13 maggio 2018

"la Chiesa è come Maria"

Papa Francesco - Udienza del 23 ottobre 2013

La Madonna vuole portare anche a noi, a noi tutti, il grande dono che è Gesù; e con Lui ci porta il suo amore, la sua pace, la sua gioia. Così la Chiesa è come Maria: la Chiesa non è un negozio, non è un’agenzia umanitaria, la Chiesa non è una ONG, la Chiesa è mandata a portare a tutti Cristo e il suo Vangelo; non porta se stessa – se piccola, se grande, se forte, se debole, la Chiesa porta Gesù e deve essere come Maria quando è andata a visitare Elisabetta. Cosa le portava Maria? Gesù. La Chiesa porta Gesù: questo è il centro della Chiesa, portare Gesù! Se per ipotesi, una volta succedesse che la Chiesa non porta Gesù, quella sarebbe una Chiesa morta! La Chiesa deve portare la carità di Gesù, l’amore di Gesù, la carità di Gesù.

Abbiamo parlato di Maria, di Gesù. E noi? Noi che siamo la Chiesa? Qual è l’amore che portiamo agli altri? E’ l’amore di Gesù, che condivide, che perdona, che accompagna, oppure è un amore annacquato, come si allunga il vino che sembra acqua? È un amore forte, o debole tanto che segue le simpatie, che cerca il contraccambio, un amore interessato? Un’altra domanda: a Gesù piace l’amore interessato? No, non gli piace, perché l’amore deve essere gratuito, come il suo. Come sono i rapporti nelle nostre parrocchie, nelle nostre comunità? Ci trattiamo da fratelli e sorelle? O ci giudichiamo, parliamo male gli uni degli altri, curiamo ciascuno il proprio “orticello”, o ci curiamo l’un l’altro? Sono domande di carità!

vatican.va


10 maggio 2018

Conosci la preghiera del cuore?


Sai che cos'è? Vuoi sperimentarla?

Chi la scopre, sperimenta una strada di preghiera che trasforma la vita.

Anzitutto...

Prima di tutto riconosci che la preghiera è dono e che hai sempre bisogno di imparare a pregare.

Ti sei già posto con realismo il problema?

Quando preghi se sei sincero, ti accorgi che è più il tempo che passi nelle distrazioni, del tempo che stai con il Signore.

Se sei sincero, capirai che la tua preghiera è parolaia, e non ti mette a contatto con Dio.

Se sei sincero, capirai che c'è tanta poca preghiera nella tua preghiera.

Certi rosari che la gente recita sono mucchi di foglie secche. Prova un po' dopo un rosario a farti la domanda: ma ho parlato con la Madonna? Che cosa le ho detto? Il Papa raccomanda il rosario ogni giorno, ma non intende certo il rosario parolaio che non lascia spazio alla riflessione e al contatto con la Vergine Santa.

Ti sei già accorto?

Hai già notato che quando preghi sei abituato a dare consigli a Dio, sei abituato a imporre la tua volontà a Dio e sei abituato a chiedere, chie-dere, chiedere, sempre chiedere.

Questo è proprio preghiera? Hai già notato che ringrazi tanto poco? Sei immerso nei doni di Dio dal mattino alla sera e sei capace a passare anche un giorno intero senza mai dire un grazie sincero a Dio. Ti comporti con Dio come certi bambini maleducati che prendono e pretendono e non dicono mai grazie.

Sei anche capace a stare giorni e settimane senza un grazie sincero a Dio.

La preghiera parolaia scade facilmente nell'ipocrisia, perché chi vi è abituato si illude di pregare, invece non prega affatto.

L'abitudine alla preghiera parolaia è un male terribile che addormenta la coscienza e illude. L'abitudine alla preghiera paro-laia si potrebbe chiamare il cancro della preghiera.

Dire basta!

E' urgente dire basta! E' urgente interrogarti: "ma io so pregare?" Se è parlare con Dio ed è ascoltare Dio, dopo la preghiera dovrei avere la sensazione di aver parlato con Lui, di aver comunicato con Lui. S. Agostino ha detto:

"Come può Dio ascoltarti se quando hai pregato non sai cosa gli hai detto?"

Una domanda

Ecco ora una domanda chiave, una domanda inquietante. Da tanti anni preghi, ma che cosa è cambiato nella tua vita?

La tua preghiera, sin qui, che cosa ti ha dato? Li conosci i tuoi difetti? Lavori intorno ai tuoi difetti? E' migliorata la tua vita spirituale? Sei cresciuto?

Se la preghiera è separata dalla vita è la prova che è una preghiera da poco, forse non è neppure preghiera, forse devi ricominciare tutto da capo...

Prova a farti alcune domande essenziali:

- Che cos'è pregare?

- Qual è l'anima della preghiera?

- Cosa posso fare per cominciare a pregare veramente?

