30 marzo 2015

Resurrezione di Gesù: di Don Antonio Persili, "Le tracce della Risurrezione in Giovanni"

"l'errore più grande è quello di affermare che i racconti evangelici della risurrezione non sono storici, mentre lo sono fin nei minimi particolari."

Cosa vide Giovanni entrando nel sepolcro di Gesù la mattina del giorno di Pasqua?  Cosa vide e cosa lo spinse a credere?



28 marzo 2015

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco



- Cercavano il modo di impadronirsi di lui per ucciderlo
Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».

Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.

Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».

Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».
E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto:
“Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”.
Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.

Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un brigante siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.

Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.

Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.

E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.
A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.

Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere».

Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».
Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.
Venuta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.

23 marzo 2015

La casa del diavolo

Gli strani e clamorosi fatti accaduti nello Stato dell'Indiana resteranno negli annali degli esorcismi. Mai fatti come questi sono stati registrati e confermati dalla polizia locale. Un'inchiesta giornalistica per capire: cosa è accaduto effettivamente in quella casa? Fenomeni da poltergeist.


21 marzo 2015

False chiese cattoliche



Attenzione a chi nell'apparenza sembrano Chiesa Cattolica tra l'altro usando anche il nome di un papa.

Pur utilizzando vesti e riti liturgici dell'autentica Chiesa Cattolica di Roma, non ne fa parte, non ne ha alcun riconoscimento

NON SONO LA CHIESA CATTOLICA! ATTENZIONE!

15 marzo 2015

Solo la Risurrezione di Gesù da un senso alla nostra vita

"Se il corpo di Gesù non fosse veramente risorto, la religione cristiana non avrebbe ragione di esistere: sarebbero inutili il battesimo e gli altri sacramenti, inutili le preghiere per i vivi ed i suffragi per i defunti.
Anzi la vita stessa sarebbe un assurdo: si nascerebbe solo per morire e le attività umane, buone o cattive, belle o brutte, finirebbero tutte allo stesso modo.
Solo la risurrezione corporea di Gesù dà un senso non solo alla vita dell’umanità ma a tutta la creazione, come dice l’apostolo Paolo: «La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio: essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio" (Rm 8,19-21)


14 marzo 2015

L'annuncio di Papa Francesco:

"Ho deciso di indire un Giubileo Straordinario che abbia al suo centro la Misericordia di Dio: sarà un Anno Santo della Misericordia".


«l’inferno è allontanarsi da Dio perché non si vuole il Suo amore»

Le parole del Papa nei vari incontri di ieri nel corso della visita alla parrocchia romana di Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca


INCONTRO CON GLI AMMALATI NELLA CHIESA DI SANTA GIOVANNA ANTIDA

Vi ringrazio per l’accoglienza, vi ringrazio anche per il vostro sorriso. Io so che voi pregate per me, e di questo vi ringrazio tanto. Il Signore vi vuole tanto bene, il Signore è vicino a voi. 
Il Signore mai ci abbandona, neppure nei momenti più brutti. Abbiamo fiducia in Lui: Lui è vicino a noi, e quando arriva un momento brutto – perché a tutti succede questo – quando 
vengono i momenti brutti, un po’ di nostalgia, un po’ di tristezza, i lacrimoni che vengono, il pianto… Facciamo così con la mano e: “Signore, io so che Tu sei qui”. Mai ci abbandona. Forse dici: “Eh, Tu sei qui, ma il momento brutto lo passo io!”. Ma Lui ha vissuto un momento brutto sulla croce e – vi ricordate? – Lui è stato il primo a fare strada a tutti noi. E per questo sa cosa è il dolore, la tristezza, essere soli e tante cose… Ma sempre Lui è lì. Mai perdere la fiducia. 
Capito? Sì? Ma non siete molto convinti, eh? Mai perdere la fiducia! E con il Signore c’è anche nostra Madre. Le mamme mai lasciano soli i figli, e la Madonna è la nostra mamma. Adesso la 
preghiamo tutti insieme: “Ave o Maria,…”. 
E vi do la benedizione: “Vi benedica Dio onnipotente, …”. E, per favore, pregate per me: non dimenticate! Ci vedremo più avanti, ma non so, il Signore sa… Avanti, coraggio! Il Signore sempre è lì. Grazie. Grazie dell’accoglienza!

