7 aprile 2012

Congo: la storia del bambino "stregone"

"A complicare le cose, negli ultimi anni, ci hanno pensato le sette cristiane che fioriscono a Kinshasa. si tratta di chiese pentecostali o apocalittiche, che mischiano Bibbia e credenze locali, enfatizzando le superstizioni e le paure della gente."

(Kinshasa) Arriva dallo staff locale di Ai.Bi. il drammatico racconto dell’uccisione di un bambino accusato di stregoneria.

“L’hanno bruciato vivo davanti ai miei occhi: prima lo hanno cosparso di petrolio, poi gli hanno buttato addosso un fiammifero. Nsumbu gridava, chiedeva pietà, ma in un attimo è stato avvolto dalle fiamme.” Nsumbu aveva solo 8 anni ed era sospettato di essere un piccolo stregone. Per questo gli hanno dato fuoco. Questa è solo una delle tante dichiarazioni di chi ha dovuto assistere ad una terribile tragedia. I bambini “stregone” a Kinshasa muoiono così, dopo essere stati abbandonati dalle famiglie e dal villaggio.

Se possono, cercano di fuggire e si ritrovano nottetempo in strada a doversi cercare qualcosa da mangiare e un posto dove dormire. Gli “enfants sorciers” si incontrano al mercato, nelle stazioni dei bus, agli incroci delle strade, sui boulevard trafficati della capitale. Vestono abiti logorati e calzano sandali tenuti assieme dallo spago. Tendono la mano ai passanti per chiedere un po’ di soldi o qualcosa da mangiare. Ma in genere raccolgono solo insulti e sguardi di disprezzo. Spesso le famiglie stesse li hanno già torturati esorcizzarli o per far confessare loro qualche maleficio.

Fino ad una decina di anni fa, il fenomeno degli “enfants sorciers” era pressoché sconosciuto a Kinshasa. Ma in passato coloro che venivano accusati di stregoneria erano sempre persone adulte: il più delle volte donne e anziani, i più deboli naturalmente. Oggi questo destino tocca a tanti bambini inermi, la cui unica colpa è di trovarsi vicini alle disgrazie di tutti i giorni.

Non a caso gli “enfants sorciers” provengono sempre da famiglie povere e indigenti. Dove spesso la madre è morta oppure il padre manca perché si trova a combattere lontano. E anche quando entrambi i genitori sono presenti, in casa non ci sono i soldi per il cibo: così l’accusa di stregoneria diventa la scusa per liberarsi di una bocca da sfamare.
A complicare le cose, negli ultimi anni, ci hanno pensato le SETTE CRISTIANE che fioriscono a Kinshasa. SI TRATTA DI CHIESE PENTECOSTALI o apocalittiche, CHE MISCHIANO BIBBIA E CREDENZE LOCALI, enfatizzando le superstizioni e le paure della gente. Alcuni predicatori particolarmente spregiudicati hanno preparato sermoni di fuoco per mettere in guardia i fedeli dal pericolo dei “baby stregoni“. Le autorità hanno lasciato fare e così la caccia alle streghe si è diffusa in modo impressionante. Oggi a Kinshasa pochi dubitano della stregoneria dei bambini e il dramma degli “enfants sorciers” ha assunto dimensioni enormi.

Da qui l’importanza fondamentale delle adozioni internazionali nella Repubblica Democratica del Congo. Quando il bambino è già stato abbandonato dai genitori e il proprio villaggio ha tentato di ucciderlo, come possiamo reinserirlo serenamente nella propria famiglia? Non si riesce ancora a comprendere a pieno i danni psicologici di chi proviene da questo tipo di storie e il sostegno da offrire a questi bambini deve essere estremo. Dai dati che abbiamo in mano più del 50% dei bambini ospitati nei Centri con cui collabora l’associazione ha un passato di questo tipo. Sono bambini che vanno a scuola, che giocano ma che dentro di loro portano un dolore immenso.



http://www.aibi.it/ita/congo-un-bambino-stregone/