28 settembre 2016

José Sánchez Del Río, il bambino che diede la vita per la fede

Canonizzato da Papa Francesco il prossimo 16 ottobre


Vittima delle persecuzioni religiose di uno dei più radicali governi anticlericali della storia del Messico e testimone di selvaggi omicidi durante la guerra ‘cristera’, Jose Luis Sanchez del Rio fu arrestato dal suo padrino nella stessa chiesa in cui fu battezzato, poi brutalmente torturato e martirizzato nel cimitero della sua città natale per la sua coraggiosa difesa della Chiesa Cattolica. Aveva solo 14 anni. Prima di morire, i suoi carnefici gli chiesero: “Cosa manda a dire a suo padre?”. Lui rispose: “Che ci vedremo in cielo. Viva Cristo Re e la Vergine di Guadalupe!”. 
Papa Francesco ha firmato martedì scorso il decreto che stabilisce la canonizzazione di questo coraggioso bambino che sarà elevato agli onori degli altari in Vaticano, il prossimo 16 ottobre. In vista di questo evento, ZENIT ha intervistato padre Luis Manuel Laureán LC, compaesano del beato, il quale ci racconta come proprio il ricordo e l’esempio di ‘Joselito’ hanno confermato la sua vocazione sacerdotale. Di seguito l’intervista. 
***
Martire a 14 anni. Potremmo riassumere così la vita di José Luis Sánchez del Río, che sará canonizzato il prossimo 16 ottobre. Peraltro questo giovane beato messicano era originario di Sahuayo, nel Michoacán, il suo stesso paese natale. Come ha accolto quindi questa notizia?
Con enorme gioia. Appena appresa la notizia, l’ho rilanciata. E subito, nella mia città, hanno suonato le campane, si è svolta una processione e una solenne celebrazione di ringraziamento, e ci sono stati i “fuochi d’artificio” in segno di festa e di allegria…
Sicuramente le saranno tornati alla mente anche tanti ricordi…
Tutti da bambini nel mio paese abbiamo ascoltato la storia di José Sánchez del Río e l’abbiamo imparata a memoria. Tante volte abbiamo visitato anche il Battistero della nostra parrocchia che fu la sua prigione e il fonte battesimale dove fu battezzato, come tutti noi. Ho ricordato la casa del mio vicino, Rafael Gil “el Zamorano”, i giochi da ragazzo con suo figlio, della stessa mia età, i cavalli e le mucche da latte. Ma ho ricordato anche le armi che ho visto sul tavolo del “Zamorano”, non sapendo poi che il padre del mio amico aveva partecipato come gendarme al martirio di Joselito. Tantomeno immaginavo che fosse stato proprio lui a sparargli il colpo di grazia vicino l’orecchio destro, come si può vedere dal foro nel cranio conservato nel reliquiario.
Lei ha scritto vari libri su questo piccolo testimone di Cristo….
Sì, ho pubblicato tre versioni di una biografia documentata. La prima in Messico, poi a Madrid per la casa editrice De Buena Tinta, e una terza a Città del Messico per una edizione privata. Entrambe quest’ultime con il medesimo titolo “El niño testigo de Cristo Rey” (Il bambino testimone di Cristo Re). Per 10 anni ho cercato la documentazione adatta per il mio libro, specie nei musei dedicati alla ‘Cristiada’, come pure nell’archivio municipale di Morelia, nel Michoacán, in quello diocesano de Zamora, nella Fototeca Nazionale, negli archivi parrocchiali. Ho materiale per altre pubblicazioni e documentari. Inoltre, mi piacerebbe scrivere una storia romanzata di ‘Joselito’ per i lettori adolescenti. 
Può tratteggiare un ritratto del Beato per chi non ha mai sentito parlare di lui?
