26 aprile 2012

Gesù è stato il il "Primogenito", il primo di altri figli? - Perché Gesù affidò sua Madre a Giovanni?

Il termine "Primogenito"

Ci sono parecchie cose da dire riguardo al termine "primogenito" e partono dalle stesse considerazioni già fatte per il termini eòs (finchè) e adelfos (fratello). Il linguaggio biblico non è né semplice né di immediata comprensione. A maggior ragione lo è per chi pretende di capire tutto da una traduzione che, di per sé, è già un’interpretazione.

Soprattutto in campo evangelico c’è un rifiuto della Tradizione che non è, come spesso alcuni vogliono far credere, il devozionalismo e/o la ritualità. La Tradizione è ben altro. La Tradizione (dal latino traditio che significa consegna, affidamento e quindi insegnamento) è il tesoro di conoscenze, di studi e di meditazioni dei cristiani che ci hanno preceduti. Rifiutarla a priori significa comportarsi come uno scalatore che, per arrivare in vetta ad una montagna, invece di appoggiarsi ai campi base già esistenti pretende di fare tutto da solo. Il risultato? Sicuramente si fermerà all’altezza del primo campo base e non arriverà mai in cima.

Sostengono gli evangelici: "Se l’evangelista Luca, che è sempre stato tra i più precisi e meticolosi, ci fa sapere che Gesù è stato il primo figlio (e non l’unico, come avrebbe potuto certamente scrivere), allora vuol dire che questo era proprio quello che la Bibbia voleva trasmetterci."

Qui risondiamo che l’evangelista Luca era "tra i più precisi e meticolosi". E tuttavia la sua precisione e la sua meticolosità non lo hanno preservato da errori ed imprecisioni. Il grande esegeta neo testamentario (ebreo) Pinchas Lapide commentando Mt 6,22 e Lc 11,34 (quindi nel suo giudizio è compreso anche l’evangelista Luca) afferma: "Quel che qui i due evangelisti evidentemente non hanno inteso bene…" Quindi a volte anche la meticolosità e la precisione possono non bastare. Ecco perché San Girolamo volle recarsi a Gerusalemme e studiare l’ebraico. Sicuramente non lo fece solo per cultura personale ma anche per cercare di dare ai posteri una traduzione il più possibile (nei limiti concessi dalla sua umanità, cultura e conoscenza dell’epoca) fedele a quello che la Bibbia voleva trasmettere.

Del resto lo stesso Lutero, già 500 anni fa, scriveva nei suoi "Discorsi conviviali": La lingua ebraica è semplice e di poche parole ma dentro c’è molto di nascosto"

Sempre gli evangelici: "Notiamo una cosa molto importante.
Quando ci si riferisce a Gesù come "Figlio di Dio", la Bibbia usa il termine unigenito.
Quando invece ci si riferisce come Figlio di Maria, la Bibbia usa il termine primogenito."
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In realtà nel NT è solo Giovanni che usa il termine unigenito riferito a Gesù. Ma lo stesso Giovanni è poco interessato a suo albero genealogico in quanto solo due volte ne cita la paternità (facendolo chiamare "figlio di Giuseppe" mentre noi sappiamo che le cose non stanno così, ma non dice nulla di fratelli e sorelle.

La frase: Quando ci si riferisce a Gesù come "Figlio di Dio", la Bibbia usa il termine unigenito.

Quando invece ci si riferisce come Figlio di Maria, la Bibbia usa il termine primogenito. Non è neppure biblicamente fondata poiché nei seguenti versetti:

- Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati. (Rm 8, 29-30)

-Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa;
il principio, il primogenito di coloro
che risuscitano dai morti,

per ottenere il primato su tutte le cose. (Col 1,18)
E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice:
Lo adorino tutti gli angeli di Dio. (Eb 1,6)

- Giovanni alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra. (Ap 1, 4-5) si usa il termine "primogenito" riferito evidentemente a Gesù inteso come Figlio di Dio.

