22 gennaio 2021

Perché l'anno comincia l'1 gennaio? Perché la circoncisione avviene dopo otto giorni

La circoncisione di Gesù ci riporta ancora una volta all'ebraicità di Gesù, circostanza che non sempre teniamo sufficientemente a mente, ma che nei Vangeli appare costantemente



Cosa mi rispondereste se vi chiedessi che rapporto c’è fra Gesù e il Capodanno e come mai il primo di gennaio cade esattamente otto giorni dopo il Natale? Bene, la risposta è questa: Capodanno viene otto giorni dopo il Natale, la nascita di Gesù, in quanto questi venne circonciso proprio in questa data.

 

Prescrive infatti la Torah: “L'ottavo giorno si circonciderà il bambino”. La circoncisione, dal latino “circum” ("attorno") e “caedere” ("tagliare"), è - come noto - una pratica chirurgica, che consiste nell'asportare una parte o la totalità del prepuzio. Spesso si sente impropriamente dire che fu istituita per motivi di igiene. In realtà però il primo a praticare la circoncisione fu Abramo (intorno al 2.000 a.C.) su ordine di Yahvè, il Dio degli Ebrei, che l’impose quale segno distintivo per gli appartenenti al nascente Popolo Eletto, quello degli ebrei.

 

Gesù, da ebreo quale era, come ci riportano i Vangeli, fu sottoposto a tale pratica: “Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù”. Da evidenziare che la circoncisione di Gesù veniva commemorata fino al 1950 proprio il primo giorno dell’anno,  il primo di gennaio. E, se recuperate un’agenda anteriore a quell'anno, in data 1 gennaio troverete “La Circoncisione di Gesù”, mentre dopo quell'anno sparisce la circoncisione ed appare “Maria Madre di Dio”. Questo in quanto, proprio nel 1950, fu stabilito il dogma dell’Assunzione di Maria in anima e corpo (Costituzione apostolica di Papa Pio XII, 1950).

 

La circoncisione di Gesù ci riporta ancora una volta all'esclusiva ebraicità di Gesù, circostanza che non sempre teniamo sufficientemente a mente, ma che nei Vangeli appare costantemente. Gesù infatti frequentava le sinagoghe: “Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro Sinagoghe”. “Sinagoga” è un termine greco che significa "assemblea”, “luogo di riunione", “luogo di culto”. Gesù vestiva poi secondo i riti e da Rabbino e portava il classico mantello con le frange: “I malati delle piazze lo pregarono di potergli toccare almeno la frangia del mantello…” Questo a seguito del seguente precetto della Torah: “Tu metterai delle frange ai quattro lati dell’abito che vestirai”.

 

Partecipava inoltre alle feste ebraiche: “Si avvicinava intanto la festa dei giudei, detta delle Capanne. Andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui”. La “Festa delle Capanne” (…“Sukkot”…) è una delle festività ebraiche più importanti. Ricorda la vita del popolo di Israele nel deserto, durante il loro viaggio verso la Terra Promessa, periodo in cui vissero in capanne ("sukkot"). E poi: “Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d’inverno. Gesù passeggiava nel Tempio, sotto il portico di Salomone”. La “Festa della Dedicazione” detta anche “Festa delle Luci” (“Hannukah”) avviene a dicembre, terzo mese del calendario ebraico.

Commemora la ridedicazione del Tempio di Gerusalemme da parte di Giuda Maccabeo nel 165 a.C.

 

E ancora… “Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Il primo giorno degli azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: dove vuoi che ti prepariamo la Pasqua?” Era il “Seder di Pessach”, la cena della Pasqua “ebraica”, in ricordo di quella che aveva preceduto la liberazione dalla schiavitù in Egitto; Gesù compiva infine anche i riti secondo le tradizioni ebraiche: “Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia. Aperto lo trovò il passo dove era scritto: lo spirito di Geova (Yahvè) è su di me, perché egli mi ha unto per dichiarare la buona notizia ai poveri. Mi ha mandato per predicare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi, per mettere in libertà gli oppressi, per predicare l’anno accettevole di Geova”. Finito di leggere questo brano Gesù: “Arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette”.

 

Interessante evidenziare la scoperta nel 1958 di due manoscritti relativi ad Isaia nella Grotta Ain-Feshka, a sud di Qumran, del tutto simili a quello sopra descritto, oggi esposti all’Università ebraica di Gerusalemme.


Riccardo Petroni