4 giugno 2014

Bufale settarie: la tiara papale e la controversia del 666




Una controversia, o piuttosto un mito, che riguarda la tiara papale, attribuita agli avventisti e ad altri protestanti, si basa sulla supposta affermazione che le parole Vicarius Filii Dei (Vicario del Figlio di Dio) siano incise sul lato di una delle tiare. La controversia trova fondamento nella tesi, largamente diffusa, che, qualora si sommino quelle lettere che hanno un valore numerico (cioè quando si sommano quelle lettere, contenute nel titolo in questione, che corrispondono a valori numerici secondo i numeri romani), il risultato è il numero 666, descritto nel Libro dell'Apocalisse come il Numero della bestia, che, secondo alcuni, dovrebbe indossare una corona simile al triregno, una tesi sostenuta da alcuni gruppi evangelici protestanti che credono che il papa, in qualità di capo della Chiesa cattolica, sia l'Anticristo. La stessa visione della Chiesa era condivisa da altri eretici, come i catari e i valdesi, fin dal XIII secolo.

"Vicarius Filii Dei", IN REALTÀ, NON È UNO DEI TITOLI DEL PAPA, sebbene la Donazione di Costantino lo usi riferendosi specificatamente a san Pietro.

Quattro fonti sono spesso citate per sostenere questa tesi, inclusi due testimoni che dichiararono di aver visto Gregorio XVI portare una tiara con incise le parole Vicarius Filii Dei nel 1832 e nel 1845,[21], la presunta esistenza di una fotografia di un funerale papale all'inizio del XX secolo che mostra una tiara con la scritta in questione, e l'affermazione che la tiara usata per incoronare Eugenio Pacelli come papa Pio XII nel 1939 avesse la stessa iscrizione.

NESSUNA DI QUESTE TESI REGGE AL VAGLIO DELLE PROVE. Una delle occasioni in cui il papa fu "visto" portare la tiara con l'iscrizione fu presumibilmente durante una Messa solenne nella Basilica di San Pietro. In realtà il papa non porta mai la tiara durante la Messa. Non fu mai usata come oggetto liturgico. Inoltre la tiara usata per l'incoronazione di Pio XII nel 1939 non poteva essere la stessa usata da Gregorio XVI poiché questa fu fabbricata trentuno anni dopo la morte di Gregorio XVI. Tutte le tiare che possono essere state portate da Gregorio ancora esistono; nessuna di queste, né quella portata da Pio XII nel 1939, presentano delle iscrizioni.

Per concludere, non è stata prodotta alcuna prova dell'esistenza della suddetta fotografia, né è credibile che una foto in bianco e nero presa da una certa distanza all'interno della Basilica di san Pietro, senza le moderne tecniche fotografiche o anche un obiettivo zoom, possa riprendere una scritta su una tiara a tale distanza, anche se vi fosse stata una scritta. Una fotografia di una tiara presumibilmente sull'altare maggiore dietro il feretro di Pio X. In occasione della canonizzazione nel 1954, quindi decenni dopo la fotografia in questione, non era possibile distinguere le gemme della tiara, men che meno una possibile iscrizione
Per rispondere alle accuse di occultamento, tutte le tiare fabbricate dal 1800 in poi ancora esistono e sono esposte al pubblico, e una gran parte di esse sono state mostrate in varie parti del mondo in occasione di un'esposizione itinerante arrivata negli Stati Uniti nel 2005.[22] Solo un paio di esse hanno delle iscrizioni, in particolare la tiara belga del 1871 e la tiara d'oro del 1903. L'iscrizione della tiara del 1871 non è Vicarius Filii Dei né niente che potesse essere interpretato in tal senso, bensì "CHRISTI VICARIO – IN TERRA – REGUM".

MOLTI STORICI, ACCADEMICI E LEADER RELIGIOSI CONSIDERANO LA QUESTIONE COME UN CLASSICO MITO ANTICATTOLICO, un'accusa senza alcuna prova, e neanche gli avventisti che hanno cercato caparbiamente tale prova per più di un secolo sono riusciti a trovarne alcuna.

http://it.wikipedia.org/wiki/Tiara_papale#La_tiara_papale_e_la_controversia_del_666


E POI NEANCHE SANNO FAR DI CONTO, anche se esistesse il titolo papale "VICARIVS FILII DEI", la somma dei numeri romani non da il 666 ma il 664!