Vediamo il vero significato della parola primogenito.

La parola prototokos (πρωτοτοκος) indica nel Nuovo Testamento sia il primo nato di donna (Matteo 1,25; Luca 2,7; Ebrei 11,28) sia il primo per ordine, rango e dignità senza stretto riferimento alla nascita e all'ordine della generazione (Romani 8,29; Colossesi 1,15-18; Ebrei 1,6; Apocalisse 1,5). Anche la parola monogenes (μονογενής) è usata nelle scritture greche-cristiane sia nel senso di figlio unico (Luca 7,12; Luca 8,42; Luca 9,38) sia nel senso di prediletto o molto amato (Giovanni 1,14; Giovanni 1,18; Giovanni 3,18; Ebrei 11,7; 1 Giovanni 4,9).

Nella Bibbia dei Settanta in Esodo 11,5 "Primogenito di Faraone" è il primo figlio del re egiziano, mentre nel Salmo 89,27-28 prototokos è usato nel senso di "capo", "leader", "primo", "re messia". Di Davide viene infatti detto: "Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza. Io lo costituirò mio primogenito (πρωτοτοκος), il più alto tra i re della terra."

Il fatto che il primogenito sia solo il primo di una serie di almeno due figli è un ragionamento valido ai giorni nostri, ma non lo era ai tempi di Gesù. Nell’ambiente ebraico il termine "primogenito" aveva un valore legale e tecnico in quanto era il rappresentante della famiglia. Era "colui che apre il grembo materno" (quindi in quest’appellativo era compreso anche il figlio unico) e, secondo quanto dice Dt 21,17, era la "primizia del vigore paterno". Anche in questo caso poteva essere un figlio unico. Che la primogenitura non fosse semplicemente un ordine di nascita è inoltre testimoniato dall’episodio di Esaù che vendette la sua primogenitura per un piatto di lenticchie.

Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra di lenticchie; Esaù arrivò dalla campagna ed era sfinito. Disse a Giacobbe: "Lasciami mangiare un pò di questa minestra rossa, perché io sono sfinito" - Per questo fu chiamato Edom - . Giacobbe disse: "Vendimi subito la tua primogenitura". Rispose Esaù: "Ecco sto morendo: a che mi serve allora la primogenitura? ". Giacobbe allora disse: "Giuramelo subito". Quegli lo giurò e vendette la primogenitura a Giacobbe. Giacobbe diede ad Esaù il pane e la minestra di lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si alzò e se ne andò. A tal punto Esaù aveva disprezzato la primogenitura. (Gn 25,29-34)

Dai passi evidenziati in neretto si capisce perfettamente come per gli ebrei la primogenitura avesse un valore diverso dal semplice ordine cronologico di nascita!

Sempre Gesù viene definito "il primogenito della creazione" (Col 1,15). E’ ovvio che con questo titolo si vuole esaltare la Sua regalità mentre per i protestanti dovrebbe significare che, dopo di Lui, altri vennero generati.

Che il termine "primogenito" potesse anche essere dato all’unico figlio nato, ci viene anche confermato dall’archeologia. Nel 1922 in Egitto è stata scoperta una necropoli giudaica di Tell el Yehudieh. In questa necropoli è stata trovata una tomba che reca questa iscrizione: "Ma la sorte, nei dolori del parto del mio figlio primogenito, mi condusse al termine della vita." Quindi in quella tomba era stata sepolta una donna morta mettendo alla luce il suo (ovviamente) unico figlio che però viene definito "primogenito" E’ ragionevole pensare che successivamente quella donna non abbia avuto altri figli. La data dell’ iscrizione corrisponde al 28 gennaio del 5 a.C. quindi quella donna era contemporanea di Gesù. Questo ci dimostra che il valore del termine "primogenito" che il marito di quella donna sfortunata aveva attribuito al suo unico figlio e ugualmente applicato da San Luca nei confronti di Gesù, era quello usuale presso gli Ebrei dell’epoca.

