29 maggio 2014

Maria nei Padri della Chiesa

Giustino martire: Dialogo con Trifone 100, PG 6, 712,

II Figlio di Dio si è fatto uomo per mezzo della Vergine, affinchè la disobbedienza provocata dal serpente fosse annullata attraverso la stessa via per la quale prese inizio. Come infatti Èva, che era vergine e incorrotta, dopo aver accolto la parola del serpente, partorì disobbedienza e morte, allo stesso modo Maria, la Vergine, avendo ricevuto dall'Angelo Gabriele il buon annuncio che lo Spirito Santo sarebbe disceso su di lei e che la potenza dell'Altissimo l'avrebbe adombrata, concepì fede e gioia, per cui il santo nato da lei sarebbe stato il Figlio di Dio. Perciò rispose: " Mi avvenga secondo la tua parola " (Le 1,38). Cosi per mezzo di lei è nato colui a proposito del quale, come abbiamo dimostrato, sono state dettate tante Scritture. Per mezzo di lui Dio abbatte anche il serpente, insieme a quegli angeli e a quegli uomini che sono divenuti simili a lui.

Ireneo: Contro le eresie 3,22

È proprio nel contesto della dottrina della ricapitolazione di tutte le cose in Cristo che Ireneo spiega il ruolo della Vergine santa nel piano divino della salvezza, ricorrendo al parallelismo Eva-Maria. Mentre Giustino, come si è visto, aveva toccato questo tema casualmente, Ireneo ne trae lo spunto per una più matura e profonda riflessione teologica:

Come Èva, la quale, pur avendo come marito Adamo, era ancora vergine..., disobbedendo divenne causa di morte per sé e per tutto il genere umano, allo stesso modo Maria, che, pur avendo lo sposo, era ancora vergine, obbedendo divenne causa di salvezza per sé e per l'intero genere umano... Così dunque il processo della disobbedienza di Èva trovò la soluzione grazie all'obbedienza di Maria. Ciò che Èva aveva legato a causa della sua incredulità, Maria lo ha sciolto mediante la sua fede.

Ireneo: Contro le eresie 5,19

Come Èva fu sedotta dalla parola dell'angelo (decaduto) al punto di fuggire davanti a dìo, avendo trasgredito la sua parola, così Maria ricevette il lieto annuncio per mezzo della parola dell'angelo, cosicché, obbedendo alla sua parola, portò Dio dentro di sé. E come quella si lasciò sedurre fino a disobbedire a Dio, così questa si lasciò persuadere in modo da obbedire a dìo. Per questo la Vergine Maria divenne avvocata della vergine Èva.

E come il genere umano fu legato alla morte a causa di una vergine, così ne fu liberato per mezzo di una Vergine, giacché la disobbedienza di una vergine fu controbilanciata dall'obbedienza della Vergine.

Se dunque il peccato del primo uomo fu riparato dalla retta condotta del Figlio primogenito (di Dio); se la scaltrezza del serpente fu vinta dalla semplicità della colomba (Maria), e se sono stati spezzati i legami che ci tenevano vincolati alla morte, sono stolti gli eretici: essi ignorano l'economia di Dio; ignorano la sua opera nei confronti dell'uomo .

Ireneo: Dimostrazione 33

Era conveniente e giusto che Adamo fosse ricapitolato in Cristo affinchè la morte fosse assorbita nell’immortalità e che Eva fosse ricapitolata in Maria, affinchè la Vergine, divenuta avvocata di un’altra vergine, potesse annullare e distruggere con la sua verginale obbedienza, la disobbedienza verginale.

IL NUOVO ADAMO E LA NUOVA ÈVA 

...L'apostolo Paolo, nella lettera ai Galati, afferma chiaramente che " dìo mandò il proprio Figlio, nato da una donna " (Gai 4,4). E anche nella lettera ai Romani dice: "Riguardo al Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne; costituito Figlio di dìo nella potenza, secondo lo Spirito di santificazione Ìn seguito alla risurrezione dai morti, Gesù Cristo nostro Signore" (Rm 1,3-4).