INCONTRO CON BAMBINI E RAGAZZI NEL CAMPO SPORTIVO DELLA PARROCCHIA

[Bambina] 
Padre Santo, volevamo sapere cosa hai provato quando sei stato eletto Papa … 
[Papa Francesco] 
Grazie … 
[Ragazza scout] 
Questa è una domanda che volevamo farti noi due: questa domanda l’avevamo da molto tempo, e finalmente potremo avere una risposta. Se Dio perdona tutti, come mai esiste l’Inferno? E poi, 
una piccola curiosità: secondo Lei, com’è il Paradiso? 
[Ragazza]
Caro Santo Padre, in quanto cristiani ci scontriamo con molte difficoltà. Veniamo esposti a tante prese in giro, anche a causa delle nostre scelte morali, come ad esempio vivere cristianamente 
la nostra sessualità. Santità, ci aiuti a capire e ci consigli come vivere al meglio la nostra fede e camminare accanto a Dio, nonostante le asprezze della vita che spesso ci fanno sentire lontani dal Suo amore. Grazie con tutto il nostro cuore. 
[Papa Francesco] 
Buona sera a tutti! 
Prima una domanda che è molto importante, quella che hai fatto tu, come bella scout hai fatto una bella domanda, e difficile. Adesso domando anch’io: Dio perdona tutto, o no? 
[Risposta: Sì! Perdona tutto!] Perché Lui è buono… o no? [Sì! E’ buono!] Lui è buono. Ma, voi sapete che c’era un angelo molto orgoglioso, molto orgoglioso; che era molto intelligente. E lui aveva invidia di Dio, capite? Aveva invidia di Dio. Voleva il posto di Dio. E Dio ha voluto perdonarlo, ma lui diceva: “Io non ho bisogno di perdono, io sono sufficiente a me stesso!”. 
Questo è l’Inferno: dire a Dio: “Arrangiati tu, che io mi arrangio da solo”. All’Inferno non ti mandano: ci vai tu, perché tu scegli di essere lì. L’Inferno è volere allontanarsi da Dio perché io non voglio l’amore di Dio. Questo è l’Inferno. Hai capito? E’ una teologia un po’… facile da spiegare, ma è questo. Il diavolo è all’Inferno perché lui l’ha voluto: mai un rapporto con Dio. 
Ma, se tu sei … pensa a un peccatore: se tu fossi un peccatore tremendo, con tutti i peccati del mondo, tutti; e poi, ti condannano alla pena di morte; e quando stai lì, bestemmi, insulti, tante cose… E al momento di andare lì, alla pena di morte, quando stai per morire, guardi il Cielo e dici: “Signore…!”. Dove vai, in Cielo o all’Inferno? Forte… [In Cielo!] In Cielo, vai, perché c’era un altro che era un ladrone, ma un ladro di quelli… E’ stato crocifisso vicino a Gesù. E uno di questi due ladri insultava Gesù. Questo non credeva a Gesù; sopportava i dolori fino alla morte. Ma a un certo punto, qualcosa s’è mosso dentro e ha detto: “Signore, abbi pietà di me!”. 
E cosa ha detto Gesù? Ti ricordi cosa ha detto? “Oggi, questa sera, sarai con me nel Paradiso”. 
Perché? Perché ha detto “ricordati”, “guardami”. Va all’Inferno soltanto colui che dice a Dio: “Non ho bisogno di Te, mi arrangio da solo”, come ha fatto il diavolo che è l’unico che noi siamo sicuri che sia all’Inferno. E’ chiara la cosa? Grazie della domanda. Ma tu sembri una teologa! 

