17 gennaio 2013

Quando si dice protestanti...



Sotto il nome di “protestantesimo” sono rubricate un gran numero di denominazioni e comunità. GIÀ NEL 1991 LO STORICO AMERICANO MARTIN MARTY SCRIVEVA CHE NEL MONDO SI CONTAVANO 21.104 DIVERSE DENOMINAZIONI CHE POTEVANO ESSERE CONSIDERATE “PROTESTANTI” E CHE IL NUMERO SI ACCRESCEVA IN RAGIONE DI CINQUE ALLA SETTIMANA; e in effetti, secondo l’autorevole report annuale del Center for the Study of Global Christianity, fondato da David B. Barrett (1927-2011) – cfr. Todd M. Johnson - Peter F. Crossing, “Christianity 2013: Renewalists and Faith and Migration”, International Bulletin of Missionary Research, vol. 37, n. 1, gennaio 2013, pp. 32-33 –, attualmente le denominazioni sono giunte alla cifra di 44.000 (erano 18.800 nel 1970 e 34.200 nel 2000). Dal punto di vista numerico, secondo gli autori delreport citato, noti per essere i maggiori esperti di statistiche relative al mondo cristiano, nel 2013 i “protestanti” – nozione in cui essi fanno rientrare non solo i protestanti cosiddetti storici, ma anche gli avventisti e la prima ondata pentecostale – nel mondo sono 439.565.000. A questa cifra – cui vanno in parte affiancati i “cristiani indipendenti”, non tutti però “protestanti” e in gran parte membri di denominazioni pentecostali di ondate successive alla prima, che secondo gli stessi autori sono 369.619.000 – si possono aggiungere i 91.707.000 membri della Comunione anglicana, le cui articolazioni possono essere fatte rientrare, anche se non senza problemi, in una nozione ampia di “protestantesimo”. Si può quindi stimare il totale dei protestanti in senso lato – assumendo che tre quarti degli “indipendenti” siano o pentecostali ovvero di ispirazione luterana, battista e metodista – a circa 808.486.250, più di un terzo dei cristiani presenti nel mondo, stimati in 2.354.523.000 persone, ossia il 33% della popolazione mondiale. È peraltro evidente che si può giungere a stime molto diverse, a seconda che si prendano in considerazione i soli membri “attivi” ovvero anche quelli “nominali”.