Se così non fosse, la sua discesa in Maria sarebbe inutile. A quale scopo infatti sarebbe disceso dentro di lei, se da lei non avesse dovuto prendere nulla? E inoltre, se non avesse preso nulla da Maria, non si sarebbe accostato ai cibi terreni; ne, dopo aver digiunato quaranta giorni come Mosè ed Elia, avrebbe patito la fame (cf. Mt 4,2) se il suo corpo non avesse sentito il bisogno del nutrimento; ne Giovanni, suo discepolo, avrebbe scritto di lui asserendo: " Gesù, stanco del viaggio, se ne stava seduto" (Gv 4,6). Neppure Davide avrebbe predetto di lui: "Hanno fatto un'aggiunta al dolore delle mie piaghe" (Sai 68,27). Ne Gesù avrebbe pianto su Lazzaro (cf. Gv 11,35) o sudato gocce di sangue (cf. Le 22,44) o detto: " L'anima mia è triste " (Mt 26,38); ne dal suo fianco colpito sarebbero sgorgati sangue e acqua (cf. Gv 19,34). Orbene questi fatti sono tutti dei segni che egli prese carne dalla terra, ricapitolando in se stesso questa carne al fine di salvare la propria creatura.

Per questo Luca descrive una genealogia che va dalla nascita del Signore nostro fino ad Adamo, comprendendo settantadue generazioni (cf. Le 3,23-38). Così il Signore congiunse la fine all'inizio e fa vedere come egli abbia ricapitolato in se stesso tutte le genti disseminate a partire dai tempi di Adamo e tutte le lingue e le generazioni umane unitamente al medesimo Adamo. Perciò lo stesso Adamo è stato definito da Paolo " figura di colui che doveva venire " (Rm 5,14). Il Verbo infatti, che è l'artefice di tutte le cose, aveva prefigurato in lui la futura economia secondo la quale il Figlio di Dio si sarebbe rivestito della natura umana. Dapprima Dio aveva creato l'uomo animale, evidentemente perché potesse essere salvato dall'uomo spirituale (cf. ICor 15,46). Siccome il Salvatore era preesistente, doveva venire all'esistenza anche la creatura che sarebbe dovuta essere salvata, affinchè il Salvatore non fosse inutile.

In conformità con questo disegno, accadde che la Vergine Maria fu trovata obbediente allorché disse: " Ecco la tua serva; mi avvenga secondo quanto hai detto" (Le 1,38). Ma Èva disobbedì; e lo fece quando era ancora vergine. Come Èva, che pure aveva quale marito Adamo, era ancora vergine allora — infatti " erano ambedue nudi " nel paradiso " e non ne provavano vergogna" (Gn 2,25), dal momento che erano stati creati poco tempo prima e non avevano idea alcuna a proposito della generazione dei figli: infatti occorreva che prima diventassero adulti e che solo allora incominciassero a moltiplicarsi — come Èva dunque, avendo disobbedito, divenne causa di morte per sé e per tutto il genere umano, così Maria, che pur avendo lo sposo a lei destinato era ancora vergine, obbedendo divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano.

Ireneo: Contro le eresie 3,22

Per tale motivo la legge chiama la donna fidanzata a un uomo, moglie di colui che l'ha presa come fidanzata, anche se costei è ancora vergine; con questa espressione infatti vuole indicare retrospettivamente il riferimento di Maria ad Èva. In effetti se qualcosa è stata legata, non può essere sciolta se non disfacendo in senso inverso i nodi del legame, cosicché i primi nodi vengono sciolti mediante il disfacimento dei successivi e, inversamente, sono questi ultimi che liberano i primi. In una parola: il primo nodo è sciolto dal secondo e il secondo causa lo scioglimento del primo.

È questa la ragione per cui il Signore ha dichiarato che i primi sarebbero stati in realtà gli ultimi e gli ultimi i primi (cf. Mt 19,30). Anche il profeta afferma la stessa cosa quando dice: " Al posto dei padri, ti sono stati generati dei figli" (Sai 44,17). Il Signore, infatti, essendo divenuto " il Primogenito dei morti " (cf. Col 1,18) e avendo accolto nel suo seno gli antichi padri, li ha rigenerati alla vita di Dio, divenendo egli stesso il primo dei viventi (cf. Col 1,18), come Adamo era diventato il primo dei morti. Perciò Luca, volendo individuare gli inizi della genealogia del Signore, la riconduce indietro ad Adamo, indicando che non sono stati i padri a rigenerare il Figlio, ma è stato questi a rigenerare loro nel vangelo della vita. Così dunque avvenne che il nodo della disobbedienza di Èva fu sciolto dall’obbedienza di Maria; e ciò che la vergine Èva aveva legato con la sua incredulità, Maria lo ha sciolto con la sua fede.

