31 dicembre 2012

Buon Anno

Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male.


Per visitare la cappella virtuale, cliccare sull'immagine

30 dicembre 2012

E poi sig. amministratore pentecostale

puo' anche ironizzare sul "sonnellino" del papa, che ha comunque una certa eta'.... 

eta' alla quale, lei e qualche suo degno compare sarete magari passati a miglior.... ops!.... scusate.... sarete passati a peggior vita....

di nuovo.....     


Fate attenzione a quando un velenoso amministratore pentecostale

propone qualcosa per sostenere le sue tesi anticattoliche, facendo credere che anche sacerdoti cattolici dicono la stessa cosa.

tali pubblicazzioni contro la chiesa, da parte di quelli che sembrano cattolici, provengono da tradizionalisti che contestano l'attuale chiesa cattolica, e non si capisce cosa ancora ci stiano a fare in essa oppure sono stati gia' scomunicati.


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Tra l'altro al sig.amministratore pentecostale, dopo averle consigliato di cambiare il suo spacciatore di notizie, gli consiglio anche di comprarsi un buon paio di occhiali visto che quanto lei ha proposto, e' scritto da un ingegnere e non da un sacerdote cattolico: e' scritto chiaramente sig. amministratore.... non c'e' scritto "don"... ma "ing" Franco Adessa....

cordiali saluti     

http://www.chiesaviva.com/pallio%20satanico.pdf


28 dicembre 2012

Mi scusi se la correggo di nuovo Sig. amministratore pentecostale ... :-) probabilmente deve cambiare il suo spacciatore di notizie....

Don Gabriele Amorth non e' vescovo.   

al link c'e' anche il recapito di Don Amorth, potrebbe cogliere l'occasione per contattarlo.... e' un esorcista....e probabilmente lei ne ha bisogno       

http://www.vicariatusurbis.org/?page_id=202&IDPERS=4233

Per chi viole approfondire c'è anche la lista dei vescovi dove non figara Don Gabriele Amorth

http://www.vicariatusurbis.org/?page_id=202&IDPERS=4233


Ma e' vero che il vaticano si e' schierato con monti come anche qualche esaltato pentecostale ha scritto???.....

se non addirittura lo stesso Benedetto XVI scende in campo accanto a monti, come scrive un'ultras ateo parente stretto di certi pentecostali???:

il frutto delle idiozie dei media.... Benedetto XVI a fianco di mario monti


In tanti dicono della discesa in campo da parte del Vaticano a fianco di Monti... ormai siamo al arrivati al fatto che Benedetto XVI dice di votare Monti....

Si fa un gran dire che ciò è scritto nell'Osservatore Romano, dubito che tanti di coloro che aprono bocca solo per dargli fiato abbiano letto l'articolo Marco Bellizi sull'Osservatore che tanti media citano senza poi riportarne granché, anzi niente....

L'articolo dell'Osservatore Romano parla della conferenza stampa tenuta da Monti domenica scorsa in maniera abbastanza neutra, basandosi su ciò che ha detto Monti stesso nella conferenza stampa.

Sono stati poi i vari media, ormai ridotti a vera e propria spazzatura, a costruire sull'articolo dell'Osservatore Romano, le loro conclusioni in base al loro tornaconto, come lo stanno facendo certi esaltati pentecostali


DALL'OSSERVATORE ROMANO:

La salita in politica del senatore Monti

di Marco Bellizi 

La decisione di Mario Monti di rendersi disponibile a un nuovo impegno al servizio del Paese sta orientando, come previsto, il dibattito politico e l'avvio della campagna elettorale in Italia. Il tema principale è ora l'analisi del programma indicato dallo stesso Monti nella sua "agenda" per il prossimo Governo e del modo in cui le forze politiche che lo condividono intendono presentarsi alle prossime elezioni del 24 e 25 febbraio 2013, dopo lo scioglimento delle Camere da parte del presidente della Repubblica nel pomeriggio di sabato scorso, 22 dicembre.
Nella conferenza stampa di domenica il capo del Governo uscente ha spiegato, illustrando i motivi della sua scelta, di essere disposto a mettersi alla guida di quanti vogliono proseguire sulla strada intrapresa dall'Italia nell'ultimo anno sulla base di un programma concreto e non attraverso un'alleanza che si condensi esclusivamente accanto al suo nome. Monti ha precisato di considerarsi extra partes: "Non mi schiero con nessuno ma la mia agenda è chiara ed è aperta a tutti per coalizioni ampie. Alle forze che manifesteranno adesione convinta e credibile, sono pronto a dare il mio incoraggiamento e, se richiesto, anche la guida, e sono pronto ad assumere un giorno, se le circostanze lo volessero, responsabilità che mi venissero affidate dal Parlamento".
Se una o più forze politiche "con credibile adesione alla mia agenda" - ha poi continuato Monti - manifestassero "il proposito di candidarmi a presidente del Consiglio, valuterei la cosa". Verificate "tante condizioni" ha aggiunto, precisando successivamente nel corso di una trasmissione televisiva: "La mia agenda ha bisogno di un mandato elettorale e politico, in particolare dalla società civile e da quelle persone che mi dicono: mi hai tartassato, ma mi fido perché sei una persona seria".
Annunciando il suo impegno in politica attraverso le modalità illustrate, il senatore a vita intende aprire la seconda fase di un programma riformatore che è stato solo abbozzato nel corso dell'ultimo anno sulla spinta della congiuntura finanziaria. Monti è stato chiamato dai partiti a prendere decisioni inderogabili, di cui nessuno intendeva però prendersi la responsabilità diretta, per il timore di pagare un prezzo elettorale troppo alto. Quelle stesse forze politiche si ritrovano ora a interrogarsi sull'impatto che può avere la "salita in politica" di chi doveva, quasi per mandato, diventare impopolare. Una prospettiva che fornisce da sola molto materiale alla riflessione dei partiti, così come il successo che anche i sondaggi sembrano ora attribuire a chi ha imposto agli italiani sacrifici pesanti.
L'espressione "salire in politica", usata da Monti nel corso della conferenza stampa di domenica, è stata accolta con ironia, in qualche caso con disprezzo. Ma si nota la sintonia con il messaggio ripetuto in questi anni dal presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, non a caso un'altra figura istituzionale che gode di ampia popolarità e alla quale tutti riconoscono il merito di aver individuato proprio nel senatore a vita l'uomo adatto a traghettare l'Italia fuori dai marosi della tempesta finanziaria. È in sintesi l'espressione di un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune. Ed è questa domanda di politica alta che probabilmente la figura di Mario Monti sta intercettando o sulla quale comunque il capo del Governo uscente intende legittimamente far leva e che interpella i partiti al di là dei contenuti del suo manifesto politico.
Riguardo ai contenuti dell'"agenda", il segretario del Partito democratico (Pd), Pierluigi Bersani, ha affermato di avervi trovato "cose condivisibili, altre un po' meno e altre sulle quali si può discutere". Affermando che nel programma del Pd c'è "più lavoro, più equità e più diritti", a proposito di Monti ha spiegato di avere nei suoi confronti "il massimo rispetto": ora "aspettiamo di vedere se sarà sopra le parti o se sceglierà piuttosto una parte". È critico invece il segretario del Popolo della libertà, Angelino Alfano, secondo il quale l'"agenda" contiene solo tre certezze: "Imu, patrimoniale, più Iva. Verificare per credere". Il leader dell'Unione di centro, Pier Ferdinando Casini, condivide infine il programma di Monti: "No agli inganni di Berlusconi - ha detto - ma anche a Vendola con le sue ricette ideologiche"; aggiungendo che "c'è un lavoro iniziato, ci sono i sacrifici che gli italiani hanno fatto: non disperdiamo tutto questo"."

http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html#6


Maurice Caillet era massone, ora è cattolico

Storia della conversione di un venerabile maestro del grande oriente

E’ appena arrivato nelle librerie italiane un libro più affascinante di un romanzo dal titolo “Ero Massone. La mia conversione dalla massoneria alla fede” (Piemme). E’ la storia vera di Maurice Caillet, un medico ginecologo, non battezzato, materialista, abortista e anticattolico.

