20 gennaio 2015

Il pugno di Antonio Socci a Papa Francesco e a Medjugorje

Papa Francesco ha appena terminato il bellissimo viaggio in Sri Lanka e Filippine, al centro dell’attenzione ha ovviamente messo la povertà, la centralità dei poveri. Durante la messa conclusiva hanno partecipato 7 milioni di persone, un record storico. Per molti che lo hanno seguito è stato commovente osservare quanto è avvenuto.
Purtroppo, però, il pontificato di Francesco è perseguitato da un gruppetto di «cristiani con la faccia amareggiata, con quella faccia inquieta dell’amarezza, che non è in pace. Mai, mai un santo o una santa ha avuto la faccia funebre, mai! I santi hanno sempre la faccia della gioia. O almeno, nelle sofferenze, la faccia della pace», come ha spiegato Francesco. Spiace dirlo, ma tra questi campioni della lamentela c’è anche Antonio Socci, che, ad ogni intervento pubblico di Francesco, spulcia i discorsi e sottolinea i presunti aspetti anticristiani, scomunicando pubblicamente il Pontefice.
Lo ha fatto anche in questa circostanza, replicando alle parole del Pontefice nella conferenza stampa finale. Nel suo ennesimo articolo (ormai scrive solo se c’è da punire il Papa) e nella sua prima accusa, ha infatti sostenuto che Francesco ha nientemeno colpito le famiglie numerose che «si sono sentite paragonare ai “conigli”, già sono tartassate dallo stato e dai sarcasmi della mentalità dominante. Si aspettavano, almeno dal Papa, comprensione e incoraggiamento, e hanno avuto randellate», citando ovviamente l’onnipresente suo “caro amico” che si è offeso alle parole del Papa. E’ una ennesima manipolazione di quanto ha detto Francesco. Innanzitutto occorre ricordare che pochi giorni prima di partire per le Filippine, il 29 dicembre 2014, Francesco ha proprio incontrato l’Associazione nazionale delle Famiglie numerose affermando«Giustamente voi ricordate che la Costituzione Italiana, all’articolo 31, chiede un particolare riguardo per le famiglie numerose; ma questo non trova adeguato riscontro nei fatti. Resta nelle parole. Auspico quindi, anche pensando alla bassa natalità che da tempo si registra in Italia, una maggiore attenzione della politica e degli amministratori pubblici, ad ogni livello, al fine di dare il sostegno previsto a queste famiglie. Ogni famiglia è cellula della società, ma la famiglia numerosa è una cellula più ricca, più vitale, e lo Stato ha tutto l’interesse a investire su di essa!». Ovviamente Socci non ha mai riportato queste parole ai suoi fans.
In secondo luogo, Francesco durante la conferenza stampa ha usato come esempio una donna che «era incinta dell’ottavo dopo sette cesarei. “Ma lei vuole lasciare orfani sette?”. Questo è tentare Dio». Per questo ha detto: «ma questa è una irresponsabilità. “No, io confido in Dio”. “Ma guarda, Dio ti da i mezzi, sii responsabile”. Alcuni credono che – scusatemi la parola, eh? – per essere buoni cattolici dobbiamo essere come conigli, no? No. Paternità responsabile. Questo è chiaro e per questo nella Chiesa ci sono i gruppi matrimoniali, ci sono gli esperti in questo, ci sono i pastori, e si cerca. E io conosco tante e tante vie d’uscita lecite che hanno aiutato a questo». Socci ha evitato anche di citare le parole del presidente delle Famiglie numeroseGiuseppe Butturini, che ha elogiato l’intervento del Papa, concordando con lui sull’irresponsabilità del comportamento di questa madre.
Per chi è in buona fede è evidente che Francesco stia smontando il vecchio luogo comune anticattolico sul sesso solo per procreazione, dimenticando gli insegnamenti sui metodi naturali (nel Sinodo sulla Famiglia si è parlato di «maternità e paternità responsabile» nel capitolo contro la contraccezione e a favore dei metodi naturali). Parla di “vie d’uscita lecite” e invece molti opinionisti anticlericali (Massimo Gramellini, Carlo Tecce ecc. stanno affermandoche il Papa avrebbe aperto alla contraccezione, incredibilmente lo ha scritto anche la vaticanista Franca Giansoldati). Lo aveva già detto Giovanni Paolo II«il pensiero cattolico è sovente equivocato, come se la Chiesa sostenesse un’ideologia della fecondità ad oltranza, spingendo i coniugi a procreare senza alcun discernimento e alcuna progettualità. Ma basta un’attenta lettura dei pronunciamenti del Magistero per constatare che non è così». Peccato che in quell’occasione Socci non criticò Wojtyla di accusare le famiglie numerose di “procreare senza alcun discernimento”. Due pesi e due misure, come sempre accade a chi tradisce il buon senso.
Nella sua seconda accusa, lo scrittore ha sostenuto che Francesco si sia «rimangiato lo scivolone sul “pugno” e mi viene da ridere a pensare come faranno ora a fare marcia indietro tutti quegli zuavi pontifici che – col solito zelo – si erano messi a giustificare la reazione violenta all’insulto verbale». Facendolo, ha sostenuto Socci, avrebbe fatto «la toppa peggio del buco perché – per rimangiarsi la gaffe – ha detto che “in teoria” il Vangelo dice che non si deve rispondere con la violenza. E così il Vangelo diventa una “teoria” di un sognatore». Anche in questo caso è una mistificazione della realtà: Francesco non ha rimangiato nulla, gli è stato chiesto di chiarire meglio il suo discorso a causa di alcune strumentalizzazioni mediatiche e lui lo ha fatto, riproponendo lo stesso identico concetto: «Questo volevo dire: che in teoria siamo tutti d’accordo. C’è libertà di espressione, una reazione violenta non è buona, è cattiva sempre. Tutti d’accordo. Ma nella pratica fermiamoci un po’, perché siamo umani e rischiamo di provocare gli altri e per questo la libertà deve essere accompagnata dalla prudenza. Quello volevo dire». Francesco sta chiaramente invitando gli uomini, cristiani e non, alla prudenza nell’uso della libertà d’espressione: è vero che il Vangelo chiede di porgere l’altra guancia ma non si può confidare sul fatto che tutti ascoltino il Vangelo, e c’è il rischio serio di provocare reazioni violente. Il discorso è talmente chiaro e cristallino che ci si stupisce di come possa essere manipolato ancora, a meno che si sia pregiudizialmente contro il Papa. Esattamente come coloro che affermano che Gesù istighi alla violenza quando disse: “Non sono venuto a portare pace, ma una spada” (Mt 10,34). Basta mettere da parte l’ideologia, contestualizzare le parole e si capisce il vero senso della frase.

