13 ottobre 2012

Matteo 14

Gesù rispose: «Guardate che nessuno vi inganni; molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno.

Molti ne resteranno scandalizzati, ed essi si tradiranno e odieranno a vicenda.

Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà.

Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato.

Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine.




Qui un tempo erano tutti cattolici


In Italia ne abbiamo una scarsa percezione. Ma nel mondo sta succedendo qualcosa di veramente notevole e il cattolicesimo sta letteralmente collassando, divorato dalla diffusione delle chiese pentecostali.

In Sudamerica è un’epidemia che risparmia pochi stati, a Montevideo tutti i cinema sono diventate sale da preghiera, in Brasile nel 2040 i protestanti, in gran parte pentecostali, pareggeranno il numero dei cattolici.

Negli Stati Uniti non va meglio e persino nell’impenetrabile Asia gli evangelici hanno fatto breccia, dalle Filippine un tempo feudo impenetrabile del cattolicesimo portato dagli spagnoli, alla Corea del Sud dove imperano mostri come il reverendo Moon, che domina su milioni di fedeli e un impero economico floridissimo, che arriva a comprendere il Washington Times e l’agenzia UPI. Una potenza che ha sfidato il Vaticano manovrando l’ex arcivescovo Milingo fino a sposarlo a una sue seguace coreana.

Una manifestazione di potenza del movimento evangelico e di quelli di Moon in particolare che da noi è passata in macchietta, ma che altrove è stata accolta come la dimostrazione di una forza capace fare breccia persino nelle gerarchie cattoliche, mandando in crisi il Vaticano.

Le ragioni del successo dei pentecostali sono quelle di un protestantesimo che ha abbandonato la severità del calvinismo e, grazie a una leggera traslazione della dottrina, ha aperto la strada al cristianesimo fai-da-te ancora di più di quanto non avessero fatto Lutero e Calvino.

Questa sfumatura dei protestant, che all’epoca della sua emersione si definiva con il sinonimo di remostrant (che si dovrebbe tradurre al massimo con rimostranti, ma che in italiano diventano quelli della “chiesa riformata”), mentre la dottrina prendeva il nome di arminianesimo, da Jacobus Arminius o Arminio, che sul finire del ’500 ebbe l’ideona.

Intuizione che in pratica si risolve in una predicazione che sostiene che Cristo ha già salvato tutti e che basta credere in Dio per essere salvati.

Il libero arbitrio esiste e si può rifiutare Dio, che divide le due categorie mandando gli uni in paradiso e gli altri nell’inferno, che per i pentecostali di norma esistono davvero, in senso letterale.

Una concezione abbastanza rustica e semplificata del messaggio cristiano, che ciascuno può decorare come crede, pentecostali ed evangelici in generale hanno infinite sfumature dottrinali e non potrebbe essere altrimenti, perché l’unica mediazione tra uomo e Dio è il preacher, il pastore.

Ciascuno può dirsi pastore e ciascuno può seguire questo o quello, in genere i pastori con maggior seguito sono quelli che spingono per l’evangelizzazione, l’offerta della salvezza divina a chi non conosce la verità, il gospel o la “lieta novella” della salvifica venuta di Cristo e dell’opportunità di salvarsi dall’inferno.

Pastori molto diversi l’uno dall’altro, anche se cavalcano un modello condiviso.

Per essere una religione che si definisce "rivelata da Dio" in persona sono un po’ troppo varie,le tante "sette", e lasciano l’impressione che dopo le diverse venute di Dio, chi ha deciso che voleva fare il profeta abbia continuato a raccontarsela un po’ come gli pareva.

Proprio nel modello che oggi diremmo open source, risiede parte del successo dei pentecostali, che sicuramente devono la maggior parte del loro successo alla particolare ricetta che fonde, imprenditorialità, pubblicità e spettacolo insieme alla religione, creando un mix che si diffonde a velocità mai viste tra le classi povere ed emergenti nei paesi non ancora sviluppati.

Il segreto dei pentecostali è il marketing spinto, l’uso di televisioni e radio per la diffusione di programmi a sfondo religioso, prediche e raccolte di denaro.

In alcuni paesi dell’Africa e del Sudamerica la programmazione delle televisioni locali è quasi saturata dai programmi prodotti dalle chiese evangeliche e dai vari pastori che competono per lo stesso bacino d’utenza.