Tertulliano, De carne Chrìsti 17. 1-5, PL 2, 827-828

Èva credette al serpente; Maria credette a Gabriele. La prima credendo peccò; la seconda credendo cancellò il peccato. Ma, si dirà, alla parola del diavolo Èva non concepì nel proprio seno. Invece concepì: da allora infatti la parola del diavolo divenne in lei un seme che le fece concepire cose abiette e la fece partorire nel dolore. Alla fine diede alla luce il diavolo fratricida (Caino). Maria al contrario diede alla luce colui che un giorno salverà Israele, suo fratello carnale e suo carnefice. Dio dunque mandò nel seno (di Maria) il Verbo divino, affinchè questi, da buon fratello, cancellasse perfino il ricordo del fratello cattivo.

Nota: Questa testimonianza di Tertulliano appare estremamente preziosa perché conferma che la dottrina del parallelismo Eva-Maria era conosciuta anche in occidente già nei primi secoli e che pertanto la figura di Maria incominciava a diventare oggetto di riflessione teologica in tutta la Chiesa.

Tertulliano: MARIA TERRA VERGINE 

Innanzi tutto occorrerà difendere il motivo che esigeva che il Figlio di Dìo nascesse da una Vergine. In modo nuovo infatti doveva nascere l'iniziatore di una nuova nascita, a proposito della quale il Signore aveva dato un segno preannunciato da Isaia. Quale segno? " Ecco, la vergine concepirà e partorirà un Figlio " (Is 7,14). La Vergine dunque concepì e partorì l'Emmanuele, che significa Dio-con-noi.

Ed è questa la nuova nascita: che l'uomo nasce da Dio da quando Dio è nato nell'uomo, dopo aver assunto la carne dell'antico seme, ma senza servirsi di questo seme, in modo da riformarla mediante un nuovo seme, cioè quello spirituale, e purificarla dopo aver eliminato tutte le antiche macchie. Ma, come avvenne per tutti gli eventi, questa totale novità è stata raffigurata nell'antico sapiente disegno imperniato su una vergine. Quando fu creato l'uomo per opera di Dio, la terra era ancora vergine, non essendo stata violata dal lavoro dell'uomo ne sottoposta alla semina. Sappiamo che da essa Dio creò l'uomo quale anima vivente.

Se dunque il primo Adamo fu creato in questo modo, a più forte ragione il nuovo e ultimo Adamo, come disse l'Apostolo, doveva essere estratto da una terra vergine, cioè da una carne non ancora violata dalla generazione, per opera di Dio, affinchè diventasse spirito che da vita. E tuttavia, affinchè non appaia mutile l'introduzione del nome di Adamo, per quale ragione l'Apostolo ha chiamato "Adamo" il Cristo (cf. ICor 15,45) se la sua umanità non ha avuto un'origine terrena? Ma anche qui viene in aiuto alla nostra apologià una motivazione di natura sa-pienziale: mediante un'operazione uguale, Dio ha ricuperato la sua immagine e la sua somiglianzà che erano state catturate dal demonio.

Come infatti la parola del diavolo, creatrice di morte, era penetrata in Èva, che era ancora vergine, analogamente doveva entrare in una Vergine il Verbo di dìo, edificatore della vita, affinchè colui che era andato in perdizione fosse ricondotto alla salvezza per mezzo del medesimo sesso. Èva aveva creduto al serpente; Maria credette a Gabriele: il peccato che Èva aveva commesso prestando fede (al serpente) fu cancellato da Maria che pure credette (a Dio).