Per possiamo dire che se Maria "semplicemente" partorì il suo primo figlio questo non vuol dire che "semplicemente per forza DOPO" avrebbe dovuto partorire una squadra di calcio. Come specificavo al messaggio precedente il "finchè" o anche l'uso del "primogenito" in questo caso non vogliono far dire agli scrittori del Vangelo il loro "dopo", qui nei Vangeli TUTTO IL CONCETTO DI PRIMOGENITURITA' ED UNICITA', vogliono semplicemente incentrare l'attenzione sul Cristo Gesù UNICO FIGLIO DI DIO IERI, OGGI E SEMPRE: Cristo ieri, oggi e sempre. I racconti anche sulle persone non sono un censimento sulla situazione familiare dei protagonisti di questa storia. Nei versetti di Col 1,15, si capisce che quella parola PRIMOGENITO viene usata in quel contesto per rivestire Gesù di regalità, importanza, predominanza. Mentre coloro che non credono usano questo termine non come la usò san Paolo, ma per voler dimostrare che "dopo" allora, Maria ebbe altri figli quando abbiamo visto che almeno fino a 12 anni Gesù era da solo con i suoi genitori al Tempio.

Cosa ci vuole trasmettere veramente san Luca insieme a tutto il contesto BIBLICO?

Vediamo che presso gli ebrei il primogenito ereditava dei diritti che gli altri fratelli non avevano, quindi abbiamo visto come con queste parole Paolo vuole indicare la regalità di Gesù, la potenza di Gesù, il primato di Gesù su tutte le cose create, infatti qualche versetto più avanti dice chiaramente che tutte le cose sono state create per mezzo di Lui, “Egli è principio”, e il Verbo è principio come il Padre. Ora se rileggiamo attentamente l'evangelista Luca all'inizio nell'Annunciazione cosa dice? Ci dice che: " IL SIGNORE GLI DARA' IL TRONO DI DAVIDE, SUO PADRE, E REGNERA' SULLA CASA DI GIACOBBE IN ETERNO E IL SUO REGNO NON AVRA' MAI FINE!" (Lc.1,32)
In questo senso, l'utilizzo del termine PRIMOGENITO NON RIGUARDA CERTO IL FUTURO DI MARIA, MA LA SUPREMAZIA DI GESU', l'Unigenito di Dio è il Primogenito di Maria, cioè della VERGINE che non ha avuto figli prima non perchè fosse sterile, ma perchè era VERGINE DI MENTE, DI CORPO E DI SPIRITO. "L'umile ancella sulla quale si posò lo sguardo di Dio".

Come vediamo san Luca voleva dirci ben altro e non certo parlarci di eventuali figli di Maria al futuro, se Luca avesse avuto questo interesse quando poi racconterà il Ritrovamento al Tempio, avrebbe di certo fatto sapere all'auditore che Maria aveva avuto così altri figli, 12 anni non sono pochi dalla primogenitura ^__^, perciò decade la motivazione quando si dice che l'evangelista voleva farci capire che "dopo" il primogenito, ci sarebbero stati "altri figli".

Scriveva Origene:

“Occorre quindi avere l'ardire di affermare da una parte che i vangeli sono le primizie dell'intera Scrittura e dall'altra parte che primizia dei Vangeli è quello di Giovanni, il cui senso profondo non può essere colto se non da colui che ha "appoggiato il capo sul petto di Gesù e che ha ricevuto Maria come sua propria Madre". Ma ora fai attenzione a quel che ti dico: colui che sarà un altro Giovanni deve diventare tale da essere indicato da Gesù, per così dire, come un altro Giovanni, vale a dire come un altro Gesù. Se infatti non esiste alcun figlio di Maria all'infuori di Gesù, secondo il parere di coloro che pensano rettamente di lei, e ciò nonostante Gesù disse a sua madre: "Ecco il tuo figlio";( Gv.19,26), e non già; "Ecco anche questo ti è figlio";, ciò significa: Questi (Giovanni) è Gesù che hai partorito. Perché chiunque infatti è perfetto, non è più lui a vivere, ma in lui vive il Cristo (cf.Gal.2,20); perciò fate attenzione fratelli miei, che quando si parla di lui a Maria, si dice: "Ecco il tuo figlio", cioè, ecco colui che è diventato un bravo cristiano è Gesù Cristo, quindi; "Ecco tua Madre", cioè, come è veramente Madre dell'unico Gesù Cristo, ora ti è Madre a te nella salvazione! " (Origene, "Commento a Giovanni" -la catechesi- 1,4,PG 11,1048 - "Maria nel pensiero dei Padri della Chiesa" di L. Gambero, Ed.Paoline pp.80-81)

