L’agenzia giornalistica fa mea culpa: «scritto erroneamente che i bambini non erano stati battezzati, come invece dimostrano i documenti». errori anche nel citare la ricercatrice
COSA HA DETTO LA RICERCATRICE. L’agenzia giornalistica spiega di aver ripreso in maniera inesatta quanto detto dalla ricercatrice Catherine Corless, studiosa che da anni si occupa della storia della Home di Tuam e le morti di quei bambini. «L’AP ha citato una ricercatrice che diceva di credere che molti dei resti dei bambini morti erano sepolti in una fossa biologica fuori uso»; tuttavia, «la storica ha poi chiarito che senza uno scavo e un’indagine della polizia scientifica è impossibile sapere quante serie di resti la cisterna contenga, se ce n’è qualcuno». Della precisazione della Corless vi avevamo già parlato qualche settimana fa, quando la donna aveva rilasciato un’intervista all’Irish Times in cui precisava di non aver mai detto che i corpi di quei bambini fossero stati gettati in questa fossa comune, aggiungendo poi che i certificati di morte recuperati parlavano di malattie come tubercolosi, morbillo, convulsioni, bronchite e meningite.
«I BAMBINI FURONO BATTEZZATI». Le correzioni dell’AP vanno avanti: «L’Associated Press ha riportato in maniera scorretta che i bambini non avevano ricevuto un battesimo cattolico; i documenti mostrano invece che molti dei bambini dell’orfanotrofio furono battezzati». E prosegue: «L’AP ha inoltre sostenuto erroneamente che l’insegnamento cattolico del tempo fosse di negare il battesimo e una sepoltura cristiana ai bambini figli delle ragazze madri; sebbene questo potrebbe essere successo nelle pratiche di allora, non era comunque l’insegnamento della Chiesa». E infine, ultimo particolare, «la storia raccontata il 3 giugno contiene un riferimento sbagliato all’anno in cui l’orfanotrofio fu aperto: era il 1925, non il 1926».
«È LA CORREZIONE PIU’ IMBARAZZANTE DELL’ANNO?». Più i giorni passano e più la storia dell’orfanotrofio di Tuam assume particolari ben diversi da quelli che aveva all’inizio, troppi di essi sono stati frutto di esagerazioni, particolari gonfiati con cinismo, conclusioni affrettate senza responsabilità. E pure l’AP, tra i primi a battere la notizia, ora è costretta a fare dietrofront, offrendo un’immagine più sobria di quanto sarebbe accaduto in quella casa gestita da suore. «Abbiamo il favorito per la correzione più imbarazzante dell’anno», titola provocatoriamente il Washington Examiner sul comunicato dell’agenzia di stampa. «Sembrerebbe che la sola cosa che l’AP non ha stracciato del suo report iniziale sia il nome dell’autore (ma non siamo nemmeno sicuri di quello)».
Fuori dalle battute, accusa il giornale americano: «L’AP SENZA DUBBIO HA INGANNATO MIGLIAIA DI LETTORI – LETTORI CHE PROBABILMENTE NON NOTERANNO LA POCO PUBBLICIZZATA CORREZIONE – FACENDO CREDERE CHE UN GRUPPO DI SUORE IRLANDESI SI È COMPORTATA COME MOSTRI».
Secco è anche il parere di Tim Stanley, storico che scrive sul Telegraph, tra i primi a mostrare le incongruenze in questa storia: «Non facciamo errori: la casa per bambini di Tuam era un posto orribile, con terribili condizioni che riflettono l’opinione ignorantemente scarsa sui figli illegittimi che aveva il mondo cosiddetto civilizzato dell’inizio del XX secolo. Tuttavia, ciò che è accaduto non era il riflesso della dottrina cattolica, che invece si prendeva cura delle vite. E, in particolare, nel trattare la natura umana della vicenda, i racconti sarebbe dovuto essere più accurati e attenti».
http://www.tempi.it/e-gli-800-bambini-gettati-dalle-suore-nella-fossa-comune-ora-anche-lassociated-press-dice-abbiamo-sbagliato#.U6xt-BZcDM1