16 gennaio 2014

Alcuni cenni in opposizione al libello anticattolico realizzato dal rev. Stefano Testa del centro biblico di Napoli e diffuso da vari settari

di Paolo Blandini: Carissimi fratelli e sorelle da diversi anni subiamo attacchi da vari movimenti religiosi alternativi, come evangelici, di varie denominazioni, di brahamaniti, testimoni di Geova ecc. ma ho visto che un bel gruppo di fratelli cattolici ci difendiamo bene, perché preparati biblicamente e storicamente sulla Chiesa Cattolica , però ci sono fratelli cattolici, che purtroppo, non sono preparati in questo senso e che ingenuamente cascano con queste persone, e molto spesso rimangono scossi, e purtroppo molti ci cascano e abbandonano la Vera Chiesa. Allora ho deciso di postare alcune accuse fatti da questi per mettere in crisi il Cattolico non preparato ecc. Per cui ho preso un bel lavoro fatto da altri fratelli che rispondono alle accuse fatte da questi, e questo sarà un valido aiuto per i nostri fratelli impreparati, per cui vi prego gentilmente di condividere questo lavoro, in modo che venga letto da più persone, e consiglio anche di conservarlo e possibilmente stamparlo e potete servirvi di questo bel lavoro. E un lavoro lungo, come dice un evangelico, un lenzuolo lunghissimo, ma ne vale la pena per aiutare altri fratelli a non farsi trovare impreparato, certo non c’è tutto, ma quello che c’è in questo, basta.
Un consiglio: quando vi dicono qualche cosa contro la Chiesa consiglio di andare a verificare personalmente se ciò risulta a verità, facendo ricerche, perdendoci anche del tempo, perché molto spesso le loro accuse non risultano a verità , come è successo di constatare a me personalmente facendo delle ricerche, per cui BUONA LETTURA:
Rev. Stefano Testa
Lista delle eresie e delle invenzioni umane adottate e perpetuate dalla chiesa cattolica romana nel corso di 1600 anni. 
settima edizione italiana
«E conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi» (Gesù, secondo le parole di Gv 8:32). 
AVVERTENZA. - Queste date in molti casi sono approssimative. Molte di queste eresie furono correnti qua e là nella Chiesa molto tempo prima di essere adottate ufficialmente; ma è solo quando un Concilio le ha ufficialmente adottare e il Papa le ha proclamate come dogma di fede che esse DEVONO essere credute e praticate dai cattolici. Per essere verace, una dottrina deve essere conforme alla Parola di Dio. «Alla legge! Alla testimonianza! Se il popolo non paria così, non vi sarà per lui alcuna aurora!» Is 8:20. Nella riforma del secolo XVI, queste eresie furono ripudiate perché non d'accordo con l'insegnamento di Gesù e degli Apostoli quale si trova nel Nuovo Testamento.
1. Tra tutte le invenzioni umane praticate dalla Chiesa Romana e contrarie al Vangelo, le più antiche sono la preghiera per i morti e il segno della Croce. Ambedue furono inventate verso l'anno 310
Furono ufficialmente adottate intorno al 500 dopo Cristo.
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

Il rev. Testa conosce così poco la Chiesa cattolica da classificare come "Dogmi di fede" tutti i 44 punti da lui elencati (diversi dei quali sono ripetizioni di punti già elencati!). 
AVVERTENZA - Se le date sono approssimative, come il rev. Testa afferma, vuoi dire che non sono giuste, per questo le nostre date, in molti casi, correggono quelle dal rev. citate approssimative o inventate a caso. Molte delle loro eresie furono correnti, qua e là, nelle scomparse sétte e molto dopo, sono state adottate ufficialmente da quelle nord-americane, emigrate in Europa da cinquant'anni circa dell' E. V. Benché vari Concili, Teologi, Biblisti, Studiosi e semplici cristiani le abbiano smentite, le dette sétte continuano a diffonderle. Per essere verace, una dottrina deve essere conforme alla Parola di Dio. Ma per esse non c'è Isaia che tenga cfr. Is. 8:20! Nella riforma del secolo XVI, queste eresie furono ripudiate DALLA CHIESA DEI VERI CRISTIANI, perché non d'accordo con l'insegnamento di Gesù e degli Apostoli quale si trova nel Nuovo Testamento. 

