23 giugno 2014

San Tarcisio il giovane martire dell'Eucarestia

I Cristiani si trovavano riuniti nelle Catacombe di S. Callisto, sulla via Appia, quando il Pontefice, dopo aver celebrato la S. Messa, si rivolse ad essi e disse: «Fratelli miei, voi sapete come alcuni nostri confratelli si trovano imprigionati e domani, forse, saranno condotti nell’anfiteatro per esser divorati dalle bestie feroci... Chi di voi vuol portare ad essi il SS. Corpo di Gesù nel Sacramento, perché possano fare la S. Comunione ed avere così la forza di affrontare la morte per amore di Gesù?».

Un giovane cristiano, che si chiamava Tarcisio, si fece avanti, s’inginocchiò e disse: «Padre Santo, vado io».
«Pensa figlio mio», soggiunse il Pontefice, «che tu porti un tesoro preziosissimo… i pericoli sono molti… custodisci gelosamente questo sacro deposito a qualunque costo…».

E Tarcisio: «Padre, lo custodirò!... mi costasse anche la vita!».
Il Pontefice allora consegnò a Tarcisio le ostie consacrate, avvolte in un pannolino candido.

Tarcisio poggiò sul suo petto il pannolino che conteneva le Ostie Sante, lo assicurò con un nastro appeso al collo e lo coprì col mantello; poi, tutto raccolto in preghiera, usci dalle Catacombe e si avviò verso le prigioni.

Aveva percorso un breve tratto di strada, quando incontrò un gruppo di giovani idolatri, nemici dei Cristiani.
Dal suo contegno serio e raccolto, quei maligni sospettarono che egli fosse un Cristiano, che portava i Misteri.

In quei primi tempi, per il grave pericolo di profanazione, si teneva nella massima segretezza il SS. Sacramento dell’Eucarestia; tanto che non solo i nemici dei Cristiani nulla ne sapevano, ma neppure a quelli che si convertivano si faceva conoscere questo Sacramento, se non dopo qualche tempo, quando si era perfettamente sicuri della loro conversione.

Gl’idolatri però sapevano che i Cristiani avevano nella loro religione certe cose misteriose e segrete, che non volevano far conoscere a nessuno. Quando dunque potevano avere qualche occasione per conoscere quei misteri, erano felicissimi.
È perciò che quei giovani idolatri si fecero intorno a Tarcisio e gridarono: «Tu sei cristiano! Tu porti i misteri! Vogliamo vedere, vogliamo vedere!».

Tarcisio allora strinse le braccia sul petto con forza sovrumana e rispose con fermezza: «Non vedrete nulla! mi costasse la vita!».
Quei giovani, sicuri orinai che Tarcisio portava i misteri, gli si scagliarono contro, lo spinsero, tentarono di aprirgli le braccia, ma, non riuscendo a nulla, presero dei sassi e incominciano a scagliarli con violenza contro di lui.

Si racconta che in quel momento arrivò un soldato romano (che era Cristiano) e cacciò via quei giovinastri. Poi si avvicinò a Tarcisio e s’inginocchiò vicino a lui.

Da una larga ferita alla fronte colava il sangue sul petto del martire che, sollevando lo sguardo verso il soldato, conobbe che era un Cristiano, e, con un fil di voce, gli disse: «Ho qui sul mio petto le Ostie consacrate, che dovevo portare ai nostri fratelli carcerati... Ho difeso il mio Gesù... muoio volentieri per Lui!».

Abbassò la testa e spirò.

Il soldato, aiutato da altri Cristiani, raccolse il corpo dei martire e lo portò nelle Catacombe di S. Callisto, per dargli onorevole sepoltura.
Sulla sua tomba si legge ancora questa epigrafe (composta dal Papa S. Damaso): “Mentre una stolta plebaglia voleva costringere Tarcisio ad esporre ai profani il Sacramento di Cristo, che egli portava, volle perdere piuttosto la vita sotto i loro colpi, anziché dare ai cani rabbiosi le celesti membra”.