José Sánchez del Río è stato soprattutto un buon cristiano che ha dato la sua vita in difesa della fede. Si era arruolato tra le fila dell’esercito cristero per difendere la sua religione, la sua Chiesa, i suoi sacerdoti che subivano un’autentica persecuzione per i capricci del generale Plutarco Elías Calles che volle applicare le leggi anticlericali contro la Chiesa cattolica. La fermezza nel chiedere il permesso ai suoi genitori (vista la sua tenera età) di non prendere le armi e di aiutare i cristeros curando i cavalli, pulendo le armi, preparando e distribuendo gli alimenti, svolgendo commissioni, hanno realizzato il suo proposito di difendere la religione. In uno scontro con un battaglione di federali, fu ucciso il cavallo del suo capitano. José, di getto, smontò dal suo e offrì il suo cavallo dicendo: “Io sono molto piccolo, non mi faranno nulla; lei è più necessario per la difesa…”. Il comandante ha potuto salvarsi, ma il giovane fu arrestato e rinchiuso nel carcere della Cotija; poi salutato il suo popolo di Sahuayo, qualche giorno dopo fu condannato a morte per non aver rinnegato la sua fede, rifiutando di gridare “Viva il governo supremo”, ma urlando piuttosto “Viva Cristo Re e la Vergine di Guadalupe!”.
Quale aspetto in particolare la colpisce del beato José Sánchez del Río?
Il suo coraggio, la sua fede in Gesù Cristo, la sua forza. Nemmeno la truppa tutta insieme ha avuto il coraggio e la tempra di questo ragazzino, come hanno rivelato i suoi stessi carnefici, e come ha ricordato il cardinale José Saraiva Martins nell’omelia della Messa di ringraziamento in Sahuayo. Si tratta di un degno esempio per bambini e adolescenti, un protettore… Tanto che è stato nominato patrono di diversi seminari, come ad esempio quello degli Operai del Regno di Cristo, in Messico, del Verbum Dei nel Nord America. È anche il patrono principale dei bambini dell’ECYD, insieme a S. Ignazio di Antiochia.
La testimonianza del martirio di Joselito ha influito in qualche modo sulla sua vocazione personale?
Il suo ricordo e il suo esempio hanno aiutato e confermato la mia vocazione sacerdotale. Io lo considero il mio intercessore personale. Inoltre la sua storia e la sua innocenza tengono in vita il mio popolo e tutto il Messico. La devozione verso José si è estesa anche in Italia, Spagna, Stati Uniti e tutta l’America. Quando arrivai in Argentina e raccontavo la sua storia ai giovani dell’Azione Cattolica mi dicevano che già conoscevano il suo martirio e che nutrivano una grande ammirazione per lui. In Italia è stato pubblicato pure un libro, nel 1938, dal titolo “Messico martire” (México mártir) di Luigi Ziliani.
Ha mai avuto la possibilità di parlare con alcuni dei suoi aguzzini o con chi fisicamente ha premuto il grilletto? Si sono mai pentiti di ciò che hanno fatto?
Sí, come dicevo ho conosciuto “el Zamorano”, poi anche “la Aguada” (alias Rafael Gil) e Alfredo Amezcua. Da quello che ho potuto constatare, hanno vissuto con un grande pentimento. Rafael, il mio vicino di casa, aveva grandi possibilità economiche ma era sempre molto triste e taciturno, con pochi amici; Alfredo Amezcua era una persona molto litigiosa e più volte ha litigato con le armi alle mani… Credo che l’intercessione di José Sánchez del Río abbia concesso la grazia della conversione a questi due carnefici, o almeno il loro pentimento.
Come diceva Tertuliano, il sangue dei martiri è seme per i cristiani…
Sí, è vero. La vita cristiana del mio popolo e di quello del México è rifiorita: la chiesa parrocchiale profanata è stata ricostruita; l’Azione Cattolica si è rianimata, come pure la famosa ACJM (Azione Cattolica della Gioventù Messicana); sono stati ripresi gli Esercizi spirituali, in particolare quelli ignaziani, le catechesi dei bambini. Si sono moltiplicate le vocazioni alla vita religiosa e sacerdotale, è stata costruita una cappella e monumento a Cristo Re.
In conclusione, cosa chiede al suo concittadino ora che diventerà Santo?
Che interceda per il nostro popolo, che si possa raggiungere la pace sociale e politica a cui anela tutto il Messico, e che terminino le guerre che stanno facendo soffrire tutti, soprattutto i bambini.