1. PREGHIERA PER I MORTI - SEGNO DELLA CROCE 
Il Centro Biblico di Napoli è così poco biblico da distribuire Bibbie mutilate di ben 7 Libri Sacri: Tobia - Giuditta - Sapienza - Siracide (o Ecclesiastico) - I Maccabei - II Maccabei - Baruc. Ebbene: nel II libro dei Maccabei 12,39-45 si riscontra la dottrina biblica della necessità di pregare per i morti. La validità dei 7 Libri Sacri cancellati dal Centro Biblico di Napoli è comprovata dal fatto che detti Libri erano contenuti nella traduzione in lingua greca dell' Antico Testamento denominata "dei Settanta". 
Ora, è universalmente riconosciuto che gli evangelisti riportano nel Nuovo Testamento ben 300 citazioni (su un totale di 350) riprese dalla traduzione "dei Settanta". 
É provato, quindi, che la Bibbia "dei Settanta", contenente i 7 libri in questione, venne usata ed approvata da Gesù Cristo, dagli Apostoli, dagli evangelisti, ecc. Ma il Centro Biblico di Napoli riprova Gesù Cristo e l'intera Chiesa primitiva e getta nella spazzatura ben 7 Libri sacri. Il rev. Testa afferma che la preghiera per i morti fu "un'invenzione" di Giuda Maccabeo II Mac 12,38 come scritto nella Bibbia (completa), ancora nel II secolo a.C. Gesù stesso ci insegnò ad invocare "i santi morti" nella parabola dove un ricco invoca: "Padre Abramo, abbi pietà di me! Dì a Lazzaro ... " Lc 16,24. La chiesa che è un unico corpo I Cor 1,17 estende la sua preghiera a tutti i suoi membri, defunti compresi. Prove archeologi che provano che sin dai primi anni della Chiesa primitiva i cristiani incidevano e scolpivano il segno della croce sul metallo, sul legno, sulla pietra, ecc. Vedere ad esempio la croce degli scavi di Ercolano anteriore al 79 d.C. Non si vede perché i cristiani che incidevano e scolpivano le croci non potessero fare il segno della croce sulla loro persona, ben più cara a Gesù della pietra e del legno. Il segno della croce significa per i Cristiani "Dio che salva, potenza di Dio", ma per i settari è "pazzia come quelli che vanno verso la perdizione" I Cor 1,18. I martiri facevano il segno della croce prima di affrontare il martirio. Tutti i veri cristiani, fin dai tempi immemorabili volevano che IL SEGNO DELLA CROCE li accompagnasse in ogni momento e in tutte le azioni della loro giornata. A questo riguardo nel!' anno 211, quasi 100 anni prima del 310, TERTULLIANO scrisse «Nell'uscire di casa e all'entrare, nel vestirsi, nel bagno, nel sedersi a mensa, nell'andare a letto, insomma in ogni azione che al vita quotidiana comporta, ci segniamo la fronte con la Croce (così come facciamo oggi prima della lettura del Vangelo). Lo stesso hanno detto S. GIROLAMO, IPPOLITO, ecc. Tutti comunque prima del 310.
Rev. Stefano Testa
2. La venerazione di santi morti e di angeli, verso l'anno 375
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

2. LA VENERAZIONE DEI SANTI MORTI E Di ANGELI risale al Vecchio Testamento: Giosuè "si gettò con la faccia a terra dinanzi al capo dell'esercito del Signore" Gs 5,13, così Tobi e Tobia Tb 12,5. Così i veri cristiani li onorarono quali messaggeri di Dio e loro aiuto. Dice il salmista:
"Per i santi, uomini nobili che sono sulla terra è tutto il mio amore".
Sal 15,3 - Rom 1,31 - Ef 6,9-10 - I Tm 2,1-4. La Bibbia dice che bisogna amare ed onorare i santi che sono sulla terra. Perché mai i santi che sono in cielo e gli angeli non devono essere venerati? (Venerare significa: onorare, stimare, amare). In Ap 5,8 San Giovanni dice: "Le coppe d'oro erano colme delle preghiere dei SANTI". Sempre in Ap 8,3-4 l'apostolo Giovanni afferma "Dalla mano dell'angelo saliva verso Dio la preghiera dei santi".
Dunque i Santi esistono prima della data citata. I Santi erano già in cielo ed è lì che l'Apostolo li vede, davanti al trono di Dio Ap. 6,9. Ricordiamo poi ciò che dice ancora la Bibbia
"Facciamo l'elogio degli uomini illustri, dei nostri antenati per generazione. Questi furono virtuosi, i cui meriti non vanno dimenticati
Sir 44,1-10 - Sir 49,15 - Eb 11,32-35 - 12,1-2. Dio si serve degli angeli per aiutare l'uomo in difficoltà:

"Ecco, io mando un Angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non ribellarti a lui. Non dimentichiamo che ognuno di noi ha un Angelo protettore - Mt 18,10 - Sal 33,8.
Rev. Stefano Testa
3. La celebrazione quotidiana della Messa entrò in uso nel 394
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

3. LA CELEBRAZIONE QUOTIDIANA DELLA MESSA
Negli Atti degli Apostoli si dice che i primi cristiani erano assidui nello spezzare il pane. Qui non si vuol dire che i cristiani erano dei mangioni che stavano continuamente a banchettare, bensì che erano degli assidui nella celebrazione Eucaristica, cioè la Messa. Testi storici come la DIDACHÉ attestano che subito dopo Gesù, la S. Messa era celebrata ogni domenica. E ancora dice: In ogni luogo e in ogni tempo, mi sia offerto un sacrificio mondo, poiché io son un gran re, dice il signore, e il mio nome è ammirevole tra le genti. Chi sostiene che la celebrazione della Messa deve essere legata alle scadenze di tempo o commemorazioni, ignora che cosa ha voluto fare e comandato il Signore nell'ultima Cena. La Messa è: Frazione del pane At 2,42, Cena del Signore I Cor 11,20, Azione di grazia o Eucarestia Mt 26,27 - Mc 14,20 - Lc 22, 17 xAt 27,35, Benedizione I Cor 10,16. Ma quando
" .. ogni volta farete questo .. " I Cor 11,24 - Lc 22,19. I primi Cristiani e quindi gli Apostoli si radunavano spesso, specialmente la domenica 1 Cor 16,2 - At 20,7 - Ap 1,10 per celebrare la Messa I Cor Il,20
"L'invenzione umana" dunque sta nella quotidiana adorazione di Dio!
Rev. Stefano Testa
4. Il culto di Maria, madre di Gesù, e l'uso dell'espressione «Madre di Dio» a lei applicato, ebbe origine nel Concilio di Efeso del 431 
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

4. IL CULTO DI MARA E L'USO DELL'ESPRESSIONE "MADRE DI DIO" 
Il Culto mariano risale al primo secolo d.C. Nello scavo realizzato a Nazareth, sotto la Basilica dell'Annunciazione,è stato trovato di recente uno straordinario graffito: "Ave Maria".
Successivamente, proseguendo gli scavi, sono emersi altri graffiti: "Sul santo luogo di Maria ho scritto"e "Vergine bella!".
Circa la qualifica di Madre di Dio è noto che Gesù Cristo è Dio fatto uomo e che Maria è sua madre. Quindi, se Gesù è Dio fatto uomo, Maria è Madre di Dio fatto uomo. Di sicuro non fu sua zia. I veri inviati ad annunciare la Parola di Dio sanno che"l'espressione Madre di Dio a lei applicato, ebbe origine" ben 1200 anni prima: "Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emanuele Dio con noi". Is 7,14 - Mt 1,23 con Matteo 431 anni prima, Luca con "l'espressione" - Madre del mio Signore - Lc 1,43, questi passi confermano quanto fu precisato nel Concilio di Efeso. I falsi inviati delle sétte, dunque, sono più sordi di chi non vuoi ascoltare! Il culto di Maria come Madre di Dio non ebbe "origine" ad Efeso, ma vi è stata definita la formula in ciò che già si credeva.
Rev. Stefano Testa
5. Il monachesimo fu introdotto in Occidente da Benedetto da Norcia che costruì il primo monastero a Monte Cassino nel 528. Gesù ordinò ai Suoi Discepoli di predicare a tutti i popoli della terra, non di segregarsi in conventi o monasteri Mt 10:5-8 - 28:19-20 - Mc 16:15-20.
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

