11 giugno 2012

Il massacro di Jonestow

Jim Jones, da predicatore a massacratore

Jim Jones: "Noi non ci siamo suicidati, abbiamo compiuto un atto rivoluzionario per protestare contro un mondo disumano"

Un'adepta: "Credevo che ci fosse un paradiso in terra".

Il racconto dei pochi adepti sopravvissuti e una troupe che era nella Guyana poche ore prima del massacro.

La vita di Jim Jones nell'infanzia in una cittadina dell'Indiana. Il giovane Jim si sentiva emarginato per la sua povertà ed era molto sensibile verso tutte le forme di emarginazione, compresa quella che colpiva la comunità di colore.

L'unico posto dove riesce a fare amicizie è la chiesa pentecostale del luogo dove diventa anche lui predicatore.

Si ispira ai grandi predicatori neri e comincia a radunare proseliti utilizzando anche gli argomenti rivoluzionari di Martin Luther King e di Malcom X.

Adotta anche un bambino nero che, in questo video, racconta la sua infanzia vicino al padre adottivo.

Molti bianchi lo disprezzano per le sue idee e atteggiamenti antirazzisti, la comunità in cui vive lo isola e Jones decide di andare via con i suoi adepti verso una nuova terra promessa: la California

Negli anni 1970 fonda una comune costituita da persone di diversi ceti sociali e razze. Il nucleo della sua predicazione è la frase evangelica in cui Gesù esorta i cristiani a vendere i propri beni e a mettere tutto in comune.

Dopo l'inizio dei viaggi di Jones in tutta l'America il numero diei suoi adepti aumenta considerevolmente.