21 agosto 2013

Sette: dal Brasile si diffonde nel mondo la Chiesa Universal

MACEDO, IL "VESCOVO" DA UN MILIARDO DI DOLLARI L' ANNO

E' la mattina di Pasqua, il sole e' rovente come ogni giorno dell'anno. Sandra da Fe', 32 anni, prende per mano tre dei suoi cinque bambini e scende a piedi, dalla sua favela arroccata su una collina, verso il quartiere di Iguatemi'. Alle dieci in punto inizia la cerimonia piu' solenne dell'anno e non vuole restare in piedi. Insieme a lei, altre duemila persone stanno arrivando al "tempio", una costruzione bassa che fino a due anni fa era un supermercato della periferia di Salvador Bahia, cuore della magia e della musica brasiliana. Sandra ha in tasca 15 real, 27 mila lire. E' un decimo di quanto guadagna in un mese lavando lenzuola in una pensioncina. Li lascera' alla sua Chiesa, come le raccomanda il pastore dal pulpito, alla fine della mattinata. Come fa ogni mese. La decima - oggetto di tante diatribe religiose nei secoli - risorge la domenica di Pasqua dentro una piccola busta bianca che gli obreiros - chierichetti della "Igreja Universal do Reino de Deus" consegnano ai fedeli alla fine della cerimonia. Sulla busta e' stampato un grosso 10 % e un versetto biblico del profeta Malachia, "ho portato i miei danari alla casa del Signore, perche' si curi del mantenimento della mia casa...". Cosi' mattone dopo mattone, prima in Brasile e poi in altri 60 Paesi del mondo, e' nato silenziosamente un impero religioso - finanziario di dimensioni incredibili. La Chiesa Universale del Regno di Dio - e' stato detto - e' ormai la maggior industria esportatrice del Brasile. Nata vent'anni fa in una delle tante scissioni dei movimenti evangelici - pentecostali diffusi in tutto il Sudamerica (ce ne sono 100 solo in Brasile), e' cresciuta attaccando violentemente la Chiesa Cattolica, portandole via almeno 2 - 3 milioni di fedeli, e' tuttora in rapida ascesa ed e' diventata soprattutto un colosso dei media. Al quartier generale di San Paolo e' impossibile avere dati ("nessuno puo' parlare con giornalisti", e' la risposta), ma su alcuni numeri c'e' vasto consenso: la Universal raccoglie dai fedeli almeno un miliardo di dollari l'anno, possiede il secondo network tv per ascolti (Rede Record), 40 radio, un settimanale da un milione di copie, una finanziaria nelle isole Cayman, una banca, una compagnia di assicurazioni, aziende di libri, dischi, videocassette, una fabbrica di mobili per chiese e altro ancora. Artefice di tutto questo, al grido di "se non date soldi a Dio li date al demonio" e' un personaggio che in Brasile e' ormai famoso come Ronaldo. Si chiama Edir Macedo, ha 53 anni, e si e' autonominato bispo, cioe' vescovo. Basso, pochi capelli in testa e una voce stridula, fino al 1978 era impiegato alle lotterie statali. La Igreja Universal nasce a Rio, in un ex locale per cerimonie funebri. Per molto tempo Macedo e' solo uno dei tanti teleradio - predicatori evangelisti, che affitta spazi su emittenti locali e raccoglie proseliti e denaro con metodi porta - a - porta. Ancora nel 1988 Hugo Assmann, autore del libro "La chiesa elettronica in America Latina" gli dedicava poche righe, notando soprattutto la perizia nel sistemare lo studio e le luci. Poi l'ascesa inarrestabile. Macedo e i suoi seguaci battono palmo per palmo le favelas di Rio, San Paolo e Salvador, lanciando la suggestione di una "teologia della prosperita". Macedo non promette il regno dei cieli ai poveri ma, al contrario, invita a dare per ricevere oggi, nella vita terrena. "Non dobbiamo avere paura di chiedere a Dio cosa vogliamo. Una casa? Una macchina nuova? Se diamo soldi a Dio, lui manterra' la sua parola". Attaccato da piu' parti come un truffatore, sottoposto anche a indagini dall'Interpol, Macedo nel 1992 si e' fatto 12 giorni di galera ed e' stato accusato di riciclare soldi del narcotraffico. Ma ne e' sempre uscito pulito. Il suo impero ha rischiato