30 dicembre 2014

Papa Francesco vittima di una cultura “fai da te”

Siamo in piena “post-modernità”. Alle nostre spalle i grandi sistemi. Nelle vetrine del mercato globale, opinioni infinite, ma solo opinioni. È il tempo del “fai da te”. Capita anche alla religione.

L’ultima declinazione di questa psicologia riguarda il Papa. Sì, proprio papa Francesco. Se non sul banco degli imputati, anche lui è finito sulla bancarella degli opinionisti. Gli danno pagelle: e non tutte positive. Era da aspettarselo, dopo il primo bagno di folla e di consensi.

Sorvolo sul fatto che, fin dalle prime battute del pontificato, a sentirlo perorare in toni vibrati la causa dei poveri – in realtà nel solco della più classica dottrina sociale della Chiesa – si sono levate lobbies della finanza mondiale a storcere il naso e…i giornali.Con tutto il rispetto, una tale reazione finisce per essere quasi una garanzia della bontà evangelica del prodotto. Non sorprende poi – avrebbe sorpreso il contrario – che alcuni gruppi cattolici oltranzisti, militanti dell’anti-Vaticano II, abbiano subito collocato papa Francesco nella bolgia dei papi eretici. Anzi dei “non papi”, in ottima compagnia peraltro di papi che ormai veneriamo beati, e uno, Giovanni Paolo II, santo! Con buona pace di tutti.

L’ultima novità viene, a sorpresa, da giornalisti cattolici, alcuni dei quali benemeriti di testimonianza cristiana, che si sentono in dovere di prendere le distanze da papa Francesco. Ne fanno questione di coscienza, e questa, si sa, è sempre rispettabile. Ma non per questo è la verità. Essi continuano a fare professione di fede anche accogliendo il Concilio e i papi del post Concilio. Ma fino a Benedetto XVI. Francesco – argomentano – con le sue mezze parole e le (presunte) strategie quasi subliminali di rinnovamento (vedi sinodo sulla famiglia ecc.) starebbe gettando la Chiesa nella confusione. Sarebbe ora dunque di dar fiato alla profezia, per denunciare questo pericolo. E viene propagato addirittura il sospetto, con malcelata voglia di scoop, che Francesco non sia il vero papa. Papa Benedetto XVI sarebbe ancora al timone della Chiesa, benché in “standby”. E ciò sulla base del titolo da lui conservato di Papa emerito e un sospetto di svolgimento “irregolare” del conclave che ha eletto papa Bergoglio.

Quanto una tesi così destabilizzante sia priva di fondamento non è stato difficile a qualche buon canonista di provarlo. Oltre tutto, per ciò che riguarda l’elezione, il sospetto è tutto sospeso in aria, frutto di illazioni giornalistiche su un fatto, il conclave, sul quale le norme severissime di segretezza impediscono di fare riscontri. La tesi – o l’ipotesi insinuata come verosimile – è esposta con l’arte del giornalismo consumato, e con un certo pathos da eroi della verità nuda e pura, con l’evidente intento di suscitare il rigetto di papa Francesco (o almeno la perplessità sul suo conto). Tutto ciò motivato anche con i presunti limiti del magistero dell’attuale Pontefice messi a confronto con i pregi del Papa emerito. I due – si dice - sarebbero in contraddizione. Noi che li amiamo entrambi, di contraddizioni, nella sostanza, non vediamo traccia (gli stili, è vero, non potrebbero essere più diversi). Chi segue attentamente, non a spezzoni, il magistero di papa Francesco, e ne ha minimamente conosciuto la tempra evangelica, trova davvero incredibile che lo si accusi di farsi una platea di fans dicendo cose che tutti vogliono sentire. E’ esattamente il contrario. Ricordo le sberle salutari che ci diede nella visita ad Assisi: ci disse non cose che volevamo sentire, ma cose che mettono in crisi! Semmai si fa accogliere per la semplicità e l’amabilità con cui le dice, anche le più difficili da credere e da praticare. Adotta, sì, espressioni accattivanti, che si concentrano nell’annuncio della misericordia di Dio. Ma è Vangelo puro. Stando all’insieme del magistero finora prodotto, nulla è dimenticato di ciò che costituisce la verità che non muta e i doveri irrinunciabili di una buona coscienza. Che se poi, nel mercato della religione “fai da te”, c’è chi prende solo ciò che gli interessa, si può, e si deve deplorare. Difficile però che abbia titolo a farlo chi, in nome della profezia, pratica il “fai da te” persino scegliendosi il Papa.

+ Domenico Sorrentino
Vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino

28 dicembre 2014

BOOOOOOMMMMMMMMMM!!!!!

BOTTI DI FINE ANNO  

Di sconcertante ci sta solo il coraggio dei settari nel rovistare nei bidoni della spazzatura.... e poi più puzza e più gli piace

Di certo c'è solo che Alberto Rivera era un fondamentalista anticattolico, che sia stato gesuita non esiste nessuna prova, si sa che ha avuto dei problemi per frode (ma guarda un po...).

Secondo il paranoico la Chiesa è responsabile per la creazione del comunismo, dell'Islam e del nazismo e provocò la seconda guerra mondiale, la recessione, il massacro di Jonestown nella Guyana, e anche responsabile per gli omicidi di Abraham Lincoln e John F. Kennedy (cattolico); ha sostenuto inoltre, che la Chiesa cattolica vuole diffondere l'omosessualità e l'aborto   

http://en.wikipedia.org/wiki/Alberto_Rivera#See_also



26 dicembre 2014

La storia conferma la nascita di Gesù il 25 Dicembre



Molti si interrogano se Gesù sia nato veramente il 25 dicembre. Ma cosa sappiamo in realtà sulla storicità della sua data di nascita? I Vangeli, come è noto, non precisano in che giorno è nato il fondatore del cristianesimo.

E allora, come mai la Chiesa ha fissato proprio al 25 dicembre il suo Natale? È vero, inoltre, che questa festa cristiana - seconda solo alla Pasqua - è stata posta al 25 dicembre per sostituire il culto pagano del dio Sole, celebrato in tutto il Mediterraneo anche prima della nascita di Gesù?

Cominciamo col dire che il solstizio d’inverno – data in cui si festeggiava nelle culture politeiste il Sol Invictus - cade il 21 dicembre e non il 25.

In secondo luogo è bene precisare che la Chiesa primitiva, soprattutto d’Oriente, aveva fissato la data di nascita di Gesù al 25 dicembre già nei primissimi anni successivi alla sua morte.

Dato che è stato ricavato dallo studio della primitiva tradizione di matrice giudeo-cristiana - risultata fedelissima al vaglio degli storici contemporanei - e che ha avuto origine dalla cerchia dei familiari di Gesù, ossia dalla originaria Chiesa di Gerusalemme e di Palestina.

E allora, se la Chiesa ha subito fissato al 25 dicembre la nascita di Gesù, abbiamo oggi prove documentali e archeologiche che possono confermare la veneranda tradizione ecclesiale? La risposta è si.

Nel 1947 un pastorello palestinese trova casualmente una giara, semisepolta in una grotta del deserto di Qumran, un’arida regione a pochi chilometri da Gerusalemme. La località era stata sede della comunità monastica degli esseni, che oltre all’ascetismo praticava la copiatura dei testi sacri appartenuti ai loro antenati israeliti. I monaci del Mar Morto produssero in pochi decenni una grande quantità di testi, poi nascosti in grandi anfore per salvarli dall’occupazione romana del 70 d.C.

All’indomani della fortunata scoperta, archeologi di tutto il mondo avviarono una grande campagna di scavi nell’intera zona desertica, rinvenendo ben 11 grotte, che custodivano, da quasi venti secoli, numerosi vasi e migliaia di manoscritti delle Sacre Scritture israelitiche, arrotolati e ben conservati.

Tra questi importanti documenti, uno ci interessa particolarmente: è il Libro dei Giubilei, un testo del II secolo a.C.

La fonte giudaica ci ha permesso di conoscere, dopo quasi due millenni, le date in cui le classi sacerdotali di Israele officiavano al Tempio di Gerusalemme, ciclicamente da sabato a sabato, quindi sempre nello stesso periodo dell’anno.

Il testo in questione riferisce poi che la classe di Abia, l’VIII delle ventiquattro che ruotavano all’officiatura del Tempio - classe sacerdotale cui apparteneva il sacerdote Zaccaria, il padre di Giovanni Battista - entrava nel Tempio nella settimana compresa tra il 23 e il 30 settembre.

La notizia apparentemente secondaria si è rivelata invece una vera bomba per gli studiosi del cristianesimo antico. Infatti, se Zaccaria è entrato nel Tempio il 23 settembre, giorno in cui secondo il vangelo di Luca ha ricevuto l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele, che gli ha comunicato - nonostante la sua vecchia età e la sterilità della moglie Elisabetta - che avrebbe avuto un figlio, il cui nome sarebbe stato Giovanni, questo vuol dire che il Precursore del Signore potrebbe essere nato intorno al 24 giugno, nove mesi circa dopo l’Annuncio dell’angelo.

