).

Vedere: http://www.documentacatholicaomnia.eu/ “ l'unica frase che fa riferimento alle Scritture è questa: Sic ergo et in Scripturis divinis non facile reprehendamus aliquid quod intelligere non possumus. Sunt enim plurima quae non nostro ingenio metienda sunt; sed ex altitudine divinae dispositionis et verbi sunt estimanda.”Sant'Ambrogio, De Paradiso, Liber unus, Cap II, 7 “ Allo stesso modo dunque anche nelle divine Scritture non dobbiamo biasimare con leggerezza ciò che non siamo in grado di comprendere. Vi sono infatti parecchie cose che non possono essere misurate con il metro della nostra mente, ma dovono essere valutate riferendosi alla profondità del disegno e della parola di Dio”Sant'Ambrogio, Il Paradiso terrestere, Cap II, 7.
Il libro citato, di Sant'Ambrogio “Liber Duode Vocatione Gentium” è un opera incerta Si può leggere la versione in latino su , che non appare nemmeno nella lista delle opere di Sant'Ambrogio.http://www.documentacatholicaomnia.eu/Et quanta in praeteritis saeculis super caeteras nationes, tanta nunc esset in gente Judeae parcitas gratiae: cum tamen introducta plenitudine gentium (Rom IX), etiam ipsorum ariditati earumdem rigationum inundatio spondeatur. Quae itaque causae sint harum sub eadem gratia dissimilitudinum, quaeve rationes, sanctis Scripturis non loquentibus, quis loquetur? Et cum in eis scientia Pauli apostoli a disputitione transeat ad stuporem: cujus erit tanta praesumptio, qui haec disserendo, existimet aperienda potius quam silentio miranda?. Patienter igitur et aequanimiter ignoretur tam remotum ab humana cognitione secretum: nec tamen quia nequeunt clausa penetrari, ideo etiam resoratorum est praetereundus introitus.Libri Duode Vocatione Gentium, Cap III (Incerto) “ In ogni modo quel testo non è contro la tradizione apostolica. Abbiamo invece testimonianze di Sant'Ambrogio che parlano chiaramente in favore della tradizione apostolica: Però mi chiedo perché mai non credono che i martiri possano guarire. Ciò equivale a non credere a Cristo, perché Egli stesso ha detto: 'E farete opere maggiori di queste'. Che forse sono stati questi martiri, i cui meriti sono riconosciuti ormai da lungo tempo, a ritrovare nei giorni scorsi le reliquie? A questo punto io mi chiedo se l'oggetto della loro invidia sia io, o i santi martiri. Se sono io, che forse è in mio potere fare i miracoli? Che forse i miracoli si compiono per opera mia, nel mio nome? Allora perché mi invidiano ciò che non mi spetta? Se invidiamo i martiri (infatti, se non sono io l'oggetto della loro invidia, neccessariamente debbono esserlo i martiri), dimostrano che la fede dei martiri è diversa dalla loro. Non ne invidierebbero certo le azioni se non ritenessero che la fede dei martiri è diversa da quella che essi possiedono. Eppure quella fede, confermata dalla tradizione dei padri, e che perfino i demoni non possono negare, gli ariani la negano.Sant'Ambrogio, Lettera XXII, 19

Citazione:
Girolamo (347 ca. - 419-20 ca.) disse: 'Se voi volete chiarire le cose in dubbio, andate alla legge e alla testimonianza della Scrittura; fuori di lì siete nella notte dell'errore. Noi ammettiamo tutto ciò che è scritto, rigettiamo tutto ciò che non lo è. Le cose che si inventano sotto il nome di tradizione apostolica senza l'autorità della Scrittura sono colpite dalla spada di Dio' (Girolamo, In Isaiam, VII; In Agg., I; citato da Roberto Nisbet in op. cit., pag. 28).
Un'altra citazione abbastanza sospetta, ancora non trovo il libro che hanno citato in italiano, ma...

In ogni modo abbiamo testimonianze di San Girolamo in favore della tradizione apostolica: Comunque, mi sembra che San Girolamo stia parlando di inventare qualcosa e poi dire che fa parte della tradizione apostolica. Questo è sbagliatissimo, comunque tutto ciò che dice la tradizione apostolica ha un solido sostegno biblico.

Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Cipriano (200 ca. - 258) disse: 'Che orgoglio e che presunzione è l'uguagliare delle tradizioni umane alle ordinanze divine...!' (Cipriano, Epist. 71);
Questa citazione è falsa, non si trova nella Epistola 71 di San Cipriano. Vedere questa pagina:http://www.newadvent.org/fathers/050671.htm

“Già che ho letto l'Epistola 71 di San Cipriano vi faccio vedere cosa ho trovato: Quanti non appartengono alla Chiesa di Cristo, appartengono alla chiesa dei morti. Non può dare la vita ad un altro uno che non ce l'abbia; una sola è la Chiesa che ha conseguito la grazia della vita eterna, che vive in eterno e che vivifica il popolo di Dio”San Cipriano, Epistola 71, 1 “ Poiché non vi può essere nulla di comune tra la verità e la menzogna, tra le tenebre e la luce, tra la morte e l'immortalità, tra l'anticristo e il Cristo, noi dobbiamo restare fedeli in tutto all'unità della Chiesa Cattolica e non fare concessione alcuna ai nemici della fede e della verità”San Cipriano, Epistola 71,2 “ Non si tratta qui di accettare per diritto di prescrizione una consuetudine; bisogna invece vincere attraverso la ragione. Infatti Pietro, che il Signore ha eletto per primo e sul quale ha edificato la sua Chiesa, durante quel sissenso che ha avuto con Paolo a proposito della circoncisione, non si è rivendicato qualche diritto con insolenza e orgoglio. No ha premesso di possedere il primato, non ha detto che sia i nuovi che i meno anziani devono obbedirgli. Non ha disprezzato Paolo, perché era stato prima persecutore della Chiesa, ma ha accettato il consiglio che proveniva dalla verità e con facilità ha dato il suo assenso alle legittime motivazioni che Paolo portava.”San Cipriano, Epistola 71,3 “ Ma, cosa pensava San Cipriano della tradizione apostolica?Per questo che bisogna rispettare con cura la tradizione divina e la prassi apostolica; tradizione e pratica che si trovano presso di noi ed in quasi tutte le provincie...”San Cipriano, Epistola 67,5 “La Chiesa infatti è una sola; se è una, non può trovarsi dentro e fuori. Se infatti la Chiesa si trova presso Novaziano, non lo è stata presso Cornelio. Se invece la Chiesa si è trovata presso Cornelio, che è succeduto, attraverso la legittima ordinazione, al vescovo Fabiano e che il Signore ha reso glorioso non solo con l'onore dell'episcopato, ma anche con quello del martirio, Novaziano non si trova nella Chiesa e non può considerarsi vescovo. Egli ha disprezzato la tradizione del vangelo e degli apostoli; non è succeduto a nessuno, ma è sorto da sé. Non può infatti avere, o possedere in nessun modo la Chiesa, chi non è stato ordinato nella Chiesa.”San Cipriano, Epistola 69,3

Citazione:
Originariamente scritto da web protestante


Tertulliano (160 ca. - 220 ca.) disse: 'Ci mostri la scuola di Ermogene che ciò ch'essa insegna sta scritto: se non è scritto, tremi in vista dell'anatema fulminato contro coloro che aggiungono alla Scrittura, o ne tolgono alcuna cosa' (Tertulliano, Contro Ermogene, cap. 22).