L’altra domanda, non è facile. La moralità cristiana: come vivere questa moralità, come essere santo davanti a Dio, cosa devo fare? E la moralità cristiana, vivere moralmente, è una grazia, è una risposta all’amore che Lui ti dà prima. Se tu non sei consapevole che Lui ti ama, tu non puoi fare niente. Niente. E il modo morale di vivere è una risposta a quell’incontro con Gesù. Se tu non avrai incontrato Gesù, mai, mai potrai vivere una vita cristiana. E’ Gesù quello che ti aiuta ad andare avanti, e se tu cadi è Lui che ti alza e che ti fa continuare ad andare. Ma se tu pensi e noi pensiamo che la vita morale sia soltanto ‘fare questo’, ‘non fare questo’, ‘fare 
questo’, ‘non fare questo’, ‘ fare questo’, ‘non fare questo’…, questo non è cristiano. Questo è una filosofia morale, ma no, non è cristiano. Cristiano è l’amore di Gesù che ci ama per primo. 
Capito? Quando tutti noi abbiamo tentazioni di invidia, gelosie, tante tentazioni, tutti, tutti, tante tentazioni; nel momento della tentazione, guardare Gesù e dire: “Signore, guardami, non lasciarmi da solo”. Ma poi, se tu cadi, alzati. Gli alpini hanno una canzone molto bella che dice così: “Nell’arte di salire ai monti, l’importante non è non cadere, ma non rimanere caduti”. La moralità cristiana è questo: tu cadi? Alzati subito e avanti. E’ questa, la vita. Ma sempre con Gesù. Senza Gesù non potrai fare nulla. Capito? Eh? Anche tu puoi andare a studiare teologia morale alla Gregoriana: ti insegneranno queste cose… 

E la terza domanda, che è stata la prima: cosa ho provato quando sono stati eletto Papa. Non so…: “Mi hanno cambiato di diocesi”… [ride, ridono] Io ero felice in una diocesi e adesso sono felice in un’altra. Mi hanno cambiato. Ecco. Ai bambini della Comunione, che mi hanno scritto tutti una lettera, ringrazio e porto le lettere con me. 

Preghiamo la Madonna perché ci benedica tutti. Mai andare nella vita senza Gesù! Mai cercare la salvezza senza Dio: è Lui che salva. Così non andiamo all’Inferno. E mai lamentarsi 
quando la vita ti cambia di posto! 
“Ave o Maria…”. 
Ora chiediamo a Dio che ci benedica tutti: “Vi benedica Dio onnipotente…”. Grazie!

INCONTRO CON IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE E GLI ANIMATORI

[Sacerdote] 
Allora, Padre Santo, Lei ha davanti tutti coloro che collaborano qui, in parrocchia; sono quelli che ci permettono, a noi sacerdoti, di poter essere presenti nel territorio, e soprattutto grazie al loro impegno e alla loro costanza, ci aiutano a portare Gesù Cristo nel nostro quartiere. Abbiamo più di 250 collaboratori; molti sono qui, altri impegnati oggi in altri servizi ma è tutta gente veramente di buona volontà e con un grande cuore. Mentre stavamo venendo, in Via dell’Archeologia, Lei ha visto tutte quelle persone che l’aspettavano: quella è la gente che fa paura a Roma. Sono le persone povere. Non basta che due famiglie rovinino il tessuto di una situazione. La gente di Tor Bella Monaca è buona, e Lei oggi ha avuto la possibilità di toccare con mano la loro bontà e, come Le dicevo in macchina, la loro vicinanza a noi sacerdoti, perché 
ci vogliono bene: a noi e alle suore. E questo per noi è un grande dono, perché tutte le mattine ci alziamo sereni, sapendo di avere il popolo di Dio che cammina con noi nel portare la Parola di Dio nel quartiere. Quindi, lascio a loro adesso che dica qualcosa che li possa aiutare. 

