31 maggio 2012

"Allevo i serpenti, me lo chiede Dio"

Pastore pentecostale muore dopo essere stato morso da uno di loro

Mercoledì 30 Maggio 2012 - 15:51

Washington - Era devoto alla Bibbia e la citava spesso quando spiegava che maneggiare i serpenti è una prova della fede in Dio.

Mack Wolford, un pastore evangelico pentacostale di Bluefild in West Virginia, è morto dopo essere stato morso da uno dei suoi serpenti, che teneva in casa ispirandosi ai dettami del Vangelo di Marco che recita: «Nel Mio nome scacceranno i demoni e prenderanno in mano i serpenti». L'impavido religioso, seguito da numerosi fedeli nell'impresa di vivere a stretto contatto con i rettili a testimonianza della propria fede in Dio, aveva organizzato per la prossima domenica un raduno dei credenti in un parco di Buefild per «divertirsi moltissimo» assieme ai serpenti. Il veleno mortale di una delle sue creature, però, è arrivato prima del grande evento. Non era la prima volta che Mack subiva il morso di uno dei serpenti di cui era proprietario, ha spiegato la sorella, Robin Vanover. Stavolta, però, l'inoculazione del veleno è stata letale, al punto che l'uomo, comprendendo la gravità dell'accaduto, poco prima di morire ha lanciato tramite il suo account di Facebook un messaggio agli altri fedeli chiedendo di pregare per lui, convinto che l'unico modo per curare il morso velenoso di un serpente fosse quello di credere in Dio. La morte del padre di Mack, avvenuta quando lui aveva appena 15 anni, era avvenuta nelle stesse identiche circostanze.

http://www.leggo.it/news/mondo/allevo_i_serpenti_me_lo_chiede_dio_muore_morso_da_uno_di_loro_foto/notizie/181643.shtml


24 maggio 2012

L'amministratore della pagina "Chiesa cattolica" che cattolica non è rinato.... è un somaro!

Nessuna offesa abbiamo solo preso atto della sua immagine del profilo....
al più si possono essere offesi i somari veri per avere un simile fratello....


23 maggio 2012

Pentecostali?... No grazie!

di André Corten *

Il suo più grande successo la Chiesa universale del regno di Dio l'ha ottenuto il 12 ottobre 1995, festa del santo patrono del Brasile, quando, sulla più importante rete televisiva del paese, un suo vescovo ha tentato, colpendo ripetutamente una statua di Nossa Senhora Aparecida, di persuadere i fedeli dell'idolatria dei cattolici. Con quel gesto, implicitamente, voleva anche denunciare il confessionalismo di uno stato che si definisce laico. Quel giorno molti brasiliani, che mai avevano prestato attenzione alla Chiesa universale, s'indignarono per i metodi sensazionalistici, ma parecchi altri si sentirono segretamente fieri di quella multinazionale dai colori brasiliani.
In settanta paesi del mondo, la Chiesa universale propone un unico messaggio: «Smetti di soffrire». Posta sotto inchiesta dalle commissioni parlamentari contro le sette in Francia (1995) (1) e in Belgio (1997) - secondo quest'ultima sarebbe «teatro di molti scandali sessuali» - , appare invece in forte espansione in America latina e in Africa.
Anche a Kinshasa (Congo, ex Zaire), una città totalmente devastata dalla miseria, il culto pentecostale dilaga. Nelle chiese i fedeli in trance si rotolano a terra urlando «Gesù, Gesù!», istigati da pastori dotati di grande carisma, a volte definiti «truffatori di Dio (2)». Capaci di far dimenticare fame e malattie, smascherano «gli attacchi della stregoneria, cui è esposto chiunque soffra di delusioni personali, di oscura malinconia e d'incredulità» come recita l'estratto di sermone pronunciato nella capitale del Congo. Sanno far sognare una «prosperità miracolosa». Le Chiese invadono le strade, con canti e grida che di sera risuonano ovunque, e si servono inoltre di tv, videocassette e addirittura di Internet. «Se non si prendono misure drastiche, tra dieci anni la nazione congolese sarà costituita da una generazione di folli o psicotici», profetizza il professore Mweze, decano delle Facoltà cattoliche di Kinshasa (3).
La Chiesa cattolica, oltre «all'influenza minacciosa di un islam estremista in espansione in Asia e in Africa», teme «la concorrenza spietata, nelle grandi metropoli del terzo mondo, delle Chiese evangeliche, delle sette e di un"culto pentecostale" senza freni (4)». Eppure, alcuni teologi protestanti (5) si domandano se «il culto pentecostale non sia il futuro del cristianesimo nel terzo mondo». In ogni caso, in Africa e in America latina, le conversioni aumentano a ritmo serrato.
Le Chiese si moltiplicano e hanno i nomi più diversi, alcuni ben noti - Assemblea di Dio o Chiesa di Dio - , altri meno - Dio è Amore, Chiesa vivente, Tempio di Sion, Chiesa della vittoria, ecc. Raramente vengono definite «pentecostali»; in genere per indicarle si parla di «evangeliche».
Cosa si intende per culto pentecostale? La sua specificità dottrinale (che non ha niente di eterodosso rispetto alle Chiese riconosciute) considera attuali i doni dello Spirito santo - «parlare lingue sconosciute» (espressione verbale apparentemente incomprensibile che significa lode a Dio), guarire, profetizzare, esorcizzare, ecc. - riportati nel racconto della Pentecoste degli Atti degli Apostoli.
Nato nel protestantesimo e quasi nello stesso periodo - all'inizio del XX secolo - nelle Chiese nere degli Stati uniti, in Sudafrica, in Brasile e in Cile, dal 1980 il movimento del risveglio cresce in modo vertiginoso. In Sudafrica, se si considerano anche le Chiese sioniste (6) e apostoliche, coinvolge quasi la metà della popolazione - mentre ne toccava appena un quarto vent'anni fa. In altri paesi, come Cile o Guatemala, attira dal 15% al 25% della popolazione. In Africa e in America latina il numero complessivo degli adepti di questi culti supererebbe i 100 milioni.
Senza dubbio si tratta di «sette», nel senso corrente del termine, perché ai suoi membri viene richiesto proselitismo e un forte impegno.
Tuttavia, il movimento non risponde a molti degli altri criteri che caratterizzano questo tipo di aggregazione (in particolare il carattere ultraminoritario) perché, nel senso sociologico del termine, non c'è esclusivismo (ciò che conta è la «conversione a Gesù», mentre la formula «fuori della Chiesa non c'è salvezza» non è utilizzata) e il ritiro rispetto al «mondo» è sempre meno presente.
Comunque sia, è il moltiplicarsi di denominazioni, il loro scavalcare le frontiere (Kenya, Uganda, Congo, Ruanda, Burundi, Tanzania o Brasile, Venezuela, Uruguay, Argentina) che dà la misura dell'eccezionalità di questa crescita. Peraltro, ciò che colpisce nei nuovi riti è l'uniformità.
Come spiegarne le somiglianze in Ruanda, Zimbabwe, Costa d'Avorio, Bolivia, Brasile, Guatemala e Haiti? Sono effetto o espressione della globalizzazione?
Fino alla fine degli anni '80, sul dilagare di questi nuovi culti, che negli ambienti cattolici vengono risolutamente definiti «sette», circolava un'unica spiegazione. E faceva riferimento tanto al «Rapporto Rockefeller del 1969» che al «documento di Santa Fe» del 1980, piattaforma ideologica del presidente americano Ronald Reagan. Entrambi i documenti parlavano del rischio di infiltrazioni marxiste nella Chiesa cattolica e dei pericoli della teologia della liberazione. Anche la gerarchia cattolica, peraltro, dava segni di preoccupazione. L'Università di Lovanio non aveva forse tentato, fin dal 1969, appoggiata con discrezione dalla Cia, di fondare un centro di etica cristiana per lo sviluppo, al fine di controllare meglio i teologi latino-americani della cui formazione era in parte responsabile?
In ogni caso, per controbilanciare sul campo l'influenza della teologia della liberazione, la strategia suggerita da questi rapporti consisteva soprattutto nell'appoggiare le Chiese evangeliche che cominciavano a moltiplicarsi. C'è dunque qualcosa di concreto nella diffusa opinione che vede nelle Chiese pentecostali il «braccio spirituale» dell'imperialismo americano.
Nel 1990, due libri di successo - uno di un americano dallo spirito critico, David Stoll (7), l'altro dell'inglese David Martin, noto sociologo delle religioni (8) - mettono un freno a queste semplificazioni.
Se è vero che Washington può vedere di buon occhio lo sviluppo dei movimenti evangelici in quanto portatori di elementi di cultura americana destinati a controbilanciare l'influenza più europea del cattolicesimo, non è assolutamente provato che la straordinaria espansione di questi movimenti sia dovuta a fondi americani. Né che essi abbiano ricevuto importanti sostegni finanziari (comunque più sostanziosi di quelli di cui beneficiano le diverse correnti cattoliche).
In realtà molte di queste Chiese sono completamente autonome. L'espansione della Chiesa universale del regno di Dio fornisce anche un eloquente contro-esempio circa la direzione dei flussi finanziari. Nel suo caso, sono i soldi dei brasiliani poveri che permettono alla Chiesa di insediarsi in tutti i continenti (incluse le nazioni del nord).
Un argomento più solido a favore della tesi del «braccio spirituale» è invece fornito dalla conformità degli stili di religiosità e di dottrina al modello americano. Ovunque in Africa e in America latina, grandi raduni attirano negli stadi masse impressionanti di adepti o di curiosi, programmi televisivi dedicati alla «guarigione divina», talvolta diffusi ventiquattro ore su ventiquattro, coinvolgono strati crescenti della popolazione e, anche nelle città più piccole, i best-seller di devozione tradotti dall'americano sono disponibili nelle librerie evangeliche. Il tutto è associato ai nomi di qualche grande tele-predicatore come Jimmy Swaggart, Pat Robertson, Kenneth Copeland, Reinhard Bonnke o Paul Yonggi Cho, alcuni dei quali, negli Stati uniti sono a capo della Coalizione cristiana e fanno parte dell'entourage presidenziale.
D'altronde, come spiega Paul Gifford (9), che ha mostrato i nessi tra culti pentecostali ed estrema destra sudafricana, le sue principali dottrine sono parzialmente (e in modi diversi) di origine americana, che si tratti della teologia della prosperità - Dio non ama la povertà (arricchirsi non è peccato) - , di quella della liberazione e della guerra spirituale - bisogna cacciare Satana dai nostri corpi, dai nostri spiriti e dai nostri paesi - , o ancora di ciò che Gifford chiama il sionismo cristiano.
Questo giustifica il continuo riferimento a Israele che ricorre nelle predicazioni sia in Africa che in America latina, come pure l'invito rivolto ai fedeli a recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme, come i musulmani vanno alla Mecca. Questa guerra spirituale dal tono millenarista prende anche forme inattese: in Costarica, un pastore-vedette, celebre pentecostale, ha sorvolato il paese «dalla frontiera con il Nicaragua a quella con Panama e da Puantarenas a Limon benedicendo con olio santo ogni 6 chilometri», per «liberare dal male il territorio nazionale allo scopo di facilitare l'evangelizzazione (10)!» Visto che il pentecostalismo classico, il nuovo culto pentecostale («neopentecostalismo») e le Chiese dello stesso tipo, adattano i «poveri» alle esigenze del mercato, abbiamo forse a che fare con il «braccio spirituale» non solo dell'imperialismo americano, ma anche del neo-liberismo trionfante? Con la «macchina narrativa» che rende conto del loro successo mondiale e che si rivolge agli individui (generalmente poveri) e non alle fasce proletarizzate in quanto gruppo, i nuovi culti arrivano effettivamente ad attutire l'impatto negativo dei programmi di aggiustamento strutturale. Offrono ai convertiti quello che la Banca mondiale auspica, cioè l'empowerment (la concessione di diritti) alle donne e agli uomini, la fiducia in sé e nella capacità di vincere le avversità! Permettono agli esclusi della società di non lasciarsi schiacciare, permettono loro di «rilanciarsi».
Inebriati dall'emozione di culti esaltanti, i credenti attraversano così, senza protestare, le nuove prove che la globalizzazione neoliberale impone loro, con la promessa che alla fine godranno di un arricchimento rapido, come i loro pastori che viaggiano in fuoristrada... Date, e Dio ve lo renderà centuplicato ! Nuovo «oppio dei popoli»? È bene non dimenticare la prima parte della famosa frase di Marx: «La religione è il sospiro della creatura oppressa, il calore di un mondo senza cuore, come è lo spirito delle condizioni sociali, da cui lo spirito è escluso». Da questo punto di vista, bisogna ammettere che cattolicesimo e protestantesimo storici in questi ultimi secoli sono stati trascinati in una razionalizzazione crescente, nel disincanto, in quello che Marcel Gauchet definisce una sorta di «uscita dalla religione», e che in genere esse non offrono più né calore né consolazione. Ma, di contro, si affermano nel mondo contemporaneo nuovi bisogni religiosi - bisogno di emozione, bisogno di sacro (in particolare con la rappresentazione di forze che incutano terrore), bisogno di partecipazione. In America latina, il pentecostalismo si ricollega a una devozione e a un misticismo popolari molto diffusi nel XIX secolo - espressione «pagana» che la Chiesa cattolica ha voluto disciplinare, a partire dall'ultimo terzo di quel secolo, con la cosiddetta «romanizzazione».
In Africa, il pentecostalismo s'innesta sul profetismo - un miscuglio di apertura e resistenza. Di fronte alla spinta della razionalizzazione e della «virtualizzazione», gli oppressi del mondo rivendicano il calore dell'emozione e il senso dello stare insieme; rappresentano scene che esprimono l'atrocità del male che li opprime e vi trovano il senso del sacro. Felicità illusoria? Spesso hanno la certezza che i veri illusi siano coloro che, in modo irresponsabile, promettono rivoluzioni che finiscono per opprimerli ancora di più.
La «macchina narrativa» del pentecostalismo si rivolge agli individui e non mobilita le classi sociali. A volte uomini e donne sono parcellizzati, a volte si vivono in un universo olista dove tutto è in tutto. Impregnati di cultura medianica - credono nella presenza degli spiriti - si sentono vicini alla natura e alla loro comunità, che cercheranno di ricreare quando verrà distrutta. L'olismo si manifesta nella sua espressione più alta nella cosiddetta «guarigione divina». Questa pratica rappresenta, a livello individuale, un nuovo approccio con il proprio corpo, con il rapporto con gli altri, con i bisogni spirituali; la «guarigione divina» non è un semplice cambiamento di stato fisiologico, è una rigenerazione. Si ottiene con una «nuova nascita» (born again), un modo per l'individuo di ritrovarsi e per la comunità di riconciliarsi.
I pentecostali irritano gli intellettuali. Questi ultimi vedono nel loro misticismo solo gesticolazioni grottesche e nei credenti dei creduloni, dei subnormali, se non degli opportunisti. I pentecostali amano l'ipermodernità (in particolare le loro reti transnazionali e l'utilizzazione dei media), ma nello stesso tempo appaiono retrogradi, in quanto credono negli spiriti maligni (trasposti in manifestazioni di Satana). A volte si mostrano molto austeri (proibizione di alcol, tabacco, sessualità molto castigata, ecc.), altre volte molto sensuali (talvolta i culti somigliano a balletti abbastanza erotici). Rivendicano un'applicazione letterale della Bibbia, pur adattandosi all'esperienza individuale. Così, se la teologia della prosperità, poggiando su una lettura letterale della prosperità di Abramo benedetta da Dio, si presenta come l'espressione del desiderio popolare di vincere una grande lotteria, nello stesso tempo è l'affermazione di un diritto, quello di uscire dall'umiliazione, dalla miseria e dalla dipendenza.
Consacrandosi al Cristo, si diventa «vincenti».
La cultura del «cattivo gusto» e lo stile da «supermercato della fede» del pentecostalismo sono ormai osservati senza troppi giudizi di valore. Che lo si ami o no, ci si rende conto che si ha a che fare con un'espressione della cultura popolare. Una cultura che non vuole restare ai margini di ciò che succede nel mondo - un tempo cultura di ritiro e di rifugio, il pentecostalismo è diventato una cultura di adattamento - , anche se non rinnega le sue tradizioni, spesso considerate superstizioni dall'esterno.
Il fenomeno si diffonde in tutto il mondo. Si parla molto del suo sviluppo in Asia (e anche in Cina) (11). E, quanto alla percezione che ha di se stesso, il pentecostalismo si considera nei termini di guerra totale. «Gli anni '90 sono la testimonianza decisiva della guerra spirituale più intensa che la Chiesa abbia conosciuto in duemila anni di storia - si insegna nelle scuole bibliche. Non esistono zone smilitarizzate!». Dappertutto si seguono gli stessi rituali, lo stesso uso dei media, le stesse «macchine narrative».
Eppure, questa standardizzazione è lungi dal livellare le culture.
È come una «chiave inglese» che permette di serrare dadi delle più diverse dimensioni. Ma quando i dadi sono serrati, appaiono nuove configurazioni. Si affermano identità a volte più ristrette delle identità nazionali pur senza essere di tipo etnico, spesso anzi più vaste delle frontiere. La cosa più interessante è che non si tratta di una geopolitica condotta dall'alto (le sigle si contano a migliaia e anche le più importanti sono in genere molto decentrate), ma di una geopolitica condotta dal basso, da sconosciuti pastori «dai piedi scalzi» che sviluppando rapporti con altri paesi, tentano semplicemente di ottenere considerazione in famiglia e tra i vicini.
Nella loro certezza della «guarigione divina», i credenti inventano una nuova cultura in contrade dimenticate sotto tutti gli aspetti (incluso il livello sanitario). Si può ben parlare di cultura popolare, salvo che essa non è riconosciuta come tale dalle élite intellettuali.
Si tratta dunque di una cultura di resistenza che produce suo malgrado l'ideologia dominante. In questo senso, il pentecostalismo è effettivamente il nuovo oppio dei popoli. Sarà bene ricordare il contesto nel quale si situano le parole di Marx: è emozione in un mondo senza emozione.
note:

* Politologo, membro del Gruppo di ricerca sull'immaginario politico in America latina (Gripal), Montreal.

(1) Leggere Bruno Fouchereau, «Le sette, cavallo di Troia degli Stati uniti in Europa», Le Monde diplomatique/il manifesto, maggio 2001.

(2) Ruth Marshall- Fratani, «Prospérité miraculeuse: pasteurs pentecôtistes et argent de Dieu au Nigéria», Politique africaine, n° 82, Karthala, Parigi, giugno 2001, pp- 24-44.

(3) Marc Vanwesse, «Lavage de cerveaux», Dossier, supplemento di Soir, (Bruxelles), 7 settembre 2001.

(4) Le Monde, 22 febbraio 2001.
(5) Cfr. Walter Hollenweger, Cahiers de l'Irp, n° 39, Università di Losanna, aprile 2001.

(6) Secondo quest'ultimo orientamento dottrinale, Dio non ha mai abbandonato Israele.

(7) David Stoll, Is Latin America Turning Protestant? The Politics of Evangelical Growth, University of California Press, Berkeley, 1990.

(8) David Martin, Tongues of Fire: The Explosion of Protestantism in Latin America, Blackwell, Oxford, 1990.

(9) Paul Gifford, «The Complex Provenance of Some Elements of African Pentecostal Theology», in André Corten e Ruth Marshall-Fratani (a cura di), Between Babel and Pentecost: Transnational Pentecostalism in Africa and Latin America, op. cit., pp. 62-79.

(10) Jean-Pierre Bastian, in André e Mary Corten (a cura di), Imaginaires politiques et pentecôtismes: Afrique/Amérique latine, Karthala, Parigi, 2001, p. 220.

(11) Quando si tratta della Cina, le cifre sono dotate di un coefficiente inflattivo: 60 milioni è la cifra proposta da alcuni ambienti evangelici.
Convention Globale du pentecôtisme, Los Angeles, maggio 2001.
(Traduzione di G.P.)



Il Vangelo della Prosperità

Creflo A. Dollar:

"È grazie a Dio che sono uscito dalla povertà e oggi possiedo un aereo privato"

http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Gennaio-2008/pagina.php?cosa=0801lm18.01.html

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Benny Hinn:

"Sono stanco e stufo di sentir parlare di strade d’oro, io non ho bisogno d’oro in cielo, io lo voglio avere adesso, ……….."

http://www.lanuovavia.org/va_ie_hinn_oro_adesso_e_qua.html

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Negli Stati Uniti la crisi economica ha colpito anche i bilanci – un tempo fiorenti – di molte chiese, sinagoghe e moschee. La causa è il calo crescente delle donazioni: i fedeli non hanno più soldi da versare e sempre più spesso sono loro a chiedere il sostegno economico ai pastori.

Il Wall Street Journal parla della peggiore situazione finanziaria per le congregazioni religiose americane degli ultimi trent’anni. La Bent tree bible fellowship church di Dallas, per esempio, “ha dovuto congelare i salari dei suoi dipendenti per riuscire a tagliare del 10 per cento il suo budget da sei milioni di dollari. Ha interrotto il servizio di pulizia quotidiano e il servizio di giardinaggio (diecimila dollari al mese)”. Stesso discorso anche per sinagoghe e moschee.

Ma per i predicatori del “vangelo della prosperità” guidati da Kenneth e Gloria Copeland, la recessione è diventata un tempo propizio per gli affari, scrive il New York Times.

