6 febbraio 2013

Sola Scriptura??? ciò che la smonta, è il fatto che in nessuna parte della bibbia è scritto quali libri facciano parte della Bibbia stessa

Non si tratta di vedere dove nella Bibbia si parli della Tradizione, perché è la Tradizione ad avere creato tra II e IV secolo il Nuovo testamento con cui [gli evangelici vorrebbero] rigettarla.
La Bibbia che i cristiani hanno in mano risale al IV secolo, quel canone ha la sua prima attestazione nel 367 d.C.
Dottrine come il primato petrino hanno un’attestazione più antica del canone biblico cui [gli evangelici tengono] tanto e che è a tutto gli effetti una creazione ecclesiastica.
Il problema commentando quei versetti [che nella Scrittura sembrano attestare la presenza di una tradizione orale di fianco ai testi che compongono la medesima] non è di dire “a quel tempo gran parte dell’insegnamento cristiano era ancora orale”, perché [molti confondono] la stesura dei libri col loro ingresso nel canone. Non è che, dopo il 100, siccome tutti i libri erano stati scritti, allora esisteva già un NT circolante nelle comunità cristiane e l’insegnamento orale era stato rimpiazzato. Questa è una sciocchezza anacronistica: l’insegnamento orale era ed è la base della predicazione cristiana, e soprattutto fino al IV secolo, cioè fino a quando nella Chiesa non s’è formato un consenso decente su quali libri fossero da considerare ispirati. Non c’era alcun insegnamento scritto da mettere in contrapposizione con l’insegnamento orale, andavano di pari passo. Nessuno nel cristianesimo primitivo s’è mai sognato di considerare lo scritto sostitutivo dell’oralità.
Se la Tradizione degenera, allora com’è possibile che questo mucchio di apostati pieno di dottrine erronee sia riuscito dopo ben 4 secoli a mettere insieme un corpus di libri ortodossi?

Molto spesso cattolici ed ortodossi si trovano a dialogare coi fratelli protestanti su quale sia il modo in cui Dio ha parlato al suo popolo e un argomento è principe della discussione: “Sola Scriptura” o “Scriptura et Traditio?”.
Sarà campito di questo breve studio mostrare come la Chiesa primitiva era uno struttura basata sulla predicazione e, come tutte le società antiche basate sull’oralità, su una Tradizione concepita come deposito vivo della fede. Si dimostrerà altresì che il rifiuto di questa tradizione sia stato causato in Lutero da una reazione a determinate contingenze storiche e che egli abbia buttato via insieme il bambino con l’acqua sporca, verrà cioè messa in luce quanto sia radicalmente incompatibile con la fede elle origini considerare il cristianesimo una “religione del libro”, e che il rifiuto della Tradizione venga in realtà da una particolare concezione filosofica tipica della modernità che vuole un rapporto diretto ed individuale con Dio e dunque non tollera la mediazione della Chiesa e soprattutto di un clero depositario di una catechesi, sarebbe in questa mentalità un ritorno al fariseismo. E’ un presupposto filosofico individualistico figlio dell’amore dell’immediatezza e della presunzione della trasparenza delle Scritture ad aver creato il concetto di “libero esame”, la dottrina secondo cui Dio concederà l’illuminazione a chiunque si accosti con cuore sincero alla Scrittura e per lui nella Bibbia non ci saranno misteri in quanto essa si mostrerà nella sua trasparenza al semplice, rendendo vana la cosiddetta “casta degli esegeti”.

