8 maggio 2014

Pseudo-tradizionalisti e Papa

«Una volta un prete molto saggio mi disse che ci troviamo di fronte a una situazione totalmente opposta a quella prospettata nella parabola del buon pastore, che aveva 99 pecore nel recinto ma andò a cercare l’'unica che si era smarrita; oggi ne abbiamo una nel recinto e 99 che non andiamo a cercare».

E aggiungeva: «Sono sinceramente convinto che, al momento attuale, la scelta fondamentale che la Chiesa deve operare non sia di diminuire o togliere dei precetti, di rendere più facile questo o quello, ma di scendere in strada a cercare la gente, di conoscere le persone per nome. Se non lo fa si danneggia da sola».



  I LUPI CONTRO IL PAPA E CONTRO IL POPOLO DI DIO

Quello che sta accadendo in questi tempi, in maniera a dir poco sorprendente, è che nel frattempo che il buon Pastore è alla ricerca delle "99" pecorelle smarrite, la nuova versione dei lupi del Vangelo, in buona sostanza dei fintocattolici, fanno razzia delle pecore insinuando dubbi sulla figura del Vicario di Cristo.

Ai sedevacantisti e lefebvriani formali, si aggiungono i soliti farisei, (pseudo)tradizionalisti che da lupi ma nella veste di pecore cattoliche continuano a mormorare o calunniare il Papa, spesso, in nome di un Concilio che non hanno mai accettato.
Cosi',quando lefevbriani, sedevacantisti,  pseudotradizionalisti calunniano/mormorano davanti alle pecore che si trovano nel recinto della salvezza, dovrebbero ricordarsi dell'8 comandamento:

2464 L'ottavo comandamento proibisce di falsare la verità nelle relazioni con gli altri. Questa norma morale deriva dalla vocazione del popolo santo ad essere testimone del suo Dio il quale è verità e vuole la verità.
In realtà per non trarre in inganno i piccoli del Vangelo, basterebbe, spesso per molto detrattori (in "incognito") dei Papi ,essere più trasparenti con quelli che sono interlocutori che siano essi lettori o ascoltatori, circa la loro fedeltà alla Chiesa cattolica che si distingue , anche e soprattutto, per la sottomissione ai Pontefici e per l'adesione sostanziale allo spirito dei Concili.

"Viene detto scisma, il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti"
Catechismo


La chiesa poi c'istruisce per mezzo dei concilj ecumenici; e perciò la perpetua tradizione di tutti i fedeli ha tenute sempre per infallibili le definizioni de' concilj generali, e per eretici coloro che a quelle non han voluto sottoporsi.
Sant'Alfonso Maria de Liguori


In ogni caso, dopo le critiche di molti improvvisati "teologi/dottori della Chiesa" su facebook e su carta stampata su come dovrebbe rapportarsi il Vicario di Cristo con i non credenti, val la pena ricordare regole che hanno segnato il percorso di molti santi della Chiesa


[365] Tredicesima regola.
Per essere certi in tutto, dobbiamo sempre tenere questo criterio: quello che io vedo bianco lo credo nero, se lo stabilisce la Chiesa gerarchica. Infatti noi crediamo che lo Spirito che ci governa e che guida le nostre anime alla salvezza è lo stesso in Cristo nostro Signore, lo sposo, e nella Chiesa sua sposa; poiché la nostra santa madre Chiesa è guidata e governata dallo stesso Spirito e signore nostro che diede i dieci comandamenti.

dagli Esercizi spirituali di Sant' Ignazio di Loyola
Poco conta però questa regola per innumerevoli (pseudo)tradizionalisti ognuno dei quali crede alla stregua di San Paolo o Santa Caterina da Siena di essere nelle condizioni intellettuali (teologicamente parlando) di poter contestare Papi e Concilii.
Noi "semplici peccatori, che non abbiamo avuto la grazia di parlare direttamente con Dio come Santa Caterina, Santa Brigida o San Paolo e di avere la loro santità tanto da poter dire la nostra su "errori" di comunicazione o pastorali del Papa, preferiamo ricordare quanto avvenne per una sola mormorazione di Aronne e di sua moglie, mentre Mosè conduceva per Dio il suo popolo nella terra promessa.

1 Maria e Aronne parlarono contro Mosè a causa della donna etiope che aveva sposata; infatti aveva sposato una Etiope. 2 Dissero: «Il Signore ha forse parlato soltanto per mezzo di Mosè? Non ha parlato anche per mezzo nostro?». Il Signore udì. 3 Ora Mosè era molto più mansueto di ogni uomo che è sulla terra.
4 Il Signore disse subito a Mosè, ad Aronne e a Maria: «Uscite tutti e tre e andate alla tenda del convegno». Uscirono tutti e tre. 5 Il Signore allora scese in una colonna di nube, si fermò all'ingresso della tenda e chiamò Aronne e Maria. I due si fecero avanti. 6 Il Signore disse:
«Ascoltate le mie parole!
Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore,
in visione a lui mi rivelerò,
in sogno parlerò con lui.
7 Non così per il mio servo Mosè:
egli è l'uomo di fiducia in tutta la mia casa.

8 Bocca a bocca parlo con lui,
in visione e non con enigmi
ed egli guarda l'immagine del Signore.
Perché non avete temuto
di parlare contro il mio servo Mosè?».

