Il 22 gennaio papa Francesco ha firmato il decreto che riconosce un miracolo al giovane José Sanchez del Rio, autorizzando così la sua canonizzazione. Il 14enne messicano è morto martire nel 1928 durante la rivolta dei “cristeros”, che si opposero alle persecuzioni anticattoliche ordinate dall’allora presidente del Messico imbracciando le armi.
«VIVA CRISTO RE!». Il giovane si era unito alla rivoluzione per amore di Cristo Re e della Madonna di Guadalupe. Troppo piccolo per combattere, era diventato il portabandiera di quello strano esercito. Il 6 febbraio 1928, nella cruenta battaglia di Cotija, venne catturato dall’esercito governativo. I soldati gli offrirono la liberazione e ogni bene, chiedendogli in cambio di rinnegare la sua fede. Davanti al suo rifiuto, il 10 febbraio alle 23, lo torturarono e lo portarono al cimitero. Qui gli chiesero per l’ennesima volta di rinnegare la sua fede, ma il giovane continuò a gridare «Viva Cristo Re!». Infastiditi dalla sua ostinazione, lo accoltellarono alla schiena e lo finirono con un colpo di pistola.
LA LETTERA. Sul corpo gli ritrovarono questo biglietto: «Cara mamma, mi hanno catturato, stanotte sarò fucilato. Ti prometto che in Paradiso preparerò un buon posto per tutti voi. Firmato: Il tuo Josè, che muore in difesa della fede cattolica per amore di Cristo Re e della Madonna di Guadalupe».
PRESTO SANTO. La storia di José Sanchez del Rio è al centro del film Cristiada, portato nelle sale italiane nel 2014 anche grazie al settimanale Tempi. Il giovane è stato beatificato nel 2005 da Benedetto XVI e sarà presto santo. Nel video, la scena del film che descrive il martirio di José.