Parlando di questa campagna antipapista di Antonio Socci bisogna comunque riflettere su una cosa. Conosciamo tutti la sua devozione verso la Madonna di Medjugorje, è anche l’autore di un bellissimo libro su questo. Bene, il 17 agosto 2014 durante l’apparizione a Ivan, uno dei veggenti di Medjugorje, la Madonna ha chiesto«in modo particolare, cari figli in questo tempo pregate per il mio amatissimo Santo Padre, pregate per la sua missione, la missione della pace», un’indicazione decisamente rara nei messaggi di Medjugorje. Nessuno si aspettava questa richiesta, Francesco è molto amato…eppure, misteriosamente, Antonio Socci non solo ha evitato di riportare le parole di Maria sul suo “amatissimo Santo Padre”, ma, per una strana coincidenza, proprio verso la fine dell’estate scorsa ha intensificato la sua opposizione al Santo Padre. Poche settimane dopo la richiesta della Madonna di pregare per la missione di Francesco, Socci ha infatti pubblicato il suo libro intitolato “Non è Francesco” dove, addirittura ha messo in dubbio l’elezione complottando un conclave farlocco (tesi completamente smontata, tanto che lui non ne parla più evitando altre gaffe). Non solo, esattamente due mesi dopo la richiesta di Maria di intensificare le preghiere per “il mio amatissimo Santo Padre”, Socci ha definito il Papa «la bandiera e il simbolo del cattoprogressismo», profetizzando «la spaccatura della Chiesa».
Antonio Socci pare davvero non ascoltare più nemmeno i messaggi e le richieste delle apparizioni (e non chiede ai suoi lettori di farlo, come faceva un tempo), anzi ne ha contrastato i contenuti. Inoltre, a causa del diffuso fenomeno di antipapismo che ha generato, molti stanno davvero iniziando a sospettare che sia lui stesso -e l’armata tradizionalista dalla faccia funebre che lo segue- uno dei motivi (non certo l’unico) per cui la Madonna quest’estate -poche settimane prima l’uscita del suo libro contro il Papa- ha chiesto di pregare per «il mio amatissimo Santo Padre». E’ un’ipotesi, ovviamente, ma chi ha orecchie per intendere, intenda.