“Dunque, 'in principio Dio creò il cielo e la terra'. Adoro la pienezza della Scrittura, con la quale vengono manifestati il creatore e la sua opera. Nel Vangelo invece scopro, come ulteriore rivelazione, che il Verbo è il ministro e l'ordinatore del creatore, ma non ho ancora letto in alcun passo se l'universo sia stato creato da una qualche materia soggiacente: ché, se questo è scritto, lo insegni la bottega di Ermogene, ma se non è scritto, abbia timore di quel 'guai', destinato a coloro che fanno aggiunte o sottrazioni alla Scrittura”
Tertulliano, Contro Ermogene, Cap XXII, 3
La citazione esiste. Praticamente Tertulliano sta dicendo che quello che dice Ermogene non si trova nella scrittura, e fa una allussione a Apocalisse 22,18-19, per confutare meglio, chiaramente si sta parlando di scrittura e non di tradizione. Comunque, bisogna guardare anche altri testi di Tertulliano per vedere se era contro la tradizione apostolica o no.

Ma poi, se vi siano eresie, le quali abbiano l'ardire di sostenere che esse sono strettamente congiunte alla purezza e all'integrità dell'Epoca Apostolica, così da voler quasi dimostrare che derivano in certo modo dagli Apostoli direttamente, perchè all'età loro fiorirono, noi possiamo risponder così: ci dimostrino chiaramente le origini, dunque, delle Chiese loro; ce lo dichiarino in quale ordine si siano susseguiti i vescovi loro, cominciando dall'inizio e venendo giù ordinatamente nel tempo, in modo che quel primo vescovo possa a sua volta riconoscere come predecessore e sostenitore qualcuno degli Apostoli o di quei primi uomini apostolici che cogli Apostoli ebbero assoluta comunione di vita e di fede. È proprio seguendo questo sistema che le Chiese Apostoliche spiegano e dichiarano la loro vita, la loro gloria. Ecco che la Chiesa di Smirne afferma che fu Giovanni a porre a suo capo Policarpo, e la Chiesa di Roma riconosce che Clemente fu ordinato da Pietro. E così continuando, tutte le altre Chiese fanno ricordo dei loro vescovi, che posti in tal grado direttamente dagli Apostoli, rappresentano la semente prima, apostolica, di quella che fu poi la fioritura. Anche gli eretici possono forse portare qualcosa che stia a confronto colle nostre affermazioni? Ci si provino! Che c'è di non lecito per loro, dal momento che han potuto e saputo pronunziare parole piene di menzona?Tertulliano, Praescriptione Haereticorum, Cap XXXII "Le cose stanno dunque così: che noi possediamo la verità; che essa deve a noi proprio venire aggiudicata; a noi, che avanziamo, ognuno, sicuri in questa nostra regola, che le Chiese riceverono dagli Apostoli, gli Apostoli a lor volta attinsero dalla voce di Cristo, Cristo, da Dio. È chiaro ed evidente dunque che noi abbiamo pieno il diritto di non riconoscere agli eretici la facoltà di discussione e d'esame delle Scritture Sacre; sono proprio loro che noi possiamo benissimo convincere, senza appoggiarsi affatto all'aiuto dei Libri Sacri, che su di questi non possono vantare diritto alcuno."Tertulliano, Praescriptione Haereticorum, Cap XXXVII È da qui, da ogni considerazione esposta, che noi facciamo movere la nostra prescrizione contro gli eretici. È pure vero che Gesù Cristo inviasse gli Apostoli a predicare la sua dottrina (68). Ebbene: noi non dobbiamo accettare altri, all' infuori di loro, come divulgatori di essa.Chi può conoscere il Padre se non il Figlio Suo e quelli a cui il Figlio lo rivelò (69)? E sembra chea nessun altro, se non agli Apostoli, il Figlio abbia rivelato i! Padre Suo. Ad essi poi dètte l'incarico della predicazione e di divulgare, s'intende, ciò che era stato loro manifestato.Ciò che essi, dunque, bandiscono alle genti, è quello che Cristo rivelò all'intelligenza loro; ed è da questo punto anche che noi possiamo alzare il nostro grido di prescrizione, in quanto non deve esser possibile conoscere la verità della dottrina di Cristo, se non ricorrendo alle Chiese che gli Apostoli fondarono e dove essi ammaestrarono i fedeli, sia colla voce viva ed ardente, sia rivolgendosi poi con lettere alle genti.Se dunque le cose stanno esattamente così ne risulta cheogni dottrina, la quale si accordi ai principi di quelle Chiese Apostoliche Madri, sorgenti di ogni fede più pura, si deve riconoscere come veritiera: essa contiene in sè, senza dubbio alcuno, ciò che le Chiese attinsero dal labbro degli Apostoli, ciò che a loro volta gii Apostoli colsero dalle labbra di Gesù, ciò che infine Gesù attinse da Dio. E si può affermare, senz' altro, falsa ogni dottrina che si schieri contro la verità della Chiesa e quindi contro la parola degli Apostoli, di Cristo, di Dio. Quello che ci resta da dimostrare è questo appunto: che la dottrina nostra, di cui prima abbiamo dato la regola di fede, trae l'origine sua dalla pura tradizione apostolica e che quindi, posto questo riconoscimento, tutte le altre dottrine vengono infirmate come false, in quanto traggono loro sorgente da principi non veri. Noi siamo nel rapporto più intimo colle Chiese Aposto-liche, perchè la nostra dottrina non è in alcun punto diversa dalla loro: questa è la prova sicura dell'assoluta verità.Tertulliano, Praescriptione Haereticorum, Cap XXI,1-7

Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Origene (185 ca. - 254) si espresse contro il primato di Pietro: 'Se tu immagini che solo su Pietro sia stata fondata la Chiesa che cosa potresti tu dire di Giovanni, il figlio del tuono, o di qualsiasi altro apostolo? Chiunque fa sua la confessione di Pietro può essere chiamato un Pietro' (Origene, Commento a Matteo 12:10-11).
“Ma se ritieni che solamente su quel Pietro Dio edifichi tutta quanta la Chiesa, cosa dirai allora di Giovanni, il figlio del tuono (15) o di ciascuno degli apostoli? Ma veramente oseremo asserire che le porte degli inferi non prevarranno su quel Pietro in particolare, mentre prevarranno sugli altri apostoli e sui perfetti? Non è che la suddetta promessa: le porte degli inferi non prevarranno su di essa e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, viene fatta in rapporto a tutti e ad ognuno di loro? (16). Dunque le chiavi del regno dei cieli sono consegnate da Cristo al solo Pietro, e nessun altro dei beati le riceverà? Ma se la promessa: a te darò le chiavi del regno dei cieli è comune ad altri, come non lo saranno tutte le parole precedenti e conseguenti rivolte a Pietro…? In realtà, qui sembrano rivolte a Pietro le parole: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato anche nei cieli, ecc. (17); ma nel Vangelo di Giovanni, il Salvatore è ai discepoli che dà lo Spirito Santo, col suo alitare, e dice: Ricevete lo Spirito Santo, ecc.