Coerente con la sua formazione illuminista, il dott. Caillet entra a far parte della Massoneria. Nel giro di 15 anni viene iniziato alla conoscenza di tutti i segreti delle Logge: iniziazioni, riti, giuramenti, trattamenti di favore, facilitazioni nella raccolta di denaro, incarichi di potere e cariche politiche.

Diventa Venerabile Maestro della Loggia di Rennes e fa carriera nel lavoro e in politica, fino a diventare un notabile del Partito Socialista Francese e dirigente del Centro di Esami della Salute di Rennes.

Ma è proprio all’apice della sua carriera politica e professionale che accade l’imprevisto. La moglie Claude si ammala gravemente e lo trascina con sé in un pellegrinaggio a Lourdes.

Mentre lei è nelle piscine, Maurice è intirizzito e si ripara nella cripta posta sotto la grotta delle apparizioni.

Vi stavano celebrando una Messa. Maurice non aveva mai prestato attenzione alla celebrazioni di una messa cattolica. La considerava un rito sorpassato, una sorta di superstizione primitiva, ma quando il sacerdote pronuncia le parole di Gesù “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto…” il suo cuore viene toccato.

“Ero razionalista, massone e ateo – scrive nel libro –. Non ero neanche battezzato, ma mia moglie Claude era malata e decidemmo di andare a Lourdes. Mentre lei era nelle piscine, il freddo mi costrinse a rifugiarmi nella Cripta, dove assistetti con interesse alla prima Messa della mia vita. Quando il sacerdote, leggendo il Vangelo, disse: ‘Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto’, ebbi uno shock tremendo perché avevo sentito questa frase il giorno della mia iniziazione al grado di Apprendista ed ero solito ripeterla quando, già Venerabile, iniziavo i profani”.

“Nel silenzio successivo sentii chiaramente una voce che mi diceva: ‘Bene, chiedi la guarigione di Claude, ma cosa offri?’. Istantaneamente, e sicuro di essere stato interpellato da Dio stesso, pensai che avevo solo me stesso da offrire. Al termine della Messa, andai in sacrestia e chiesi immediatamente il Battesimo al sacerdote. Questi, stupefatto quando gli confessai la mia appartenenza massonica e le mie pratiche occultiste, mi disse di andare dall'Arcivescovo di Rennes. Quello fu l'inizio del mio itinerario spirituale”.

Da allora Maurice Caillet ha lasciato la Massoneria ed ha compiuto un itinerario di conversione e purificazione. L’entusiasmo per la fede trovata gli ha dato la forza di affrontare e superare le tante difficoltà e minacce che il mondo materialista e la Massoneria gli hanno posto di fronte.

E’ stato minacciato di morte, lo hanno licenziato per motivi inesistenti, hanno cercato di impedirgli di continuare la sua attività di medico, gli hanno messo contro parenti e figlie.

A causa delle minacce vive ora sotto protezione in Spagna, ma la sua storia e testimonianza sta sollevando dalle paure tante vittime della Massoneria e sta generando altre conversioni.

Il libro scritto da Caillet è la descrizione più chiara e dettagliata di come funziona la Massoneria che lui ha frequentato per 15 anni. Tutto viene spiegato: riti, iniziazione, ragioni, finalità, metodo di controllo, corruzione, negoziazione di promozioni agli alti vertici delle aziende, distribuzione illegale di appalti per le opere pubbliche, intimidazione ed eliminazione di personaggi scomodi.

Caillet non cede mai al sensazionalismo né alle teorie cospiratorie, con metodo razionale e argomenti che emergono dalla sua esperienza personale, illustra le meschinità, la bramosia di potere, l’ideologia, e l’ipocrisia di gruppi di persone che si nascondono dietro ad un ridicolo ritualismo sincretista e agnostico.

Altro che ideali umanisti, secondo Caillet, dietro ai principi di liberà, uguaglianza e fraternità, si nasconde un gruppo di persone il cui fine è il raggiungimento del potere e del possesso, cancellando il Dio unico dei Cristiani e proponendo l’adorazione di idoli vari.

Per l’ex Venerabile Maestro, “la Massoneria, in tutte le sue obbedienze, sostiene il relativismo, che colloca tutte le religioni su uno stesso piano. Da ciò si deduce un relativismo morale: nessuna norma morale ha in sé un'origine divina e, quindi, definitiva, intangibile. La sua morale evolve in funzione del consenso delle società”.

A questo proposito nel libro il dott. Caillet racconta che la Massoneria francese è stata determinante per l'introduzione dell'aborto libero in Francia nel 1974.

Tra i responsabili di questa legge l’ex Venerabile Maestro indica Jean-Pierre Prouteau, Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, consigliere dell’allora Primo Ministro Jacques Chirac. Il dottor Pierre Simon, Gran Maestro della Grande Loggia di Francia, consigliere di Simone Veil, allora Ministro della Sanità. I politici erano circondati da quelli che venivano chiamati i "Fratelli tre punti", e il disegno di legge sull'aborto venne elaborato rapidamente. I deputati e i senatori massoni di destra e di sinistra votarono all'unanimità.

Secondo Caillet il materialismo e il relativismo morale hanno portato la Massoneria francese a promuovere tutte le leggi che favoriscono il libertinaggio sessuale, il divorzio senza colpa, la contraccezione chimica e meccanica, l’aborto, le unioni civili e omosessuali, la manipolazione degli embrioni, la depenalizzazione delle droghe leggere e la legalizzazione dell’eutanasia.

Nel suo libro “De la vie avant toute autre chose” (Ed. Mazarine) apparso nel 1979 e poi ritirato dalle librerie su indicazione delle autorità massoniche dell’epoca, il Gran Maestro Pierre Simon ha scritto che “è l’intero concetto di famiglia che si sta ribaltando”.

Per la sua storia, l’ex Venerabile Maestro è diventato uno dei maggiori esperti di Massoneria nel mondo cattolico. Nella parte finale del libro, in molte conferenze e nel suo sito (http://www.cailletm.com/) Maurice spiega che cosa è la Massoneria e perchè è incompatibile con coloro che credono in Gesù Cristo.

Per non aver più paura e per favorire le conversioni Caillet propone una preghiera che recita ogni giorno: “Padre infinitamente buono, tu vedi nel segreto del cuore e delle logge. Tu sai che molti massoni, persi in una filosofia ingannevole, cercano vane verità. Liberali, Signore, dagli spiriti che li traggono in inganno. Che lo Spirito Santo, lo Spirito di verità, investa la loro intelligenza e il loro cuore e riveli loro la Verità iniziale e filiale, l’alfa e l’omega: Tuo Figlio, Gesù il Cristo, la sua Vita, il suo insegnamento: La Buona novella del Tuo Amore”.

Antonio Gaspari

ROMA, lunedì, 14 giugno 2010 (ZENIT.org)

Se lo dice un evangelico che c'e' un piano della massoneria per distruggere il cristianesimo a mezzo dell chiese evangeliche...


L'illuminato visionario evangelico autore dell'articolo, ci fa sapere anche che in dette chiese aderenti al "massonico" wwc (consiglio mondiale delle chiese), praticamente tutte protestanti, si pratica l'omosessualita', l'idolatria, ci sono "eresie di perdizione....


Anche per le chiese evangeliche che fanno parte dell’Alleanza Evangelica Mondiale.....

.... e stessa cosa dicasi per la Young Men’s Christian Association (YMCA)

..... e quindi ci possiamo aggiungere anche l’Interfaith Alliance.....

evito di andare oltre..... 

l'illuminato visionario evangelico, "dottore della parola", praticamente condanna in blocco tutte le chiese evangeliche, insieme ovviamente, e questo era scontato, alla chiesa cattolica e ortodossa....

praticamente si salva solo G. Butindaro e qualche fedelissimo che si porta al guinzaglio.... avranno molto spazio a loro disposizione in paradiso....   

Probabilmente le presunte "celestiali visioni" e "rivelazioni" delle quali e' stato oggetto gli hanno dato alla testa..... 

dovrebbe cominciare a pensare se le celestiali visioni e rivelazioni che lo riguardano, per caso non abbiano avuto origine da satana che si manifesta come angelo di luce...  