Guarda caso gli stessi giorni in cui la Chiesa commemora nel calendario liturgico, già dal I secolo, sia il giorno dell’Annunciazione a Zaccaria che la nascita di Giovanni.

Detto ciò, Maria potrebbe avere avuto la visita, sempre di Gabriele, giorno dell’Annunciazione, proprio il 25 marzo. Infatti, quando Maria si reca da sua cugina Elisabetta, subito dopo le parole dell’Arcangelo, per comunicare la notizia del concepimento di Gesù, l’evangelista annota: “Elisabetta era al sesto mese di gravidanza”.

Passo evangelico che mette in evidenza la differenza di sei mesi tra Giovanni e Gesù. E allora, se Gesù è stato concepito il 25 marzo, la sua nascita può essere ragionevolmente commemorata il 25 dicembre, giorno più, giorno meno.

Se così stanno i fatti - e la fonte qumranica li documenta - possiamo affermare senza tema di smentita che grazie alla scoperta della prezioso testo, avvenuto appena sessant’anni fa, la plurimillenatria tradizione ecclesiastica è confermata: le ricorrenze liturgiche dei concepimenti e dei giorni di nascita, sia di Giovanni che soprattutto di Gesù, si sono rivelati pertanto compatibili con la scoperta archeologica del Deserto di Giuda.

Cosa sarebbe accaduto se, per esempio, avessimo scoperto che il sacerdote Zaccaria fosse entrato nel Tempio nel mese di marzo o di luglio? Tutte le date liturgiche che ricordano i principali avvenimenti dei due personaggi evangelici sopra citati sarebbero diverse da quelle indicate dalla tradizione ecclesiale. E subito gli scettici, strappandosi le vesti, avrebbero gridato al mondo intero che la Chiesa si è inventata tutto, compreso la data di nascita del suo fondatore.

Ma l’indagine non è ancora terminata! Alcuni detrattori della storicità della data del Natale al 25 dicembre hanno, infatti, osservato che in quel mese - cioè in pieno inverno - gli angeli non potevano incontrare in aperta campagna e di notte greggi e pastori a cui dare la lieta notizia della nascita del Salvatore dell’umanità.

Eppure, quanti sostengono questa ipotesi dovrebbe sapere che nell’ebraismo tutto è soggetto alle norme di purità. Secondo non pochi antichi trattati ebraici, i giudei distinguono tre tipi di greggi.

Il primo, composto da sole pecore dalla lana bianca: considerate pure, possono rientrare, dopo i pascoli, nell’ovile del centro abitato. Un secondo gruppo è, invece, formato da pecore la cui lana è in parte bianca, in parte nera: questi ovini possono entrare a sera nell’ovile, ma il luogo del ricovero deve essere obbligatoriamente al di fuori del centro abitato.

Un terzo gruppo, infine, è formato da pecore la cui lana è nera: questi animali, ritenuti impuri, non possono entrare né in città né nell’ovile, neppure dopo il tramonto, quindi costretti a permanere all’aperto con i loro pastori sempre, giorno e notte, inverno e estate.

Non dimentichiamo, poi, che il testo evangelico riferisce che i pastori facevano turni di guardia: fatto che appare comprensibile solo se la notte è lunga e fredda, proprio come quelle d’inverno. Ricordo che Betlemme è ubicata a 800 metri sul livello del mare.

Alla luce di queste considerazioni, possiamo ritenere risolto il mistero: i pastori e le greggi incontrati dagli angeli in quella santa notte a Betlemme appartengono al terzo gruppo, formato da sole pecore nere. Prefigurazione, se vogliamo, di quella parte della società, composta da emarginati, esclusi, derelitti e peccatori che tanto piacerà avvicinare al Gesù predicatore.

In conclusione, possiamo dunque affermare non solo che Gesù è nato proprio il 25 dicembre ma che i vangeli dicono la verità storica circa i fatti accaduti nella notte più santa di tutti i tempi: coloriamo di nero le bianche pecorelle dei nostri presepi e saremo più fedeli non solo alla storia quanto al cuore dell’insegnamento del Nazareno.

http://www.zenit.org/it/articles/la-storia-conferma-la-nascita-di-gesu-il-25-dicembre

21 dicembre 2014

Per non fare naufragio nella fede bisogna seguire il Papa!

Benedetto XVI, Angelus del 6 novembre 2005:

"Il Signore Gesù, Verbo fatto carne, morto e risorto, ha portato a compimento l’opera di salvezza, fatta di gesti e di parole, e ha manifestato pienamente il volto e la volontà di Dio, così che fino al suo ritorno glorioso non è da aspettarsi alcuna nuova rivelazione pubblica. Gli Apostoli e i loro successori, i Vescovi, sono i depositari del messaggio che Cristo ha affidato alla sua Chiesa, perché fosse trasmesso integro a tutte le generazioni. La Sacra Scrittura dell’antico e del nuovo Testamento e la sacra Tradizione contengono tale messaggio, la cui comprensione progredisce nella Chiesa sotto l’assistenza dello Spirito Santo. Questa stessa Tradizione fa conoscere il canone integrale dei Libri sacri e li rende rettamente comprensibili e operanti, così che Dio, il quale ha parlato ai Patriarchi e ai Profeti, non cessa di parlare alla Chiesa e, per mezzo di questa, al mondo.

La Chiesa non vive di se stessa ma del Vangelo e dal Vangelo sempre trae orientamento per il suo cammino.

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2005/documents/hf_ben-xvi_ang_20051106_it.html



17 dicembre 2014

17-12-2014 Udienza Generale


Nel monologo ci stava un non so che di protestante e anticattolico, del resto prevedibile visto chi ha pubblicamente ringraziato:

Caro Benigni, solo la Chiesa difende la bellezza della sessualità

Molto belle le due serate in compagnia di Roberto Benigni, dedicate alla Bibbia e ai Dieci Comandamenti, in diretta in prima serata su Rai1. Un argomento ritenuto “divisivo” che invece ha incollato allo schermo dieci milioni di spettatori in ognuna delle due puntate.

Un monologo intenso, di alto livello culturale e di immenso respiro, teso a rivelare quanto la rivelazione di Dio agli uomini, completata in Gesù Cristo, abbia effettivamente rivoluzionato il mondo e la vita di miliardi di persone. Per questo la Bibbia è «il racconto più bello di tutti i tempi, anche perché l’autore del libro è anche l’autore di tutti i lettori», ha sottolineato Benigni. «Io non mi permetterei mai di parlare per due ore di Uno che non c’è», ha avvertito. «E se non c’è lo aspettiamo».

Le Scritture parlano a tutti, credenti e non credenti e i Comandamenti «hanno segnato per sempre la vita dell’Occidente, forse anche dell’Oriente, del mondo intero insomma», ha detto ancora l’attore toscano, «bisogna essere ciechi per non vedere questa luce». Se letti in modo non superficiale, ha spiegato ancora, «riassumono tutto, contengono l’etica». «Per la prima volta ci vengono date delle regole, regole così attuali da impressionare. Diventano legge i sentimenti, l’amore, la fedeltà, il futuro, il tempo». Giustamente Enzo Bianchi ha commentato: «In questo senso Dio non ci impone una legge estranea e ostile, ma ci conferma che quanto di nobile abita il cuore umano è degno di divenire la norma di comportamento, la via regale alla felicità, la risposta agli aneliti più profondi». E ha anche giustamente rilanciato la provocazione ai molti sacerdoti «che hanno per funzione e servizio quello di spiegare la legge di Dio e far riconoscere in essa la libertà, risultano invece così noiosi, pedanti, esperti nel caricare pesi sulle spalle degli altri e così incapaci di farsi ascoltare».

La legge di Dio dona libertà all’uomo, è stato il leit movie delle due serate. Dio viene descritto da Benigni come un liberatore, liberatore dall’oppressione a cui sono ridotti gli ebrei in Egitto; ma anche l’oppressione degli idoli, di tutto ciò con cui l’uomo sostituisce Dio. Un liberatore che mette dei divieti? Certo, perché «è dalla legge che deriva la libertà». Una riflessione bellissima e attualissima, come ha commentato l'”Avvenire”, che «smantella la libertà intesa come “fa’ ciò che vuoi”, senza norme, che mette l’individuo e il suo capriccio al centro e tutto il resto scompare o, se ostacola il capriccio, va rimosso». Altro che “vietato vietare”.

C’è però una critica che può e dev’essere mossa al monologo di Benigni (almeno secondo noi): il finale della seconda serata è risultato stonato con il resto, un panteistico inno alla vita, un indistinto e abbastanza anonimo orgoglio di esserci, fine a se stesso, sentimentalistico. Una conclusione banale per uno spettacolo tanto intenso. Il secondo scivolone è stato sul sesto comandamento: “non commettere adulterio”. Il comico ha criticato la Chiesa perché nel Catechismo insegnato agli adolescenti avrebbe ridotto questo comandamento al “non commettere atti impuri”. Ha quindi fatto capolino il cliché della sessuofobia della Chiesa, con aneddoto di Benigni adolescente davanti al confessore che gli chiede “quante volte ti sei toccato oggi?”.