Orbene, molti diranno al Salvatore: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente 11, ma non tutti quelli che lo asseriscono glielo diranno per averlo appreso da una rivelazione della carne e del sangue, ma per aver lo stesso Padre che è nei cieli rimosso il velo posto sopra il loro cuore 12, affinché dopo ciò, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore 13, parlino nello Spirito di Dio, dicendo di lui: Gesù è il Signore 1 4 e dicendo a lui: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente (18). E se uno dice a lui questo, non perché glielo abbiano rivelato la carne e il sangue, ma il Padre che è nei cieli, riceverà dette promesse, come dice certo la lettera del Vangelo a quel Pietro, ma come insegna anche lo spirito del Vangelo a chiunque sia divenuto come quel Pietro.


Infatti, lo stesso nome di «pietra» hanno tutti gli imitatori di Cristo, pietra spirituale che seguiva coloro che erano salvati, affinché ne attingessero la bevanda spirituale (19). Costoro dunque, come il Cristo, prendono lo stesso nome dalla pietra, ma essendo anche membra di Cristo 15 si chiamarono «Cristi» derivando da lui questo nome, e si chiamarono «Pietri» dalla pietra. Prendendo spunto da ciò, dirai che i giusti hanno questo nome da Cristo-Giustizia, e i sapienti da Cristo-Sapienza (20). E così, per tutti gli altri suoi titoli assegnerai rispettivi nomi ai santi: a tutti loro potrebbero essere rivolte le parole dette dal Salvatore: Tu sei Pietro, e così via fino a: non prevarranno contro di essa (21).

Origene, Commento a Matteo, Libro XII, Cap. 11

Origene non era contro il primato di Pietro, già che lui stesso dice questo:

“Ma chi è cosí beato da essere libero dal peso delle tentazioni che nessun pensiero ambiguo sorprenda la sua anima? Vedi che cosa dice il Signore a quel grande fondamento della Chiesa e pietra solidissima, sopra la quale il Cristo fondò la Chiesa: 'O uomo di poca fede, perché hai dubitato?'.”
Origene, Omelie sull'Esodo, V, 4

Origene, come altri padri della Chiesa, considerava a San Pietro come la pietra della Chiesa, ma allo stesso tempo, come facciamo anche noi oggi, considerava che la base della Chiesa è la fede in Cristo.


Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Anche san Cipriano (200 ca. - 258) era contrario al primato di Pietro: 'Gesù parlò a Pietro, non perché gli attribuisse una autorità speciale, ma solo perché rivelandosi ad uno solo fosse visibile il fatto che la chiesa dev'essere tutta unita nella fede di Cristo. Pietro è solo il 'simbolo', il 'tipo' di tutti gli apostoli e di tutti i vescovi' (Cipriano, De catholica ecclesiae unitate c. 4-5).

La citazione esiste, ma il testo non mi sembra molto giusto. Questo dice il testo di San Cipriano:

“Il Signore disse a Pietro: 'Io ti dico che tu sei Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell'inferno non la vinceranno. Io ti darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato anche nei cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto anche nei cieli'. Il Signore edifica la sua Chiesa sopra uno solo...***
San Cipriano, L'unità della Chiesa Cattolica, IV


*** Esistono due testi di questo brano: il Textus Receptus: T. R.; il Textus Primatus: T. P. Quest'ultimo sarebbe favorevole al primato con le “addizioni”, sulle quali però Hertel richiamò l'attenzione degli studiosi. Dopo un primo rifiuto, queste addizioni furono oggetto di nuovo studio da parte del Chapman. Secondo lo studioso sarebbero state introdotte dallo stesso Cipriano in una riedizione del suo trattato. Per D. van Eynde, O. Perler e M. Bévenot il testo T. P. sarebbe la prima stesura di questo capitolo quarto, modificata successivamente secondo la stesura del T. R. Secondo Moyne solo il T. P. sarebbe autentico. Demoustier, sostiene che i due testi concorderebbero a proposito del primato.***

T. R.

“....anche se dopo la resurrezione egli conferisce un'eguale potestà a tutti gli apostoli con le parole: 'Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi. Ricevete lo Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati saranno rimessi; saranno ritenuti a chi non li riterrete', tuttavia per evidenziare l'unità dispose di sua autorità che l'origine della medesima procedesse da uno solo. Certamente anche gli apostoli erano ciò che era Pietro: erano insigniti di un'eguale partecipazione, sia di onore che di potere; ma l'origine viene dall'unità, affinché la Chiesa di Cristo si manifesti una sola.”
San Cipriano, L'unità della Chiesa Cattolica, IV


T. P.

“...Dopo la resurrezione gli dice: 'Pasci le mie pecore'. Sopra uno solo edifica la Chiesa e a lui comanda di pascere le sue pecore. E benché dia a tutti gli apostoli un'eguale potestà, tuttaviacostituisce una sola cattedra e stabilisce con l'autorità della sua parola l'origine dell'unità.
Anche gli altri erano certamente ciò che era Pietro, ma il primato fu dato a Pietro di modo che si mostrasse una la Chiesa e una la cattedra. Tutti sono pastori, però il gregge è uno solo, poiché tutti gli apostoli lo pascolano con accordo unanime.
Chi non conserverà questa unità raccomandata anche da Paolo penserà forse di conservare la fede? Chi abbandonerà la cattedra di Pietro sulla quale è fondata la Chiesa penserà di essere ancora nella Chiesa?”
San Cipriano, L'unità della Chiesa Cattolica, IV


Comunque abbiamo altri testi di San Cipriano riguardo al primato di Pietro.

“Non si tratta qui di accettare per diritto di prescrizione una consuetudine; bisogna invece vincere attraverso la ragione. Infatti Pietro, che il Signore ha eletto per primo e sul quale ha edificato la sua Chiesa, durante quel sissenso che ha avuto con Paolo a proposito della circoncisione, non si è rivendicato qualche diritto con insolenza e orgoglio. No ha premesso di possedere il primato, non ha detto che sia i nuovi che i meno anziani devono obbedirgli. Non ha disprezzato Paolo, perché era stato prima persecutore della Chiesa, ma ha accettato il consiglio che proveniva dalla verità e con facilità ha dato il suo assenso alle legittime motivazioni che Paolo portava.”

San Cipriano, Epistola 71,3


Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Eusebio (260 ca. - 340) condannò la dottrina dell'immacolata concezione di Maria: 'Nessuno è esente dalla macchia del peccato originale, neanche la madre del Redentore del mondo. Gesù solo è esente dalla legge del peccato, benché nato da una donna sottoposta al peccato' (Eusebio, Emiss. in Orat. II de Nativ.).