I Copeland promettono benessere e prosperità a chi segue la parola di Dio. Loro ne sono una prova vivente, insieme alla schiera di figli, aerei privati, barche e gioielli che possono permettersi. Il gruppo di predicatori usa il motto “dona generosamente e riceverai cento volte tanto” per richiamare folle di fedeli da ogni angolo degli Stati Uniti e da decine di paesi stranieri, complice il canale televisivo di proprietà dei Copeland che raggiunge 134 paesi. “Quando sei preoccupato per le difficoltà economiche, semina il denaro in buone mani, quelle dei predicatori, e Dio diventerà la tua risorsa economica”, è un altro dei loro slogan preferiti.

Sono molte le persone indebitate fino al collo che offrono soldi ai predicatori in cambio delle loro preghiere e aspettano fiduciosi un miracolo. Si aggiungono poi le donazioni fatte per ottenere crediti in paradiso, come promesso a chi aiuterà la missione. A conti fatti, gli introiti dei predicatori del vangelo della prosperità si aggirano intorno ai cento milioni di dollari all’anno.

Jonathan L. Walton, professore di religione all’università della California, li chiama “borseggiatori spirituali” e definisce vergognoso e irresponsabile il modo in cui si approfittano di famiglie in difficoltà. Non è detto però che i Copeland e i loro complici la faranno franca: la commissione finanza del senato ha avviato un’inchiesta sull’immenso patrimonio che hanno accumulato e hanno intenzione di andare a fondo. ( Fonte: internazionale.it)

http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?articolo=5328


Travi...


20 maggio 2012

Nigeria: predicatori super-ricchi alle spalle dei propri fedeli

Questa vicenda riguarda alcuni predicatori nigeriani che vanno arricchendosi con le donazioni delle proprie congregazioni, nonostante la povertà e la vulnerabilità dilagante di queste ultime. La controversa questione era già stata affrontata da un reportage online della rivista USA Forbes e ripresa da questo stesso blog, My Weku: All Things African. Recentemente il documentario "Unreported World: Nigeria’s Millionaire Preachers" (Mondo nascosto: I predicatori milionari della Nigeria) ha rilanciato gli stessi problemi di frode e sfruttamento.

Gli autori del documentario hanno riportato, fra gli altri, il caso di Therese: una vedova a cui è stato detto che il defunto marito era membro di un culto del diavolo, e quindi Dio voleva che ne vendesse ogni proprietà. L'automobile (una Mercedes), tappeti, un fornello a gas, tavolo e sedie, vestiti, posate, stoviglie e perfino le tende, sono stati portati in chiesa. A Therese è stato anche detto che se qualcuno avesse scoperto l'accaduto, Dio avrebbe ucciso lei e i suoi figli. Alla fine la donna è finita a dormire per strada con i due figli adolescenti. Per ulteriori dettagli su questa e situazioni analoghe, si veda questo articolo sul sito di Channel4, network TV indipendente inglese.

http://www.channel4.com/programmes/unreported-world/articles/the-making-of-nigerias-millionaire-preachers

Il narratore del documentario, Seyi Rhodes, si è recato a Lagos per seguire il mondo dei predicatori milionari della Nigeria. Forse la parte più surreale del video è quando a uno dei pastori milionari, il dottor Fireman (visibile a destra nella foto sopra in cui posa con la sua Hummer), è stato chiesto come poteva conciliare la sua ricchezza e celebrità con gli insegnamenti e la vita di Gesù. Fireman ha risposto dichiarando di pensare che Dio voglia che lui sia ricco e nega che Gesù abbia avuto una vita umile. "Gesù era ricco e aveva un contabile che lo seguiva dappertutto."

Ecco qualche cifra per comprendere meglio la situazione, ripresa dal suddetto articolo di Forbes magazine.

- Mons. David Oyedepo, Living Faith World Outreach Ministry:Patrimonio netto stimato: 150 milioni di dollari.

- Chris Oyakhilome, Believers’ Loveworld Ministries:Patrimonio netto stimato: 30- 50 milioni di dollari.

- Temitope Joshua, Synagogue Church Of All Nations (SCOAN):Patrimonio netto stimato: 10 - 15 milioni di dollari.

- Matthew Ashimolowo, Kingsway International Christian Centre (KICC):Patrimonio netto stimato: 6 milioni - 10 milioni di dollari.

- Chris Okotie, Household of God Church:Patrimonio netto: 3 - 10 milioni di dollari.



A giudicare dal gran sorriso del vescovo David Oyedepo, comodamente seduto nel suo nuovo jet privato del valore di svariati milioni di dollari, sembra che gli uomini di chiesa siano determinati come chiunque altro a raccogliere i frutti delle loro fatiche qui sulla terra. Perché rimandare simili gratificazioni? Quella è ormai rimasta una caratteristica dei monaci tibetani, una specie in via d'estinzione.

Nonostante questo, c'è chi commenta così la foto: "Il vescovo è un'ottima persona. Insegna ai suoi seguaci come raggiungere il successo e come accumulare ricompense. Anche voi dovete iniziare a vivere nel modo giusto e impegnarvi a insegnare agli altri come vivere allo stesso modo. Mi piace e gli auguro il meglio. È un brav'uomo." Anche Chris Oyakhilome (il secondo della lista) possiede seguaci ugualmente devotiche lo hanno sostenuto fino in fondo, anche quando la sua chiesa ha richiesto una "tassa" per l'annuale funzione religiosa di inizio anno.

Il resto di noi però non può fare a meno di sentirsi un po' a disagio di fronte a questi individui. Sono finiti i giorni in cui a simili pastori bastava volare (mai in classe economica) in classe business o in prima classe, per i loro viaggi alla conquista di nuove anime. Ora a quanto pare hanno bisogno di un jet privato e di copie firmate della rivista Forbes per togliere di mezzo noi poveri mortali e conquistare più velocemente altri greggi mezzo affamati.

Di seguito il documentario di Seyi Rhodes e Sahara Reporters (23 minuti):


Tradotto da Elena Intra

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/vociglobali/grubrica.asp?ID_blog=286&ID_articolo=426&ID_sezione=654

18 maggio 2012

Bibbia & Dottrine cattoliche a confronto

Una certa pagina pentecostale "Bibbia & Dottrine cattoliche a confronto", carica di odio nei confronti della Chiesa Cattolica, si interessa molto a questa pagina, come a quelle di altri cattolici dove poi fa dei copiaincolla da riportare sulla propria pagina per poi prendere i cattolici per i fondelli.

L'amministratore di tale pagina ci ha accusato di non accettare confronti e di bannare i pentecostali che vengono a fare commenti in questa pagina.

E' vero, perché questa pagina non ha lo scopo di confrontarsi con i pentecostali ma bensì di informare i cattolici. Non è che automaticamente chi non è cattolico viene messo fuori da questa pagina, lo è chi si presenta qui per fare i suoi interventi da esaltato pentecostale del tipo:

"cattolici romani ravvedetevi dagli idoli all'IDDIO VIVENTE E VERO e lo potete trovare solo leggendo la BIBBIA !!!"


Pero' il sig. amministratore di quella pagina farebbe bene a ricordarsi di tutte le innumerevoli volte che ha eliminato e bannato commenti dei cattolici sulla sua pagina, che con una buona dose di faccia tosta nega anche di aver fatto....

Ieri l'amministratore di tale pagina da un nostro fan, il quale poi ci ha fornito l'immagine allegata, e' stato colto in flagrante nell' eliminazione di un commento a lui scomodo, che badate bene, non e' di un cattolico, ma di un suo fratello pentecostale che ha qualcosa da ridire del comportamento di detto amministratore:


"un tempo questa pagina (Bibbia & Dottrine cattoliche a confronto) mi piaceva, xkè c'era ancora qualcosa di biblico, ma ora è diventata un luogo di battaglie personali... mi dispiace ma i litigi e le diffamazioni non sono di interesse x un cristiano come me, hai perso un fan...quando avrai deciso di lasciar perdere queste cose vane x tornare alla Parola di Dio, forse tornerò su questa pagina (Bibbia & Dottrine cattoliche a confronto)... un saluto, che Dio ti guidi..."


Ecco sig. amministratore, ascolti il consiglio di un suo fratello.... torni alla Parola di Dio,
invece di starsi tanto ad affannare a correre dietro a cio' che scrivono i cattolici, Gaglione, Corsi & C. e anche questa pagina, dove solo saltuariamente ci interessiamo di lei, a differenza della sua pagina che ormai ci e' completamente dedicata... troppo onore!... 

Non mi sembra il caso che sprechi tante energie per noi che ci riteniamo solo servi inutili. 

Con ottime probabilita' leggera' questo post quindi colgo l'occasione per salutarla.






Mi dispiace per lei sig. Barone, le nostre "storielle" non sono affatto inventate.... 

Non siamo come voi pentecostali che vi inventate cose come la conversione del nipote di Paolo VI, figlio di sua sorella, quando Paolo VI di sorelle non ne aveva.....     


17 maggio 2012

La pedofilia è da "condannare da qualsiasi "animale" venga commesso questo atto... abusare, addirittura di una bambina di 13 anni: malata, con handicap fisici...è il massimo della perversione...

Pastore evangelico sconterà 10 anni (pochissimi)

I giudici: abusi sessuali su una adepta minorenne e malata.

TERAMO. Dieci anni per aver abusato di una giovane adepta, all'epoca dei fatti appena 13enne: è una condanna che va oltre la pena richiesta dal pm quella che il tribunale ha inflitto ad Eliseo Capriotti, 54enne teramano predicatore evangelico.

La pubblica accusa (il pm Laura Colica) di anni ne aveva chiesti otto con l'aggravante di fatti commessi da un ministro di culto.

I giudici del collegio (presidente Giovanni Spinosa, a latere Angela Di Girolamo e Ileana Ramundo) hanno escluso questa aggravante, condannandolo anche al risarcimento di 300mila euro alla parte civile.

Per alcuni episodi i giudici hanno stabilito di non doversi procedere perchè ormai prescritti.

La sentenza di primo grado, emessa ieri mattina dopo circa un'ora di camera di consiglio, molto probabilmente verrà impugnata in appello dai difensori dell'uomo (Gennaro Lettieri e Fabrizio Acronzio).

L'uomo, che ha scelto di non comparire davanti ai giudici, tramite i suoi difensori ha sempre respinto tutte le accuse di violenza sessuale.

Sono state acquisite le sue dichiarazioni rese al pm nella fase delle indagini preliminari. La ragazza, oggi madre, si è costituita parte civile assistita dall'avvocato Ernesto Bucci del foro di Taranto.

I fatti, secondo l'accusa, si sarebbero verificati tra il 1998 e il 1999 nella sede teramana del gruppo religioso, all'epoca una palazzina di via Pigliacelli.

La vittima li ha raccontati personalmente in una drammatica udienza. Ha ricordato di quando, 13enne e appena guari
ta da un tumore, venne mandata dai genitori dai confratelli teramani.