Di fronte al gran numero e alla grande varietà di denominazioni e credenze alcuni negano che sia possibile dare una definizione precisa del protestantesimo. Alcuni ritengono, da un punto di vista storico, che sia possibile definire "protestanti" le denominazioni che hanno nel loro albero genealogico un riferimento almeno remoto alla Riforma protestante "storica", cioè a Lutero, Calvino, Zwingli e, per chi considera gli anglicani come protestanti, le personalità che si situano alle origini della Chiesa d'Inghilterra. Non a caso le definizioni "storiche" del protestantesimo hanno corso soprattutto in Europa, dove la percentuale di eredi diretti della Riforma "storica" sul totale dei "protestanti" è più importante, mentre negli Stati Uniti e in America Latina la prevalenza numerica di altre tradizioni (battisti, pentecostali) per cui la ricostruzione di un albero genealogico è comunque più problematica rischia di mettere in crisi le definizioni che fanno riferimento alla storia. Altri autori - fra cui, in particolare, il sociologo francese Jean-Paul Willaime - non ritengono impossibile enucleare alcune caratteristiche insieme sociologiche e dottrinali del protestantesimo come categoria generale. Willaime richiama l'attenzione sul fatto che IL PROTESTANTESIMO NASCE E SI DEFINISCE - anche al di là di una indagine sulle intenzioni soggettive dei suoi primi fondatori - IN OPPOSIZIONE AL CATTOLICESIMO.
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Che si debba parlare di protestantesimi, al plurale, è chiaro da molti anni a quanti studiano il mosaico protestante. Alcune distinzioni antiche - che peraltro sono mantenute in diversi ambienti - sono tuttavia troppo semplici, di fronte all'estrema varietà di denominazioni e movimenti. Così è per la distinzione fra un protestantesimo sacramentale o liturgico e un protestantesimo non sacramentale e anti-liturgico. La prima categoria comprenderebbe infatti soltanto la Comunione anglicana (e neppure tutte le sue componenti) e alcune denominazioni luterane. Insufficiente è anche la distinzione tra un protestantesimo calvinista - legato a una rigorosa interpretazione della dottrina della predestinazione - e un protestantesimo arminiano, che - attraverso le teorie del teologo olandese Jacob Arminius (1560-1609) - sfugge al rigorismo in tema di predestinazione, affermando - contro il calvinismo classico - che Gesù Cristo è morto per tutti (non solo per i predestinati), che Dio - prima della predestinazione - prevede chi accetterà la grazia salvifica di Gesù Cristo e chi la respingerà, che alla grazia di Dio si può resistere e, dopo averla accettata, la si può rifiutare di nuovo e cadere. Per quanto la distinzione sia utile e importante, la problematica della predestinazione non è al centro di tutto il protestantesimo ma soltanto di un suo segmento, per quanto ampio. Insufficiente, infine, è la distinzione - dominante nella letteratura di lingua tedesca - fra Chiese istituzionali (cioè legate allo Stato, come sono in genere quelle della prima generazione della Riforma storica) e Chiese libere (Freikirchen). Il legame con lo Stato è certamente meno costitutivo oggi di un certo tipo di protestantesimo di quanto lo sia stato in passato, anche se in numerose regioni europee rimane importante e se l'origine come Chiesa istituzionale o come Chiesa libera segna ancora in modo profondo numerose comunità protestanti.
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Mentre la prima generazione di "protestanti" ha raggiunto il centro della scena religiosa, la mainline, alla periferia - lasciata libera dalla prima generazione che si è spostata - nascono nuovi movimenti di protesta, i quali proclamano il loro desiderio di rimanere "fuori da Babilonia" e di ritornare alla "purezza" originaria. Il modello di Finke e Stark prevede che questi "buoni propositi" non dureranno a lungo: a poco a poco anche la seconda generazione sarà coinvolta in un processo di istituzionalizzazione, diventerà "rispettabile" e si muoverà dalla periferia verso il centro. La periferia, nuovamente abbandonata, vedrà così nascere una terza generazione di movimenti di protesta, che nel giro di qualche decennio inizieranno a marciare verso il centro, e così via.
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IL PRIMO PROTESTANTESIMO ("storico") è costituito dalle comunità nate direttamente dalla Riforma storica - anche se in seguito frammentate da numerosi scismi -: luterani e calvinisti (presbiteriani), cui si possono per molti versi avvicinare le comunità della Comunione anglicana (chiamate "episcopaliane" negli Stati Uniti), anche se non mancano storici che considerano il mondo anglicano irriducibile al protestantesimo e preferirebbero farne un tertium genus intermedio fra il mondo cattolico e quello protestante. Nel primo protestantesimo rientrano, con caratteristiche proprie, anche i valdesi, eredi di una tradizione protestante pre-riformata passata attraverso diverse trasformazioni.

IL SECONDO PROTESTANTESIMO (chiamato originariamente "evangelico" - aggettivo che ha peraltro diversi significati - e in seguito "di risveglio") è costituito dai movimenti di risveglio o revival che protestano contro la mancanza di fervore (in particolare fervore missionario) - non di rado attribuita al legame troppo stretto con gli Stati europei del protestantesimo storico, insistendo sull'incontro con Gesù Cristo come esperienza personale che spinge alla missione. La protesta nel mondo luterano produce il pietismo; nel mondo anglicano, il metodismo; e nel mondo presbiteriano, il battismo. La storiografia più recente insiste sulla derivazione dei battisti principalmente dal calvinismo, ripudiando le tesi più antiche secondo cui il movimento battista deriverebbe invece anzitutto dalla Riforma radicale e dall'anabattismo (anche se un'influenza anabattista rimane evidente su certi aspetti di tutto il mondo battista). Il tentativo di unificare i risvegli - e le comunità protestanti in genere - produce le denominazioni che derivano dal movimento detto Movimento di Restaurazione o "campbellita" (Discepoli di Cristo, Chiese di Cristo, "Chiese cristiane"), che hanno tuttavia caratteristiche così originali da meritare una trattazione a parte.