Quella di aver “modificato la Bibbia” è una precisa accusa alla Chiesa della comunità evangelica e valdese e non è certo un caso che tra i “consiglieri” di Benigni vi sia stato il pastore valdese Paolo Ricca. Tuttavia, nel Catechismo cattolico è ben specificato che il sesto comandamento è “non commettere adulterio”, con tanto di spiegazione e approfondimento. E’ anche vero che spesso agli adolescenti viene tradotto come “non commettere atti impuri”, ma occorre capire che è necessario declinare tale comandamento in questo modo: non ha senso, infatti, parlare ai dodicenni di matrimonio, di fedeltà al coniuge e di adulterio, situazioni lontane dalla loro situazione. La Chiesa ha così spesso preferito comunicare ai giovani un senso “alto” di amore, come donazione totale di sé, come sacrificio e non consumo dell’altro o soddisfacimento istintivo o atto egoistico (l’autoerotismo è ripiegamento su di sé, egoismo allo stato puro). Ovvero l’amore vero e non impuro, e non necessariamente legato all’atto sessuale. E’ giusto che questo comandamento venga declinato in questo modo agli adolescenti, ed è giusto farlo con gli altri comandamenti: lo stesso Benigni ha infatti trascorso due ore a farlo, ad esempio ha parlato di “non rubare”, spiegando giustamente che questo non deve limitarsi al rubare in senso stretto, ma deve avere mille declinazioni e casistiche, perfino che rubare significa «costringere a lavorare più di otto ore al giorno» (!). Insomma, come è stato ben osservato, solo quando si parla di sesso, ogni interpretazione oltre all’adulterio sarebbe invenzione della Chiesa, impegnata a osteggiare la sessualità.

Eppure, al di là dei luoghi comuni, questo sguardo sull’amore sessuale, oggi, lo offre soltanto la Chiesa mentre è il resto della società ad averne paura. Lo dimostra, è stato notato, l’ossessione dei contraccettivi, per la paura delle possibili conseguenze di un rapporto sessuale naturale; lo dimostra l’instabilità relazionale per le difficoltà di vivere un rapporto, anche sessuale, in modo fedele e con la stessa persona; lo dimostra la diffusione del sesso virtuale, ovvero il piacere senza contatto fisico; lo dimostra l’esaltazione del sesso occasionale, ovvero il terrore dell’amore come responsabilità. E’ la società contemporanea a respingere il sesso, a volerne limitare la portata esistenziale e a tendere a frazionarlo in mille relazioni per poi, di fatto, non viverlo mai fino in fondo. La Chiesa, al contrario, lo valorizza, lo esalta come strumento di dono totale di sé, mentre teme il suo abuso come ennesimo idolo a cui piegarsi, richiamandosi al primo comandamento del Decalogo. Peccato che Benigni non abbia intuito anche questo, ma forse sarebbe stato davvero un miracolo realizzare uno spettacolo del genere senza richiamare le solite leggende nere.


e poi cosa dire di quando ha detto che: “IL SETTIMO, NON RUBARE, SCRITTO PER GLI ITALIANI“?

Chi lo sta tanto osannando magari non si è accorto che praticamente ha detto che tutti gli italiani sono dei ladri. Sarebbe stato più esatto dire il settimo comandamento è stato scritto per certi italiani, visto che tanti altri italiani sono i derubati per le tasse ormai alle stelle, derubati del lavoro, derubati della speranza in un futuro migliore, e questo a causa di italiani che sono ladri....

Magari ha pensato bene di non fare tale precisazione visto il costo della sua performance che equivale ad un furto a danno degli italiani



15 dicembre 2014

"Poi il Signore apparve a lui (Abramo) alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che TRE UOMINI stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro all'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo.
(Genesi 18,1-3)


12 dicembre 2014

Il mantello della Vergine di Guadalupe

E' veramente incredibile quello che la scienza ha scoperto su questa tilma, che avrebbe dovuto distruggersi dopo 20/30 anni!

1. Studi oftalmologici realizzati sugli Occhi di Maria hanno scoperto che avvicinando loro la luce, la retina si contrae e ritirando la luce, torna a dilatarsi, esattamente come accade a un occhio vivo.

2. La temperatura della fibra di maguey (ricavata da una pianta) con cui è costruito il mantello mantiene una temperatura costante di 36.6 gradi, la stessa di una persona viva.

3. Uno dei medici che analizzò il manto collocò il suo stetoscopio sotto il nastro con fiocchi che Maria ha intorno alla vita (segnale che è incinta) e ascoltò battiti che si ripetevano ritmicamente, contò 115 pulsazioni al minuto, come per un bebè nel ventre materno.

4. Non si è scoperto nessun tratto di pittura sulla tela.  In realtà, a una distanza di 10 centimetri dall'immagine, si vede solo la tela cruda: i colori scompaiono. Studi scientifici non riescono a scoprire l’origine della colorazione che forma l’immagine, né la forma in cui la stessa è stata dipinta. Non si riscontrano tracce di pennellate né di altra tecnica conosciuta. Gli scienziati della NASA affermarono che il materiale che origina i colori non è nessuno degli elementi conosciuti sulla Terra.

5. Si è fatto passare un raggio laser lateralmente sopra la tela, e si è evidenziato che la colorazione non è né al dritto né al rovescio, ma che i colori fluttuano a una distanza di tre decimi di millimetro sopra il tessuto, senza toccarlo. I colori fluttuano nell’aria, sopra la superficie del Mantello. 

Ti sembra sorprendente? Allora sorprenditi ancor più con queste altre scoperte: 

6. La fibra di maguey che costituisce la tela dell'immagine, non può durare più di 20 o 30 anni.  Vari secoli fa si dipinse una replica dell’immagine su una tela di fibra di maguey simile, e la stessa si disintegrò dopo alcuni decenni. Mentre, a quasi 500 anni dal miracolo, l’immagine di Maria continua a essere perfetta come il primo giorno. La scienza non si spiega l’origine dell’incorruttibilità della tela.

7 Nell’anno 1791 si rovescia accidentalmente acido muriatico sul lato superiore destro della tela. In un lasso di 30 giorni, senza nessun trattamento, se ricostituì miracolosamente il tessuto danneggiato.
8. Le stelle visibili nel Manto di Maria riflettono l’esatta configurazione e posizione del cielo che il Messico presentava nel giorno in cui avvenne il miracolo.

9. All’inizio del secolo XX, un uomo nascose una bomba ad alto potenziale in un arredo floreale, che collocò ai piedi della Tela. L’esplosione distrusse tutto ciò che era intorno, meno la Tela, che rimase in perfetto stato di conservazione.

10. La scienza scoprì che gli occhi di Maria possiedono i tre effetti di refrazione dell’immagine di un occhio umano.

11. Nelle pupille di Maria (di soli 7,8 mm) si sono scoperte minute immagini umane, che nessun artista avrebbe mai potuto dipingere. Sono due scene e si ripetono in tutte e due gli occhi. L’immagine del vescovo Zumárraga negli occhi di Maria fu ingrandita mediante tecnologia digitale, e ha rivelato che nei suoi occhi è ritratta l’immagine dell’indio Juan Diego, che apre la sua Tilma davanti al vescovo. 
La misura di questa immagine? - la quarta parte di un milionesimo di millimetro.

È evidente che tutti questi fatti inspiegabili ci siano stati dati per una ragione: volevano catturare la nostra attenzione. Per finire considera tre fatti in più: 

1. "Guadalupe" significa nell’idioma indigeno: “schiaccia la testa al serpente". È appunto il vangelo nella Genesi 3:15: Maria, vincitrice del maligno.

2. L’immagine è una pittura identica al dettaglio dell’Apocalisse 12: "apparve nel cielo un grande segnale, una donna avvolta nel sole, con la luna sotto i suoi piedi.”

3. La Vergine ha un nastro con dei fiocchi sul ventre, è “incinta“ per indicare che Dio vuole che Gesù nasca in America, nel cuore di ogni Americano.

Preghiera alla Vergine di Guadalupe

Benedetta Vergine di Guadalupe,
Ti chiedo a nome di tutti i miei fratelli del mondo, 
di benedirci e proteggerci. 
Dacci una prova del tuo amore e bontà 
e ricevi le nostre preghiere e orazioni.
Oh Purissima Vergine di Guadalupe! 
Ottieni da tuo figlio il perdono dei miei errori, 
benedizione per il mio lavoro. 
Rimedi per le mie infermità e necessità, 
e tutto ciò che credi conveniente chiedere per la mia famiglia. 
Oh Santa Madre di Dio, 
non deludere le suppliche che t’indirizziamo nelle nostre necessità



I fatti
Ai primi di dicembre del 1531, mentre il contadino indio Juan Diego si stava recando alla preghiera e alla catechesi, udì un canto melodioso, soave e delizioso come se fosse il canto di uno stormo di uccelli canori. Era vicino al colle Tepeyac e spuntava l'alba. Si fermò guardando verso la cima del colle. Udì una voce che lo chiamava con dolcezza: Juanito, Juan Dieguito!" Appena giunto sulla sommità vide una giovane signora affascinante, il suo vestito splendeva come il sole, la pietra su cui posava i piedi sprigionava raggi luminosi. Gli disse: "Sono la Perfetta Sempre Vergine Santa Maria, la Madre del verissimo ed unico Dio, di colui che è autore della vita, del creatore degli uomini, del Signore del cielo e padrone della terra. Desidero ardentemente che in questo luogo della terra venga costruita la mia piccola casa sacra. Mi venga eretto un tempio... Ascolterò il vostro pianto e i vostri lamenti`.