di crollare solo nell'ottobre 1995, quando un suo bispo, Sergio Von Helde, prese a calci in diretta tv una statuetta della Madonna di Aparecida, il massimo simbolo di devozione per i cattolici brasiliani. In migliaia scesero in piazza, assaltarono i suoi templi con pietre e uova, il governo protesto' duramente. Il Papa, dal Vaticano, fu costretto ad invitare i suoi a "non rispondere al male con il male" e il caso si sgonfio', anche perche' Macedo chiese scusa pubblicamente. Da allora anche il capo ha allentato la sua presenza tv: vive stabilmente a New York, con la moglie e due figli. Qualcuno dice nel lusso, ma e' impossibile avvicinarlo. Due giorni prima di Pasqua, la sera del Venerdi' Santo, Macedo era comunque regolarmente in onda su Rede Record alle 19.30, prime time. Seduto su un divano qualunque di una qualunque casa brasiliana, vestito in completo grigio con cravatta (come tutti i pastori della Universal), il "vescovo" dialogava con due convertiti, un ex bandito e un ex spacciatore di droga, illuminati da Dio e dallo Spirito Santo e oggi sulla retta via. + lo stesso leit - motiv dei sermoni dal vivo, nei templi - supermarket, ma anche negli stadi di calcio, dove la Universal riesce a raccogliere anche 200 mila persone in un colpo solo. Le psicoterapie di massa portano ad effetti di grande intensita': la gente segue le parole del pastore, le ripete, alza le mani al cielo, inizia ad urlare e spesso qualcuno cade in tranche. Al culmine del rito ha inizio, regolarmente, una sorta di televendita: libri (lo stesso Macedo ne ha scritti 14), giornali, dischi. E naturalmente la decima. Ma e' tutto davvero cosi' torbido come appare a prima vista? Ricardo Mariano, un sociologo dell'Universita' di San Paolo che sta scrivendo il primo libro indipendente sul fenomeno Macedo, pone l'accento sul fatto che "tra tutte le sette pentecostali, la Universal ha radici tra i piu' poveri e diseredati: piu' del 30 % degli aderenti e' sotto il salario minimo, che in Brasile supera di rado i 100 dollari al mese". Lo storico Juan Luiz del Roio non vede alcun aspetto positivo, ma ne ammette "la incredibile efficienza". Spiega: "I poveri sono attratti dal fatto che giorno e notte possono avere un aiuto, un conforto, un medico. Per i diseredati, in questo Paese, sono chiuse persino le porte degli ospedali. La Chiesa cattolica ufficiale non fa nulla di tutto questo. E si vede". Non solo. A Salvador, un volontario di una Ong norvegese, racconta che nelle favelas "i soldi destinati a Macedo sono spesso sottratti all'alcool e al crack. E centinaia di migliaia di poveracci stanno imparando a leggere e scrivere grazie alla Bibbia". A Rio, la Universal gestisce un efficiente programma per la distribuzione di cibo ai poveri. Inoltre Macedo fa una propaganda sfrenata per l'uso del preservativo, contro l'Aids e le gravidanze non desiderate. E' un calderone unico: malattie, vizi, droga, problemi coniugali, omosessualita' - tutti indistintamente segnali della presenza del demonio sulla Terra - ma in molti casi la propaganda lascia il segno, in una societa' afflitta allo stesso tempo dai peggiori problemi della miseria e della modernizzazione. Poi, ovviamente, c'e' l'utilizzo politico di questa mistica del consenso. Macedo, in grado di muovere almeno 2 milioni di voti in Brasile, ha fatto eleggere nel 1994 12 deputati. E da quando e' risultato determinante per l'elezione alla presidenza di Fernando Henrique Cardoso molti dei suoi problemi con la giustizia si sono, come dire, allentati. Le prossime elezioni sono ad autunno. Li' si potra' calcolare quanto e' cresciuta la forza d'urto della Universal o magari sapere dove vuole davvero arrivare Macedo. Che intanto spopola all'estero. In Mozambico, Sudafrica e Portogallo e' fortissimo, in Francia possiede due radio. A New York ha gia' cinque templi e a Londra ha acquistato un teatro, il Rainbow.

Cotroneo Rocco - Corriere della Sera