Tertulliano, De virginibus velandis 6, 1, PL 2, 945-946)

IN CHE SENSO MARIA E' DETTA: DONNA

Vediamo ora se anche l'Apostolo conserva al vocabolo il medesimo senso della Genesi, la quale lo applica al sesso (cf. Gn 2,23), allorché chiama donna la Vergine Maria (cf. Gai 4,4), come la Genesi aveva chiamato donna Èva. Scrivendo ai Galati dice: " Dio mandò suo Figlio, fatto da donna ", la quale consta che è vergine, anche se Ebione è di parere diverso.

Pure l'angelo Gabriele, mandato alla Vergine, quando la dichiara beata, la colloca tra le donne e non tra le vergini: " Benedetta tu fra le donne " (Le 1,42). Sapeva benissimo l'angelo che anche una vergine può essere chiamata donna.

A queste due testimonianze qualcuno credette di aver dato una spiegazione ingegnosa dicendo che, siccome Maria era sposata, per questo fu salutata donna sia dall'angelo che dall'Apostolo. Infatti colei che è sposata in certo qual modo è nupta (cioè non più vergine). Tuttavia tra l'essere "in certo qual modo" nupta ed esserlo realmente vi è una differenza che si applica solo in questo caso. Negli altri casi invece sposata e nupta coincidono.

Essi invece (Paolo e Gabriele) dissero che Maria è donna, non come se fosse già nupta, ma semplicemente perché è di sesso femminile, anche se ancora vergine; e questo è il significato originario con cui fu usata la parola donna (cf. Gn 2,23).

Clemente Alessandrino: Pedagogo 1,6

II Signore Gesù, frutto della Vergine, non ha proclamato beato il seno delle donne; ne le ha scelte per dare il nutrimento. Ma quando il Padre, pieno di bontà e di amore per gli uomini, ha fatto piovere sulla terra il suo Verbo, questo Verbo stesso divenne il nutrimento spirituale degli uomini virtuosi. Che misterioso prodigio!

Vi è un solo Padre di tutti, un solo Verbo di tutti e lo Spirito Santo è uno e identico dappertutto. Vi è anche una sola vergine madre, che amo chiamare Chiesa. Soltanto questa madre non ebbe il latte, perché sola non divenne donna. Essa è vergine e madre contemporaneamente; Ìntegra in quanto vergine e piena di amore come madre.

Attrae a sé i suoi figli e li allatta con un latte sacro, cioè il Verbo fatto bambino. Non ebbe latte perché il latte era questo bambino, bello e appropriato, cioè il corpo di Cristo.

SUB TUUM PRAESIDIUM " (Dal papiro della Rylands Library)

Sotto la tua misericordia cerchiamo rifugio, o madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo in difficoltà, ma liberaci dal pericolo, o tu che sei la sola pura e la sola benedetta.

(Ongene, Omelie su Luca 8, 1-4, PG 13, 1820-1821)

"L'ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE"

Due facoltà, l'anima e lo spirito, esprimono una duplice lode. L'anima celebra il Signore mentre lo spirito loda Dio; non perché la lode al Signore sia diversa dalla lode a Dio, dal momento che colui il quale è Dio è anche il Signore e colui che è il Signore è anche Dio.

Ci domandiamo in qual modo l'anima possa magnificare il Signore. Se il Signore infatti non può essere soggetto ne alla crescita ne alla diminuzione, essendo colui che è, per quale motivo dice ora Maria: "L'anima mia magnifica il Signore"?

Se considero che il Signore e Salvatore è " l'immagine del Dio invisibile " (Col 1,15) e se constato che la mia anima è fatta " a immagine del Creatore" (Gn 1,27) per essere l'immagine dell'immagine (in effetti la mia anima non è propriamente l'immagine di Dio, ma è stata formata a somiglianzà dell'immagine primitiva), in tal caso potrò comprendere la cosa ponendola in questi termini: alla stregua di coloro che dipingono immagini e che, dopo aver scelto, ad esempio, il volto di un rè, rivolgono la loro abilità artistica a copiare un unico modello, così ognuno di noi, trasformando la propria anima a immagine di Cristo, riproduce un'immagine di lui più o meno grande, talvolta trascurata e sporca, tal altra nitida e luminosa e rispondente all'originale.

