17 giugno 2014

La Chiesa di Cristo: una, Santa, Cattolica, Apostolica - 2

METODO PRATICO PER RISPONDERE AI PROTESTANTI ED AI TESTIMONI DI GEOVA

IL PRIMATO DI PIETRO E LA SUCCESSIONE APOSTOLICA

Ai tempi fissati, Colui che fu annunciato, predetto e atteso dal popolo d'Israele, si fece uomo per gli uomini, per la loro redenzione (cfr. Gv 1,1-14). Egli, il cui nome è sinonimo della sua missione (Yesuà, infatti, in ebraico significa Jahweh, è salvezza), provvederà un istituto divino il cui nome risuona, sin dalle origini, come «Chiesa di Cristo».[50]

Questa Chiesa è composta da tutti i credenti in Cristo e destinata insieme al proprio fondatore, alla gloria eterna secondo il volere di Dio Padre. Certamente questo istituto doveva necessariamente avere una direzione (Magistero), con al vertice un responsabile particolare. Ed è proprio quello che il NT testimonia in modo inconfutabile, in aperto contrasto con le eresie settarie che vorrebbero dimostrare il contrario.

I TdG insieme alle altre organizzazioni pseudocristiane, si ostinano a sostenere che non siano supportate dalle Sacre Scritture le dottrine cattoliche del primato di Pietro e della successione apostolica; tali organizzazioni sostengono che ciò è mero opportunismo interessato dei preti. Iniziamo subito consultando la Bibbia:

«Disse loro: "Voi chi dite che io sia? Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo» (Mt 16,15-20).

Questa dichiarazione di nostro Signore Gesù "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa", non è forse notifica di responsabilità, di primato, diretta a Pietro? Con enfasi i signori di Brooklin[51] e gli Evangelici dicono di no: i TdG si fanno scudo con una citazione soggettiva e tutta da verificare di S. Agostino, presente nel loro prontuario proclamativo[52], dove si legge:


«Sempre durante lo stesso tempo del mio sacerdozio, scrissi anche un libro contro la lettera di Donato... In seguito però ho esposto spessissimo le parole dette dal Signore: "Tu sei Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa"; come se per "sopra questa" si dovesse intendere quello che Pietro ha affermato quando ha esclamato: "Tu sei il figlio di Dio vivo"; e che Pietro ha preso nome da questa pietra, perché raffigura la persona della Chiesa edificata sopra questa pietra, e ha ricevuto le chiavi del regno dei cieli. Non gli è stato detto infatti: Tu sei pietra, ma tu sei pietro; pietra era il Cristo, e Simone che lo aveva riconosciuto come lo riconosce tutta la Chiesa, fu appunto detto Pietro».

Innanzitutto questa citazione dovrebbe essere analizzata nel suo contesto (del resto è notorio che i TdG sono specialisti nell'alterare le citazioni); inoltre, sarebbe bene che a Brooklin cessassero di servirsi delle citazioni dei Padri della Chiesa per sostenere opportunamente le loro dottrine, essendo questa, perlomeno, disonestà culturale. Nella dottrina geovista è detto chiaramente che l'originale cristianesimo si contaminò con il paganesimo già all'inizio del II sec. d.C., dando origine, con questo sincretismo. alla istituzione della Chiesa Cattolica, quindi compreso i Padri. A questo punto le possibilità sono due: o citarli e, quindi sostenere integralmente la loro autorità esegetica e teologica o palesare chiaramente che si sbagliavano su tutto, senza poi tirarli in ballo quando fa comodo.

Ritornando al brano di Matteo, il testo dimostra che le parole sono riferite all'apostolo e non a Cristo, come si vorrebbe sottilmente dimostrare. Si tenga presente che il termine Pietro deriva dal greco petros, forma mascolinizzata del nome femminile petra, roccia, che corrisponde all'aramaico kephà (cfr. Gv 1,42; Mc 3,16). Il testo di Matteo (16,19) non prova l'ulteriore mandato dato all'apostolo? Se ciò non dovesse bastare, i settari leggano, a ulteriore conferma di quanto su esposto, i seguenti passi evangelici: Lc 22,31-32; Gv 21,15-17.

LA SUCCESSIONE APOSTOLICA

Gli eretici però, non si accontentano di questa chiara dimostrazione del mandato di Pietro; essi continuano obiettando: Dove è detto nella Bibbia che vi sarebbe stato un successore di Pietro o una successione apostolica?

Si legge negli Atti degli Apostoli (17,11) quanto segue:

«Questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica ed accolsero la Parola con grande entusiasmo, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano davvero così».

Perché allora i settari non ubbidiscono a questo consiglio facendo una ricerca sincera e, soprattutto, obiettiva? Confrontiamo ancora la Scrittura:

«Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro» (At 2,1-3).

Poi, dopo il magnifico discorso di Pietro (sempre lui!) tremila persone, dopo aver accolto la sua parola, si fanno battezzare (cfr. At 2,41). Ecco l'atto di nascita della Chiesa di Cristo; davvero un ottimi inizio! Ma la Chiesa ha bisogno di organizzarsi, di strutturarsi per crescere; ecco che, quindi, insieme agli Apostoli, istituiti direttamente da Cristo, appaiono figure a noi familiari: gli episcopoi (vescovi, sorveglianti) e i presbiteroi (anziani, sacerdoti); da notare che i due termini, all'inizio della storia cristiana erano sinonimi, solo più tardi iniziò la distinzione (cfr. Tt 1,5ss; 1Tm 3,1ss). Infine troviamo i diaconi, i coadiutori attivi dei suddetti responsabili delle comunità dei cristiani.

A tali ministeri si accedeva dopo una dovuta istruzione dei primi responsabili delle comunità; per quanto riguarda, invece, i requisiti che i candidati dovevano avere, basti leggere: 1Tm 3,1-14; Tt 1,5-9. Per quanto riguarda il rito con il quale venivano investiti, la cui conoscenza è importante per discernere la questione della successione, è quello dell'imposizione delle mani. Questo rito risale al tempo delle grandi istituzioni d'Israele: se ne parla, infatti, nel libro del Levitico (16,21), dei Numeri (8,10); questo rito si conserverà fino al tempo di Gesù.[54]

Soprattutto questo rito, come ci dice il NT, lo ritroviamo nel trasmettere il dono dello Spirito Santo:

«Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo. Simone, vedendo che lo Spirito veniva conferito con l'imposizione delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro dicendo: "Date anche a me questo potere perché a chiunque io imponga le mani, egli riceva lo Spirito Santo» (At 8,17-19).[55]

Questo rito lo troviamo come parte centrale delle ordinazioni diaconali e presbiterali.[56] Si noti quindi la successione: gli apostoli ai presbiteri, o espiscopi, questi poi imporranno le mani fino ai nostri giorni. Alla luce di quanto è stato detto, quale Chiesa, o presunta tale, può dimostrare la catena ininterrotta della successione apostolica, fino ad oggi? I fatti lo dimostrano al di là di ogni dubbio: è la Chiesa Cattolica, con la sola eccezione, la storia lo dimostra, della Chiesa Orientale!

NB: Gesù, prima di salire al Padre, disse agli Apostoli di andare, di ammaestrare e battezzare tutti i popoli, promettendo loro la Sua presenza fino alla fine del mondo (cfr. Mt 28,19-20); Egli sapeva che gli Apostoli sarebbero morti, ed allora ha voluto chiaramente significare che essi fino alla fine del mondo avrebbero avuto dei successori che avrebbero continuato la loro missione.

Don Pietro Scolaro

http://www.parrocchiagazzi.it/index.php/13-conoscensa/27-come-rispondere