25 gennaio 2013

Il Santo Rosario cattolico è davvero una pratica pagana?: Secondo i protestanti fanatici, sì!

Una delle pratiche religiose più conosciute della cristianità cattolica è la Preghiera del Santo Rosario, (http://it.wikipedia.org/wiki/Rosario) spesso recitata prima della Messa in molte comunità, e talmente entrata nell’uso quotidiano da poter essere pregata anche durante le normali attività di ogni giorno.

Purtroppo questa pia pratica riceve molte critiche da parte di persone non cattoliche, che rinfacciano al Santo Rosario un’origine pagana o una non perfetta aderenza di tale preghiera alle parole di Gesù, che nel Vangelo esorta a non “sprecare parole come fanno i pagani”.

Proviamo a leggere alcune di queste critiche negative alla luce della verità storica, come sempre senza farci prendere da alcun fanatismo o difesa apologetica per partito preso, ma ragionando unicamente sui fatti.

Un amico mi ha segnalato questo link: 

"Il santo rosario: un'altra pratica pagana del cattolicesimo"
http://controcorrente83.blogspot.it/2011/02/il-santo-rosario-unaltra-pratica-pagana.html

nel quale sono contenute molte di queste perplessità non cattoliche, e ho pensato di partire – per comodità – da questo elenco abbastanza esaustivo di correnti anti-Rosario, per poi ragionare su un’accusa alla volta:

“Il Rosario è strettamente connesso all'adorazione di Maria ; infatti le perle servono per contare le preghiere.

Troviamo in quest’affermazione un errore e un’incongruenza. L’errore risiede nel fatto che il Rosario non è una forma di adorazione a Maria. In primo luogo, la Chiesa concede l’adorazione soltanto a Dio (l'adorazione è l'atto di magnificare con lodi, preghiere, atti di devozione SOLO ed esclusivamente una divinità), mentre a Maria riserva un culto maggiore rispetto ai Santi, ma non diversissimo da quello. Pertanto si parla di atto di venerazione alla Vergine Maria, che filologicamente assume il significato di "omaggiare", "riverire", "portare rispetto" ad una persona defunta o una reliquia sacra, ma per complemento anche a una divinità.

Alla Madonna sono riservate molte più feste e devozioni, per esempio; ma se una festa mariana coincidesse con una festa riservata a Gesù, la festa mariana viene spostata. Ne è lampante esempio l’8 dicembre quando cade di domenica (la Solennità dell’Immacolata Concezione passa al lunedì seguente, cedendo il passo alla domenica d’Avvento). Da ciò si evince che il culto mariano deve “retrocedere” dinanzi a quello riservato a Dio. Pertanto, usare l’espressione “adorazione di Maria” è errato, teologicamente e cristianamente parlando.

L’incongruenza, dovuta probabilmente ad una NON approfondita conoscenza (escludendo la malafede cosciente del ricusatore) delle radici storiche e teologiche della Liturgia Sacra cattolica (tipica dei Protestanti in preda al cieco fanatismo), risiede nel collegare la conta delle preghiere attraverso la Corona del Rosario con la presunta adorazione a Maria: collegamento sottolineato da un “infatti” che non appare per nulla appropriato. Non riesco a capire – ma forse è un mio limite – come lo sgranare il Rosario contando le preghiere sia un segno di adorazione.

In realtà, non è neanche vero che i grani servano a contare le Ave Maria. Ciò sia detto nel senso che essi liberano l’orante dal dover contare, distraendosi dalla meditazione, consentendo di recitare il Gloria appena il dito non trova più la perla, ma il cordino. In questo modo, si è liberi di pregare rimanendo concentrati sul Mistero che si va a meditare, senza dover “contare” coscientemente, appunto, le Ave Maria.

Segue poi una carrellata di “rosari” dedicati ad altre divinità da parte di varie culture: fenici, popoli orientali, musulmani, buddisti...in realtà è estremamente equivocante definire quelle catene “rosari”, poiché l’origine della parola Rosario è “Corona di Rose”, poiché ogni preghiera era raffigurata e pensata come una rosa da offrire alla Vergine Maria.

Essendo dunque il termine Rosario storicamente e filologicamente legato alla preghiera rivolta alla Madonna, è improprio definire “rosari” le catene usate in onore di altri personaggi. Lo si fa, evidentemente, per affinità di forma e per amor di brevità, senza ricorrere a perifrasi per definire tale oggetto di devozione.