5. IL MONACHESIMO 
Anche qui per ignoranza i settari non sanno che "il monachesimo fu introdotto in occidente". Da S.Atanasio di Alessandria nel 335, favorito in modo determinante dall'opera di insigni capi della Chiesa, come S. Ambrogio, S. Girolamo, Sant' Agostino, Paolo da Nola, ecc. S. Benedetto invece preparò un codice di vita monastica a riforma del monachesimo che già c'era. Gesù non vietò mai "di segregarsi in conventi o monasteri", altrimenti non avrebbero senso i trenta anni da Lui passati nel nascondimento a Nazareth e i 40 giorni di digiuno nel deserto a pregare prima dei suoi soli 3 anni di vita pubblica. In Eb 11,38 San Paolo dice che antichi Profeti furono vaganti per i deserti, sui monti, fra le caverne e le spelonche della terra. Gesù ha approvato e lodato il Battista per la sua austerità e solitudine Luca 7,24-35. San Paolo stesso si isolò per tre anni Gal 1,16-18 insegnando con la sua vita povera e mortificata la rinuncia ai beni terreni e a viva voce esortando: "E tutti quelli che a causa mia hanno abbandonato fratelli e sorelle, padre e madre, case e campi, riceveranno cento volte di più e avranno in eredità la vita eterna Mt 19,29. Dunque il monachesimo occidentale derivò da quello orientale il quale si ispirò a San Giovanni Battista. I monaci occidentali non si segregarono nei monasteri ma diedero luogo ad una grandiosa evangelizzazione e civilizzazione dell’Europa occidentale. Successivamente, con i Santi Cirillo e Metodio monaci, evangelizzarono l'Europa Orientale. I Signori del Centro Biblico di Napoli e i TdG farebbero bene a studiare per conoscere chi insegnò il Vangelo a tutti i popoli europei, chi insegnò a coltivare, a canalizzare, a bonificare, a costruire ospedali (stupefacenti per la loro perfetta progettazione ed esecuzione), chi insegnò mestieri, chi promosse la musica, la pittura., l'architettura, la medicina (erboristeria, ecc.). Per fare qualche esempio: la Pianura Padana, la foresta di Vallombrosa, l'Ile de France, Mont S. Michel, sono opere dei benedettini. Si potrebbe andare avanti per un bel pezzo. Provino piuttosto i signori del Centro Biblico di Napoli a documentare le loro opere, oltre a quelle di gettare fango sulla Chiesa cattolica a mezzo stampati distribuiti diligentemente dai Testimoni di Geova. Inoltre il Centro Biblico di Napoli continua ad essere così poco biblico da ignorare la Bibbia, gli altri testi sacri dei primi secoli ed anche preziosi testi letterari che furono salvati dai benedettini dalla distruzione delle svariate invasioni barbariche; furono ricopiati manualmente in moltissimi esemplari e tramandati ai secoli futuri. Il Centro Biblico di Napoli da chi ha ricevuta la Bibbia? L'ha ricevuta dagli angeli? Dulcis in fundo: Il Rev. Testa, nella prefazione del suo libello si rifà alla Riforma che avrebbe spazzato via tutte le eresie cattoliche. Ebbene: i riformati tedeschi stanno riscoprendo il valore della vita religiosa tanto è vero che la ben nota madre Basilea Schlink ha fondato un istituto religioso di donne contemplative denominato: "Sorelle di Maria" (avete letto bene: di Maria). Provi il Rev. Testa ha condannare anche queste "riformate".
Rev. Stefano Testa
6. La dottrina del Purgatorio fu istituita da Gregorio Magno verso l'anno 593
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

6. LA DOTTRINA DEL PURGATORlO 
Come documentato al punto 1, la Bibbia, II Mac, ci insegna che è cosa lodevole pregare per le anime dei defunti. Poiché non occorre pregare per le anime che sono in Paradiso e non serve a niente pregare per le anime che si trovano nell'Inferno, si deve intendere per le anime che subiscono una purificazione prima di poter accedere al Paradiso. Altri due passi biblici a conferma: I Cr 9,20 dice a proposito di Finees (defunto): " ... Il Signore sia con lui!"; Sir 7,33 dice: "La tua generosità si estenda ad ogni vivente e al morto non negare la tua grazia". Infine l'Apostolo Paolo disse a proposito di certi peccatori che essi si sarebbero salvati come attraverso il fuoco I Cor 3,15. Sulla "dottrina dei Purgatorio" i Padri conciliari di Nicea nel 325 confermarono quanto di Biblico in essa contenuto, che i peccati anche se perdonati conservano la pena da scontare in vita o dopo la morte. Mosè anche se perdonato del suo peccato, Num 20, 1 incappa nella pena inflittagli da Dio non entrando nella terra promessa Deut,34,4; Davide scontò la pena con la morte del figlio adulterino, II Sam 12,5 anche se il suo duplice delitto fu perdonato II Sam 12, 1. Tale dottrina confermata dagli Apostoli II Pt 3,7 - I Cor 3,12-15, II Tess 1,8 non poteva altro che essere anche della Chiesa Cattolica Mt 12,32-34. 
Rev. Stefano Testa 
7. La lingua latina come lingua di culto nella Chiesa fu imposta da Papa Gregorio l nell'anno 600 dopo Cristo La Parola di Dio invece insegna che si deve pregare e predicare nella lingua conosciuta dal popolo (leggi: I Cor 14:19).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