[Papa Francesco] 
Buon pomeriggio e grazie di essere venuti: grazie tante. E grazie per quello che fate. 
Quello che diceva il parroco è bello. La gente di Tor Bella Monaca è buona, è gente buona. 
Ha soltanto un difetto, ma è lo stesso difetto che avevano Gesù, Maria, Giuseppe: di essere povera. La povertà… Con la differenza che Giuseppe aveva un lavoro, Gesù aveva un lavoro. 
Tanta gente di qua non ne ha. E deve dare da mangiare ai figli! E come si arrangia? Eh, voi lo sapete! La tentazione… “Ma, io non voglio fare questo, io non vorrei, ma devo dare da mangiare 
ai figli”. Questo è il vostro dramma, della gente di qua. Quella bontà messa alla prova dall’ingiustizia; dall’ingiustizia della disoccupazione o della discriminazione. E questo è peccato, 
è peccato grave. E tanta gente che è buona è costretta a fare cose brutte, forse, perché non trova un’altra via. Ma poi ci sono alcuni altri problemi: noi sappiamo che il diavolo e l’ingiustizia entra attraverso le dipendenze, sia l’alcol, sia la droga, e questo ci spinge a fare cose cattive, cose brutte. Ma voi avete capito questo, che sotto la polvere che si può vedere c’è un’anima buona, 
sempre. E una carezza, una tenerezza, un gesto di sfamare la gente, fa tanto bene. Una volta, io non l’ho visto, ma nell’altra diocesi mi ha raccontato un parroco che doveva andare in carcere a visitare uno dei suoi che era in carcere perché aveva rubato: aveva rubato in un supermarket un po’ di carne per dare da mangiare ai suoi figli. E questo è brutto; povero uomo, che ingiustizie! Perché per compiere un comandamento, era in carcere. Se tuo figlio ha fame e la società non ti aiuta a lavorare, non ti aiuta a trovare un lavoro, non ti aiuta a uscire dai vizi… tu devi dare da mangiare ai figli… Questo lo dico per capire bene la situazione di tanta gente che è buona, ma la vita la spinge contro il muro. E voi lavorate perché queste situazioni non si ripetano, perché queste situazioni non siano quotidiane: voi lavorate per continuare ad 
andare avanti con la gente e dirle: “No, vieni qua, che bisogno hai? Io ti aiuterò…”. E tante volte la gente, quando si sente accompagnata, ben voluta, non cade in quella rete dei cattivi, che 
sfruttano la gente povera. Perché anche i mafiosi sfruttano la gente povera per farle fare il lavoro sporco e poi, se la polizia trova, trova quella povera gente ma non i mafiosi che sono tutti sicuri e pagano anche la sicurezza. O non è vero, questo? E voi lo sapete meglio di me. Per questo, io vi consiglio una cosa, a voi, per aiutare la gente. Il primo comandamento pastorale è vicinanza: essere vicini alla gente. Vicinanza. Noi non possiamo andare in una famiglia con i bambini ammalati o affamati o che è caduta nel vizio, non possiamo andare con il ‘tu devi, tu devi, tu devi!’… No. Dobbiamo andare con la vicinanza, con quella carezza che Gesù ci ha insegnato. 
Per salvarci Dio si è fatto vicino a noi, si è fatto uno di noi: Gesù, e ha sofferto come noi! Questa è la strada: vicinanza. “Ma devo avvicinarmi anche a quello che io so che ha fatto fuori due o tre 
persone?”. Avvicinati, perché anche quello ha un cuore, e Dio lo ama. Avvicinati. Questo è il grande consiglio pastorale che vi do. E vi ringrazio di questa collaborazione. E se c’è tanta ingiustizia, facendo manifestazioni politiche contro l’ingiustizia, gridando, e poi andare a mangiare una bella pizza con la birra, non serve. Serve la vicinanza, le carezze, l’amore, il condividere la vita. 
Oggi ho ricevuto una lettera di un amico mio ebreo – siamo grandi amici, a Buenos Aires. 
Mi ha scritto una lettera elettronica. E mi diceva di una storia – perché gli ebrei hanno storie antiche dei rabbini anziani che sono come catechesi, che i vecchi rabbini facevano perché la gente imparasse come si deve fare. E c’era un uomo ricco, molto intelligente – è una storia di tanti secoli fa, che loro raccontano – e nella sua intelligenza leggeva la Bibbia e diceva: “Il profeta Elia deve tornare, deve venire…”, e non capiva perché non venisse, il profeta Elia. E’ andato dal suo rabbino. Il suo rabbino – vecchio, saggio – gli ha detto: “Vai nell’altro paese e troverai una casa così, così, così. Prendi tutto, tutte le cose per fare la festa – perché arrivava la loro festa del Capodanno – tutte le cose da mangiare, e portale lì in regalo e stai con loro un giorno di festa. E lì troverai Elia”. E questo uomo ricco ha fatto due cestini e se ne è andato e ha fatto festa con loro, ma guardava, guardava e non vedeva Elia. Poi è tornato, dopo un giorno, e è andato dal rabbino e ha detto: “Ho fatto quello che tu mi hai detto, ma non ho visto Elia. Cosa devo fare? Tu mi hai ingannato!” – “Torna dopodomani, con le stesse cose, ma non bussare alla porta: ascolta dalla finestra di che cosa parlano”. Erano gli ultimi giorni della festa. Quest’uomo 
si è avvicinato alla finestra, ha ascoltato e questa famiglia ebrea povera, povera, povera che non aveva da mangiare, parlava ai figli che dicevano: “Mamma, adesso come festeggiamo l’ultimo 
giorno della festa che non abbiamo da mangiare? Papà, come facciamo?”. E la mamma e il papà hanno detto: “Abbiamo fiducia: così come Elia, il profeta, è venuto il primo giorno, tornerà 
anche oggi”. E quell’uomo, che sentiva dalla finestra, si è accorto che il profeta Elia era lui. Anche noi siamo profeti, anche noi siamo grandi profeti; ma annunciamo Gesù Cristo con 
i gesti: anche con le parole, ma prima con i gesti. Con la vicinanza. Quell’uomo si era avvicinato e aveva scoperto che lui aveva la capacità di risolvere tanti problemi, di sfamare tanta gente. 
Avvicinatevi. Non abbiate paura della vicinanza. Non abbiate paura delle carezze: accarezzate la gente, i malati, i soli, anche quelli che meritano l’appellativo di ‘miserabile’: accarezzateli, come Dio ha accarezzato noi. Vicinanza, carezze, amore. E andate avanti su questa strada. E grazie, grazie, grazie per quello che fate! 