Devi cioè introdurti nella preghiera vera, che noi chiamiamo preghiera del cuore.

Non pensare a niente di sentimentale, la preghiera del cuore è un cammino spirituale serio, ma che ti aprirà le porte della vita spirituale profonda, se tu avrai l'umiltà e il desiderio concreto di imparare...

La preghiera del cuore si potrebbe anche chiamare: preghiera di silenzio o preghiera contemplativa.

Ma insomma, cos'è la preghiera del cuore?

Per rispondere in modo adeguato vorrei spiegarti prima qual è la vetta della preghiera del cuore, ma naturalmente per arrivare alla vetta bisogna prendere delle abitudini nuove nella preghiera.

La vetta

Dunque la vetta della preghiera del cuore è la preghiera sanguinante del Getzemani:

"Padre, non la mia, ma la tua volontà sia fatta"

Crediamo che non ci sia una preghiera più grande di questa.

Ma per arrivare alla vetta bisogna camminare decisi nella preghiera del cuore e prendere abitudini nuove.

Abituati ogni giorno a dedicarvi un quarto d'ora e impegnati:

- a rilassarti, sta seduto o sta in ginocchio, ma ben rilassato

- chiudi gli occhi

- concentra il tuo pensiero sulla presenza di Dio in te. Gesù ha detto: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,22).

- concentrati per esempio sulla presenza in te dello Spirito Santo, e scegli una parola da ripetere incessantemente come:

"Spirito Santo, aprimi all'amore"oppure "Spirito Santo, io ti amo" o semplicemente "Spirito Santo!"

Oppure, concentrati sulla presenza di Gesù in te e prega ripetendo, se credi:

"Gesù Salvatore, salvami" oppure "Gesù, io ti amo" o semplicemente "Gesù!"

Oppure concentrati sulla presenza del Padre in te e prega ripetendo, se credi:

"Padre mio, mi abbandono a te"

oppure "Padre, io ti amo" o semplicemente "Padre!"

- al termine del quarto d'ora di intimità con Dio, fatti questa domanda:

Signore, qual è la gioia che posso dare oggi a chi vive accanto a me?

Signore, qual è la tua volontà su di me, oggi?

Ecco, questo è l'allenamento alla preghiera del cuore.

La preghiera del cuore non deve mai trascurare la preghiera di ascolto. E' la Parola di Dio la linfa vitale della preghiera cristiana. La preghiera del cuore è il momento culminante dell'ascolto. Ogni giorno prega il Vangelo della Liturgia del giorno collegandolo sempre alla tua vita concreta. Da quel Vangelo trova una parola/messaggio che utilizzi per fare la preghiera del cuore rivolto al Padre, o al Figlio, o allo Spirito Santo, presenti in te.

Sii costante e toccherai con mano la potenza della preghiera del cuore sulla tua vita.

Padre Gasparino Movim. Contempl. Mission. "P. De Foucauld"

9 maggio 2018

"Dio mai rinnega i suoi figli. Lo ripetiamo tutti insieme?

“Dio mai rinnega i suoi figli”. Un po’ più forte, che io o sono sordo o non ho capito: [ripetono più forte] “Dio mai rinnega i suoi figli”. Ecco, così va bene" 😁😁😁


Papa Francesco - Udienza Generale del 9 maggio 2108

Se i nostri genitori ci hanno generato alla vita terrena, la Chiesa ci ha rigenerato alla vita eterna nel Battesimo. Siamo diventati figli nel suo Figlio Gesù. Anche su ciascuno di noi, rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo, il Padre celeste fa risuonare con infinito amore la sua voce che dice: «Tu sei il mio figlio amato». Questa voce paterna, impercettibile all’orecchio ma ben udibile dal cuore di chi crede, ci accompagna per tutta la vita, senza mai abbandonarci. Durante tutta la vita il Padre ci dice: “Tu sei il mio figlio amato, tu sei la mia figlia amata”. Dio ci ama tanto, come un Padre, e non ci lascia soli. Questo dal momento del Battesimo. Rinati figli di Dio, lo siamo per sempre! Il Battesimo infatti non si ripete, perché imprime un sigillo spirituale indelebile: «Questo sigillo non viene cancellato da alcun peccato, sebbene il peccato impedisca al Battesimo di portare frutti di salvezza». Il sigillo del Battesimo non si perde mai! “Padre, ma se una persona diventa un brigante, di quelli più famosi, che uccide gente, che fa delle ingiustizie, il sigillo se ne va?”. No. Per la propria vergogna il figlio di Dio che è quell’uomo fa queste cose, ma il sigillo non se ne va. E continua a essere figlio di Dio, che va contro Dio ma Dio mai rinnega i suoi figli. Avete capito quest’ultima cosa? Dio mai rinnega i suoi figli. Lo ripetiamo tutti insieme? “Dio mai rinnega i suoi figli”. Un po’ più forte, che io o sono sordo o non ho capito: [ripetono più forte] “Dio mai rinnega i suoi figli”. Ecco, così va bene.

vatican.va

8 maggio 2018

Papa a S. Marta: non dialogare con il diavolo, è il grande bugiardo


Non dobbiamo avvicinarci al diavolo, né dialogare con lui: è “uno sconfitto” ma pericoloso perché seduce e, come un cane rabbioso incatenato, morde se gli fai una carezza. E’ il monito di Papa Francesco nell’omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta. Tutta la sua riflessione ruota attorno alla figura del diavolo che non è morto, ma “è già stato condannato” come dice il Vangelo della Liturgia di oggi, tratto da Giovanni (Gv 16,5-11).

