Non tutti si rendono conto dello spessore teologico di questo brano: si tratta dell'inizio storico della successione apostolica. Queste righe contengono la prova scritturale della continuità della Chiesa. Inoltre, le parole "ufficio" e "ministero" danno testimonianza che gli apostoli avevano la perfetta consapevolezza di non essere solo dei credenti come tutti gli altri discepoli, ma di avere una precisa investitura, di avere ricevuto da Cristo un effettivo mandato, e che tale mandato poteva, anzi doveva, essere trasmesso come in una successione.
Fino allora le successioni erano unicamente di natura temporale, per esempio quelle dei padri verso i figli. Col Cristianesimo invece la successione è di natura spirituale, anche se deriva ugualmente da un "capostipite" storico che è Cristo, e da una madre in grado di generare figli che è la Chiesa.
Il Concilio Vaticano II a tal proposito ha affermato: "Come il Cristo fu inviato dal Padre, così anch'egli ha inviato gli Apostoli" (SC 6). E aggiunge: "Affinché il Vangelo si conservasse sempre integro e vivo nella Chiesa, gli Apostoli lasciarono come successori i Vescovi, ad essi affidando il proprio compito di magistero" (DV 7).
Ed anche il Catechismo della Chiesa Cattolica sottolinea: "Donando lo Spirito Santo agli Apostoli, Cristo risorto conferisce loro il proprio potere di santificazione: diventano segni sacramentali di Cristo. Per la potenza dello stesso Spirito Santo, essi conferiscono tale potere ai loro successori. Questa successione apostolica struttura tutta la vita liturgica della Chiesa; essa stessa è sacramentale, trasmessa attraverso il sacramento dell'Ordine." (CCC 1087).
La successione apostolica è dunque il tramite dello Spirito Santo, che attraverso di essa dà vita alla liturgia e forma alla Tradizione.
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PERCHE' C'E' CHI NEGA LA SUCCESSIONE APOSTOLICA?
SEMPLICE, TORNANDO INDIETRO NEL TEMPO LA STORIA DI UNA MIRIADE DI DENOMINAZIONI SI ESTINGUEREBBE NEL NULLA. PIU' CHE ESSERE "NATI DI NUOVO" SONO SOLO DEI "NATA IERI"