2 dicembre 2014

Ma e' vero che Papa Francesco ha detto che il corano e' un libro di pace?

Ma veramente il Papa non ha detto nulla in proposito al corano libro di pace: basta leggere e si capisce chiaramente.

Sono gli isalmici trattati tutti come terroristi che sono offesi e dicono che il corano e' un libro di pace....




(Yasemin Taskin)

Buona sera, Santità. La mia domanda è naturalmente sul viaggio. Il presidente Erdogan ha parlato di “islamofobia”; lei, naturalmente, si è soffermato più su una attuale cristianofobia in Medio Oriente, ciò che succede ai cristiani, alle minoranze. Considerando anche il richiamo al dialogo interreligioso, cosa si può fare di più? Cioè, basta il dialogo interreligioso? Si può andare oltre? E, secondo Lei, cosa devono fare i leader mondiali? Io chiedo questo a Lei perché Lei non è solo il capo spirituale dei cattolici, ma ormai è un leader morale globale, e quindi anche in questo senso vorrei sapere concretamente cosa si può fare, se si può andare oltre …

(Papa Francesco)

Lei ha fatto domande per un libro!… Sul dialogo interreligioso vorrei dire qualcosa, sulla islamofobia e sulla cristianofobia: queste tre cose.

Sull’islamofobia: è vero che davanti a questi atti terroristici, non solo in questa zona ma anche in Africa, c’è una reazione e si dice: “Se questo è l’islam, mi arrabbio!”. E TANTI ISLAMICI SONO OFFESI, TANTI, TANTI ISLAMICI. DICONO: “NO, NOI NON SIAMO QUESTO. IL CORANO È UN LIBRO DI PACE, È UN LIBRO PROFETICO DI PACE. QUESTO NON È ISLAM”. Io capisco questo e credo che – almeno io credo, sinceramente – che non si possa dire che tutti gli islamici sono terroristi: non si può dire. Come non si può dire che tutti i cristiani sono fondamentalisti, perché anche noi ne abbiamo, in tutte le religioni ci sono questi gruppetti. Io ho detto al Presidente [Erdogan]: “Sarebbe bello che tutti i leader islamici – siano leader politici, leader religiosi o leader accademici – parlino chiaramente e condannino quegli atti, perché questo aiuterà la maggioranza del popolo islamico a dire “no”; ma davvero, dalla bocca dei suoi leader: il leader religioso, il leader accademico, tanti intellettuali, e i leader politici”. Questa è stata la mia risposta. Perché noi tutti abbiamo bisogno di una condanna mondiale, anche da parte degli islamici, che hanno quella identità e che dicano: “Noi non siamo quelli. Il Corano non è questo”. Questa è la prima cosa.

Cristianofobia: è vero! Non voglio usare parole un po’ addolcite, no. Noi cristiani, ci cacciano via dal Medio Oriente. Alcune volte, come abbiamo visto in Iraq, nella zona di Mosul, devono andarsene e lasciare tutto, o pagare la tassa, che poi non serve… E altre volte ci cacciano via con i guanti bianchi. Per esempio, in uno Stato, una coppia, il marito vive qua, la donna vive là… No, che il marito venga a vivere con la donna. No, no: che la donna lasci e lasci libera la casa. Questo succede in alcuni Paesi. E’ come se volessero che non ci siano più cristiani, che non rimanga niente di cristiano. In quella zona c’è questo. E’ vero, è un effetto del terrorismo, nel primo caso, ma quando si fa diplomaticamente, con i guanti bianchi, è perché c’è un’altra cosa dietro, e questo non è buono.

E terzo, il dialogo interreligioso. Ho avuto forse la conversazione più bella, più bella in questo senso, con il Presidente degli Affari Religiosi e la sua équipe. Già quando è venuto il nuovo Ambasciatore della Turchia, un mese e mezzo fa, a consegnare le Lettere credenziali, ho visto un uomo eccezionale, un uomo di profonda religiosità. E anche il Presidente di quell’ufficio era della stessa scuola. E loro hanno detto una cosa bella: “Adesso sembra che il dialogo interreligioso sia arrivato alla fine. Dobbiamo fare un salto di qualità, perché il dialogo interreligioso non sia solo: - Come pensate voi questo?... Noi questo… - Dobbiamo fare un salto di qualità, dobbiamo fare il dialogo tra persone religiose di diverse appartenenze”. E’ bello questo, perché sono l’uomo e la donna che si trovano con un uomo e una donna e scambiano le loro esperienze: non si parla solo di teologia, si parla di esperienza religiosa. E questo sarebbe un passo avanti bellissimo, bellissimo. Mi è piaciuto tanto, quell’incontro. E’ di alta qualità.

Tornando ai due primi aspetti, soprattutto a quello dell’islamofobia, dobbiamo sempre distinguere qual è la proposta di una religione dall’uso concreto che di quella proposta fa un determinato governo. Forse dice: “Io sono islamico – io sono ebreo – io sono cristiano”. Ma tu governi il tuo Paese non come islamico, non come ebreo, non come cristiano. C’è un abisso. Bisogna fare questa distinzione, perché tante volte si usa il nome, ma la realtà non è quella della religione. Non so se ho risposto…

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/november/documents/papa-francesco_20141130_turchia-conferenza-stampa.html