A questo punto, la Vergine lo manda dal vescovo di Messico, perché gli riferisca il suo desiderio. Il vescovo Juan de Zumàrraga chiese un segno. La Vergine, tra le rocce e i cardi del Tepeyac, fece fiorire rose profumatissime che lei stessa pose nella "tilma" (mantello) di Juan Diego e questi le portò al Vescovo. Quando le rose caddero a terra davanti a lui, sul mantello dell'indio si stampò l'immagine di Maria dall'aspetto di una ragazza meticcia, ricca di splendore e di luce, dallo sguardo penetrante ed intenso.

Dopo quasi cinque secoli, l'immagine sconvolge ancora fedeli e scienziati. Le stelle del mantello, ad esempio, rispecchiano le costellazioni del solstizio d'inverno del 12 dicembre 1531. Vediamone alcuni particolari.

Le costellazioni impresse sulla tilma



L'astrofisico Mario Rojas, in un'ora vicina al solstizio d'inverno del 1981, disegnò, con l'aiuto di una lente curva per evitare deformazioni, le costellazioni della volta dei cielo. Le fissò su carta trasparente e, sovrapponendole alla mappa stellare della tilma, le trovò che combaciavano in modo perfetto, come si può vedere nei disegni che riportiamo qui a fianco, traendoli dal volume che stiamo sintetizzando. Gli scienziati che hanno esaminato la tilma hanno trovato straordinaria questa immagine così nitida e precisa. Ma c'è di più. Alcune costellazioni che non appaiono sulla tilma, hanno una coincidenza simbolica con la figura della Vergine. La "Corona Boreale" cade sulla fronte di Maria, la "Vergine" sulle mani, il "Leone" sul ventre gravido. "Orione" sull'angelo che sostiene la Vergine. Tutto questo è eccezionale e pieno di mistero.






Guarigione miracolosa

Dunque nella prima apparizione la Madonna di Guadalupe chiese all'indio Juan Diego la costruzione di un tempio; in una successiva, fuori stagione in una terra arida e secca, fece sbocciare delle rose che lei stessa depose nella tilma dell'indio e che Juan Diego portò al Vescovo come segno dell'apparizione della Vergine. Mentre mostrava i mazzetti delle rose miracolose e profumatissime, sulla tilma dell'indio si stampò la meravigliosa immagine della Madonna dall'aspetto meticcio, come abbiamo visto.

Un giorno, durante le apparizioni, Juan Diego era preoccupato e triste perché lo zio Juan Bernardino era stato colpito da una grave infermità. La Madonna lo consolò: "Ascolta figlio mio, non temere e non affliggerti. Non si turbi il tuo cuore né per questa, né per qualsiasi altra infermità. Non sto qui io che sono tua Madre? Non sei forse sotto la mia protezione? Non sono io la sorgente della tua gioia? Non sei sotto il mio manto e tra le mie braccia? Che desideri di più? Non angustiarti per l'infermità di tuo zio, perché per ora non morirà. Sappi anzi con certezza che è perfettamente guarito". Infatti, in quell'istante guari.

Ora vediamo un'altra meraviglia sensazionale scoperta in questi ultimi tempi.

Il mistero degli occhi della Vergine

Gli occhi dell'immagine della Vergine stampata sulla tilma, sono di una brillantezza e di una profondità singolari. Già nel 1929, il fotografo Alfonso Marqué Gonzalez aveva scoperto nell'occhio destro della Morenita, (così viene chiamata la Madonna di Guadalupe), la sagoma di una figura umana. Anche il fotografo Carlos Solinas confermò, nel 1951 la stessa figura. Tra gli anni 1956 e 1958 il chirurgo Tottija Lovoignet confermò i riflessi umani su ambedue gli occhi. Negli anni 1975 e 1976, Edoardo Turati Alvarez e l'equipe dei dottor Javier Torroella constatarono, con apparecchi sofisticati, che gli occhi della Morenita erano vivi, brillanti.

Negli anni Ottanta, infine, José Tonsmann, usando le stesse apparecchiature dell'astronave Viking per analizzare la superficie di Marte, vi scoprii i riflessi di ben undici persone:

1) un indio seduto a gambe incrociate di cui si vedono i lacci dei sandali, i capelli legati dietro l'orecchio e un anello o forse un orecchino;

2) la figura di un uomo anziano con pronunciata calvizie, barba bianca, naso dritto, sopracciglia sporgenti;

3) alla sinistra dell'uomo anziano la figura di un altro uomo ancora giovane,

4) il profilo di un uomo di età matura con barba e baffi, naso grande e aquilino, zigomi sporgenti, occhi incavati e labbra socchiuse, nell'atto di aprire il mantello;

5) alle spalle dell'indio una donna giovanile dal volto scuro;

6) un altro personaggio con barba;

7-11) un gruppo familiare composto da mamma, papà e alcuni figli di cui uno avvolto in scialle.
Evidentemente si tratta dei personaggi presenti nel palazzo del vescovo quando l'immagine della Morenita si stampò sulla tilma di Juan Diego.

http://www.santipietroepaolo.net/GUADALUPE%20IMMAGINI.htm

Ci si deve ritornare un attimo su visto che in diversi sono confusi dalle affermazioni di questo ex ex e quindi vogliono sapere

Ora questo ex ex se ne esce fuori che l'Enciclopedia Cattolica che secondo lui avrebbe ammesso che la formula Trinitaria di Matteo 28,29 è il risultato di una falsificazione del II secolo, si è in seguito rimangiato il tutto nella versione reperibile Online.

E NO CARO EX EX, tu devi dare la prova che l'Enciclopedia Cattolica che citi nei tuo video a favore delle tue tesi antitrinitarie sia un'autentica citazione da tale Enciclopedia Cattolica della quale indichi anche la pagina ma della quale non c'è alcuna possibilità di verifica da parte nostra in quanto la versione cartacea e in lingua inglese di tale enciclopedia non è che sia alla nostra portata....

NON È CHE SIA PROPRIO UNA GARANZIA che quanto ci racconti per le tue tesi antitrinitarie con tanto di "ammissioni" da fonti cattoliche delle manomissioni le leggi (perché neanche tu ce l'hai tale enciclopedia) da un sito dei Pentecostali Oneness (antitrinitari) che fanno diverse citazioni a favore delle tesi antitrinitarie da fonti che dicono essere cattoliche ma che di tale fonti si guardano bene di dare un qualunque link dal quale verificare 

LI CONOSCIAMO FIN TROPPO BENE CERTI SOGGETTI CHE non esitano neanche a diffondere citazioni false dai Padri della Chiesa con l'intento di far credere che fossero evangelici, e le tue citazioni caro ex ex sono allo stesso livello delle citazioni false dai Padri della Chiesa, visto che oltre ai siti di parte non viene data alcuna possibilità di avere un riscontro che tali citazioni in siti di antitrinitari siano autentiche.

COME DA TE CONSIGLIATO LE RICERCHE NEI VARI SITI LE FACCIAMO ANCHE NOI (come da immagine), e scopriamo che tu hai scusato anche chi da prete cattolico è stato pesantemente bacchettato dalla Chiesa e poi praticamente ridotto allo stato laicale.

Ma poi chissà perché non scusi dei monaci che a tuo dire erano dei porci. Dovresti applicare a loro quanto tu stesso hai scritto e reperibile in rete, anzi dovresti andare a denunciare dal vescovo competente i fatti che hai raccontato (e dei quali abbiamo video anche se li hai cancellati). 

Chissà, magari se vai a denunciare al vescovo quanto dici esserti accaduto in un certo monastero, il vescovo provvede in merito, e sempre chissà.... magari riesce a riportare sulla buona strada dei monaci che a tuo dire, ma senza darci nessuna prova, hai etichettato come porci...



Della serie: quando gli ex ex difendono chi è stato pesantemente bacchettato all Chiesa per gli abusi...



11 dicembre 2014

C'e' un tale, un ex ex, che le spara grosse come dei gattacieli e mai si degna di dare un link per avere riscontro per cio' che vorrebbe far credere....

Se non da il riscontro per verificare su siti affidabili cio' che vorrebbe far credere, non ci perdete tempo, impiegatelo per qualcosa di piu' utile e dilettevole

10 dicembre 2014

Oramai siamo al demenziale

Ora si inventa che la bibbia e' stata falsificata nella formula battesimale...    



Neanche i testimoni di geova che trinitari non sono di certo si spingono a tanto.    