24 settembre 2016

Passi nel Silenzio

Restiamo al nostro posto, noi tutti che abbiamo scelto di stare umilmente nella casa del nostro Dio. Il nostro posto è rinuncia, è umiltà, è povertà volontaria, è obbedienza, è pace e gioia nello Spirito Santo. Il nostro posto è stare sotto un maestro, sotto un Abate, sotto una regola, sotto una disciplina. Il nostro posto è applicarci al silenzio, praticare il digiuno, le veglie, la preghiera, il lavoro manuale e, soprattutto, seguire la via ancora più eccellente che è quella della carità; e poi, in tutte queste cose, progredire di giorno in giorno, e perseverare in esse fino all'ultimo giorno.
(San Bernardo: Lettera 142)

20 settembre 2016

Caro Toni sempre con queste tue figuracce, Papa Benedetto nel 2011 era ad Assisi....


INTERVENTO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI 
Assisi, Basilica di Santa Maria degli Angeli
Giovedì
, 27 ottobre 2011


 Cari fratelli e sorelle,
distinti Capi e rappresentanti delle Chiese e Comunità ecclesiali e delle religioni del mondo,
cari amici,


sono passati venticinque anni da quando il beato Papa Giovanni Paolo II invitò per la prima volta rappresentanti delle religioni del mondo ad Assisi per una preghiera per la pace. Che cosa è avvenuto da allora? A che punto è oggi la causa della pace? Allora la grande minaccia per la pace nel mondo derivava dalla divisione del pianeta in due blocchi contrastanti tra loro. Il simbolo vistoso di questa divisione era il muro di Berlino che, passando in mezzo alla città, tracciava il confine tra due mondi. Nel 1989, tre anni dopo Assisi, il muro cadde – senza spargimento di sangue. All’improvviso, gli enormi arsenali, che stavano dietro al muro, non avevano più alcun significato. Avevano perso la loro capacità di terrorizzare. La volontà dei popoli di essere liberi era più forte degli arsenali della violenza. La questione delle cause di tale rovesciamento è complessa e non può trovare una risposta in semplici formule. Ma accanto ai fattori economici e politici, la causa più profonda di tale evento è di carattere spirituale: dietro il potere materiale non c’era più alcuna convinzione spirituale. La volontà di essere liberi fu alla fine più forte della paura di fronte alla violenza che non aveva più alcuna copertura spirituale. Siamo riconoscenti per questa vittoria della libertà, che fu soprattutto anche una vittoria della pace. E bisogna aggiungere che in questo contesto si trattava non solamente, e forse neppure primariamente, della libertà di credere, ma anche di essa. Per questo possiamo collegare tutto ciò in qualche modo anche con la preghiera per la pace.

Ma che cosa è avvenuto in seguito? Purtroppo non possiamo dire che da allora la situazione sia caratterizzata da libertà e pace. Anche se la minaccia della grande guerra non è in vista, tuttavia il mondo, purtroppo, è pieno di discordia. Non è soltanto il fatto che qua e là ripetutamente si combattono guerre – la violenza come tale è potenzialmente sempre presente e caratterizza la condizione del nostro mondo. La libertà è un grande bene. Ma il mondo della libertà si è rivelato in gran parte senza orientamento, e da non pochi la libertà viene fraintesa anche come libertà per la violenza. La discordia assume nuovi e spaventosi volti e la lotta per la pace deve stimolare in modo nuovo tutti noi. 

Cerchiamo di identificare un po’ più da vicino i nuovi volti della violenza e della discordia. A grandi linee – a mio parere – si possono individuare due differenti tipologie di nuove forme di violenza che sono diametralmente opposte nella loro motivazione e manifestano poi nei particolari molte varianti. Anzitutto c’è il terrorismo, nel quale, al posto di una grande guerra, vi sono attacchi ben mirati che devono colpire in punti importanti l’avversario in modo distruttivo, senza alcun riguardo per le vite umane innocenti che con ciò vengono crudelmente uccise o ferite. Agli occhi dei responsabili, la grande causa del danneggiamento del nemico giustifica ogni forma di crudeltà. Viene messo fuori gioco tutto ciò che nel diritto internazionale era comunemente riconosciuto e sanzionato come limite alla violenza. Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente e che proprio il carattere religioso degli attacchi serve come giustificazione per la crudeltà spietata, che crede di poter accantonare le regole del diritto a motivo del “bene” perseguito. La religione qui non è a servizio della pace, ma della giustificazione della violenza.

La critica della religione, a partire dall’illuminismo, ha ripetutamente sostenuto che la religione fosse causa di violenza e con ciò ha fomentato l’ostilità contro le religioni. Che qui la religione motivi di fatto la violenza è cosa che, in quanto persone religiose, ci deve preoccupare profondamente. In un modo più sottile, ma sempre crudele, vediamo la religione come causa di violenza anche là dove la violenza viene esercitata da difensori di una religione contro gli altri. I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermezza: questa non è la vera natura della religione. È invece il suo travisamento e contribuisce alla sua distruzione. Contro ciò si obietta: ma da dove sapete quale sia la vera natura della religione? La vostra pretesa non deriva forse dal fatto che tra voi la forza della religione si è spenta? Ed altri obietteranno: ma esiste veramente una natura comune della religione, che si esprime in tutte le religioni ed è pertanto valida per tutte? Queste domande le dobbiamo affrontare se vogliamo contrastare in modo realistico e credibile il ricorso alla violenza per motivi religiosi. Qui si colloca un compito fondamentale del dialogo interreligioso – un compito che da questo incontro deve essere nuovamente sottolineato. Come cristiano, vorrei dire a questo punto: sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna. Ma è assolutamente chiaro che questo è stato un utilizzo abusivo della fede cristiana, in evidente contrasto con la sua vera natura. Il Dio in cui noi cristiani crediamo è il Creatore e Padre di tutti gli uomini, a partire dal quale tutte le persone sono tra loro fratelli e sorelle e costituiscono un’unica famiglia. La Croce di Cristo è per noi il segno del Dio che, al posto della violenza, pone il soffrire con l’altro e l’amare con l’altro. Il suo nome è “Dio dell’amore e della pace” (2 Cor 13,11). È compito di tutti coloro che portano una qualche responsabilità per la fede cristiana purificare continuamente la religione dei cristiani a partire dal suo centro interiore, affinché – nonostante la debolezza dell’uomo – sia veramente strumento della pace di Dio nel mondo.