PERCHE' GESU' AFFIDO' SUA MADRE A GIOVANNI E NON AI FRATELLI NATURALI?
1. " Ecco tua madre ". E da quel momento il discepolo la prese in casa sua" (Giovanni 19,, 27).

Questo discepolo non era un figlio di Maria. Quasi certamente era Giovanni, l'evangelista, così come ci è tramandato.

L'evangelico: "Dando per scontato che "il discepolo che Gesù amava" fosse Giovanni e non qualcun altro.... chiediamoci, perchè mai Gesù affidò Maria a Giovanni, e non agli altri figli, come sarebbe stato più naturale?"

Sarebbe molto interessante fare un’esegesi biblica che ci metta sulle tracce di questo discepolo sconosciuto eppure così importante. I Padri della Chiesa hanno scritto bellissime riflessioni su questo personaggio che è al tempo stesso una figura sia reale che simbolica.

Ma se proprio vogliamo restare alla SCRITTURALITA' DEL TESTO, cioè alla Sola Scriptura, una risposta ce l'abbiamo:
Giovanni 20:2: Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava
Giovanni 21:7: Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro


Certo, il nome di Giovanni non si fa, tuttavia si capisce che l'evangelista è colui che è stato presente alla scena tanto da descriverla bene, al verso 20 si legge che "Pietro voltatosi, vide che li seguiva il discepolo che Gesù amava", al verso 24, l'evangelista Giovanni scrive: "QUESTO E' IL DISCEPOLO CHE RENDE TESTIMONIANZA DI QUESTE COSE", sembra che parli quasi in terza persona, tipico di chi è molto umile e di chi vuol rimanere in un umile anonimato.

E’ comunque veramente molto riduttivo affrontare questo testo avendo in mente il tema "verginità sì contro verginità no" e la prima tentazione sarebbe quella di non rispondere neppure. Tuttavia una risposta, anche se breve, diventa doverosa.

E allora chiediamoci, perchè mai Gesù affidò Maria a Giovanni, e non agli altri figli, come sarebbe stato più naturale?

La risposta degli evangelici potrebbe essere più o meno questa: "Affidando la madre a Giovanni, il Signore Gesù ha voluto risparmiarle il dover dipendere da quei fratelli che "non credevano in lui" o che erano forse gelosi e avrebbero potuto rinfacciare alla madre l'apparente fallimento del ministero di Gesù."

Questa è la sola spiegazione tante volte danno gli evangelici e anche i tdG. Molto povera, per la verità, soprattutto perchè esce fuori dal concetto di Sola Scriptura e avanza per ipotesi interpretando dunque la Bibbia

Cosa ci può dire in merito la lettura delle Scritture? Dai Vangeli appare che quando Gesù ha iniziato la sua vita pubblica, coloro che lo seguivano (eccetto sua madre) non riuscivano a comprenderlo. Ma questo solo all’inizio perché man mano che lo seguivano nella sua opera di predicazione, cambiarono idea e divennero suoi discepoli.

Infatti, li troviamo concordi con gli Apostoli ed assidui nella preghiera in attesa dello Spirito Santo (cf. Atti 1, 14). Giacomo fu messo alla guida della comunità cristiana di Gerusalemme (cf. Galati 2, 9; Atti 15, 13,) e gli altri parenti si dedicarono alla predicazione del Vangelo anche fuori della Palestina (cf. 1 Corinzi 9, 5).

