30 aprile 2015

LE 100 risposte ai fratelli separati di buona volontà


Puoi provare con la Bibbia - cosi si apre l'opuscolo diffuso dai Protestanti, la serie delle domande:
DOMANDA: 1. Che Gesù Cristo abbia fondato la Chiesa cattolica romana, anzichè la Sua Chiesa? (Leggi Matteo 16,18).
Equivoca e quanto mai capziosa appare questa prima domanda alla luce delle chiare affermazioni del Vangelo. La Chiesa di Cristo, infatti, quella che in S. Matteo (16-20) egli chiama appunto, con tenerezza divina, la mia Chiesa, non è e non può, essere che quella fondata su Pietro: "Tu sei Pietro (cefa, roccia) e su questa pietra edificherò la mia Chiesa".

RISPOSTA: Il Vangelo, al riguardo, non può essere più esplicito. A Pietro, - primo capo di tale Chiesa scelto dallo stesso divin fondatore -, nel corso dei secoli e senza soluzione di tempo si sono succeduti nella sua sede episcopale i Romani Pontefici fino a quello attuale, per cui la Chiesa di Roma è quella che deriva direttamente da quella istituita da Cristo e con essa necessariamente si identifica.
Se così non fosse, bisognerebbe dire o che Cristo nessuna Chiesa ha fondato o che il suo disegno sia andato miseramente fallito, perchè dopo di lui non è sorta al mondo altra Chiesa che vanti origine da lui. Lungo i secoli si sono avute, è vero, numerose altre Chiese, ma queste provengono tutte come scismatiche o eretiche da una separazione da quella Romana o dall'aperto abbandono delle verità fondamentali della dottrina di Cristo.
Dissidenti ed eretici - come aveva predetto Nostro Signore stesso - hanno infatti sconsigliatamente scossa ed infranta l'unità religiosa voluta da Cristo per la sua Chiesa. Foglie e rami sono così caduti in ogni tempo dal gigantesco tronco piantato dal Figlio di Dio; ma mentre l'albero grandioso - tetragono ai ripetuti assalti delle forze avverse - ha continuato a donare la sua ricchezza vitale, allargandosi sempre più fino agli estremi confini della terra, nei rami staccati altri distacchi si sono prodotti, lo scisma ha generato nuovi scismi.
E' anche per questa dolorosa realtà che nessuno - per poco che vi rifletta - stenta oggi a riconoscere nella Chiesa di Roma, sempre compatta ed unita, quella autentica di Cristo. Del resto, possono questi nostri fratelli separati provare "con la Bibbia" che Cristo abbia fondato le loro varie comunità evangeliche, spesso divise e in lotta tra di loro, anzichè la "sua Chiesa? "
La domanda successiva sembra formulata apposta per più confondere le idee.
DOMANDA: 2. Puoi provare che le dottrine e le pratiche della Chiesa romana di oggi siano le stesse di quelle della Chiesa primitiva?
RISPOSTA: Rispondiamo: se si tratta di verità contenute - almeno implicitamente - nella S.Scrittura e quindi da Dio rivelate, le dottrine della Chiesa di oggi sono perfettamente identiche a quelle della della Chiesa primitiva. Se invece si tratta di semplici norme e disposizioni che regolano i riti liturgici, il modo di amministrare i sacramenti, la lingua da usare nelle celebrazioni cultuali, e simili - al cui riguardo nessuna prescrizione si ha nel testo biblico - è logico che possono non essere le stesse; lo stabilirle, in questo caso, resta nelle facoltà della Chiesa, che, come organismo vitale e in continua crescita sapientemente le adegua - scrutando sempre i segni dei tempi - alle esigenze contemporanee e ai mutati bisogni spirituali delle anime.
Del resto, potrebbero i nostri fratelli separati dimostrare con la Bibbia - essi che tanto critici ed esigenti si mostrano nei riguardi della Chiesa cattolica - che le loro dottrine e pratiche di oggi siano le stesse di quelle della Chiesa primitiva? Che, ad esempio, i primi cristiani avessero dei luoghi di culto diversi dalle case private, che avessero delle grandi vasche apposta per i battesimi, che usassero le chitarre ed altri strumenti musicali,ecc.? .