E adesso preghiamo la Madonna che era tanto vicina alla gente e che durante la storia della Chiesa ha voluto avvicinarsi a noi, venire da noi in tante apparizioni, in tanti posti del mondo, per insegnarci questa saggezza della vicinanza alle persone, senza repulsione. “Ave o Maria…”. 
“Vi benedica Dio onnipotente…”. 
E pregate per me… Che cosa vuol dire questo? Con il cuore avvicinatevi a me, che anch’io ho bisogno delle vostre carezze e preghiere! Grazie.

La Stampa

11 marzo 2015

Bologna, gli atei aprono lo sportello per sbattezzarsi...





L'iniziativa dell'Uaar. E il circolo Arcigay Il Cassero prepara la sua "notte eretica"

Fonte: La Repubblica








NON E' STATO SPECIFICATO SE LO SBATTEZZO AVVERRA' PER MEZZO DI UN'ASCIUGACAPELLI COME GIA' AVVIENE IN AMERICA 
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L’uomo che sbattezza i fedeli con un phon. Una associazione di Atei Americani, capeggiata dal signor Edwin Kagin ha recentemente istituito una nuovo rituale per sbattezzare i fedeli. La cerimonia consiste nell’essere sbattezzati con un’asciugacapelli. L’aria del phon simboleggia la volontà di voler allontanare e prosciugare dal corpo l’acqua Santa ricevuta durante il battesimo. La cerimonia di sbattezzo, soprasseduta da Kagin in abiti da monaco, viene realizzata per tutti coloro che non si sentono parte della chiesa e che sono stati battezzati dai genitori quando ancora non avevano la facoltà di poter scegliere. Ironia della sorte, il figlio di Kagin è un fondamentalista Cristiano.


Nel video che segue lo sbattezzassero ateo in azione con l'asciugacapelli....

4 marzo 2015

Quando i fondamentalisti settari si danno ai fumetti e poi i personaggi li danno come reali

Il gesuita e la lobby gay nel fumetto integralista del 1981


La storia del prete spagnolo in lotta con le gerarchie della Chiesa.



IL DELIRIO FANTA RELIGIOSO DEL DISEGNATORE JACK T. CHICK

Più di trent’ anni fa, in un fumetto integralista anticattolico americano, si alludeva a una lobby gay all’ interno delle istituzioni della Chiesa. Nella graphic novel “Alberto” è raccontata la sventura di un seminarista che denuncia al sacerdote rettore un suo compagno, che gli si era infilato nel letto, ma questi per tutta risposta lo punisce, facendogli capire che quel tipo di rapporti facessero parte della regola. Era già dal 1981 che il fondamentalista evangelico Jack T. Chick usava questo tipo di accusa per la sua battaglia a fumetti contro le forze del male, attribuendo alla Chiesa Cattolica la pratica, se non istituzionalizzata, per lo meno tollerata, dell’ omosessualità, sin dai seminari.

