29 febbraio 2016

Maschio e femmina li creò


"Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola?"


Matteo 19,4-5

26 febbraio 2016

Lettera di S.Paolo ai Romani 1,22-27

Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento.


25 febbraio 2016

Quei preti violenti che usano il web per insultare i cattolici

«Internet ha dato voce a legioni di imbecilli», disse il compianto Umberto Eco. Molti ce lo ricordano segnalandoci scandalizzati gli ultimi articoli di quattro o cinque preti mediatici che da diversi anni si esibiscono pubblicamente in scene imbarazzanti e palesemente in contrasto con la testimonianza che dovrebbero dare.
Alcuni di loro hanno firmato recentemente un appello a favore delle unioni civili e delle adozioni omosessuali, ribadendo il fatto di essere «preti cattolici» e che «la “famiglia uomo-donna-bambino/a”, troppo spesso è il luogo turpe delle più atroci violenze».
Eppure proprio pochi giorni fa Papa Francesco ha ricordato che è un inganno «dire» di essere cattolici senza il «fare» da cattolici. A dimostrare che questi preti di strada con il cristianesimo c’entrano davvero ben poco, ovvero -secondo le parole del Papa- sono “ingannatori”, sono le loro “opere”, le loro “biografie”. Tutti condividono il mancato rispetto della laicità, così come fu per don Gallo, proclamando apertamente la loro ideologia politica -comunista, chiaramente-, e venendo felicemente assoldati dai media anticlericalicome “fuoco amico” contro la Chiesa e i cattolici.

Ci riferiamo, ad esempio, a don Aldo Antonelli, parroco di Antrosano, legato alla sinistra extraparlamentare di Micromega che, da sempre, si rifiuta di essere chiamato “don” per non essere confuso con i suoi colleghi sacerdoti, che disprezza apertamente. Nel 2014 Antonelli si è dimesso per avere così più tempo da dedicare all”Huffington Postquotidiano online per cui commenta tutto, dalle banche a Berlusconi (sua vecchia ossessione), da Renzi a Pasolini (fino a tenere imbarazzanti omelie su Youtube a base di poverismo e equo-solidarismo). Di sciocchezze ne dice e ne scrive molte, come quando ha invitato la Chiesa a celebrare il divorzio in nome di un passo del Vangelo, dimenticandosi che è proprio Gesù a condannare il divorzio in un passo del Vangelo (Mt 19,9).
Si definisce prete laico e si batte per l’eliminazione del crocifisso dai luoghi pubblici, per l’eliminazione del’8×1000 (attraverso il quale riceve lo stipendio), contro l’esistenza storica della famiglia cristiana ecc. In occasione dell’arrivo di Padre Pio in Vaticano, Antonelli ha sostenuto che il santo di Pietralcina non era cristiano perché «a noi [nell’auto-culto di personalità Antonelli si dà sempre del noi] non risulta che questo Gesù abbia passato la sua vita rinchiuso in un confessionale, tra peccati e assoluzioni, così come ha fatto padre Pio. Né ci risulta che padre Pio abbia percorso, come Gesù, le strade polverose della sua Puglia accogliendo i piccoli e denunciando i poteri». A noi, d’altra parte, non risulta che Gesù scriveva sull’Huffington Post in preda a crisi di narcisismo. Contro Padre Pio il prete rosso si affida al libro di Sergio Luzzato, nonostante sia stato smentito da successive pubblicazioni, definisce «feticisti» i devoti del frate, vittime di «un minestrone tossico di superstizione, di fanatismo, di miracolismo». Stessa violenza nei confronti di Radio Maria, che viene da lui definita «diseducativa, politicamente fascista, con delle pennellate anche di nazismo e di razzismo, antisemitismo. Una radio che, se ci fosse la censura, andrebbe censurata. Mi chiedo se non sia il caso di denunciare questa radio per circonvenzione di incapaci, considerato che è seguita da persone sole, deboli e di età avanzata».

Un altro firmatario dell’appello è don Paolo Farinella, già noto ai tribunali per essere già stato condannato per diffamazione, è stato più volte richiamato dai vertici della Chiesa a causa della sua collusione con il mondo politico e la violazione del rispetto della laicità. Il prete, dalla fedina penale sporca, ha ammesso di contrastare «il pontificato di Benedetto XVI che ritengo una sciagura per la Chiesa». Ha minacciato di morte Silvio Berlusconi, scrivendo«Anche subito gli darei l’unzione degli infermi con un bulacco (secchio, ndr) d’olio fino ad annegarlo. Se Berlusconi morisse ci libererebbe da una bella palla di piombo ai piedi, da un bel rospo». Ha istigato alla violenzaverso Dario Franceschini, attuale ministro del governo Renzi, dicendo«Insultare Franceschini? Se gli avessero messo le mani addosso avrebbe capito qualcosa, questa gente se le attira». Durante la campagna elettorale del 2008, il sacerdote genovese è arrivato addirittura a scrivere che la Madonna di Lourdes invitava a votare per Walter Veltroni. Nel 2013 ha definito “retrogrado” Papa Francesco perché ha diffuso il rosario chiamato misericordina.

Un altro di questi bei personaggi è don Giorgio Capitani, anche lui firmatario per le unioni civili, noto per aver offeso la figlia del marò La Torre tramite una lettera, scrivendo di fregarsene «delle tue maledizioni o delle tue eventuali denunce». De Capitani è stato denunciato per diffamazione dalla giornalista Grazia Graziadei. In occasione della nomina del card. Angelo Scola come arcivescovo di Milano, De Capitani ha scritto un pesante articolo (poi rimosso) in cui ha scritto: «Non può essere benedetto dal Signore colui che viene nel nome di un vaticano che si è fatto finora inculare dal Porco maledetto, sostenuto anche dalla mafia ciellina. Ma noi non lo permetteremo! Angelo Scola, patriarca di Venezia, a Milano non sei molto gradito. Rinuncia, sei ancora in tempo. Non ti vogliamo come nostro pastore! D’ora in poi faremo capire alla Chiesa vaticana che non scherzeremo più col fioretto: Cristo dovrà pur tornare sulla terra, con la frusta in mano, e buttar fuori dal tempio ladri, farabutti ed escort! Saremo decisi: sorgeranno ovunque comunità di base, le parrocchie si auto-gestiranno, non ci faremo più condizionare da una pastorale cimiteriale».
De Capitani è stato rimosso dalla parrocchia di Rovagnate in seguito alle ripetute lamentele dei parrocchiani per il suo linguaggio volgare e scurrile e per le numerose segnalazioni pervenute negli anni presso la Santa Sede e la Curia Milanese a causa dell’odio manifestato nei confronti di Silvio Berlusconi (definito apertamente «porco, corrotto e corruttore, pederasta, criminale, stragista» ecc.), al quale ha pubblicamente augurato di morire tramite un ictus “scagliato dal Signore”, mentre in un’altra occasione ha affermato«Dio che puoi tutto spediscilo all’inferno. Tocca a noi, italiani, a dire basta, siamo stanchi di un immondo di un porco». Insulti li ha riservati anche verso la madre (defunta) di Berlusconi. Nel 2009 ha definito i soldati italiani in missione all’estero dei «maschioni fascistoidi».

Gli altri due preti firmatari sono Michele Dosioconosciuto per aver sostenuto il fantomatico “blocco cattolico” dei No Tav, e il prete operaio don Claudio Miglioranza, che nelle omelie domenicali denigra Valentino Rossi ed invita alla «lotta operaia» contro Sergio Marchionne, sua vecchia ossessione.

Lasciamo il giudizio a chi legge, invitando anche a condividerlo tramite e-mail con i vescovi di questi tre curiosi personaggi:
info@diocesilaquila.it (per Antonelli);
amministrativo@diocesi.genova.it (per Farinella);
direzioneportale@chiesadimilano.it (per De Capitani).