Un marketing aggressivo, che ha un buon successo in particolare presso le donne, alle quali offre protezione dai mariti violenti e alcolisti, che in molti paesi latini e africani sono una piaga. Il successo di questa protezione, che consiste principalmente nella pressione della comunità sui cattivi mariti, è uno dei viatici di maggior successo in molte occasioni, ma è tutto il marketing di queste chiese ad essere particolarmente sofisticato, flessibile e pervasivo, puntando a raccogliere e formare fedeli che, da buoni cristiani, devono contribuire alla diffusione del gospel, prima di tutto pagando.

Sì, un tratto distintivo di queste chiese è che sono organizzate come piccole imprese economiche.

Piccole perché in genere fanno capo all’auto-nominato pastore, che in caso di successo enorme si dota di collaboratori e vice, ma che incarna la chiesa, di solito destinata ad estinguersi con la sua morte o con il fallimento, con la crisi ne sono saltate parecchie negli Stati Uniti.

Quando crescono di dimensione sono definite church-corporation, un termine che spiega molto. I pentecostali per di più sono invadenti e ci tengono a far notare la loro presenza ovunque, con le pubblicità, i cartelli per le strade, le gesta dei fedeli famosi, siano sportivi o politici.

Per i pentecostali il successo è un segno della benevolenza di Dio. Il che significa spesso che, anche se la salvezza è garantita ai “rinati in Cristo” (Born Again), se sei un credente e ti va male è un po’ colpa tua che non ti sei dato abbastanza da fare per attirare la grazia di Dio.

Operazione che in un mondo dominato dal denaro s’identifica in fretta nelle offerte alla chiesa perché possa salvare quante più anime.

In realtà sembra che si tratti del prezzo di un biglietto, perché le messe dei pentecostali sono molto scenografiche e possono comprendere di tutto.

Negli anni ’70 facevano sensazione The Power Team una buffa formazione di supereroi cristiani che si esibiva in costume in numeri da circo. In anni recenti si sono presentati anche a un talent show e si sono esibiti prendendo a testate un muro di ghiaccio.

L’offerta d’intrattenimento è parte fondamentale dello schema pentecostale e spesso consiste in show di pessimo gusto, tra i più popolari ci sono quelli con il pastore che passa e fa cadere per terra i fedeli imponendo loro le mani, ma tirano anche l’esibizione di serpenti e tira moltissimo impiegare ogni mezzo per legare i fedeli alla chiesa e per estrarre da loro quanto più denaro possibile.

Esiste anche una vera e propria Christian music industry, com’è definita negli Stati Uniti, dove anche i prodotti di consumo sposano Dio con estrema disinvoltura, roba sconosciuta ai cattolici, che si devono accontentare di Radio Maria, della messa papale o della predica di qualche vescovo poco credibile vestito in abito medioevale. I vescovi protestanti sono persone di successo, uomini e donne che han deciso di farsi vescovi perché pastori eran troppo poco e questa facilità nell’accesso spiega anche il boom di “vocazioni sacerdotali” tra i pentecostali, qui c’è spazio per estrosi e ambiziosi, campioni della comunicazione prima che santi o devoti.

Non per niente i pastori più famosi sono noti per la loro ricchezza e per la loro bizzarria, ma anche per il pasticciare con spregiudicatezza con la politica, la teologia e spesso pure con i conti.

Non si deve pensare però che una tale frammentazione in chiese quasi-individuali rappresenti uno svantaggio, la grande varietà d’espressioni fa un modo che le critiche rivolte a una chiesa o a parte delle chiese scivolino addosso alle altre.

E non si deve pensare che manchino momenti di sintesi, al contrario i pentecostali hanno una formidabile organizzazione internazionale e grandi capacità di creare spin-off locali anche dove non sono mai arrivati prima, integrare qualche credenza locale non è mai un problema e i grandi pastori africani in questo sono maestri.

Il modello è decisamente carismatico e in effetti sono definite anche chiese carismatiche. Il problema delle chiese carismatiche è che i fedeli non sono meno succubi del carisma dei pastori che porta una certa dose di sfruttamento dell’ignoranza dei credenti si trova facilmente dalle loro parti.

