10 novembre 2012

Asso nella manica

La riserva segreta di voti per Mitt sono i cristiani evangelici in Ohio. C'è un esercito di riserva per Romney: se ne parla poco alla vigilia del voto, ma potrebbe risultare decisivo.

Perche' la marcia con i Radicali in italia?

la marcia con i promotori dell'aborto?
della pedopornografia?
dell'approvazione per le coppie di fatto?

quando "grido" attenti ai settari pentecostali,che si infiltrano,nelle sedi di potere,offrendo voti,non me lo invento....

ecco!...tra poco vedremo vendola col suo 

compagno che passeggiano col carrozzino...

oppure la bonina,che come faceva anni fa,pratichera' l'aborto con una pompa di bicicletta!

peccato...che molti uomini stanno cadendo vittime di questi eretici.il cui unico scopo e' quello di arricchirsi! ma l'apostolo paolo,ben diceva:

Paolo esorta timoteo ad allontanarsi da chi “insegna delle false dottrine e non si attiene alle sane parole del nostro signore gesu’ cristo e alla dottrina che e’ secondo la pieta”, poiché, “e’ (costui) uno gonfio d’orgoglio, uno che non sa niente, e ha la malattia delle dispute inutili delle parole, da cui nascono le invidie, le querele, le calunnie, i falsi sospetti, le vane discussioni di uomini corrotti nel loro intendimento (modo di comprendere), privati della verita’, e credono che la pieta’ sia una fonte di guadagno” (1 tim. 6: 3,5).


C’è un esercito di riserva per Romney, di cui poco si parla in questa vigilia ma che potrebbe risultare decisivo, i cristiani evangelici.

Mentre erano stati il bersaglio preferito dei liberal contro George W. Bush, cristiano rinato che veniva additato come il capo dei “fondamentalisti bigotti”, nei riguardi del mormone del Massachusetts non era facilmente possibile apparentarlo con i cristiani e con i cattolici.

La speranza della sinistra, anzi, era che l’appartenenza ad una fede minoritaria fosse per Mitt un handicap (i mormoni sono presenti in massa solo nello Utah e hanno gruppi più limitati in Colorado e in Nevada, dove uno di loro, Harry Reid, è addirittura il capo dei senatori democratici in Congresso).

Invece, la personalità, i valori famigliari, le posizioni politiche conservatrici, e infine la scelta di una figura di credente cristiano come Paul Ryan per la vicepresidenza hanno fatto il miracolo. In un sondaggio di alcuni mesi fa tra i pastori protestanti era già emerso che il 57% stava con Romney e meno del 20% con Obama, e le dichiarazioni di vari leader evangelici riportate ieri dal Wall Street Journal nell’articolo di Daniel Henninger confermano che, sotto traccia, gli evangelici si stanno mobilitando per cambiare inquilino alla Casa Bianca con un impegno che non si vedeva, appunto, dagli anni di Bush figlio.

C'è un esercito di riserva per Romney: se ne parla poco alla vigilia del voto, ma potrebbe risultare decisivo

A contare parecchio, in questo fenomeno, è che le congregazioni di cristiani sono presenti negli Stati più in bilico, come la Florida, il Wisconsin, lo Iowa, la Nord Carolina, e soprattutto in quello decisivo dell’Ohio, dove nel 2008 la fetta di evangelici ai seggi fu del 30% (ed era stata del 31% in Iowa e del 26% in Wisconsin).

Richard Land, direttore della Southern Baptist Convention, aveva previsto già nell’aprile scorso che gli evangelici si sarebbero raccolti attorno a Mitt, e ieri lui stesso ha dichiarato ufficialmente di appoggiarlo, un atto che non aveva mai fatto per nessun candidato presidente in precedenza.

Ralph Reed, presidente della Coalizione della Fede e della Libertà, ha passato molto tempo negli ultimi mesi tra l’Ohio, il Wisconsin e la Pennsylvania, convinto che il supporto religioso nelle aree rurali potrebbe essere decisivo per controbilanciare il vantaggio che gode Obama nelle città.

Ed è già un fatto che, mentre prima del dibattito del 3 ottobre Barack era davanti 8 punti in Ohio, il sondaggio Cincinnati Enquirer/Ohio News Organization ha dato i due in parità la settimana scorsa, e il Rasmussen di tre giorni fa ha rilevato Romney in testa per due punti.

“Stimiamo che nel 2008 in Ohio ci sono stati 350mila evangelici che non hanno votato, e Obama vinse per 260mila voti”, ha detto Reed. Se il sostegno del 70% pro Romney tra gli evangelici, che NBC, Pew e ABC hanno registrato nei sondaggi nazionali dei mesi scorsi, si manterrà tale in Ohio, e se la percentuale di evangelici che andrà ai seggi crescerà di uno o due punti, il repubblicano potrebbe farcela, dunque, proprio grazie ai cristiani.

C’è da notare che, oltretutto, Obama ha snobbato gli evangelici.

Nel 2008 accettò di essere intervistato, insieme a McCain, dal leader evangelico Rick Warren alla Saddleback Church. E fu un evento nelle comunità dei fedeli.

Stavolta, anche se invitato per un bis con Romney, ha rifiutato. Il repubblicano, da parte sua, ha invece reso omaggio all’anziano e celebre “papa evangelico” Billy Graham a casa sua in Nord Carolina.

La foto dell’incontro, dell’11 ottobre scorso, è stata largamente ripresa e diffusa.

Pure il presidente della Ohio Christian University, Mark A. Smith, ha confermato l’entusiasmo per Mitt: “L’intensità dei votanti nella comunità dei fedeli è al livello più alto che ho notato negli ultimi 12 anni”, e a guidarla è la libertà religiosa.

E lo ha spiegato così: “Abbiamo subito un colpo diretto con Obamacare”, alludendo al fatto che gli evangelici hanno assistito alla dura lotta tra i cattolici del cardinale Timothy Dolan e il governo Obama sull’obbligo imposto alle scuole e agli ospedali cattolici a coprire le spese per la contraccezione nelle polizze, e hanno capito che quella legge era una minaccia diretta ai programmi di carità e volontariato per gli evangelici.

“Ci sono sei diversi gruppi di fedeli in Ohio impegnati per Romney, cosa che non era successa nel 2008”, ha aggiunto Smith.

La carta finale calata da Romney che ha “galvanizzato gli evangelici”, come ha detto un attivista del GOP in Iowa, Steve Scheffer, è stata la nomina di Paul Ryan come suo braccio destro.