24 febbraio 2016

Sodoma e Gomorra

"due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto alla porta di Sòdoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra. E disse: «Miei signori, venite in casa del vostro servo: vi passerete la notte, vi laverete i piedi e poi, domattina, per tempo, ve ne andrete per la vostra strada». Quelli risposero: «No, passeremo la notte sulla piazza». Ma egli insistette tanto che vennero da lui ed entrarono nella sua casa. Egli preparò per loro un banchetto, fece cuocere gli azzimi e così mangiarono. Non si erano ancora coricati, quand'ecco gli uomini della città, cioè gli abitanti di Sòdoma, si affollarono intorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo. Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!».
Lot uscì verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente dietro di sé, disse: «No, fratelli miei, non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all'ombra del mio tetto». Ma quelli risposero: «Tirati via! Quest'individuo è venuto qui come straniero e vuol fare il giudice! Ora faremo a te peggio che a loro!».
.........
il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo."

21 febbraio 2016

MISERCORDINA in versione audio


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20 febbraio 2016

Il caso Valtorta tra consensi e condanne. Come orientarsi?

di Padre Serafino M. Lanzetta, FI

Prendendo in considerazione alcune autorevoli voci, cerchiamo di formulare un giudizio almeno orientativo sull’Opera letteraria di Maria Valtorta: “L’Evangelo come mi è stato rivelato”. Dal momento che non si può parlare di rivelazione pubblica, come dev’essere letta quest’opera?

Ancora oggi Maria Valtorta (1897-1961) e la sua Opera letteraria sono oggetto di posizioni contrastanti: di dubbi e prevenzioni accanto a notevoli interessamenti, quando non a veri e propri vagheggiamenti. Vi sono pro e contro. Al punto che l’editore dell’Isola del Liri, E. Pisani, ha voluto curare un volume in questo senso, riportando i giudizi negativi, di cui dà un’interpretazione e i pareri favorevoli.
In quest’intervento mi concentro solo sull’opera principale di M. Valtorta, che in un primo tempo prese nome di Poema dell’Uomo-Dio, oggi invece ha un titolo definitivo, L’Evangelo come mi è stato rivelato. Non ho nessuna pretesa di dare un verdetto, ma solo di trovare un “filo rosso” in questa lunga e intrecciata vicenda, soprattutto allo scopo di orientare al meglio il lettore cattolico. 
Una giusta interpretazione
Quest’Opera si compone di 10 volumi e si presenta come un “completamento” dei Vangeli, per le numerose e dettagliate descrizioni di luoghi, persone, costumi, particolari anche sottilissimi, dell’epoca di Gesù. Soprattutto è messa in forte rilievo la figura di Giuda e il comportamento del Signore nei suoi confronti: un mistero che si ripete sovente e che rappresenta la ferita più acuta del Cuore di Cristo. 
Valtorta presenta la sua Opera nata da visioni o dettature soprannaturali. Si fa largo uso di allocuzioni del tipo: «Dice Gesù», mentre la scrittrice è definita «piccolo Giovanni», ovvero discepola prediletta. Svariate volte accade a livello letterario – questo è il rischio principale nel lettore – di porre quest’Opera, come divinamente dettata o ispirata, in contiguità con i Vangeli canonici, quasi come un quinto Vangelo. L’Opera non può in nessun modo essere contigua ai Vangeli nel senso che li completi quanto al contenuto o alla forma. Scartando subito l’ipotesi, come erronea, di un’opera che si situi sullo stesso livello della Rivelazione pubblica (quella fatta da Cristo agli Apostoli finché erano in vita e contenuta nella Sacra Scrittura e nella Tradizione orale), resta da chiarire se effettivamente si tratta di rivelazioni soprannaturali e perciò di parole uscite direttamente dalla bocca del Signore oppure di un’opera letteraria dell’autrice, con tratti di elevata mistica e spiritualità. 
Alla fine del 10° volume si riportano le sette ragioni (tutte eccellenti) per le quali è stata scritta l’Opera. Si risponde alle possibili obiezioni, una di queste, propria la possibilità di vederla come un’aggiunta alla Rivelazione. Si dice giustamente «che non fu con quest’opera fatta aggiunta alla Rivelazione, ma ricolmate le lacune che si erano prodotte per cause naturali e voleri soprannaturali». Ricolmare le lacune, ancora una volta, si deve situare non sul piano pubblico dei Vangeli ma su quello del contributo privato, che quindi non impegna in nessun caso la fede teologale. 
Subito dopo, però, verso la fine del commiato all’Opera, si aggiunge un elemento che lascia pensierosi. È Gesù che si rivolge a Valtorta e le dice: «Giovanni scrisse quelle parole, come te scrivesti tutte quelle riportate nell’Opera, sotto dettatura dello Spirito di Dio. Non vi è nulla da aggiungere o togliere, come non vi fu nulla da aggiungere o togliere alla orazione del Padre nostro e alla mia preghiera dopo l’Ultima Cena». Mentre rimane, così dicendo, ancora in bilico la chiara distinzione tra Vangeli e Opera valtortiana, sorprende l’accento sulla dettatura per i Vangeli canonici. Non si tratta di dettatura ma di ispirazione, che è radicalmente diverso.
Responsi favorevoli e contrari
Come dicevo, ci sono e ci sono stati pro e contro. Tra i responsi favorevoli all’Opera di Valtorta troviamo un giudizio molto equo di mons. Ugo Lattanzi, professore alla Lateranense e perito al Vaticano II, il quale dice:
«Secondo il mio modesto parere, i volumi, sfrondati di alcune esuberanti descrizioni, purgati e potati delle scene che ho detto (scene che a suo giudizio lasciavano perplessi), e corretti nelle espressioni “insolite”, potrebbero essere pubblicati come “Vita romanzata di Gesù”, naturalmente senza allusioni a presunte rivelazioni non dimostrate».
Il card. Siri, richiestogli di comporre una prefazione al testo, di dare cioè una sorta di imprimatur al primo volume, in data 6 marzo 1956, risponde dicendo di aver avuto «un’impressione eccellente» dal testo, e faceva un’osservazione interessante: «la gente parla con una andatura letteraria del nostro tempo, non di quel tempo». Comunque non si sentì di fare una prefazione, dal momento che l’Opera era stata avocata a sé dalla Suprema Congregazione del S. Uffizio. 
Non fu possibile ottenere l’imprimatur all’Opera. Così il S. Uffizio, con decreto del 16 dicembre 1959, la condannava inserendola nell’Indice dei Libri proibiti. Le motivazioni erano essenzialmente due: non vi era l’imprimatur nella stampa anonima dei quattro volumi e si trattava di una «lunga, prolissa vita romanzata di Gesù». Con Paolo VI sarà abolito l’Indice, tuttavia il tenore della condanna conserverà il suo peso morale. 
Accanto a ciò però è da notare un interessamento straordinario all’Opera valtortiana da parte di due illustri persone: il b. Gabriele Allegra, O.F.M. e il p. Gabriele M. Roschini, O.S.M. Il p. Allegra, grande biblista e traduttore della Bibbia in cinese, ne consigliava la lettura e vi vedeva altresì uno strumento prezioso sia a livello scientifico che spirituale. Il p. Roschini, invece, all’inizio della sua opera mariologica, La Madonna negli scritti di Maria Valtorta (1973), confessa che dopo mezzo secolo di ricerca, di studi e d’insegnamento sulla Madonna, mai prima d’ora aveva incontrato un vero capolavoro: un’idea così chiara, così viva, così completa del Capolavoro di Dio, la Vergine Maria. Roschini presenta la Valtorta come una delle più grandi mistiche contemporanee.
Il giudizio ecclesiastico sull’Opera valtortiana, dopo la dura sentenza dell’Indice, in realtà non è cambiato sostanzialmente. Nel 1985, l’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il card. Ratzinger, scrive al card. Siri di Genova. La lettera era stata sollecitata dal p. Giuseppe Losacco, O.F.M. capp., residente nella diocesi genovese, che si era rivolto alla CDF per chiedere chiarificazioni in merito agli scritti di Maria Valtorta. Il card. Ratzinger conferma che la messa all’Indice dell’Opera valtortiana conserva «tutto il suo valore morale» e aggiunge che «non si ritiene opportuna la diffusione e raccomandazione di un’Opera la cui condanna non fu presa alla leggera ma dopo ponderate motivazioni al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli più sprovveduti». Gli interpreti della lettera leggeranno il lemma “sprovveduti” in senso restrittivo, così da favorire invece la conoscenza dell’Opera a quelli provveduti. Chi sarebbe veramente sprovveduto? 
Ad ogni modo, la cautela verteva sulla possibilità di confondere il racconto della Valtorta con i Vangeli. Infatti, a tal proposito è da rilevare un altro intervento, questa volta della Conferenza Episcopale Italiana, ad opera dell’allora Segretario mons. Tettamanzi. Così scriveva Tettamanzi all’editore dell’Opera valtortiana: 
«Proprio per il vero bene dei lettori e nello spirito di un autentico servizio alla fede della Chiesa, sono a chiederLe che, in un’eventuale ristampa dei volumi, si dica con chiarezza fin dalle prime pagine che le “visioni” e i “dettati” in essi riferiti non possono essere ritenuti di origine soprannaturale, ma devono essere considerati semplicemente forme letterarie di cui si è servita l’Autrice per narrare, a suo modo, la vita di Gesù».
Alcuni punti certi
Il punto delicato del “caso Valtorta” è e rimane proprio questo: si tratta di visioni e dettature soprannaturali oppure è un’opera umana sebbene spiritualmente elevata? Ogni giudizio personale non può che allinearsi alla chiarezza delle parole dell’allora mons. Tettamanzi. Il contrario, infatti, non consta. Non si può dire che si tratta di rivelazioni soprannaturali, aventi per origine immediata Gesù Cristo o la SS.ma Vergine: non lo si può escludere in linea di principio (almeno in modo mediato, in ragione della vita santa dell’autrice e di eventuali carismi mistici), ma in nessun caso si può affermarlo categoricamente e per ogni pagina che compone i dieci volumi. Ci sono elementi che fanno pensare a un’opera di altissimo valore letterario e di grande aiuto spirituale per tanti (non per tutti, ma per coloro che ne traggono beneficio spirituale); ma di qui concludere sulla sua certa origine soprannaturale è scorretto, fino a quando la competente autorità ecclesiastica non l’abbia espressamente manifestato. 
In altre parole, non si può leggere la Valtorta pensando di ascoltare allo stato puro le parole di Gesù Cristo o della Madonna. Sono interpretazioni dell’autrice, alla quale non mancava una dovizia narrativa e una grande capacità di scrittura. Basti ricordare che scrisse, prima dei fenomeni mistici del Poema, su ordine del suo direttore spirituale, il p. Migliorini, in meno di due mesi sette quaderni di suo pugno, dando prova di un grande talento di scrittrice. 
Di più, non si può invocare come veridicità soprannaturale dell’Opera le tantissime e precise indicazioni geografiche, topografiche, storiche, di usi e tradizioni dell’epoca, contro una cultura pressoché elementare della scrittrice e la non consultazione di fonti o di materiale scritturistico a livello scientifico. Questi elementi, che sono presenti, depongono piuttosto a favore di un’opera esimia sotto molti punti di vista, ma non sono per sé prova dell’ispirazione soprannaturale del Signore. Infatti, se si usasse solo questo metro, sullo stesso piatto della bilancia andrebbero messe anche quelle pagine che risentono di ridondanze, di sentimenti eccessivi, di descrizioni prolisse – a mio personalissimo giudizio, anche alcuni passaggi in cui poco c’è di teologico – che molto si distanziano dalla sobrietà dei Vangeli e che invece sono indice di un pensiero tutto femminile e contemporaneo alla scrivente.
Il giudizio più lungimirante a tal proposito rimane quello di san Pio da Pietrelcina, riportatomi da alcuni suoi figli spirituali. Padre Pio diceva grossomodo così: “Leggi, se ti fa del bene”. Anche Pio XII aveva detto qualcosa di simile, quando, molto prima che scoppiasse la bufera con il S. Uffizio, disapprovò una prefazione che parlava di fenomeno soprannaturale ma disse di pubblicare l’opera così com’era. Chi leggeva avrebbe capito. Così si evitano due estremi dannosi per la vita cristiana: un esaltante fanatismo, o una presa di posizione aprioristica e pregiudizievole.