Restando alla letteralità del testo (una cosa assolutamente squallida, vista la solennità di quei versetti), il gesto di Gesù morente è comprensibile solo se si ammette che Gesù era figlio unico. Se Maria avesse avuto altri fìgli quattro maschi e un imprecisato numero di fìglie - quel gesto di Gesù sarebbe stato offensivo o almeno poco riguardoso ed anche illegale. I supposti figli di Maria, le fìglie, i generi, le nuore, oltre a sentirsi offesi, avrebbero contestato a Giovanni il diritto di avere con sé la loro madre, specialmente se avevano in sè il dubbio su chi fosse il Cristo. Avrebbero giudicato irresponsabile il gesto di un morente.

Nulla di tutto questo nei vangeli. Se dovessimo attenerci come gli evangelici dicono di fare, alla Sola Scriptura, Giovanni prese Maria con sé in casa sua, pacificamente, senza contestazione alcuna e l'unica ragione plausibile era perchè, rimasta probabilmente vedova visto che di Giuseppe non se ne parla più, era la cosa più logica da farsi. Gesù, perché figlio unico, poteva e doveva provvedere a sua madre un rifugio conveniente dopo la sua morte. Non avendo fratelli scelse quello di un discepolo.

Possiamo dire che anche questo testo,..... può solo dimostrare che effettivamente Gesù non aveva fratelli, se si vuole per forza trarre da esso una risposta al quesito "verginità sì contro verginità no" citato all’inizio.

Ma chiudo con un altro aspetto: cosa credeva di questo fatto TUTTA LA CHIESA dopo il primo secolo? Perchè queste domande non nascono oggi, S.Agostino riprende un pò di citazioni dei Padri passati e nell'Omelia 119 scrive:
"Questa è l'ora della quale Gesú, nel momento di mutare l'acqua in vino, aveva parlato alla madre, dicendo: Che c'è tra me e te, o donna? La mia ora non è ancora venuta (Gv 2, 4). Egli aveva annunciato quest'ora, che non era ancora giunta, e nella quale, morendo, avrebbe riconosciuto colei dalla quale aveva ricevuto questa vita mortale. Allora, quando stava per compiere un'opera divina, sembrava allontanare da sé, come una sconosciuta, la madre, non della divinità ma della sua debolezza umana; al contrario, ora che stava sopportando sofferenze proprie della condizione umana, raccomandava con affetto umano colei dalla quale si era fatto uomo. Allora colui che aveva creato Maria, si manifestava nella sua potenza; ora colui che Maria aveva partorito, pendeva dalla croce.


2. C'è qui un insegnamento morale. Egli stesso fa ciò che ordina di fare, e, come maestro buono, col suo esempio insegna ai suoi che ogni buon figlio deve aver cura dei suoi genitori. Il legno della croce al quale erano state confitte le membra del morente, diventò la cattedra del maestro che insegna. E' da questa sana dottrina che l'Apostolo apprese ciò che insegnava, dicendo: Se qualcuno non ha cura dei suoi, soprattutto di quelli di casa, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele (1Tim 5, 8). Chi è più di casa dei genitori per i figli, o dei figli per i genitori? Il maestro dei santi offrì personalmente l'esempio di questo salutare precetto, quando, non come Dio ad una serva da lui creata e governata, ma come uomo alla madre che lo aveva messo al mondo e che egli lasciava, provvide lasciando il discepolo quasi come un altro figlio che prendesse il suo posto. Perché lo abbia fatto viene spiegato da ciò che segue. Infatti l'evangelista dice: e da quel momento il discepolo la prese in casa sua. E' di sé che egli parla. Egli è solito designare se stesso come il discepolo che Gesú amava. E' certo che Gesú voleva bene a tutti i suoi discepoli, ma per Giovanni nutriva un affetto tutto particolare, tanto da permettergli di poggiare la testa sul suo petto durante la cena (cf. Gv 13, 23), allo scopo, credo, di raccomandare a noi più efficacemente la divina elevazione di questo Vangelo che egli avrebbe dovuto proclamare.
[Si prese cura di Maria.]

