10 novembre 2013

Posizione della Santa Sede sulle “Apparizioni” di Medjugorje

(La prima “apparizione” è avvenuta il 24 giugno 1981 e sino ad oggi, se ne contano più di 35.000).

Primavera 1982: la Prima Commissione d’indagine sui fatti di Medjugorje emette una prima relazione negativa.

23 marzo 1984: il vescovo di Mostar, Pavao Zanic, dichiara di non approvare che sacerdoti e laici cattolici “organizzino” pellegrinaggi a Medjugorje.

11 ottobre 1984:
il vescovo di Mostar, Pavao Zanic, afferma: «Dichiaro che tutto è una grande truffa, un inganno... non ci sono “apparizioni” della Madonna... Io credo che c’è il Demonio!».

11 novembre 1984: l’Osservatore Romano pubblica il testo di due Comunicati: quello della Conferenza Episcopale, riunita a Zagabria il 12 ottobre precedente, e quello della Commissione d’indagine diocesana, riunitasi a Mostar il 10-11 ottobre. In entrambi i comunicati si raccomanda al clero e ai fedeli di non organizzare o intrupparsi in pellegrinaggi “ufficiali” diretti a Medjugorje.

Primavera 1986: la Seconda Commissione d’indagine sui fatti di Medjugorje emette una seconda relazione negativa. Il 12 maggio 1986, il vescovo di Mostar, mons. P. Zanic, invia la relazione negativa al Presidente della S. Congregazione per la Dottrina della Fede, card. J. Ratzinger, il quale demanda alla CEJ (Conferenza Episcopale Jugoslava) la competenza di istituire una Terza Commissione.

17 agosto 1989: il vescovo di Mostar, Pavao Zanic, nella sua lettera del 17 agosto 1989, ad un reverendo afferma: «Devo dire che non ho cambiato il mio pensiero su Medjugorje. Dichiaro che tutto è una grande truffa, un inganno... La gente ingenua e desiderosa crede tutto... stupidaggini incredibili! Non ci sono le apparizioni della Madonna, non ci sono messaggi!.. Nella mia diocesi, neanche un sacerdote diocesano crede nelle apparizioni; (soltanto) la terza parte dei francescani ci crede, e solo un vescovo (mon. Frane Franic) su 35 vescovi in Jugoslavia. Questo è un doloroso episodio nella storia della Chiesa! In gioco vi è una quantità enorme di denaro! I veggenti sono manipolati molto bene, premiati, fatti ricchi!.. Io devo difendere la Fede e la Madonna; sono pronto a morire per la verità!».

11 aprile 1991: la CEJ, dopo il lavoro della Terza Commissione (30 tra sacerdoti e medici scelti e 20 Vescovi, divisi in tre Commissioni, in più di 30 Sessioni) presieduta da mons. F. Komariza, vescovo di Banja Luka, emette una Dichiarazione in cui si afferma: «Dalle indagini finora svolte: “NON PATET SUPERNATURALITAS”! (= NON CONSTA LA SOPRANNATURALITÀ)!

16 agosto 1996: la validità della Dichiarazione della Terza Commissione è stata ribadita dal Dr. Navarro-Walls, portavoce della S. Sede.

26 maggio 1998: la validità della Dichiarazione della Terza Commissione è stata ribadita anche da mons. Tarcisio Bertone, allora Segretario della S. Congregazione della Dottrina per la Fede, nella lettera del 26 maggio 1998, a S. Ecc.za Mons. G. Aubray, vescovo di Saint Denis de la Rèunion.

Aprile 2007: al termine della Visita “ad limina Apostolorum”, i Vescovi della Toscana sono invitati dal Papa ad un incontro, presso la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, con il Segretario Sua ecc.za Mons. Angelo Amato il quale, sull’argomento Medjugorje, invita i Vescovi a rendere pubblica l’Omelia (del 15 giugno 2006) del vescovo di Mostar, Mons. Ratko Peric, per fare chiarezza sul fenomeno religioso legato a questo luogo.

Estratti dall’Omelia del Vescovo di Mostar, Mons. Ratko Peric (del 15 giugno 2006)

Nella sua Omelia, il Vescovo mette in chiaro i seguenti punti:

1. Se «qualcuno a Medjugorje si confessa sinceramente e riceve devotamente la Santa Comunione», costui da tale stato di grazia «non può passare in maniera illogica alla conclusione: Io mi sono confessato, mi sento bene, ora sono convertito, dunque la Madonna appare a Medjugorje».