Antonio Socci ha pensato bene di scrivere a Papa Francesco inviandogli l'ultimo suo libro...

 e Papa Francesco gli ha risposto Emoticon grin




Vaticano 7 febbraio 2016

Sig. Antonio Socci 

Caro fratello:

Ho ricevuto il suo libro e la lettera che lo accompagnava. Grazie tante per questo gesto. Il Signore la ricompensi.

Ho cominciato a leggerlo e sono sicuro che tante delle cose riportate mi faranno molto bene. In realtà, anche le critiche ci aiutano a camminare sulla retta via del Signore.

La ringrazio davvero tanto per le sue preghiere e quelle della sua famiglia.
Le prometto che pregherò per tutti voi chiedendo al Signore di benedirvi e alla Madonna di custodirvi.

Suo fratello e servitore nel Signore,

Francesco

E fu così che Antonio si sciolse Emoticon grin :

"questa lettera autografa scritta dal Papa stesso e inviata direttamente, senza passare per nessun ufficio vaticano, ha un significato preciso: vuole essere un segno di familiarità, un gesto paterno, di affetto e di comunione.
........
Sono parole che non lasciano indifferenti. Ci sono cose di questo Papa che mi commuovono profondamente (l’ho scritto nel libro).
Mi entusiasma la sua libertà evangelica, la sua semplicità, il suo essere fuori dagli schemi clericali. E’ emozionante quando parla dello sguardo di Gesù o, come nei giorni scorsi a Guadalupe, degli occhi materni di Maria. E quando ricorda che il nostro Salvatore non vuole perdere nessuno e si prende ciascuno di noi sulle spalle."

**********

Naturalmente non è che manchino le sue riserve, non è che tutto in una volta si può rimangiare tutto ciò che ha scritto contro Bergoglio, usando Socci tale nome per non riconoscere Francesco come Papa, in questi ultimi paio di anni.