In secondo luogo, il fatto che altri popoli utilizzino sistemi simili al Rosario cristiano per non perdere il conto delle loro lunghissime litanie (più che preci, in molti casi, abbiamo un elenco di nomi dedicati alla divinità in oggetto), non vuol dire che il Rosario sia una preghiera assimilabile a quelle, sia per forma, sia per contenuto. Anzi, a voler sottilizzare, nel caso in cui la Corona avesse derivazione pagana, e con essa la prece, dovremmo usare la Corona non per il Rosario, ma per la recita delle litanie mariane. Cosa che io non ho mai visto fare.

Inoltre, nella stessa devozione cattolica, vi sono Rosari dedicati non solo a Maria (oltre a quello conosciutissimo dei Misteri, vi sono quello dei Sette Dolori, per esempio, o il Rosario delle Lacrime di Maria), ma anche alla Divina Misericordia, alla Via Crucis, a San Giuseppe...seguendo il discorso di cui sopra, saremmo tutti una manica di blasfemi, laddove applichiamo ad altri Santi o ad altre situazioni, lo schema del Rosario dei Misteri.

Il problema di fondo è che il Rosario della Beata Vergine non è una preghiera mariana!

Sobbalzàti ancora dalla sedia, eh?

In realtà, il Rosario dei Misteri è tutto centrato sulla vita di Gesù, dal Suo Concepimento alla Sua Ascesa al Cielo, comprendendo la Pentecoste, dono di Cristo, e solo alla fine due Misteri completamente mariani: l’Assunzione e la venerazione quale Regina del Cielo. Il nostro amatissimo Papa Giovanni Paolo II, Apostolo del Rosario, volle sottolineare la matrice Cristica del Rosario, inserendo i Misteri Luminosi e colmando così la distanza tra la Presentazione al Tempio e l’Agonia nel Getsemani per raccontare la vita pubblica di Gesù, dal Suo Battesimo all’Istituzione dell’Eucaristia.

Allora perché abbiamo le 10 Ave Maria?

In primo luogo, perché Maria intercede per noi presso il Padre, è mediatrice di grazie, è il grande dono che Gesù ci ha fatto prima di dare Sé stesso morendo sulla Croce, è Colei che guida la preghiera degli Apostoli una volta chiusa la parentesi terrena di Gesù. A chi dovrebbe mai rivolgersi un credente, aprendo il suo cuore, parlando come lo si farebbe ad una madre?

Un tempo nella cultura popolare si diceva: i preti vanno in Cielo perché sanno tutto di Gesù (cioè: hanno fatto studi teologici, sono colti, dicono la Messa); noi poveri saremo portati in Cielo da Maria, quindi dobbiamo dire il Rosario. Da questa affermazione non propriamente ortodossa da un punto di vista teologico, si può però evincere un buon fondo di verità: chi non conosce la Cristologia, i Padri della Chiesa, chi non ha studiato la Bibbia, affida la sua Fede alla Madre di Gesù, alla Sua semplicità, al Suo essere Madre di tutti.

E quale preghiera permette di conoscere Gesù in modo semplice e contemporaneamente chiedere l’intercessione di Maria per comprendere e meditare il Mistero?

Questo, ovviamente, non esclude certo le persone di cultura dalla recita del Rosario, anzi. Molti Papi furono devoti del Rosario e ne zelarono la diffusione. L’affermazione di prima è solo servita ad illustrare l’importanza popolare del Rosario per conoscere Gesù attraverso l’intercessione di Maria.

Passiamo ora alla prossima – strana – riflessione dell’articolo citato:

“la preghiera più spesso ripetuta, mediante il Rosario,è l'"Ave Maria" della quale The Catholic Encyclopedia dice : " Non esiste traccia, seppur minima, dell'Ave Maria quale preghiera di accettata formula devozionale prima dell'anno 1050 " ( vol .7 pag.111, articolo " Hail Mary" )”

Chiarito il motivo per cui l’Ave Maria è inserita in un contesto Cristico (non molto dissimile dal motivo per cui Maria agisce a Cana di Galilea, dunque pienamente evangelico), cerchiamo di capire da dove possa trarsi una notizia come quella apparsa sulla Catholic Encyclopedia.

