22 febbraio 2013

Geova non è il nome di Dio

Quando la bibbia viene manipolata dalle sette

I testimoni di geova pretendendo di essere la sola organizzazione sulla terra che parla da parte di Dio, hanno dato troppe volte prova di essere falsi profeti.

Gli adepti di questa terribile setta, gente sincera, in cerca della Verità, non sanno di essere caduti nella rete di un'organizzazione che, incutendo timore attraverso l'arma psicologica della dissociazione, non li lascia più liberi di vivere.

Chi si battezza come testimone di geova non sa che accetta come autorità assoluta e suprema
l'organizzazione, e che se dovesse dissentire dai dogmi da essa emanati, verrebbe severamente richiamato, ammonito e minacciato di dissociazione, che per il testimone è una vera sciagura: viene di fatto emarginato anche dal proprio coniuge, dai figli, dai genitori, dai parenti, dagli amici (se sono anch'essi testimoni di geova).

I testimoni di geova, di fatto, non hanno la Bibbia come sola autorità in materia di fede, anche se la citano molto e la portano sempre con loro; la loro effettiva autorità è l'Organizzazione denominata Società Torre di Guardia, con sede a Brooklyn ed il periodico "La Torre di Guardia", che considerano l'unico strumento valido per spiegare quello che dice la Bibbia. Naturalmente, se viene posta la domanda: "È Dio l'autore de La Torre di Guardia?", i seguaci di questa setta, ignorando le affermazioni fatte in passato dall'organizzazione centrale, negano apertamente; ma su La Torre di Guardia del 15 aprile 1943, pag. 127, edizione inglese, si legge:

"La rivista La Torre di Guardia non ha eguali sulla terra, perché è dovuta al grande Autore della Bibbia".

Un'affermazione che non lascia adito a dubbi sulla loro reale autorità. L'Organizzazione dei testimoni di geova è una setta crudele, che obbliga i suoi adepti a divulgare le dottrine che vengono emanate dalla sede centrale di Brooklyn da un ristretto numero di persone che costituiscono il Consiglio Direttivo.

Questo Consiglio carpisce persone in buona fede, le convince che hanno finalmente trovato la verità, e giorno per giorno, con un lavoro sistematico di indottrinamento, le depersonalizza con tecniche psicologiche il cui unico scopo è quello di annullare la capacità di ragionare, rendendola del tutto subdola.

Una dimostrazione è il divieto assoluto ad ogni testimone di leggere qualsiasi libro od opuscolo che non proviene dall'Organizzazione: non devono averli nemmeno in casa. Inoltre non devono tenere nella benché minima considerazione le osservazioni fatte dai non testimoni.

È con questa tecnica che hanno convinto tutti gli adepti a credere che Dio abbia un solo nome. Con questo breve studio cercherò di evidenziare che i nomi di Dio nell'Antico Testamento sono diversi e ciascuno di essi rivela una caratteristica della Sua Persona Divina.

Chi studia l'ebraico capisce subito che il nome GEOVA non ha nessun senso, né significato.

La lingua ebraica è una lingua consonantica, le vocali vengono solo pronunciate. È difficile al non ebreo entrare in questa particolarità, ma un esempio può rendere bene il senso anche in italiano.

Prendiamo i termini ETERNO e SIGNORE, che sono nomi entrambi riferiti a Dio, e scriviamoli senza consonanti. Avremo: TRN e SGNR. Sostituendo le vocali di SIGNORE ad ETERNO, si ha TIRONE. Cosa significa questa nuova parola? Nulla. È quello che è avvenuto nella lingua ebraica e che verrà spiegato in seguito.

In conclusione, ridimensionare l'Iddio onnipotente e vero, Creatore del cielo e della terra, dell'universo e di tutto il suo esercito; l'Iddio Redentore, santissimo, ad un nome solo è una vera profanazione. I testimoni di geova, in definitiva, si sono dati una definizione giusta: testimoni di nessuno, perché geova non ha nessun significato.


I NOMI DI DIO NELL'ANTICO TESTAMENTO

L'Antico Testamento è stato scritto in Ebraico (tranne alcuni brevi brani in Aramaico) per preciso volere di Dio, non per caso. Nel libro degli Atti viene riportato un episodio in cui Dio parla all'apostolo Paolo in lingua ebraica.

L'unicità di questa lingua sta nel poter esprimere con esattezza un concetto per mezzo di una parola appropriata che non ammette equivoci, cosa che non è sempre possibile nelle nostre lingue indoeuropee.

Un'altra caratteristica dell'ebraico è l'immutabilità: si arricchisce solo di nuovi vocaboli, ma non si estingue. La nostra lingua italiana proviene dal latino, che è una lingua morta perché nessuno parla più, o scrive, in latino da secoli; pochi sono quelli che lo conoscono. Ora, nonostante la profonda conoscenza che alcuni possono avere del latino, non possono comunicare con altri, rimane solo una conoscenza intellettuale. Dal latino provengono tante altre lingue europee: francese, portoghese, spagnolo, rumeno ecc...