7. LA LINGUA LATINA 
Nel 600 d.C. ebbe inizio la prodigiosa espansione del cristianesimo in un'Europa quanto mai composita per razze, cultura e, soprattutto, lingue e dialetti, spesso non codificati e privi di grammatiche e vocabolari (si pensi ai molti dialetti importati dai barbari dell 'Est). Era indispensabile che il senso della Sacra Scrittura e delle forme liturgiche più importanti non venisse deformato o, addirittura stravolto da molteplici ed imperfette traduzioni. Lo stesso Lutero (che pure aveva tradotto la Bibbia priva dei 7 Libri citati nel punto 1) ed i riformati continuarono ad usare il latino nelle loro istruzioni dottrinali, sia oralmente che per iscritto. Anche gli ebrei continuarono ad usare la lingua ebraica per la loro Bibbia, e gli islamici la lingua araba per il Corano. Inoltre, per i motivi sopra accennati, il latino rimase per molti secoli la lingua obbligata per le varie scienze, tra cui la medicina. Il Centro Biblico di Napoli è nato ieri e ancora non apre gli occhi (la bocca si, eccome!). Nella Chiesa nessuno ha mai imposto di "pregare e predicare" nella lingua latina. Che senso ha predicare se nessuno capisce? La contraddizione evidenzia la menzogna dei settari. Ripetiamo che la Chiesa ha conservato il latino nei casi in cui era indispensabile dare una giusta interpretazione ai suoi documenti, da farsi intendere fedelmente da tutti, così come, ad esempio, per la Bibbia fanno testo solo i libri scritti nella lingua originaria. Il N.T. fu scritto in greco per tutto il mondo allora conosciuto, anche se tale lingua era conosciuta da pochi. La chiesa essendo universale (a differenza delle sétte) inoltre aveva usato il latino anche nella Messa per dare un senso corale ed unico di preghiera a Dio. Ma con il Concilio Vat. II il 04/12/1963 (Cost. cane. Sacros. con. 36 par. 29 "sia nella messa che nell' amministrazione dei sacramenti, sia in altre parti della liturgia, non si rado l'uso della lingua nazionale può riuscire di grande utilità per il popolo". Il Rev. Testa dovrebbe dire in quale lingua veniva celebrata la S. Messa prima del 600?!
Rev. Stefano Testa
8. Secondo il Vangelo le preghiere devono essere dirette solo a Dio. Nella chiesa primitiva non ci furono mai preghiere rivolte a Maria o ai Santi. Tale pratica ebbe origine 600 anni dopo Cristo (Leggi: Mt 11 :28 - Lc 1:46 - At 10:25-26 - 14:14-18).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

8. PREGHIERE A MARIA E AI SANTI
É certo che le preghiere dei santi vengono ascoltate da Dio. La preghiera di Mosè salvò l'intero popolo che pure aveva peccato gravemente. Abramo pregò per Sodoma e Gomorra. S. Paolo pregava per le comunità cristiane e chiedeva di pregare per lui e per tutti, compresi i governanti Ef 6,18-19. Se S. Paolo chiedeva ai cristiani di pregare; se i santi hanno un grande potere di intercessione (che hanno ben utilizzato nella loro vita terrena) non si vede perché non si possa loro chiedere di pregare e non c'è motivo perché non possano fare di più e meglio al cospetto di Dio di quando erano ancora sulla terra. Quindi chiedere l'intercessione dei santi, non solo non è peccato, ma è cosa .assai gradita a Dio che ha concesso innumerevoli miracoli per intercessione di Maria e dei santi. Maria intercedette a Cana e continua ad intercedere ancor oggi. I signori del Centro Biblico di Napoli non credono nei miracoli perché non li ottengono e non li ottengono solo perché non ci credono. Ma Gesù, dopo aver operato miracoli, disse ai suoi discepoli: "Farete cose più grandi perché io vado al Padre". Ovviamente non è il santo a fare i miracoli, ma Dio dietro intercessione dei santi, come è accaduto infinite volte. "Secondo il Vangelo ... le preghiere rivolte a Maria o ai Santi", come precisato al punto l, sono volute proprio da Gesù. Ma i séttari per dare fondamento alle loro menzogne sostengono che la parabola è una favola e non una similitudine come intende il Maestro: "lo parlerò loro in parabole, annunzierò cose nascoste fin dalla creazione del mondo" SI 13,35 - Mt 13,34. Il Magistero della Chiesa Cattolica insegna: - l Tm 2,4-5 - At 4,12 - Eb 5,9. Non vi è che un solo Dio, uno solo anche il mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, nessuna creatura infatti può essere paragonata al verbo incarnato. Questa dottrina sull'ultima mediazione di Gesù Cristo noi Cattolici la professiamo più volte al giorno. Le preghiere ufficiali della Chiesa rivolte a Maria o ai Santi si concludono sempre con queste parole: per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo figlio, che è Dio ...
Questo vuoi dire che qualsiasi cosa noi chiediamo a Dio, in qualsiasi tempo, sotto qualunque forma, noi la chiediamo sempre ed unicamente nel nome di Gesù che è l'unico mediatore, insostituibile. Che la pratica di rivolgere preghiere a Maria ci ai Santi ebbe inizio nel 600 è falsa. Secoli prima i Padri della Chiesa credevano e pregavano Maria e i santi di intercedere per loro. Tra questi Ireneo e Giustino.
Rev. Stefano Testa