L'opera menzionata di Eusebio di Cesarea non esiste, per tanto...

Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Ambrogio (340 ca. - 397) di Milano era contrario al primato di Pietro infatti disse: 'Pietro ottenne un primato, ma un primato di confessione e non d'onore, un primato di fede e non di ordine' (Ambrogio, De incarnationis dominicae sacramento IV).

La citazione esiste, ma è fuori contesto.

“Dunque, egli che prima taceva per insegnarci che di quel che dicono gli empi non si deve ripetere neanche una parola, quando si sentí domandare: Ma voi chi dite che io sia?, subito, ben consapevole della sua autorità, esercitò il primato: un primato di confessione e non di onore, un primato di fede e non di rango. Vale a dire: 'Ora nessuno deve vincermi. Debbo riscattare il mio silenzio, il mio silenzio deve essere utile. La mia lingua non ha spine, la professione di fede deve uscire senza impedimento. Mentre gli altri vomitano il fango dell'empietà, pur ripetendo con le loro labbra affermazioni altrui, dicendo che Cristo è Elia o Geremia o uno dei profeti – e queste parole sono ricoperte di fango e cosparse di spine -; mentre alcuni detergono questo fango e in altri si strappano queste spine, la nostra voce faccia riecheggiare che ' Cristo è Figlio di Dio'. Le mie parole sono pure e nessuna espressione di empietà vi ha lasciato spine.
Sant'Ambrogio, Il mistero dell'incarnazione del Signore, IV, 32

“Tale è Pietro che rispose davanti agli altri, anzi per gli altri. E viene denominato fondamento perché sa custodire un bene che non è soltanto suo proprio ma di tutti. Cristo confermò la sua testimonianza e 'glielo rivelò il Padre'. Chi esprime la vera generazione del Padre non può averla appresa dalla carne, ma deve averla appresa dal Padre. Dunque il fondamento della Chiesa è la fede. Non della carne di Pietro ma della sua fede è stato detto che 'le porte della morte non prevarranno su di lui': è la sua professione di fede che ha vinto l'inferno. E questa professione di fede non ha allontanato una eresia soltanto. Infatti, sebbene la Chiesa come una solida nave sia continuamente colpita da molti flutti, il fondamento della Chiesa deve prevalere contro tutte le eresie.”
Sant'Ambrogio, Il mistero dell'incarnazione del Signore, IV, 33

I protestanti pensano che questi testi siano contro il primato di Pietro, perché loro dicono che la pietra della Chiesa è la fede. Per capire bene ciò che pensava Sant'Ambrogio sul primato di Pietro, bisogna leggere anche altri testi di lui che parlano di San Pietro:

“Tu dunque, o uomo, sei un pesce. Senti qui perché sei un pesce: 'Il Regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che ha raccolto ogni genere di pesci; e quando è piena, la si tira alla spiaggia, ci si siede e si fa la raccolta dei buoni in ceste, e i cattivi si gettano via. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi di mezzo ai buoni, e li getteranno nella fornace accesa'. Ci sono dunque pesci buoni e pesci cattivi, i buoni sono riservati al premio, i cattivi vengono subito bruciati. Ma un buon pesce, le reti non lo avviluppano, bensì lo sollevano in alto, né l'amo ne fa strage ma lo irrora col sangue sgorgato da una preziosa ferita: e in bocca gli si trova la buona valuta della fede, con cui pagare le tasse degli apostoli e il tributo di Cristo. Così infatti sta scritto, quando il Signore disse: 'I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli, o dagli altri?' E avendo risposto Pietro: 'Dagli altri', il Signore continuò: 'Va' al mare, getta l'amo, e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca, e vi troverai uno statere. Prendilo, e dàllo a loro per me e per te'.
Tu dunque, che sei un buon pesce, non temere l'amo di Pietro: esso non stermina, ma santifica. Non ti credere senza valore, vedendo che il tuo corpo è debole. In bocca hai da chi pagare sia per Pietro, sia per Cristo. Non temere le reti di Pietro, a cui Gesù disse: 'Prendi il largo e cala le reti'; egli non getta a sinistra, ma a destra, come glie lo ha ordinato Cristo. Non temere le ampie maglie, poiché gli è stato detto: 'Da questo momento darai la vita agli uomini'. Per questo egli gettò la rete, e prese Stefano, che fu il primo a venire a galla dal Vangelo con lo statere della giustizia in bocca.”
Sant'Ambrogio, Exameron, 6,15-16


“Al suo segnale, si rianima il navigante, si placano le infide onde del mare, al suo canto, anche la Pietra della Chiesa lava nel pianto.”
Sant'Ambrogio, Inni I, 4.

“Io bramo seguire in ogni cosa la Chiesa di Roma; però anche noi abbiamo il nostro modo di pensare, come tutti gli uomini: quindi ciò che altrove si osserva con buone ragioni, anche noi, con buone ragioni, lo teniamo in vigore.
Io non faccio che seguire l'apostolo Pietro, sto fedelmente attaccato alla sua pietà. Che cosa può rispondere su questo punto la Chiesa di Roma? Colui che ci ispira questo atteggiamento è proprio l'apostolo Pietro, il quale fu il vescovo della Chiesa di Roma, Pietro in persona, quando disse: 'Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e la testa!' Vedi quale fede! Se prima oppose un rifiuto, fu per umiltà, ma che in seguito abbia offerto se stesso, fu per devozione e per fede.”
Sant'Ambrogio, I sacramenti III, 5-6


Come possiamo vedere, tutto questo è in piena armonia con quello che dice la Chiesa Cattolica:

San Pietro ha il primato a causa della fede da lui confessata, ma rimane comunque il primo degli apostoli, il governatore della Chiesa di Cristo, il pastore della Chiesa di Cristo.

“Nel collegio dei Dodici Simon Pietro occupa il primo posto [Cf Mc 3,16; Mc 9,2; Lc 24,34; 552 1Cor 15,5 ]. Gesù a lui ha affidato una missione unica. Grazie ad una rivelazione concessagli dal Padre, Pietro aveva confessato: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Nostro Signore allora gli aveva detto: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa” (Mt 16,18). Cristo, “Pietra viva” (1Pt 2,4), assicura alla sua Chiesa fondata su Pietro la vittoria sulle potenze di morte. Pietro, a causa della fede da lui confessata, resterà la roccia incrollabile della Chiesa. Avrà la missione di custodire la fede nella sua integrità e di confermare i suoi fratelli [Cf Lc 22,32 ].”
Catechismo della Chiesa Cattolica, Numerale 552

“Gesù ha conferito a Pietro un potere specifico: “A te darò le chiavi del Regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16,19). Il “potere delle chiavi” designa l'autorità per governare la casa di Dio, che è la Chiesa. Gesù, “il Buon Pastore” (Gv 10,11) ha confermato questo incarico dopo la Risurrezione: “Pasci le mie pecorelle” (Gv 21,15-17). Il potere di “legare e sciogliere” indica l'autorità di assolvere dai peccati, di pronunciare giudizi in materia di dottrina, e prendere decisioni disciplinari nella Chiesa. Gesù ha conferito tale autorità alla Chiesa attraverso il ministero degli Apostoli [Cf Mt 18,18 ] e particolarmente di Pietro, il solo cui ha esplicitamente affidato le chiavi del Regno.”
Catechismo della Chiesa Cattolica, Numerale 553

Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Ambrogio era anche contro l'immacolata concezione di Maria infatti affermò: 'Gesù è il solo che i lacci del peccato non abbiano avvinto; nessuna creatura concepita per l'accoppiamento dell'uomo e della donna, è stata esente dal peccato originale; ne è stato esente Colui solo il quale è stato concepito, senza quell'accoppiamento, da una Vergine per opera dello Spirito Santo' (Ambrogio, In Psalm. 118).

