13 giugno 2016

Sembra, ma così non è..... e se lo dice San Tommaso d'Aquino

Sembra che tra Maria e Giuseppe non ci sia stato un vero Matrimonio. Infatti:

1. S. Girolamo dice che Giuseppe «è stato custode piuttosto che marito di Maria». Ma se fosse stato un vero matrimonio, Giuseppe sarebbe stato veramente marito di lei. Dunque non c'è stato vero matrimonio tra Maria e Giuseppe.

2. S. Girolamo sulle parole del Vangelo «Giacobbe generò Giuseppe, il marito di Maria», osserva: «Quando senti marito, non ti venga il sospetto delle nozze, ma ricorda l'uso delle Scritture di chiamare mariti i fidanzati e spose le fidanzate». Ma un matrimonio non si ha con il fidanzamento, bensì con le nozze. Dunque non ci fu un vero matrimonio tra la Beata Vergine e Giuseppe.

3. Nel Vangelo si legge: «Giuseppe, sposo di lei, che era un uomo giusto e non volendola [traducere] portare» in casa sua, s'intende, per tenerla definitivamente con sé, «pensò di rimandarla segretamente», cioè o di rimandare il giorno delle nozze», come interpreta S. Remigio. Dunque sembra che, non essendo state celebrate ancora le nozze, non il loro fosse un vero matrimonio, specialmente perché dopo la celebrazione dei matrimonio non è lecito a nessuno rimandare la moglie.

IN CONTRARIO: S. Agostino avverte «non essere possibile che l'Evangelista», il quale chiama Giuseppe marito di Maria, «ritenesse di dover negare tra Maria e Giuseppe un vero matrimonio, per non avere essa generato Cristo da lui, ma in modo verginale. Questo fa capire chiaramente ai cristiani coniugati che il matrimonio rimane e merita il suo nome, anche quando di comune accordo si osserva la castità e non c'è unione sessuale».

RISPONDO: Il matrimonio, o coniugio si dice vero, quando raggiunge la sua perfezione. Ma una cosa può avere due perfezioni. La prima consiste nella forma che dà alla cosa la sua natura specifica, la seconda invece consiste nell'operazione per cui la cosa raggiunge il suo fine. Ora, la forma del matrimonio consiste nella indivisibile unione degli animi: che obbliga ciascuno dei coniugi a mantenersi perpetuamente fedele all'altro. Il fine poi del matrimonio consiste nella generazione e nell'educazione, della prole: la prima mediante l'unione carnale, la seconda mediante le attività per mezzo delle quali marito e moglie si aiutano a vicenda per allevare la prole.
Ebbene rispetto alla prima perfezione il matrimonio tra la Vergine Madre di Dio e S. Giuseppe fu verissimo, perché ambedue dettero il consenso all'unione coniugale, anche se sotto la condizione: «se piacesse a Dio». Per questo l'Angelo stesso chiama Maria moglie di Giuseppe, dicendo a costui: «Non temere di prendere con te Maria, tua sposa». Commentando S. Agostino dice: «Per la fedeltà già promessa nel fidanzamento viene chiamata moglie la donna che Giuseppe non aveva e non avrebbe sessualmente conosciuto».
Rispetto invece alla seconda perfezione, che dipende dagli atti propri del matrimonio, se ci riferiamo all'unione carnale, che genera la prole, quel matrimonio non fu consumato. Per questo osserva S. Ambrogio: «non ti meravigliare che la scrittura chiami moglie Maria. perché le nozze non consistono nel privarsi della verginità ma nel giurarsi comunione di vita». - Esso però ebbe e questa seconda perfezione rispetto all'educazione della prole. Scrive infatti S. Agostino: «Tutti i beni del matrimonio si ebbero nei genitori di Cristo: la prole, la fedeltà, il sacramento. La prole sappiamo che è lo stesso Signore Gesù: la fedeltà, perché senza adulterio ; il sacramento, perché senza divorzio. Ci mancò soltanto l'unione carnale».

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ:

1. S. Girolamo col termine marito intende in quel testo colui che ha consumato il matrimonio.

2. S. Girolamo col termine nozze intende l'atto coniugale.

3. La Beata Vergine come dice il Crisostomo, era sposata a Giuseppe e abitava già in casa sua. «Perché, la donna che concepisce in casa del marito si presume che concepisca dal marito, quella invece che concepisce fuori è sospettata di relazione illecita». Non sarebbe stata quindi sufficientemente difesa la fama della Beata Vergine con il matrimonio, se essa non fosse stata anche tenuta in casa da Giuseppe. Perciò le parole: «non volendola [traducerel portare», s'interpretano meglio così: «non volendola esporre all'infamia pubblica» piuttosto che portare in casa. Infatti l'Evangelista aggiunge che «voleva rimandarla segretamente». Tuttavia, sebbene fosse tenuta in casa a seguito della prima promessa di fidanzamento, non era intervenuta ancora la solenne celebrazione delle nozze, e quindi non si erano ancora uniti carnalmente. Perciò come scrive il Crisostomo: «L'Evangelista non dice: "prima che fosse condotta in casa dello sposo", perché ci stava già. Era infatti consuetudine frequente presso gli antichi di tenere in casa le fidanzate». Di qui le parole dell'angelo a Giuseppe: «Non temere di prendere la tua moglie Maria», cioè: «Non temere di celebrare solennemente le nozze con lei» - Altri però sostengono che non era stata ancora portata in casa, ma solo fidanzata, tuttavia la prima interpretazione concorda meglio col Vangelo


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