9. Il Papato è di origine pagana. Il titolo di Papa, ossia vescovo universale, venne per la prima volta dato dall'empio imperatore Foca al vescovo di Roma nell'anno 610. Ciò egli fece per far dispetto al vescovo Ciriaco di Costantinopoli che lo aveva scomunicato per aver egli fatto assassinare il suo predecessore, l'imperatore Maurizio. 
L'allora vescovo di Roma, Gregorio I, ricusò il titolo, e fu il suo successore, Bonifazio III, il primo ad avvalersi del titolo di Papa. Gesù non lasciò nessun capo fra gli apostoli, essendo Egli sempre il capo immortale della Chiesa (Leggi: Lc 22:24-26 - Ef 1:22-23 – Col 1: 18 - I Cor 3:11l).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

9. IL PAPATO 
Sul Papato i signori del Centro Biblico di Napoli zoppicano da ambedue i piedi. Costoro, essendo a corto di argomenti, cincischiano con la storia dell'imperatore Foca, credendo di poter così dimostrare che il Papato è di origine pagana! Dopo di che sotterrano buona parte del Vangelo affermando che Gesù non lasciò nessun capo tra gli Apostoli. Ma vediamo cosa dice il Vangelo:
• Gesù disse a Pietro, per ben tre volte:  "Pasci le mie pecore" Gv 21,14-17
• Gli disse ancora: "A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli" Mt 16,19
• Ed ancora: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte dei inferi non prevarranno contro di essa" Mt 16,18. La "pietra", è ovvio, è Pietro perché lo dice Gesù, tanto è vero che Gesù aveva appositamente cambiato nome all' Apostolo: da Simone a Cefa, che vuoi dire Pietro Gv 1,42. Ai nostri giorni quasi tutti i protestanti concordano con questa tesi (Ved. Bibbia interconfessionale)
• Pietro viene nominato sempre al primo posto: Mt 10,2 - Mc 3,16-19 -Lc 6,13-16, At 1,13
• Pietro propone e dirige l'elezione di uno (Mattia) che prenda il posto di Giuda, il traditore cf. At 1,15
• Pietro è il portavoce ufficiale di tutta la comunità il giorno di Pentecoste. Tutti avevano ricevuto la forza dello Spirito Santo, ma Pietro parla a nome di tutti i Giudei convenuti a Gerusalemme cf. At 2,14
• Pietro risponde ai capi del popolo e agli anziani per giustificare il suo operato e quello degli altri Apostoli cf. At 4,8
• Pietro vigila sul corretto comportamento dei nuovi discepoli e punisce severamente Ananìa e sua moglie perché avevano mentito allo Spirito Santo cf. 5,1-11
• Pietro è messo in carcere e la preghiera di tutta la chiesa sale incessante a Dio per la sua liberazione cf. At 12,5
• Pietro in modo particolare ha il potere di fare miracoli: guarisce i paralitici cf. At 3,6; 9,34; risuscita i morti cf. At 9,39-41, perfino l'ombra della sua persona opera meraviglie cf. At 5,12-16
• Pietro parla come capo al concilio di Gerusalemme e quanto egli dice, determina le decisioni prese da quell'assemblea con l'assistenza dello Spirito Santo cf. At cap. 15
• Pietro, a preferenza degli altri Apostoli, è consultato da Paolo che vuole assicurarsi dell' autenticità del Vangelo cf. GaI cc. 1 e 2
Sapevate tutto questo? E ora che lo sapete giudicate da voi stessi quanto sia inesatto e fazioso ciò che di Pietro hanno scritto i TdG ed altri. «Pietro ebbe eccellenti privilegi come apostolo di Gesù Cristo, è vero. Ma in nessun luogo egli indica di pensare che fosse il principale degli Apostoli. Né leggiamo in nessun luogo che gli altri Apostoli e discepoli riconoscessero Pietro come un , rendendogli onore come tale». La Bibbia dice tutto il contrario! 