Le "Visioni e rivelazioni" date a G.Butindaro:

http://www.lanuovavia.org/testimonianze_visioni...9.html
http://www.lanuovavia.org/testimonianze_visioni...10.html
http://www.lanuovavia.org/testimonianze_visioni...11.html
http://www.lanuovavia.org/testimonianze_visioni...12.html
http://www.lanuovavia.org/testimonianze_visioni...13.html

Se avete voglia di leggere nel lik ci trovate elencate un'infinità di denominazioni protestanti, che a detta del Butindaro, sono illuminate/massoniche:
Se non ne trovate 43.000 (secondo le attuali stima) chiese evangeliche di diversa denominazione, poco ci manca....   

http://giacintobutindaro.org/2012/12/26/il-piano-dei-massoniilluminati-distruggere-il-cristianesimo-per-mezzo-delle-chiese-evangeliche/


27 dicembre 2012

Billy Graham: Giovanni Paolo II è in cielo con il signore

"Billy Graham, il noto predicatore americano, il 2 Aprile 2005 durante l’edizione del programma Larry King Live sulla CNN alla domanda del giornalista King se secondo lui Giovanni Paolo II fosse con Dio, ha risposto che era più certo della salvezza del ‘papa’ che della sua propria salvezza, e poi ha aggiunto: ‘Io penso che egli sia con il Signore, perchè egli credette. Egli credette nella Croce. …. egli era un forte credente."


Bene.... potrebbe essere un passo avanti di evangelici che non spediscono all'inferno tutti gli "idolatri" cattolici.

ci ha pensato un noto esaltato e visionario "dottore della parola" nostrano a risistemare le cose:


"Se Giovanni Paolo II è con il Signore, ciò vuol dire che gli idolatri ereditano il regno di Dio, in quanto egli era un idolatra. Ma questo non può essere vero perchè la Scrittura ci dice che gli idolatri non erediteranno il Regno di Dio."

l'esaltato "dottore della parola" che bacchetta anche tutti gli evangelici, provasse a chiedersi per una volta se in lui invece non c'e' solo tanta presunzione da voler dare giudizi e condanne al posto di dio...

http://giacintobutindaro.org/2011/09/21/billy-graham-giovanni-paolo-ii-e-in-cielo-con-il-signore/


E UN'ALTRO ESALTATO CHE NON VUOL ESSEERE DA MENO DEL SUO MAESTRO SCRIVE:

"La bibbia è chiara l’albero cattivo fa frutti cattivi. Se il papa era mariano adesso è all’inferno."

STIANO PERO' ATTENTI QUESTI INGANNATORI FIGLI DI SATANA CHE IL LORO GIUDIZIO GLI SI RIVOLGA CONTRO:

"Chi crede di stare in piedi, stia attento a non cadere" (1Corinzi 10,12)..... SI POTREBBERO FARE MOLTO MALE NEL CADERE CERTI "DOTTORI DELLA PAROLA" E SUOI DEGNI SEGUACI

La follia di chi dopo essere stato ministro pentecostale, ora, dopo aver fondato la sua "chiesa" si e' proclamato dio in terra...


Il suo leader si chiama Jose Luis de Jesus Miranda. A quanto pare dalle indagini svolte finora, pare sia stato un membro o un pastore di una chiesa evangelica pentecostale.

Successivamente pare proprio abbia dato fuori di cervello, proclamatosi Dio in terra, nelle spoglie di una reincarnazione di Gesù Cristo. Lui afferma e sostiene di essere Gesù Cristo nel suo secondo avvento!

Egli si professa Gesù Cristo ma allo stesso tempo sostiene di essere l’anticristo. Lui e i suoi seguaci, si tatuano addosso il simbolo della bestia: 6 6 6 e ne vanno fieri.

Pare che i seguaci di questo pazzo posseduto da Lucifero siano nel mondo attualmente circa due milioni di umani. Ovvero due milioni di persone volontariamente possedute da Satana che perseguono il progetto di distruggere il resto del cristianesimo presente nel mondo.

Egli inveisce con violenza e ogni forma di ostracismo contro la chiesa cattolica, protestante, evangelica, ortodossa, copta e contro ogni tipo di denominazione cristiana che non sia la sua.

Sostiene che il peccato non esiste, il diavolo non esiste, il paradiso non esiste e che loro si ritengono proprietari della loro vita, con la quale possono fare tutto ciò che vogliono.

Non poche sono le famiglie che ha distrutto, le vite che ha confuso e dove passa lui lascia morte e vuoto. Purtroppo stiamo parlando di una setta che, ha trovato un terreno fertile in un territorio devastato dalla fame, dall’ignoranza, dalla superstizione, dalla disperazione e dalla solitudine sociale e psicologica.

Come ho già detto in altri articoli, il sud america in questi ultimi 15 anni sta sfornando blasfemie ed eresie di ogni tipo. Dalla dottrina della caduta, alla risata, ai versi animaleschi, al vomito nello spirito, allo svuotamento intestinale, al recente holy ghost enema, (leader la moglie di Benny Hinn), fino ad ora con questa follia collettiva psicotica di Jesus Miranda!

Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Le sante orge? I santi rituali omosessuali? Il sesso con le bestie? Ora siamo già arrivati ad un punto di non ritorno, uomini che riconoscono un uomo (con un passato non proprio brillante) come Dio e Salvatore. Siamo caduti nel baratro dell’idolatria pura!!

Chi è Jose Luis De Jesus Miranda?

auto-proclamatosi Messia della Florida afferma che il suo compito è salvare l'umanità. La sua chiesa è chiamata “Creciendo en Gracia” — o Growing in Grace Ministry — e ci sono quattro congregazioni in Massachusetts, più altre 296 in tutto il mondo.

Il leader della chiesa è Jose Luis de Jesus Miranda e quando gli si chiede chi è, risponde “Sono Gesù Cristo. . .nel suo secondo avvento.”

La chiesa ha 300 congregazioni nel mondo. Annette Diaz appartiene alla congregazione di Mission Hill. Dice "Egli ha trasformato la mia mente". Non è la sola. I seguaci di Miranda a Boston credono veramente di aver visto la luce. “Noi sappiamo da dove siamo venuti” dice Clara Diaz. “eravamo angeli con Dio che è venuto su questa terra per avere una esperienza fisica e ci ha insegnato, ci ha insegnato che siamo perfetti”.

Luis Miranda è un 60enne con un passato di eroinomane e carcerato. Gestisce quello che chiama “il Governo di Dio sulla Terra” da un magazzino in South Florida.

Come qualunque capo di Stato, egli è protetto da un servizio di sicurezza che imita i servizi segreti. “Io sarò il Presidente del più grande governo che questa Terra abbia mai avuto” dice Miranda.

Miranda dice che i suoi seguaci sono liberi di indulgere (nel peccato, ndt), e di farlo fino in fondo. Secondo questo moderno Messia, non c'è peccato, non c'è diavolo, ne inferno come punizione. Miranda dice “il diavolo è distrutto, l'inferno non esiste e non c'è condanna per gli eletti”.

Non c'è dubbio che Luis Miranda sia incline ad assaporare i piaceri terrestri. Per i suoi seguaci non sembra essere un problema il suo lussuoso stile di vita. Ho chiesto loro: “vi sembra una cosa appropriata che Gesù Cristo guidi una BMW o indossi un Rolex?” Clara Diaz risponde “certamente, siamo nel 2006”.

L'esperto di sette Steven Hassan dice che siamo di fronte a una seduzione passo dopo passo. Considerato una delle più grandi autorità della nazione sulle sette, ha scritto “Releasing the Bonds” ("Liberarsi dai Legami"). Quando gli si chiede cosa caratterizzi questo gruppo come distruttivo, dice “sembra che la figura principale asserisca di essere Dio, che è perfetto e non ha nulla da imparare da nessuno. Vuole il mondo ai suoi piedi”.
Regina Albarracin dice che non c'è dubbio, si tratta di una setta. Lei e suo marito hanno lasciato il gruppo cinque anni fa, ma loro figlio Alvaro no. Imprenditore del web, ha donato oltre un milione di dollari alla “chiesa”. Ha anche lasciato la sua prima moglie per sposare un'altra persona che fa parte della chiesa. Adesso è separato dalla sua famiglia. “Ha distrutto la mia famiglia,” dice Albarracin a proposito di Miranda. “E' il diavolo”.