19 febbraio 2016

Medjugorje: Segreti, Messaggi, Vocazioni, Preghiere, Confessioni, Commissioni

Vescovo, 2007-09-01
Aggiornato nel 2007, a seguito delle conferenze tenute a Split il 25 maggio 2002 e
 al Pontificio Collegio di San Patrizio di Maynooth, Irlanda, 17 febbraio 2004
Medjugorje è una parrocchia appartenente alla diocesi di Mostar-Duvno, che comprende circa 4.000 abitanti e la cui cura pastorale è affidata ai padri francescani OFM. In questa parrocchia dal 1981 succedono alcuni eventi che molte persone, tra cui anche diversi francescani, legano alle cosiddette apparizioni della Madonna. Questa, secondo loro, si presenterebbe come “Regina della pace”.
I. - CHI E QUANTI SONO I COSIDDETTI VEGGENTI
E QUANTE LE APPARIZIONI?
1. - Vicka Ivanković, nata il 3 settembre 1964 nel territorio della parrocchia di Medjugorje, dice di ricevere tutti i giorni le “apparizioni” dal 24 giugno 1981, nonostante in alcuni di essi non riceveva nessuna apparizione mentre in altri addirittura dieci. Vicka si è sposata con Mario Mijatović nel 2002. Ha due figli. Vive nella parrocchia di Gradina confinante a Medjugorje.
Quante “apparizioni” ha avuto finora? - Secondo un semplice calcolo dei giorni, circa 9.560 volte, compresa quella di questa sera. Nei primi anni tali “apparizioni” avvenivano insieme ad altri “veggenti”, e da diversi anni riceve da sola, sempre verso sera, indistintamente dal luogo in cui si trova e in maniera sistematica, come se fosse programmato.
            Ora anche Marija, la piccola figlia di Vicka, comincia a gridare a Krehin Gradac e alla città eterna, che vede la Madonna![1]. Sembra che si tratti di una cosa ereditaria.
2. - Marija Pavlović, nata il 1 aprile 1965 nel territorio della parrocchia di Medjugorje, è “veggente” dal 25 giugno 1981 e da allora continua a riceverne ogni giorno fino ad oggi. È sposata con un italiano, Paolo Lunetti, dal 1993. Hanno tre figli. Vive in Italia, a Monza vicino Milano.
Quante “apparizioni” ha avuto finora? - Circa 9.560 volte, includendo anche quella di stasera, sia insieme agli altri “privilegiati” sia da sola. “Le apparizioni” non sono legate a Medjugorje, ma alle persone: dovunque esse camminino per il mondo, lì cammina anche “l’apparizione”.
3. - Ivan Dragićević, nato a Mostar, il 25 maggio 1965, riceve le “apparizioni” giornaliere dal 24 giugno 1981 fino ad oggi. È sposato con l’ex miss del Massachussets, Loreen Murphy nel 1994. Ha quattro figli. Una parte dell’anno vive a Boston e l’altra a Medjugorje.
Quante “apparizioni” ha avuto finora? - Circa 9.560 volte, inclusa anche quella di stasera, sia insieme agli altri “veggenti” sia da solo.
4. - Mirjana Dragićević, nata a Sarajevo, il 18 marzo 1965, riceve le “apparizioni” dal 24 giugno 1981. L’ultimo regolare incontro è stato il giorno di Natale 1982. Da allora riceve le “apparizioni” una volta all’anno, il 18 marzo, giorno del suo compleanno. In più dal 2 agosto 1987 il due di ogni mese sente la voce della Madonna e qualche volta la vede anche. Ciò significa che da 20 anni per 12 volte ha sentito la voce della Madonna oppure ha visto il suo volto una volta al mese. Mirjana si è sposata con Marko Soldo nel 1989. Ha due figli e vive a Medjugorje.
Quante volte Mirjana ha avuto le “apparizioni” finora? Complessivamente all’incirca 810 volte.
5. - Ivanka Ivanković, nata il 21 giugno 1966, nel territorio della parrocchia di Medjugorje. La visione le è apparsa dal 25 giugno 1981 fino al 7 maggio 1985. Ora le appare una volta all’anno, il 25 giugno, l’anniversario delle “apparizioni”. E’ sposata con Rajko Elez. Ha tre figli e vive a Medjugorje.
Quante “apparizioni” ha avuto finora? - Tutte insieme, circa 1.454.
6. - Jakov Čolo, nato a Medjugorje, il 6 marzo 1971, dal 25 giugno 1981 ha ricevuto quasi ogni giorno le “apparizioni” fino al 12 settembre 1998. Da allora le riceve soltanto una volta all’anno, il giorno di Natale. È sposato con un’italiana, Anna-Lisa Barozzi dal 1993. Ha tre figli. Vive a Medjugorje.
Quante “apparizioni” ha avuto finora? - Tutte insieme, con gli altri e da solo, circa 6.294 volte.
Basandosi su quando i veggenti dicono la Madonna appaia loro nello stesso tempo anche se uno di loro si trova in America, l’altro in Erzegovina, l’altro ancora in Italia, o a Maynooth. Le apparizioni ammontano al numero complessivo di 37.238 circa. Vi prego di non prendere per esatti questi numeri. Infatti che ci siano in più mille o in meno, non fa alcuna differenza! Si tratta comunque di cifre approssimative e in ogni caso va detto la Chiesa gerarchica sia a livello diocesano, sia nazionale, sia la Santa Sede finora non ha accettato neanche un’apparizione come autentica.
Ma confrontiamo Medjugorje con i due santuari mariani riconosciuti:
A Lourdes nel 1858 la Madonna è apparsa a Bernardetta 18 volte come “Immacolata Concezione”. La Chiesa, quattro anni dopo, ha riconosciuto tali apparizioni come vere.
A Fatima nel 1917 la Madonna è apparsa 6 volte come “Signora del rosario” ai pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta che avevano all’incirca dieci anni ciascuno. La Chiesa, 13 anni dopo, nel 1930, ha accettato tali apparizioni come autentiche.
Tre dei “veggenti” di Medjugorje, che ricevono le “apparizioni” ogni giorno vivono solitamente fuori Medjugorje, mentre gli altri tre, che vivono a Medjugorje, ricevono una singola “apparizioni” all’anno, però uno di loro una volta al mese.
II. - QUANTI SEGRETI LA PRESUNTA MADONNA
HA RIVELATO AI COSIDDETTI VEGGENTI?
Quanti ricevono le “apparizioni” quotidiane dicono di essere a conoscenza di nove segreti, mentre quanti le ricevono una volta all’anno, ne conoscerebbero dieci. Non sappiamo se si tratti di nove o dieci segreti noti ad ogni “veggente” oppure se ogni veggente” abbia il proprio numero di segreti, diverso da quello degli altri. Se paragoniamo anche questo dato con le apparizioni riconosciute, notiamo che a Lourdes non ci sono stati segreti, e che quel segreto di Fatima è stato diviso in tre parti. Finora nessun segreto è stato rivelato o reso noto dai “veggenti”. Se ogni “veggente” è a conoscenza di segreti diversi da quelli di ciascuno degli altri arriveremmo a un totale di 57 segreti, di cui dieci ciascuno ai primi tre e nove ciascuno agli altri tre.
Nei primi anni c’è stato anche il discorso apocalittico del “grande segno”, ma finora questo “grande segno” non è avvenuto, ed anche la sua attesa è svanita.
Recentemente Vicka ha annunciato ai media che ha finito il lavoro sulla biografia della Madonna e che ha preparato tutto in tre quaderni. Ora la “biografia” della Madonna sta aspettando l’approvazione del cielo, cioè “l’Imprimatur”, in modo che Vicka possa pubblicizzarla come libro poiché esso “sarà il più letto nel mondo”.[2]
III. - QUANTI SONO I PRESUNTI MESSAGGI?
Tutti i “messaggi” di Medjugorje si possono ridurre a cinque, come si suol dire, ma questi “cinque” sono la “quindicina” seguente: Pace, conversione, preghiera, digiuno, vigilanza, penitenza, adorazione, testimonianza, fede, chiamata alla santità, Eucaristia, parola di Dio, confessione mensile, rosario... Quali cinque, precisamente, bisogna scegliere tra questi quindici, crea tra gli autori una grande divergenza. Italiani, Francesi, Croati... ognuno ha una propria interpretazione. Qui bisogna dire che, oltre ai “messaggi” giornalieri, c’è anche un “messaggio” mensile speciale, ogni 25 del mese, che viene dato a Marija in Italia, e lei lo trasmette all’ufficio parrocchiale a Medjugorje per la verifica. E poi viene mandato nel mondo.
Tutti questi “messaggi” dei vari interpreti di Medjugorje vengono già predicati ai fedeli nelle chiese la domenica. E a noi sembra che la “novità” di Medjugorje stia piuttosto nel fatto che “la Regina della pace” ogni 25 del mese dia un particolare comunicato: “Grazie, figli, perché avete risposto alla mia chiamata”. La Madonna ringrazia i “veggenti” che hanno tempo e volontà di degnarsi di incontrarla e parlare con Lei. Secondo queste parole, la “Madonna” rimane meravigliata e riconoscente ai “veggenti” che rispondono alla Sua chiamata! E come se i genitori ringraziassero i figli perché sono nati, o i medici i malati perché cercano la salute![3]
IV. - QUANTE VOCAZIONI DALLE “APPARIZIONI”?
Nessuno dei sei “veggenti” di Medjugorje ha realizzato una vocazione religiosa. Tre dicevano che sarebbero andati, due avevano addirittura seguito questa voce misteriosa, ma col tempo tutto è svanito.