3. Ma in che senso Giovanni prese con sé la madre del Signore? Non era egli forse uno di coloro che avevano detto al Signore: Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito (Mt 19, 27)? Ma ad essi il Signore aveva anche risposto che qualunque cosa avessero lasciato per seguirlo, avrebbero ricevuto, in questo stesso mondo, cento volte tanto (cf. Mt 19, 29). Quel discepolo pertanto conseguiva il centuplo di quello che aveva lasciato, fra cui anche il privilegio di accogliere la madre del donatore. Il beato Giovanni aveva ricevuto il centuplo in quella società, nella quale nessuno diceva proprio qualunque suo bene, in quanto tutto era comune a tutti; come appunto si legge negli Atti degli Apostoli. E cosí gli Apostoli non avevano niente e possedevano tutto (cf. 2 Cor 6, 10). In che modo, dunque, il discepolo e servo ricevette la madre del suo maestro e Signore tra i suoi beni, in quella società dove nessuno poteva dire di avere qualcosa di suo? Poco più avanti, nel medesimo libro, si legge: Quanti possedevano terreni e case, li vendevano e ne portavano il ricavato e lo deponevano ai piedi degli Apostoli; ed esso veniva man mano distribuito a ciascuno proporzionalmente al bisogno (At 4, 34-35). Da queste parole si può arguire che a questo discepolo venne assegnato quanto personalmente egli aveva bisogno e in più quanto gli era necessario per il mantenimento della beata Maria, considerata come sua madre. Non è forse questo il senso più ovvio della frase: da quel momento il discepolo la prese in casa sua, che cioè egli prese su di sé l'incarico di provvedere a lei in tutto? Egli se la prese con sé, non nei suoi poderi, perché non possedeva nulla di proprio, ma tra i suoi impegni, ai quali attendeva con dedizione.

Maria entra perciò a diritto nella Chiesa quale Madre non solo di Giovanni, ma di tutti i discepoli e degli Apostoli i quali erano i dispensatori anche del materiale di mantenimento fra loro stessi. E se Madre degli Apostoli e dei discepoli come la Pentecoste di quel giorno ci fa comprendere benissimo, Maria è così Madre di tutti i redenti e dentro la Chiesa continua ad esercitare il suo ruolo che è quello di richiamare i figli alle attenzioni di Dio, incessantemente mentre le generazioni la chiameranno "Beata" Ella continua a dire " Fate tutto quello che Gesù vi dirà di fare"!

Conclusione:

Secondo gli evangelici le loro argomentazioni sono state BEN FONDATE, ci dispiace aver dimostrato che sono tutte smontabili e sempre con la Bibbia alla mano. Ricordo che almeno noi diciamo chiaramente che non siamo per la Sola Scriptura, cioè che ad Essa noi accostiamo l'esperienza dei Padri della Chiesa che hanno difeso e mandato avanti la Chiesa in anni critici e di eresie e dove non risulta nessun pastore evangelico vescovo che si sia opposto con una chiesa.
Abbiamo invece dimostrato che questa dottrina non è una novità della Chiesa Cattolica (Romana) di oggi, ma è un insegnamento di 2000 anni di storia che condividiamo con gli Ortodossi e con i Padri della Riforma che almeno su questo aspetto concordavano.

.... Non ha affatto dimostrato che Gesù avesse altri fratelli e sorelle carnali, per la verità almeno fino a 12 anni si è sicuri che Gesù era ancora solo con i suoi genitori, dopo questa scena Giuseppe scompare dai riflettori degli evangelisti, perciò per chi è per la Sola Scriptura saggio sarebbe riconoscere che queste prove non ci sono come dimostrato poi dalcontesto biblico che ho inserito.

Sia lodato Gesù Cristo