13 agosto 2013

Se lo dicono i protestanti gli si puo' anche credere...

IL PENTECOSTALISMO È ARROGANTE. ESSO È ARROGANTE NEL SUO ATTEGGIAMENTO VERSO LA CHIESA DEL PASSATO.

FINO AL 1900 NON SI CONOSCEVA NÉ SI PARLAVA NELLA CHIESA DEL “BATTESIMO NELLO SPIRITO SANTO” NEI TERMINI PRESENTATI DAI PENTECOSTALI.

Il Pentecostalismo rimpiazza la Parola di Dio nella Chiesa e nella vita del membro di Chiesa con l’esperienza, cioè con i sentimenti /sensazioni umane. Questo è uno dei suoi errori di base. Si tratta essenzialmente di un attacco alla Parola, sia che la sostituisca completamente o che la respinga nello sfondo, o che ponga l’esperienza accanto alla Parola. Questo movimento relativizza la dottrina e parla in modo sprezzante dell’ortodossia. Un noto predicatore pentecostale espresse un giorno l’atteggiamento pentecostale verso la sana dottrina, quando chiamò il battesimo dello Spirito Santo “il funerale della mia dogmatica. Dovunque appaia, il Pentecostalismo mette da parte il Credo. Uno dei “doni” che dice di avere ristabilito è quello delle speciali rivelazioni date direttamente da Dio a certi “profeti”. Si tratta di nulla di meno della negazione dell’autorità unica e della piena sufficienza della Scrittura – un colpo mortale al sola scriptura. Udire e credere alla Parola non è più così la cosa principale: lo diventa l’esperienza del battesimo di Spirito.

Il Pentecostalismo non è altro che misticismo impazzito, e la cosa è bene illustrata dalle fonti pentecostali. Una pubblicazione pentecostale, La Voce degli Uomini d’Affari del Pieno Vangelo, nel numero di giugno 1960, presenta una descrizione del battesimo con lo Spirito Santo di un pastore che, turbato dalla propria “mancanza di potenza”, aveva perseguito il battesimo del fuoco:

Direttamente ho sentito nelle mie mani una strana sensazione, una sensazione che poi è salita fino a metà delle braccia e poi cominciò ad aumentare. E’ come se avessi ricevuto una fortissima scarica elettrica. Cominciò a scuotere e tirarmi le mani. Potevo udire come il rombo di questa potenza. Tirava le mie mani in alto e ce le lasciava là come se Dio le prendesse nelle sue. Poi nella mia anima venne una voce che diceva: “Imponi quelle mani ai malati e li guarirai!” ... ancora però non avevo quel battesimo... In una stanza con aria condizionata, con le mie mani alzate ... e il mio cuore che si protendeva verso Dio, ecco che venne su di me il suo amore come una lava liquida bollente. Si riversava su di me come un torrente dal cielo e mi sentivo come innalzato nel cielo. Parlavo in una lingua che non potevo comprendere per circa due ore. Il mio corpo sudava come se fossi stato in una sauna: il battesimo del fuoco! (citato da Frederick Dale Bruner, Una Teologia dello Spirito Santo, p. 127).

Certamente tutto questo avrebbe messo in imbarazzo Jacob Boehme, per quanto mistico egli fosse!

John Sherrill, pentecostale di prim’ ordine, scrive di aver visto Gesù in una luce bianca sfavillante nella sua camera d’ospedale (cfr. il suo Essi parlano in altre lingue). Donald Gee, un altro pentecostale di rilievo, descrive in questo modo il suo battesimo pentecostale: “Noi veniamo portati in Dio stesso, e l’anima riceve il desiderio consumante di essere sempre di più e completamente perduto in Lui” – un linguaggio questo tipico del misticismo (cfr. A New Discovery, p. 23).

Un secondo errore fondamentale del Pentecostalismo è quello di dare allo Spirito Santo il ruolo centrale della scena e relegare Gesù dietro le quinte, quando non addirittura estrometterlo del tutto. Certo, esso nega questo a tutta forza allo stesso modo in cui il Cattolicesimo romano fa di tutto per negare che il culto di Maria sostituisca quello di Gesù, ma il fatto rimane. La verità di questo cambiamento è ovvia nel volto stesso di questo movimento. Il Pentecostalismo fonda la sua “specializzazione” proprio in questo: attirare l’attenzione sullo Spirito Santo. E’ l’opera dello Spirito, non quella del Figlio, quella che viene celebrata ed esaltata. Il nome stesso con il quale questo movimento è conosciuto – Pentecostalismo – ha a che fare con lo Spirito. La Scrittura, però, dà al popolo di Dio il nome che gli è meglio appropriato, quello di cristiano, nome che ha a che dare con il Figlio, Gesù.

