3 maggio 2013

Bufale Storiche: Ecco le "istruzioni segrete" del perfetto gesuita

PECCATO SIANO UN FALSO

La leggenda nera che avvolge i gesuiti nasce da un libro apocrifo del seicento. la storica Sabina Pavone lo restituisce alla sua verità, in un libro avvincente come un giallo

Fondata da Ignazio di Loyola nel 1534, la Compagnia di Gesù divenne in breve una delle milizie più
potenti e discusse della Chiesa. Esaltata ed odiata. Mito e leggenda nera. Alla denigrazione appartiene il diffondersi mondiale di un sinonimo infamante: gesuita uguale ambizioso, bugiardo, dissimulatore, manovratore nell'ombra.

Pietra miliare di questa campagna denigratoria fu un libro apocrifo comparso in Polonia ai primi del Seicento, col titolo di 'Istruzioni segrete': tutte mirate a conquistare potere e ricchezza ammantandole di false virtù. Scritto da un trasfuga della Compagnia, Hyeronim Zahorowski, il libro si presentava come fosse il breviario occulto del perfetto gesuita, rocambolescamente trafugato. Scritto con abilità raffinata, il libro fu preso per vero da molti. Ebbe insomma un clamoroso e duraturo successo.

In un bel volume della Salerno editrice, Sabina Pavone, storica della Normale di Pisa, ricostruisce per la prima volta a fondo la genesi e la storia di questo apocrifo. Esplora i perché del suo clamoroso successo. Ne fornisce il testo in edizione critica.

Nella presentazione del volume, Adriano Prosperi associa le 'Istruzioni segrete' ad altri apocrifi mirati ad attribuire disegni di conquista del mondo a ebrei, giacobini, massoni. Eccone qui di seguito una pagina, quella che richiama il parallelo con i famigerati 'Protocolli dei savi anziani di Sion'.

L'impasto di vero e di falso ha creato il mito del gesuita. Ma una volta inventato, il fantasma del burattinaio nascosto, del segreto aspirante al potere mondiale, ha assunto una vita propria. L'intrico di proiezioni e di riflessi che il mito una volta inventato si è dimostrato capace di produrre è inesauribile: fa pensare alla capacità di proliferazione di una cellula cancerosa.

Fu un ex gesuita, l'abate Barruel, a ridurre il giacobinismo e la rivoluzione francese alla congiura segreta di un gruppo ristretto mosso solo dalla volontà di distruggere la Chiesa e la religione; segno che proprio tra i gesuiti c'era un terreno favorevole all'idea di un piccolo gruppo compatto capace di porsi giganteschi obiettivi e che questa idea era pronta a rovesciarsi nella sindrome del pericolo occulto, della congiura segreta di forze dalla diabolica capacità di penetrazione.

Sabina Pavone ricorda giustamente un documento che ha qualche punto in comune coi Monita privata: i 'Protocolli dei savi anziani di Sion'. Un falso famigerato, nato da un pogrom, come ha dimostrato Cesare G. De Michelis, e diventato autonoma forza operante, micidiale seme dell'odio nella tragedia dell'antisemitismo del '900. Anche in quel caso, il falso fu messo in circolazione dichiarando che lo si era sottratto dagli archivi di una potenza terribile e misteriosa di cui quel documento si offriva capace di svelare gli scopi e i metodi. Vennero presentati come i 'verbali' (dal tedesco Protokoll) di una 'Internazionale ebraica' che, coperta dal segreto e valendosi di ogni mezzo, manovrava i fili della storia umana seminando disgregazione e disordine per aprirsi la strada al dominio del mondo. Non erano verbali, solo una lunga esposizione svolta da un soggetto individuale; e c'erano numerose e grossolane incongruenze. Ma la palese falsità del documento non creò problemi ai suoi divulgatori e sostenitori, che hanno inventato allo scopo la distinzione tra 'autenticità' e 'veridicità'. Come spiegò ai lettori italiani Julius Evola nell'introduzione all'edizione dei 'protocolli' del 1938, «è indifferente che l'autore li abbia creati e stesi di sana pianta'. Il fatto importante è che il documento «si accorda perfettamente con quanto sta avvenendo» (questa frase non è di Evola; appartiene a un articolo sui 'protocolli'del 1921, che reca la firma autorevole di Henry Ford).

Il caso dei Protocolli si lega per più vie alla vicenda delle 'Istruzionin segrete'. Tra i suoi autori, circolava il parallelo tra sionismo e gesuitismo. Fu tra i gesuiti della seconda e più recente stagione della Compagnia che l'antiebraismo assunse i toni e i colori di una vera e propria ossessione. Ma la storia moderna dei piccoli gruppi creduti capaci di congiure micidiali - o che si ritengono capaci di raggiungere il potere e di usarlo per correggere l'assetto della società - ha fatto proliferare i concorrenti: la massoneria, il giacobinismo, il socialismo, le moltissime sette e organizzazioni segrete di rivoluzionari di professione cresciute fra Otto e Novecento. A tutti loro, il mito del gesuita ha offerto modelli, punti di riferimento e di distinzione

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/7295