Ivan Dragićević, candidato della Provincia francescana erzegovinese, nel 1981 è andato in seminario minore a Visoko, dove ha continuato a ricevere le “apparizioni”. Dato che a scuola era stato rimandato e non aveva superato l’esame, si pensava che lo studio gli avrebbe procurato minore difficoltà se passasse al ginnasio di Dubrovnik. Anche se a Dubrovnik, dopo aver superato l’esame di riparazione, era riuscito a passare in seconda classe, non ha tuttavia dimostrato tanta volontà di proseguire gli studi quanta l’aveva per le “apparizioni”, e così è ritornato a casa nel gennaio 1983.
Congedandosi dal seminario Ivan ha continuato a ricevere le “apparizioni” giornaliere fino ad oggi, e ad un certo punto ha preteso con insistenza che il vescovo Pavao Žanić accettasse i “messaggi” di Medjugorje. Nel 1994 si è sposato a Boston con un’americana e così la vocazione al sacerdozio passò irrevocabilmente alla vocazione matrimoniale.[4]
Vicka Ivanković dall’inizio aveva manifestato l’entusiasmo per la vita religiosa. Manifestò questo già nel settembre 1981 ad un settimanale italiano: Desidero andare in convento e diventare religiosa. Anche se era “iscritta come suora”, Vicka non è mai andata in convento. Dopo 20 anni incontra un ragazzo di Krehin Gradac/Gradina, una parrocchia vicina, e si sposa a Medjugorje. Allo sposalizio c’erano più di duemila invitati e curiosi. Durante le nozze la “veggente” si recò nella casa nuova, alcuni chilometri lontano dal frastuono nuziale, e lì ebbe l’”apparizione”. Con lei c’era anche suo marito. Tutto secondo la consuetudine e programma. Poi fecero ritorno al banchetto nuziale.
La “veggente” annuncia prima Urbi et Orbi - “a Roma e al mondo” - che è già “suora iscritta” e dopo 20 anni va a Roma per comprare il vestito matrimoniale. La “veggente” spiega questo al giornalista: la Madonna ha dato la libera volontà a ciascuno di noi. Ciascuno può rispondere alla chiamata che vuole. Nonostante che mi sono sposata, io continuerò divulgare i messaggi della Madonna, perché la fede cristiana si può testimoniare anche nel matrimonio.[5]
Per quanto riguarda la sua vocazione - libertà; e per quanto riguarda la “divulgazione dei messaggi della Madonna” – l’obbligo!
Marija Pavlović. Circa la scelta della vita religiosa, Maria ha chiarito la domanda ad un giornalista italiano che le diceva: perché nessuno di voi è diventato sacerdote o suora? motivando così questa sua decisione: Per tanti anni ho pensato che sarei diventata suora. Avevo cominciato a frequentare un convento, il desiderio di entrarvi era fortissimo. Ma la madre superiora mi ha detto:”Marija, se tu vuoi venire, sei la benvenuta; ma se il vescovo decide che non devi parlare di Medjugorje, devi obbedire”. A quel momento ho cominciato a pensare che forse la mia vocazione era quella di testimoniare ciò che ho visto e sentito, e che avrei potuto cercare la via della santità anche fuori del convento.[6]
Marija dunque si confronta con la vocazione alla vita religiosa dove non è tenuta ad ubbidire il vescovo se questi decide di non divulgare le ”apparizioni” che la Chiesa finora non ha dichiarato autentiche. Per questo decide di cercare la via della santità “fuori convento”.
L’Opera di Dio. Però non era proprio così. Maria ha cercato di entrare in una comunità mista dove è rimasta per più mesi. Poi ha lasciato quella comunità con una argomentazione scritta che ha provocato grande stupore nel pubblico. Marija prima ha scritto che la Madonna, l’8 marzo 1988, aveva fatto sapere tramite lei che quella comunità è “Progetto di Dio”, “L’Opera di Dio”, poi quando ha lasciato la comunità per il suo ragazzo, Paolo Lunetti, che l’ha aiutata ad uscire e a scrivere la lettera, ha smentito tutto l’11 luglio 1988: Davanti a Dio, alla Madonna e alla Chiesa di Gesù Cristo nega decisamente che ci siano mai stati dei “messaggi” di alcun tipo tramite lei per questa comunità e per quest’”Opera di Dio”, nella quale anche lei ha trascorso più mesi.[7]
In quel periodo, cioè nel 1983, fra Tomislav Vlašić, guida spirituale dei “veggenti” di Medjugorje, fa sapere al teologo svizzero Hans Urs von Balthasar: I ragazzi hanno deciso di andare in convento ma aspettano il momento noto solo ad essi.[8] (8) Oggi tutto il mondo sa che queste erano semplici favole per bambini. Questi ragazzi “privilegiati” di Medjugorje non sono mai entrati in convento, e quelli che erano andati, presto ne sono usciti. Solo i seri non si lasciano traviare dai “messaggi” poco seri e dalle favole per bambini! Forse è anche questo un “segno”, “segreto”, “messaggio” di Medjugorje?
Anche se non ritengo conveniente e degno, tuttavia vorrei paragonare queste “vocazioni” con i due più noti luoghi mariani: Lourdes e Fatima.
A Lourdes la 14-enne Bernardetta dichiara: Io devo essere religiosa, ma non so in quale ordine. Me l’ha detto la Vergine santa, io aspetto. La vestizione religiosa nel mese di luglio 1866. Malata, ma resiste fino alla morte, avvenuta il 16 aprile 1879. Il Papa Pio XI la proclama santa il giorno dell’Immacolata 1933.
A Fatima la veggente Lucia diventa religiosa nel 1921, carmelitana dal 1948. Il piccolo Francesco e Giacinta sono morti da bambini e sono stati beatificati nel 2000 da Giovanni Paolo II.
C’è qualcosa di strano in tutto questo: i tre “veggenti”, che hanno almeno provato ad andare in convento e che poi l’hanno abbandonato, si sono felicemente sposati, ma hanno sempre “apparizioni” regolari ogni giorno. E gli altri “veggenti” che non sono neppure entrati in convento, hanno “un’apparizione” una volta all’anno. Questo è forse un premio perché non sono rimasti in convento?
La grazia di Dio. Avendo presente il fatto che numerosi ragazzi erzegovinesi sono andati in seminario e sono diventati sacerdoti e numerose ragazze sono diventate suore - soltanto dalla parrocchia di Medjugorje sono più di 30 sacerdoti e religiose viventi - e non hanno mai avuto, almeno io non ne sono a conoscenza, apparizioni, messaggi o incontri con una visione soprannaturale - sembra strano che nessuno dei “veggenti” che in questi 27 anni hanno avuto almeno 810, mentre altri al massimo 9.560 “apparizioni”, non abbiano abbracciato la vocazione religiosa. E questa stessa visione chiede con minacce al vescovo Žanić di riconoscere come veritieri i “messaggi” di Medjugorje, senza indagarli. Ogni vera vocazione religiosa è un dono particolare di Dio e una cosa seria. Il procedimento vocazionale dei suddetti “veggenti” appare poco serio. Sono forse in questione i giochi senza frontiere riguardo i numeri, “apparizioni”, “messaggi”, rivelazioni”, “segreti” e “segni”?
V. - CHE COSA COMPROVANO LE PREGHIERE E LE CONFESSIONI?
1. – La preghiera come contesto. La preghiera è un fattore importante nelle “apparizioni” di Medjugorje. Le “apparizioni” dei “veggenti” iniziano generalmente nel contesto della preghiera del Padrenostro. Addirittura si interrompe la preghiera per seguire “l’apparizione” di qualche minuto.
2. – Un messaggio senza preghiera. Il 16 settembre 1981: “Ha anche detto a loro che non devono pregare per se stessi perché lei li ha premiati in modo migliore. Preghino per gli altri”.[9] (9).
La Madonna biblica non direbbe mai che gli uomini non devono pregare per se stessi e che il “premio” “dell’apparizione” sostituisca la preghiera personale. Questo è un insegnamento errato. Anche Gesù ha pregato prima per se stesso, poi per gli apostoli e infine per tutto il mondo “perché tutti siano una cosa sola” (Gv 17).
3. – Il messaggio di pregare per il vescovo Žanić. “La Madonna ha chiesto agli oranti di Medjugorje di digiunare a pane e acqua 2 volte alla settimana. Ma è già da tre mesi che digiuniamo a pane e acqua 3 volte alla settimana secondo il desiderio della Madonna.
Il gruppo offre la maggior parte delle loro preghiere per lui (il vescovo Žanić). Spesso offriamo l’adorazione comunitaria, il rosario, la visita al luogo dell’apparizione, dove preghiamo fino a tarda notte. Dio esaudirà le preghiere e i digiuni”.[10] Così scrive fra Tomislav Vlašić, l’8 gennaio 1984.
- La visione dà origine ad un gruppo di preghiera che si costituisce attorno a P. Tomislav Vlašić OFM. Questi, nella lettera del 1984, si presenta al Papa come colui che “secondo la divina provvidenza guida i veggenti di Medjugorje”.[11] E il gruppo prega e digiuna perché il vescovo ceda all’illusione, costruisce un convento a Medjugorje con un centinaio di posti letto, e per fare questo non chiedono l’approvazione del vescovo. Recentemente l’autorità ecclesiastica ha rimosso il “mistificatore” P. Vlašić da guida del gruppo di preghiera, dopo che a Medjugorje duranti gli esercizi spirituali ha unito l’aspetto spirituale con quello spiritistico!