Qui, secondo il suo racconto, più volte avrebbe subito le attenzioni particolari di Capriotti, che un paio di volte avrebbe tentato di violentarla senza riuscirvi masturbandosi ripetutamente davanti a lei e spesso svegliandola durante la notte.

L'accusato, secondo la vittima, l'avrebbe costretta al silenzio minacciandola in vari modi (prima «Se racconti qualcosa a qualcuno ti ammazzo», poi «Io sono un predicatore, se mi denunci non ti crede nessuno.

Ti cacciamo dalla comunità e ti separiamo dalla tua famiglia»).

La tensione nella ragazza era salita al punto tale da procurarle un emiparesi e un ricovero nel reparto di neurologia.

Poi, la svolta. La giovane riesce ad allontanarsi dalla comunità teramana, riprende gli studi in Puglia e nel 2003 si sposa.

Quando diventa madre, decide («perché anche mio figlio dovrà crescere nella comunità») di denunciare l'uomo.

Ne parla ai familiari, racconta quello che è successo, li convince ad aiutarla.

Raggiunge Teramo, contatta Capriotti con una scusa, lo vede con un registratore acceso addosso e lo fa parlare. «Prega per me, ho sbagliato», le avrebbe detto l'uomo in quel colloquio.

Una registrazione diventata uno dei capisaldi dell'accusa, sottoposta anche ad una perizia. Ieri alla lettura della sentenza in aula c'era solo la donna.

http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2011/04/14/news/pastore-evangelico-scontera-10-anni-1.4830994

16 maggio 2012

Un altro pastore, questa volta un pentecostale Kenneth Erwin Hagin lui afferma:





"L'uomo fu creato uguale a Dio e poteva stare alla Sua presenza senza sentirsi inferiore... Egli non era un piccolo dio, non era quasi come Dio. Non era subordinato a Dio. Egli era uguale a Dio".

Eresie !!





14 maggio 2012

Preti pedofili. don Giorgio Govoni: quando la calunnia uccide.

I preti pedofili esistono. Come ha ricordato il Papa, sono “una vergogna” per la Chiesa e nei loro confronti non è giustificata nessuna tolleranza. Ma vi è anche un’altra categoria che non dev’essere dimenticata in questo lungo venerdì santo della Chiesa: quella dei preti accusati ingiustamente. Dal tentativo nazista di screditare la resistenza della Chiesa tedesca al regime moltiplicando le accuse di pedofilia – quasi tutte false – agli studi legali miliardari americani che sparano accuse talora davvero insensate al solo scopo di spillare quattrini alla Chiesa, c’è una storia parallela di calunnie che, per i sacerdoti che le subiscono, costituiscono un vero martirio.

Ricorre quest’anno il decimo anniversario di una vicenda dolorosissima che ha coinvolto un sacerdote italiano, don Giorgio Govoni (1941-2000). Questo parroco della Bassa Modenese – un parroco esemplare, amatissimo dai suoi parrocchiani – è accusato nel 1997 da un’assistente sociale, che afferma di avere intervistato tredici bambini, di guidare un gruppo di «satanisti pedofili» che praticherebbero riti satanici in diversi cimiteri tra Mirandola e Finale Emilia, violentando e talora uccidendo bambini (di cui peraltro non si sono mai trovati i corpi). Rinviato a giudizio, è ritenuto colpevole dal pubblico ministero che chiede per lui quattordici anni di carcere. La Curia di Modena si schiera fin dall’inizio con lui e ne sostiene la difesa, facendo appello anche a chi scrive, il quale crede di avere dimostrato in una perizia di parte il carattere assolutamente inverosimile delle accuse. Ma, dopo l’arringa del pubblico ministero, don Giorgio muore stroncato da un infarto nell’ufficio del suo avvocato il 19 maggio 2000.

La morte del sacerdote estingue le accuse contro don Giorgio, ma la sentenza nei confronti dei coimputati mostra che i giudici del Tribunale di Modena credono nonostante tutto agli accusatori. La situazione però si rovescia in sede di appello, interposto anche dai difensori del sacerdote defunto per riabilitarlo almeno post mortem. L’11 luglio 2001 la Corte d’Appello di Bologna dichiara che nella Bassa Modenese non è mai esistito un gruppo di «satanisti pedofili» e che don Giorgio è stato ingiustamente calunniato sulla base di fantasie indotte in bambini molto piccoli da un’assistente sociale che ha letto una certa letteratura su casi americani. Nel 2002 la sentenza di appello è confermata dalla Corte di Cassazione, con soddisfazione delle autorità ecclesiastiche e dei parrocchiani che hanno sempre visto in don Giorgio un eccellente sacerdote travolto da accuse inventate.

Ogni anno i suoi parrocchiani, spesso con la presenza del vescovo di Modena, si riuniscono sulla tomba di don Giorgio. Io, che l’ho conosciuto personalmente, sono rimasto sia edificato dalla sua testimonianza di sacerdote e di uomo d’intensa preghiera, sia spaventato dalla facilità con cui chiunque – magari per essersi scontrato con un’assistente sociale sulla gestione di alcune famiglie in difficoltà – può essere umanamente e moralmente distrutto da accuse infamanti immediatamente riprese dai media prima di ogni verifica. Ricordare a dieci anni dalla morte don Giorgio Govoni non assolve certamente nessun sacerdote davvero colpevole di abusi. Ma ci ricorda che esistono pure i fabbricanti di calunnie. Anche nei loro confronti è giusta la tolleranza zero.

Massimo Introvigne

http://www.cesnur.org/2010/mi_govoni.html

11 maggio 2012

Giovane pastore pentecostale cammina sulle acque e annega

Voleva imitare Gesù, camminando sulle acque, ma è morto annegato nel fiume Komo, in Gabon. L'uomo, un giovane pastore di una Chiesa pentecostale, aveva avuto una rivelazione nella quale gli veniva permesso di raggiungere Pointe Denis, un sito lontano 20 minuti di barca dalla riva. "Ma il religioso - scrive il quotidiano "L'Union" - è semplicemente affondato davanti a qualche fotografo e ad alcuni fedeli".

Il prete, di origine camerunense, apparteneva alla cosiddetta Chiesa "del Risveglio". Dall'inizio degli anni Novanta le comunità pentecostali, spesso d'origine americana, si sono moltiplicate in Gabon, un Paese di oltre un milione d'abitanti, e ad oggi se ne contano circa un migliaio e raccolgono circa 120mila fedeli.

Spesso i pastori dicono ai loro fedeli che la loro fede assicurerà salute, ricchezza e successo in campo professionale ed amoroso. Alcuni affermano di poter compiere miracoli come curare ogni tipo di malattia, dalla febbre all'Aids. Anche l'uomo che è affondato aveva portato con sé una schiera di fedeli ai quali aveva promesso la guarigione.

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/articolo325225.shtml

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Purtroppo il giovane pastore pentecostale non ha trovato Gesù a tendergli la mano per non farlo annegare, come invece ha fatto con Pietro, che ha tentato anche lui di camminare sulle acque ma per la sua poca fede stava per annegare.... (Matteo 14,22-33)


7 maggio 2012

Credo & Dollari

Brutto periodo per i pastori d’anime negli Stati Uniti: da quando è iniziata la recessione non riescono a trovare lavoro. Non solo: molte diocesi cattoliche e molte comunità presbiteriane hanno ridotto drasticamente i salari ai loro ministri o addirittura chiuso i battenti. Frank Amlie, ex-pastore evangelico licenziato nel 2009, ha raccontato al New York Times di aver scritto a decine e decine di chiese evangeliche ma nessuna era interessata ad assumerlo. Un paio di comunità gli hanno chiesto di mandare il curriculum ma la cosa è finita lì.

A parte i rabbini, che hanno stipendi molto più alti rispetto ai ministri di altre religioni, per l’industria divina si preannunciano tempi difficili. Con il peggiorare della crisi economica neppure la questua rende più come una volta. L’unica categoria che riesce ancora ad ammassare immense fortune sfruttando la fiducia e l’attesa di prodigi da parte di devoti televisivi sono i telepredicatori. La tattica è più o meno sempre la stessa: persuasione di una fine inevitabile o di una nascita come salvezza, catastrofismo, presenza di un leader carismatico in grado di manipolare un’audience sterminata sollecitando l’invio di denaro per via telematica.

Naturalmente in questo revival evangelico non c’è posto per i valori tipicamente cristiani della pietà, della compassione e della pietà. Povertà e malattie sono meritate da Dio, i peccatori, i “devianti”, vanno abbandonati o puniti. Tanto per dare un’idea, quella che segue è una lista dei telepredicatori più ricchi e potenti degli Stati Uniti e dei metodi che hanno permesso loro di garantirsi uno stile di vita straordinariamente alto nonostante la crisi economica continuando nel frattempo ad ingerire nella vita politica del paese.

Juanita Byum: il suo programma televisivo viene trasmesso in quasi tutti i paesi del mondo. Una delle ragioni del successo di Byum deriva dal saper offrire alla gente comune la possibilità di identificarsi in uno stile di vita opulento come il suo. Nel 2003, quando sposò il predicatore pentecostale Thomas Weasley Weeks III, aveva al dito un diamante da 7.76 carati e indossava un abito bianco interamente ricoperto di veri cristalli Swarosky. Alla cerimonia da mille e una notte tenutasi presso il Regent Wall Street Hotel di New York erano presenti più di trecento invitati.

Kenneth e Gloria Copeland: qualcuno li ha a ragione definiti i più abili venditori di Vangelo d’America. I Copeland possiedono una fortuna valutata attorno ai novanta milioni di dollari. Nel 2007 lui finì sotto inchiesta per una brutta storia legata al riciclaggio di denaro sporco ma riuscì ad uscirne indenne rifiutandosi di testimoniare come previsto dai benefici che la legge americana concede alle comunità religiose.


John Hagee: consigliere spirituale della famiglia Bush è decisamente il più guerrafondaio dei telepredicatori americani. Ha sempre contrastato la battaglia a favore dei profilattici gratuiti. Nel 2000 definì George Bush, in corsa per la presidenza, “candidato di Dio”. “Il partito democratico”, scrisse Hagee in un suo libro uscito negli anni ’90, “è la casa di chi auspica il sesso libero e la libera circolazione delle droghe”. Promettendo ricchezza e prosperità ai suoi discepoli, riesce a guadagnare più di mezzo milioni di dollari l’anno. Esentasse.

Davanti alla distruzione portata dall’uragano Katrina, sostenne che si trattava di un evento voluto dal Creatore per punire in peccatori. In sintesi, il buon Dio aveva perso la pazienza a causa dei troppi peccati commessi dagli abitanti di New Orleans e per punirli aveva pensato bene di scatenare le forze della natura. Le cronache nazionali riportarono le dichiarazioni di Hagee senza muovere alcuna critica nei suoi confronti. Il 7 febbraio 2006, Hagee ha fondato assieme ad altri 400 leaders spirituali cristiani ed ebrei un’organizzazione chiamata “Christians United for Israel”.

