20 gennaio 2013

I miracoli di Padre Pio - l'ossessa liberata


Nel 1964 fu portata da un paese della bergamasca una giovane ossessa al convento dei cappuccini di S. Severo (Foggia). Quivi risiedeva Padre Placido da S. Marco in Lamis, universalmente stimato dalla gente per la sua santità. A lui fu presentata l'ossessa, affinché la liberasse dal demonio. La giovane come vide Padre Placido, si mise a urlare, a dire parolacce, a bestemmiare e a tentare di aggredirlo. Dopo un momento di esitazione, i confratelli di Padre Placido lo consigliarono di far proseguire la giovane ossessa e i parenti che l'accompagnavano per S. Giovanni Rotondo, affinché intervenisse Padre Pio. E così fecero. Quando la ragazza fu dinanzi a Padre Pio, ripeté con violenza le stesse scenate fatte davanti a Padre Placido. Padre Pio, che in quel momento non era in forze per intraprendere gli esorcismi, si limitò a darle una benedizione.

Qualche giorno dopo, alcuni frati, autorizzati dall'Arcivescovo di Manfredonia, vollero fare gli esorcismi per liberare l'ossessa dal demonio, ma non riuscirono ad andare avanti, perché quello li irrideva, dicendo che pretendevano di cacciarlo dopo aver mangiato e bevuto, anziché avere pregato e fatto penitenza.

Padre Pio, saputo che le cose si erano messe così, rimase triste e pensieroso. Nella notte poi fu aggredito con furore dal diavolo, che gli assestò un colpo tremendo sulla spina dorsale. Egli cadde malamente per terra, si ferì al sopraccigliare e ben presto si vide la faccia tutta tumefatta. Nel cadere emise un grido, che fu sentito dai confratelli, i quali accorsi prontamente, lo trovarono in quello stato. Gli chiesero che cosa fosse successo ed egli si limitò a dire che era caduto. Allora gli medicarono le ferite e lo adagiarono sul letto. In quelle condizioni però la mattina non poteva scendere in chiesa per la celebrazione della S. Messa. D'altra parte l'ossessa alla gente che aspettava in chiesa andava urlando che Padre Pio non sarebbe venuto, perché nella notte aveva conciato per le feste quel vecchio frate. Effettivamente, a una certa ora si presentò in chiesa il superiore del convento, il quale annunciò che Padre Pio non sarebbe sceso per la Messa, perché indisposto. Ci fu grande delusione e confusione tra la gente.

Quella stessa mattina, il superiore del convento di S. Severo, P. Alberto D'Apolito, venne a S. Giovanni e apprese i fatti che erano accaduti. Recatosi dal Padre Pio, gli chiese se era vero quello che la gente andava dicendo. Padre Pio si limitò a dire: «È possibile». Allora Padre D'Apolito gli espresse il suo dispiacere nell'avere consigliato di dirottare da S. Severo a S. Giovanni quella giovane ossessa. E Padre Pio: «Mi avete fatto un bel regalo!».

Ma la partita tra il Padre Pio e il diavolo per quella ragazza indemoniata non era chiusa: Padre Pio pregò e si mortificò e dopo qualche giorno, rimessosi alla meglio, scese in chiesa per la S. Messa. Questa volta però l'ossessa come lo vide diede un urlo altissimo e poi cadde per terra svenuta. Il diavolo finalmente se n'era andato e la giovane serena e tranquilla poté ascoltare la Messa del Padre Pio e poi tornare guarita a casa sua. Padre Pio, come al solito aveva vinto, ma questa volta l'aveva pagata cara!