Nel sito web di Chirck si è storditi da un labirinto di premonizioni bibliche, profezie apocalittiche e perversioni contemporanee, di cui il folle integralista illustra gli effetti nefasti attraverso i suoi terrificanti album. Sono disegnati di suo pugno e distribuiti nel mondo tradotti in decine di lingue. E’ difficile capire da che parte stia Jack T. Chick, visto che ce l’ ha con quasi tutti. Sicuramente, a sentir lui, sta dalla parte di Dio. Il tono apocalittico e orripilante, che istiga velatamente all’odio religioso, non risparmia certamente la Chiesa Cattolica, da lui accusata delle peggiori nefandezze. Alla luce dell’attualità assume ancor più carattere di paradosso il fatto che, il testo “cult” dell’ integralismo anticattolico, sia la “storia vera” romanzata a fumetti di un prete gesuita, Alberto Rivera. Per dare punti di certezza al suo delirio gotico Chirck intercala i fumetti con copie di “documenti segreti” presi da chissà quale archivio e addirittura la foto di una carta d’Identità falsificata di cui padre Rivera si sarebbe servito in una delle sue “missioni impossibili”.

Padre Alberto Riviera, protagonista del fumettone fanta religioso , è figlio dell’ alta borghesia nella Spagna Franchista, affidato dalla madre iperbigotta nelle mani dei Gesuiti. La donna, pur cattolica devota, muore con visioni infernali. Alberto vacilla, ma si butta per questo in una pratica estrema che lo porterà al centro di un’ organizzazione segretissima e parallela alla Compagnia di Gesù. Qui scopre millenarie nefandezze su cui si sarebbe artificialmente costituita la Chiesa Apostolica Romana. Naturalmente si inizia dalle “forzature” teologiche sulla Scrittura, per finire poi ai più triti racconti leggendari di cui si è fatto forte il più rozzo anti cattolicesimo. Torture a innocenti, violenze, tunnel sotterranei che mettono in comunicazione conventi di suore e di frati (con date e luoghi) dove ogni tanto si scoprirebbero addirittura resti di feti. Negli anni del seminario Alberto si rende conto che all’ interno del clero la pratica dell’ omosessualità è, non solo tollerata, ma addirittura incoraggiata.

Alla fine del suo tirocinio Alberto viene addestrato con un corso al combattimento del “protestantesimo e le sue eresie”, quindi mandato come agente segreto e provocatore in vari stati dell’ America Latina. Qui si finge un pastore evangelista e, con la complicità di ragazze dell’ azione cattolica sotto mentite spoglie, crea scandali sessuali per diffamare la chiesa evangelica e i suoi rappresentanti più noti. Non mancano oscure collusioni tra i vertici della sua congregazione religiosa, la massoneria e adoratori del diavolo. Alla fine Alberto si ribella alla Chiesa, viene fatto passare per pazzo, naturalmente torturato con l’ elettro shock e imbottito di droghe fino a che è ridotto una larva umana. 

A quel punto l’ incontro con Gesù che lo libera gli indica la sua vera via. Da allora Alberto avrà solo uno scopo: risvegliare ottocento milioni di cattolici che, nella loro fede verso la chiesa, in realtà adorano Baal, distogliendosi dalla vera fede per Cristo.

Nel catalogo on line è possibile scorrere una summa di tutte le medievali invettive contro gli infedeli, siano cattolici, musulmani, omosessuali, comunisti, satanismi, massoni. I titoli sono a effetto e le copertine abbondano di serpenti piumati, baluginii infernali, demoni e piovre che rappresentano i mali della contemporaneità. Si va dalla droga all’ edonismo, con cui si faranno i conti dopo morti quando appare Dio disegnato seduto sul trono che giudica, fino a maestre, sicuramente affiliate a una setta satanista solo perché non impediscono ai piccoli alunni di festeggiare Halloween. Chi più ne ha più ne metta: finiranno tutti tra le fiamme dell’ inferno, senza remissione, a meno che si convertano e riempiano il questionario, stampato alla fine di ogni storia, segnando la casella della salvezza: “accetti Gesù come salvatore per iniziare una nuova vita?” I raccontini edificanti sono stampabili o acquistabili in stock di venticinque o cinquanta pezzi da distribuire come materiale propagandistico, sono più conosciuti come “Chick tracts", di fatto opuscoli di becera e violenta propaganda.