Clefro Dollar: pastore capo della World Changers Church International, una delle comunità religiose più grandi degli Stati Uniti, con sede principale ad Atlanta, in Georgia. Grazie ai volontari che battono le strade delle maggiori metropoli americane sollecitando offerte ai passanti, Dollar ha potuto acquistare una Rolls Royce, un jet privato e un appartamento da due milioni e mezzo di dollari a Manhattan. Uomo autoritario, che spesso agita la bandiera del moralismo più bigotto, qualche anno fa fu trascinato in tribunale dalla moglie dell’ex-pugile Evander Holyfield che lo accusava di aver sottratto al marito sette milioni di dollari raggirandolo con la promessa della vita eterna.

John Corapi:nato a New York è un ex-giocatore di football americano convertitosi negli anni ’80 al cristianesimo. Nel maggio del 1991 fu ordinato sacerdote da Giovanni Paolo II. Il suo primo incarico da prete fu la direzione di una parrocchia cattolica di Houston, in Texas. Il 4 luglio del 2011 si è scoperto che Corapi, oltre a frequentare regolarmente prostitute, ha acquistato una proprietà per il valore di un milione di dollari. La chiesa cattolica l’ha praticamente costretto a rassegnare le dimissioni.

Don Stewart: titolare della Stewart Association che raccoglie fondi per i bambini poveri. Il Business Journal ha però scoperto che le donazioni finiscono tutte sul conto corrente dell’Associazione, che ammonta attualmente a otto milioni di dollari. La Chiesa Cattolica ha preso le distanze ma lui rifiuta di abbandonare.


Pat Robertson: sicuramente il più famoso e ricco dei telepredicatori americani. Proprietario della CBN, una rete televisiva che fattura oltre duecentoquaranta milioni di dollari l’anno. Nell’1985 ordinò all’uragano Gloria, che stava per abbattersi sulle coste della Virginia, di cambiare direzione e pare che Gloria gli abbia ubbidito. Possiede proprietà immobiliari in Asia, Gran Bretagna ed Africa. Dal 1999 è in affari con la Banca di Scozia. Appassionato di cavalli, ha comprato un puro sangue pagandolo seicentomila dollari. Secondo un’inchiesta del Virginian Pilot, Robertson è in affari col presidente della Liberia. Ha fatto parte del Consiglio Nazionale di Politica Estera degli Stati Uniti. Ogni anno, nei giorni che precedono le festività natalizie, Robertson torna ad affermare di essere in diretto contatto con il Creatore. “Non ha mai saltato un anno”, ha detto riferendosi alla puntualità con cui l’Altissimo torna a manifestarsi. Nek 1876 annunciò l’imminente arrivo dell’Apocalisse. Nel 2006 dichiarò invece che l’America sarebbe presto stata colpita da uno tsunami. Infine, il 4 gennaio scorso, ha detto di aver saputo mediante il verbo divino chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti.

Jim Bakker: ex-ministro dell’Assemblea di Dio, ha fondato l’Heritage Village, una sorta di Disneyland religiosa. E’ padre di Jamie Bakker, a sua volta fondatore della Chiesa della Rivoluzione. Con le tele-prediche via satellite negli anni ’80 guadagnava già un milioni di dollari a settimana. Nel 1987 fu accusato di molestie sessuali da una segretaria dell’Heritage Village. Nel 1998 si è sposato per la seconda volta con una donna che prima di convertirsi aveva avuto cinque aborti dopo averla redenta.

Morris Cerullo: telepredicatore evangelico di origine italiana. Fino a qualche anno fa missionario e guaritore errante. In Gran Bretagna pare abbia cercato di convertire ebrei danarosi al cristianesimo evangelico suscitando le ire dei rabbini locali. Ha affermato durante un’intervista alla BBC di aver guarito con il semplice uso delle mani persone affette da mali incurabili. Un’equipe di medici inglesi, dopo aver studiato i casi, aveva concluso che si trattava di una clamorosa menzogna. La sua organizzazione, nota come “Città della Luce” con sede nella Carolina del Nord macina milioni di dollari l’anno.

Joyce Meyer: si autodefinisce cristiana carismatica. L’11 novembre del 2003 il Saint Louis Dispatch pubblicò un articolo su Meyer rivelando che la donna possedeva un aereo privato da dieci milioni di dollari, una Mercedes da oltre centomila dollari e un appartamento da oltre due milioni di dollari. La sede della sua organizzazione vale oltre venti milioni di dollari ed è intestata ad uno dei quattro nipoti di Meyer. Il Saint Louis Business ha invece rivelato che la Meyer Ministries possiede azioni di Wal Mart, Amazon, ecc. Il 6 novembre del 2007 il senatore Chuck Grassley aveva annunciato l’apertura di un’inchiesta nei confronti della Mayer Ministries. Da allora non si è saputo più nulla. Nel 2009 il Concilio Evangelico si era pronunciato a favore di Meyer Ministries affermando che l’organizzazione rispondeva pienamente ai requisiti di credibilità e solvibilità stabiliti dal Concilio stesso.


Jan e Paul Crouch: fondatori della Trinity Broadcast Network, la più grande catena televisiva cristiana. TBN ha una programmazione che comprende varie religioni. I programmi vengono trasmessi da 287 diverse reti televisive in tutto il mondo. Secondo il Los Angeles Times, nel 1998 Paul Crouch fu denunciato per molestie sessuale da un ex-dipendente. Lui negò dicendo di aver sempre contrastato qualunque forma di omosessualità. Lanciò anatemi contro gli omosessuali augurando loro di finire tra le fiamme dell’inferno. I coniugi Crouch, pur amando presentarsi come persone umili e dallo stile di vita frugale, possiedono un ufficio di mille metri quadri a Costa Mesa (California) con tanto di bar, sauna e palestra privata. Recentemente Crouch è stato denunciato da un giovanissimo ex-tossicodipendente che aveva promesso di aiutare per abusi sessuali.

Oral Roberts: pentecostale ormai defunto ma ancora capace di influenzare l’opinione pubblica e creare ricchezza. Qualcuno lo definì un tempo “campione assoluto della truffa religiosa”. Già negli anni ’40, quando era ancora poco più di un ragazzo, iniziò a viaggiare da un punto all’altro dell’America promettendo guarigioni miracolose in cambio di offerte. In Oklahoma acquistò una fuoriserie ed amava raccontare ai sui discepoli che era stato Dio in persona a suggerirglielo durante un’apparizione. Nel 1979 iniziò i lavori per realizzare un complesso ospedaliero che avrebbe preso il nome di “Città della Fede”. Mancando di circa sessanta milioni di dollari necessari a completarlo inserì nelle sue richieste di aiuto l’esca costituita da una stoffa miracolosa. In pratica, tutti coloro che avrebbero acquistato la stoffa potevano avere la certezza di usufruire di determinati miracoli. L.’ultima pietra della Città della Fede fu posata nel 1981 e cinque anni dopo i debiti ammontavano già a 25 milioni di dollari. Oggi gli edifici dell’ex-Città della Fede ospitano unicamente uffici.

Charles Blake: secondo il Memphis Flyer il telepredicatore afro americano Charles Blake guadagna un milione di dollari tondo tondo l’anno e vive in una villa di oltre tremila metri quadri a Beverly Hills. Gli adepti della sua chiesa vivono invece per lo più nei quartieri diseredati nella zona sud di Los Angeles.

Eddie Long: recentemente è tornato a predicare dal pulpito della New Birth Missionary Baptist Church alla periferia di Atlanta dopo un’accusa di molestie sessuali è un altro assertore del gospel della prosperità, che promette ricchezze materiali ai fedeli. Occultati fra il pubblico c’erano anche i due giovani che Long avrebbe tentato di corrompere al fine di ottenere favori sessuali. Attraverso un portavoce, Long aveva smentito ogni accusa ma ai due accusatori è stato offerto un congruo risarcimento. Sconcertante è che il reverendo pare abbia sottratto migliaia di dollari alla sua comunità per regalare macchine, abiti di lusso e computers ai ragazzi di cui s’invaghiva. La New Birth Missionary Baptist Church è una delle comunità più potenti di Atlanta. Come capo della congregazione Long guadagnava circa un milione e mezzo di dollari l’anno. Attualmente vive in una casa da due milioni di dollari con nove bagni circondata da un terreno di dimensioni impressionanti. Tutto questo nonostante la denuncia per abusi sessuali mossagli dalla ex-moglie Dabara Houston. La sua missione spirituale era iniziata nel 1987, dopo il licenziamento dalla Ford per “irregolarità finanziarie”. Molto vicino a George Bush, che nel 2006 gli fece assegnare dal dipartimento per le Politiche della Famiglia un milione di dollari.


Ed Young: fondatore della Fellowship Church di Dallas. Pare fosse solito sottrarre soldi alla comunità per raggiungere località esotiche a bordo di un jet privato. Fellowship Church ha conosciuto una grande espansione negli ultimi venti anni. Oggi ha numerosi filiali sparse in tutto il Texas. Nel febbraio del 2010 i giornali hanno attaccato Young accusandolo di condurre uno stile di vita da nababbo.

Joel Osteen: fondatore della Lakewood Church che mette sullo stesso piano Dio e dollari. Osteen e la moglie hanno acquistato una casa da dieci milioni di dollari a River Oaks, il quartiere chic di Houston. Osteen è convinto che negli Stati Uniti la religione può essere usata come mezzo per la massimazione dell’interesse individuale. Nutrito di un’ideologia confusa, che mescola un orientamento politico populista con visioni dell’apocalisse. Il primo raduno organizzato da Osteen nel 2004 ad Atlanta richiamò circa novantamila persone. Il 14 dicembre 2006 il Christian Post lo ha inserito nella lista degli uomini più affascinanti dell’anno assieme ad Andrea Agassi e al rapper Jay-Z.

Benny Hinn: telepredicatore nato in Israele da una famiglia ebrea poi emigrata negli Stati Uniti conosciuto per le sue energiche “crociate energetiche”, che avrebbero guarito migliaia di ammalati, non ama parlare delle sue ricchezze. Precursore del cosiddetto “gospel della prosperità”. Con l’appoggio di Paul Crouch è riuscito a mettere su un vero e proprio impero finanziario. Afferma di essere dotato di poteri sovranaturali conferitigli direttamente dal Creatore. Nel 1999 dichiarò durante un’intervista che presto avrebbe fatto risuscitare centinaia di persone. Nel 2006, grazie alle offerte dei suoi devoti sostenitori, ha acquistato un aereo privato da 36 milioni di dollari. Il velivolo è stato battezzato “Colomba Uno”. Un’inchiesta della rete televisiva NBC ha permesso di accertare che non esistono prove delle guarigioni millantate da Hinn e dai suoi collaboratori. Attualmente il suo programma televisivo, “This is Your Day” viene trasmesso in duecento paesi. Secondo il Colorado Spring Gazette è titolare di un tesoro valutato attorno ai 90 milioni di dollari. Nel 2010 era stato fotografato mentre passeggiava mano nella mano con una donna che non era la moglie nelle strade di Roma. Giornalisti e autori di satira lo avevano fatto letteralmente a pezzi. Ignorando tutti i commenti negativi, Hinn aveva lanciato una campagna per raccogliere due milioni di dollari tra i suoi fedeli. D’altra parte, il connubio tra lo zelo religioso e la capacità imprenditoriale è sempre stata la principale caratteristica di Hinn. Benchè prossimo ai 60 anni è considerato un vero e proprio “tombeur des femmes”. Il conto in banca intanto continua a crescere di pari passo con la sua fama.