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Un loro farneticante video



25 dicembre 2012

Le presunte "conversioni" di chi da missionario cattolico e' poi diventato pastore protestante.

nel 1961 fu ordinato sacerdote ma gia' dal 1957 aveva seri dubbi sulla sua fede cattolica…..da 01:30

Per chi ha la pazienza di ascoltare la testimonianza..... lui stesso dice che aveva perplessità sulla Chiesa Cattolica prima ancora di essere ordinato sacerdote

La domanda é: e perché mai qualcuno che ha seri dubbi sulla sua fede cattolica poi si fa sacerdote dopo cinque anni che gli sono sorti questi dubbi?

La testimonianza e' esattamente la fotocopia di tante altre testimonianze propinate dai pentecostali…. diverse risposte l'ex sacerdote le puo' trovare anche in questa pagina…..

Vabbé.... questo e' un'altro di quei sacerdoti che in realta' non sono mai stati cattolici….

http://www.chiesabattistaitalia.org/cattolici.html


Quando i pentecostali sono piu' pagani e idolatri dei cattolici...

  

Il giorno di Natale, che per i pentecostali è festa pagana, si sono limitati ad un semplice "BUON MARTEDÌ".

Giorno che prende il nome da una divinità pagana, dio della guerra......

"Marte (in latino Mars) è una figura della mitologia romana, era il dio della guerra, figlio di Giove (in alcune versioni di un fiore magico) e di Giunone. Sarebbe stato il padre di Romolo e quindi il capostipite dei romani.

Era il più importante degli dei romani, dopo Giove.
......
Era il dio della primavera della religione ufficiale romana

A Marte è stato dedicato anche un giorno della settimana (martedì) e un pianeta del sistema solare (Marte)."

http://caiobritannicus.tripod.com/id8.html

DA CATTOLICI PREFERIAMO DECISAMENTE IL BUON NATALE DEL SIGNORE CRISTO GESU', PIUTTOSTO CHE IL PAGANO E IDOLATRICO "BUON MARTEDI", GIORNO DEDICATO AL DIO DELLA GUERRA.... :-) :-)


24 dicembre 2012

Non lasciatevi ingannare dai soliti lupi rapaci e rabbiosi....

il Santo Natale e' festa cristiana, a meno che gli eretici non vogliano considerare gli evangelisti Luca e Matteo dei pagani visto che i loro vangeli iniziano proprio narrando la nascita di Gesu'

"Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama».
Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro." Luca 2,11-20

Noi cattolici in questo giorno, come i pastori, glorifichiamo e lodiamo dio, altri invece preferiscono puntarci il dito contro per questo e giudicarci dei pagani.... preghiamo per loro affinche si convertano a cristo.

Santo Natale a tutti voi

lode e gloria a te Signore Cristo Gesù



Ecco!.... ora il "nipote" di Paolo VI, G.B.Treccani, ex sacerdote cattolico e poi settario, ha cambiato parentela....

È diventato cugino di secondo grado di Paolo VI... la mamma di sua madre (ex sorella di Paolo VI !!!) era la sorella della nonna del papa!

Bene signor amministratore.... da bravo, ora che ha scoperto l'esatta parentela, la comunichi ai suoi colleghi evangelici che in rete ancora spacciano il Treccani come nipote di Paolo VI, ad iniziare dal Sig. G.Butindaro....     

p.s. che parentele che vanno a trovare.... magari scopro anche io cattolico, che un nipote di un fratello del mio bisnonno ha fondato una delle 43000 denominazioni protestanti... e con questo???     


La festa del 25 dicembre è storicamente accertata, non è pagana

Da molto tempo si ritiene che il 25 dicembre sia una data convenzionale, scelta dai cristiani come nascita di Gesù Cristo per contrastare la festa pagane del Sol invictus. A sostegno di questa tesi ci sono validi argomenti, come ce ne sono a sostegno di una seconda tesi, secondo la quale si accetta che la scelta del 25 dicembre sia stata convenzionale, ma con motivi indipendenti e slegati da piani politico-ideologici legati al contrasto del paganesimo. Una terza tesi, sostenuta da ben più validi e decisivi argomenti, si basa invece sull’archeologia e sostiene che il 25 dicembre sia effettivamente la data storica della nascita di Gesù Cristo.

In questo articolo valuteremo gli argomenti di queste tre ipotesi per poi tirare le debite conclusioni alla fine. Prima di iniziare, tuttavia, occorre una piccola premessa.

1. PREMESSA

Ci sembra utile introdurre ricordando che il Natale, seppur sia certamente la festa dell’anno certamente più amata da ogni persona, non corrisponde a quella più importante all’interno del cristianesimo cattolico. Se, infatti, Gesù fosse nato ma non fosse risorto, resterebbe soltanto uno dei tanti grandi saggi che hanno popolato la storia dell’umanità (come Platone, Aristotele, Gandhi, Confucio ecc.). Al contrario, Gesù è stato l’unico uomo della storia a dire di sé: “Io sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non attraverso di me” (Gv 14, 1-6), e l’unico che ha vinto l’insormontabile ostacolo dell’uomo, la morte. Per questo la celebrazione cristiana più importante è la Pasqua, giorno della sua resurrezione, la cui data è fissata storicamente ed è astronomicamente certa: il 14 del mese ebraico di Nisan, poco prima dell’inizio della festa ebraica, ovvero all’alba della domenica 9 aprile dell’anno 30 d. C , così come la data della sua morte: circa alle 15 pomeridiane del venerdì 7 aprile del medesimo anno 30.

Il Natale è per il cristiano la celebrazione di un evento biblico e salvifico, non il ricordo di una data, infatti negli stessi Vangeli non c’è nessun riferimento ad una data di nascita di Gesù, e addirittura soltanto due evangelisti su quattro parlano della nascita e infanzia del Cristo, mentre gli altri due cominciano il loro racconto dall’inizio della sua vita pubblica. Anche nel calendario cristiano il dies natalis in cui si commemora un determinato santo è il giorno della morte, non della nascita.

Soltanto nel II e III secolo i cristiani cominciarono a prendere in considerazione anche la data di nascita di Gesù, anche se con una certa diffidenza. Origene di Alessandria (185-254 d.C.) dichiara infatti che «nelle Scritture sono i peccatori, e non i santi, che celebrano la loro nascita», facendo riferimento alle “feste di compleanno” (natalia) degli imperatori. Nel 200 d.C. Clemente d’Alessandria affermò lamentandosi: «C’è poi chi, con più minuziosa pedanteria, cerca di assegnare alla nascita del Salvatore non solo l’anno, ma il giorno: e sarebbe il 25 del mese di Pachon [ossia il 20 maggio] del ventottesimo anno di Augusto»(Stromati, I,21,145.6).
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2. IL 25 DICEMBRE HA UN’ORIGINE PAGANA?

Come affermato nell’introduzione, la vulgata corrente ritiene che il 25 dicembre sia una data convenzionale, scelta appositamente dalla chiesa primitiva per sostituire la festa pagana del Sol invictus.

Accuse varie. Alcuni utilizzano questa argomentazione come preambolo per sostenere che il cristianesimo si sarebbe imposto con la forza sul paganesimo, distruggendo e appropriandosi di tutto quanto era a lui pre-esistente. In realtà, come sappiamo, quella pagana fu una festa che decadde lentamente da sola con il trascorre del tempo, fino all’editto di Teodosio del febbraio 380 d.C. (del rapporto tra cristianesimo primitivo e paganesimo parleremo approfonditamente in altra sede, comunque). Altri si appoggiano a tale tesi per affermare l’inesistenza storica di Gesù Cristo, inventato da personaggi misteriosi che avrebbero letteralmente copiato le sue gesta dalla divinità pagana Mitra, la cui festa si celebrava appunto il 25 dicembre. In realtà le prime notizie sulla storia di Mitra risalgono al II secolo, certamente sono posteriori ai Vangeli. Christopher Butler ha catalogato i presunti paralleli tra Gesù e Mitra, trovando una enorme discordanza e nessun riferimento al 25 dicembre come il compleanno della divinità pagana (anche di questo parleremo approfonditamente in un altro articolo). Qualcuno infine sostiene che il Natale cristiano non si basi affatto sul “Sol Invictus”, ma sulle feste “Saturnali” dedicate all’insediamento nel tempio del dio Saturno. In realtà esse non sono mai state celebrate il 25 dicembre, si svolgevano dal 17 al 23 dicembre e non avrebbe avuto alcun senso far cadere il Natale cristiano dopo due giorni dal termine delle celebrazioni.