La svalutazione di Gesù in favore dello Spirito è radicata profondamente nella dottrina pentecostale di base. Il Pentecostalismo insegna che il figlio di Dio debba andare “oltre” Cristo per giungere ad un livello più alto, quello dello Spirito, che deve “progredire” dal ricevere “semplicemente” Cristo per fede al ricevere lo Spirito mediante il battesimo nello Spirito Santo.

Il Pentecostalismo insulta Cristo. Qualunque sia lo spirito che rimpiazzi Cristo, questi sminuisce Cristo, qualunque spirito voglia andare oltre Cristo non è lo Spirito di Cristo, ma uno degli spiriti dell’anticristo, perché lo Spirito di Cristo rivela Cristo, conferisce Cristo, richiama l’attenzione all’opera di Cristo, e glorifica Cristo. “Ma quando verrà il Consolatore, che vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre mio, egli testimonierà di me” (Gv. 15:26); “Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annunzierà” (Gv. 16:14).

Un terzo errore del Pentecostalismo, collegato a quelli menzionati, è la minimizzazione della fede. In palese contraddizione con la testimonianza della Bibbia che null’altro ha valore se non “la fede che opera mediante l'amore” (Ga. 5:6), il Pentecostalismo insiste che la fede in Cristo non sia abbastanza[1], almeno non quasi abbastanza. Qualcosa di più sarebbe necessario, il che è indubbiamente molto, cioè il battesimo nello Spirito Santo. Ignorando completamente la lode piena di grazia che la Scrittura fa del credente come di colui che giammai sarà confuso e che appartiene ad: “una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce” (1 Pi. 2:9), il Pentecostalismo snobba e tratta con indifferenza coloro che “soltanto” credono, esaltando invece coloro che sono stati “battezzati nello Spirito Santo”. Con la minimizzazione della fede troviamo poi ogni sorta di accento alle opere umane. Il Pentecostalismo accentua e premia certe opere che sono ritenute essere la condizione per poter ricevere il battesimo con lo Spirito: il pregare intensamente, il purificare il cuore da ogni peccato, il completo abbandono di sé stessi, e simili. Senza dubbio ciò che è particolarmente apprezzato come un vero e proprio “marchio di qualità” sul credente è il parlare in lingue. Rispetto a può farne sfoggio, “semplicemente” credere al Figlio di Dio “merita” gli ultimi posti.

Non sorprende, quindi, come il Pentecostalismo praticamente ignori una delle benedizioni più fondamentali del figliolo di Dio, la benedizione ricevuta per fede: il perdono dei peccati. Al posto dell’evangelico: “Beati coloro le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti” (Ro. 4:7ss; Sl. 32:1), i Pentecostali pronunciano il suo: “Beati coloro che godono dell’estasi e della potenza del battesimo nello Spirito Santo”.

Tutto ciò che minimizzi la fede, tutto ciò che voglia supplementare la fede, tutto ciò che voglia andare oltre la fede, è dal diavolo, è un altro evangelo, e chiunque ceda alle lusinghe di questa eresia è decaduto dalla grazia. I primi versetti di Galati 5 fanno risuonare l’ammonimento chiaro e tagliente che non v’è nulla che possa essere aggiunto e tanto meno andare oltre alla fede. Aggiungere qualcosa alla fede, per ricevere salvezza, significa completamente pregiudicarsi Cristo. In questo caso: “Cristo non vi gioverà nulla” e “vi siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia” (2,4).

Sola fide! Soltanto la fede! Il tutto della salvezza lo si riceve per sola fede: “Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori” (Ef. 2:8,9). La nostra salvezza comincia, continua e viene compiuta per fede soltanto.