Rick Warren: fondatore della Saddleback Church, una mega-chiesa evangelica situata a Lake Forest, in California. Barack Obama lo scelse in veste di rappresentante religioso ufficiale per la cerimonia dell’inaugurazione del mandato presidenziale. Tante le proteste da parte dei movimenti pro-choice. Ha dato un contributo decisivo all’approvazione di una legge che vieta i matrimoni tra persone dello stesso sesso in California. Da vari anni promette che restituirà il 90% dei soldi guadagnati alla comunità religiosa da lui fondata ma finora questo non è ancora avvenuto. Ha appoggiato Bill Clinton nella nascita della Global Initiative che ogni anno raccoglie milioni di dollari libro. Warren ha guadagnato circa dieci milioni di dollari con i diritti di un libro intitolato”Scopri che scopo ha la tua vita”.

Diceva Marck Twain che avere fede significa credere in qualcosa pur sapendo che non esiste. Forse alla base dell’avanzata di questi cialtroni imbellettati e cotonati c’è proprio il bisogno che tante persone hanno di credere a quel qualcosa che non esiste. Quanto alla cosiddetta intellighenzia di sinistra, da tempo rintanata nella sua casa, non avendo nulla da opporre alle teorie farneticanti dei telepredicatori, si limita a considerarli solo dei fenomeni da baraccone abili nello spillare denaro a degli sprovveduti. Senza accorgersi che la loro nefasta presenza è ormai arrivata a condizionare tutti gli aspetti della vita collettiva degli Stati Uniti ad iniziare dalla campagna elettorale attualmente in corso, dominata dal moralismo più bigotto e dall’intolleranza.

http://www.cronachelodigiane.net/article-credo-dollari-di-bianca-cerri-98291657.html

4 maggio 2012

Ma è vero che.......

Papa Pio XII
Come amano far credere in tanti, evangelici compresi, che la Chiesa e in particolar modo Pio XII manca poco che collaborasse con Hitler?.

Gli evangelici sono in condizioni di tirare pietre considerando se stessi senza peccato?: non tanto:

"Noi salutiamo il nostro Führer, rendendo grazie per la virile azione e le chiare parole che hanno restituito l'onore alla Germania. Noi, pastori evangelici, assicuriamo fedeltà assoluta e preghiere ardenti"

Telegramma inviato a Hitler dal teologo protestante a nome di 2500 pastori luterani


http://www.dittatori.it/cristianienazisti.htm


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Vediamo ora cosa ne pensano coloro che vissero gli avvenimenti dell'epoca del comportamento di papa Pio XII e della Chiesa cattolica all'epoca del nazismo:

Attestato delle Comunità israelitiche italiane che si trova al Museo della Liberazione in Via Tasso a Roma:
«Il Congresso dei delegati delle comunità israelitiche italiane, tenutosi a Roma per la prima volta dopo la liberazione, sente imperioso il dovere di rivolgere reverente omaggio alla Santità Vostra (Pio XII), ed esprimere il più profondo senso di gratitudine che anima gli ebrei tutti, per le prove di umana fratellanza loro fornite dalla Chiesa durante gli anni delle persecuzioni e quando la loro vita fu posta in pericolo dalla barbarie nazifascista».

Berliner Morgenpost (giornale dell’epoca nazista), 3 marzo 1939:
«L’elezione del cardinale Pacelli non è accettata con favore dalla Germania perché egli si è sempre opposto al nazismo»

Rapporto della Gestapo riportato nel servizio "Judging Pope Pius XII", Inside the Vatican, giugno 1997, p. 12:
«In una maniera mai conosciuta prima il papa ha ripudiato il Nuovo Ordine Europeo Nazionalsocialista. È vero che il papa non ha mai fatto riferimento al Nazionalsocialismo germanico per nome, ma il suo discorso è un lungo attacco ad ogni cosa che noi sosteniamo ed in cui crediamo ... Inoltre egli ha parlato chiaramente in favore degli ebrei»

Dichiarazione di Albert Einstein pubblicata da Time magazine, 23 dicembre 1940, p.40:
«Essendo un amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania, guardai con fiducia alle università sapendo che queste si erano sempre vantate della loro devozione alla causa della verità. Ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani che in ardenti editoriali proclamavano il loro amore per la libertà. Ma anche loro, come le università vennero ridotti al silenzio, soffocati nell’arco di poche settimane.
Solo la Chiesa rimase ferma in piedi a sbarrare la strada alle campagne di Hitler per sopprimere la verità.
Io non ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa prima, ma ora provo nei suoi confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e l’ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la libertà morale. Devo confessare che ciò che io una volta disprezzavo, ora lodo incondizionatamente».

Gideon Hausner procuratore Generale israeliano nel processo contro Eichmann, il 18 ottobre 1961:
«Il clero italiano aiutò numerosi israeliti e li nascose nei monasteri e il Papa intervenne personalmente a favore di quelli arrestati dai nazisti».

Rabbino Maurice Perizweig, direttore del World Jewish Congress:
«I ripetuti interventi dei Santo Padre in favore delle comunità ebraiche in Europa evocano un profondo sentimento di apprezzamento e gratitudine da parte degli ebrei di tutto il mondo".

Golda Meir, 8 ottobre 1958:
«Quando il terribile martirio si abbattè sul nostro popolo, la voce dei Papa si elevò per le sue vittime. La vita dei nostro tempo fu arricchita da una voce che chiaramente parlò circa le grandi verità morali. ( ... ) Piangiamo un grande servitore della pace».

Dichiarazione del gran Rabbino di Danimarca, dott. Marcus Melchior, riportata da KNA (agenzia di stampa danese), dispaccio n. 214, 5 novembre 1963:
«Il mio parere è che il pensare che Pio XII potesse esercitare un influsso su un minorato psichico qual era Hitler poggi sulla base di un malinteso. Se il Papa avesse solo aperto bocca, probabilmente Hitler avrebbe trucidato molti di più dei sei milioni di ebrei che eliminò, e forse avrebbe assassinato centinaia di milioni di cattolici, solo se si fosse convinto di aver bisogno di un tale numero di vittime. Siamo prossimi al 9 novembre, giorno in cui ricorre il venticinquesimo anniversario della Notte dei Cristalli; in tal giorno noi ricorderemo la protesta fiammeggiante che Pio XII elevò a suo tempo. Egli divenne intercessore contro gli orrori che a quel tempo commossero il mondo intero»

Isaac Herzog, Rabbino Capo d’Israele, in un messaggio del febbraio 1944:
«Il popolo d’Israele non dimenticherà mai quello che Sua Santità e i suoi illustri delegati, ispirati dagli eterni principi della religione, che formano le vere basi di un’autentica civiltà, stanno facendo per i nostri sfortunati fratelli e sorelle nell’ora più tragica della nostra storia, prova vivente dell’esistenza della divina Provvidenza in questo mondo».

Elio Toaff, rabbino capo di Roma, scampato alla deportazione grazie all’aiuto di un sacerdote marchigiano:
«Più di chiunque altro noi abbiamo avuto modo di beneficiare della grande e caritatevole bontà e della magnanimità del rimpianto Pontefice, durante gli anni della persecuzione e del terrore, quando ogni speranza sembrava essere morta per noi».

«Rivolgiamo un riverente omaggio di riconoscenza al Sommo Pontefice, ai religiosi e alle religiose che attuando le direttive del Santo Padre non hanno veduto nei perseguitati che dei fratelli, e con slancio e abnegazione hanno prestato la loro opera intelligente e fattiva per soccorrerci, non curanti dei gravissimi pericoli ai quali si esponevano» (Osservatore Romano, 8 settembre 1945, p. 2).

Dott. A. Leo Kubowitzki, Segretario Generale del World Jewish Congress, recatosi in Udienza da Pio XII per presentare «al Santo Padre, a nome dell’Unione delle Comunità Israelitiche, i più sentiti ringraziamenti per l’opera svolta dalla Chiesa Cattolica a favore della popolazione ebraica in tutta l’Europa durante la guerra» (L’Osservatore Romano, 23 settembre 1945, p. 1). Kubowitzki donò 20mila dollari alle opere caritative vaticane. Giuseppe Nathan, Commissario dell’Unione delle Comunità israelitiche italiane

Michael Tagliacozzo – Centro di studi sullo Shoa e sulla Resistenza:
«Ho un raccoglitore sul mio tavolo, in Israele, intitolato: “Calunnie contro Pio XII”, senza di lui, anche molti di noi non sarebbero vivi».

Il 26 maggio 1955 l’Orchestra Filarmonica d’Israele volò a Roma per un’esecuzione speciale della Settima Sinfonia di Beethoven da eseguire in Vaticano, come espressione della duratura gratitudine dello Stato d’Israele verso il Papa per l’aiuto prestato al popolo ebraico durante l’Olocausto.

http://www.documentazione.info/alcune-testimonianze

Altre testimonianze dal mondo ebraico 
In molte occasioni, dai primi mesi del conflitto mondiale fino ai giorni nostri, numerose personalità ebraiche hanno voluto pubblicamente esprimere il proprio sentimento di gratitudine verso l'operato della Chiesa cattolica durante gli anni della guerra.