Descrizione dei fatti. Rimaniamo sull’origine pagana del Natale di Cristo, come tentativo di scalzare la festa del Sol Invictus. Nei primi due secoli la data di nascita del Cristo non era la stessa per tutti i luoghi: in Oriente alcuni celebravano il Natale il 20 maggio, altri il 20 aprile; altri ancora il 17 novembre. In Occidente in alcune zone si celebrava il 28 marzo; mentre in altre regioni già si era scelto il giorno del 25 dicembre. Solo nel IV secolo in Occidente si pervenne ad una concordanza su questa data, fissando in tal modo l’attenzione sulla realtà umana di Cristo.

La prima data in cui si certifica chiaramente la festa cristiana del 25 dicembre è il 336 d.C., ovvero quando venne scritta la Depositio Martyrum, un primo tentativo di calendario liturgico, nel quale accanto al 25 dicembre si legge: “natus Christus in Betleem Iudeae”. Tuttavia nel 275 d.C., sessantuno anni prima, l’imperatore romano Aureliano eresse un tempio a Roma, istituendo un collegio sacerdotale e fissando la data del dies natalis del Sol invictus al 25 dicembre. Tale festa avveniva durante il solstizio d’inverno (la “rinascita” del sole), ovvero tra il 22 e il 24 dicembre (nell’emisfero Nord). Occorre precisare che nessuna fonte storicacontemporanea ad Aureliano, o a lui precedente, testimonia una festa del sole il 25 dicembre. La prima attestazione in questo senso risale alla Cronografia del 354 (detta anche Calendario filocaliano), un composito testo cristiano databile appunto nel 354 d.C. e redatto a Roma. Nello stesso documento (nella 12° parte) compare anche il già citato Depositio Martyrum, del 336 d.C., in cui si riporta il festeggiamento della nascita di Cristo al 25 dicembre.

Non c’è dunque certezza su chi abbia per primo usato la data del 25 dicembre come festa propria: sono stati i cristiani a far calare la nascita di Cristo sulla festa del Sole Invitto, sono stati i pagani a tentare di contenere l’esplosione della nuova religione nell’impero romano, oppure le due date sono state scelte in modo indipendete?

Sostenitori della tesi “pagana”. Secondo diversi studiosi (H. Usener 1889, H. Lietzmann, FJ Dölger 1925 e Bernard Botte 1932), compresa anche l’enciclopedia Treccani, sarebbero stati cristiani ad “arrivare dopo”: avrebbero identificato la nascita di Gesù il 25 dicembre per “cristianizzare” la festa pagana. E’ un’ipotesi avanzata tardivamente, verso la fine del XII secolo dal vescovo siriano Jacob Bar-Salibi, il quale ha sostenuto che la festa di Natale è stata effettivamente spostata dal 6 gennaio al 25 dicembre in modo da cadere sulla stessa data della festa pagana: «era costume dei pagani celebrare al 25 dicembre la nascita del Sole, in onore del quale accendevano fuochi come segno di festività. Anche i Cristiani prendevano parte a queste solennità. Quando i dotti della Chiesa notarono che i Cristiani erano fin troppo legati a questa festività, decisero in concilio che la “vera” Natività doveva essere proclamata in quel giorno.». (J. Bar-Salibi da Christianity and Paganism in the Fourth to Eighth Centuries, Ramsay MacMullen. Yale, 1997, p. 155). Tuttavia tale spiegazione risulta essere in contrasto con il fatto che i primi cristiani erano ridicolizzati e perseguitati proprio perché non partecipavano alle feste e alle celebrazioni pagane (dato che adoravano un invisibile Dio, furono definiti “atei” dai pagani). In ogni caso l’idea è stata ripresa da studiosi dei secoli tardo XVII, sopratutto da puritani inglesi e scozzesi presbiteriani e da Paul Ernst Jablonski, un tedesco protestante con l’intenzione di dimostrare che la celebrazione della nascita di Cristo il 25 dicembre è stata una delle tante “paganizzazioni” del cristianesimo che la Chiesa del IV secolo ha abbracciato

Altri sostengono che fu l’Imperatore Costantino -cultore del Dio Sole prima di abbracciare la fede cristiana- a trasformare nel 330 d.C. la festa pagana del Deus Sol Invictus del 25 dicembre in festa cristiana. Infatti nei primi tre secoli del Cristianesimo, la nascita di Cristo aveva date diverse: 18 aprile, 29 maggio, per S.Cipriano era il 28 marzo, secondo Clemente Alessandrino il 20 maggio o il 10 gennaio o il 6 gennaio, poi prevalse la decisione di Costantino. La nostra tradizione avrebbe cominciato a festeggiare il Natale il 25 dicembre dopo il Concilio di Nicea (325), quando il cristianesimo si diffuse grazie alla libertà di culto.

Obiezioni e sostenitori della tesi “cristiana”. La pensano diversamente altri studiosi. Essi sottolineano innanzitutto che la prima citazione della celebrazione del Natala cristiano al 25 dicembre proviene da Ippolito di Roma (martirizzato nel 235 d.C.), quando nel suo Commentario su Daniele risalente al 203 d.C., scrive: «La prima venuta di nostro Signore, che nella carne, nella quale egli nacque a Betlemme, ebbe luogo otto giorni prima delle calende di gennaio», vale a dire otto giorni prima del 1° gennaio, cioè il 25 dicembre. Dunque l’uso di tale data da parte dei cristiani sarebbe accertata 133 anni prima di quella usata per il Sol Invictus (336 d.C.), tuttavia su questo passo di Ippolito non c’è una unanimità di consensi: per alcuni esegeti è considerato come interpolato successivamente (cfr. B. Altaner, O. Bardenhewer e F. X. Funk), mentre altri lo vedono come autentico (W. Bauer, A. Harnack e M. Lefèvre). Il documento unanimemente accettato rimane dunque quello che attesta tale data al 336 d.C. Lo studioso Michele Loconsole, ha affermato anche che la Chiesa primitiva, soprattutto d’Oriente, aveva fissato la data di nascita di Gesù al 25 dicembre già nei primissimi anni successivi alla sua morte. Il dato è stato ricavato dallo studio della primitiva tradizione di matrice giudeo-cristiana – risultata fedelissima al vaglio degli storici contemporanei – e che ha avuto origine dalla cerchia dei familiari di Gesù, ossia dalla originaria Chiesa di Gerusalemme e di Palestina. Steven Hijmans, docente di arte romana e archeologia presso l’University of Alberta, ha sostenuto che «rappresentare la religione pagana come una potenziale minaccia al cristianesimo, non è supportata da alcuna prova evidente. L’affermazione che il 25 dicembre era un festa particolarmente popolare per il Sol Invictus nella tarda antichità è altrettanto infondata [...]. non vi è alcuna prova che Aureliano istituì una celebrazione del Sol Invictus in quel giorno. Non vi è alcuna prova che una celebrazione religiosa del Sol Invictus in quel giorno abbia preceduto la celebrazione del Natale». Nel suo studio egli mette fortemente in dubbio la tesi che il Natale sia stato istituito il 25 dicembre per contrastare una popolare festa pagana.

Si sottolinea inoltre che prima del 354 d.C, ancora durante il regno di Licinio (imperatore dal 308 al 324 d.C.) il culto al dio solare veniva celebrato il 19 dicembre, e non il 25 (cfr. l’iscrizione citata da Allan S. Hoey, Official Policy towards Oriental Cults in the Roman Army, Transactions and Proceedings of the American Philological Association (70) 1939, pp 456-481, a p. 480, nota 128, citato da M. Loconsole, “La festa del Natale precede quella pagana del dio sole“, Zenit 6/01/10 e W.J. Tighe, Calculating Christmas). Si aggiunge poi che questa antica festa astronomica veniva celebrata anche in diverse altre date dell’anno, tra cui spesso veniva scelto il periodo compreso tra il 19 e il 22 ottobre. Quella del 25 dicembre si sarebbe imposta soltanto dopo la metà del IV secolo d.C. (cfr. M. R. Salzman, New Evidence for the Dating of the Calendar at Santa Maria Maggiore in Rome, Transactions of the American Philological Association (111) 1981, pp. 215-227, a p. 221, citata da M. Loconsole, “La festa del Natale precede quella pagana del dio sole“, Zenit 6/01/10).