2. Il Vescovo dichiara: «nella chiesa locale di Mostar-Duvno esiste qualcosa come uno scisma: un gruppo di sacerdoti, dimessi dal Governo generale dei Frati minori dell’Ordine francescano, a causa della loro disobbedienza al Santo Padre, già da anni mantiene in maniera violenta, più chiese parrocchiali ed uffici con l’inventario ecclesiastico. In tali parrocchie essi operano non solo illegalmente ma amministrano i Sacramenti sacrilegamente…» Tale prassi deve essere scioccante per tutti noi.

3. «Medjugorje è una parrocchia cattolica… e nessuno è autorizzato ad attribuire il titolo ufficiale di “Santuario” a questo luogo».

4. «In base alle indagini ecclesiastiche sugli avvenimenti di Medjugorje non si può affermare che si tratti di apparizioni o rivelazioni soprannaturali…».

5. «Nessun sacerdote… è autorizzato a presentare la sua opinione privata, contraria alla posizione ufficiale della Chiesa sulle apparizioni e messaggi…».

6. «I fedeli cattolici… devono sapere che non sono permessi i pellegrinaggi ecclesiastici, né ufficiali né privati… se presuppongono l’autenticità delle “apparizioni”… ».

7. «… come Vescovo locale ritengo che… non è accertata, a livello ecclesiastico, nessuna “apparizione” della Madonna… il fatto che si parla di decine di migliaia di “apparizioni” non attribuisce nessuna autenticità a tali eventi… Tale alluvione delle presunte apparizioni ci convince ancora di più che in tutto questo non è accertato niente di autentico e veritiero».

8. «Perciò invito quelli che dicono di sé di essere “veggenti” di mostrare l’obbedienza ecclesiastica e di cessare con tali pubbliche comparse e comunicati in questa parrocchia. Con ciò manifesteranno il loro dovuto senso ecclesiale non mettendo le “apparizioni” private... sopra la posizione ufficiale della Chiesa».

9. «La fede è una cosa seria e responsabile. La Chiesa è un’istituzione seria e responsabile».

Una domanda obbligata

Dopo aver letto la valanga di documenti ecclesiali sopra esposti, ci si domanda: com’è possibile che questa storia di Medjugorje non sia ancora finita, conclusa, archiviata?
È mai possibile che tutte queste posizioni ufficiali chiare e irrevocabili delle competenti Autorità ecclesiastiche non abbiano alcun valore, non producano alcun effetto? È mai possibile che non si riesca a ottenere l’obbedienza dei Frati, di certi Preti e di certi Vescovi per difendere la Fede e la Verità? Perché con posizioni ufficiali così decise, definitive e non passibili di mutamento, si lascia fare, non si interviene, non si condanna, non si governa la Chiesa?
Perché non si impone la disciplina a quei frati ribelli, ricchi e sospesi “a divinis”, e che si sono impossessati con la violenza di intere parrocchie e somministrano sacramenti invalidi e in modo sacrilego?

È una domanda legittima a cui bisogna cercare di dare una risposta!

Le prime “apparizioni”

La prima “apparizione” avvenne il 24 giugno 1981, festa di S. Giovanni Battista; proprio lo stesso giorno di fondazione della Massoneria, nel 1717. (Nella data del 24 giugno, Solstizio d’estate, la Massoneria, cioè gli adoratori del Sole, nascondevano il nome del loro dio (Lucifero) sotto quello di un santo: San Giovanni Battista il cui nome “Giovanni” è associato a “Giano”, nome sotto il quale i Romani adoravano il sole).

Nei loro racconti sulle prime “apparizioni”, i “veggenti” appaiono impauriti, disturbati, persino in panico, alla vista dell’Apparizione. Dopo Ivanka, Mirjana e Milka, che hanno già visto l’Apparizione, arriva Vicka che, alla vista della figura apparsa, restò terrorizzata e, toltasi le scarpe, a piedi nudi, fuggì come una folle (Lj. p. 14).

Più tardi, ella dirà: «Il primo giorno, abbiamo tutti urlato, facendo boccacce» (p. 59). Questo lo disse anche a Padre Bubalo. Ancora singhiozzante, chiese ad Ivan di accompagnarla. Da lontano videro l’Apparizione: «Ivan fuggì immediatamente, scavalcando un muro di cinta e lasciando le mele e ogni altro che aveva... L’Apparizione fece segno alle ragazze di avvicinarsi, ma queste non lo fecero».
Vicka, al ritorno, disse: «mi sono gettata sul divano e non smettevo più di piangere, piangere…» (pp. 19-31).

Quale differenza tra la pace e la gioia traboccante di Bernadetta e dei tre pastorelli di Fatima! Giacinta esclamava di continuo: «Oh, che bella Signora!.. che bella Signora!».

Invece, Vicka raccontò di aver visto quella figura con abito e capelli neri, e che portava, nella mano destra, qualcosa che continuava a coprire e scoprire, senza poter mai vedere cosa fosse!

Ecco quello che padre Vlasic racconta di Mirjana: «Un giorno, mentre attendeva la santa Vergine, ella ha visto la luce, e dalla luce è uscito il diavolo, sotto le sembianze e le vesti di Maria, ma aveva un viso nero, orribile, e la guardava con degli occhi penetranti… e le proponeva tutti i piaceri del mondo… Dopo un po’, venne la “Vergine”(??) e le disse: “Scusami per quanto è successo, ma lo dovevi vedere per sapere chi è, e sapere anche che avrai delle tentazioni nel mondo”!.. Aveva un mantello grigiastro, di un grigio caffè e latte, tendente al blu» (L. p. 45).

Un’apparizione, illusoria o diabolica, ha sempre una qualche parte di cattivo e va avanti con imbrogli per un bel pezzo, magari con rassomiglianze di manifestazioni divine autentiche.
Quindi, anche in questo campo di fenomeni straordinari, la potenza del Demonio è immensa. Può vestirsi, persino, di Angelo di luce, e persino apparire con l’aspetto di Nostro Signore o della Madonna. Così camuffato, il Demonio può operare ogni sorta di prodigi, estasi, levitazioni, rumori strani, locuzioni in lingue, fare discorsi pii, ecc., pur di arrivare, poi, a infiltrare errori per le anime.
Però, mentre le opere di Dio sono sempre improntate a serietà e maestà, quelle diaboliche hanno sempre qualcosa di banale, di stravagante, di disordinato e persino di ridicolo.
La prima cosa che si nota nelle apparizioni è la banalità dei dialoghi.
Ecco, ad esempio, la registrazione di un dialogo con l’apparizione: «Cara Santa Vergine, cosa ti aspetti da noi?». Risposta: «Fede e rispetto per me»... e: «perché non appari in chiesa, così che tutti ti vedano?». Risposta: «Benedetti coloro che non hanno visto, eppure hanno creduto»!.. «Cosa desideri dai nostri sacerdoti?»... «che credano fermamente!»... «Preferisci che ti preghino o ti cantino?»... «fate ambedue le cose: cantate e pregate»... e via di questo passo. La Madonna (?), alla fine del dialogo, disse: «Miei angeli, miei angeli cari!.. andate nella pace di Dio»!
Come si vede, è un dialogo banale, il cui ritornello è di “venir creduta senza prova!..”.

La sera, dopo aver detto alla Madonna: «...per quanti giorni verrai ancora a visitarci?»... «Per quanto tempo vorrete», rispose; e poi aggiunse: «Siete già così stanchi di vedermi?».
Il 30 giugno 1981, i veggenti dissero che la Madonna aveva promesso di tornare ancora soltanto per tre giorni, fino al venerdì successivo. Ora, come spiegare questa promessa e poi, invece, continuare ad apparire altre migliaia di volte?..
Dio non interviene in modo straordinario senza gravi ed evidenti motivi. Se i messaggi ripetono luoghi comuni, o si hanno ripetizioni di apparizioni precedenti, è certo che non sono da credersi.
Ma il parroco carismatico di Medjugorje Jozo Zovko, dopo solo tre incontri con i “veggenti”, e senza alcuna indagine, dava loro pieno credito e senza alcuna autorizzazione da parte delle autorità della Chiesa; quindi, non ispirato da Dio, ma solamente da carismatico!
P. Tomislav, senza aspettare anch’egli che l’autorità ecclesiastica si pronunciasse su quei fenomeni, invitò i fedeli a “partecipare anch’essi all’esperienza dei veggenti”, trascinando, il popolo in un tipo di follìa carismatica, tanto più che “nessuno dei sacerdoti della parrocchia conosceva i veggenti”!

Da allora, i pellegrinaggi ebbero inizio.
Frati ribelli… e ricchi

Ecco il problema principale che esisteva, nella diocesi di Mostar-Duvno, prima delle “apparizioni”: negli ultimi anni, si era giunti fino allo scisma. Otto francescani (e forse più!) furono espulsi dall’Ordine OFM, e sospesi “a divinis”, perché si erano ribellati alla Santa Sede e, non avendo accettato che alcune parrocchie da loro amministrate passassero sotto la diocesi, occuparono, con la forza, almeno cinque parrocchie, continuando ad amministrarle e a dirigerle loro, invitando persino un diacono vetero-cattolico, che si spacciava per Vescovo, a cresimare circa 800 ragazzi, in tre parrocchie.

Che dire, quindi, di tutto questo e dei frutti (marci) di questa situazione di disubbidienza di quei francescani colà residenti?.. Quante confessioni senza la dovuta licenza necessaria! Quante assistenze invalide alle celebrazioni dei matrimoni! Quanti Sacramenti nulli! Quante disobbedienze, sacrilegi, irregolarità!..

Perché non è stato possibile e non è tuttora possibile ristabilire l’ubbidienza e l’ordine nella diocesi di Mostar?

Quando il Governo Centrale di Belgrado aprì le porte alla fiumana di turisti che si recavano a Medjugorje, le entrate si aggiravano sui 500.000 dollari all’anno; cifra che cresceva di continuo! Le “apparizioni” di Medjugorje, infatti, promossero un enorme flusso di denaro, tuttora imponente!
Vicino a Mostar c’è una piccolissima banca che, fino al 1980, aveva un ruolo insignificante nel sistema bancario internazionale, e che teneva i conti dell’Ordine Francescano e che, in parte, era anche sua proprietà.
Ebbene, la “Hrvatska Banka DD Mostar” teneva, tra le sue componenti, il meglio dell’universo bancario mondiale, i cui protagonisti erano: Citibank(che funge da corrispondente per New York e Londra), Deutsche ABN-Amro, Bank Brussels, Lambert, Nat West, BCI Skand, Enskilda, CSFB, Bank of Tokio, Cassa di Risparmio, Bayerische, Bank of America.
Come si vede, sono banche altolocate, comprese la “Unicredito Italiano S.p.a.” di Genova. Un dirigente di quel gruppo di società fu anche Franzo Grande Stevens, uno degli “uomini di fiducia” del Vaticano.

Il flusso di denaro, promosso dalle presunte “apparizioni”, però, non faceva perdere la testa solo ai frati, ma anche alla popolazione locale:«Nel momento in cui, nel 1991, in Jugoslavia scoppiò la guerra, l’afflusso dei pellegrini (e conseguentemente il giro d’affari) ebbe un calo vertiginoso. Ciò portò a una vera e propria faida tra tre gruppi familiari (di cui uno di origine serba) che si contendevano i pochi clienti disponibili e volevano, quindi, eliminare i concorrenti. Mart Bax, professore presso la Vrije Universiteit di Amsterdam, a partire dal 1983 ha soggiornato ogni anno (compreso il periodo della guerra) per alcune settimane a Medjugorje con lo scopo di studiare il fenomeno dal punto di vista socio-antropologico.
Questa la sua testimonianza sullo scontro tra clan di cui stiamo parlando, tratta dal libro “Medjugorje: Religion, Politics and Violence in Rural Bosnia” di cui è Autore: “Circa ottanta persone, almeno sessanta delle quali del posto, furono uccise (...). I loro corpi mutilati, in genere appesi a un albero o alla trave del soffitto, testimoniano queste atrocità”. In nota, aggiunge: “Le mutilazioni seguivano uno schema fisso ed erano sempre più le parti del corpo che venivano asportate”». (Marco Corvaglia, “Medjugorje: è tutto falso”, p. 84).