4. – Poteva, ma non voleva? Nell’intervista del 1993, in piena guerra, Jakov ha detto: “oggi, come anche tutti i giorni negli ultimi dodici anni, la Madonna mi ha chiesto di pregare per la pace nell’ex Jugoslavia. La Vergine mi ha convinto che con le mie preghiere posso fermare la guerra...”.[12] Se ciò non fosse ingenuo, un cristiano normale potrebbe dire: Se il “veggente” con le preghiere avesse potuto fermare la guerra nell’ex-Jugoslavia, perché allora non ha pregato e non ha allontanato tale infelice guerra? Durante la guerra sono emigrate circa 2 milioni di persone, più di 200.000 sono morti, sono stati distrutti migliaia di edifici sacri e decine di migliaia di case, e infine, ci è stato imposto l’ingiusto accordo di Dayton!
5. - La prova è la preghiera? Ci sono uomini di Chiesa che dicono: se la gente prega, lasciatela andare a Medjugorje, che faccia pellegrinaggi, che preghi. È meglio che preghi anziché no, è meglio che veneri la “Madonna di Medjugorje” piuttosto che non ne veneri nessuna!
- La Chiesa già da 2.000 anni impone e raccomanda ad ogni fedele la preghiera, il digiuno, la penitenza, la confessione, la conversione. A nessuno vieta di pregare dove vuole. Ma non approva che in chiesa, cioè dall’altare si pubblicizzino i “pellegrinaggi sul luogo delle apparizioni” non riconosciute come soprannaturali, per distinguere la verità dalla menzogna, il vero insegnamento da quello falso.
Come se fosse necessario percorrere migliaia di chilometri dalla Corea oppure dall’Irlanda fino a Medjugorje per dire il rosario e per confessarsi, quando Gesù raccomanda “entra nella tua camera” (Mt 6, 6) e prega!
Forse coloro che dicono che sono stati più di 30 volte a Medjugorje con ciò dimostrano che si sono “convertiti”? Ciò potrebbe essere un vero segno che non si sono ancora convertiti.[13] Infatti l’uomo convertito non parla di questo, ma lo vive!
I fedeli che si confessano e pregano sinceramente nella chiesa di san Giacomo a Medjugorje, a prescindere da tutte le moltiplicate “apparizioni”, certamente ricevono le stesse grazie di Dio come gli altri fedeli che pregano e ricevono degnamente i sacramenti nelle varie chiese nel mondo. La Chiesa locale ha sempre sostenuto questo.[14]
VI. - QUANTE COMMISSIONI E INTERVENTI ECCLESIASTICI?
A fine giugno 1981, la notizia riguardante le “apparizioni della Madonna” a Medjugorje ha cominciato a divulgarsi tramite i mass-media. A metà agosto dello stesso anno, dopo il discorso con i cosiddetti veggenti a Medjugorje, il 21 luglio, il vescovo di Mostar-Duvno, Mons. Pavao Žanić, nella sua prima Dichiarazione ha messo in evidenza il fatto che in ogni caso rimane la domanda più difficile da risolvere: stabilire cioè se si tratta di una “esperienza soggettiva dei ragazzi o di qualcosa di soprannaturale”?[15] Anche se il vescovo ha più volte informato il Papa e la Santa Sede su diverse voci circa Medjugorje, egli ha ritenuto necessario costituire una commissione diocesana per esaminare tali avvenimenti.
A. - La Curia vescovile a Mostar.
La Prima commissione ecclesiastica (1982-1984)
Mons. Žanić ha costituito la prima commissione l’11 gennaio 1982 che ha operato fino al 1984.[16]. Quattro sacerdoti furono nominati, tre diocesani e un religioso francescano.[17]
Nuove conoscenze del vescovo. La commissione non si era neppure riunita, quando il 14 gennaio 1982 si verificò un avvenimento che ha poi segnato l’atteggiamento costante del vescovo. Quel giorno tre “veggenti” si recarono a Mostar con il “messaggio” della Madonna che diceva al vescovo di essersi “precipitato” circa il “caso erzegovinese”, nel chiedere lo spostamento dei due cappellani francescani che facevano disordine a Mostar. Il vescovo, noto per la sua grande venerazione della Madonna con numerose devozioni e pellegrinaggi, quando ha sentito che la visione di Medjugorje lo accusava del disordine creato dai religiosi nelle parrocchie, che non lo riconosceva come devoto figlio della Chiesa e della Madonna stessa, a cui lui, invece, un anno prima, nel settembre 1980, aveva dedicato la cattedrale di Mostar, intitolandola Madre della Chiesa e quando ha sentito che la visione difendeva i religiosi disubbidienti, che lottano contro il funzionamento di questa stessa cattedrale, ha messo in dubbio i “messaggi” e le “apparizioni” a Medjugorje. Nonostante tutto la commissione ha continuato a svolgere il suo lavoro.
Il grande segno. La commissione ha conversato tre volte con i veggenti. Il terzo incontro ha portato qualche frutto nel 1982. Su richiesta del vescovo la commissione ha proposto ai “veggenti” di scrivere, in due copie, di quale “grande segno” si trattasse, quello da loro annunciato, e quando esso sarebbe accaduto. La risposta doveva essere consegnata in due buste sigillate. Una doveva essere custodita da loro e l’altra sarebbe andata alla Curia. Nel caso in cui il “grande segno” si sarebbe avverato, le buste sarebbero aperte e la verità confermata. Cinque dei “veggenti” hanno rifiutato la richiesta perché la Madonna glielo avrebbe vietato. Il seminarista Ivan ha però risposto alla richiesta per iscritto, precisando che la Madonna a lui non aveva vietato di rispondere alle domande. La sua risposta è più che fuori luogo. Insieme a questo “grande segno”, mai avvenuto fino ad oggi, ci sono molti altri inganni e menzogne.[18]
La risposta della Santa Sede. Nel novembre 1983 la Congregazione per la Dottrina della Fede ha chiesto al vescovo se la Commissione fosse arrivata a qualche conclusione. Il vescovo Žanić ha scritto una relazione circa il caso erzegovinese e medjugoriano che poi è stata inviata al cardinale Ratzinger. Nella conclusione il vescovo si interroga sulle “apparizioni” chiedendosi:
            Sono da Dio? - La “Madonna” di Medjugorje ha portato più disordine e discordia di quella prima! Per cui non vede come può accettare che tutto questo sia da Dio.
            È dal diavolo? - Accetta con difficoltà quest’ipotesi, anche se non la esclude.
            È forse un inganno? – Ciò che è sicuro è che sin dall’inizio i ragazzi dicono delle bugie. Qualche volta è chiaro che dicono quello che sentono dai frati, in particolare ciò che riguarda il “caso erzegovinese”. Il vescovo ha comunque deciso di aspettare la decisione della Commissione e il compimento delle “apparizioni”. Egli ha aspettato per 17 anni, ma ha avuto modo di vedere la Madonna in cielo prima, l’11 gennaio 2000, quando morì, che il termine delle “apparizioni” a Medjugorje.
La Seconda Commissione allargata (1984 – 1986)
Nel 1984 Mons. Žanić ha deciso di allargare la prima commissione. Si è rivolto a tutte le facoltà teologiche della Jugoslavia e ha chiesto l’autorizzazione ai superiori dei singoli religiosi perché fosse possibile la loro partecipazione. La seconda Commissione era composta da quindici membri: 12 sacerdoti e tre esperti in medicina. Si sono riuniti sette volte. La prima delle quali a Mostar nel marzo 1984, e l’ultima a Mostar nel maggio 1986, con cui la Commissione ha terminato i lavori. I membri avevano votato per la formula: Non constat de supernaturalitate (11 per, 2 contro, 1 accetta “in nucleo”, 1 astenuto). La Commissione ha preparato il piano della “Dichiarazione” in cui sono riportate le “affermazioni inaccettabili” e “dichiarazioni bizzarre” attribuite alla misteriosa visione. La Commissione si è pronunciata dicendo che non era necessaria un’ulteriore indagine e il rimando del giudizio ufficiale della Chiesa. Il vescovo ha riferito tutto alla Conferenza episcopale e alla Santa Sede, e ha informato i fedeli nella predica tenuta a Medjugorje nel 1987.[19] (19)
Due membri di questa Commissione hanno poi pubblicato i loro lavori scientifici circa i settori loro affidati da investigare: Don Nikola Bulat[20] e Mons. Mato Zovkić.[21]
È significativa la pubblica posizione negativa espressa dal vescovo Žanić che nel 1990 ha riassunto in 28 punti circa le falsità delle apparizioni soprannaturali.[22]
Mons. Žanić all’inizio dell’agosto del 1993 ha lasciato la guida della diocesi al suo successore il quale ha continuato a mantenere immutata la sua posizione.
B - Conferenza episcopale della Jugoslavia
I vescovi della Jugoslavia sono intervenuti due volte, nel 1984 e nel 1985 per comunicare ai sacerdoti e ai fedeli, circa gli avvenimenti di Medjugorje, esortandoli ad attendere le valutazioni delle autorità ecclesiastiche che si sarebbero pronunciate dopo approfondite indagini ed a non organizzare pellegrinaggi come se la “Chiesa avesse già riportato un giudizio positivo su tali avvenimenti.[23]