9 L'ira del Signore si accese contro di loro ed Egli se ne andò; 10 la nuvola si ritirò di sopra alla tenda ed ecco Maria era lebbrosa, bianca come neve; Aronne guardò Maria ed ecco era lebbrosa.
11 Aronne disse a Mosè: «Signor mio, non addossarci la pena del peccato che abbiamo stoltamente commesso, 12 essa non sia come il bambino nato morto, la cui carne è già mezzo consumata quando esce dal seno della madre». 13 Mosè gridò al Signore: «Guariscila, Dio!».14 Il Signore rispose a Mosè: «Se suo padre le avesse sputato in viso, non ne porterebbe essa vergogna per sette giorni? Stia dunque isolata fuori dell'accampamento sette giorni; poi vi sarà di nuovo ammessa». 15 Maria dunque rimase isolata, fuori dell'accampamento sette giorni; il popolo non riprese il cammino, finché Maria non fu riammessa nell'accampamento. 16 Poi il popolo partì da Caserot e si accampò nel deserto di Paran. (Numeri 12)


In questo contesto, per non essere tacciati, al solito di modernismo, visto che nella mente degli pseudo-tradizionalisti esiste, a quanto pare, questo indiscutibile bipolarismo da applicare, eventualmente, addirittura ai Papi non in accordo con la loro visione, va specificato che il tradizionalismocontroconciliare, altro non è, che un'ottusa risposta al cancro modernista.

Il riallineamento delle realta' teologiche alla visione divina anziche' a quelle terrene, non è pensabile che possa avvenire in forza di schematismi filolefebvriani in un popolo di Dio fortemente sottoposto a forze centrifughe culturali, scientiste,letterarie che solo cinquanta anni fa erano impensabili.

L'intelletto di ogni uomo viene illuminato dallo Spirito Santo, e il Pastore che è riuscito a creare un terreno fertile perchè il non credente si apra a questa azione, ha già fatto un gran lavoro.


La realtà è che la carità dell'evangelizzatore è stata abolita dallo (pseudo) tradizionalismo.

DIALOGO CON I NON CREDENTI

Il buon Pastore che esce dal recinto per ri-conquistare le pecorelle a Cristo, deve muoversi con grande sapienza e cautela.
In quest'ottica bisogna semplicemente capire che l'evangelizzazione non consiste nel presentare al non credente il catechismo completo e poi eventualmente farglielo firmare per presa visione, in modo da dire alla nostra coscienza:
"abbiamo evangelizzato!"
Il Buon Pastore, parte da punti comuni per guidare la pecorella smarrita alla méta ovvero Cristo.

Questo perchè , come ci dice lo stesso Papa citando Benedetto XVI
La Chiesa non cresce per proselitismo, cresce per attrazione, per testimonianza. E quando la gente, i popoli vedono questa testimonianza di umiltà, di mitezza, di mansuetudine, sentono il bisogno che dice il Profeta Zaccaria: ‘Vogliamo venire con voi!’. La gente sente quel bisogno davanti alla testimonianza della carità, di questa carità umile, senza prepotenza, non sufficiente, umile! Adora e serve!”

In un mondo fortemente secolarizzato e  fortemente modernista il Papa  costruisce il mosaico  di tutte le verità cristiane aggiungendo i pezzi giorno per giorno, ben sapendo  che ai non credenti troppo spesso non si può dare "nutrimento solido".
Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali, ma come ad esseri carnali, come a neonati in Cristo. [2]Vi ho dato da bere latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate capaci.

O ancora vengono in mente le parole di Cristo rivolte agli apostoli:

"Avrei molte cose da dirvi, ma non potete ancora sopportarne il peso"

Tornando ai punti di partenza, in forza dei quali, il non credente, può trovare Dio, possiamo chiarire il percorso che Papa Francesco segue nel suo dialogo alla luce del catechismo:
Le vie che portano alla conoscenza di Dio

31 Creato a immagine di Dio, chiamato a conoscere e ad amare Dio, l'uomo che cerca Dio scopre alcune « vie » per arrivare alla conoscenza di Dio. Vengono anche chiamate « prove dell'esistenza di Dio », non nel senso delle prove ricercate nel campo delle scienze naturali, ma nel senso di « argomenti convergenti e convincenti » che permettono di raggiungere vere certezze. Queste « vie » per avvicinarsi a Dio hanno come punto di partenza la creazione: il mondo materiale e la persona umana.

32 Il mondo: partendo dal movimento e dal divenire, dalla contingenza, dall'ordine e dalla bellezza del mondo si può giungere a conoscere Dio come origine e fine dell'universo. San Paolo riguardo ai pagani afferma: « Ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità » (Rm 1,19-20).

E sant'Agostino dice: « Interroga la bellezza della terra, del mare, dell'aria rarefatta e dovunque espansa; interroga la bellezza del cielo, [...] interroga tutte queste realtà. Tutte ti risponderanno: guardaci pure e osserva come siamo belle. La loro bellezza è come un loro inno di lode ["confessio"]. Ora, queste creature, così belle ma pur mutevoli, chi le ha fatte se non uno che è bello ["Pulcher"] in modo immutabile? ».

34 Il mondo e l'uomo attestano che essi non hanno in se stessi né il loro primo principio né il loro fine ultimo, ma che partecipano di quell'« Essere » che è in sé senza origine né fine. Così, attraverso queste diverse « vie », l'uomo può giungere alla conoscenza dell'esistenza di una realtà che è la causa prima e il fine ultimo di tutto e « che tutti chiamano Dio ».
( San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, I, q. 2, a. 3, c: Ed. Leon. 4, 31.)

35 L'uomo ha facoltà che lo rendono capace di conoscere l'esistenza di un Dio personale. Ma perché l'uomo possa entrare nella sua intimità, Dio ha voluto rivelarsi a lui e donargli la grazia di poter accogliere questa rivelazione nella fede. Tuttavia, le prove dell'esistenza di Dio possono disporre alla fede ed aiutare a constatare che questa non si oppone alla ragione umana.


http://www.cattoliciliberi.it/critiche_papa_90.html