17 settembre 2013

Tesi evangelica: ‘una volta salvati sempre salvati’: è biblico?

IN SENO A MOLTE CHIESE EVANGELICHE VIENE INSEGNATA LA SEGUENTE DOTTRINA: chi ha creduto nel Signo­re non corre in alcun modo il rischio o il pericolo di andare in perdizione; in altre parole la dottrina che esclude possa esserci la possibilità che un credente dopo avere creduto per un certo tempo rinneghi la fede e vada così in perdizione. Tra le Chiese che la insegnano ci sono le chiese Battiste, le Chiese Riformate, le Chiese Valdesi, le Chiese Presbiteriane, e le Chiese dei Fratelli.

Rinaldo Diprose, della Chiesa dei Fratelli, ha detto: ‘Non credere in Cristo equivale a ritrarsi dall’Iddio vivente e non otte­nere la salvezza eterna (...) Concludiamo, dunque, nell’affermare che i brani esortativi sopra considerati [Ebrei 3:12; 4:1-3; 4:9-11] non insegnano che il credente corra il pericolo di perdere la salvezza. Essi insegnano piuttosto che quanti sono religiosi corrono il pericolo di non giungere alla salvezza per mancanza di una fede incondizionata in Cristo’ (Rinaldo Diprose, ‘Il problema dell’apostasia nei brani esortativi della lettera agli Ebrei’ in Lux Biblica, N° 6 1992, pag. 59).

Guglielmo Standridge, pastore della Chiesa Bereana, ha detto: ‘Chi è salvato ha già ricevuto in dono la vita eterna e non si perderà mai, né commetterà dei peccati così gravi da potergli togliere la salvezza. (...) Chi è veramente salvato, invece ‘vincerà’, non ‘calpesterà’ mai il sangue di Cri­sto, e vivrà con il Signore per l’eternità. Quale grande salvezza Gesù ha acquistata con il suo sangue! Il ‘buon pastore’ non perderà mai una delle sue pecore’ (Guglielmo Standridge, ‘Si salva solo chi vince?’ in La voce del Vangelo, N° 7 Luglio 1994, pag.8),

Ernest F. Kevan, che è stato rettore del London Bible College, famosa università Biblica di Londra, ha scritto: ‘La risposta evangelica al problema della perseveranza ultima è che essa è interamente assicurata in Cristo, che Dio non ritira mai il suo aiuto da coloro che Egli ha scelti e ha giustificati e che, anche se talvolta Egli permette che il credente vacilli e pecchi, provvede che nessuno di essi cada irrimediabilmente (….) La dottrina della salvezza finale dei credenti attraverso la preservazione divina e la loro perseveranza nella santità trova pieno appoggio nell’intero sistema della verità cristiana. Essa è conforme alla dottrina della sovranità di Dio nell’elezione e nella predestinazione, con il patto di redenzione in cui il Padre diede al Figlio quella moltitudine che nessun uomo può contare; con il carattere sostitutivo della morte di Cristo e la Sua attuale opera di intercessione; con la profonda unione mistica che esiste tra Cristo e coloro che condividono la sua vita; con la fattiva opera dello Spirito Santo che rende reale nell’esperienza del credente tutto ciò che Cristo ha fatto per lui; e, infine, con la sicurezza della salvezza che è data al credente per mezzo della fede in Cristo e l’intima testimonianza dello Spirito Santo’ (Ernest F. Kevan, Salvezza, Genova 1979, pag. 108,117)

Il quinto articolo di fede della Southern Baptist Convention (La Convenzione Battista del Sud) accettato anche dai Battisti in Italia dice: ‘Tutti i veri credenti perseverano fino alla fine. Quelli che Dio ha accettato in Cristo, e santificato per mezzo del suo Spirito non scadranno mai dallo stato di grazia, ma persevereranno fino alla fine. I credenti possono cadere nel peccato per mezzo della negligenza e della tentazione, e per mezzo di esso essi contristano lo Spirito, essi danneggiano le loro grazie e i loro conforti, ed espongono la causa di Cristo al biasimo, e attirano su loro stessi dei giudizi temporanei; ma essi saranno conservati dalla potenza di Dio per mezzo della fede a salvezza’.

MA VERAMENTE UNA VOLTA SALVATI LO SI E' PER SEMPRE COME SOSTENGONO CERTI EVANGELICI?

la fede in Cristo dà la grazia della salvezza, essa viene data a tutti gli uomini indistintamente, a tutti è offerta, ma ogni uomo deve ricambiarla, deve cercarla, e non basta aver detto di credere, si deve agire e comportarsi di conseguenza coerenti con ciò che vi è stato rivelato. e in questo sta il senso della parabola del seminatore.

Marco 4,1-20
Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!».
Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: «A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perché:
guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano,
perché non si convertano e venga loro perdonato».
Continuò dicendo loro: «Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? Il seminatore semina la parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, 19 ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno».

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Proprio per questo Gesù disse rimettete e confessate i peccati, per non cadere in tentazione e la tentazione è proprio quella che ci ha spiegato Cristo stesso bella parabola che ho riportato.

È UNA DELLE ERESIE PROTESTANTI DIRE CHE UNA VOLTA SALVATI SEMPRE SALVATI, PERCHÉ CONTRADDICE PROFONDAMENTE LE PAROLE DI CRISTO STESSO.

Si deve pregare pregare sempre per non cadere di nuovo nei peccati e quando ci si cade non ci si deve disperare perché la salvezza e il perdono vengono dati sempre a chi chiede con fede e umiltà, quando vi è pentimento sincero, se non vi è esso si perde la grazia di Cristo e si rischia di finire nella dannazione. negare questo significa negare la parola di Cristo, BASTI PENSARE AL PADRE NOSTRO.... E FA CHE IL MALE NON CI INDUCA IN TENTAZIONE. QUINDI SE UNO È STATO SALVATO UNA VOLTA E DOPO COMMETTE ADULTERIO, OMICIDI E RAPINE SI SALVA LO STESSO? MI STRAPPO I CAPELLI A SENTIRE QUESTE COSE, DOTTRINA FALSA E IPOCRITA IN PURO STILE FARISAICO!!!

Sarebbe come dire che una volta ottenuto si ha tutto e non c'è più bisogno di niente, sembra quasi una legittimazione a fare quello che si vuole tanto la salvezza è stata data. ASSOLUTAMENTE NO! LA SALVEZZA VA CONTRACCAMBIATA E MERITATA.

AFFERMARE QUELLA ERESIA PROTESTANTE SAREBBE COME UN ATTO DI SUPERBIA E ARROGANZA COME QUELLO DI SATANA.



E sentendosi salvati definitivamente, non si ritengono neanche più peccatori.... al più mancanti, o (massimo della concessione) peccatori "involontari"




Eppure è scritto nella prima lettera di Giovanni 1,8-10:

"SE DICIAMO DI ESSERE SENZA PECCATO, INGANNIAMO NOI STESSI E LA VERITÀ NON È IN NOI. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. SE DICIAMO DI NON AVERE PECCATO, FACCIAMO DI LUI UN BUGIARDO E LA SUA PAROLA NON È IN NOI."