Il Pentecostalismo è arrogante. Esso è arrogante nel suo atteggiamento verso la Chiesa del passato. Fino al 1900 non si conosceva né si parlava nella Chiesa del “battesimo nello Spirito Santo” nei termini presentati dai pentecostali. Atanasio ed Agostino non l’avevano. Lutero e Calvino non l’avevano. I centinaia di migliaia di martiri che durante il tempo della Riforma diedero la vita per l’Evangelo perseguitati dai Cattolici romani non ce l’avevano. Al contrario, essi apertamente lo ripudiavano. Agostino esprime così la persuasione della Chiesa del passato:

Nei tempi più antichi [della Chiesa] lo Spirito Santo era disceso su coloro che avevano creduto, ed essi parlarono con lingue che non avevano appreso “secondo che lo Spirito accordava loro”. Questi erano segni adatti per quei tempi, perché conveniva essere quello il segno anticipatore per mostrare come l’Evangelo dovesse essere diffuso per tutta la terra. La cosa era avvenuta come prefigurazione di ciò che poi sarebbe successo. A suo tempo il segno cessò (Dieci omelie sulla prima epistola di Giovanni, The Nicene and Post-Nicene Fathers, Vol. VII).

Che cosa dice il Pentecostalismo su tutto questo? “Fino a questo momento la Chiesa è stata una Chiesa ben povera e senza vita. Il pieno vangelo, la piena salvezza, e la piena vita cristiana comincia con noi”.

Mettete uno sull’altro il Pentecostalismo ed il Neo-pentecostalismo, e l’intera catasta non è nemmeno degna di sciogliere il legaccio dei calzari di Lutero, o di Calvino, o di uno dei santi riformati che credono nell’Evangelo della Scrittura, confidano in Cristo come loro giustizia, temono il Signore, osservano i comandamenti, educano la propria famiglia nella verità, ed adorano Iddio in spirito e verità.

Il Pentecostalismo è pure arrogante nel suo atteggiamento verso il “semplice” credente. I pentecostali, a loro dire, sarebbero l’elite della Chiesa, i super-santi, e tutti gli altri sono “semplicemente” cristiani convertiti. L’arroganza non è solo questione di peccati personali del pentecostale “esagerato”, ma lo è della stessa dottrina pentecostale. Il Pentecostalismo insegna che nella Chiesa vi sarebbero due battesimi: il battesimo “inferiore”, quello che segna la purificazione dei peccati (significata dall’applicazione di acqua), ed il battesimo superiore con lo Spirito Santo (di cui il segno iniziale sono le lingue). Tutti i cristiani ricevono il primo, ma solo alcuni il secondo – i super-santi. Nella sua dottrina fondamentale, quindi, il Pentecostalismo è scismatico. Esso non cerca di mantenere l’unità dello Spirito nel vincolo della pace, come Cristo esorta a fare in Efesini 4:3, ma la infrange. L’unità nella comunità è radicata in “un solo battesimo”, secondo il versetto 5 di Efesini 4. Presupporre due battesimi è altrettanto distruttivo dell’unità come se si presupponessero due fedi, o due Signori, o due déi. L’orgoglio spirituale in ogni forma è divisorio, l’umiltà, invece, nutre l’unità. Gli anziani di una comunità che tollerino nel loro mezzo il Pentecostalismo solo ingannano sé stessi perché così non promuovono la pace evangelica[2].

L’unico modo in cui si può dar ragione di questo orgoglio è che il Pentecostalismo è una religione dell’uomo. Essa s’incentra su umani sentimenti e sull’aspirazione alla personale “potenza”. Essa assegna all’uomo il dovere decisivo di promuovere le opere appropriate che sono condizione del “perfezionamento” della salvezza con il battesimo di Spirito Santo. Permette all’uomo di ricevere rivelazioni extra-bibliche e con quelle vincolare la comunità. Esso dà potere all’uomo di esercitare autorità sovrana su una comunità o comunione di comunità, e di regolarne la vita secondo la sua volontà. Lo spirito onorato dal Pentecostalismo non è lo Spirito che glorifica Cristo (Gv. 16:14), lo Spirito che applica la redenzione operata da Cristo[3]. Questo è lo Spirito che magnifica Dio. Lo spirito del Pentecostalismo, però, richiama l’attenzione su sé stesso, impartisce i propri benefici di salvezza, parla di sé stesso ed opera indipendentemente dall’ascolto della fede. Questo è uno spirito che soddisfa l’uomo.

Il Pentecostalismo non è incentrato in Dio. E’ per questa ragione che esso può attaccare la Parola di Dio (la Scrittura), sminuire il Salvatore di Dio (Cristo), minimizzare la via di salvezza di Dio (la fede), ed ignorare la benedizione fondamentale della salvezza (la giustificazione). Fondamentale per il suo essere è un evangelo secondo l’uomo[4], un errore che è spesso non rilevato persino dagli stessi critici del Pentecostalismo e che caratterizza il Pentecostalismo dovunque esso si manifesti. E’ l’errore del libero arbitrio, cioè della dottrina che insegna come la salvezza dipenda dalla volontà del peccatore, piuttosto che dalla sovrana volontà di grazia di Dio (Ro. 9:16). Le radici del Pentecostalismo non sono il Calvino, nel Sinodo di Dordrecht, e nei canoni di Westminster, ma in Arminio, Wesley, Finney, e nel revivalismo.