Attenzione alla seduzione del diavolo
“Possiamo dire che è moribondo”- spiega il Papa – ma è comunque “uno sconfitto”. Non è facile però convincercene perché “il diavolo è un seduttore”, “sa quali parole dirci”, e “a noi piace essere sedotti”, spiega Francesco:

E lui ha questa capacità; questa capacità di sedurre. Per questo è tanto difficile capire che è uno sconfitto, perché lui si presenta con grande potere, ti promette tante cose, ti porta dei regali – belli, ben incartati – “Oh, che bello!” – ma tu non sai cosa c’è dentro – “Ma, la carta fuori è bella”. Ci fa seduce con il pacchetto senza farci vedere cosa c’è dentro. Sa presentare alla nostra vanità, alla nostra curiosità, le sue proposte.

La sua luce è folgorante ma svanisce

I cacciatori, infatti, dicono di non avvicinarsi al coccodrillo che sta per morire perché con un colpo di coda può ancora uccidere. Così il diavolo che “è pericolosissimo”: si presenta con tutto il suo potere, “le sue proposte sono tutte bugie” “e noi, scemi, crediamo”, afferma Francesco. Il diavolo, infatti, “è il grande bugiardo, il padre della menzogna”. “Sa parlare bene”, “è capace di cantare per ingannare”: “è uno sconfitto ma si muove come vincitore”. La sua luce è folgorante “come il fuoco d’artificio” ma non dura, svanisce, mentre quella del Signore è “mite ma permanente”.

Pregare, vigilare e digiunare

Il diavolo - ribadisce Francesco – “ci seduce, sa toccare la nostra vanità, la curiosità e noi compriamo tutto”, cioè “cadiamo nella tentazione”. E’, dunque, “uno sconfitto pericoloso”. “Dobbiamo essere attenti al diavolo”, esorta quindi il Papa invitando, come dice Gesù, a vigilare, pregare e digiunare. Così si vince la tentazione.

Non avvicinarsi al diavolo, cane rabbioso incatenato

E’ poi fondamentale “non avvicinarci a lui” perché, come diceva un Padre della Chiesa, è come un cane “arrabbiato”, “rabbioso”, incatenato a cui però non si deve fare una carezza perché morde:

Se io so che spiritualmente se mi avvicino a quel pensiero, se mi avvicino a quella voglia, se io ci vado da quella parte o dall’altra, mi sto avvicinando al cane arrabbiato e incatenato. Per favore, non farlo. “Ho una ferita grossa ..” – “Chi te l’ha fatta?” – “Il cane” – “Ma era incatenato?” – “Eh, sì, io sono andato a dargli una carezza” – “Ma te la sei cercata”. È così: non avvicinarsi mai, perché è incatenato. Lasciamolo lì incatenato.
Non dialogare con il demonio

Infine, dobbiamo stare attenti a non dialogare con il diavolo come fece, invece, Eva: “si è creduta la grande teologa ed è caduta”. Gesù non lo fa: nel deserto, risponde con la Parola di Dio. Caccia i demoni, alcune volte gli chiede il nome ma non fa un dialogo con loro. L’esortazione del Papa è quindi, molto netta: “Con il diavolo non si dialoga, perché lui ci vince, è più intelligente di noi”.
Cercare rifugio nella Madre di Dio
Si traveste da angelo di luce, ma è “un angelo di ombra, un angelo di morte”:

È un condannato, è uno sconfitto, è un incatenato che sta per morire, ma è capace di fare delle stragi. E noi dobbiamo pregare, fare penitenza, non avvicinarci, non dialogare con lui. E alla fine, andare dalla madre, come i bambini. Quando i bambini hanno paura, vanno dalla mamma: “Mamma, mamma… ho paura!”, quando fanno dei sogni … vanno dalla mamma. Andare dalla Madonna; lei ci custodisce. E i Padri della Chiesa, soprattutto i mistici russi, dicono: nel tempo delle turbazioni spirituali, rifugiarsi sotto il manto delle grande Madre di Dio. Andare dalla Madre. Che lei ci aiuti in questa lotta contro lo sconfitto, contro il cane incatenato per vincerlo.