"Andate e dunque fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito santo"

Dalla TNM dei testimoni di geova!.... ahahah.... sto tizio riesce a far diventare trinitari anche i tdg! 

ahahahahahahahahahahahahahah

Quindi ne consegue Matteo 28,19 è stato falsificato anche dai testimoni di geova..... ahahahahahahahahahahahahahah

TRA L'ALTRO VUOLE ANCHE FAR CREDERE CHE LA CATHOLIC ENCICLOPEDIA SOSTIENE LE SUE TESI ANTITRINITARIE

Riporto una brevissima considerazione da tale enciclopedia

""Per riassumere: i vari elementi della dottrina trinitaria sono tutti esplicitamente insegnate nel Nuovo Testamento."

Con google traslate è abbastanza comprensibile, tutta la voce che riguarda la Trinità

http://www.catholic.org/encyclopedia/view.php?id=11699

"Indagine ai confini del sacro" - lo strano caso di Domenico Fiume

La nostra inchiesta ci porta sulle colline di Asti. Qui vive e incontra persone Domenico Fiume che non è un prete cattolico né prete ortodosso. Nella sua abitazione ha ricavato una sorta di santuario, un luogo di culto non riconosciuto come tale né dalla Chiesa Cattolica né da quella ortodossa. La diocesi di Asti ha deciso di intervenire spiegando ai fedeli che Domenico Fiume – anche se veste come un prete – non è un sacerdote cattolico. Dalla puntata di “Indagine ai confini del sacro” andata in onda il 24 novembre 2014.


8 dicembre 2014

Benedetto XVI: totale assurdità mia intromissione nel Sinodo

Se avesse avuto le energie che in quel momento non si sentiva avrebbe imposto una sola cosa: essere
chiamato “Vater Benedikt”, “Padre Benedetto”. È questo che aveva desiderato per sé il Papa emerito al momento della sua rinuncia e la rivelazione è uno dei passaggi più significativi e di forte risonanza mediatica dell’intervista rilasciata all’edizione domenicale del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine.

Ero “troppo debole e stanco” in quel frangente, confida Benedetto XVI al giornalista Joerg Bremer, al quale concede di raccontare questo retroscena perché “magari – osserva – può essere d'aiuto”.

Tra i temi toccati dal Papa emerito nella mezz’ora di colloquio c’è anche la rielaborazione, in vista della pubblicazione del quarto volume delle sua Opera omnia, delle conclusioni di un suo saggio del 1972 a proposito della indissolubilità del matrimonio e della possibilità di concedere l’Eucaristia ai risposati. Al giornalista che gli domanda se in questo modo abbia voluto prendere posizione sui temi del recente Sinodo, Benedetto XVI replica: “È una totale assurdità” poiché, nota, la revisione del volume era stata compiuta ben prima del Sinodo.

Benedetto XVI ribadisce poi di mantenere “ottimi contatti” con Francesco: “Cerco di essere il più silenzioso possibile” ma intanto per il credente, osserva, è “chiaro chi è il vero Papa”. Un ultimo pensiero è per il Natale e la Terra Santa, luogo di nascita di Gesù Dio e Uomo: “Questa dimensione terrena – riafferma – è importante per la fede degli uomini”. (A cura di Alessandro De Carolis)

http://www.news.va/it/news/benedetto-xvi-totale-assurdita-mia-intromissione-n

..... E POI C'E CHI LE NOTIZIE SE LE INVENTA DI SANA PIANTA

dal quotidiano di Antonio Socci e Mario Giordano ed è un tutto dire:

"PAPI CONTRO, RATZINGER FRENA BERGOGLIO SUI DIVORZIATI"

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11730529/Papi-contro--Ratzinger-frena-Bergoglio.html



Trinità...

C'è un tizio ex protestante, ex cattolico e ora un non meglio identificato cosa, che imperversa in rete e dice che la Trinità, nella quale credono tra l'altro la stragrande maggioranza dei cristiani, è stata inventata durante il concilio di Nicea del 325.

Ci dispiace per questo tale per tutto il tempo che sta sprecando visto che:

Il termine "trinità" deriva dal latino trīnĭtas-ātis (a sua volta da trīnus = di tre, aggettivo distributivo di trēs, 'tre') e sembra che fu utilizzato per la prima volta da Papa Alessandro I in una lettera enciclica scritta tra il 105 ed il 115 d.C.; l'analogo greco τριας (triás) compare precedentemente in Teofilo di Antiochia (morto nel 181 d.C.).

Se il termine "trinità" non è certamente antecedente al II secolo, la nozione che rappresenta sembrerebbe invece apparire già a partire dal Vangelo di Matteo:

« Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo »

http://it.wikipedia.org/wiki/Trinità_(cristianesimo)

No caro ex ex di Trinità si parla già ben prima del concilio di Nicea


Papa Francesco: «faccio ciò che devo fare. le resistenze? è bene che emergano»

Intervista a tutto campo di Francesco con il quotidiano argentino «La Nación»: il Sinodo, la sua salute, la riforma della Curia, la sostituzione del cardinale Burke e del capo della Guardia svizzera, i contrasti

«Dio è buono con me, mi dà una sana dose d'incoscienza. Sto facendo quello che devo fare». Papa Francesco ha concesso una lunga intervista ad Elisabetta Piqué, corrispondente da Roma del quotidiano «La Nación» e autrice del libro «Francesco, vita e rivoluzione». Per 50 minuti, nel suo appartamento a Santa Marta, Bergoglio a risposto a molte domande. Ecco una sintesi dei contenuti.

IL SINODO SULLA FAMIGLIA
«Il processo sinodale non è un processo parlamentare, ma uno spazio protetto perché lo Spirito Santo lavori. E necessita di due qualità chiare: coraggio per parlare e umiltà per ascoltare. Questo è avvenuto molto bene». È vero che «ci sono» posizioni diverse, «ma in un piano di ricerca della verità». «Lei mi può domandare: "Ci sono però alcuni che sono molto ostinati nelle loro posizioni?". Sì, qualcuno ci sarà. Ma questo non mi preoccupa, bisogna pregare perché lo Spirito li converta, se ci sono stati alcuni di questi casi. Quello che si è avvertito è stata una ricerca fraterna di come affrontare i problemi pastorali della famiglia». I giovani, ha ricordato Francesco, «non si sposano». E poi «quando vengono per sposarsi, mentre già convivono, crediamo che con tre conferenze li prepariamo per il matrimonio. Ma questo non basta perché per la grande maggioranza non sono coscienti di ciò che significa impegnarsi per tutta la vita. Benedetto XVI lo ha ripetuto due volte negli ultimi anni, che bisogna tenere in conto per la nullità matrimoniale la fede che aveva la persona al momento del matrimonio...». Francesco ha quindi raccontato di una coppia di conviventi che qualche giorno fa gli hanno dato la notizia che si sarebbero sposati e alla domanda se si stavano preparando bene hanno parlato solo del vestito, della chiesa, della festa, delle bomboniere. «Con questo voglio dire che per molte persone, sposarsi è un fatto sociale. E l'aspetto religioso non emerge. Come la Chiesa aiuta in questa circostanza? Se non sono preparati, chiude le porte? È un problema serio...»

I RIFERIMENTI AI GAY E LA RELAZIONE INTERMEDIA DEL SINODO
«Il Sinodo è stato un processo e così come l'opinione di un padre sinodale, era di un padre sinodale, la prima bozza era una prima bozza, dove si raccoglieva tutto. Nessuno ha parlato di matrimonio omosessuale nel Sinodo. Quello di cui abbiamo parlato è come una famiglia che ha un figlio o una figlia omosessuale, come lo educa, come lo cresce, come si aiuta questa famiglia ad andare avanti in questa situazione un po' inedita. Dunque al Sinodo si è parlato della famiglia e delle persone omosessuali in relazione alle loro famiglie, perché è una realtà che incontriamo nei confessionali».

CAMBIA LA «DOTTRINA TRADIZIONALE»?
«Sempre ci sono timori, però perché non leggono le cose, o leggono una notizia in un giornale, un articolo, e non leggono quello che ha deciso il Sinodo, quello che si è pubblicato. Che cosa vale del Sinodo? La relazione post-sinodale, il messaggio post-sinodale, e il discorso del Papa... Io non ho paura di proseguire con questo cammino che è il cammino della sinodalità, è il cammino che Dio ci chiede. Il Papa è il garante, sta qui per questo».

I DIVORZIATI RISPOSATI
«Che facciamo con loro, che porta si può aprire? C'è un'inquietudine pastorale: allora gli andiamo a dare la comunione? Non è una soluzione dargli la comunione. Questo soltanto non è la soluzione, la soluzione è l'integrazione. Non sono scomunicati. Ma non possono essere padrini di battesimo, non possono leggere le letture a messa, non possono distribuire la comunione, non possono insegnare il catechismo, non possono fare sette cose, ho l'elenco lì. Se racconto questo, sembrerebbero scomunicati di fatto! Allora, aprire un po' di più le porte. Perché non possono essere padrini? "No, guarda, che testimonianza vanno a dare al figlioccio?". La testimonianza di un uomo e una donna che dicano: "Guarda, caro, io mi sono sbagliato, sono scivolato su questo punto, ma credo che il Signore mi ami, voglio seguire Dio, il peccato non mi ha vinto, vado avanti". Ma che testimonianza cristiana è questa? O se arriva uno di questi truffatori politici che abbiamo, corrotti, a fare da padrino ed è regolarmente sposato per la Chiesa, lei lo accetta? E che testimonianza va a dare al figlioccio? Testimonianza di corruzione?».