L'EPISODIO DI ANTIOCHIA GAL 2,11-14 
L'episodio di Antiochia cf. GaI 2,11-14 è il cavallo di battaglia di tutti i tradizionali avversari del Primato di Pietro. I TdG non potevano non sfruttarlo per creare confusione ed oscurare la verità di Dio. Hanno scritto: «In un'occasione Paolo ritenne necessario rimproverare Pietro (Cefa) perché aveva seguito una condotta non in armonia con la vera fede cristiana. Il fatto che Pietro sbagliava mostra che non era considerato un capo "infallibile" degli Apostoli e della Chiesa».

La risposta: 
• Va' sempre detto anzitutto che S. Paolo ha sempre considerato S. Pietro come una figura di primo piano nella vita della Chiesa
• Lo chiama abitualmente col nome di Cefa, vale a dire col nome di una funzione primaria e fondamentale affidata a Pietro da Cristo stesso, come già abbiamo spiegato
• Paolo si premura di visitare Cefa a Gerusalemme per confrontare la propria dottrina con quella del Primo fra gli Apostoli. Nota espressamente che non vide altri Apostoli, eccetto una visita a Giacomo, fratello del Signore, che guidava la comunità locale di Gerusalemme f. Gai 1,18-19
• In seguito per Paolo ciò che Pietro fa o dice è normativo e determinante cf. I Cor 9,5. All'assemblea di Gerusalemme Paolo ascolta Pietro che parla per primo e solo dopo riferisce le sue esperienze missionarie cf. At 15,6-12
• Ai cristiani di Corinto Paolo ricorda in particolare l'apparizione del risorto a Cefa come una prova sicura della fede da lui predicata cf. I Cor 15,5.
Per concludere l'argomento del papato si riporta la dichiarazione del Presidente del Consiglio delle Chiese Evangeliche, il Dottor Engelhardt Klaus: "Talvolta noi della Riforma siamo fieri per non doverci sottoporre ad alcun Papa, ma abbiamo infiniti pontefici sui pulpiti delle nostre chiese, in quanto ogni ecclesiastico, uomo o donna, si crede infallibile. Questa è la nostra tentazione ... protestante. Noi proclamiamo di non avere un Papa, di non. averne bisogno, ma poi ogni pastore anche' se non lo dichiara espressamente - io sottolineo - si considera un "pontifex maxiimus". Ciò fa parte della libertas cristiana di luterana memoria: io dispongo, per poi dire, di tutta la libertà, nei riguardi di dio e dintorni" (cfr. "Jesus", dicembre 1992). Quindi: "nessun Papa, tutti papi", compresi i sommi pontefici del Centro Biblico di Napoli. Per conoscenza delle persone serie fu nel sinodo ortodosso degli Occidentali in Sardica nel 343 in cui si documenta che il titolo di Papa venne dato per primo a Melchiade. Due secoli prima di Foca, S. Pier Crisologo 450 scrivendo al vescovo Eutiche, condannato per le sue eresie, lo esortava ad eseguire quanto gli aveva imposto "il beatissimo Papa di Roma" .
Rev. Stefano Testa
10. Il bacio del piede del Papa cominciò nell'anno 709 Gli imperatori pagani si facevano baciare il piede. Il Vangelo condanna simili pratiche. (Leggi: At 10:25 -26 - Ap 19:10 - 22:9).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

10. IL BACIO DEL PIEDE 
Gli imperatori e i potenti nei tempi antichi si facevano baciare il piede. A maggior ragione era giusto che gli uomini onorassero Gesù Cristo baciando il piede del suo rappresentante sulla terra. Il bacio, ovviamente non esaltava l'uomo, cioè il Papa, bensì Gesù Cristo rappresentato dal Papa. Oggi il bacio del piede appare assai strano, ma nei tempi andati non lo era; esso non fu mai considerato segno di culto per la persona, e tanto meno di adorazione, ma. segno di grande rispetto e di ossequio. Il bacio del piede non fa parte dei contenuti della Fede Cattolica, ma agli usi e costumi che variano con i tempi. Il Vangelo anche questa volta dice il contrario dei séttari, perché alla prostituta che baciava i piedi a Gesù, viene riservata una universale testimonianza. Ma i farisei ipocriti, come quelli di ieri, si scandalizzano e mormorano Mc 14,4, anche quando il Papa, ospite in una nazione, bacia la terra in segno di saluto riverente e di servizio fraterno.
Rev. Stefano Testa 
11. Il potere temporale papale cominciò nell'anno 750. Quando Pipino, l'usurpatore del trono di Francia, discese in Italia chiamato da Papa Stefano II per far guerra ai Longobardi, li sconfisse e dette la città e i dintorni di Roma al Papa. Gesù assolutamente proibì ciò, ed Egli stesso rifiutò di essere fatto re. (Leggi: Mt 4:8-9 - 20:5526 e Gv 18:36). 
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