Il Sola Scriptura è figlio di una interpretazione fondamentalistica e del tutto astorica del testo sacro, di cui vorrei enumerare la fallacia dei presupposti. Prendiamo in esame una tesi assai nota della riforma: La Tradizione deve essere sottoposta al vaglio della Scrittura e non viceversa.
Viene da chiedersi come sia possibile visto che la Scrittura fa parte della Tradizione, anzi, non è altro che la trascrizione di parte della catechesi orale della Chiesa, e proprio in base al confronto con la Tradizione tramandata la Chiesa scelse tra i vari libri quali fossero quelli canonici, si decretò la loro ortodossia (tra le altre cose) anche in base alla loro corrispondenza con la Tradizione. Ergo è il contrario: storicamente la Traditio per la fissazione del canone è stata il metro di misura della formazione del NT, e anche dell’AT, infatti l’AT nel canone ebraico è stato selezionato dagli “eredi” dei farisei che si sono ben guardati dall’inserire nel novero degli scritti ispirati mille testi del giudaismo del II tempio che invece proliferavano tra le altre sette. Insomma la Bibbia non è caduta dal cielo rilegata, è inevitabile oltre che ovvio che la Chiesa abbia scelto cosa fosse canonico o meno in base all’ortodossia che riscontrava oppure no nei libri, ortodossia che la Chiesa poteva verificare solo in base ad un confronto con quello che lei credeva, cioè appunto il deposito della fede. L’apostolo Paolo scrivendo a Timoteo (nella prospettiva della sua morte), gli raccomanda: “Custodisci il buon deposito con l’aiuto dello Spirito Santo che abita in noi” (2 Tm 1, 14)
“Le cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a loro volta anche altri.”(2Tm 2,2)

La struttura della Chiesa primitiva non era basata su un libro ma sulla tradizione viva che derivava dagli apostoli, giacché come ci dice sempre Paolo “La fede viene dall’ascolto”(Rm 10,17).
Traditio e Scrittura dunque non sin contraddicono perché vengono dalla medesima fonte. Il Nuovo Testamento stesso dice di affiancare le cose scritte alle cose tramandate a voce. “Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra parola come dalla nostra lettera”(2Ts2,15)
Non mi stancherò mai di ripetere che Gesù disse: “andate e predicate”, non “andate e scrivete”. Il Nuovo testamento è un prodotto relativamente tardo nella storia della Chiesa, nella sua composizione attuale irrintracciabile prima del IV secolo. Eppure nessuno si sognerebbe di dire che nei secoli precedenti i cristiani avevano una fede incompleta solo perché non c’era un Nuovo Testamento con tutti e soli i 27 libri che oggi lo compongono, evidentemente perché la base della fede cristiana non è il libro in sé ma la persona di Gesù e i suoi insegnamenti, in qualunque modo arrivino. Noi, contrariamente a quanto si dice, non siamo una religione del libro.

IL SOLA SCRIPTURA È UN CONCETTO TARDO E ASTORICO, DEL TUTTO ASSENTE NEL CRISTIANESIMO PRIMITIVO CHE si basava invece sulla successione apostolica quale garante della Traditio. E poi mi spieghi il protestante che legge questo articolo a vagliare la Tradizione con la Scrittura? Per farlo dovrebbe dimostrare che la Bibbia ha un’interpretazione univoca, guarda caso la sua, e poi in base a questa interpretazione decretare che la Tradizione è falsa.

Ma come si fa a scegliere tra le mille interpretazioni possibili se non proprio in base alla Traditio apostolica che ti spiega qual è quella corretta fra le tante annoverabili? Certo alcuni potrebbero rispondere che la Scrittura si interpreta sulla base della Scrittura e non della Traditio, ma io risponderei che quello che dicono è vero solo in parte, infatti questo escamotage sposta solo il problema; mi spiego meglio: per usare una scrittura X al fine di chiarire un’altra scrittura Y si dovrebbe prima sapere qual è l’interpretazione corretta di X. E qual è l’interpretazione di X tra le mille possibili? Bisogna ricorrere al versetto Z? Ma come spero si sia capito in questo modo s’è innescata una catena di rimandi infinita, anche perché la scelta degli abbinamenti dei versetti non è fissata da nessuna parte ma è opera della mente del singolo.

Ecco perché il Sola Scriptura che vuole confutare la Tradizione è un circolo logico, un serpente che si morde la coda, e le mille sette protestanti, ognuna convinta d’avere in mano la verità in base al “Sola Scriptura” ne sono un esempio.

Tutte si basano sulla Sola Scrittura eppure tutte hanno una dottrina diversa: perché? Forse perché questo mito della trasparenza della Bibbia è assurdo.

E’ il motivo per cui Pietro nell’omonima lettera diceva che le epistole del suo collega Paolo sono difficili da comprendere e gli ignoranti le travisano, ragion per cui esser dovevano essere interpretate solo alla luce del magistero apostolico che ne spiegavano il contenuto. Il primo confutatore del Sola Scriptura fu Pietro, contro questa mania della rivelazione privata che vuole scartare la dimensione comunitaria e diacronica della Chiesa.

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