Questa citazione non corrisponde a In Psamuls David CXVIII expositio, e quindi è falsa.


Vedere: http://www.documentacatholicaomnia.eu/

Questo troviamo invece nel in Psalmus CXVIII expositio:

“Veni ergo, et quaere ovem tuam jam non per servulos, non per mercenarios, sed per temetipsum. Suscipe me in carne, quae in Adam lapsa est. Suscipe me non ex Sarra, sed ex Maria; ut incorrupta sit virgo, sed virgo per gratiam ab omni integra labe peccati.”
Ambrogio, In Psalmus David CXVIII expositio XXII,30


“Vieni, dunque, e cerca la tua pecora; ma non farla cercare dai servitori o dai mercenari; cercala tu di persona! Accogli me con quella carne che è caduta in Adamo. Accoglimi non da Sarra, ma da Maria, di modo che si tratti, sí, d'una vergine inviolata, ma d'una vergine che la grazia ha reso immune da ogni macchia di peccato.”
Sant'Ambrogio, Commento al salmo 118, XXII (Lettera Tau), 30


Si vede la differenza tra la citazione falsa dei protestanti e la vera citazione del opera di Sant'Ambrogio?

Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Tertulliano (160 ca. - 220 ca.) era contro il primato del vescovo di Roma sostenuto dalla chiesa romana. Scrivendo al vescovo di Roma che si era appellato al "tu sei Pietro" per sostenere la propria autorità, dice: 'Chi sei tu che sovverti e deformi l'intenzione manifesta del Signore?' (Tertulliano, De pudicitia 21).

Questa citazione esiste.
Dalla vita di Tertulliano (Documenta Catholica Omnia):

"Tertulliano dimostra questa svolta radicale nella sua vita in molte opere, nelle quali esprime giudizi e opinioni spesso in aperto contrasto con quanto aveva sostenuto sulle medesime questioni nel periodo precedente della sua appartenenza alla comunità ortodossa di Cartagine."

Tertulliano prima di diventare discepolo del eretico Montano scrisse:

“...E con loro si confidava di ogni segreto, senza fame parte ad altri, dicendo appunto che a loro solamente sarebbe stato concesso di penetrare i misteri, che li popolo invece non avrebbe dovuto e potuto conoscere. Qualcosa sarà dunque rimasta nascosta a Pietro? A Pietro, pietra di quella Chiesa che avrebbe avuto da lui sua consistenza e sua base? Che poteva, ripeto, essere occulto a lui, che aveva avuto le Chiavi del Regno dei Cieli e la facoltà di legare e dì sciogliere sulla terra e nei Cieli?..”
Tertulliano, Praescriptione Haeretucorum, Cap XXII

“Ma poi, se vi siano eresie, le quali abbiano l'ardire di sostenere che esse sono strettamente congiunte alla purezza e all'integrità dell'Epoca Apostolica, così da voler quasi dimostrare che derivano in certo modo dagli Apostoli direttamente, perchè all'età loro fiorirono, noi possiamo risponder così: ci dimostrino chiaramente le origini, dunque, delle Chiese loro; ce lo dichiarino in quale ordine si siano susseguiti i vescovi loro, cominciando dall'inizio e venendo giù ordinatamente nel tempo, in modo che quel primo vescovo possa a sua volta riconoscere come predecessore e sostenitore qualcuno degli Apostoli o di quei primi uomini apostolici che cogli Apostoli ebbero assoluta comunione di vita e di fede.”
Tertulliano, Praescriptione Haereticorum, Cap XXXII

“È proprio seguendo questo sistema che le Chiese Apostoliche spiegano e dichiarano la loro vita, la loro gloria. Ecco che la Chiesa di Smirne afferma che fu Giovanni a porre a suo capo Policarpo, e la Chiesa di Roma riconosce che Clemente fu ordinato da Pietro.
E così continuando, tutte le altre Chiese fanno ricordo dei loro vescovi, che posti in tal grado direttamente dagli Apostoli, rappresentano la semente prima, apostolica, di quella che fu poi la fioritura. Anche gli eretici possono forse portare qualcosa che stia a confronto colle nostre affermazioni? Ci si provino! Che c'è di non lecito per loro, dal momento che han potuto e saputo pronunziare parole piene di menzona? Ma per quanto essi possano inventare, non riporteranno da ciò vantaggio alcuno: quando le dottrine loro verranno paragonate colf integrità della dottrina apostolica, da quei loro caratteri di diversità e di contrarietà, risulterà chiaro che esse non possono derivare nè direttamente dagli Apostoli nè da un uomo apostolico. Come gli Apostoli non è ammissibile affatto che abbiano insegnato cose che fra loro non avessero la più assoluta armonia, così non è possibile che uomini apostolici abbiano divulgato dottrine contrarie a quelle degli Apostoli, almeno che non si siano allontanati da costoro.”
Tertulliano, Praescriptione Haereticorum, Cap XXXII

“...se poi stai in Italia, hai Roma, donde anche a noi, che viviamo in Africa, giunge la parola della sua autorità...”
Tertulliano, Praescriptione Haereticorum, Cap XXXVI


Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Tertulliano era anche contro la perpetua verginità di Maria, infatti disse che Maria non rimase vergine dopo avere partorito Gesù.

Riguardo a questo, Tertulliano è una eccezione. Eretici come Elvidio, poi, l'hanno citato per dire che Maria Santissima non era vergine, a questo San Girolamo disse su di lui: "Tertulliano non è mai stato un uomo di Chiesa". Nel'opera "Contro Elvidio", San Girolamo fa una difesa colosale della verginità di Maria.

Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Era (Tertulliano) contrario alla dottrina della transustanziazione, ed era contrario al battesimo dei neonati.
Mi piacerebbe sapere in quale opera Tertulliano si dichiara contro alla transustanziazione.

