9 agosto 2013

I Garibaldini eretici liberatori protestanti


Garibaldi aveva sentenziato un giorno: “Non sarà il cannone a liberare Roma dal papa, sarà l’Evangelo”
Non gli è andata bene, il Papa è sempre qui.... le forze del male non prevarranno sulla Chiesa di Cristo

Con i mille, centocinquant' anni fa, sbarcarono anche le «eresie» dei protestanti. E, nel giro di pochi anni, l'Isola vide fiorire un buon numero di comunità evangeliche. Certo per i «pericolosi miscredenti» non si trattò di una passeggiata: è vero che presero piede, ma la strada era tutta in salita, e il clima pesante, da guerra di religione, combattuta ad armi impari ma senza esclusione di colpi, né da una parte né dall' altra. In realtà, già prima dell' arrivo del «liberatore», erano presenti in Sicilia dei gruppi evangelici, cioè gruppi di protestanti, soprattutto inglesi e tedeschi, che si erano insediati nell' Isola per fare affari con il vino. Basti pensare che nel 1861 soggiornavano tra Palermo, Messina, Trapani e Catania, 742 evangelici. E di essi soltanto 150 circa erano italiani. In ogni caso, a dare di fatto la spinta decisiva a una vera opera di evangelizzazione protestante fu proprio Garibaldi. È infatti la spedizione dei Mille l' evento storico che permise la nascita delle comunità evangeliche nel territorio siciliano, evento che verrà ricordato dalle chiese protestanti con un incontro di studio che si terrà a Marsala (sabato e domenica presso l' auditorium Santa Cecilia) e a cui interverrà tra gli altri uno dei più noti teologi europei, il pastore Paolo Ricca. Il fatto è che l' eroe dei due Mondi si era portato appresso, tra i suoi cappellani, alcuni preti e monaci che avevano abbandonato la fede cattolica in cambio di quella evangelica. Un nome per tutti: Alessandro Gavazzi, famoso predicatore patriota bolognese, prima avvocato dello Stato pontificio, poi attivissimo conferenziere, sempre in giro qua e là a parlare male del Papato, rivoluzionario fino al midollo, esiliato dopo la caduta di Roma e ritornato in Italia più rivoluzionario di prima. Ma Gavazzi era uno dei tanti che, dopo lo sbarcoa Marsala, passavano il tempo a distribuire Bibbie e a parlare al popolo un po' di politica e un po' di religione. «Chiarivano il senso dell' impresa dei Mille - spiega Ricca - e abbinavano a questo servizio quello della fede evangelica: allora era convinzione diffusa che il Risorgimento politico dell' Italia, attraverso la sua unificazione, avrebbe dovuto essere affiancato da un Risorgimento morale e religioso». Ma facevano presa questi predicatori itineranti? «Entro certi limiti. Il peso della Chiesa e della tradizione cattolica era immenso. Vi furono conflitti accesi e denigrazioni reciproche. I protestanti erano nemici giurati della Chiesa cattolica. E la Chiesa cattolica era vista come la Babilonia che doveva cadere, secondo una visione per alcuni un po' apocalittica. Certo, quella protestante era pur sempre una minoranza. Ma è anche vero che un buon numero di siciliani rimase attratto da quel messaggio». Messaggio di "libertà", presentato dai predicatori come possibilità di superamento di una servitù secolare nei confronti della Chiesa di Roma. Inutile dire come reagirono i cattolici. Un sacerdote palermitano, per esempio, annotò con disgusto «l' invasione» dei «venditori ambulanti valdesi che infestarono in pochi giorni la città di Bibbie protestanti e di una moltitudine di trattati eretici, preparando così le viea una propaganda che noi vediamo svolgersi sotto i nostri occhi». Nella primavera dell' anno successivo il predicatore evangelista Giorgio Appia, pastore valdese, fondava a Palermo la prima comunità evangelica. Poi fu la volta delle altre città siciliane. A Messina, tra il 1863 e il 1864, nacque una comunità anglicana per opera di un ex missionario cattolico in India, tale Varnjer, che raccolse una piccola comunità intorno a sé. Anche Catania fu evangelizzata con successo. E negli anni Settanta, come irradiazione della predicazione evangelica della Sicilia orientale, prese vita anche nel Nisseno, a Riesi, una vivace comunità valdese. A questo proposito (e a proposito dell' atmosfera che si respirava in quel periodo), spiega Pino Testa, sovrintendente del sedicesimo circuito delle Chiese valdesi e metodiste della Sicilia, che «l' esempio di Riesi è emblematico. Furono i maggiorenti del paese, liberali e anticlericali, a sollecitare la predicazione. Mandarono a chiamare il pastore Malanna, che si trovava a Messina. Nel suo viaggio avventuroso da Messina a Riesi - continua Testa - il pastore rischiò la vita: in molti paesi cercarono di picchiarlo. Ma, una volta arrivato a Riesi, trovò in piazza una folla di 1500 persone. Tanto che il sindaco ordinò di aprire le porte della chiesa sconsacrata di San Giuseppe». Lì dentro l' eretico Malanna predicò una settimana intera senza prendere fiato. Ma alla fine si ritenne soddisfatto, perché dai suoi sermoni nacque una comunità prosperosa. Tornando a Garibaldi, rimane una domanda: se al messaggio protestante ci credeva per davvero o se invece faceva finta. «Era un massone - risponde Ricca - e certo aveva una visione non propriamente evangelica, nel senso profondo della parola. Però favorì quella fede non solo in senso strumentale. Anche perché sarebbe stato più conveniente per lui allearsi con la potente Chiesa cattolica. Insomma - conclude - i protestanti erano una minoranza perdente: ecco perché l' appoggio evangelico di Garibaldi non fu affatto frutto di convenienza ma di una convergenza di visioni della religione come patria delle libertà e come forza di rinnovamento e dunque di novità nel senso buono della parola».

Salvatore Falzone

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/04/23/garibaldini-eretici-liberatori-protestanti.html

IL PASTORE RICCA DICE CHE PER GARIBALDI ERA PIU' CONVENIENTE ALLEARSI CON LA POTENTE CHIESA CATTOLICA? E IL SUO ALLEARSI COIN GLI EVANGELICI NON ERA AFFATTO FRUTTO DI CONVENIENZA?

PROBABILMENTE IL PASTORE RICCA FA FINTA DI NON SAPERE CHE LA SPEDIZIONE DEI MILLE FU FINANZIATA DAI PROTESTANTI PRESBITERIANI SCOZZESI CON LA COLLABORAZIONE LA MASSONERIA INGLESE CONTRO IL PAPA, E QUINDI GARIBALDI CE L'AVEVA TUTTA LA CONVENIENZA AD ALLEARSI CON LORO....