L'ebraico invece è rimasto immutato, si sono solo aggiunte parole nuove dell'era tecnologica. L'ebreo medio di oggi è in grado di leggere e capire un manoscritto di molti secoli prima di Cristo. Un italiano medio di oggi non sarebbe in grado di capire nemmeno l'italiano della divina commedia.

Si può dire che se Isaia o Geremia si trovassero oggi a Gerusalemme non avrebbero difficoltà a comunicare con l'attuale popolo eletto; si troverebbero solo di fronte a termini nuovi come aereo, computer, automobile, moto, ecc.

Queste brevi osservazioni rendono omaggio ad una lingua unica nella quale Dio si è espresso per comunicare con l'uomo. Egli ha voluto anche comunicarci i suoi diversi nomi per farsi conoscere nei suoi diversi aspetti divini.

Ogni nome riferito a Dio nell'Antico Testamento, quindi, mette in evidenza una caratteristica della Sua persona divina. È Lui stesso che si rivela all'uomo con i Suoi diversi nomi, mai l'uomo che glieli attribuisce. Vediamo ora nel testo biblico ebraico con quali nomi Dio si fa conoscere ed identificare. Ne vediamo alcuni che mettono in particolare evidenza l'essenza della Sua Persona e rivelano la Sua volontà di redimere l'uomo peccatore.


Elohim

Dal primo rigo della Bibbia Dio si rivela all'uomo. In Genesi 1:1 si fa conoscere come Creatore dell'universo, della terra e di tutto ciò che è in essa, e dell'uomo. Questo atto creativo si sviluppa in sei giorni e tutte le cose vengono all'esistenza dal nulla.

Nella lingua cananea e caldea dio si dice El e identifica gli idoli pagani, fatti con mano d'uomo. È un nome comune di cosa. Questo nome da solo non viene mai utilizzato nell'Antico Testamento per designare il solo, unico e vero Dio. Nel popolo d'Israele El assume un carattere completamente nuovo: da nome comune, diventa nome proprio ed è sempre accompagnato da un epiteto che sottolinea un aspetto, una virtù del Solo, Unico, Vero Dio che si è rivelato all'uomo:

El-Hai Dio Vivente (Genesi 3:10)

El-Elion Dio Altissimo (Genesi 14:18)

El-Shaddai Dio Onnipotente (Genesi 17:1)

El-Olam Dio d'Eternità (Genesi 21:23)

El-Ganna Dio Geloso (Esodo 20:5)

Elohim è la forma plurale di El, e lo si trova solo nella lingua ebraica e solo nella Bibbia. Deriva da una radice che significa "Potente", "Forte". Questo nome mette in evidenza l'Onnipotenza manifestata nella creazione. I verbi che seguono Elohim sono sempre alla terza persona singolare.

Questo nome di Dio racchiude il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che compiono la stessa azione: la creazione. In Genesi 1:1 il testo ebraico dice Elohim barah, che significa Elohim fece venire all'esistenza dal nulla.

Elohim è plurale, barah è la terza persona singolare del passato remoto del verbo creare. Come si vede, si tratterebbe di una "anomalia" grammaticale perché un nome proprio plurale è seguito da un verbo alla terza persona singolare. Invece è un fatto straordinario, unico, presente solo nella Bibbia. Già alla creazione la Trinità è una verità rivelata. Il verbo barah in tutta la Bibbia è associato solo ad Elohim.

Col nome Elohim si mette in evidenza la straordinaria potenza che conviene al Creatore. Da una fonte statistica si rileva che esso è presente 2312 volte nell'Antico Testamento, e 49 volte (7x7) nella forma Elohim barah.


YaHWeH

È il famoso tetragramma. Nella lingua ebraica non è un sostantivo, ma un attributo. Gli ebrei, come si sa, scrivono le parole con le sole consonanti e pronunciano le vocali oralmente. Fino al V secolo a.C. la tradizione bastava ad assicurare una lettura corretta del testo biblico. Dal V sec. a. C. al X sec. d. C. a causa degli eventi storici che avevano portato il popolo ebraico alla dispersione, si rischiava di compromettere, se non di perdere del tutto, la conservazione dell'esatta pronuncia delle parole del testo biblico. Alcuni rabbini ebrei, detti Masoreti, hanno iniziato una minuziosa, scrupolosa attività per fissare l'esatta pronuncia. Essi hanno fissato il testo prendendo come campione un manoscritto e lo hanno poi copiato nel tempo con una cura straordinaria. Per prevenire aggiunte o omissioni, a margine di ogni riga annotavano il numero delle lettere, il numero di certe espressioni ecc. Per fissare l'esatta pronuncia hanno poi creato i segni vocalici, corrispondenti ai suoni vocalici pronunciati oralmente. Questi segni furono posti nelle consonanti o sotto di esse, in modo da preservare l'integrità del testo consonantico tradizionale, prevenendo così a pericolosi cambi di significato.

YHWH è il nome ineffabile col quale Dio si fece conoscere a Mosé, quando gli disse di tornare in Egitto e di andare da Faraone per chiedere di lasciare libero il popolo d'Israele. Gli Ebrei non osavano pronunziare questo nome, sostituendolo nella lettura del testo biblico con ‘Adhonay (Signore, mio Padrone). Con questo artifizio evitavano che anche gli stranieri pronunziassero il nome impronunciabile di Dio. Impronunciabile perché troppo santo e puro: l'uomo, peccatore, non è degno.