Se una tipologia fondamentale di violenza viene oggi motivata religiosamente, ponendo con ciò le religioni di fronte alla questione circa la loro natura e costringendo tutti noi ad una purificazione, una seconda tipologia di violenza dall’aspetto multiforme ha una motivazione esattamente opposta: è la conseguenza dell’assenza di Dio, della sua negazione e della perdita di umanità che va di pari passo con ciò. I nemici della religione – come abbiamo detto – vedono in questa una fonte primaria di violenza nella storia dell’umanità e pretendono quindi la scomparsa della religione. Ma il “no” a Dio ha prodotto crudeltà e una violenza senza misura, che è stata possibile solo perché l’uomo non riconosceva più alcuna norma e alcun giudice al di sopra di sé, ma prendeva come norma soltanto se stesso. Gli orrori dei campi di concentramento mostrano in tutta chiarezza le conseguenze dell’assenza di Dio.

Qui non vorrei però soffermarmi sull’ateismo prescritto dallo Stato; vorrei piuttosto parlare della “decadenza” dell’uomo, in conseguenza della quale si realizza in modo silenzioso, e quindi più pericoloso, un cambiamento del clima spirituale. L’adorazione di mammona, dell’avere e del potere, si rivela una contro-religione, in cui non conta più l’uomo, ma solo il vantaggio personale. Il desiderio di felicità degenera, ad esempio, in una brama sfrenata e disumana quale si manifesta nel dominio della droga con le sue diverse forme. Vi sono i grandi, che con essa fanno i loro affari, e poi i tanti che da essa vengono sedotti e rovinati sia nel corpo che nell’animo. La violenza diventa una cosa normale e minaccia di distruggere in alcune parti del mondo la nostra gioventù. Poiché la violenza diventa cosa normale, la pace è distrutta e in questa mancanza di pace l’uomo distrugge se stesso.

L’assenza di Dio porta al decadimento dell’uomo e dell’umanesimo. Ma dov’è Dio? Lo conosciamo e possiamo mostrarLo nuovamente all’umanità per fondare una vera pace? Riassumiamo anzitutto brevemente le nostre riflessioni fatte finora. Ho detto che esiste una concezione e un uso della religione attraverso il quale essa diventa fonte di violenza, mentre l’orientamento dell’uomo verso Dio, vissuto rettamente, è una forza di pace. In tale contesto ho rimandato alla necessità del dialogo, e parlato della purificazione, sempre necessaria, della religione vissuta. Dall’altra parte, ho affermato che la negazione di Dio corrompe l’uomo, lo priva di misure e lo conduce alla violenza.

Accanto alle due realtà di religione e anti-religione esiste, nel mondo in espansione dell’agnosticismo, anche un altro orientamento di fondo: persone alle quali non è stato dato il dono del poter credere e che tuttavia cercano la verità, sono alla ricerca di Dio. Persone del genere non affermano semplicemente: “Non esiste alcun Dio”. Esse soffrono a motivo della sua assenza e, cercando il vero e il buono, sono interiormente in cammino verso di Lui. Sono “pellegrini della verità, pellegrini della pace”. Pongono domande sia all’una che all’altra parte. Tolgono agli atei combattivi la loro falsa certezza, con la quale pretendono di sapere che non c’è un Dio, e li invitano a diventare, invece che polemici, persone in ricerca, che non perdono la speranza che la verità esista e che noi possiamo e dobbiamo vivere in funzione di essa. Ma chiamano in causa anche gli aderenti alle religioni, perché non considerino Dio come una proprietà che appartiene a loro così da sentirsi autorizzati alla violenza nei confronti degli altri. Queste persone cercano la verità, cercano il vero Dio, la cui immagine nelle religioni, a causa del modo nel quale non di rado sono praticate, è non raramente nascosta. Che essi non riescano a trovare Dio dipende anche dai credenti con la loro immagine ridotta o anche travisata di Dio. Così la loro lotta interiore e il loro interrogarsi è anche un richiamo a noi credenti, a tutti i credenti a purificare la propria fede, affinché Dio – il vero Dio – diventi accessibile. Per questo ho appositamente invitato rappresentanti di questo terzo gruppo al nostro incontro ad Assisi, che non raduna solamente rappresentanti di istituzioni religiose. Si tratta piuttosto del ritrovarsi insieme in questo essere in cammino verso la verità, dell’impegno deciso per la dignità dell’uomo e del farsi carico insieme della causa della pace contro ogni specie di violenza distruttrice del diritto. In conclusione, vorrei assicurarvi che la Chiesa cattolica non desisterà dalla lotta contro la violenza, dal suo impegno per la pace nel mondo. Siamo animati dal comune desiderio di essere “pellegrini della verità, pellegrini della pace”. Vi ringrazio.