Perciò, quando avrò reso più grande l'immagine dell'immagine, vale a dire la mia anima, e l'avrò magnificata con le opere, con il pensiero, con la parola, allora l'immagine di dìo diventa più grande e lo stesso Signore, di cui l'anima è l'immagine, viene magnificato nella nostra stessa anima. E come il Signore cresce nella nostra immagine, così, se siamo peccatori, egli diminuisce e decresce.

Parlando in modo più preciso, il Signore ne diminuisce ne decresce. Siamo noi che, invece di indossare l'immagine del Salvatore, ci rivestiamo di altre immagini. Al posto dell'immagine del Verbo, della sapienza, della giustizia e di tutte le altre virtù, assumiamo le sembianze del demonio, al punto di poter essere chiamati "serpenti, generazione di vipere" (Mt 23,33). Indossiamo anche la maschera del Icone, del drago e delle volpi, allorché diventiamo crudeli, velenosi, astuti; e perfino quella del ca-prone, quando siamo troppo inclinati verso Ì piaceri dei sensi.

Ricordo di aver detto un giorno, spiegando il passo del Deuteronomio in cui sta scritto: " Non fate alcuna immagine di uomo o di donna, nessuna immagine di animale" (Dt 4,16-17), che, essendo " la legge spirituale " (Rm 7,14), alcuni si formano a immagine d'uomo, altri di donna, altri rassomigliano agli uccelli, ai rettili e ai serpenti; altri infine rassomigliano a Dio. Chi ha letto quella spiegazione comprenderà in qual modo si debbano intendere queste parole.

Orbene, dapprima l'anima di Maria magnifica il Signore e, dopo, il suo spirito esulta in Dio. Ciò significa che, se prima non siamo cresciuti, non possiamo esultare.

Origene, Commento a Giovanni 1, 4, PG 11, 1408
L'APOSTOLO GIOVANNI RICEVE MARIA COME MADRE 

Occorre quindi avere l'ardire di affermare da una parte che i vangeli sono le primizie dell'intera Scrittura e dall'altra parte che primizia dei vangeli è quello di Giovanni, il cui senso profondo non può essere colto se non da colui che ha poggiato il capo sul petto di Gesù e che da lui ha ricevuto Maria come sua propria madre.

Colui che sarà un altro Giovanni deve diventare tale da essere indicato da Gesù, per così dire, come un altro Giovanni, vale a dire come un altro Gesù. Se infatti non esiste alcun figlio di Maria all'infuori di Gesù, secondo il parere di coloro che pensano rottamente di lei, e ciò nonostante Gesù disse a sua madre: "Ecco il tuo figlio" (Gv 19,26), e non già: Ecco anche questo è tuo figlio; ciò significa: Questi è Gesù che hai partorito.

Chiunque infatti è perfetto, non è più lui a vivere, ma in lui vive Cristo (cf. Gal 2,20); perciò quando si parla di lui a Maria, si dice: Ecco il tuo figlio, cioè Gesù Cristo.

Origene, Contro Celso 1, 39, PG 11, 733)
MARIA, DONNA DI UMILI CONDIZIONI 

Non mi sembra opportuno battermi contro accuse proferite senza serietà e per ischerzo (da Celso): " Era forse bella la madre di Gesù ed è forse per la sua bellezza che Dio si unì a lei, egli che per natura non può innamorarsi di un corpo incorruttibile? Non è poi sconveniente che Dio si sia innamorato di una che non era ne ricca ne di stirpe regale, giacché nessuno la conosceva, neppure i suoi vicini? ". Asserisce ancora, scherzando, che " quando venne in odio al falegname e fu da lui scacciata, non potè salvarla neppure la potenza divina ne le sue proteste di fedeltà. No — conclude — tutto questo non ha nulla a che vedere con il regno di dìo ". In che cosa differisce questo dalle villanie che alcuni proferiscono per strada, senza il minimo decoro?