IL TERZO PROTESTANTESIMO è costituito dai movimenti che considerano ormai troppo "istituzionalizzate" e fredde le stesse comunità nate dai risvegli del secondo protestantesimo. Rientrano in questa terza ondata protestante vari tipi di "Chiese libere", i movimenti "di santità", le correnti perfezioniste, e anche il fondamentalismo (che è per altri versi una tendenza che attraversa tutte le comunità protestanti, più antiche o più recenti) quando non rimane all'interno delle denominazioni già esistenti ma si organizza in denominazioni autonome che protestano contro il "liberalismo" insieme teologico e morale delle comunità protestanti di origine più antica.

LA CORRENTE PENTECOSTALE-carismatica nasce nel XX secolo. Diversi storici - legati in particolare al primo e al secondo protestantesimo - la considerano come una semplice variante del movimento holiness e quindi come parte del terzo protestantesimo. Anche molti esponenti del mondo pentecostale si considerano parte del terzo protestantesimo. La questione è complessa. Peraltro, il terzo protestantesimo - in molte delle sue denominazioni più importanti e dei suoi predicatori più prestigiosi - non ha accettato la corrente pentecostale-carismatica come sua parte. Anche dal punto di vista sociologico il mondo pentecostale-carismatico e il mondo delle denominazioni holiness - dopo una fase confusa in cui alcune di queste ultime si sono trasformate in denominazioni pentecostali (mentre altre hanno lottato duramente contro il pentecostalismo) - si presentano come piuttosto distinti. Ci sarebbero pertanto ragioni per considerare il mondo pentecostale-carismatico come un protestantesimo sui generis, o un quarto protestantesimo distinto dal terzo, anche se la questione rimane in qualche modo aperta.
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IL PROTESTANTESIMO AVVENTISTA nasce nel XIX secolo dall'interesse per le speculazioni sulla fine del mondo, trasversale ai primi due protestantesimi, che genera però una serie di denominazioni separate dopo la crisi seguita alla diffusa attesa di avvenimenti apocalittici dell'anno 1844. Nate con caratteristiche talora simili a certi movimenti profetici di origine cristiana, le principali denominazioni avventiste si sono gradualmente riavvicinate al mondo protestante "evangelico", di cui oggi possono essere considerate parte. Al mondo protestante classico, con varie iniziative di dialogo, si sono avvicinate anche denominazioni nate dalla "corrente metafisica" come la Christian Science, così che si può parlare di protestantesimo metafisico con riferimento a realtà che una parte della ricerca sociologica inquadra anche nella categoria più generale delle "religioni di guarigione".

Distinte dalle Chiese, comunità e denominazioni sono le parachiese, strutture di servizio (missionario, evangelistico o caritativo) che si pongono al servizio di una pluralità di realtà protestanti diverse e che operano per l'animazione cristiano-evangelica della società senza cercare di avviare chi entra in contatto con loro a una denominazione particolare.
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Così nel primo protestantesimo l'esperienza centrale - a partire dalla vita stessa di Martin Lutero - è quella della giustificazione per sola fede. Nel secondo protestantesimo l'esperienza fondamentale - che si aggiunge a quella della giustificazione - è costituita dall'incontro personale con Gesù Cristo, che nel movimento metodista diventa la "santificazione". Per il fondatore del metodismo, John Wesley, la santificazione è piuttosto un processo, che si completa soltanto alla fine della vita. Ma, già qualche anno dopo la morte di Wesley, nel movimento metodista diventerà popolare l'idea della santificazione come "secondo lavoro della grazia" - seconda esperienza successiva e parallela rispetto alla giustificazione - che può essere sperimentato in un momento preciso della vita del fedele. Elaborando ulteriormente la tesi della santificazione istantanea il terzo protestantesimo introdurrà un nuovo concetto, quello di "perfezione" come esperienza radicale che costituisce il fedele, già giustificato per fede e santificato, in uno stato di libertà dal peccato che non potrà più essere perduto. Nel protestantesimo pentecostale l'esperienza della perfezione - ribattezzata "battesimo nello Spirito" (un'espressione che aveva già avuto corso nel terzo protestantesimo) - è collegata al dono delle lingue che ne costituisce la "prova". Giustificazione per fede, santificazione, perfezione e dono delle lingue diventano così - a grandi linee - le esperienze centrali intorno alle quali ruotano queste quattro forme di protestantesimo, mentre proprio il diverso modo di auto-costruzione dell'esperienza religiosa giustifica una classificazione separata per il protestantesimo radicale, avventista e metafisico.