      

12 settembre 2016

Papa a Santa Marta: il diavolo vuole dividere la Chiesa

Le divisioni distruggono la Chiesa e il diavolo cerca di attaccare quella che è la radice dell’unità, ovvero la celebrazione eucaristica: lo ha detto Papa Francesconella Messa mattutina a Casa Santa Marta nel giorno in cui la Chiesa fa memoria del Nome di Maria


Commentando la Lettera di San Paolo ai Corinzi, rimproverati dall’apostolo per i loro litigi, Papa Francesco ha ribadito che “il diavolo ha due armi potentissime per distruggere la Chiesa: le divisioni e i soldi”. E questo è accaduto sin dall’inizio: “divisioni ideologiche, teologiche, che laceravano la Chiesa. Il diavolo semina gelosie, ambizioni, idee, ma per dividere! O semina cupidigia”. E come avviene dopo una guerra “tutto è distrutto. E il diavolo se ne va contento. E noi - ingenui, stiamo al suo gioco”. “E’ una guerra sporca quella delle divisioni – ripete ancora una volta il Papa - è come un terrorismo”, quello delle chiacchiere nelle comunità, quello della lingua che uccide, “butta la bomba, distrugge e rimango”:

“E le divisioni nella Chiesa non lasciano che il Regno di Dio cresca; non lasciano che il Signore si faccia vedere bene, come è Lui. Le divisioni fanno sì che si veda questa parte, quest’altra parte contro di questa e contro di… Sempre contro! Non c’è l’olio dell’unità, il balsamo dell’unità. Ma il diavolo va oltre, non solo nella comunità cristiana, va proprio alla radice dell’unità cristiana. E questo è quello che accade qui, nella città di Corinto, ai Corinzi. Paolo li rimprovera perché le divisioni arrivano proprio, proprio alla radice dell’unità e cioè alla celebrazione eucaristica”.
Nel caso dei Corinzi, vengono fatte divisioni tra i ricchi e i poveri proprio durante la celebrazione eucaristica. Gesù – sottolinea il Papa – “ha pregato il Padre per l’unità. Ma il diavolo cerca di distruggere fino a lì”:

“Io vi chiedo di fare tutto il possibile per non distruggere la Chiesa con le divisioni, siano ideologiche, siano di cupidigia e di ambizione, siano di gelosie. E soprattutto di pregare e custodire la fonte, la radice propria dell’unità della Chiesa, che è il Corpo di Cristo; e che noi – tutti i giorni – celebriamo il suo sacrificio nell’Eucarestia”.

San Paolo parla delle divisioni tra i Corinzi, 2000 anni fa …

“Questo può dirlo Paolo oggi a tutti noi, alla Chiesa d’oggi. ‘Fratelli, in questo, non posso lodarvi, perché vi riunite insieme non per il meglio, ma per il peggio!’. Ma la Chiesa riunita tutta per il peggio, per le divisioni: per il peggio! Per sporcare il Corpo di Cristo nella celebrazione eucaristica! E lo stesso Paolo ci dice, in un altro passo: ‘Chi mangia e beve il Corpo e il Sangue di Cristo indegnamente, mangia e beve la propria condanna’. Chiediamo al Signore l’unità della Chiesa, che non ci siano divisioni. E l’unità anche nella radice della Chiesa, che è proprio il sacrificio di Cristo, che ogni giorno celebriamo”.

10 settembre 2016

Nella mente di chi odia il Papa (il Vangelo e la Chiesa):

Dialogo con dei presunti cattolici che credono il Papa sia l'Anticristo (eresie giostrate da non sottovalutare!)





Espongo una delle tante discussioni che intrattengo con chi crede che il Papa sia un impostore credendo e leggendo le frottole che girano in internet e non che sono frutto certamente oltre che di ignoranza, di orgoglio, disobbedienza, presunzione e fariseismo, di una strategia del maligno e di certe sette.






(Tempo fa) Tizio (sarebbe il mio nome inventato)
(scomunica contro falsi messaggi mistici già condannati da Vescovi e teologi)

Lucio (nome di fantasia per la privacy però è originale il dialogo)
Le scomuniche degli pseudo-vescovi modernisti non mi interessano. Grazie ! Andrebbero scomunicati loro e Bergoglio l'Anticristo.

Tizio: E cip e ciop!. Siamo seri dove hai visto che Bergoglio è l'anticristo?

(Oggi) Tizio: Buon giorno!. Spero non disturbarla ma mi chiedevo come mai pensa che il nostro Papa Francesco sia un antipapa, poiché ho visto che aderisce a delle pagine sataniche che riguardano tutti i Papi (antipapi per loro): https://www.facebook.com/pages/Lapostata-antipapa-Bergoglio-Il-Precursore-Dellanticristo/1400690793475797?sk=likes Santa giornata! Emoticon smile

Lucio: Si lo penso, anzi penso sia il Precursore dell'Anticristo o l'Anticristo stesso.

Tizio: E il perché me lo sai dire?

Lucio: Per gli atti del suo pseudo-pontificato, cripto-massonico e comunista.
E per il suo pseudo-magistero ordinario.

Tizio: Fammi esempi concreti

LucioOltre che per le sue pseudo-encicliche, quelle scritte solo da lui.
Come la pseudo "esortazione apostolica" "Evangeli Gaudium" e la pseudo enciclica "Laudato sì".

TizioE cosa hanno di satanico?

LucioI temi contengono eresie palesi, specialmente la "Laudato sì".
Totalmente panteista.

TizioTipo?