L’Ave Maria nasce dal Vangelo di Luca, e su questo penso siamo tutti d’accordo: nella prima parte dell’Ave Maria si uniscono infatti la salutatio angelica e l’esclamazione di Elisabetta. Questo primo nucleo era già in uso prima di quel fine IX sec. inizio X sec. in cui si iniziò a recitare certamente questa preghiera (se abbiamo notizia che poco dopo l’850 si usò la prima parte dell’Ave Maria come preghiera, certamente essa era conosciuta da ben prima!).

Leggiamo quindi la “Breve Storia del Santo Rosario”, tratta dal sitohttp://www.santorosario.net.
All'origine del Rosario vi sono i 150 Salmi di Davide che si recitavano nei monasteri.

Per ovviare alla difficoltà, al di fuori dei centri religiosi, di imparare a memoria tutti i Salmi, verso l'850 un monaco irlandese suggerì di recitare al posto dei Salmi 150 Padre Nostro. Per contare le preghiere i fedeli avevano vari metodi, tra cui quello di portare con sé 150 sassolini, ma ben presto si passò all'uso delle cordicelle con 50 o 150 nodi. Poco tempo dopo, come forma ripetitiva, si iniziò ad utilizzare anche il Saluto dell'Angelo a Maria, che costituiva allora la prima parte dell'Ave Maria.

Nel XIII secolo i monaci cistercensi svilupparono una nuova forma di preghiera che chiamarono rosario, perché la comparavano ad una corona di rose mistiche donate alla Madonna. Questa devozione fu resa popolare da san Domenico, che nel 1214 ricevette il primo rosario della Vergine Maria come strumento per l'aiuto dei cristiani contro le eresie.

Nel XIII secolo si svilupparono i Misteri del Rosario: numerosi teologi avevano già da tempo considerato che i 150 Salmi erano velate profezie sulla vita di Gesù. Dallo studio dei Salmi si arrivò ben presto alla elaborazione dei Salteri di Nostro Signore Gesù Cristo, nonché alle lodi dedicate a Maria. Così durante il XIII secolo si erano sviluppati quattro diversi salteri: i 150 Padre Nostro, i 150 Saluti Angelici, le 150 lodi a Gesù, le 150 lodi a Maria.

Verso il 1350 si arriva alla compiutezza dell'Ave Maria come la conosciamo oggi. Questo avviene ad opera dell'Ordine dei certosini, che uniscono il saluto dell'Angelo con quello di Elisabetta, fino all'inserimento di «adesso e nell'ora della nostra morte. Amen».

All'inizio del XIV secolo i cistercensi, in particolare quelli della regione francese di Trèves, inseriscono le clausole dopo il nome di Gesù, per abbracciare all'interno della preghiera l'intera vita di Cristo.

Verso la metà del XIV secolo, un monaco della certosa di Colonia, Enrico Kalkar, introdusse prima di ogni decina alla Madonna, il Padre Nostro. Questo metodo si diffuse rapidamente in tutta Europa. Sempre nella certosa di Trèves, all'inizio del 1400, Domenico Hélion (chiamato anche Domenico il Prussiano o Domenico di Trèves), sviluppa un rosario in cui fa seguire il nome di Gesù da 50 clausole che ripercorrono la vita di Gesù. E come aveva introdotto Enrico Kalkar, i pensieri di Domenico il Prussiano erano divisi in gruppi di 10 con un Padre Nostro all'inizio di ogni gruppo.

Tra il 1435 e il 1445, Domenico compone per i fratelli certosini fiamminghi, che recitano il Salterio di Maria, 150 clausole divise in tre sezioni corrispondenti ai Vangeli dell'infanzia di Cristo, della vita pubblica, e della Passione-Risurrezione.