Secondo Thomas Talley, l’imperatore Aureliano avrebbe inaugurato la festa del Sol Invictus cercando di dare nuova vita – una rinascita – ad un morente Impero Romano. E’ molto più probabile, egli sostiene, che l’azione dell’imperatore sia stata una risposta alla crescente popolarità e alla forza della religione cattolica, che celebrava la nascita di Cristo il 25 dicembre, e non il contrario (T. Talley, The Origins of the Liturgical Year, Collegeville, MN: Liturgical Press, 1991, pag. 88-91). Aureliano, lo ricordiamo, fu effettivamente un forte persecutore di cristiani.

Inoltre diversi autori cristiani contemporanei ai fatti, come Ambrogio (c. 339-397) hanno avanzato una connessione tra il solstizio d’inverno e la nascita di Gesù, descrivendo Cristo come il vero sole che ha eclissato gli dei caduti del vecchio ordine, ma mai alludendo a una “operazione politica” della Chiesa, piuttosto osservando la coincidenza come un segno provvidenziale, come prova naturale che Dio aveva scelto Gesù nel corso dei falsi dei pagani. Si fa anche presente che a Petovio (l’attuale Ptuj, in Slovenia), è stata recuperata la testimonianza di Vittorino che verso la fine del III secolo afferma: «Abbiamo trovato, tra le carte di Alessandro, che fu Vescovo a Gerusalemme, ciò che egli trascrisse di suo pugno da documenti apostolici: l’ottavo giorno delle calende di gennaio [ossia il 25 dicembre]è nato Nostro Signore Gesù Cristo, sotto il consolato di Sulpicio e Camerino […]»Alessandro morì nel 251 d.C. Inoltre, lo riprenderemo più avanti, occorre tenere presente che la festività dell’Annuncio dell’arcangelo Gabriele a Zaccaria è una festa presente nella Chiesa primitiva giudeo-cristiana fin dal I secolo, e che la sua memoria al 23 settembre faceva ricavare conseguentemente la nascita di Gesù all’incirca 15 mesi dopo, cioè al 25 dicembre (il motivo sarà esplicitato più sotto).

Occorre anche ricordare che fino a quando non è stato pubblicato l’Editto di Milano (313 d.C.), i cristiani erano fortemente perseguitati e si rifugiavano frequentemente nelle catacombe. Quindi, anche se avessero festeggiato il Natale al 25 dicembre non lo avrebbero certo fatto in modo pubblico, inoltre fin da subito hanno rivendicato una propria identità in opposizione al loro ambiente culturale, soprattutto in relazione ad altre religioni. Esisterebbero infatti inni e preghiere dei primi cristiani che mostrano il festeggiamento del Natale prima dell’Editto di Costantino (Daniel-Rops, Prières des Premiers Chrétiens, Paris: Fayard, 1952, pp 125-127, 228-229, citato in M.T. Horvat, Christmas Was Never a Pagan Holiday). Si ricorda infine quanto dice Agostino di Ippona nel 400 d.C., il quale parla di un gruppo locale di dissidenti cristiani, i donatisti, i quali festeggiavano il Natale il 25 dicembre, rifiutandosi però di celebrare l’Epifania il 6 gennaio, considerandola come una novità. Dal momento che il gruppo donatista è emerso solo durante la persecuzione nel 312 d.C, sotto Diocleziano nel 312 d.C., per poi rimanere ostinatamente attaccato alle pratiche di quel momento, questa sembra una tesi a favore della originalità cristiana. Come già detto, infatti, la prima data certa che attesta al 25 dicembre la festa pagana del Sol Invictus è datata 336 d.C.

La stessa tesi è sostenuta infine anche da William J. Tighe, docente di storia presso il Muhlenberg College di Allentown (Pennsylvania). Egli spiega chiaramente che «la scelta del 25 dicembre è il risultato di tentativi tra i primi cristiani di capire la data di nascita di Gesù in base a calcoli calendariali, che non avevano niente a che fare con le feste pagane. Piuttosto, la festa pagana della “Nascita del Sole Invitto”, istituita dall’imperatore romano Aureliano il 25 dicembre 274, fu quasi certamente un tentativo di creare una valida alternativa pagana a una data che era già di una certa importanza per i cristiani romani»

La “tesi pagana” non imbarazza i cristiani. Volendo comunque dare credito alla prima tesi, ovvero all’originalità pagana della festa, alcuni parlano di usurpazione impropria e illegittima da parte della Chiesa cristiana, finalizzata a “ingannare” il popolo. In realtà, come spiegato sull’Enciclopedia Treccani, in qualunque incontro tra culture diverse fenomeni di assimilazione e sostituzione sono comuni: il cristianesimo primitivo ha preferito coglierne il significato simbolico e trasferirlo in Cristo, così come ha valorizzato diversi elementi della cultura greco romana (pensiamo ai termini “tempio”, “sacerdote”, “pontefice”, l’aureola, i concetti di sostanza, logos, anima o i numerosi templi pagani dell’impero non distrutti ma convertiti al culto cristiano). L’inculturazione della fede è un fenomeno normale, comune e legittimo della vita della Chiesa, si tratta della trasformazione, dell’integrazione e del potenziamento dei valori che si incontrano nelle civiltà in cui si innesta il cristianesimo. Esse non vengono cancellate, ma valorizzate attraverso una spiritualità nuova. L’importante, teologicamente parlando, è che essa non produca l’abbandono di alcuni dogmi cristiani o l’introduzione di credenze pagane, producendo così una nuova religione sincretistica, ma questo ovviamente non è il caso della natalità di Cristo, la cui vicenda rimane unica, irripetibile e radicale. Come ha spiegato Elesha Coffman, storica presso la Waynesburg University, è stato «uno sforzo per rimodellare la cultura -anche le festività- in modo positivo».

A conferma della legittimità della Chiesa di questa inculturazione del paganesimo, troviamo tra i sostenitori di tale tesi anche Benedetto XVI, il quale nel 2006 ha sostenuto la stessa ipotesi dimostrando che aderire ad essa non comporta affatto nessun imbarazzo per i cristiani. Ha scritto infatti: «Il mondo in cui sorse la festa di natale era dominato da un sentimento che è molto simile al nostro [...]. Il 25 dicembre, al centro com’è dei giorni del solstizio invernale doveva essere commemorato come il giorno natale, ricorrente ogni anno, della luce che si rigenera in tutti i tramonti [...] Quest’epoca, nella quale alcuni imperatori romani avevano cercato di dare ai loro sudditi in mezzo all’inarrestabile caduta delle antiche divinità, una fede nuova con il culto del sole invitto, coincide col tempo in cui la fede cristiana tese la sua mano all’uomo greco-romano. Essa trovò nel culto del sole uno dei suoi nemici più pericolosi. Tale segno, infatti, era posto troppo palesemente davanti agli occhi degli uomini, in maniera molto più palese e allettante del segno della croce, col quale procedevano gli araldi cristiani. Ciononostante, la fede e la luce invisibile di questi ultimi ebbero il sopravvento sul messaggio visibile, col quale l’antico paganesimo aveva cercato di affermarsi. Molto presto i cristiani rivendicarono per loro il 25 dicembre il giorno natale della luce invitta, e lo celebrarono come natale di Cristo, come giorno in cui essi avevano trovato la vera luce del mondo. Essi dissero ai pagani: il sole è buono e noi ci rallegriamo non meno di voi per la sua continua vittoria, ma il sole non possiede alcuna forza da se stesso. Può esistere e aver forza solo perché Dio lo ha creato. Esso ci parla quindi della vera lu­ce, di Dio. E il vero Dio che si deve celebrare, la sorgente originaria di ogni luce, non la sua opera, che non avrebbe alcuna for­za da sola».