LucioSe la Legga pare un Comunicato di Green Peace.
O di qualche Associazione Animalista.

TizioNo amico, mi faccia capire precisamente quale eresie, altrimenti non è credibile.
Quali parole?
Anche io voglio capire

(Corrado Gnerre. Commento all’Enciclica “Laudato sì” di papa Francesco, dico solo che io non leggerei da questo blog!....)

TizioNon si parla di eresie ma di aspetti non condivisi o problematici
Se lei non è d'accordo con un Papa quando parla di inquinamento... lo condannerebbe di eresia?
Siamo messi bene!.

LucioSi.

TizioQuindi se io ti dico:" L'inquinamento è causato dall'uomo" tu mi diresti che sono eretico?

LucioSenta io disprezzo costui, quindi mi lasci in pace.
Non sono comunista.

TizioL'odio è da Dio?

(Socci è tra gli eretici sedevacantisti preghiamo per lui e per coloro che leggono le sue congetture...)

No, ma gli eretici non vanno amati.

TizioC'è nel Vangelo non ricordo?
Gesù non ha detto mai di odiate chi non la pensa come noi

LucioS. Paolo dice in Galati 1, 6Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. 7In realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire (capovolgere) il vangelo di Cristo. 8Orbene, se anche vi (vuol dire insegnare, discernere, interpretare) un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato (cioè Paolo e il resto degli apostoli), sia anàtema (maledetto)! 9L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!

TizioAppunto

LucioAppunto lo dico io.

TizioIo non odio il Papa lei si

LucioQuello predicato da Jorge Mario Bergoglio è un vangelo sociale, diverso da quello insegnato dalla Chiesa per 2000 anni ed egli non è il Papa.
La sua elezione è totalmente invalida.
Era un Eretico anche prima dell'Elezione, quindi non poteva essere Eletto Papa Validamente.

(La sua elezione è validissima, se non era valida che facevano li i Cardinali?.
Su questo si può approfondire:

TizioSenza prove senza le sue dichiarazioni, solo ascoltando siti che fomentano odio giusto?

LucioNo mi riferisco alla Costituzione Apostolica "Cum Ex-Apostolatus Officio", Emanata da S.S Paolo IV, nel 1559, che riporta al Canone 188, al paragrafo 4 Afferma: OGNI UFFICIO RIMANE VACANTE, PER TACITA RINUNCIA, "IPSO FACTO", E SENZA ALCUNA DICHIARAZIONE SE IL CHIERICO SI ALLONTANA DALLA FEDE CATTOLICA".

TizioIl che non c'è mai stato ne in alcuna dichiarazione ne in una sola parola.

LucioLe relazioni del vescovo Jorge M. Bergoglio con il "Parlamento delle Religioni Unite"
Il il "Parlamento delle Religioni Unite" (PRU) è un organismo ispirato dalla Massoneria con la pretesa di realizzare la falsa unione delle religioni nel massonico concetto di pluralità e fraternità, mettendo sullo stesso piano il Cattolicesimo e le false religioni. IL 5 MAGGIO DEL 2006, il Cardinale Bergoglio impartì la sua benedizione al PARLAMENTO delle RELIGIONI (ente con sede a Buenos Aires, che mira ad unire tutte le religioni). Il presidente di questa ente è un induista, MAHATMA KRISHANADA . Nel sito ufficiale di questa associazione si trova (per ora) tutta la documentazione - prova. Ecco il link, doveho estrapolato la foto. Fonte:http://statveritasblog.blogspot.it/…/recordamos-las-relacio …

(questo è un blog che fomenta l'odio ingiustificato, vi sono solo foto del Papa ancora Vescovo in un conferenza e due righe in spagnolo, nessuna abiura! Sarà tra peccatori ma non sta facendo altro)

LucioAllora era Vescovo di Buenos Aires.
E' stata una riunione eretica e sincretista.
Oltre che Panreligiosa.

TizioPartecipare ad una relazione non significa adottare le loro idee. Anche i preti dialogano con gli atei e fanno dibattiti e confronti ma non diventano certo atei!

LucioQuì c'è stata una preghiera comune non c'è stata una comunione semplice.

LucioAltra Eresie, con chi nega una o più Verità della Fede non esiste "Comunicatio in Sacris": https://www.facebook.com/Tv2000it/videos/827290067360696/?pnref=story

(questo video contiene le dichiarazioni del Papa in cui dice solamente che è bene pregare con i cristiani non cattolici)

TizioPregare lo si può fare, ad esempio i testimoni di geova pregano pure il padre nostro!

LucioSi ma pregare con chi nega una o più Verità di Fede è impossibile.
Non esiste "Comunicatio in Sacris" alcuna.
Il Battesimo dei Luterani, o dei Riformati Calvinisti non è Valido, al contrario di come afferma lui.

TizioNon è così esistono due battesimi quello di San Giovanni Battista che è comune a tutti i cristiani che è quello della conversione!.