  • Il 20 gennaio 1943, il rappresentante dell'Agenzia Ebraica per la Palestina, Chaim Barlas, dichiarava a monsignor Gustavo Testa, delegato apostolico in Egitto ePalestina: «L'atteggiamento altamente umanitario di Sua Santità che ha espresso la sua indignazione contro le persecuzioni, fu una sorgente di conforto notevole per i fratelli»
  • Il 16 aprile 1943 l'Australian Jewish News pubblicò un breve articolo sulle attività del cardinale Pierre-Marie Gerlier, arcivescovo di Lione, che si era strenuamente opposto alla deportazione degli ebrei francesi, e che aveva salvato numerosi bambini ebrei. L’articolo riporta che Gerlier aveva obbedito all’ordine di Pio XII il quale aveva dato precise istruzioni per contrastare le misure antisemitiche in Francia.
  • Il 24 settembre 1943 Alex Easterman, rappresentante britannico del Congresso mondiale ebraico, informò il delegato apostolico a Londra, monsignor William Godfrey, che 4.000 ebrei croati erano stati portati in salvo su un'isola del mare Adriatico: «Sono certo che gli sforzi di Sua Grazia e del Santo Padre hanno permesso di raggiungere questo stupendo risultato».
  • Sempre nel 1943 il futuro primo premier israeliano Chaim Weizmann scrisse che «La Santa Sede sta prestando il suo potente aiuto dove può per attenuare la sorte dei miei correligionari perseguitati
  • Il 18 febbraio 1944 Amleto Giovanni Cicognani, delegato apostolico a Washington, riceveva una lettera da parte del rabbino Maurice Perlzweig, direttore politico del Congresso mondiale ebraico. Vi si può leggere: «I ripetuti interventi del Santo Padre in favore delle comunità ebraiche in Europa evocano un profondo sentimento di apprezzamento e gratitudine da parte degli Ebrei di tutto il mondo».
  • Il 28 febbraio 1944, il gran rabbino di Gerusalemme Isaac Herzog - lo stesso che avrebbe in seguito trasmesso a Pio XII «una speciale benedizione per suoi sforzi tesi a salvare vite umane fra gli Ebrei durante l'occupazione nazista in Italia» - inviava una lettera al delegato apostolico Angelo Roncalli nella quale scriveva: «Il popolo d'Israele non dimenticherà mai i soccorsi apportati ai suoi sfortunati fratelli e sorelle da parte di Sua Santità e i Suoi Eminenti Delegati, in uno dei momenti più tristi della nostra storia»
  • Il 7 aprile 1944 il gran rabbino di Romania, Alezandru Safran, aveva spedito al nunzio apostolico Andrea Cassulo la seguente lettera: « Eccellenza, in questi tempi duri i nostri pensieri si volgono più che mai con rispettosa gratitudine a quanto è stato compito dal Sovrano Pontefice in favore degli Ebrei di Romania e della Transnistria. Nelle ore più difficili che noi, Ebrei di Romania, abbiamo passato, l'appoggio generoso della S. Sede, mediante la vostra alta personalità è stato decisivo e salutare. Non ci è facile trovare le giuste parole per esprimere la tenerezza e la consolazione che ci ha causato l'augusto gesto del Sommo Pontefice, che ha voluto offrire un largo sussidio per sollevare le sofferenze degli ebrei deportati che gli erano stati segnalati da Voi dopo la visita in Transnistria. Gli ebrei di Romania non dimenticheranno mai questi fatti di importanza storica. È per questo che ci permettiamo di mettere le nostre speranze in Vostra Eccellenza, che a molte riprese avete saputo trovare nel vostro amore di Dio e del prossimo, le vie più giuste per risparmiare sofferenze immeritate a una Comunità leale e ad esseri innocenti. » (Civiltà Cattolica, 1961, III, p. 462)
  • Il 4 giugno 1944, giorno della liberazione della Capitale, il cappellano ebraico della V Armata statunitense parlava così agli ebrei: «Se non fosse stato per il soccorso veramente concreto e sostanziale e l'aiuto dato agli Ebrei dal Vaticano e dalle autorità ecclesiastiche di Roma, centinaia di rifugiati e migliaia di ricercati ebrei sarebbero indubbiamente periti molto prima che Roma fosse liberata»
  • Il 7 luglio 1944 il Jewish News scrisse: «Risulta sempre più chiaro che gli Ebrei sono stati salvati dentro le mura del Vaticano durante l'occupazione tedesca di Roma».
  • Il 14 luglio 1944 l'American Hebrew di New York pubblicò una intervista con il rabbino capo di Roma, Israel Zolli, che affermava: «Il Vaticano ha sempre aiutato gli ebrei e gli ebrei sono grati alla carità del Vaticano, fatta e distribuita senza distinzione di razza». Lo stesso Zolli l'anno successivo compì una clamorosa conversione alla fede cattolica, battezzandosi con il nume di Eugenio Pio in onore di quanto il Pontefice e la Chiesa avevano fatto in favore degli ebrei.
  • Il 31 luglio 1944 l'American Jewish Committee (AJC) e altri organizzazioni ebraiche organizzano una manifestazione al Madison Square Park di New York per mobilitare l'opinione pubblica contro la deportazione degli ebrei ungheresi. Nel suo discorso il giudice Joseph Proskauer, presidente dell'AJC, disse: «Noi abbiamo sentito quanto grande è stata l'opera del Santo Padre nel salvare gli ebrei in Italia. Sappiamo anche da diverse fonti, quanto questo grande Papa ha cercato di fare per aiutare e salvare gli ebrei in Ungheria»
  • Eugenio Zolli, Rabbino capo di Roma dalla fine del 1938, fino alla fine della guerra nel primo autunno dopo la liberazione di Roma dall'occupazione tedesca - si convertì al cattolicesimo, e il 13 febbraio 1945 fu battezzato con il nome di Eugenio Pio, quello del papa allora regnante Pio XII, Eugenio Pacelli. Scelse quel nome per ringraziare il papa per l'opera di soccorso fatta durante la guerra e si convinse della verità del messaggio evangelico vivendo il sacrificio della Chiesa e dei cattolici che, a rischio della propria vita, aiutarono gli ebrei. La sua decisione di convertirsi maturò durante la guerra. ma aspettò che finisse la guerra per metterla in pratica per evitare che si pensasse ad un escamotage per salvarsi.
  • Il 22 aprile 1945 Moshe Sharrett, futuro Ministro degli Esteri e Primo Ministro di Israele, dopo aver incontrato il Papa inviò un dettagliato rapporto all'Esecutivo dellaJewish Agency in cui scrisse: «Mio primo dovere è stato quello di ringraziare il Papa e la Chiesa cattolica da parte del popolo ebraico, per tutto quello che hanno fatto nei diversi Paesi per proteggere e nascondere gli ebrei, salvare i bambini e gli israeliti in generale»
  • Il 29 luglio 1945, il segretario generale del Congresso mondiale ebraico, Leon Kubowitzky, mentre si trovava a Roma, volle ringraziare personalmente il Papa dei suoi interventi offrendo un regalo simbolico (rappresentato da 20.000 dollari che Pio XII stabilisce di devolvere esclusivamente a persone bisognose di stirpe ebraica) al Vaticano in «riconoscimento dell'opera svolta dalla Santa Sede per la salvezza degli Ebrei dalle persecuzioni fasciste e naziste».
  • Il 2 marzo 1946 il presidente delle Comunità israelitiche italiane Raffaele Cantoni, intervistato dal quotidiano L'indipendente, dichiarò: «La gratitudine imperitura degli Ebrei per quanti si sono adoperati in favore della comunità israelitica italiana è stata solennemente dichiarata dal Congresso. In primo luogo nei riguardi di Pio XII per le prove di umana fratellanza fornite dalla Chiesa cattolica durante gli anni delle persecuzioni e poi in ricordo dei sacerdoti che patirono il carcere e i campi di concentramento e immolarono la loro vita per assistere, in ogni modo, gli Ebrei».
  • Il 6 maggio 1949 moriva Abramo Giacobbe Isaia Levi che era stato senatore del Regno d'Italia fino alla promulgazione delle leggi razziali. Nel testamento c'era scritto: «Lascio al Pontefice regnante, Pio XII, villa Levi […] In segno di riconoscenza, per essere stato preservato dai pericoli della iniqua persecuzione razziale sovvertitrice di ogni rapporto della vita umana e grato della protezione concessagli in quel turbinoso periodo dalle Suore di Maria Bambina».
  • Nel giugno 1955 l'Orchestra Filarmonica d'Israele, in tournée nelle principali città europee, chiese di poter eseguire un concerto alla presenza di Pio XII «in segno di riconoscimento e di gratitudine per l'immensa opera di assistenza umana prodigata da Sua Santità per salvare un gran numero di ebrei durante la seconda guerra mondiale». Il 26 maggio precedente l'Orchestra si trovava a Roma per un'esecuzione speciale della Settima di Beethoven, come espressione della duratura gratitudine dello Stato d'Israele verso il Papa per l'aiuto prestato al popolo ebraico durante l'Olocausto. Nell'occasione il Jerusalem Post scrisse «Il Maestro Paul Kletzski ha richiesto che l'Orchestra, nella sua prima visita in Italia, suonasse per il Papa come gesto di gratitudine per l'aiuto che la Chiesa ha fornito a tutti i perseguitati dal nazifascismo»
  • Lo stesso anno, in occasione del decennale della fine della guerra, l'Unione delle Comunità Israelitiche Italiane proclamò il 17 aprile Giorno della Gratitudine per l'assistenza avuta dal Papa durante la guerra.
  • Il 10 ottobre 1958, in seguito alla morte del Papa, Golda Meir, ministro degli Esteri dello Stato d'Israele, afferma: «Durante il decennio del terrore nazista, il nostro popolo ha subito un martirio terribile. La voce del Papa si è alzata per condannare i persecutori e per invocare pietà per le vittime». Elio Toaff, nella stessa occasione, ricordò: «Più che in ogni altra occasione, abbiamo avuto l'opportunità di sperimentare la grande compassione e la grande generosità di questo papa durante gli anni della persecuzione e del terrore, quando sembrava non ci fosse per noi più alcuna speranza»
  • Il 28 febbraio 2001 il rabbino David Gil Dalin scrisse sulle colonne di The Weekly Standard: «Fare di Pio XII un bersaglio dei nostri attacchi morali contro i nazisti e presentare il cattolicesimo nelle istituzioni come delegittimato dall'orrore dell'Olocausto, rivela un errore di comprensione storica […] Pio XII non fu il papa di Hitler, ma fu il più vicino agli Ebrei nel momento in cui questa vicinanza era importante […] Nessun altro papa è stato così ampiamente lodato dagli Ebrei, e coloro che lo hanno lodato non si erano sbagliati. La loro gratitudine, come quella dell'intera generazione dei sopravvissuti dell'Olocausto, testimonia che Pio XII era, genuinamente e profondamente, un "giusto" delle nazioni». Da tempo il noto rabbino statunitense e altre personalità ebraiche per questo hanno chiesto la nomina ufficiale di Pio XII a Giusto tra le nazioni[53]: tra queste Gary L. Krupp e Martin Gilbert
  • La Fondation Pave the Way, fondata dal'ebreo Gary Krupp, ha dichiarato che secondo documenti, finora inediti e scoperti dalla stessa Fondation, si può affermare che "durante il secondo conflitto mondiale Stati Uniti e Gran Bretagna esercitarono pressioni su Pio XII perché egli mantenesse il silenzio sulla brutalità nazista in modo da evitare che le proteste del pontefice avessero altre conseguenze. Ciò viene ricavato da dispacci tra D'Arcy Osborne, rappresentante britannico presso la Santa Sede, e Myron Taylor al tempo delegato del presidente Franklin D. Roosevelt in Vaticano. In particolare ciò viene rilevato una corrispondenza tra i due il 7 novembre 1944 in cui si paventano "gravi danni" dall'eventuale iniziativa papale.
  • Un ulteriore studio che riabilita la figura di Pacelli arriva da Gary L. Krupp, ebreo americano presidente della fondazione Pave the Way di New York. Krupp e la moglie, partiti dall'idea che Pio XII fosse un collaboratore del nazismo, si imbatterono nelle loro ricerche in mons. Giovanni Ferrofino, nunzio apostolico ad Haiti dal1939 al 1946, il quale rivelò come in quel periodo riceveva ogni sei mesi un telegramma criptato da parte di Pio XII con il quale si recava da Rafael Leónidas Trujillo a chiedere ottocento visti per ebrei in fuga dall'Europa: il sistema potrebbe quindi aver salvato circa undicimila ebrei. Secondo Ferrofino, papa Pacelli sarebbe stato frustrato dalla mancanza di aiuto agli Ebrei da parte degli Stati Uniti e di altri paesi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Pio_XII_e_l%27Olocausto#Alcune_testimonianze_dal_mondo_ebraico

Scoperta la rete clandestina di aiuto agli ebrei di Pio XII



Protestanti e Nazismo

Un silenzio spezzato solo da Bonhoeffer. il teologo pagò con la vita la sua denuncia dell'alleanza tra chiesa evangelica e Hitler.