La Terza commissione (1987 –1990)
Nel gennaio 1987 su indicazione della Congregazione per la Dottrina della Fede è stata resa nota un comunicato del cardinale Kuharić e del vescovo Žanić con cui è stata annunciata una nuova Commissione e i fedeli sono stati esortati a non organizzare pellegrinaggi attribuendo un carattere soprannaturale agli avvenimenti di Medjugorje.[24]
Facevano parte della Commissione 11 sacerdoti (6 religiosi, 5 diocesani), 4 medici e psicologi e una religiosa come segretaria.
La Commissione ha avuto 23 sessioni a Zagreb nel Segretariato della Conferenza episcopale. La prima sessione si è tenuta nell’aprile del 1987, e la 23esima nel settembre del 1990.
La terza Commissione ha svolto il suo lavoro basandosi sia sui risultati della Commissione precedente sia ex novo. Tutto si è svolto sotto giuramento e non sono stati fatti comunicati al pubblico. I risultati del loro lavoro, durato 4 anni, sono stati presentati ai membri della Conferenza episcopale a Zagreb nel 1990. La discussione alla Conferenza episcopale circa le “apparizioni”, è stata condotta in quattro riprese: 25 aprile, 9 ottobre e 27 novembre 1990, e la Dichiarazione su Medjugorje è stata votata a Zadar il 10 aprile 1991: 19 vescovi erano per la Dichiarazione, uno astenuto.
La Dichiarazione dice: “Durante la sessione regolare della Conferenza episcopale iugoslava a Zadar, 9 – 11 aprile 1991, è stata riportata la seguente
Dichiarazione
In base alle indagini eseguite finora non si può affermare che si tratti di apparizioni e rivelazioni soprannaturali.
Ma numerosi incontri dei fedeli da varie parti del mondo che vengono a Medjugorje spinti da motivi religiosi e altri, richiedono l’attenzione e la cura pastorale prima di tutto del vescovo diocesano, e con lui anche degli altri vescovi per promuovere a Medjugorje e quanto legato ad esso, una sana devozione verso la Beata Vergine Maria, conforme all’insegnamento della Chiesa.
A tal fine i vescovi pubblicheranno delle direttive liturgico-pastorali speciali. Inoltre, continueranno attraverso le proprie commissioni a seguire e esaminare tutti gli avvenimenti di Medjugorje. Zadar, 10 aprile 1991. I Vescovi della Jugoslavia”.[25]
L’Aggressione. Poi è avvenuta l’aggressione sulla Croazia e sulla Bosnia ed Erzegovina. Con la formazione dei nuovi stati, col tempo si sono formate delle nuove singole Conferenze episcopali. Nonostante la Dichiarazione della CEJ: Non constat de supernaturalitate,cioè che non si può dichiarare che si tratti di apparizioni soprannaturali a Medjugorje, i seguaci di tali fenomeni costantemente affermano che la “Madonna appare”.
Se la nostra Conferenza episcopale, a dispetto di tanti curiosi visitatori a Medjugorje e di tanti racconti ed entusiasmi carismatici, abbia avuto il coraggio di affermare, in base ad una seria, solida e competente indagine, che a Medjugorje non ci siano prove di presunte apparizioni soprannaturali, ciò significa che la Chiesa anche nel 20o secolo è “colonna e sostegno della verità” (1 Tim 3, 15).[26]
C – Gli interventi della Santa Sede
La Congregazione per la Dottrina della Fede è intervenuta quattro volte tramite due suoi segretari. E significativo anche l’intervento del Cardinale Ratzinger.
Mons. Alberto Bovone, nel 1985, avverte il segretario della CEI che non si organizzino pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje.
Mons. Tarcisio Bertone, nel 1995, scrive al vescovo di Langres, Mons. Leone Taverdet, e nel 1996 ripete all’arcivescovo di Besançon, Mons. Luciano Daloz, che si interessavano sulla posizione della Santa Sede nei confronti di Medjugorje e lo ripete nel 1998 a Mons. Gilberto Aubry, vescovo di Réunion. In ogni lettera si afferma che i pellegrinaggi - sia privati che ufficiali a Medjugorje, non sono permessi se presuppongono l’autenticità dell’apparizione, in quanto ciò sarebbe contrario alla dichiarazione della Conferenza episcopale iugoslava. Però i sostenitori di Medjugorje si fermano sulla parola “pellegrinaggi” e non leggono più la “conditio sine qua non”, cioè, se presuppongono l’autenticità dell’apparazione.
Frei erfunden” del Card. Ratzinger. Quando nel 1998 un tedesco aveva raccolto le diverse affermazioni attribuite al Papa e al cardinale Prefetto e le ha mandate in Vaticano in forma di memorandum, il Cardinale, il 22 luglio 1988, ha risposto per iscritto: “Io posso dire soltanto che le affermazioni attribuite al Santo Padre e a me sono semplici invenzioni” - frei erfunden.[27]
            Visita “ad limina” del 2006. Durante la mia visita ad limina ho riferito al Santo Padre Benedetto XVI non solo i miei dubbi ma anche la mia incredulità circa le “apparizioni” di Medjugorje. Il Papa, che precedentemente è stato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, mi ha risposto con questa riflessione: “Noi nella Congregazione ci siamo sempre chiesti come per un credente possano essere considerate autentiche apparizioni che succedono ogni giorno e per tanti anni?”[28]
Conclusione. Non è che solo le affermazioni attribuite al Santo Padre e al Card. Ratzinger sono “semplici invenzioni”, ma anche i numerosi messaggi di Medjugorje attribuiti alla Madonna sono semplici immaginazioni. Se la nostra fede è obsequium rationabile - servizio razionale a Dio, culto spirituale, sano e vero (Rom 12, 1), allora essa non può essere frutto della fantasia e dell’allucinazione di nessuno.[29] La Chiesa è competente nel dirci questo. Essa ha riportato il suo giudizio, dopo che, a suo nome, 30 sacerdoti e medici, scelti come membri di tre commissioni, hanno indagato il caso coscienziosamente e competentemente per 10 anni in più di 30 sessioni. Non uno ma 20 vescovi hanno affermato responsabilmente che non ci sono prove che dimostrano che si possa trattare di apparizioni soprannaturali a Medjugorje. Il cristiano, rispettoso di ambedue i principi - ratio et fides - si attiene a questo atteggiamento, convinto che la Chiesa non lo inganna.
In riferimento a Medjugorje esiste il pericolo reale che la Madonna e la Chiesa si privatizzino, che la gente immagini la Madonna e la Chiesa secondo il proprio gusto, udito e disobbedienza; che non sottomettano il proprio giudizio alla Chiesa ufficiale, ma che costringono la Chiesa ufficiale a seguire e riconoscere le loro fantasie.
I fedeli ingenui lasciano le sorgenti di vere grazie nelle proprie parrocchie e viaggiano a Medjugorje oppure seguono i “veggenti” per il mondo, i quali, grazie anche alle “apparizioni” si sono materialmente ben sistemati, almeno così scrivono i giornali.
Ci sono almeno 6 - 7 comunità religiose o quasi religiose, in fieri o già esistenti, di diritto diocesano oppure no, che si sono stabilite a Medjugorje per volontà loro, senza sottomettersi alla Curia vescovile. Tali comunità sono piuttosto un segno di disobbedienza che un carisma di obbedienza in questa Chiesa!
Nella diocesi di Mostar-Duvno esiste il problema che negli ultimi anni ha praticamente raggiunto ad uno scisma. Almeno nove francescani, espulsi dall’Ordine OFM, e sospesi a divinis, si sono ribellati alla decisione della Santa Sede non permettendo il passaggio di alcune parrocchie dall’amministrazione francescana a quella diocesana. Hanno occupato con la forza almeno cinque parrocchie, svolgendo in esse tutte le attività pastorali. Assistono invalidamente alle celebrazioni del matrimonio, confessano senza le necessarie facoltà, hanno amministrato invalidamente la cresima ai giovani. Tre anni fa hanno invitato un diacono veterocattolico che si è spacciato per vescovo e che ha cresimato circa ottocento ragazzi in tre parrocchie, ecc. Due di loro hanno chiesto la consacrazione episcopale da un vescovo veterocattolico svizzero, Hans Gerny, ma non sono riusciti ad ottenerla.
Quanti sacramenti invalidi, disobbedienze, aggressioni, sacrilegi, disordini, irregolarità, e neppure un “messaggio” tra quelle decine di migliaia di “apparizioni” è stato mandato per sottrarre questi scandali. Una cosa davvero strana!
La Chiesa, dal livello locale a quello supremo, dall’inizio fino ad oggi, dice con chiarezza ed insistenza: Non constat de supernaturalitate, che in pratica significanon sono permessi pellegrinaggi che presuppongono il carattere soprannaturale dell’apparizione, non c’è un santuario della Madonna, non ci sono messaggi autentici, né rivelazioni, né apparizioni vere!
Così stanno le cose oggi. E come saranno domani? Sono nelle mani di Dio e sotto il manto della Madonna!
Mostar, 1 settembre 2007
Msgr. Ratko Perić
Vescovo di Mostar-Duvno


