15 novembre 2012

Baby predicatori a 4 anni l'ultima follia americana

«Lo Spirito Santo è qui. lo sentite?» 

La voci a è quella squillante di un bambino biondo, un soldo di cacio che saltella sul pulpito della chiesa pentecostale di Grenada, Mississippi, in quello che sembra un gioco, l' imitazione di un adulto. Ma poi la voce si fa gutturale, profonda. «Lo sentite? Pregate. Pregate. Pregate.... «. Gli adulti intorno a lui s' inginocchiano. Piangono. Si battono il petto. Il bambino ormai urla a squarciagola. «Pentitevi. Pregate...». Qualcuno sviene. Qualcuno batte le mani. Anche il bambino batte le mani. Per oggi è finita. Andate in pace. Kanon Tipton ha 4 anni ed è il piùgiovane predicatore del mondo. Sulla scena, pardon, sul pulpito, da quando era un bebè. Ha solo 18 mesi, quando questo figlio e nipote di predicatori, gattonando sul palco dove il nonno aveva appena terminato un sermone, prende in mano un microfono e inizia a parlottare. Ripetendo quella parola: "Pray", prega, fra gli applausi della congregazione. Una performance che qualcuno filma col cellulare e mette su YouTube: trasformando il bebè in un fenomeno della rete - 4 milioni di contatti nella prima settimana - che per i genitori è una rivelazione. A raccontare la storia di Kanon - e quella di altri bambini "in missione per conto di Dio"-è un documentario di National Geographic in onda oggi alle 21. Bambini venerati come santi, che puzzano anche un po' di zolfo, visto che intorno a loro si scatenano strani giri d' affari fatti di offerte spontanee, certo, ma anche di vendita di dvd, foto, libri. E delle tante prediche dove per garantirsi un posto in Paradiso è necessario acquistare un biglietto. Come nel caso di Terry Durham, baby taumaturgo di sedici anni che vive a Jacksonville, Florida. Sua mamma lo ha abbandonato in fasce alla nonna col fratello gemello. Edè stata proprio la nonnaa riconoscere i suoi poteri quando Terry aveva appena4 anni:ea farlo ordinare "pastore"a sei anni da una congregazione di vescovi pentacostali, che gli appioppano anche un nome d' arte Little Man of God, piccolo uomo di Dio. Lui si descrive timido, con l' unico sogno, un giorno, di cantare come Michael Jackson. «Ma quando salgo sul pulpito - dice - lo Spirito Santo mi possiede. Non so più quel che faccio, quel che dico». Per ospitare le sue performance, hanno provato perfino ad affittare il Kodak Theatre di Los Angeles, quello degli Oscar. Salvo deviare l' evento in un teatro più defilato: pochi avevano sborsato i cento dollari necessari. Un pezzo piùa Sud,a Rio de Janeiro, vive Matheus Moreas, 12 anni, un ragazzino moro e riccioluto, che impartisce benedizioni e miracoli nelle favelas. I genitori dicono che ha acquistato i suoi poteri dopo una lunga malattia. Ha incominciato a catechizzare i reietti della megalopoli brasiliana a 4 anni. E ora la sua presenza è richiestissima in prigione, dove i carcerati dicono di ricevere gran conforto dalle sue visite di preghiera. Kanon, Terry e Matheus non sono certo gli unici. Provate a digitare su YouTube la parola baby preacher: vi imbatterete nel video di una piccola predicatrice africana di due anni. Nei sermoni della quattordicenne brasiliana Ana Carolina Lucena Dias. Dello spagnolo Elijha, 4 anni. Nelle preghiere balbettanti di Elizabeth Kaneshiro, appena tre. Perché quanti siano effettivamente i baby predicatori nessuno lo sa e sul fenomeno non esistono dati precisi. Salvo che è certamente in crescita. Tanto che a Louisville, Kentucky, esiste perfino un festival: una tre giorni di sermoni, aperti però a chi ha più di sedici anni. Il fenomeno non è nemmeno nuovo. Già negli anni Quaranta, Marjoe Gortner (il suo nome derivato dall' acronimo di Mary e Joseph, la Madonna e San Giuseppe) aveva raggiunto una certa notorietà dopo aver raccontato,a soli tre anni, di aver visto il Signore mentre faceva il bagnetto. Aveva cominciato a catechizzare fedeli in tutti gli Stati Uniti, celebrando perfino matrimoni per un decennio. Fino a quando il padre era fuggito portando via tutti i soldi. Marjoe era finito in una comunità hippie. Fino al 1971: quando raccontò ai registi Howard Smith e Sarah Kernochan la sua storia fatta di bugie costruite a tavolino, minacce, ore e ore di prove e ripetizioni forzate di quello che avrebbe detto durante i sermoni. Smith e Kernochan ne fecero un film, " Marjoe" appunto: che nel 1972 vinse l' Oscar come miglior documentario. «Non c' è niente di male ad aiutare un bambino che ha visto la luce a migliorare le sue potenzialità» dice ora candidamente Damon Tipton, il padre del piccolo Kanon. «Lo aiutiamo a valorizzare quello che lui ha già dentro. Se domani chiedesse di non salire più sul pulpito non lo forzerei. Ma lui è felice di quello che fa. E' ispirato». Dal Padre Nostro o dal padre suo?

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