LA PROPOSTA KASPER
Il cardinale Kasper «ha fatto delle ipotesi». Che cosa è successo? «Alcuni teologi si sono spaventati davanti a queste ipotesi, e hanno preferito nascondere la testa. E hanno detto: mai la comunione eucaristica, sì quella spirituale. Ma ditemi: non bisogna essere in grazia di Dio per ricevere la comunione spirituale?».

I CATTOLICI CHE LASCIANO
Rispondendo alla domanda sul recente sondaggio di Pew sul fatto che in America Latina i cattolici diminuiscono, il Papa spiega: «Mi domando, quali sono le cose, dentro la Chiesa, che fanno sì che i fedeli non si sentano soddisfatti? È la mancanza di vicinanza e il clericalismo. La prossimità è la chiamata oggi per il cattolico, per uscire e farci prossimi alla gente, ai suoi problemi, alla sua realtà».

IL DISORIENTAMENTO DI ALCUNI
«Uno mi ha detto una volta: "Sì, il discernimento fa bene, ma abbiamo bisogno di cose più chiare". Gli ho risposto: "Guardi, io ho scritto un'enciclica a quattro mani, e un'esortazione apostolica, di continuo faccio dichiarazioni e omelie, e questo è magistero. Questo sta lì, è ciò che penso, non ciò che i media dicono che io pensi. Vada lì, e lo trova ed è ben chiaro. L'Evangelii gaudium è molto chiara».

LE RESISTENZE SEMPRE PIÙ EVIDENTI
«La parola l'ha usata lei. La resistenza ora diventa evidente, ma per me è un buon segno, che emerga, che non si dicano le cose di nascosto quando uno non è d'accordo. È sano discutere le cose, è molto sano... Ritengo le resistenze come punti di vista diversi, non come una cosa sporca. Hanno a che vedere con le decisioni che prendo, questo sì. È chiaro che ci sono decisioni che toccano alcuni aspetti economici, altre più pastorali... Non sono preoccupato, mi sembra tutto normale, sarebbe anormale che non ci fossero punti di vista divergenti. Sarebbe anormale che non emergesse nulla».

LA VERA RIFORMA
Francesco nell'intervista afferma che la riforma della Curia procede, ma che «il processo è lento» e non ci si deve aspettare che sia completata nel 2015. «La riforma spirituale è quella che in questo momento mi preoccupa di più».

LAICI ALLA GUIDA DEI DICASTERI
«Può essere, non lo so», risponde il Papa, a proposito dell'ipotesi di nominare una coppia di sposi alla guida dei nuovi dicasteri accorpati che si occuperanno dei laici e della famiglia. «A capo dei dicasteri o come segretari ci saranno le persone più adatte, che siano uomini, donne o coppie di sposi... A capo di un dicastero come le congregazioni, ci sarà sempre un cardinale. Conviene che sia così per la stessa vicinanza con il Papa come collaboratore in quel settore. Però i segretari del dicastero non devono di per sé essere vescovi».

«JORGE, RIMANI COME SEI»
«Prima di venire qui, mi stavo ritirando. Quando sarei tornato a Buenos Aires, ero rimasto d'accordo con il nunzio di cominciare a fare la terna per la successione perché alla fine del 2013 arrivasse il nuovo arcivescovo. Avevo la testa fissa ai confessionali della chiesa dove sarei dovuto andare a confessare. Avevo anche il progetto di passare due o tre giorni alla settimana nel santuario di Luján, e il resto a Buenos Aires, perché Luján è significativo per me e le confessioni a Luján sono una grazia. Quando sono arrivato qui, ho dovuto iniziare tutto da capo. E una cosa mi sono detto fino dal primo momento: "Jorge, non cambiare, continua a essere lo stesso, perché cambiare alla tua età significa essere ridicolo". Per questo ho mantenuto quello che facevo a Buenos Aires, con gli errori che questo può presupporre. Ma preferisco essere così come sono. Evidentemente questo ha prodotto qualche cambio nel protocollo...».

LA SALUTE DEL PAPA
«Ho i miei acciacchi, e alla mia età gli acciacchi si sentono. Ma sto nelle mani di Dio e fino ad ora ho potuto tenere un ritmo di lavoro più o meno buono».

LA SOSTITUZIONE DEL CARDINALE BURKE
Rispondendo alla domanda sulle motivazioni della sostituzione del cardinale conservatore statunitense Raymond Leo Burke, che ha lasciato la Segnatura apostolica per diventare patrono dell'Ordine di Malta, e sulle speculazioni che hanno legato questa nomina alle posizioni espresse dallo stesso Burke all'ultimo Sinodo, il Papa ha risposto: «Il cardinale Burke un giorno mi ha chiesto che cosa avrebbe fatto, dato che non era stato ancora confermato nel suo incarico... Gli ho detto: "Mi dia un po' di tempo, perché si sta pensando a una ristrutturazione degli organismi giuridici nel C9" e gli spiegai che ancora non c'era niente di fatto e che si stava pensando. Poi è arrivata la questione dell'Ordine di Malta e lì mancava un americano vivace, che si potesse muovere in quell'ambito, e mi è venuto in mente lui per quel compito. L'ho proposto a lui molto prima del Sinodo. E gli ho detto: "Questo avverrà dopo il Sinodo, perché voglio che lei partecipi come capo dicastero...". Mi ha ringraziato molto, e lo ha accettato... è un uomo che si muove molto, che viaggia e lì avrà lavoro. Dunque non è vero che l'ho sostituito per come si è comportato al Sinodo».

IL CAMBIO DEL COMANDANTE DEGLI SVIZZERI
«Due mesi dopo la mia elezione era scaduto il suo mandato di cinque anni... Non mi sembrava giusto prendere una decisione in quel momento e prorogai il mandato "donec aliter provideatur", cioè fino a che non si disponga diversamente». Francesco spiega di essere stato in visita al quartier generale, di aver trascorso lì una serata e anche di essersi fermato a cena. «Ho conosciuto le persone e mi è sembrato più sano un rinnovamento... nessuno è eterno. Ho parlato con lui a luglio, rimanendo d'accordo che alla fine dell'anno avrebbe lasciato». È un «cambio normale, non c'è niente di strano, non c'è alcun suo peccato né alcuna sua colpa». Lui è «una persona eccellente, un cattolico molto buono che ha un'eccellente famiglia». Alla domanda se il cambio è avvenuto perché il comandante era troppo severo, risponde: «No, certamente no». E quanto al suo grande appartamento: «L'anno scorso si è fatta una ristrutturazione degli appartamenti, quello suo è certamente spazioso perché ha quattro figli».

NON RICEVO PIÙ POLITICI ARGENTINI IN UDIENZA PRIVATA
In vista delle elezioni in Argentina, «per non interferire» con questo processo, «non ricevo più i politici in udienza privata».

http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-37934/

«Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».


7 dicembre 2014




Un'ex protestante, ora ex cattolico, racconta su youtube che ha subito abusi da parte di monaci presso i quale stava facendo il postulante.
Ora ha abbandonato tutto, monaci e Chiesa cattolica, facendo passare tra l'altro nei suoi video, anche se a parole lo nega, i cattolici come complici di porci ecclesiastici dediti alla pedofilia e all'omosessualità.

Probabilmente si è spinto troppo in la con i suoi video dove lancia accuse su accuse a dei monaci di un monastero dicendo però di non avere intenzione di fare il nome ne di monaci e ne del monastero dove si sarebbero verificati i fatti, ne di fare alcuna denuncia e ne di rivolgersi al vescovo competente, e finendo per far passare chi lo conosce sia su youtube che in facebook come diffamatore del monastero stesso che diverse persone hanno capito ben capito quale sia.....

Dil fatto è che lo ha detto lui dove ha avuto la brutta avventura a carattere sessuale e ora è davvero paradossale che lui nei suoi video non si dichiara responsabile per chi sta diffamando (essì!, perché ora si sono invertite le parti) tale monastero.

Nell'immagine che segue ovviamente i nomi sono stato oscurati da chi amministra questa pagina e quindi si sa (come lo sanno diversi altri) dove si trova il monastero dove l'ex protestante ex cattolico, ha avuto la brutta esperienza e quindi non siamo proprio noi che stiamo diffamando, come vorrebbe far credere l'ex tale monastero: LO HA FATTO LUI ED È PIÙ CHE CHIARO

Tra l'altro ora non è più cattolico, la cosa può essere comprensibile visti abusi che a suo dire ha subito, la cosa meno comprensibile è che prima da cattolico credeva nella Trinità ora invece con il suo nuovo credo dice è un'invenzione umana... bah!

