22 marzo 2013

Maria nei Vangeli


Quella di Maria nei Vangeli è una presenza silenziosa che solo a una lettura attenta mostra tutta la sua
straordinarietà. Ognuno dei passi che ci accingiamo ad analizzare meriterebbe forse dei veri e propri trattati a parte, qui ci limitiamo ad una rapida rassegna che dia conto dell’indissolubilità della storia del Figlio con quella della Madre.

1- IL SALUTO DELL’ANGELO:

Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". 29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L`angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio…(Luca 1, 28-30)

Il turbamento di Maria non è ingiustificato. Molto si è discusso sul significato di quel “piena di grazia” che pare essere un’espressione unica in tutta la Scrittura. Nella traduzione italiana esistono delle analogie ma, pare, che nel testo originale l’espressione usata dall’angelo nel Vangelo di Luca sia del tutto particolare. Essa indica uno stato di “privilegio” di Maria che è non è semplicemente piena di grazia, bensì nel riempimento di Grazia da parte di Dio: nel senso di un’azione cominciata nel passato ma che continua. Cioè il Messia doveva discendere dalla stirpe della Donna, ma non da una donna comune. Per questo l’evangelista sembra indicare uno stato di particolare grazia di Maria. La Grazia senza dubbio è un dono di Dio, ma mantenersi in stato di Grazia è anche un merito personale. Essere pieni di Grazia vuol dire essere completamenti alieni al peccato, per questo Maria è un personaggio del tutto particolare.

2- LA PRESENTAZIONE AL TEMPIO:

Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione 35 perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l`anima". (Luca 2, 34-35)

Qui Simeone sembra collegare, fino a intrecciarle, la storia di Gesù con quella di Maria. Il Messia è l’uomo dei dolori di cui parlava Isaia, un ruolo inevitabile per chi sia chiamato alla missione di essere “segno di contraddizione”. Eppure a questa missione sembra dover partecipare, seppur in modo del tutto diverso, anche Maria. L’avvertimento finale di Simeone indica che Ella sarà partecipe dei dolori del Figlio come nessun altro.

3- LE NOZZE DI CANA

Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno più vino". 4 E Gesù rispose: "Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora". 5 La madre dice ai servi: "Fate quello che vi dirà" (Giov. 2, 3-5)

La risposta di Gesù può forse sembrare brusca e un po’ irriguardosa. In realtà l’appellativo di “donna” risponde al latino “Domina” che vuol dire “signora” o “padrona”. Cristo sembra riluttante, eppure poi accetta di provvedere. Dell’origine di questo cambiamento l’evangelista non parla, a nostro parere la cosa si spiega alla luce degli altri episodi miracolosi dei Vangeli. In questi Gesù, prima di compiere prodigi, richiede sempre l’espressione di fede per non fare mai del miracolo un evento “magico” ma qualcosa che scaturisce dalla fede. A volte Cristo mette alla prova la fede, come nell’episodio della donna Cananea dove arriva a dire “ Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini” (Matteo 15, 26) con riferimento ai pagani. Eppure nessuno che conosca veramente il Vangelo userebbe questo passo per negare l’universalità del messaggio evangelico, perché è chiaro che Gesù stava mettendo alla prova la fede di quella donna (e forse anche quella degli apostoli). In questa prospettiva l’episodio delle Nozze di Cana assume un valore del tutto particolare. La fede di Maria è talmente scontata che la sua risposta all’obiezione di Gesù si rivolge già direttamente ai servi, e senza suscitare altre proteste da parte del Figlio. Lei è stata quindi la prima discepola, la prima a credere nel potere di Cristo prima ancora di vederlo all’opera (si tratta infatti del primo miracolo). Quello di Cana è un episodio importante anche perché l’evangelista chiarisce che da allora i suoi discepoli credettero, cioè da un miracolo avvenuto per intercessione di Maria. Chiariamo fin da subito che parlare di preghiera di intercessione non mette in alcun dubbio l’unicità della mediazione di Cristo. Pregando per qualcuno si intercede per lui presso Dio, semplicemente questo.

4- L’ADOZIONE SPIRITUALE

Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". 27 Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. (Giov. 19, 26-27)

Prima di passare al commento, è bene fare una precisazione utile anche per la giusta interpretazione degli altri passi. Il Vangelo non fa mai gossip, cioè non si attarda mai su particolari non importanti o di carattere puramente personale. Per questo i Vangeli parlano poco dell’infanzia di Gesù e nemmeno accennano al suo aspetto fisico. Tutte cose che servirebbero ad alimentare la curiosità dei credenti (e che infatti poi trovarono largo spazio nei Vangeli apocrifi…) ma che non sembrano interessare i Vangeli canonici. I quali sono invece spinti ad una narrazione piuttosto nervosa delle cose più importanti e non di pii racconti.
Nel passo di Giovanni si compie una vera e propria adozione del discepolo nei confronti di Maria. Da notare che il discepolo è l’unico rappresentante della Chiesa (dal punto di vista gerarchico) sotto la croce, per questo al dato personale (la prese in casa sua) si aggiunge anche quello simbolico. Maria ebbe un ruolo importante nella nascente Chiesa, e senza dubbio questo non le veniva conferito da nessun ruolo “gerarchico” ma solo dallo satus di Madre di Cristo. Per questo compare in Atti 1, 14 ed è significativo che sia l’unica ad essere menzionata per nome fra tutti quelli che stavano in quei giorni con gli Apostoli. Quello della Madre è un ruolo ancora silenzioso ma significativo, esteso dal Figlio alla Sua Chiesa.

Per concludere, si può ben dire che quello di Maria è un personaggio unico nelle Scritture. La “piena di grazia” ha accettato lo scandalo dell’Uomo-Dio conoscendone tutte le conseguenze. Rischiò il ripudio da parte di Giuseppe e la lapidazione per adulterio. Per via del Figlio conobbe l’esilio. Per prima lo seguì nei momenti più difficili, presente dall’inizio alla fine: dall’inizio della vita pubblica fin sotto la croce. Sotto la quale patì insieme al Figlio quella spada nel cuore, con la stessa obbedienza e lo stesso amore. Maria è l’unico personaggio del Vangelo che non vacilla mai nella fede, nemmeno sotto la croce che poteva sembrare il più crudele degli scherzi. E dopo la morte del Figlio accompagnò la Chiesa per la quale aveva dato la Vita. Analizziamo un passo:

“Se aveste una fede piccola come un granello di senape, voi potreste dire a questa pianta di gelso: Togliti via da questo terreno e vai a piantarti nel mare! Ebbene, se aveste fede, quell'albero farebbe come avete detto voi.” (Luca 17, 6)

La Scrittura mostra che Maria ebbe una fede ben più grande di un granello di senape, e dalla sua preghiera di intercessione nacque il primo miracolo. Dal suo fiat l’umanità ha ricevuto Cristo. Quale migliore esempio di fede? Come si può non riconoscere una particolare dignità e importanza a un personaggio del genere? Eppure, molto spesso, nella teologia protestante viene passato sotto silenzio nel migliore dei casi; nei peggiori non mancano menzogne e insinuazioni. Ad ogni modo, nei prossimi interventi, cercheremo di approfondire l’argomento entrando più nello specifico.

http://ettorebarra.blogspot.it/2009/01/maria-nei-vangeli.html