La folla oceanica di giovani arrivati da tutto il mondo a Rio de Janeiro oggi, alle 18 ora locale, si riunirà nuovamente sul lungomare di Copacabana per la Via Crucis.
Copacabana, luogo simbolo di festa e divertimento, questo pomeriggio si raccoglierà in preghiera trasformandosi in una grande Via Crucis a cielo aperto, all’ombra del Cristo del Corcovado che domina Rio de Janeiro. Il cammino percorso da Gesù a Gerusalemme, dalla condanna a morte alla deposizione nel Sepolcro, sarà rivissuto dalla folla di giovani provenienti dai quattro angoli del pianeta attraverso le 13 stazioni dislocate lungo il Viale Atlantico e l’ultima sul palco centrale. Ad animare la celebrazione di circa un’ora e un quarto, saranno 280 persone, fra artisti e volontari. La rappresentazione di ciascuna stazione si svolgerà contemporaneamente lungo la Via Crucis e sul palco davanti al Papa.
A segnare ogni tappa sarà una meditazione legata ai problemi, alle sofferenze e alle domande esistenziali dei giovani di oggi: l’essere missionari, la conversione. Interverrà un volontario di una comunità di persone che lottano per uscire dalla tossicodipendenza, che chiederà al Signore di insegnargli a essere come il Buon Samaritano per raccogliere l’uomo che giace sulla strada. La quarta meditazione vedrà una donna ricordare le battaglie per difendere la vita dal concepimento alla morte naturale. E ancora interverrà un seminarista, una persona parlerà delle “vittime della cultura della morte”, come le donne che si prostituiscono, le famiglie che vivono nella miseria, i malati senza cure, gli anziani, i giovani senza lavoro. Infine, ci sarà una coppia di innamorati che sottolineerà come le passioni non sono fondamenti sicuri, ma si costruisce sulla roccia solo quando le fondamenta sono l’amore.
E ancora, si toccherà il tema delle donne sofferenti, parlerà uno studente e poi un giovane utente dei social network per chiedere al Signore di insegnare ai ragazzi i modi per evangelizzare il “continente digitale” e metterli anche in guardia contro la dipendenza e la confusione fra ciò che è reale e ciò che è virtuale. Quindi, si parlerà dei giovani detenuti, delle malattie terminali, parlerà un giovane con disabilità uditiva e infine si chiederà qualcosa per tutte le nazioni del mondo: dalla pace alla libertà religiosa, dal superamento della secolarizzazione attraverso l’annuncio e della violenza, fino al rimanere presenti anche in mezzo alle persecuzioni e al sentire più impellente la necessitò di diffondere il Vangelo. Le meditazioni sono state scritte da due sacerdoti dehoniani, padre Zezinho (José Fernandes de Oliveira) e padre Joãozinho, (João Carlos Almeida), noti in Brasile per il loro impegno con i giovani. Silvonei Protz ha chiesto proprio a padre Joãozinho come sia arrivato a scrivere queste meditazioni:
“Posso dire che è stato un po’ un caso fortuito, perché mons. Orani (arcivescovo di Rio de Janeiro) aveva chiesto a padre Zezinho di fare le meditazioni; padre Zezinho è un simbolo della pastorale giovanile in Brasile. Possiamo dire che lui ha “re-inventato” la comunicazione con la gioventù negli anni Sessanta-Settanta. Probabilmente è stato ancora uno dei precursori della stessa pastorale giovanile. Quindi, mons. Orani aveva chiesto a padre Zezinho di preparare la Via Crucis, ma proprio in questo periodo padre Zezinho ha avuto un ictus. Poi, piano piano, ha ripreso alcune delle sue funzioni. In seguito, è stato proprio lui a chiamarmi per esprimere il suo desiderio di fare comunque le meditazioni. Successivamente, lo stesso Mons. Orani mi ha chiamato per aiutarlo. Tutto questo è successo sei mesi fa, a settembre. Ci abbiamo messo un mese: ogni giorno facevamo una stazione. E’ stata proprio la Via Crucis di padre Zezinho e di Gesù insieme. Così abbiamo composto la Via Crucis della “gioventù solidale”, che è stata approvata dal Vaticano. Ora viene rappresentata a livello scenico, ma non è stato facile, perché sistemare quasi due milioni di giovani su una spiaggia, sulla strada a Copacabana, a seguire la Croce, e fare di questo momento un momento di preghiera, non è impresa da poco. E’ importante coinvolgere i giovani di tutto il mondo, non è una Via Crucis latinoamericana, ma a modo nostro è sul giovane solidale, che non è il “giovane”, ma è Gesù: perché Gesù è il giovane solidale che ha preso su di sé le nostre croci, il nostro peso, le nostre piaghe”.
http://www.news.va/it/news/stasera-a-copacabana-la-via-crucis-dei-giovani-con