MA LA TRINITÀ E' AUTENTICA O MENO IN BASE AL FATTO CHE SI SONO SUBITI O NO PRESUNTI ABUSI SESSUALI? bah!!!!

Specifico che il nuovo credo dell'ex protestante ex cattolico, non è quello dei testimoni di Geova, il mondo evangelico è molto variegato e quindi ci si trova di tutto e di più, anche chi crede nella Trinità e chi no

Scusate la mia ignoranza.... sapete per caso quando si estinta la diocesi di "Sinossi"?



E DOVE SI TROVAVA TALE DIOCESI?

E SE PER CASO NE SAPETE DI PIU', QUANDO SIA STATO NOMINATO ARCIVESCOVO TITOLARE DI TALE DIOCESI ESTINTA UN CERTO MONS. ELEUTERIO FAVELLA, PRESENTE FACEBOOKIANE PAGINE?

GRAZIE PER LA VOSTRA COLLABORAZIONE!  

5 dicembre 2014

I pedofili e satanisti della Bassa Modenese non erano né pedofili né satanisti. Così hanno ammazzato una comunità cattolica

Dopo un processo durato sedici anni sono risultati tutti assolti. Intanto, però, delle famiglie sono state
distrutte, una madre si è suicidata, un sacerdote è morto di crepacuore

Non erano pedofili, non erano satanisti, non rapivano i bambini seviziandoli in orge truculente. Dopo sedici anni (sedici anni!) si conclude con un’assoluzione l’incredibile vicenda di un piccola comunità della Bassa Modenese, in cui sono state coinvolte (e distrutte) le vite di famiglie, minori, sacerdoti. Tutti assolti. Ma a che prezzo? Al tremendo prezzo di esistenze triturate in un caso giudiziario che Tempi seguì sin dal principio, mostrando come le inoppugnabili prove presentate dai magistrati non fossero poi così inoppugnabili e dove solo qualche politico coraggioso (il senatore Carlo Giovanardi su tutti) ebbe il coraggio di protestare.

È una vicenda lunga, complessa e strabiliante. Ieri Lorena Morselli e Delfino Covezzi sono stati riconosciuti innocenti dall’accusa rivolta loro più di tre lustri fa. La sentenza dice che non hanno commesso il fatto.

HORROR DI PROVINCIA. Tutto cominciò il 12 novembre 1998, alle cinque di mattina, quando le forze dell’ordine irruppero a Massa Finalese (Mo) in casa Covezzi portando via i quattro figli (la maggiore aveva solo 11 anni). L’accusa per Lorena e Delfino era infamante: pedofili satanisti. Tutto era partito dalle accuse rivolte loro da una piccola cugina di otto anni con disturbi mentali e da un altro bambino, entrambi in carico ai servizi sociali, che raccontarono di strani riti in cui era coinvolto il parroco don Giorgio Govoni. Racconti pazzeschi, in cui genitori complici del sacerdote mettevano a disposizione i corpi dei propri figli in cerimonie orgiastiche nei cimiteri in cui avvenivano persino delle decapitazioni. In un’escalation granguignolesca, i piccoli venivano prelevati a scuola da un bus parrocchiale e portati in luoghi oscuri, dove la setta dei genitori compiva i suoi più atroci delitti.
«Durante queste messe nel cimitero, i grandi ci hanno fatto lanciare in aria dei bambini che poi ricadevano per terra e forse morivano», raccontò la bimba cui psicologi e magistrati diedero retta. Tutto tornava nella sceneggiatura del film horror di provincia: coppie all’apparenza irreprensibili e cattolicissime (Lorenza era insegnante nell’asilo parrocchiale), in combutta col sacerdote, compivano riti malvagi su bambini offerti loro, dietro compenso, dalle famiglie indigenti della zona. Si parlò addirittura di un fotografo che filmava e fotografava le pratiche per poi rivendere il materiale e di una bambina seviziata alle 13 di pomeriggio in un bosco vicino alla scuola, con una frasca di quaranta centimetri, dal nonno e da due zii.

SUGGESTIONI. I servizi sociali dell’Ausl avevano condotto i colloqui con i minori da cui erano partite le denunce. Coordinati da Marcello Burgoni, un ex seminarista, i servizi sociali avevano deciso di dare credito alle fantasie di quei due bambini. Di quei colloqui, si è scoperto in questi anni, non sono mai stati conservati né appunti né registrazioni. Oggi su Avvenire, Lucia Bellaspiga, racconta che «psicologi e assistenti sociali interrogarono sempre più bambini con una tecnica americana oggi inconcepibile, allora ritenuta all’avanguardia: una suggestione progressiva del bimbo cui, a partire da sogni o da frammenti di colloqui, si suggerivano le risposte che da loro ci si aspettava. Oggi la Carta di Noto e il Protocollo di Venezia impediscono questo scempio e i periti vengono formati a raccogliere le testimonianze dei piccoli senza suggestionarli, filmando e registrando ogni colloquio. Nel caso della Bassa Modenese, invece, i video sono un’eccezione e dai pochi che restano si vede bene come si arrivò a don Giorgio Govoni: Piccolina, chi era quell’uomo? Un dottore? Risposta: sì. Ma poteva anche essere un sindaco? Sì. Anche un prete? Sì. Poteva chiamarsi Giorgio? Hai mai sentito questo nome? Ovvio che sì».
La comunità del paese era incredula. Possibile che tutto ciò sia fosse avvenuto senza che nessuno si fosse mai accorto di nulla? Possibile che il medico della famiglia Covezzi non si fosse mai accorto della violenze sui bambini? Possibile che tutte le ricerche nel fiume – dove si diceva fossero stati gettati dal prete i corpi dei bambini – non avessero mai portato mai ad alcun ritrovamento? Intanto, però, le famiglie furono divise e tredici minori sottratti ai genitori della setta. Una congrega che secondo gli inquirenti coinvolgeva 17 persone e sette sacerdoti.

UN PROCESSO KAFKIANO. Qui inizia la storia di un processo che definire kafkiano è un eufemismo, con consulenti della procura che firmarono perizie in cui gli abusi erano solo presunti ma non verificati, periti di parte civile non ammessi. Intanto, però, il Tribunale dei minori continuò per mesi a firmare provvedimenti “provvisori”, impedendo i ricorsi ai Covezzi. È la storia di un processo in cui gli appunti dei colloqui coi bambini andavano incredibilmente “perduti” e bambine che si presumeva essere state abusate «cento volte» e che risultavano, invece, essere vergini. Con gli anni, tutte le accuse sono cadute man mano: la piccola violentata nel bosco vicino alla scuola? Il bosco non esiste, la minore uscì regolarmente da scuola coi compagni. E il nonno e gli zii pedofili? Quel giorno non erano lì: abitano a 85 chilometri di distanza.

MORTI DI CREPACUORE. Pian piano (molto piano) la verità è venuta a galla. E così si è scoperto che l’inferno non era quello prospettato da giudici e assistenti sociali, ma quello vissuto dalle famiglie coinvolte nella vicenda. Una delle madri si è suicidata. Sette persone sono morte di crepacuore; tra queste anche don Govoni, cadendo nelle braccia del suo avvocato un giorno prima della sentenza. Lorena è fuggita in Francia, lasciando in Italia il marito Delfino che ha proseguito nella battaglia giudiziaria di cui, tragica sorte, non ha potuto vedere la conclusione perché è morto d’infarto prima dell’assoluzione. Parlando con Avvenire, Lorena ha raccontato tra le lacrime le sofferenze di questi anni in cui i suoi quattro figli, affidati ad altre famiglie, hanno sempre rifiutato di incontrarla. «Se io e Delfino non siamo impazziti è solo grazie alla fede e alla totale solidarietà del paese, che ha sempre sostenuto la nostra innocenza. Ora però vorrei tanto riuscire a farmi ascoltare dai miei figli, spiegare loro che li ho sempre cercati. Mi affido allo Spirito Santo, che mi aiuti».

CHI PAGA? E’ GIUSTIZIA QUESTA? Ieri in aula al Senato, Giovanardi ha pronunciato un breve discorso per ricordare questa tragica vicenda, di cui – a parte Avvenire e Tempi – nessuno conserva più memoria. «Mi domando e domando a voi – ha chiesto il senatore rivolgendosi ai colleghi – che sistema giudiziario è quello che distrugge una famiglia, porta via ai genitori i quattro figli minorenni e solo dopo 16 anni comunica loro quello che fin dall’inizio si capiva e cioè che erano totalmente innocenti rispetto agli addebiti infamanti loro rivolti. E malgrado il fatto che fossero già stati assolti in appello, la sentenza è stata impugnata in Cassazione. Sono stati di nuovo assolti in appello e nuovamente la sentenza è stata impugnata in Cassazione. Parliamo di prescrizione e di tempi della giustizia, ma forse dovremmo parlare anche di consapevolezza, di servizi sociali, di assistenti sociali irresponsabili e di magistrati che, comunque vada a finire un processo, hanno già massacrati gli imputati, colpevoli o innocenti che risultino essere alla fine del procedimento. Ebbene: chi paga? Chi risarcisce questa famiglia dal fatto di essere stata distrutta? E perché l’opinione pubblica non è stata coinvolta? Perché lei era una maestra d’asilo, fra le altre cose cattolica e che lavorava in parrocchia, o perché lui era un povero fuochista che lavorava nel settore della ceramica? (…) Sono voluto intervenire per abbracciare le vittime di questa vicenda, la mamma che è rimasta, il papà che è morto ed i figli che hanno subito questo massacro, sperando che nel Parlamento e nella magistratura (a proposito della quale parliamo di responsabilità civile) vi sia la consapevolezza che quando si tratta della vita delle persone la giustizia deve dare una risposta in tempi utili; la giustizia deve stabilire se una persona è colpevole o innocente, ma non può far stare un presunto colpevole tutta la vita sotto processo, perché quando alla fine la giustizia arriva, dopo 16 anni, purtroppo arriva fuori tempo massimo».

