4 luglio 2013

Il "socialismo pentecostale" del pastore Jones: il suicidio-omicido di massa del "tempio del popolo"


Jonestown è il nome informale con il quale ci si riferisce al Peoples Temple Agricultural Project (in italiano "Progetto Agricolo del Tempio del Popolo"), una comunità intenzionale nella Guyana nordoccidentale formata dal Tempio del Popolo, un movimento religioso americano fondato dal pastore Jim Jones.

Ha ricevuto notorietà internazionale quando, il 18 novembre 1978, dopo uno scontro a fuoco in una pista d'atterraggio di Georgetown, 909 abitanti del progetto si tolsero la vita ingerendo cianuro, di spontanea volontà – apparentemente, in quello che fu definito da Jones e altri membri un "suicidio rivoluzionario", in base a quanto appreso da un nastro registrato poco prima dell'evento durante la discussione della comunità sul suicidio.

Il suicidio di massa di Jonestown fu successivo alla morte di 5 persone per mano di membri del Tempio alla pista d'atterraggio di Port Kaituma, tra le quali il membro del Congresso Leo Ryan, primo e unico deputato nella storia degli Stati Uniti a essere assassinato in servizio. Altri 4 membri del Tempio morirono a Georgetown su comando di Jones.

Quella di Jonestown è, dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, la circostanza in cui il maggior numero di cittadini americani sia morta al di fuori di un disastro naturale.

In seguito alle accuse di promiscuità sessuale e di attività politiche segrete negli anni 50 presso Indianapolis, i primi adepti del movimento si trasferirono dall'Indiana presso la Contea di Mendocino in California nel 1965.

In seguito, circa un migliaio di aderenti al movimento, guidati dal pastore Jones, si trasferirono nella giungla della Guyana, fondandovi la nuova città di Jonestown in una concessione ottenuta già nel 1974 dal governo della Guyana in un territorio al confine con il Venezuela per un "progetto agricolo". La dottrina ed il sistema economico prescelto prendevano spunto dal naturismo applicato nella Cambogia di Pol Pot, del quale il reverendo Jones era un fervido ammiratore.

L'idea era quella di trasformare questa comunità in un paradiso in terra, i membri venivano lì indottrinati con linguaggio millenaristico e tecniche di lavaggio del cervello da comune Nord Coreana, coloro che abbandonavano la comune venivano definiti disertori, ed esisteva una polizia informale per rendere difficoltosa, se non impossibile la diserzione. Il pastore Jones proponeva di praticare quello che lui stesso ha definito un "socialismo pentecostale".

L'ASSASSINIO DEL DEPUTATO LEO RYAN E IL SUICIDIO DI MASSA

In seguito alle richieste delle famiglie di alcuni membri (che ritenevano che i loro parenti fossero trattenuti al campo contro la loro volontà), si svolse un'indagine e si recarono al Tempio il 17 novembre del 1978 il deputato Leo Ryan, con familiari dei membri del movimento e giornalisti. Al momento della partenza, sulla pista di decollo nella vicina Port Kaituma, il servizio di sicurezza del movimento sparò alla delegazione, uccidendone cinque membri.

Jim Jones, venuto a conoscenza dell'attacco, convocò un'assemblea generale, registrata in un nastro, in cui avanzò la richiesta ai membri del movimento di effettuare un "suicidio di massa per la gloria del socialismo", tramite l'ingestione di una bevanda avvelenata con del cianuro di potassio; nonostante l'alto numero di armi da fuoco presenti a Jonestown, i morti d'arma da fuoco confermati sono solo due, Jim Jones e l'infermiera Annie Moore.

Il livello d'estremo fanatismo forse può spiegare l'adesione della comunità alla decisione di suicidio collettivo, cui si associarono anche quattro adepti residenti a Georgetown. Esistono svariate testimonianze da parte dei pochi superstiti che testimoniarono come le madri abbiano avvelenato volontariamente, e talvolta spontaneamente i figli. L'idea del suicidio di massa circolava già da diversi mesi nella comunità, ed era ormai accettata da diversi membri in quel giorno.


LA TESTIMONIANZA DEI SOPRAVVISSUTI

I sopravvissuti descrivono Jonestown come un misto di prigione e progetto utopistico. Le diserzioni erano poche, sia per la barriera naturale costituita dalla giungla, sia per le feroci punizioni verso i disertori, sia perché lo stato di mobilitazione continua all'interno della comunità rendeva difficile organizzarsi per progettare una fuga.

Le prime pagine di New York Post, New York Times e San Francisco Examiner che avevano citato i resoconti originali dell'esercito della Guyana, riportavano della scoperta di 408 cadaveri, mentre circa 500 persone sarebbero fuggite nella giungla circostante.

L'esercito statunitense arrivò alcuni giorni dopo e aumentò sensibilmente le stime dei cadaveri: dai 700 iniziali, a 780, per un rilievo definitivo dopo una settimana di ricerche di 909 morti, ai quali andavano sommati i 4 seguaci morti alla sede del Tempio a Georgetown, e i 5 caduti durante la sparatoria alla delegazione di Leo Ryan. I sopravvissuti furono solo 167.

Nello spiegare le discrepanze, un funzionario statunitense disse che la Guyana "non sapeva contarli",[17] mentre un altro portavoce spiegò che i 400 trovati inizialmente erano stati ammassati, mentre gli altri 500 e oltre erano in altri luoghi della comunità più nascosti. I morti erano sparsi un po' dappertutto, in alcune parti ammassati uno sopra l'altro e in via di decomposizione in prossimità del padiglione, mentre quelli negli edifici e in zone più lontane non furono subito trovati.

Dal momento che nessuna stima o forma di censimento fu effettuata alla popolazione di Jonestown prima del massacro, si pensa comunque che possano esserci da 20 a 120 seguaci non rientranti nelle statistiche. Questi, secondo i teoristi del complotto, avrebbero formato le cosiddette "Brigate Rosse", il corpo armato del culto responsabile dell'attacco alla delegazione del Congresso, oltre che avente le funzioni basilari di una normale fonte di sicurezza come il controllo lungo le strade e la stabilità interna.
Secondo il New York Times, il primo medico qualificato inviato sulla scena del massacro fu il medico legale guyanese Leslie C. Mootoo. Lui e i suoi assistenti esaminarono oltre 100 cadaveri per circa 32 ore totali di esami e analisi, scoprendo che gran parte degli adulti presentava dosi di cianuro anche in parti del corpo impossibili da raggiungere senza assistenza, come ad esempio nelle scapole, mentre altri presentavano segni d'arma da fuoco. Charles Huff, uno dei primi soldati americani ad arrivare sul posto, riferì d'aver visto "molte vittime d'arma da fuoco", da aggiungersi a quelle invece frecciate con balestre, per le cui modalità di ritrovamento sembrava stessero fuggendo. Mootoo inoltre ritenne che fosse impossibile per i bambini accettare un volontario suicidio, concludendo preliminarmente che la maggior parte delle persone morte a Jonestown non si fossero suicidate, bensì uccise tra di loro.

http://it.wikipedia.org/wiki/Jonestown_(Guyana)