Nel 1470 il domenicano Alain de la Roche, in contatto con i certosini, da cui apprende la recita del Rosario, crea la prima Confraternita del Rosario facendo diffondere rapidamente questa forma di preghiera: chiama Rosario «nuovo» quello con un pensiero all'interno di ogni Ave Maria, e Rosario «vecchio» quello senza meditazione, con solo le Ave Maria. Alain de la Roche riduce a 15 i Misteri (suddivisi in gaudiosi, dolorosi, gloriosi), e sarà solamente con Papa Giovanni Paolo II (un grande apostolo del Rosario), con la lettera apostolica «Rosarium Virginis Mariae» (2002), che verranno reintrodotti i misteri luminosi sulla vita pubblica di Gesù.
I domenicani sono stati grandi promotori del Rosario nel mondo. Hanno creato diverse associazioni rosariane, tra cui la Confraternita del Santo Rosario (fondata nel 1470), la Confraternita del Rosario Perpetuo (chiamata anche Ora di Guardia, fondata nel 1630 dal padre Timoteo de' Ricci, si impegnava ad occupare tutte le ore del giorno e della notte, di tutti i giorni dell'anno, con la recita del Rosario), la Confraternita del Rosario Vivente (fondata nel 1826 dalla terziaria domenicana Pauline-Marie Jaricot).

La struttura medievale del Rosario fu abbandonata gradualmente con il Rinascimento, e la forma definitiva del Rosario si ha nel 1521 ad opera del domenicano Alberto di Castello.

San Pio V, di formazione domenicana, fu il primo «Papa del Rosario». Nel 1569 descrisse i grandi frutti che san Domenico raccolse con questa preghiera, ed invitò tutti i cristiani ad utilizzarla. Mentre Leone XIII, con le sue 12 Encicliche sul Rosario, fu il secondo «Papa del Rosario».

Dal 1478 ad oggi si contano oltre 200 documenti pontifici sul Rosario.

In più apparizioni la Madonna stessa ha indicato il Rosario come la preghiera più necessaria per il bene dell'umanità. Nell'apparizione a Lourdes del 1858, la Vergine aveva una lunga corona del Rosario al braccio. Nel 1917 a Fatima come negli ultimi anni a Medjugorje, la Madonna ha invitato e ha esortato a recitare il Rosario tutti i giorni.

Con questo breve excursus storico sulla genesi liturgica del Rosario, possiamo quindi anche smontare l’ultima accusa che troviamo nel sito citato all’inizio di questo nostro articolo, cioè il Rosario come preghiera non accettata da Gesù in quanto ripetitiva come le preci dei pagani, uno “spreco di parole”. In realtà, possiamo notare che:

il Rosario proviene dalla recita dei 150 salmi di Davide, e quindi era una preghiera nota all’ambiente entro cui visse ed operò Gesù di Nazareth, il quale è venuto a dare compimento alla Legge di Mosè e non ad abolire l’intero Ebraismo;

le preci pagane cui Gesù si riferisce erano quelle tipiche dell’ambiente greco-romano, dove la preghiera era vista come un contratto tra l’uomo e la divinità. Bastava sbagliare una sola parola e l’intero rito andava rifatto da capo, poiché ciò poteva inficiare la buona riuscita della preghiera, mentre un rito perfetto avrebbe garantito di essere esauditi.

Contro questo atteggiamento così freddo ed arido si schiera Gesù, ricordando che affidare le proprie intenzioni a parole vuote, recitate con attenzione e magari perdendone il vero significato solo per essere certi di essere esauditi, è inutile. Bisogna piuttosto chiudersi nel segreto del proprio cuore e pregare con Fede per essere ascoltati da Dio.

E così, pregando la vita di Cristo affidandoci a Maria, recitando con Fede i Misteri e meditandoli col cuore, saremo ascoltati dal Padre. Nessuna incongruenza, nessuna iniquità nella preghiera del Rosario, anzi un riparo sicuro dalle insidie del maligno.

Ave, Maria!

http://www.katholikos.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=124:un-ricorrente-biasimo-del-fanatismo-protestante-il-santo-rosario-cattolico-e-davvero-una-pratica-pagana&catid=11:eresia&Itemid=135

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LA DOTTRINA DEI PENTECOSTALI FINISCE PER ESSERE QUELLA DI NEGARE TUTTO CIO' CHE VIENE DAL CATTOLICESIMO, E' LA LORO NECESSITA' PRIMARIA. MENTRE I CATTOLICI POSSONO TRANQUILLAMENTE FARE A MENO DI LORO, VICEVERSA LORO NON POTREBBERO FARE A MENO DI NOI. SE NON ESISTESSE LA CHIESA CATTOLICA LORO NON SAPREBBERO PIU' COSA SCRIVERE, CHI CONTESTARE.... SI RITROVEREBBERO TUTTI MUTI