Se ne trova anzi tantissima ed è gradita, perché la mancanza di una gerarchia e la sostanziale indifferenza di una chiesa all’altra, fa sì che si possa coltivare ogni genere d’abuso e di pressione sui fedeli, continuamente esortati a donare.

Non per niente la questua passa più volte durante le funzioni-spettacolo, il predicatore chiama alla raccolta per gli orfani, per pagare le spese al coro, persino per preservare la salute dei propri figli o altri poco dissimulati ricatti morali del genere.

Oggi la maggioranza degli abitanti del Kenya sono pentecostali, mentre Sudafrica, Etiopia, Ghana, Botswana, Togo e Madagascar sono in scia e molti altri paesi africani stanno registrando tassi di crescita elevatissimi e anche negli Stati Uniti l’afflusso di cattolici dall’america latina (i poverissimi restano fedeli a Roma e nel caso del Messico alla Vergine di Guadalpe) finisce ingoiato dal passaggio ai pentecostali.

A questa impetuosa avanzata Ratzinger e il Vaticano oppongono il nulla. Generali senza esercito, costretti ad importare sacerdoti dai territori che la chiesa di Roma voleva evangelizzare, hanno dimostrato la loro resa puntando a limitare i danni, al re-evangelizzare gli europei, che sono tra i meno sensibili all’impegno religioso, almeno stando alle statistiche.

La diffusione dei pentecostali non è però senza pena, perché sono capaci d’associarsi e costituirsi forza di pressione politica e lo fanno.

Ancora più preoccupante è che la naturale tendenza al populismo per abbracciare una platea più ampia possibile di clienti, spinga i pastori ad assumere posizioni politiche molto pericolose.

George W. Bush è un pastore rinato ed è stato sostenuto nella convinzione che la guerra in Iraq realizzasse la profezia biblica, l’aborto è un crimine contro la volontà di Dio, però i criminali si possono e devono mandare a morte, come i medici abortisti o persino gli omosessuali, che molti pastori africani invitano a spedire all’inferno, sostenendo leggi che li gettino almeno in carcere, se proprio non si possono uccidere subito.

Non mancano quelli che vogliono taroccare l’insegnamento della biologia e persino della geologia (che smentiscono la narrazione biblica) imponendo le favole del creazionismo e del “disegno intelligente “nelle scuole, ma in fondo l’unico limite è la fantasia, se c’è la chiesa di surfisti e persino quella degli alieni, si capisce in fretta che tutto si fonda su un paio di dogmi e poco più, il resto è negoziabile o disponibile se conviene al pastore.

Posizioni spesso estreme, contro le quali non c’è nessuna rivolta da parte delle altre chiese evangeliche, persino il folle pastore con 15 (forse) seguaci che ha attirato l’attenzione bruciando il Corano ha faticato a raccogliere critiche.

Non che ci si possa aspettare della gran modernità da chi predica con Bibbia e Vangeli alla mano, ordigni nei quali si trovano legittimate un sacco d’idee barbare e persino splatter e la sempiterna pretesa di società e famiglie fondate sul modello biblico, fortemente patriarcale e maschilista.

Un modello che sembrerebbe in contrasto con l’opera di civilizzazione dei mariti delinquenti, ma che invece risulta coerente perché mira proprio a recuperarli in modo da rimettere insieme il rispetto del modello, spesso travolto da un insieme di relazioni molto diverse dal matrimonio biblico.

I "santi" pentecostali arrivano a cavallo dei media portando spettacolo, spesso da baraccone, e la vera chiesa,quella di Roma, "subisce",l'opera diffamatoria del maligno...


Oggi gli evangelici non coltivano più sentimenti di ribellione verso Roma, ai loro pastori interessa solo divorare il gregge cattolico incustodito e un po’ alla volta se lo stanno portando via tutto senza fatica.

Tutto questo, e le Sacre Scritture in questo trovano adempimento, si tradurrà in un calo ancora maggiore dell’influenza e della rilevanza del cattolicesimo e dei cattolici, con la spiacevole eccezione dell’Italia che rischia di esser scelta come fortezza al riparo della quale la chiesa di Roma cercherà di resistere all’ultimo assalto dell’orda dei nuovi stregoni cristiani.

"E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati. Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: È là, non ci credete.

Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l'ho predetto.