I Masoreti posero sotto YHWH i segni vocalici di ‘Adhonay. Per effetto di una regola grammaticale della lingua ebraica che vuole un suono chiuso perché YHWH non inizia con alef (prima lettera dell'alfabeto ebraico), il simbolo vocalico che appare sotto la prima lettera del tetragramma (W) identifica un suono incolore (come per esempio nella parola francese renard). Quando il tetragramma YHWH è preceduto, nel testo biblico, da ‘Adhonay, le vocali sono quelle di Elhoim per evitare all'ebreo, durante la lettura, di ripetere due volte ‘Adhonay.

Il lettore non ebreo, e solo lui, vedendo il tetragramma con i segni vocalici riportati, legge Y'HoWaH. Questo errore di lettura cominciò a diffondersi nel XV secolo d. C. Il lettore ebreo mentre leggeva il testo biblico non commetteva errori, perché sapeva di avere davanti agli occhi due parole in una: una tutta consonanti, l'altra tutta vocali. Egli non pronunciava mai Y'HoWaH, ma ‘Adhonay.

Molto probabilmente la pronuncia del tetragramma è YaHWeH. In italiano, nella versione riveduta, è tradotto con Eterno. Questa traduzione rende perfettamente evidente il modo con cui Dio si fece conoscere a Mosé:

"Mosè disse a Dio: «Ecco, quando sarò andato dai figli d'Israele e avrò detto loro: "Il Dio dei vostri padri mi ha mandato da voi", se essi dicono: "Qual è il suo nome?" che cosa risponderò loro?» Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono». Poi disse: «Dirai così ai figli d'Israele: "l'IO SONO mi ha mandato da voi"». "Dirai così ai figlioli d'Israele: l'Eterno (YHWH), l'Iddio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe mi ha mandato a voi. Tale è il mio nome in perpetuo, tale la designazione per tutte le generazioni". (Esodo 3:13-15).

Ed ancora Dio ricorda a Mosé che fino a quel momento si era rivelato ad Abramo, Isacco e a Giacobbe come il Dio Onnipotente (El-Shaddai); ora a lui si fa conoscere come l'Eterno, YHWH:

"Dio parlò a Mosè e gli disse: Io sono l'ETERNO. Io apparvi ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe, come il Dio onnipotente; ma non fui conosciuto da loro con il mio nome di ETERNO" (Esodo 6:3).

Inoltre, in Esodo 3, brano del pruno ardente, è straordinario notare come dal pruno è ora l'Angelo dell'Eterno a parlare, ora il Signore, ora l'Eterno. L'Angelo dell'Eterno nell'Antico Testamento è Gesù. Gesù è il Signore! Se il traduttore non riporta questi particolari nella lingua ricevente stravolge tutto. Nel pruno è Gesù, l'Eterno e il Signore a parlare con Mosé!

YHWH mette in evidenza l'aspetto di Dio come REDENTORE, che si rivela all'uomo per salvarlo dalla schiavitù del peccato. È necessario ricordare come l'Egitto è una figura del mondo senza Dio. Nel libro della Genesi troviamo YaHWeH-Elhoim (Eterno Iddio) che entra in contatto diretto con l'uomo: prima creandolo dalla polvere della terra, poi provvedendo a rivestirlo di pelli da animali sacrificati.

Nella Bibbia si riscontrano sette aspetti di YaHWeH dati da espressioni composte, che rivelano l'amore di Dio nel voler redimere l'uomo:

1. YaHWeH (Es. 3:14) IO SONO

2. YaHWeH Jiré (Gen 22:13 / 14:2) L'ETERNO PROVVEDERA'

3. YaHWeH Rafa (Es. 15:26) L'ETERNO CHE TI GUARISCE

4. YaHWeH Nissi (Es 17:15) L'ETERNO MIA BANDIERA

5. YaHWeH Shalom (Giud 6:24) L'ETERNO PACE

6. YaHWeH Raah (Salmo 23:1) L'ETERNO MIO PASTORE

7. YaHWeH Tsidkenu (Gen 23:6) L'ETERNO NOSTRA GIUSTIZIA

Questi sette aspetti di YaHWeH si ritrovano nella persona di Gesù.

Concludendo, YaHWeH ci parla del Dio della redenzione che interviene direttamente per salvare l'uomo e avere comunione con lui.

Statisticamente è il nome più presente nell'A.T.: 6499 volte.


‘Adhonay (si trova 427 volte nell'A.T.)

Il significato di ‘Adhonay è "MIO PADRONE". Questo nome mette in evidenza la sovranità di Dio e quindi la dipendenza della creatura dal Creatore. L'uomo è al servizio del suo Creatore e gli deve ubbidienza. Questo è il nome con il quale viene chiamato Gesù nel Nuovo Testamento. Gesù è il Signore dei signori, il Re dei re.

Nell'inno cristologico, in Filippesi 2:5-11, è scritto:

"Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma spogliò sé stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò sé stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre."