29 settembre 2013

"L'hanno inventata i preti!", dicono...

Taluni dicono che la confessione sia sta­ta inventata dai preti. ma chi sa dire il no­me dell'inventore? nessuno!

Si conosce il nome di inventori di cose anche insignificanti. Come mai non è rima­sto nella storia il nome dell'inventore del­la Confessione?

E poi ... per quale motivo inventarla? Quale bene materiale potrebbe ricavarne il Ministro di Dio?

Osserva un po', o lettore, il Prete nel mi­nistero della Confessione! Egli è un sacri­ficato; deve essere a
disposizione di tutti e in qualunque ora del giorno. Chiamato an­che di notte per confessare un ammalato grave, deve interrompere il sonno e correre là dove il dovere lo chiama. Mette in pericolo pure la vita, dovendo stare a fianco di ma­lati contagiosi ... Ascoltare le umane mi­serie, consigliare, correggere, istruire i roz­zi, sciogliere i casi più delicati della vita, addossandosene la responsabilità, e fare questo per ore ed ore ... non è certo per il Confessore una gran bella cosa!

San Giovanni Bosco, richiesto da molti ad ascoltarne la Confessione, in certe oc­casioni sveniva affranto dalla fatica, per aver confessato dieci, dodici e anche diciot­to ore in un giorno.

Dicono i cattivi, o meglio gl'ignoranti in fatto di Religione, che per il Sacerdote l'a­scoltare le Confessioni è come l'esercizio di una qualunque professione. Falsissimo! Si va infatti dall'avvocato per un consiglio o si ricorre al medico per una visita, anche brevissima, e si deve pagare. Che se poi si reca molto fastidio, chiamando ad esempio il medico di notte, allora si raddoppia la paga. Insomma i professionisti si fanno pa­gare profumatamente e per l'arte e per il tempo e per il fastidio. Il Sacerdote invece, che sta lunghe ore a confessare, che cor­re di giorno e di notte al letto degli infermi e che mette in pericolo anche la sua vita, per tutto questo ministero non domanda mai una lira di ricompensa. Tutti possono testimoniare questa verità.

E dopo tutto ciò, si può dire che la Con­fessione sia stata inventata dai Preti? Stan­do così le cose, il Prete che avesse inventato la Confessione, sarebbe stato un pazzo!

CHI HA ISTITUITO LA CONFESSIONE?

Il perdonare i peccati è un'opera pura­mente divina.

Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, ve­nuto al mondo (più di 2.000 anni…) or sono per redi­mere l'umanità, dimostrò la sua divina mis­sione oltre che operando i miracoli, anche perdonando i peccati.

Egli un giorno, nella città di Cafàrnao, vide presentarsi un paralitico. Davanti alla fede di quelli che lo pregavano, disse al pa­ralitico: « Confida, o fìgliuolo, ti sono per­donati i peccati! ».

Alcuni dei presenti, udite queste parole, dicevano in cuor loro: Chi è che può per­donare i peccati se non Iddio? E Gesù, aven­do visto i loro pensieri, disse: Che pensate nei vostri cuori? Che cosa è più facile dire « Ti sono perdonati i peccati » oppure dire Alzati e cammina »? Affinchè sappiate che io ho il potere in terra di perdonare i peccati, dico al paralitico: «Alzati e vatte­ne a casa! » - E quello fu risanato ».

Il potere di rimettere i peccati Gesù Cri­sto, essendo Dio, poteva darlo anche ad al­tri; ed infatti lo diede ai suoi Apostoli ed ai loro successori. Fondò Egli la Chiesa Cat­tolica, affidandole la missione di perpetuare l'opera sua; le diede un capo, S. Pietro, ed a lui questi per primo conferì la facoltà di perdonare i peccati. Nella città di Cesarea di Filippo disse infatti Gesù a Simon Pie­tro: « Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell'inferno non prevarranno contro di essa. E ti darò le chiavi del regno dei Cieli; e tutto quello che tu avrai ritenuto sulla terra, sarà ri­tenuto anche in Cielo; e quello che tu avrai perdonato sulla terra, sarà perdonato an­che in cielo ».

S. Pietro comprese l'importanza e la re­sponsabilità del potere divino e domandò a Gesù: Signore, quante volte perdonerò al mio fratello? Bastano sette volte? - Cre­deva il pescatore di Galilea di essere abba­stanza generoso, perdonando i peccati fino a sette volte. Ma Gesù misericordioso, ben conoscendo l'umana debolezza, rispose a Pietro: Tu perdonerai non sette volte, ma settanta volte sette! - cioè un numero in­definito di volte.

Gesù Cristo, dopo che risuscitò da morte, rimase ancora quaranta giorni su questa terra e nel frattempo si intratteneva coi suoi Apostoli, confortandoli ed istruendoli. Costoro avrebbero dovuto fare nel mondo quello che Egli aveva fatto e perciò prima di salire al Cielo conferì ad essi e ai loro successori poteri divini: « La pace sia con voi! - disse Gesù. Come l'Eterno Padre ha mandato me, così io mando voi. Ricevete lo Spirito Santo. A coloro ai quali voi avre­te perdonato i peccati, saranno perdonati; e a coloro ai quali non li avrete perdonati, saranno ritenuti ».

In forza di queste parole, pronunciate dal Dio Incarnato, ebbero gli Apostoli il po­tere di perdonare i peccati; essi dopo comu­nicarono tale potere ai loro successori col compito di trasmetterlo sino alla fine del mondo dovendo la Chiesa di Gesù Cristo continuare sino alla consumazione dei se­coli. Questa divina facoltà l'hanno oggi: il Sommo Pontefice, successore di S. Pietro nella sede di Roma, i Vescovi ed i Sacerdoti.

Dunque, l'inventore della Confessione o del perdono dei peccati, non è stato un Pre­te, ma Gesù Cristo.

di don Giuseppe Tomaselli, sacerdote ed esorcista salesiano.