S.Agostino:

Da "Natura e Grazia" 36,42

Eccettuata la santa Vergine della quale, per l’onore del Signore, non voglio assolutamente che si faccia questione quando si parla di peccato, poiché come possiamo sapere quale maggior abbondanza di grazia le sia stata conferita per vincere da ogni parte il peccato, mentre meritò di concepire e partorire Colui che è ben certo di non avere alcun peccato?
AmarDio

Figura di Maria è la terra 

§ 3 E evidente infatti che Dio non ha solo prodotto dal nulla tutte le cose in vista della semplice esistenza, ma anche in vista della esistenza beata : perché ciò appartiene alla somma bontà. [...] Per questo dunque la creatura è plasmata due volte : essa riceve la semplice esistenza all'inizio dei secoli, l'esistenza beata nel loro compimento. [...]

Figura di Maria è la terra 

§ 4 Il verbo Creatore, nella prima creazione, volendo plasmare il primo Adamo, prese la polvere dalla terra [...] e formò il suo corpo con la sua mano creatrice e con la sua potenza, senza che la concupiscenza e i desideri carnali precedessero in alcun modo la sua formazione, ma la terra offrì la materia per la sua plasmazione, la forma e l'anima razionale invece le infuse lo stesso Verbo Creatore ; così anche nella seconda creazione, che ha apportato agli esseri l'esistenza beata, potresti scorgere qualcosa di simile.

Il Verbo creatore non ri-plasma dapprima in Adamo, [...] ma in se stesso rinnova la nostra natura, la porta a perfezione e le dona l'esistenza beata. E Dio stesso, - oh prodigio inaudito ! - diventa un altro Adamo, egli stesso creatore e creatura ; e così da lui procede questa seconda creazione, che apporta l'esistenza felice a tutta l'antica creazione, divenuta già tutta in cristo una nuova creatura (cf. Gal 6, 15).

Perciò il nuovo Adamo, fatto e insieme fattore di se stesso, avendo dapprima condotto all'esistenza, nel tempo prestabilito prima dei secoli, la Vergine come una specie di terra, e avendo assunto da lei come da polvere con la sua mano creatrice, che è lo Spirito Santo, la sua carne, è apparso nella nostra forma, senza che alcuna concupiscenza né voluttà carnale abbia in nessun modo preceduto la sua concezione e formazione.

Vedi dunque che il modo di creazione del primo Adamo era il tipo e l'ombra del secondo. [...]

Ma considera la differenza che esiste tra la realtà e la sua ombra. Il primo Adamo è divenuto causa di maledizioni per la terra che l'aveva portato : "Maledetta la terra - è scritto - nelle tue fatiche" (Gn 3, 17) ; invece il nuovo Adamo ha reso benedetta colei che lo ha generato : "Benedetta sei tu fra le donne" (Lc 1, 28. 42), è detto. Non solo ; ma l'ha costituita sorgente e dispensatrice di benedizione per tutti gli altri.

N.B. nel § 6, l'autore spiega che figura di Maria è anche la terra promessa.

Teofane Niceno, Discorso sulla Madre di Dio.

In G. Gharib e E. Toniolo (ed) Testi mariani del secondo Millennio. 1. Autori orientali,

Città nuova Roma 2008, p. 427-428. Estratti F. Breynaert.

AmarDio

Beata sei, Maria
Beata sei, Maria, perché in te hanno trovato soluzione gli enigmi e i misteri annunciati dai profeti. Mosè ti rappresentò nel roveto ardente e nella nuvola, Giacobbe nella scala, Davide nell`arca dell`alleanza ed Ezechiele nella porta chiusa e sigillata. Ed ecco, col tuo parto oggi tutti quei misteri si sono adempiuti. Sia lode al Padre che ha mandato il suo Figlio unigenito, sorto da Maria, liberandoci dall`errore e glorificandone la memoria sulla terra e nel cielo. Beata sei, Maria, che lo hai concepito. Beata che lo hai partorito. Beata che hai nutrito colui che tutti nutre. Beata che hai portato nel tuo seno quel forte che porta il mondo nella sua potenza e tutto governa. Beata e benedetta che le tue labbra hanno baciato quella vampa che consuma il figlio della schiatta di Adamo. Beata sei tu, perché dal tuo seno è irradiato uno splendore che si diffonde su tutta la terra, la quale ora chiama te beata. Beata sei tu, perché col tuo latte hai nutrito Dio, il quale nella sua misericordia si è fatto piccolo per rendere grandi i miseri. Gloria a te, o nostro rifugio! Gloria a te, o nostro orgoglio, perché per opera tua la nostra stirpe è stata innalzata al cielo. Supplica Dio, nato da te, che mandi pace e calma alla sua Chiesa. Per la forza delle tue preghiere, o madre dell`Altissimo, doni egli alla terra e ai suoi abitatori la pace piena! Lode a colui che è sorto da Maria, che l`ha fatta sua madre e che in lei si è fatto fanciullo. Sia benedetto il re dei re che si è fatto uomo e che ha innalzato la stirpe umana all`altezza del paradiso. Lode a colui che l`ha mandato a nostra redenzione e gloria allo Spirito Santo che cancella i nostri peccati! Balaj Siro, Preghiere e inni, 3,6
AmarDio