Chirk sostiene di essere stato scelto da Dio in persona per mettere il suo talento di fumettista al servizio della Verità. Nella sua autobiografia naturalmente ribadisce continuamente il nesso tra progetto divino e la sua abilità nel disegnare. Ragazzo scapestrato interrompe gli studi per la carriera militare. Tre anni nell’ esercito degli Stati Uniti passati tra la Nuova Guinea, l’ Australia, le Filippine e il Giappone. Si sposa e durante la luna di miele in Canada gli capita di ascoltare alla radio il programma di un predicatore evangelico, ne resta fulminato. Inizia così la sua fervida attività di disegnatore e pastore di anime che ancora oggi svolge con fervore nel ranch Cucamonga, in California, qui ha fondato una sua casa editrice e sforna in centinaia di milioni di copie gli opuscoletti che dovrebbero mettere in guardia il mondo dalle occulte congregazioni che cospirano per il trionfo delle forze del male. Ultimamente ai prodotti cartacei si affiancano le app per la pronta lettura dei Chick tracts su smartphone e tablet, con ampia possibilità d’interagire per la salvezza della propria anima.

Fonte: La Stampa

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MA CHI È QUESTO ALBERTO RIVARA PRESUNTO EX GESUITA (sempre che lo sia mai stato) E POI FONDAMENTALISTA SETTARIO?

Praticamente un truffatore che tra l’altro come ex gesuita potrebbe essere stato partorito dalla mente del disegnatore fondamentalista di fumetti Jack Chick http://en.wikipedia.org/wiki/Alberto_Rivera

Alberto Magno Romero Rivera (19 settembre 1935 - 20 giugno 1997) è stato un anti-cattolico attivista religioso che è stato la fonte di molte delle teorie del complotto sul Vaticano espressi dalla fondamentalista cristiano autore Jack Chick.
Chick ha promesso di promuovere le affermazioni di Rivera, anche dopo la sua morte. Rivera ha affermato di essere stato un gesuita , prima di diventare un fondamentalista protestante, e molte delle storie Chick pubblicati su Rivera coinvolgere complotti gesuiti.

Secondo il Cornerstone Exposé : [ 1 ] Rivera ha avuto una 'storia di problemi legali' tra cui la frode , furto della carta di credito, e la scrittura di assegni . I warrant erano stati emessi per il suo arresto in New Jersey e Florida , e fu ricercato dalla polizia spagnola per 'truffe e frodi'; mentre negli Stati Uniti nel 1967, ha affermato di essere la raccolta di fondi per una scuola spagnola, che non ha mai ricevuto questi soldi. I dettagli delle sue affermazioni cambiarono: 

Nel 1964 ha detto che aveva lasciato la Chiesa cattolica nel luglio 1952, ma ha poi messo la data a 20 marzo 1967; nonostante questo, era ancora promuovendo il cattolicesimo in un'intervista a un giornale di agosto dello stesso anno. Sebbene presumibilmente collocato nel sanatorio nel 1965 e tenuto lì per tre mesi, ha dato la data del suo rilascio nel settembre del 1967, lasciando un periodo di oltre un anno non contabilizzate.

Il documento esibito da Rivera a dimostrare il suo status di un sacerdote cattolico è stato ottenuto in modo fraudolento e la Chiesa cattolica nega le sue pretese di essere stato un sacerdote gesuita o un vescovo. Aveva solo una sorella a Londra; lei non si chiamava Maria (il suo nome era Maria Teresa), non era una suora, e non viveva in un convento. In una forma di occupazione del 1963 ha affermato matrimonio con Carmen Lydia Torres, e la coppia ha avuto due figli negli Stati Uniti, quando proprio conto lo aveva un sacerdote celibe in Spagna.