"Sotto questo aspetto, in ogni giorno, la fede, nel suo zelo, farà sentire alta la sua parola di protesta e si addolorerà vedendo giungere nella sua chiesa un cristiano impigliato in certi caratteri anche formali d'idolatria. È lo stesso che venire nella casa di Dio, dalla bottega del suo nemico e avversario; e sollevare a Iddio padre, quelle mani che furono pure madri di immagini idolatre; fare atto di adorazione con quelle mani che fuori sono causa di adorazioni contrarie al vero Dio; accostare al corpo del Signore quelle mani che formano i corpi dei demoni."
Tertulliano, De idolatria, Cap VII


Non mi sembra affatto contro la transustanziazione.

Riguardo al battesimo dei neonati, non so cosa pensava Tertulliano, vorrei conoscere la citazione.
La Chiesa Cattolica è sempre stata salda e ha mantenuto la Tradizione apostolica, come ci dice la Bibbia:

"Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra parola come dalla nostra lettera."
2Tessalonicesi 2,15


E abbiamo testimoni storici che ci dicono che il battesimo dei bambini fu istituito dagli apostoli:

"Dunque, riguardo a questo peccado si deve credere che anche David abbia detto quanto abbiamo sopra menzionato: "Nei peccati mi ha concepito mia madre": infatti in base alla storia non viene reso noto alcun peccato di sua madre. Per questo anche la Chiesa ha ricevuto dagli apostoli la tradizione di amministrare il battesimo pure ai bambini.
Sapevano, infatti, coloro a cui furono affidati i segreti dei misteri divini, che in ognuno si trovano delle innate macchie di peccato, le quali devono essere lavate mediante l'acqua e lo Spirito; e a causa di esse anche il corpo stesso è chiamato "corpo di peccato".
Origene (185-254 d.c.) Commento alla lettera ai Romani, Libro V, Capitolo IX Sec


Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Tertulliano condannò pure l'uso dell'incenso nel culto, e il fare statue e immagini religiose: 'Il diavolo ha introdotto nel mondo le statue e le immagini e tutte le altre rappresentazioni (...) Dicendo Dio: tu non farai alcuna somiglianza delle cose che sono sul cielo né sulla terra né nel mare, ha proibito ai suoi servi in tutto il mondo di abbandonarsi all'esercizio di coteste arti' (Tertulliano, Sull'idolatria, libro 3, IV).

"Allorché gli artefici per opera diabolica formarono figure varie e molteplici, dagli idoli prese nome questa primitiva e rozza occupazione per nostra sventura inventata, e quindi ogni arte che in certo modo riproducesse statuette, immagini, fu la base, il fulcro d'ogni principio e idea idolatra: non importa mica se le figure le formi un semplice plasmatore, o se le rappresenti un cesellatore o un altro artista di alta perfezione: non ha valore neppure la materia di cui l'idolo sia formato, se di gesso, se a colori, se di pietra, di bronzo, d'argento o magari di filo. Dal momento che nella colpa d'idolatria s'incappa anche senza idoli, quando ridolo esiste non può costituire differenza qualunque esso sia o di qualunque materia sia esso formato; e questo, perché non vi sia qualcuno che possa credere che di idolo si debba parlare, quando soltanto abbia faccia umana. Osserviamo la spiegazione della parola: ei]doj; : èidos in Greco suona come la parola latina forma; facendo il diminutivo di ei]doj : èidos abbiamo ei]dulon : éidolon, idolo, ciò che presso noi risponderebbe ad una parola: formula. Quindi ogni figura o figurina vuole essere chiamata idolo; e idolatria di conseguenza si disse l'ossequio, la sottomissione ad ogni idolo. Quindi chiunque fosse il costruttore di immagini, è colpevole dello stesso errore, almeno che non si voglia sostenere che poco peccò d'idolatria quel popolo che consacrò e adorò il simulacro di un vitello, e non quello di un uomo"
Tertulliano, De idolatria, Cap III


Tertulliano certamente condanna l'idolatria, come la Chiesa Cattolica, ma lui parla di idoli, non di qualsiasi immagine, già che al tempo di Tertulliano si usavano già le immagini. Riguardo al incenso, Tertulliano era sicuramente contro al incenso usato in culti idolatrici. Non sappiamo di che opera si sta parlando.

Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Ireneo (150 ca.- 200 ca.) condannò l'uso di immagini e affermò che i primi ad introdurre nella Chiesa il culto delle immagini furono gli Gnostici: 'Si denominano gnostici ed hanno alcune immagini dipinte, altre fabbricate anche con altro materiale, dicendo che sono l'immagine di Cristo fatta da Pilato nel tempo in cui Gesù era con gli uomini... riservano ad esse tutti gli altri onori, proprio come i pagani' (Ireneo, Contro le eresie, Lib. I, cap. 25,6).
"Alcuni di loro segnano con un marchio nel lobo posteriore dell'orecchio destro i loro discepoli. In questo modo Marcellina, una di questa setta, venuta a Roma sotto Aniceto, rovinò molti. Si chiamano gnostici. Hanno delle immagini dipinte o di altra materia che dicono riprodurre la figura di Cristo fatta fare da Pilato quando Gesù era tra gli uomini. La onorano con corone e la espongono insieme con le effigi dei filosofi profani, come Pitagora, Platone e Aristotele, e fanno pratiche di omaggio davanti ad essi come i pagani."
Sant'Ireneo, Contro le eresie, Libro I, Cap 25,6


Sant'Ireneo non condanna le immagini, condanna l'idolatria, per questo che dice: "fanno pratiche di omaggio davanti ad essi come i pagani". E da nessuna parte vedo che Sant'Ireneo abbia affermato che furono i gnostici ad introdurre il culto delle immagini nella Chiesa

Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Atenagora (II sec.) era contro l'offrire incenso a Dio (Atenagora, Supplica per i cristiani, Alba 1978, pag. 62).

Atenagora sta dicendo che Dio non ha bisogno di sacrifici come fanno i pagani.

“Il creatore e padre di questo universo non ha bisogno né di sangue, né di odore di carni rosolate, né della fragranza dei fiori e degli aromi, mentre egli è la perfetta fragranza che di nulla necessita in sé né fuori di sé; ma il più grande sacrificio che gli si renda è di conoscere chi distese a mo’ di sfera i cieli e stabilì la terra come centro, chi radunò le acque nei mari e divise la luce dalle tenebre, chi ornò l’etere di astri, e fece si che la terra producesse ogni semenza, chi fece gli animali e plasmò l’uomo.”
Supplica per i cristiani, Cap XIII,2


Un'altra citazione chiaramente fuori contesto.
www.larici.it/culturadellest/icone/apologeti/atenagora/supplica.pdf

Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Epifanio (310 ca. - 403), vescovo di Cipro, era contro le immagini di Cristo e dei santi (Jerome, Lettres, Paris 1951, pag. 171), come anche Lattanzio (sec. III-IV).

Alcuni passi di Epifanio, in cui parla contro le immagini furono usati dopo per gli eretici iconoclasti, così come oggi gli usano i protestanti. Riguardo a questi scritti “contro le immagini”, possiamo dire che Epifanio voleva difendere la Chiesa da una eventuale idolatria, per questo suggeriva di togliere le immagini. Comunque questi scritti non ebbero molto succeso per ragioni ovvie.

http://www.eresie.it/it/id265.htm

Riguardo a Lattanzio, non so dove dice che sia contro le immagini.

Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Epifanio era anche contro il culto a Maria, infatti scrisse: 'Non si deve onorare i Santi oltre il loro merito, ché Iddio è Colui cui dobbiamo servire. La Vergine non è stata proposta alla nostra adorazione, poiché ha adorato ella stessa Colui il quale secondo la carne nacque da essa. Nessuno dunque adori Maria. A Dio solo, Padre, Figlio e Spirito Santo, appartiene questo mistero, e non a qualsiasi uomo o donna. Dunque, cessino certe donnicciuole dal turbare la Chiesa, smettano dal dire: Noi onoriamo la Regina del cielo', perciocché con questi discorsi adempiono ciò che è stato preannunziato: 'Alcuni apostateranno dalla fede, dandosi in braccio a spiriti seduttori e alle dottrine dei demoni'. No, quest'errore del popolo antico non prevarrà su noi, per farci scostare dal Dio vivente ed adorare le creature' (Epiph. lib. III, Comment. II, tom. 2, Haeres 79).

Epifanio non era contro il culto a Maria, era contro l'eresia del Colyridianesimo (Colliridiani), in cui un gruppo di donne adorava a Maria come dea.
Comunque nella Chiesa Cattolica nessuno adora a Maria come dea, l' hyper-dulia è ben diversa della latría, dedicata unicamente a Dio uno e trino.

http://www.eresie.it/it/id221.htm

Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
E sempre Crisostomo era contro la transustanziazione, infatti scrisse: 'Prima della consacrazione lo chiamiamo pane, ma poi... perde il nome di pane e diventa degno che lo si chiami il Corpo del Signore, sebbene la natura del pane continui tale in esso' (Crisostomo, Epistola a Cesario).

Quella lettera è incerta.

Questo invece, pensava San Giovanni Crisostomo sulla Eucaristia:

“...Quando poi invoca lo Spirito Santo e compie il tremendo sacrificio e viene in assiduo contatto col comune Signore di tutte le cose, in qual grado, dimmi, lo porremo noi? e qual purezza e austerità non richiederemo da lui? pensa quali hanno da essere le mani che si gran cose amministrano, quale la lingua che pronunzia quelle parole, e come dev’essere più immacolata e santa che mai l’anima che deve accogliere un tanto Spirito? Allora assistono al sacerdote anche gli angeli, onde il Santuario e lo spazio intorno all’altare si riempie di potenze celesti, in omaggio [al Signore] presente.”
Giovanni Crisostomo, De Sacerdotio, Libro sesto, Cap III


Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Anche sant'Agostino (354-430) non riteneva che Pietro fosse la pietra sulla quale è stata edificata la Chiesa di Cristo. Egli disse: '...ho esposto spessissimo le parole dette dal Signore: Tu sei Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa; come se per, sopra questa, si dovesse intendere quello che Pietro ha affermato quando ha esclamato: Tu sei il figlio di Dio vivo; e che Pietro ha preso nome da questa pietra, perché raffigura la persona della Chiesa edificata sopra questa pietra, ed ha ricevuto le chiavi del regno dei cieli. Non gli è stato detto infatti: Tu sei pietra, ma Tu sei Pietro; pietra era il Cristo, e Simone che lo aveva riconosciuto come lo riconosce tutta la Chiesa, fu detto appunto Pietro.' (Agostino, I due libri delle ritrattazioni, Firenze 1949, Libro primo, cap. XXI, pag. 117-118).

Molte citazioni di Sant'Agostino sono usate dai protestanti per dire che il Santo Dottore non riteneva che San Pietro fosse la pietra della Chiesa.

“Sempre al tempo del mio sacerdozio scrissi un libro Contro la lettera di Donato, che fu, dopo Maiorino, il secondo vescovo di Cartagine di parte donatista. In essa Donato si esprime come se il battesimo di Cristo non potesse darsi che nella comunione con lui, una tesi che io combatto in questo libro. In un passo, parlando dell'apostolo Pietro, ho detto che su di lui, come su di una pietra, è fondata la Chiesa. È l'interpretazione che vien tradotta in canto corale nei versi del beatissimo Ambrogio laddove del gallo dice: Al suo canto quello stesso che è pietra della Chiesa ha cancellato la sua colpa. So però di aver in seguito ed assai spesso interpretato diversamente le parole del Signore: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.Ho inteso cioè che su questa pietra significasse: su colui che Pietro ha testimoniato con le parole: Tu sei il Cristo, figlio del Dio vivo, e che pertanto Pietro, per aver ricevuto il suo nome da questa pietra, rappresentasse la persona della Chiesa che è edificata su questa pietra e ha ricevuto le chiavi del regno dei cieli.Non è stato detto all'Apostolo: "·tu sei pietra·", ma: tu sei Pietro. La pietra era dunque Cristo, ed è per averlo testimoniato, come lo testimonia tutta la Chiesa, che Simone ebbe il nome di Pietro. Scelga il lettore quale delle due opinioni sia la più probabile.”
Sant'Agostino, Le ritrattazioni, Libro I, Cap XXI, 1

La ragione è la stessa che abbiamo visto per Sant'Ambrogio. Bisogna guardare anche altri testi di Sant'Agostino:

“Senza parlare di quella purissima sapienza presente nella Chiesa cattolica, alla cui penetrazione pochi uomini spirituali, e in verità solo in minima parte, giungono senza incertezza in questa vita, causa l’umana condizione (giacché non è la vivacità del capire che rende sicurissima la restante massa del popolo, ma la semplicità del credere); anche tralasciando di parlare di questa sapienza, che voi non credete sia presente nella Chiesa cattolica, ci sono molte altre cose che a buon diritto mi tengono nel suo grembo. Mi mantiene fermo il consenso dei popoli e delle genti; mi mantiene fermo quell’autorità avviata dai miracoli, nutrita dalla speranza, aumentata dalla carità, confermata dall’antichità; mi mantiene fermo la successione dei sacerdoti sulla stessa sede di Pietro apostolo, al quale il Signore affidò da pascere le sue pecore dopo la risurrezione, fino al presente episcopato; mi mantiene fermo infine lo stesso nome di Cattolica, che, non senza un motivo, solo questa Chiesa ha ottenuto in mezzo a numerosissime eresie, per cui, benché tutti gli eretici vogliano dirsi cattolici, tuttavia se uno domanda a qualche straniero dove si riunisca la Cattolica, nessuno degli eretici ha l’ardire di mostrare la sua basilica o la sua casa.”
Sant'Agostino, Contro la Lettera di Mani IV, 5


Per Sant'Agostino, come per la Chiesa Cattolica la pietra è Cristo stesso, ma San Pietro rimane comunque il primo degli apostoli, colui che ha il compito di pascere le pecore di Cristo sulla terra, nel suo nome, ecc.

