7 febbraio 2016

E noi come abbiamo risposto?


Il Signore non sceglie i migliori, sceglie i peccatori, Isaia si sentiva impuro, San Paolo perseguitava i cristiani, San Pietro si getta alle ginocchia del Signore riconoscendosi peccatore. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati (1Timoteo 2,4), Tutti siamo chiamati (Galati. 1,6):

E NOI COME ABBIAMO RISPOSTO?

«Ohimè! Io sono perduto (Isaia), perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolodalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti».
Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra,perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato». Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!». (Is 6,1-2.3-8)

Ultimo fra tutti apparve anche a me (Paolo) come a un aborto. Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. (1Cor 15,1-11)

Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. (Lc 5,1-11)