Non meno subdola ed insidiosa si presenta la domanda 3, la quale non solo dà un numero incompleto delle tradizionali note essenziali e distintive della Chiesa ma le interpreta anche in modo inesatto e tendenzioso:
DOMANDA: 3. Puoi provare: "Che la Chiesa di Roma sia quella stessa che Cristo fondò, cioè: SANTA, ossia preoccupata soltanto di servire Dio per la redenzione spirituale dell'umanità? - CATTOLICA nel senso che le sue dottrine e pratiche sono state professate da tutta la cristianità dai primi secoli fino ad oggi? - APOSTOLICA vale a dire che sia rimasta fedele alla fede, alla dottrina e alle pratiche degli Apostoli, quali risultano nel Nuovo Testamento, tanto da poter dire: il Vangelo, tutto il Vangelo e nient'altro che il Vangelo? ".
RISPOSTA: Come anche i semplici cristiani sanno, le note essenziali, che contraddistinguono la vera Chiesa di Cristo, non sono semplicemente tre - come la domanda vorrebbe farci credere, - bensì quattro, consacrate solennemente fin dai primi inizi del cristianesimo nel Credo o Simbolo apostolico e ripetute anche in quello di Nicea (325) ed in quello costantinopolitano (384):
"Credo la Chiesa, UNA, SANTA, CATTOLICA, APOSTOLICA".
La domanda ignora proprio la prima e la più fondamentale di tali prerogative - quella dell'unità -, che stava particolarmente a cuore al divin Redentore fino a chiederla con amorevole insistenza al Padre nella sua preghiera sacerdotale dell'Ultima Cena (Gv. 17) e che formalmente promise alla sua Chiesa: e si farà un solo ovile e un solo pastore" (Gv 10,16).
Di questa importantissima e fondamentale prerogativa dell'unità, che comporta non solo unità di fede ma anche di regime, la Riforma protestante ha fatto un vero e proprio scempio. Chiese e sette ormai senza numero, professanti ciascuna dottrine sostanzialmente diverse e spesso contrastanti, non riflettono più - neppure nei punti fondamentali come in fatto di sacramenti - il genuino insegnamento di Cristo e degli Apostoli. Oltre a ciò manca in esse - non dovendo sottostare ad alcuna Chiesa visibile - ogni unità di governo. Una vera babele regna a questo riguardo nel mondo protestante: chiunque può arrogarsi il diritto, secondo che si sente interiormente ispirato, di dirigere gli altri in fatto di fede e facendosi da sè - senza dipendere da alcun superiore - caposcuola e fondatore di una nuova setta. Se una parvenza di unità si riscontra in qualche precipua setta, essa le proviene quasi sempre dall'autorità politica, che ne ha fatto una chiesa nazionale.
Santa è la Chiesa, non per il grado di fervore - sempre soggettivo ed interiore - con cui si serve Dio, ma perchè santo è il suo capo e fondatore Gesù Cristo; santa la sua dottrina in tutto conforme al Vangelo; santi i sacramenti istituiti per la salvezza delle anime e che essa fin dai suoi primi inizi fedelmente conserva ed amministra; santa anche perchè in molti dei suoi figli ha saputo produrre frutti mirabili di perfezione evangelica.
Cattolica, cioè universale, è la Chiesa non perchè le sue dottrine siano state professate esplicitamente "da tutta la cristianità dai primi secoli fino ad oggi", ma perchè essa è destinata ed abbraccia le genti di tutti i tempi e di tutti i luoghi senza distinzione alcuna di razza o di nazione in piena ottemperanza al comando divino: "Andate e predicate a tutte le genti" (Mt 28,19).
Apostolica, infine, è la Chiesa non per il fatto che si sia mantenuta ferma ad una formulazione arcaica delle verità da Dio rivelate e trasmesse dagli Apostoli, ma perchè ne conserva intatto l'insegnamento attraverso i loro legittimi successori i Romani Pontefici e i Vescovi preposti al governo delle chiese locali.
Non diversamente dai farisei del Vangelo, che gridavano allo scandalo nel vedere Cristo mangiare e bere coi pubblicani e i peccatori (Me 2,16), i Protestanti passano a domandarci:
DOMANDA: 4. Alla Chiesa di Cristo possono appartenere dei peccatori non convertiti e impenitenti, ladri, assassini, adulteri, bugiardi, ingannatori, bestemmiatori, idolatri, ecc... ? " (Gal 5,19-21; Ef 5,5; Ap 22,15).
RISPOSTA: Ma tanta e così indignata sorpresa, espressa dai Protestanti in questa loro domanda, viene a trovarsi in pieno e stridente contrasto con la S.Scrittura. Che facciano infatti parte della Chiesa di Cristo, viatrice in questo mondo verso la patria del cielo, non solo i giusti ma anche i peccatori, lo si deduce in modo evidente dalle parabole cosiddette "del regno", nelle quali i giusti vengono raffigurati in comunanza di vita coi peccatori. Così nella parabola della rete: "Il regno dei cieli è simile ad una rete gettata in mare, che prende ogni sorta di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, poi sedutisi, mettono i buoni nei canestri e buttano via i cattivi" (Mt 13,47-48).