“Nel collegio dei Dodici Simon Pietro occupa il primo posto [Cf Mc 3,16; Mc 9,2; Lc 24,34; 552 1Cor 15,5 ]. Gesù a lui ha affidato una missione unica. Grazie ad una rivelazione concessagli dal Padre, Pietro aveva confessato: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Nostro Signore allora gli aveva detto: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa” (Mt 16,18). Cristo, “Pietra viva” (1Pt 2,4), assicura alla sua Chiesa fondata su Pietro la vittoria sulle potenze di morte. Pietro, a causa della fede da lui confessata, resterà la roccia incrollabile della Chiesa. Avrà la missione di custodire la fede nella sua integrità e di confermare i suoi fratelli [Cf Lc 22,32 ].”
Catechismo della Chiesa Cattolica, Numerale 552

Citazione:
Originariamente scritto da web protestante
Agostino era anche contro la transustanziazione, e parafrasando le parole di Gesù affermò: 'Comprendete in senso spirituale quello che vi dissi: Non mangerete questo corpo che vedete, e non berrete questo sangue che sarà sparso da quelli che mi crocifiggeranno. Vi ho raccomandato un sacramento che vi darà la vita, se lo intendete spiritualmente, e quand'anche sia necessario celebrarlo in modo visibile, bisogna tuttavia intenderlo spiritualmente' (Agostino, Enarrationes in Psalmos 98,9).

Un'altra citazione fuori contesto:

“Occorre però che tu, mentre lo adori, non ti arresti col pensiero al livello della carne. Rischieresti di non essere vivificato dallo Spirito, poiché lo Spirito è colui che vivifica, mentre la carne non giova a nulla. Quando il Signore inculcava questa verità, aveva da poco tenuto un discorso sulla propria carne e aveva detto: Chi non mangerà la mia carne non avrà in sé la vita eterna. Alcuni suoi discepoli, una settantina circa, rimasero scandalizzati e dissero: È duro questo parlare; chi può capirci qualcosa? E si allontanarono da lui e non vollero più seguirlo. Sembrarono loro dure le parole: Chi non mangerà della mia carne non avrà la vita eterna, poiché le avevano intese stupidamente. Ragionando in modo carnale, avevano pensato che il Signore avrebbe tagliuzzato il suo corpo in particelle dandole loro da mangiare. Per questo dissero: Questo discorso è duro. Essi erano duri, non il discorso. Se infatti non fossero stati duri ma arrendevoli, si sarebbero detti:Non senza un perché ci dice queste cose; è segno che lì sotto è nascosto un qualche sacramento.Se fossero stati docili, non cocciuti, e fossero restati con lui, avrebbero appreso dal Maestro ciò che appresero gli altri, che anche dopo la loro partenza non lo abbandonarono. Rimasero infatti con lui dodici discepoli e, vedendo gli altri abbandonare il Maestro, addolorati - per così dire - della loro morte, gli richiamarono alla mente che quanti lo avevano abbandonato, lo avevano fatto perché scandalizzati dalle sue parole. Allora Gesù li istruì dicendo: Lo Spirito è colui che vivifica; la carne non giova a nulla. Le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Intendete spiritualmente ciò che io vi ho detto! Non mangerete questo corpo che vedete, né berrete il sangue che verseranno i miei crocifissori. Ho voluto proporre alla vostra considerazione un sacramento che, se voi lo intenderete spiritualmente, vi sarà fonte di vita. Sarà necessario, è vero, che esso vengacelebrato visibilmente, tuttavia occorrerà sempre che lo si intenda spiritualmente. Esaltate il Signore nostro Dio, e adorate lo sgabello dei suoi piedi poiché è santo.”
Sant'Agostino, Esposizione sul Salmo 98, 9


Sant'Agostino sta dicendo che bisogna capire spiritualmente il senso della Eucaristia, non come l'hanno capito alcuni dei discepoli che ascoltavano Cristo quando diceva “Chi non mangerà la mia carne non avrà in sé la vita eterna” (Gv 6). Loro avevano intenso carnalmente e non spiritualmente le parole di Cristo pensando che “il Signore avrebbe tagliuzzato il suo corpo in particelle dandole loro da mangiare”, e per questo se ne sono andati. Perché l'Eucaristia è un mistero bisogna intendera spiritualmente e non carnalmente. È questo non ha niente a che fare con la transustanziazione.

Sappiamo molto bene ciò che Sant'Agostino pensava della Transustanziazione:
“ Cristo Signore nostro dunque, che nel patire offri per noi quel che nel nascere aveva preso da noi, divenuto in eterno il più grande dei sacerdoti, dispose che si offrisse il sacrificio che voi vedete, cioè il suo corpo e il suo sangue. Infatti il suo corpo, squarciato dalla lancia, effuse acqua e sangue, con cui rimise i nostri peccati. Ricordando questa grazia, operando la vostra salute (che poi è Dio che la opera in voi), con timore e tremore accostatevi a partecipare di quest'altare.Riconoscete nel pane quello stesso [corpo] che pendette sulla croce, e nel calice quello stesso [sangue] che sgorgò dal suo fianco. Anche gli antichi sacrifici del popolo di Dio, nella loro molteplice varietà, prefiguravano quest'unico sacrificio che doveva venire. E Cristo è nel medesimo tempo la pecora, per l'innocenza della sua anima pura, e il capro, per la sua carne somigliante a quella del peccato. E qualsiasi altra cosa che in molte e diverse maniere sia prefigurata nei sacrifici dell'Antico Testamento si riferisce soltanto a questo [sacrificio] che è stato rivelato nel Nuovo Testamento.”
Sant'Agostino, Discorso 228/B, 2


“Prendete dunque e mangiate il corpo di Cristo, ora che anche voi siete diventati membra di Cristo nel corpo di Cristo; prendete e abbeveratevi col sangue di Cristo. Per non distaccarvi, mangiate quel che vi unisce; per non considerarvi da poco, bevete il vostro prezzo. Come questo, quando ne mangiate e bevete, si trasforma in voi, così anche voi vi trasformate nel corpo di Cristo, se vivete obbedienti e devoti. Egli infatti, già vicino alla sua passione, facendo la Pasqua con i suoi discepoli, preso il pane, lo benedisse dicendo: Questo è il mio corpo che sarà dato per voi. Allo stesso modo, dopo averlo benedetto, diede il calice, dicendo: Questo è il mio sangue della nuova alleanza, che sarà versato per molti in remissione dei peccati. Questo già voi lo leggevate o lo ascoltavate dal Vangelo, ma non sapevate che questa Eucarestia è il Figlio stesso; ma adesso, col cuore purificato in una coscienza senza macchia e col corpo lavato con acqua monda, avvicinatevi a lui e sarete illuminati, e i vostri volti non arrossiranno. Perché se voi ricevete degnamente questa cosa che appartiene a quella nuova alleanza mediante la quale sperate l'eterna eredità, osservando il comandamento nuovo di amarvi scambievolmente, avrete in voi la vita. Vi cibate infatti di quella carne di cui la Vita stessa dichiara: Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo, e ancora: Se uno non mangia la mia carne e non beve il mio sangue, non avrà la vita in se stesso.”
Sant'Agostino, Discorso 228/B, 3