26 luglio 2013

Stasera a Copacabana la Via Crucis dei giovani con il Papa



La folla oceanica di giovani arrivati da tutto il mondo a Rio de Janeiro oggi, alle 18 ora locale, si riunirà nuovamente sul lungomare di Copacabana per la Via Crucis. 

Tredici Stazioni si trovano lungo il percorso di 900 metri presso il Viale Atlantico, mentre l’ultima, la 14.ma, sarà rappresentata sul palco centrale dove si troverà Papa Francesco, che rivolgerà un discorso ai ragazzi presenti. Il servizio di Debora Donnini:
Copacabana, luogo simbolo di festa e divertimento, questo pomeriggio si raccoglierà in preghiera trasformandosi in una grande Via Crucis a cielo aperto, all’ombra del Cristo del Corcovado che domina Rio de Janeiro. Il cammino percorso da Gesù a Gerusalemme, dalla condanna a morte alla deposizione nel Sepolcro, sarà rivissuto dalla folla di giovani provenienti dai quattro angoli del pianeta attraverso le 13 stazioni dislocate lungo il Viale Atlantico e l’ultima sul palco centrale. Ad animare la celebrazione di circa un’ora e un quarto, saranno 280 persone, fra artisti e volontari. La rappresentazione di ciascuna stazione si svolgerà contemporaneamente lungo la Via Crucis e sul palco davanti al Papa.

A segnare ogni tappa sarà una meditazione legata ai problemi, alle sofferenze e alle domande esistenziali dei giovani di oggi: l’essere missionari, la conversione. Interverrà un volontario di una comunità di persone che lottano per uscire dalla tossicodipendenza, che chiederà al Signore di insegnargli a essere come il Buon Samaritano per raccogliere l’uomo che giace sulla strada. La quarta meditazione vedrà una donna ricordare le battaglie per difendere la vita dal concepimento alla morte naturale. E ancora interverrà un seminarista, una persona parlerà delle “vittime della cultura della morte”, come le donne che si prostituiscono, le famiglie che vivono nella miseria, i malati senza cure, gli anziani, i giovani senza lavoro. Infine, ci sarà una coppia di innamorati che sottolineerà come le passioni non sono fondamenti sicuri, ma si costruisce sulla roccia solo quando le fondamenta sono l’amore.

E ancora, si toccherà il tema delle donne sofferenti, parlerà uno studente e poi un giovane utente dei social network per chiedere al Signore di insegnare ai ragazzi i modi per evangelizzare il “continente digitale” e metterli anche in guardia contro la dipendenza e la confusione fra ciò che è reale e ciò che è virtuale. Quindi, si parlerà dei giovani detenuti, delle malattie terminali, parlerà un giovane con disabilità uditiva e infine si chiederà qualcosa per tutte le nazioni del mondo: dalla pace alla libertà religiosa, dal superamento della secolarizzazione attraverso l’annuncio e della violenza, fino al rimanere presenti anche in mezzo alle persecuzioni e al sentire più impellente la necessitò di diffondere il Vangelo. Le meditazioni sono state scritte da due sacerdoti dehoniani, padre Zezinho (José Fernandes de Oliveira) e padre Joãozinho, (João Carlos Almeida), noti in Brasile per il loro impegno con i giovani. Silvonei Protz ha chiesto proprio a padre Joãozinho come sia arrivato a scrivere queste meditazioni:

“Posso dire che è stato un po’ un caso fortuito, perché mons. Orani (arcivescovo di Rio de Janeiro) aveva chiesto a padre Zezinho di fare le meditazioni; padre Zezinho è un simbolo della pastorale giovanile in Brasile. Possiamo dire che lui ha “re-inventato” la comunicazione con la gioventù negli anni Sessanta-Settanta. Probabilmente è stato ancora uno dei precursori della stessa pastorale giovanile. Quindi, mons. Orani aveva chiesto a padre Zezinho di preparare la Via Crucis, ma proprio in questo periodo padre Zezinho ha avuto un ictus. Poi, piano piano, ha ripreso alcune delle sue funzioni. In seguito, è stato proprio lui a chiamarmi per esprimere il suo desiderio di fare comunque le meditazioni. Successivamente, lo stesso Mons. Orani mi ha chiamato per aiutarlo. Tutto questo è successo sei mesi fa, a settembre. Ci abbiamo messo un mese: ogni giorno facevamo una stazione. E’ stata proprio la Via Crucis di padre Zezinho e di Gesù insieme. Così abbiamo composto la Via Crucis della “gioventù solidale”, che è stata approvata dal Vaticano. Ora viene rappresentata a livello scenico, ma non è stato facile, perché sistemare quasi due milioni di giovani su una spiaggia, sulla strada a Copacabana, a seguire la Croce, e fare di questo momento un momento di preghiera, non è impresa da poco. E’ importante coinvolgere i giovani di tutto il mondo, non è una Via Crucis latinoamericana, ma a modo nostro è sul giovane solidale, che non è il “giovane”, ma è Gesù: perché Gesù è il giovane solidale che ha preso su di sé le nostre croci, il nostro peso, le nostre piaghe”.

http://www.news.va/it/news/stasera-a-copacabana-la-via-crucis-dei-giovani-con