Così pure nella parabola del loglio o zizzania, ai servitori, meravigliati che insieme al grano fosse spuntato e crescesse anche loglio e che propongono di andarlo subito ad estirpare, il padrone risponde: "No, per timore che cogliendo il loglio, sbarbiate anche il grano. Lasciate che l'uno e l'altro crescano fino alla mietitura" (Mt. 13,28-29).
Oltre a ciò viene a dissipare ogni dubbio - anche se ve ne fosse bisogno - il Vangelo dello stesso S.Matteo: "Se un tuo fratello ha peccato contro di te, va e correggilo fra te e lui solo; se ti ascolta hai guadagnato il tuo fratello. E se non ti ascolta, prendi con te uno o due affinchè per bocca di due o tre testimoni si stabilisca ogni cosa. E se non ne fa caso, fallo sapere alla Chiesa: se poi non ascolta neppure la Chiesa, consideralo come un pagano o un pubblicano" (Mt 18,15-17).
Qui - come è chiaro - si tratta di un peccatore che fa parte della Chiesa. E' quindi falso che vi facciano parte soltanto i giusti.
I Protestanti adducono in contrario i passi della S.Scrittura, da essi citati in calce alla stessa domanda. Ma tali passi si riferiscono alla fase finale del Regno dei cieli, cioè al Paradiso. Così in Galati 5,19-21 dopo di aver elencato diversi generi di peccatori, si conclude: "Coloro che fanno tali opere, non avranno in eredità il regno di Dio". In Efesini 5,5 "Perchè sappiatelo bene, nessun fornicatore, nessun impudico, nessun avaro, che è quanto dire nessun idolatra, partecipa al regno di Cristo e di Dio".
La separazione tra buoni e cattivi avverrà alla fine del mondo come apertamente vien detto anche nelle parabole citate: "Così avverrà alla fine del mondo: gli angeli verranno e separeranno i cattivi di mezzo ai giusti, e li getteranno nella fornace di fuoco, dove sarà pianto e stridore di denti" (Mt 13,50).
Si passa, dopo di ciò, a domandarci
DOMANDA: 5. "Che non vi sia salvezza fuori della Chiesa romana?" (cfr At 4,10-12).
RISPOSTA: Se Cristo ha istituito la sua Chiesa lo ha fatto evidentemente perchè le anime raggiungessero la loro salvezza eterna poichè Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità" (1 Tm 2,4).
Se infatti la Chiesa è l'ovile, del quale Cristo è la porta, e il gregge, di cui Egli stesso è il buon Pastore (Gv 10,1; 1 Pt 5,4), è più che chiaro che per raggiungere la salvezza occorre farvi parte.
Solo Cristo - come si sa - è il Mediatore e la via della salvezza; ora, se Egli si è reso presente in mezzo a noi nel suo Corpo che è la Chiesa, ne resta con ciò stesso comprovata la necessità di questa sua Chiesa, nella quale si entra per il battesimo come per una porta (cfr Mc 16,16). Non potrebbero per conseguenza salvarsi quegli uomini che, pur sapendo che la Chiesa cattolica è stata da Cristo fondata come necessario mezzo di salvezza, non volessero entrare in essa o in essa perseverare.
Come il Verbo incarnato, "luce del mondo"(Gv 9,5) "che illumina ogni uomo"(Gv 1,9), ha in sé una natura invisibile - la divina - e una natura umana che lo rende visibile agli uomini, cosi pure la sua Chiesa consta di un duplice elemento: la sua intima vitalità soprannaturale, e la sua compagine esterna, fatta di gerarchia e di popolo, che ne è la parte strutturale visibile. Non è quindi difficile capire che per essere pienamente incorporati nella società della Chiesa è necessario accettare integralmente la sua organizzazione e tutti i mezzi di salvezza di cui è dotata ed essere così - anche nella sua struttura visibile - congiunti in pienezza di vita con Cristo.
Però, anche se incorporato alla Chiesa, non si salva colui che non persevera nella carità e nella fede. Viceversa si salva, grazie alla Chiesa e perché in qualche modo appartenente ad essa, chi pur non conoscendo il Vangelo di Cristo si sforza con tutto il cuore di conoscere la verità e di metterla in pratica secondo i dettami della coscienza.