Il Pontefice ha quindi concluso la sua riflessione: «sentiamo che il dialogo del cristiano con gli adoratori romani del sole è, al tempo stesso, il dialogo del credente di oggi col suo fratello incredulo è il dialogo incessante tra fede e mondo [...]. Noi possediamo la certezza divina che la luce ha già vinto nella profondità occulta della storia e che tutti i progressi del male nel mondo, per grandi che essi siano, non possono assolutamente cambiare le cose. Il solstizio invernale della storia si è irrevocabilmente verificato con la nascita del bambino di Betlemme»(J. Ratzinger, Chi ci aiuta a vivere? Su Dio e l’uomo, Queriniana 2006, pagg. 97-103).

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3. IL 25 DICEMBRE HA UN’ORIGINE CRISTIANA-SIMBOLICA?

Diversi studiosi hanno avanzato un’altra tesi rispetto a quella precedentemente esposta: hanno anch’essi appoggiato l’idea per la scelta del 25 dicembre sia stata convenzionale/simbolica da parte della chiesa primitiva, ma affermano che essa sia stata identificata usando criteri indipendenti e non necessariamente legati alle feste pagane, anche se sovrapponibili.

Ipotesi del calcolo. Per la scelta del 25 dicembre, in modo indipendente dalla festa pagana, ci sarebbe la cosiddetta “ipotesi del calcolo“ o “teoria computazionale”, ed è stata suggerita da L. Duchesne (1889), H. Engberding (1949) e ripresa da Thomas Talley (1991). Essa, si basa sulla tradizione dei patriarchi ebrei che vuole che essi siano morti nella data del loro compleanno (calcolando con un numero intero di anni, dato che le frazioni di anni erano ritenute imperfezioni): essendo il Cristo un essere perfetto, anche per lui la data del giorno in cui fu concepito doveva essere la stessa data della sua morte, così da rendere perfetto il ciclo delle feste. Nel 207 d.C. Tertulliano ha identificato come data di morte del Cristo il 25 marzo (8° giorno alle calende d’Aprile) dell’anno 29 (cfr. Tertulliano, Contro i Giudei 8,18), una scelta certamente simbolica, legata all’equinozio di primavera del calendario romano (il giorno perfetto, dove la notte ed il giorno si equilibrano) e alla ipotetica creazione del mondo secondo la tradizione ebraica (come del sacrificio di Abramo e del passaggio del mare rosso). Assumendo tale data, anche il concepimento del Cristo (l’annuncio a Maria) sarebbe avvenuto il 25 marzo e dunque la nascita nove mesi dopo, al 25 dicembre (solstizio d’inverno).

S. Agostino è testimone della tradizione secondo cui Cristo fu concepito e morì il 25 marzo: “Octavo enim Kalendas apriles conceptus creditur quo et passus» (De Trinitate IV, 5 ; cf. De diversis quaestionibus, 56) e la stessa cosa affermò nel 221 d.C. Sesto Giulia Africano, il quale nel suo Chronographiai, pose al 25 marzo sia la data della passione di Cristo che quella dell’annuncio a Maria (concepimento di Gesù). Abbiamo poi già citato Ippolito di Roma, il quale nel 203 d.C. certifica la festa del Natale cristiano al 25 dicembre, anche se in molti lo ritengono un’informazione aggiunta posteriormente e la testimonianza di Vittorino sul vescovo di Gerusalemme, Alessandro, il quale, prima del 251 d.C. affermò il 25 dicembre come festa cristiana.

Una variante della stessa tesi è basata sull’astronomia: secondo le idee del tempo si riteneva che la creazione del mondo fosse avvenuta all’equinozio di primavera, assegnato allora al 25 di marzo (non al 21). Ragionando secondo questa idea, si riteneva che anche la seconda creazione, ossia la concezione di Cristo nel seno di Maria, doveva essere avvenuta il 25 di marzo. Ne derivava di conseguenza che la nascita del Salvatore andava assegnata al 25 dicembre, nove mesi dopo la sua concezione.

Ipotesi del Cristo-Luce del mondo. Un’altra considerazione, con basi astronomiche ma anche bibliche, confermava gli antichi in questo loro ragionamento. E’ noto infatti come verso il 25 dicembre il sole riprende la sua ascesa dopo il solstizio invernale. Era questo un particolare che induceva gli antichi a collegarvi il sorgere dei Sole di giustizia, che è Cristo Signore. E’ molto probabile infatti che i cristiani abbiano interpretato il ben radicato simbolismo solare presente nelle Scritture come profezia dell’incarnazione di Dio in Gesù Cristo, scegliendo quindi la data del 25 dicembre (solstizio d’inverno). Ad esempio il profeta Malachia fa dire a Dio: «la mia giustizia sorgerà come un sole e i suoi raggi porteranno la guarigione…il giorno in cui io manifesterò la mia potenza, voi schiaccerete i malvagi» (Libro di Malachia, 3, 20-21). Questa analogia tra la manifestazione di Dio e il sorgere del sole risale al Libro di Isaia (Is 30, 26 e Is 62, 1) ed è ripreso anche nel Libro della Sapienza (Sap 5, 6). Sarà lo stesso Gesù ad applicarle a se stesso le parole di Isaia (Matteo, 4, 16), come fece anche in questa occasione: «Io sono la luce del mondo. Chi crede in me non cammina nelle tenebre» (Gv, 8, 12). Questa interpretazione è implicita già nel primo capitolo del vangelo di Luca (Lc 1, 79-79), in cui Zaccaria profetizza che: «Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge, per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Lc, 1, 79 s.), ed infatti nel capitolo successivo Gesù è presentato come «luce per illuminare le nazioni» (Lc 2, 32). Il simbolismo teologico “Cristo-Luce del mondo” è caratteristico anche del Vangelo di Giovanni (Gv 1, 4-9) e delle Lettere di San Paolo (ad es. Ef 5,14), esso ricorda inoltre sia la Trasfigurazione, durante la quale il volto di Cristo splendeva come il sole (Mt 17, 2), sia soprattutto la Resurrezione, di cui il risorgere quotidiano del sole può essere considerato una metafora. Anche nell’Apocalisse di Giovanni quando Cristo appare all’apostolo: «il suo volto era come il sole quando splende con tutta la sua forza» (1, 16). Anche Sant’Ambrogio (c. 339-397), come citato sopra, connette il solstizio d’inverno e la nascita di Gesù senza alludendo ad alcuna sostituzione della festa pagana, ma riconoscendo in essa un segno provvidenziale. Steven Hijmans, docente di arte romana e archeologia presso l’University of Alberta, ha sostenuto esattamente questa tesi, facendo notare come i cristiani guardassero con attenzione al solstizio d’inverno e alla considerazioni cosmiche, la sua conclusione è chiara: «E’ stato il simbolismo cosmico che ha ispirato la leadership della Chiesa di Roma per eleggere il solstizio d’inverno, il 25 dicembre, come il compleanno di Cristo, e il solstizio d’estate, come quello di Giovanni Battista, integrato dagli equinozi delle loro rispettive date di concepimento. Mentre erano a conoscenza che i pagani chiamavano questo giorno come il “compleanno” del Sol Invictus, questo non ha giocato alcun ruolo nella scelta della data per il Natale».

Una conferma di tutto questo arriva anche dall’arte: i primi cristiani avvertivano infatti la necessità di manifestare questa loro fede anche con le arti figurative. Ci sono arrivati diversi affreschi e mosaici che paragonano Cristo al sole. Un esempio per tutti si trova nella necropoli vaticana dove nel mosaico del soffitto del mausoleo M, composto tra il 150-180 d.C., abbiamo la raffigurazione di Cristo-Sole che ascende al cielo.

Secondo queste tesi, dunque, la scelta del 25 dicembre vene identificata in modo totalmente autonomo e indifferente dal fatto che la stessa data o periodo di tempo fosse già usata dalle feste pagane. Le due feste potrebbero dunque essere sorte pressoché contemporaneamente, parallelamente e senza alcuna intenzione di mutua incidenza. E’ anche possibile comunque che la volontà di sostituire la festa pagana sia coesistente alla scelta del 25 dicembre per motivi prettamente biblici-astronomici.
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4. IL 25 DICEMBRE E’ LA VERA DATA DI NASCITA DI GESU?