[1] Međugorje Tribune, 2-2007., p. 30; A Krehin Gradac Marija diceva: “Anch'io la vedo. Guarda la Madonna!” A Roma: “Ecco la Madonna sopra il Papa, dietro la finestra! Tajo, guarda la Madonna là sopra dove c'è il Papa!”
[2] Međugorje Tribune, 2-2007., p. 26: „I think it will be the most widely-read book in the world“; Dnevni list (Mostar), 26. 6. 2007, p. 56.
[3] Ogledalo Pravde (O. P.), Biskupski ordinarijat Mostar, 2001, pp. 249-250.
[4] O. P., p. 34.
[5] Arena (Zagreb), 31 gennaio 2002., p. 20; Crkva na kamenu (La Chiesa sulla roccia), 12/2002., p. 12.
[6] O. P., p. 28.
[7] O. P., pp. 30-31.
[8] O. P., p. 55.
[9] O. P., p. 111.
[10] O. P., p. 126.
[11] O. P., p. 56.
[12] O. P., p. 37.
[13] O. P., pp. 229-230.
[14] O. P., pp. 268-269.
[15] O. P., p. 192.
[16] O. P., p. 43.
[17] Crkva na Kamenu (Mostar), 2/1981, p. 1.
[18] O. P., p. 102-108. Il P. Slavko Barbarić OFM morì il 24 novembre 2000. Il giorno dopo la sua morte, dall'“apparizione” è arrivato il messaggio: Gioisco con voi e desidero dirvi che vostro fratello Slavko è nato per il paradiso e che intercede per voi. Questo significa che non devono pregare per lui ma a lui!
[19] O. P., p. 47-50.
[20] N. Bulat, Istina će vas osloboditi. Studija o nekim međugorskim pitanjima (1986.). Nepouzdanost izvora i nedoličnost poruka (La verità vi farà liberi. Uno studio su alcune questioni di Medjugorje /1986/. L'inaffidabilità delle fonti e la non decenza dei messaggi), Mostar, 2006. Predgovor (Prefezione), pp. 7-14. 
[21] M. Zovkić, Problematični elementi u fenomenu Međugorja (Gli elementi problematici nel fenomeno di Medjugorje), u: Bogoslovska smotra, 1-2/1993., pp. 76-87. Vedi anche Zovkićeva prosudba međugorskih zbivanja, (La valutazione di Zovkić degli eventi di Medjugorje), in: „U Službi riječi i Božjega naroda“, Sarajevo, 2007, pp. 721-745.
[22] O. P., p. 196.
[23] O. P., p. 193.
[24] O. P., p. 196.
[25] O. P., p. 197.
[26] O. P., p. 151.
[27] O. P., p. 283.
[28] Crkva na kamenu, 4/2007, p. 24.
[29] O. P., p. 84.


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