7 novembre 2012

Scricchiola il pulpito pentecostale sotto il peso dei signorotti che lo dominano

Antefatto: Nel mese di novembre dell'anno scorso, Charles Grassley, un senatore americano, presidente della Commissione Finanze e con il pallino della trasparenza finanziaria, invia una lettera a sei telepredicatori invitandoli a presentare entro un mese libri contabili e ricevute per spese addebitate alle loro associazioni non-profit. C'è il sospetto più che fondato che abbiano approfittato dell'esenzione tasse per scialacquare nel lusso. Più che servire Dio, i telepredicatori carismatici si sono serviti di Lui per arricchirsi.

LE TELECAMERE MOSTRANO JET PRIVATI, PROPRIETÀ IMMENSE, VILLE DA 2 MILIONI E MEZZO DI DOLLARI, ROLLS ROYCE.

Poche settimane dopo la stampa di Montreal punta i riflettori sulla piccola comunità pentecostale italo-canadese: uno dei suoi pastori è accusato di aver venduto ai propri confratelli fondi d'investimento in società fallimentari. La stampa del Quebec rimarca che si tratta di un uomo di chiesa. Passa qualche settimana e la stampa internazionale sbatte in prima pagina la chiesa brasiliana di Kakà: i suoi pastori sono coinvolti in uno scandalo finanziario.

Il danno all'immagine della chiesa è incalcolabile. A Montreal, tanto per fare un esempio, pare che la chiesa pentecostale italiana, a seguito dello scandalo, si stia già smembrando e che alcuni credenti abbiano manifestato l'intenzione di tornare o che siano già ritornati nelle braccia di madre chiesa cattolica lieta di vedersi confermata la tesi che a mò di litania ripete da illo tempore: le chiese pentecostali sono un branco di sette gestite da pastori senza scrupoli. Si può obiettare "senti chi parla, dopo i milioni sborsati in processi e risarcimenti per gli scandali provocati da preti pedofili", ma è magra consolazione.
Certo, non mancano quelli che amano spiegarci che gli scandali ci sono sempre stati, perché, come si ama ripetere troppo facilmente, "le chiese camminano sulle gambe degli uomini" (anche se, da un pò di tempo a questa parte, veramente esse si reggono pure sulle gambe delle donne: fra i sei telepredicatori americani indagati, ci sono infatti quattro rappresentanti del gentil sesso. A Renascer, il co-pastore condannato è in effetti una donna).

A guardarci bene addentro, nella chiesa sudamericana, in quel che riguarda il governo di chiesa. se ne ricava un quadro allarmante. C'è chi giura che in realtà il lider maximo dietro il pulpito di qualche chiesa sudamericana porta i tacchi a spillo e che l'attività pastorale sia diventata un affare di coppia: è sufficiente che uno dei due entri nel ministero perché l'altra diventi automaticamente pastora. De jure. Diritto di matrimonio. E così succede che i due si costruiscano una fitta rete di potere e di controllo attraverso proprie squadre di collaboratori distinte per sesso a cui non sfugge nulla. Il pastorato si trasforma così in un potentato al cui apice si trova la famiglia del pastore. Il ministero è a tutti gli effetti un affare di famiglia. Nell'attentamente calcolata struttura di potere, chi è all'apice non risponde a nessuno. E' in questo spaventevole humus d'interessi e di sete di potere che è nata l'infausta revolución del G12 (il governo dei dodici e, per la verità, delle mogli dei dodici), che, per, dirla con Omero, "tanti lutti addusse" non agli Achei ma ai Pentecostali. Il modello di governo della chiesa, dapprima accolto acriticamente per la prospettiva di far lievitare il numero dei membri, è oramai sconfessato e, come avevamo predetto un tre anni fa, sta scomparendo: qualcuno si è accorto in tempo che dietro il G12 si nascondeva un progetto internazionale di dominio.

Siamo francamente nel caos. In mezzo alla crescita strepitosa sul piano numerico, nel movimento carismatico-pentecostale delle due Americhe si trovano parecchie zone-ombra. Nella leadership di alcune chiese di oltreoceano qualcosa non funziona. Non è questa la sede per affrontare un esame sociologico della questione. In Brasile, ad esempio, dicono che le telenovelas hanno giocato un ruolo determinante per l'affrancamento della donna. Sarà. A noi preme riportare il discorso nell'alveo a cui appartiene, quello della Bibbia.

E' questa che ci aiuta a capire che il pulpito oggi scricchiola per tre ragioni principali, tutte anticipate dal Capo della Chiesa, il Maestro di Nazareth. Esse sono:

1) Un grosso equivoco sulle finalità del ministero,

2) L'ambizione di "volersi posizionare",

3) Il desiderio di "signoreggiare".

Leggiamo insieme un passo la cui attualità duemila anni di storia non hanno scalfito:

" E Giacomo e Giovanni, figliuoli di Zebedeo, si accostarono a lui, dicendogli: Maestro, desideriamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo. Ed egli disse loro: Che volete ch'io vi faccia? Essi gli dissero: Concedici di sedere uno alla tua destra e l'altro alla tua sinistra nella tua gloria. [AMBIZIONE DI POSIZIONARSI].

Ma Gesù disse loro: Voi non sapete quel che chiedete. Potete voi bere il calice ch'io bevo, o esser battezzati del battesimo del quale io son battezzato? Essi gli dissero: Sì, lo possiamo. E Gesù disse loro: Voi certo berrete il calice ch'io bevo e sarete battezzati del battesimo del quale io sono battezzato; ma quant'è al sedermi a destra o a sinistra, non sta a me il darlo, ma è per quelli cui è stato preparato. E i dieci, udito ciò, presero a indignarsi di Giacomo e di Giovanni. Ma Gesù, chiamatili a sé, disse loro: Voi sapete che quelli che son reputati principi delle nazioni, le signoreggiano; e che i loro grandi usano potestà sopra di esse. [IL MINISTERO QUALE STRUMENTO DI POTERE].

Ma non è così tra voi; anzi chiunque vorrà esser grande fra voi, sarà vostro servitore; e chiunque fra voi vorrà esser primo, sarà servo di tutti. Poiché anche il Figliuol dell'uomo non è venuto per esser servito, ma per servire [EQUIVOCO SULLE FINALITÀ DEL MINISTERO], e per dar la vita sua come prezzo di riscatto per molti".

Parola del Signore. "Chi legge pongavi mente".

http://www.icn-news.com/index.php?do=news&id=2372