Dal punto di vista culturale, limitandoci qui alle prime quattro forme di protestantesimo elencate, non si può non rilevarne il nesso con avvenimenti e tendenze della storia culturale dell'Occidente. Così come il primo protestantesimo denuncia la penetrazione nella Chiesa di Roma dell'umanesimo, ma insieme introduce nel cristianesimo un principio epistemologico che da certi aspetti dell'umanesimo non è lontano, il secondo e il terzo protestantesimo, e il mondo pentecostale, rappresentano insieme reazioni contro l'illuminismo e la modernità e movimenti che di questi fenomeni subiscono, loro malgrado, l'influenza.

Così il secondo protestantesimo da una parte denuncia i pericoli dell'illuminismo e lo attacca - talora in termini molto virulenti - come ideologia destinata a condurre l'Occidente alla scristianizzazione e all'ateismo. Dall'altra - come è stato rilevato - "malgrado la sua costante opposizione alla mentalità del Secolo dei Lumi (...) il protestantesimo evangelico [cioè il protestantesimo "di risveglio", il secondo protestantesimo] è stato ben più influenzato da quest'ultima di quanto non abbia mai voluto ammettere" (così Peter Hocken, Le Réveil de l'Esprit. Les Églises pentecôtistes et charismatiques, Fides, Montréal 1994, pp. 65-66); "la sua emergenza era di per se stessa l'espressione dell'Età della Ragione" (David W. Bebbington, Evangelicalism in Modern Britain. A History from the 1730s to the 1980s, Unwin Hyman, Londra 1989, p. 53).

Il terzo protestantesimo critica vivacemente le ideologie dell'Ottocento e del Novecento e la loro penetrazione all'interno del mondo protestante (che spesso passa per l'accettazione dell'evoluzionismo biologico di marca darwiniana), ma al tempo stesso è caratterizzato dal perfezionismo, cioè dalla ricerca di una perfezione da conseguire qui in Terra (nella santità individuale nel movimento holiness; nell'interpretazione della Bibbia in modo assolutamente esatto e incontrovertibile nelle denominazioni fondamentaliste autonome; nell'organizzazione sociale nei gruppi perfezionisti che decidono di vivere in comunità) che riflette a suo modo i sogni delle ideologie moderne. Anche a proposito di questa corrente - e in particolare del fondamentalismo autonomo - si è potuto osservare un rapporto inconsapevole - ma non per questo meno forte - con il positivismo e con le ideologie moderne: per esempio, come il positivismo ritiene possibile una conoscenza esatta e fotografica della natura, che non lasci margini alle incertezze dell'interpretazione, così il fondamentalismo ritiene possibile un'interpretazione altrettanto esatta e fotografica della Bibbia.

Il protestantesimo pentecostale, dal canto suo, con la sua avversione alle denominazioni organizzate e strutturate (il che, per il processo che abbiamo già descritto, non gli ha impedito di costituirne) e con il suo desiderio di costituire semplici network di comunità locali indipendenti, si inserisce nel clima culturale di estrema frammentazione culturale, sociale e morale che annuncia la crisi della modernità e il successivo passaggio al cosiddetto postmoderno. Mentre da una parte il pentecostalismo reagisce vivacemente contro questa frammentazione (riaffermando con vigore il carattere non negoziabile dei principi cristiani fondamentali, soprattutto in campo morale), dall'altra è influenzato da un clima culturale che avversa le realtà socialmente strutturate, e per questo si mantiene fedele per quanto gli è possibile all'ideale del network.

http://www.cesnur.org/religioni_italia/p/protestantesimo_01.htm