Altri studiosi si discostano dalle due tesi precedenti e affermano che il 25 dicembre non è affatto una data simbolica-convenzionale, ma è la vera data storicamente esatta della nascita di Cristo

Tesi archeologico-biblica. Tale tesi (qui ben spiegata in italiano) è basata sulle importanti scoperte archeologiche di Qumran, grazie al Calendario di Qumran e al ritrovamento sopratutto del Libro dei Giubilei (II secolo a.C.). L’evangelista Luca riferisce che l’arcangelo Gabriele annunciò a Zaccaria la nascita del figlio Giovanni Battista, mentre egli stava svolgendo le sue funzioni sacerdotali davanti a Dio nel tempio, nel turno di Abia (Lc 1,62). Nel 1953 la grande specialista francese Annie Jaubert ha studiato il calendario del Libro dei Giubilei, scoprendo che numerosi frammenti di tale testo dimostrano non solo che esso era stato fatto proprio dagli esseni, ma che essi lo avevano usato almeno fino al I secolo d.C. (A. Jaubert, Le calendrier des Jubilées et de la secte de Qumran. Ses origines bibliques, in “Vetus Testamentum, Suppl.” 3 (1953) pp. 250-264). Nel 1958, lo studioso ebreo Shemarjahu Talmon, docente presso l’Università di Gerusalemme, ha ricostruito le turnazioni sacerdotali degli ebrei e, applicandole al calendario gregoriano, ha scoperto che la classe sacerdotale del turno di Abia svolgeva le sue funzioni due volte l’anno, e una di esse corrispondeva all’ultima decade di settembre (cfr. The Calendar Reckoning of the Sect from the Judean Desert. Aspects of the Dead Sea Scrolls, in Scripta Hierosolym itana, vol. IV, Jerusalem 1958, pp. 162-199). Risulta dunque storicamente attendibile la data tradizionale attribuita alla nascita di Giovanni Battista (24 giugno), avvenuta nove mesi dopo l’annuncio di Gabriele a Zaccaria (23 settembre)

Altri studiosi, stimolati da tale scoperta, hanno ricostruito la “filiera” di quella tradizione dei cristiani orientali che pone proprio tra il 23 e il 25 settembre l’annuncio a Zaccaria, giungendo alla conclusione che essa proveniva direttamente dalla Chiesa primitiva, giudeo-cristiana, di Gerusalemme. Tornando alle implicazioni di tale scoperta -passata quasi inosservata, purtroppo-, se è storicamente attendibile la data della nascita di Giovanni Battista (24 giugno), avvenuta nove mesi dopo l’annuncio di Gabriele a Zaccaria (23 settembre), allora ne consegue anche il fondamento storico dell’annunciazione dell’arcangelo Gabriele a Maria (e il concepimento verginale di Gesù) avvenuta “sei mesi dopo”, quindi nel marzo dell’anno successivo (il 25 marzo, secondo il calendario cattolico, come affermato nel 221 d.C. (circa) da Sesto Giulio Africano in Chronographiai): «vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è ilsesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio» (Lc 1, 26-37).

Ovviamente, infine, essendoci sei mesi di distanza tra la nascita di Giovanni Battista e Gesù, tutto questo implica che anche la data del 25 dicembre, (nove mesi dopo), per determinare la nascita di Gesù, è storicamente fondata. Di conseguenza, come spiegato dal biblista Tommaso Federici, è una data storica anche quella della santa circoncisione, avvenuta otto giorni dopo la nascita, secondo la legge di Mosè (Lev 12, 1-3) e così, quaranta giorni dopo la nascita, il 2 febbraio, la “presentazione” di Gesù al tempio.

Di questa importante tesi ne ha parlato anche Antonio Socci, ed è stata sostenuta anche da Vittorio Messori, che inizialmente aderiva all’ipotesi della scelta arbitraria da parte cristiana per contrastare la festa pagana.

L’obiezione dei pastori. Una postilla finale: contro la nascita di Gesù il 25 dicembre viene spesso citato il fatto che in Palestina i pastori, non più tardi del 15 ottobre, riportano il loro gregge al riparo per proteggerlo dal freddo, dalla pioggia e dalla neve. Nei Vangeli, invece, si legge che la notte in cui ebbero l’annuncio della nascita del Salvatore, stavano facendo la guardia al gregge all’aperto (Luca 2:8). A questa obiezione ha risposto Michele Loconsole, dottore in Sacra Teologia Ecumenica, il quale ha spiegato che i giudei distinguono tre tipi di greggi: quello composto da sole pecore dalla lana bianca, quello formato da pecore la cui lana è in parte bianca, in parte nera e quello formato da pecore la cui lana è nera: questi ultimi animali, ritenuti impuri, non possono entrare né in città né nell’ovile, neppure dopo il tramonto, quindi costretti a permanere all’aperto con i loro pastori sempre, giorno e notte, inverno e estate. Inoltre, il testo evangelico riferisce che i pastori facevano turni di guardia: fatto che appare comprensibile solo se la notte è lunga e fredda, proprio come quelle d’inverno. John Stormer ha invece dato un’altra spiegazione: i pastori solitamente trascorrono la notte nei campi con il loro gregge quando gli agnelli sono nati da poco. Le pecore diventano attraenti per i montoni dopo il 21 giugno, e il periodo di gestazione normale è di cinque mesi, così che i nuovi agnelli nascono a metà dicembre.

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5. CONCLUSIONE

Abbiamo dunque valutato le tre tesi dibattute sull’origine del 25 dicembre. Quel che sostiene la vulgata corrente -compreso Benedetto XVI, come abbiamo visto-, cioè la “cristianizzazionedi una festa pagana ha alcune buone motivazione ma esistono altrettante valide obiezioni di cui non si può non tenere conto: è infatti altrettanto probabile che siano stati i romani a “paganizzare” una festa cristiana. Valida risulta anche l’ipotesi che le due feste siano state identificate in modo totalmente indipendente le une dalle altre, i pagani per decisione di Aureliano e i cristiani in modo simbolico basandosi su riflessioni biblico-astronomiche.

Ad una osservazione oggettiva risulta tuttavia molto più attendibile la terza ipotesi, quella basata sugli studi di Annie Jaubert e sopratutto di Shemarjahu Talmon (ebreo, quindi al di sopra delle parti), i quali hanno sostenuto che la data del 25 dicembre è storicamente accertata, e di conseguenza anche tutte le date stabilite dalla tradizione cristiana che vanno perfettamente a collimare con le scoperte di Qumran: l’annuncio di Gabriele a Zaccaria della nascita di Giovanni Battista (23 settembre), la nascita di Giovanni Battista avvenuta nove mesi dopo (24 giugno), l’annuncio dell’arcangelo Gabriele a Maria (e il concepimento verginale di Gesù) avvenuta sei mesi dopo (25 marzo) e, infine, la nascita di Gesù avvenuta nove mesi dopo (25 dicembre).

In ogni caso, anche se si volesse rifiutare quest’ultima tesi e aderire alla “cristianizzazione” di una festa pagana, è importante ribadire come già abbiamo fatto che nulla ci sarebbe di imbarazzante per i cristiani: l’inculturazione manifesta quell’attitudine della chiesa primitiva a guardare con attenzione al mondo nel quale viveva colui al quale si annunciava il vangelo, per coglierne quegli aspetti che potessero aiutarlo a comprendere la novità portata dal Cristo, secondo l’adagio paolino: “Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono, fuggire ogni specie di male” (1Ts 5,21-22). La chiesa di Roma, se si vuole aderire a questa tesi, ha deciso di celebrare la festa del Natale del Signore, vera luce del mondo, proprio nel giorno in cui l’uomo pagano si rivolgeva, ormai incredulo, al Sol invictus, chiedendogli benedizione e salvezza. Nessuno può rinfacciare dunque nulla, lo conferma il fatto che lo stesso Pontefice cattolico aderisce apertamente a questa tesi, che invece per molti dovrebbe “mettere in scacco” i cristiani.

http://www.uccronline.it/2012/12/23/la-festa-del-25-dicembre-e-storicamente-accertata-non-e-pagana/#premessa