..." nelle Scritture divinamente ispirate, ciò che si dice in modo universale della Vergine Madre Chiesa, lo si intende in modo singolare della Vergine Madre Maria”

Isacco della stella

Dai «Discorsi» di sant\'Anselmo, vescovo
(Disc. 52; PL 158,955-956)
O Vergine, per la tua benedizione è benedetta ogni creatura

Cielo, stelle, terra, fiumi, giorno, notte e tutte le creature che sono sottoposte al potere dell\'uomo o disposte per la sua utilità, si rallegrano, o Signora, di essere stati per mezzo tuo in certo modo risuscitati allo splendore che avevano perduto, e di avere ricevuto una grazia nuova inesprimibile. Erano tutte come morte le cose, poiché avevano perduto la dignità originale alla quale erano state destinate. Loro fine era di servire al dominio o alle necessità delle creature cui spetta di elevare la lode a Dio. Erano schiacciate dall\'oppressione e avevano perso vivezza per l\'abuso di coloro che s\'erano fatti servi degli idoli. Ma agli idoli non erano destinate. Ora invece, quasi risuscitate, si rallegrano di essere rette dal dominio e abbellite dall\'uso degli uomini che lodano Dio.
Hanno esultato come di una nuova e inestimabile grazia sentendo che Dio stesso, lo stesso loro Creatore non solo invisibilmente le regge dall\'alto, ma anche, presente visibilmente tra di loro, le santifica servendosi di esse. Questi beni così grandi sono venuti dal frutto benedetto del grembo benedetto di Maria benedetta.
Per la pienezza della tua grazia anche le creature che erano negl\'inferi si rallegrano nella gioia di essere liberate, e quelle che sono sulla terra gioiscono di essere rinnovate. Invero per il medesimo glorioso figlio della tua gloriosa verginità, esultano, liberati dalla loro prigionia, tutti i giusti che sono morti prima della sua morte vivificatrice, e gli angeli si rallegrano perché è rifatta nuova la loro città diroccata.
O donna piena e sovrabbondante di grazia, ogni creatura rinverdisce inondata dal traboccare della tua pienezza. O vergine benedetta e più che benedetta, per la cui benedizione ogni creatura è benedetta dal suo Creatore, e il Creatore è benedetto da ogni creatura.
A Maria Dio diede il Figlio suo unico che aveva generato dal suo seno uguale a se stesso e che amava come se stesso, e da Maria plasmò il Figlio, non un altro, ma il medesimo, in modo che secondo la natura fosse l\'unico e medesimo figlio comune di Dio e di Maria. Dio creò ogni creatura, e Maria generò Dio: Dio che aveva creato ogni cosa, si fece lui stesso creatura di Maria, e ha ricreato così tutto quello che aveva creato. E mentre aveva potuto creare tutte le cose dal nulla, dopo la loro rovina non volle restaurarle senza Maria.
Dio dunque è il padre delle cose create, Maria la madre delle cose ricreate. Dio è padre della fondazione del mondo, Maria la madre della sua riparazione, poiché Dio ha generato colui per mezzo del quale tutto è stato fatto, e Maria ha partorito colui per opera del quale tutte le cose sono state salvate. Dio ha generato colui senza del quale niente assolutamente è, e Maria ha partorito colui senza del quale niente è bene.
Davvero con te è il Signore che volle che tutte le creature, e lui stesso insieme, dovessero

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