Questa è pure la ragione che spiega la popolarità del Pentecostalismo e la sua ecumenicità. Il Pentecostalismo è ecumenico. Ovviamente e in modo evidente è un ecumenismo aggressivo. Esso opera in ogni chiesa, con la più totale indifferenza per le differenze confessionali e dottrinali. Esso unisce Protestanti e Cattolici romani. Tutti vengono resi uno dal Pentecostalismo – quelli che praticano l’idolatria della messa come pure coloro che confessano che questa pratica sia maledetta, coloro che fanno dipendere la loro salvezza dai propri meriti, come pure coloro la cui confessione dice che dobbiamo per questo confidare esclusivamente in una giustizia non nostra, quella di Cristo; coloro che vantano la salvezza dipendere dal loro libero arbitrio, come pure coloro la cui confessione è che “l’evangelo del libero arbitrio” è l’errore uscito dall’inferno e proclamato da Pelagio. Lungi dall’essere sconcertato da questo “Spirito” dottrinalmente indifferente, e dal fatto che sia molto sospetto questo disdegno per la verità, i leader pentecostali strombazzano la loro religione come strumento di unità fra le chiese. La natura ecumenica del Pentecostalismo già era evidente nel 1977 alla “Conferenza sul Rinnovamento Carismatico delle Chiese Cristiane” tenutasi a Kansas City. La conferenza era stata sponsorizzata da Battisti, Pentecostali, Episcopali, Luterani, Mennoniti, Giudei messianici, Presbiteriani, Cattolici romani, e Metodisti uniti. Pure vi parteciparono membri di altre denominazioni.

Uno dei suoi relatori principali, Dennis Bennet, disse che “egli vede tre correnti di cristianesimo che stanno cominciando a confluire: la corrente cattolica, con la sua enfasi sulla storia e sulla continuità della fede, la corrente evangelica con la sua enfasi sulla lealtà alle Scritture e sull’importanza dell’impegno personale verso Cristo, e la corrente pentecostale, con la sua enfasi sull’esperienza immediata di Dio mediante la potenza dello Spirito Santo”.

Un’altro relatore chiave, il cattolico-romano Kevin Ronaghan, “asserì che le divisioni fra le varie chiese cristiane sono state un ‘serio scandalo’ per il mondo, perché affinché il mondo creda, noi dobbiamo essere uno. E’ volontà di Dio che noi si debba essere uno. Espresse poi la sua persuasione esservi una reale possibilità di muoversi insieme verso una qualche forma durevole di unità cristiana[5].

A causa del suo errore fondamentale al riguardo della Parola, Cristo, e la fede; a causa della sua arroganza; a causa della sua falsa ecumenicità – un’ecumenicità indipendente dalla verità; a causa della sua dottrina eretica sulla salvezza – l’insegnamento sul battesimo di Spirito Santo, e per i suoi miracoli fraudolenti, il Pentecostalismo deve essere respinto. Esso deve essere respinto dalla disciplina ecclesiastica. Su questo preciso punto alcuni si comportano in modo troppo debole. Essi conoscono gli errori del Pentecostalismo. Essi lo vedono come radicalmente differente dalla fede della Riforma. Essi persino criticano questo movimento. Tuttavia, essi continuano a parlare dei loro “fratelli e sorelle pentecostali” e tollerano il Pentecostalismo nelle loro chiese.

E’ necessario applicare al Pentecostalismo i principi di una sana disciplina ecclesiastica. Esso deve essere disciplinato per il nostro stesso bene, affinché Dio gli conceda ravvedimento attraverso il riconoscimento della verità. Esso deve essere disciplinato per il bene della Chiesa affinché gli altri membri della Chiesa possano apprendere a temere il lievito del Pentecostalismo affinché non si diffonda nella Chiesa. Se il pentecostale, di fatto, rimane nella Chiesa, per poter conquistarsi nuovi fedeli alla sua dottrina “Oh, si facessero pur anche mutilare coloro che vi turbano!” (Ga. 5:12). “Evita l'uomo settario, dopo una prima e una seconda ammonizione, sapendo che un tale è pervertito e pecca, condannandosi da se stesso” (Tt. 3:10,11).