Tempi

Confermata la scomunica al prete brasiliano che esaltava l'amore gay

Richiamato dal suo vescovo a ritrattare pubblicamente, l'ex sacerdote ha invece continuato a
sostenere che gli atti omosessuali non sono peccato

Nel suo sito web e su vari social network aveva dichiarato che la Chiesa dovrebbe cambiare il suo insegnamento, accettando una maggior diversità e legittimità dei diversi generi sessuali (etero, omo e trans).
Si tratta di P. Beto, un (ex) sacerdote della diocesi di Barau (Brasile) che per questo era stato richiamato dal suo vescovo, Mons. Caetano Ferrari OFM, a ritrattare pubblicamente. Confessando "umilmente che aveva commesso un errore di interpretazione e esposizione della dottrina, la morale e i costumi insegnati dalla Chiesa". Era l'aprile del 2013.
Ma il P. Beto rinunciava al sacerdozio e rimaneva delle sue personalissime convinzioni, perché se la chiesa non cambia il suo insegnamento su questi temi, ha detto, "commetterà il peccato di non saper amare il prossimo". Insomma, una questione di misericordia.
La Santa Sede però in questi giorni ha confermato la scomunica di Roberto Francioso Daniel (ex P. Beto) per i suoi atti scismatici e eretici. "La decisione della Santa Sede, ha dichiarato, non cambia la mia vita e neanche la mia coscienza. Sono in pace e seguo quello che Cristo predicò. Se riflettere è un peccato, sono un peccatore".
Nell'agosto 2013, dopo la famosa frase di Papa Francesco sull'aereo di ritorno da Rio, il già ex P. Beto rispondeva alla BBC. "L'atto sessuale non è un peccato. Che due persone dello stesso sesso, che hanno un'intimità, che con libero consenso si danno piacere uno all'altro e forse anche esprimendosi amore... Questo sarebbe un peccato? Un peccato è un atto di disamore, di indifferenza. E l'indifferenza non è presente in un atto omosessuale. Leggi bene - diceva al giornalista BBC - Papa Francesco: "I gay non dovrebbero essere giudicati o emarginati".
E' superfluo ricordare il catechismo della Chiesa Cattolica a proposito dell'intrinseco disordine degli atti omosessuali, altro, ovviamente, è il discorso sul rispetto e l'accoglienza che sono dovuti alle persone "che sinceramente sono alla ricerca di Dio". Su questo l'ex padre brasiliano fa un po' di confusione, ma d'altra parte per lui Francesco è sì un papa "progressista, però moderato".

http://infocatolica.com/?t=noticia&cod=22529&utm_medium=email&utm_source=boletin&utm_campaign=bltn141117

3 dicembre 2014

"Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità."

(Joseph Goebbels, gerarca nazista)



C'è solo da chiedersi se ci fa o ci è....

Nel post precedente è scritto chiaramente chi è che dice che il corano è un libro di pace, ma evidentemente certi don invece di leggere i documenti ufficiali preferiscono raccattare la spazzatura mediatica


2 dicembre 2014

Ma e' vero che Papa Francesco ha detto che il corano e' un libro di pace?

Ma veramente il Papa non ha detto nulla in proposito al corano libro di pace: basta leggere e si capisce chiaramente.

Sono gli isalmici trattati tutti come terroristi che sono offesi e dicono che il corano e' un libro di pace....




(Yasemin Taskin)

Buona sera, Santità. La mia domanda è naturalmente sul viaggio. Il presidente Erdogan ha parlato di “islamofobia”; lei, naturalmente, si è soffermato più su una attuale cristianofobia in Medio Oriente, ciò che succede ai cristiani, alle minoranze. Considerando anche il richiamo al dialogo interreligioso, cosa si può fare di più? Cioè, basta il dialogo interreligioso? Si può andare oltre? E, secondo Lei, cosa devono fare i leader mondiali? Io chiedo questo a Lei perché Lei non è solo il capo spirituale dei cattolici, ma ormai è un leader morale globale, e quindi anche in questo senso vorrei sapere concretamente cosa si può fare, se si può andare oltre …

(Papa Francesco)

Lei ha fatto domande per un libro!… Sul dialogo interreligioso vorrei dire qualcosa, sulla islamofobia e sulla cristianofobia: queste tre cose.

Sull’islamofobia: è vero che davanti a questi atti terroristici, non solo in questa zona ma anche in Africa, c’è una reazione e si dice: “Se questo è l’islam, mi arrabbio!”. E TANTI ISLAMICI SONO OFFESI, TANTI, TANTI ISLAMICI. DICONO: “NO, NOI NON SIAMO QUESTO. IL CORANO È UN LIBRO DI PACE, È UN LIBRO PROFETICO DI PACE. QUESTO NON È ISLAM”. Io capisco questo e credo che – almeno io credo, sinceramente – che non si possa dire che tutti gli islamici sono terroristi: non si può dire. Come non si può dire che tutti i cristiani sono fondamentalisti, perché anche noi ne abbiamo, in tutte le religioni ci sono questi gruppetti. Io ho detto al Presidente [Erdogan]: “Sarebbe bello che tutti i leader islamici – siano leader politici, leader religiosi o leader accademici – parlino chiaramente e condannino quegli atti, perché questo aiuterà la maggioranza del popolo islamico a dire “no”; ma davvero, dalla bocca dei suoi leader: il leader religioso, il leader accademico, tanti intellettuali, e i leader politici”. Questa è stata la mia risposta. Perché noi tutti abbiamo bisogno di una condanna mondiale, anche da parte degli islamici, che hanno quella identità e che dicano: “Noi non siamo quelli. Il Corano non è questo”. Questa è la prima cosa.

Cristianofobia: è vero! Non voglio usare parole un po’ addolcite, no. Noi cristiani, ci cacciano via dal Medio Oriente. Alcune volte, come abbiamo visto in Iraq, nella zona di Mosul, devono andarsene e lasciare tutto, o pagare la tassa, che poi non serve… E altre volte ci cacciano via con i guanti bianchi. Per esempio, in uno Stato, una coppia, il marito vive qua, la donna vive là… No, che il marito venga a vivere con la donna. No, no: che la donna lasci e lasci libera la casa. Questo succede in alcuni Paesi. E’ come se volessero che non ci siano più cristiani, che non rimanga niente di cristiano. In quella zona c’è questo. E’ vero, è un effetto del terrorismo, nel primo caso, ma quando si fa diplomaticamente, con i guanti bianchi, è perché c’è un’altra cosa dietro, e questo non è buono.

E terzo, il dialogo interreligioso. Ho avuto forse la conversazione più bella, più bella in questo senso, con il Presidente degli Affari Religiosi e la sua équipe. Già quando è venuto il nuovo Ambasciatore della Turchia, un mese e mezzo fa, a consegnare le Lettere credenziali, ho visto un uomo eccezionale, un uomo di profonda religiosità. E anche il Presidente di quell’ufficio era della stessa scuola. E loro hanno detto una cosa bella: “Adesso sembra che il dialogo interreligioso sia arrivato alla fine. Dobbiamo fare un salto di qualità, perché il dialogo interreligioso non sia solo: - Come pensate voi questo?... Noi questo… - Dobbiamo fare un salto di qualità, dobbiamo fare il dialogo tra persone religiose di diverse appartenenze”. E’ bello questo, perché sono l’uomo e la donna che si trovano con un uomo e una donna e scambiano le loro esperienze: non si parla solo di teologia, si parla di esperienza religiosa. E questo sarebbe un passo avanti bellissimo, bellissimo. Mi è piaciuto tanto, quell’incontro. E’ di alta qualità.

Tornando ai due primi aspetti, soprattutto a quello dell’islamofobia, dobbiamo sempre distinguere qual è la proposta di una religione dall’uso concreto che di quella proposta fa un determinato governo. Forse dice: “Io sono islamico – io sono ebreo – io sono cristiano”. Ma tu governi il tuo Paese non come islamico, non come ebreo, non come cristiano. C’è un abisso. Bisogna fare questa distinzione, perché tante volte si usa il nome, ma la realtà non è quella della religione. Non so se ho risposto…

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/november/documents/papa-francesco_20141130_turchia-conferenza-stampa.html