LucioNo lei dice sciocchezze assolute.
Il Battesimo Amministrato con Riti non Cattolici, né Ortodossi non è Valido !
Il battesimo luterano e quello dei riformati non è nemmeno un battesimo.

TizioMt 21,25 Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: «Dal cielo», ci risponderà: «Perché allora non gli avete creduto?»
Ho capito però a livello teologico il Papa non ha torto perché esiste un battesimo di conversione che è valido per tutti contro i peccati e il maligno. Tutti si chiamano cristiani.

LucioNon è così.

TizioCredono in Gesù? Sono cristiani!. Anche se non credono a tutta la verità.

4 settembre 2016

Papa Francesco: “L’inferno non esiste, la storia di Adamo ed Eva è solo una metafora”.... BOOOMMMMMM!!!!!!!!!!

Niente paura, è solo la solita bufala che pseudocattolici continuano a condividere. Che l'inferno non esiste e Adamo ed Eva sono una metafora, Papa Francesco lo ha detto durante il Concilio Vaticano III (terzo).....


Qui siamo in terra sacra, bufale sul papa in carica, oltretutto di una facilità da sbufalare disarmante.
La fonte è Diversity Chronicle un blog americano che si occupa di diversità…nelle loro stesse parole:
Diversity Chronicle is a news web site focusing on news events relating to diversity of all kinds. Our veteran hard hitting journalists are not afraid to tackle any subject from a rational, objective and balanced point of view.
Che tradotto alla boia d’un giuda (per rimanere in tema cattolico) significa più o meno questo: Diversity Chronicle è un web site di news che si focalizzano sugli eventi che trattano di qualsivoglia genere di diversità (???). I nostri giornalisti veterani non si spaventano di trattare qualsiasi argomento da un punto di vista, razionale, oggettivo e bilanciato…
E cosa dicono di oggettivo e bilanciato su Papa Francesco? Boiate, boiate grosse. Secondo Diversity Chronicle il papa avrebbe rilasciato questa dichiarazione:
Through humility, soul searching, and prayerful contemplation we have gained a new understanding of certain dogmas. The church no longer believes in a literal hell where people suffer. This doctrine is incompatible with the infinite love of God. God is not a judge but a friend and a lover of humanity. God seeks not to condemn but only to embrace. Like the fable of Adam and Eve, we see hell as a literary device. Hell is merely a metaphor for the isolated soul, which like all souls ultimately will be united in love with God”
“All religions are true, because they are true in the hearts of all those who believe in them. What other kind of truth is there? In the past, the church has been harsh on those it deemed morally wrong or sinful. Today, we no longer judge. Like a loving father, we never condemn our children. Our church is big enough for heterosexuals and homosexuals, for the pro-life and the pro-choice! For conservatives and liberals, even communists are welcome and have joined us. We all love and worship the same God.”
Insomma il papa avrebbe detto che Adamo ed Eva sono una fiaba, che l’inferno non esiste, ma che si tratta di una metafora per le anime abbandonate. Tutte le religioni sono vere perché vero è l’amore dei fedeli. La nostra chiesa (cattolica ndr) oggi è aperta a tutti: etero ed omosessuali, abortisti ed anti abortisti, conservatori e liberali, perfino i comunisti sono benvenuti!

E quando le avrebbe dette queste cose?
The Third Vatican Council concluded today with Pope Francis announcing that Catholicism is now a “modern and reasonable religion, which has undergone evolutionary changes.
Aspetta un attimo? Il terzo concilio vaticano? Ma non c’è stato un terzo concilio vaticano, l’ultimo è il secondo, e si è tenuto negli anni 60! Detto ciò, Diversity Chronicle è in realtà l’equivalente di Lercio.it, ma per farcelo sapere occorre entrare nel discalimer della pagina, altrimenti TUTTO quel che vediamo sembra buono e genuino….e difatti il numero di siti che hanno rigirato la notizia pigliandola per buona è immane!

Santa Messa e canonizzazione della Beata Madre Teresa di calcutta

GIUBILEO DEGLI OPERATORI E DEI VOLONTARI DELLA MISERICORDIA
OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Piazza San Pietro
Domenica, 4 settembre 2016



«Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?» (Sap 9,13). Questo interrogativo del Libro della Sapienza, che abbiamo ascoltato nella prima lettura, ci presenta la nostra vita come un mistero, la cui chiave di interpretazione non è in nostro possesso. I protagonisti della storia sono sempre due: Dio da una parte e gli uomini dall’altra. Il nostro compito è quello di percepire la chiamata di Dio e poi accogliere la sua volontà. Ma per accoglierla senza esitazione chiediamoci: quale è la volontà di Dio?