Le lettere «Per il cristiano non è più accettabile il ruolo dello spettatore»

«Mi preme fare sapere che il partito nazionalsocialista non ha violato in nulla le mie convinzioni introducendo nella legge religiosa il paragrafo ariano. Se un ebreo venisse a me per essere battezzato, lo battezzerei, ma se mi dicesse che è suo vivo desiderio diventare pastore gli risponderei che ciò è impossibile... gli risponderei: benissimo ma sii allora un missionario fra gli ebrei; è impossibile avere nella nostra comunità un pastore di sangue straniero»: così afferma il 21 gennaio del 1934, il pastore evangelico Ludwig Mueller, che in qualità di «vescovo» supremo del Reich e di vescovo della chiesa evangelica della vecchia Prussica (il gruppo evangelico più importante d' ogni altro) ha accentrato nelle sue mani tutti i poteri di quella chiesa. La Chiesa del III Reich è dunque razzista ed esclude dalle cariche ecclesiastiche quanti non siano di pura razza ariana. Negli stessi anni in cui tante voci come quella di Edith Stein o del gesuita tedesco Friedrich Muckermann si alzavano per implorare una condanna più ferma della chiesa cattolica, la chiesa tedesca evangelica viveva lo stesso dilemma in modo ancora più drammatico: diventa fedele e solerte alleata di Hitler - eccetto minoranze resistenziali di altissima intensità spirituale presenti nella così detta Chiesa confessante. Le chiese evangeliche confederate lacerate tra l' adesione al Reich e la ribellione, tra la difesa della istituzione e la testimonianza profetica precipitano nell' alleanza con Hitler. Nel mese di gennaio del 1934 avviene quella così detta sincronizzazione del protestantesimo germanico con il regime nazionalsocialista di Adolf Hitler. E' interessante seguirne le vicende da un osservatorio speciale, che ci informa quasi giornalmente di ciò che succede, ma che soprattutto ci fa capire in modo indiretto e mascherato ciò che la Santa Sede pensava sull' evolversi della situazione in Germania. Si tratta delle corrispondenze fittizie che Federico Alessandrini, in seguito vicedirettore dell' Osservatore Romano, scriveva da Roma sotto lo pseudonimo Renano, controllate ed approvate dalla Segreteria di Stato. Una sorta di agenzia che poi veniva smistata nella stampa cattolica. Una vera miniera per capire il clima che si respirava perché ciascuno di quei «pezzi» prima di avere via libera doveva sottostare al controllo della Segreteria di Stato e rispondere alle richieste dell' allora Segretario di Stato, Eugenio Pacelli. Dentro le notizie, a volte tra le righe, a volte in modo diretto i commenti degli articoli trovavano comunque il modo di denunciare i presupposti ideologici del nazismo, a cominciare dalla mistica di Rosenberg, fino a raccontare il clima vessatorio contro cattolici e protestanti o alla descrizione degli orrori «della notte dei lunghi coltelli». Un modo e una formula che serviva anche per aggirare la censura nazista. E infatti il corrispondente Renano fu a lungo ricercato in Germania fino a quando non capirono che si annidava nelle segrete stanze del Vaticano stesso. In un articolo del 31 gennaio 1934 Renano a proposito delle conclamate dichiarazioni razziste di Mueller scriveva: «Sarebbe interessante sapere quali idee abbia il vescovo del Reich sulla diffusione del cristianesimo dalla Palestina nel mondo... Le parole di Mueller hanno un gravissimo valore oltre che per il contenuto dogmatico, per il momento in cui furono pronunciate: 600 pastori appoggiati da alcuni vescovi dei Laender meridionali sono in rivolta contro il vescovo del Reich a causa della sua adattabilità all' ideologia hitleriana e ne sfidano i fulmini... il 25 gennaio il Cancelliere Hitler ha convocato i vescovi dei Laender e ha fatto loro comprendere che i dissensi nella chiesa evangelica possono recare danno al terzo Reich. In particolare ha insistito sui danni presso la stampa estera...». In un altro articolo del 4 gennaio 1934, Confusione babelica nel protestantesimo tedesco, le Aberrazioni sacrileghe del «movimento tedesco di fede», a proposito delle nuove «idee teologiche» proposte dal professore dell' Università di Lipsia, Bergmann, «credo nel Dio della religione tedesca... credo nella Germania, educatrice degli uomini», i toni escono da ogni riserbo: «Siamo dunque in presenza di una mistica dell' ultranazionalismo, di un materialismo che può reggere il confronto solo con quello del bolscevismo... un ultranazionalismo sintomatico della metodologia materialista anticristiana dei neopagani tedeschi». L' insistita denuncia sulla inconciliabilità della concezione hitleriana con l' ispirazione evangelica di questi articoli assume un particolare valore in quanto voluta e approvata dalla Segreteria di Stato. Si tratta solo di alcuni esempi che si possono trovare nelle tante corrispondenze che, se non bastano a smentire il silenzio della Chiesa, non lo rendono neanche totale. Non è un silenzio assordante, si avvertono grida sussurrate. La voce che, invece, nel mondo protestante, si alza con lo stesso anelito di quella della Stein, è, come è noto, quella di Dietrich Bonhoeffer. Incarcerato a Tegel venne impiccato il 9 aprile 1945 a un mese dalla fine del conflitto, in seguito alla sua partecipazione al progetto di attentato contro Hitler. Nel 1933 aveva scritto un saggio, La chiesa di fronte alla questione ebraica, con la richiesta di intervenire subito contro le prime persecuzioni. Nel 1934, dopo l' imposizione del ministro dell' interno Frick di astenersi dal divulgare le tensioni interne alle chiese protestanti, che ancora si illudono, invidiando il concordato stipulato con i cattolici, di potere ricavare vantaggi e tutele, scrive «oso sperare che questa volta i pastori avranno il coraggio di sollevarsi contro lo Stato». Un senso di asfissia incombe su di lui che dal 1929 al 1934 spera ancora di potere andare in India ad incontrare Gandhi, sicuro che «nel "paganesimo" di laggiù ci sia più cristianesimo che in tutta la nostra chiesa del Reich». Poi di fronte al crescere delle delusioni per le prudenze, le paure, i cedimenti le totali collusioni delle chiese con la persecuzione ebraica, nel 1935, lancia il famoso anatema che segnerà la teologia del Novecento «solo chi alza la voce in difesa degli ebrei, può permettersi di cantare in gregoriano». Il nostro destino lui dice, come la Stein, non è dissociabile da quello degli ebrei. «Un ripudio degli ebrei da parte dell' Occidente comporta necessariamente il ripudio di Cristo; perché Gesù Cristo era un ebreo», (Etica, 1940). Le sue lettere dalla prigionia, Resistenza e Resa, apparse in Italia da Bompiani nel 1969 hanno segnato nel profondo la formazione della più avvertita generazione cattolica di quegli anni. «Mi sono chiesto - scrive il 21 febbraio 1944 - spesse volte dove passi il confine tra la necessaria resistenza e l' altra necessaria resa davanti al "destino"... limite che non si può determinare sul piano dei principi; l' una e l' altra devono essere presenti e assunti con decisione. La fede esige questo agire mobile e vivo». Tale concezione del rapporto tra fede e storia tra responsabilità e azione è diventata il cuore della generazione cresciuta con il Concilio Vaticano II. La lettera dal carcere che Bonhoeffer scrive per il battesimo del nipote è il vero lascito che la polemica sui silenzi consegna anche alla generazione conciliare: per il cristiano non è più accettabile «il lusso dello spettatore». La teologia e l' azione devono entrare in nuovo rapporto: «Voi penserete - scrive - solo ciò di cui dovrete assumervi la responsabilità agendo». Credo che le polemiche senza fine sulle responsabilità delle chiese di fronte agli ebrei siano state, paradossalmente, una straordinaria occasione storica, non tanto per più o meno coraggiose revisioni storiografiche ma quanto per non dimenticare mai che la fede deve sapersi incarnare nelle decisioni della storia. Non a caso le polemiche sui silenzi si acutizzano nei momenti storici in cui la coscienza cristiana - negli Anni Sessanta, come ora - sente l' urgenza di risvegliare alla storia ma, confusa, non sa bene con quali strumenti storici e teologici farlo. Gli anni all' estero e l' incontro con la Resistenza Dietrich Bonhoeffer nasce nel 1906 a Breslavia, da una famiglia dell' alta borghesia berlinese. Il padre è psichiatra e ha importanti relazioni con i livelli più alti dell' amministrazione dello Stato. Studia teologia e si laurea a 21 anni. Passa molti periodi all' estero. Risiede quasi un anno a Barcellona e poi parecchi mesi a New York, dove entra in contatto con il Social Gospel e celebra funzioni religiose nei ghetti neri. Dal ' 31 al ' 33 insegna a Berlino mostrando una grande carica innovativa, coinvolgendo gli studenti in iniziative legate non solo all' ambito accademico ma anche alla situazione politica esistente. Inizia in questo periodo la sua opposizione, sempre crescente, al nazismo. Dopo l' avvento di Hitler al potere lascia Berlino e si trasferisce a Londra per un paio d' anni. Torna in Germania e vi resta fino al ' 39. Entra a far parte di quella parte della Chiesa protestante che si chiama "confessante" e che si oppone a Hitler e lotta contro la discriminazione degli ebrei. Nel ' 40 inizia ad avere i primi contatti con la Resistenza. Nel ' 43 viene arrestato. Viene impiccato il 9 aprile 1945 nel campo di concentramento di Flossebürg. Nel 1949 esce postumo «Etica», due anni dopo vengono raccolte le sue lettere dal carcere nel volume «Resistenza e resa».

Fattorini Emma

http://archiviostorico.corriere.it/2003/febbraio/25/Protestanti_nazismo_silenzio_spezzato_solo_co_0_030225099.shtml