Nello stesso brano sapienziale troviamo la risposta: «Gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito» (v. 18). Per verificare la chiamata di Dio, dobbiamo domandarci e capire che cosa piace a Lui. Tante volte i profeti annunciano che cosa è gradito al Signore. Il loro messaggio trova una mirabile sintesi nell’espressione: «Misericordia io voglio e non sacrifici» (Os 6,6; Mt 9,13). A Dio è gradita ogni opera di misericordia, perché nel fratello che aiutiamo riconosciamo il volto di Dio che nessuno può vedere (cfr Gv 1,18). E ogni volta che ci chiniamo sulle necessità dei fratelli, noi abbiamo dato da mangiare e da bere a Gesù; abbiamo vestito, sostenuto, e visitato il Figlio di Dio (cfr Mt 25,40). Insomma, abbiamo toccato la carne di Cristo.

Siamo dunque chiamati a tradurre in concreto ciò che invochiamo nella preghiera e professiamo nella fede. Non esiste alternativa alla carità: quanti si pongono al servizio dei fratelli, benché non lo sappiano, sono coloro che amano Dio (cfr 1 Gv 3,16-18; Gc2,14-18). La vita cristiana, tuttavia, non è un semplice aiuto che viene fornito nel momento del bisogno. Se fosse così sarebbe certo un bel sentimento di umana solidarietà che suscita un beneficio immediato, ma sarebbe sterile perché senza radici. L’impegno che il Signore chiede, al contrario, è quello di una vocazione alla carità con la quale ogni discepolo di Cristo mette al suo servizio la propria vita, per crescere ogni giorno nell’amore. 

Abbiamo ascoltato nel Vangelo che: «una folla numerosa andava con Gesù» (Lc 14,25). Oggi quella “folla numerosa” è rappresentata dal vasto mondo del volontariato, qui convenuto in occasione del Giubileo della Misericordia. Voi siete quella folla che segue il Maestro e che rende visibile il suo amore concreto per ogni persona. Vi ripeto le parole dell’apostolo Paolo: «La tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, poiché il cuore dei credenti è stato confortato per opera tua» (Fm 7). Quanti cuori i volontari confortano! Quante mani sostengono; quante lacrime asciugano; quanto amore è riversato nel servizio nascosto, umile e disinteressato! Questo lodevole servizio dà voce alla fede - dà voce alla fede! - ed esprime la misericordia del Padre che si fa vicino a quanti sono nel bisogno. 

La sequela di Gesù è un impegno serio e al tempo stesso gioioso; richiede radicalità e coraggio per riconoscere il Maestro divino nel più povero e scartato della vita e mettersi al suo servizio. Per questo, i volontari che servono gli ultimi e i bisognosi per amore di Gesù non si aspettano alcun ringraziamento e nessuna gratifica, ma rinunciano a tutto questo perché hanno scoperto il vero amore. E ognuno di noi può dire: “Come il Signore mi è venuto incontro e si è chinato su di me nel momento del bisogno, così anch’io vado incontro a Lui e mi chino su quanti hanno perso la fede o vivono come se Dio non esistesse, sui giovani senza valori e ideali, sulle famiglie in crisi, sugli ammalati e i carcerati, sui profughi e immigrati, sui deboli e indifesi nel corpo e nello spirito, sui minori abbandonati a sé stessi, così come sugli anziani lasciati soli. Dovunque ci sia una mano tesa che chiede aiuto per rimettersi in piedi, lì deve esserci la nostra presenza e la presenza della Chiesa che sostiene e dona speranza”. E, questo, farlo con la viva memoria della mano tesa del Signore su di me quando ero a terra.

Madre Teresa, in tutta la sua esistenza, è stata generosa dispensatrice della misericordia divina, rendendosi a tutti disponibile attraverso l’accoglienza e la difesa della vita umana, quella non nata e quella abbandonata e scartata. Si è impegnata in difesa della vita proclamando incessantemente che «chi non è ancora nato è il più debole, il più piccolo, il più misero». Si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato; ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra, perché riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini – dinanzi ai crimini! - della povertà creata da loro stessi. La misericordia è stata per lei il “sale” che dava sapore a ogni sua opera, e la “luce” che rischiarava le tenebre di quanti non avevano più neppure lacrime per piangere la loro povertà e sofferenza. 

La sua missione nelle periferie delle città e nelle periferie esistenziali permane ai nostri giorni come testimonianza eloquente della vicinanza di Dio ai più poveri tra i poveri. Oggi consegno questa emblematica figura di donna e di consacrata a tutto il mondo del volontariato: lei sia il vostro modello di santità! Penso che, forse, avremo un po’ di difficoltà nel chiamarla Santa Teresa: la sua santità è tanto vicina a noi, tanto tenera e feconda che spontaneamente continueremo a dirle “Madre Teresa”. Questa instancabile operatrice di misericordia ci aiuti a capire sempre più che l’unico nostro criterio di azione è l’amore gratuito, libero da ogni ideologia e da ogni vincolo e riversato verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, razza o religione. Madre Teresa amava dire: «Forse non parlo la loro lingua, ma posso sorridere». Portiamo nel cuore il suo sorriso e doniamolo a quanti incontriamo nel nostro cammino, specialmente a quanti soffrono. Apriremo così orizzonti di gioia e di speranza a tanta umanità sfiduciata e bisognosa di comprensione e di tenerezza.