11. IL POTERE TEMPORALE PAPALE 
Il potere temporale papale nella storia della salvezza iniziò quando Dio elesse i Giudici quali legislatori e reggitori del popolo d'Israele (teocrazia). Quando il popolo volle essere governato dal potere civile (cioè da un re) Dio lo permise ma recriminò duramente la cosa e si sentì rigettato dal popolo. Circa il potere temporale dei Papi, esso si rese necessario, dopo i secoli tempestosi delle invasioni barbariche. Il Papato doveva essere protetto dalle interferenze dalle prepotenze dei regnanti e Dio dispose che il potere temporale si perpetuasse fino a che la situazione politica, con l'instaurazione del Regno d'Italia, non permise l'autonomia ed una tranquilla esistenza della Santa Sede. "Il potere temporale e papale incominciò" con la cosiddetta "domazione di Sutri" nel 728 da parte del re longobardo Liutprando. La causa fu il declino dell' autorità in Italia, il timore dei barbari, che nel contesto storico, era indispensabile che qualcuno prendesse "le redini in mano". Fu però una "Trappola" diabolica per la Chiesa, tanto da essere un peso per il Papato e per la sua autorità spirituale. Gli storici concordano che lo stato pontificio ha esercitato una funzione storica indiscutibile. "Gesù assolutamente proibì" i beni immobili, lasciti, decime, vendite "di porta in porta" e conti bancari intestati alle attuali sétte affari stico-religiose. Le scritture riportate dal Rev. Testa non dicono nulla perché Gesù non volle essere re umano - Mt 26,53-54. Il lungimirante Rev. cita Gv 18,36 e non si accorge di menarsi la zappa sui piedi perché il versetto 37 che loro non citano dice appunto che Gesù afferma di essere re.
Rev. Stefano Testa 
12. L'adorazione della croce delle immagini e delle reliquie fu adottata ufficialmente nel 788, Ciò fu per ordine dell'imperatrice Irene di Costantinopoli, che prima fece cavare gli occhi al proprio figlio Costantino VI, e poi convocò un concilio della Chiesa per richiesta di Adriano I, vescovo di Roma in quel tempo. Nella Bibbia tale pratica è chiamata idolatria ed è severamente condannata (Leggi: Es 20:4-6 - Dt 27: 15 - Sal 115 - Ger 10: 1-5). 
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

12. L'ADORAZIONE DELLA CROCE, DELLE IMMAGINI E DELLE RELIQUIE. 
I signori del Centro Biblico di Napoli si dimostrano faziosi e disonesti attribuendo falsamente ai cattolici l'intenzione di adorare le immagini e le reliquie. Si invitano questi pregevoli signori a documentare queste grottesche accuse citando un solo libro di teologia, di catechismo, di spiritualità, o altro, in cui la Chiesa cattolica invita ad adorare le immagini e le reliquie. Citano Es 20,4-6 ma dimenticano le parole seguenti: «Non adorare tali cose, né servir loro» cioè non farti degli idoli. In quanto alla croce il cristiano non vede in essa soltanto il pezzo di legno, di ferro o di carta; nella croce egli vede Gesù Cristo crocifisso. Egli è Dio e merita di essere adorato anche inchiodato ad una croce inzuppata del suo sangue e del suo sudore e recante brandelli di sangue introdotti nel legno dai grossi chiodi che trafissero le sue mani e i suoi piedi. La croce, dopo che Gesù fu deposto, è rimasta inzuppata e santificata dal suo sudore, dal suo sangue, e dalla sua carne, oltre che, soprattutto, dal suo immenso dolore e dal suo infinito amore. Il venerdì santo per i Cristiani è adorazione del "mistero della Croce", cioè di "Cristo crocifisso". "Cristo in croce sembra una pazzia a quelli che vanno verso la perdizione" I Cor 1,18 allora, così oggi per i séttari. La venerazione delle immagini (non adorazione) ce la insegna la Bibbia da millenni Es 26,30 - Es 37,7 - Num 21,4. Dio proibisce le immagini quando sono espressione di adorazione:
Gn 35,2 - 35,4 - Dt 7,25. Le ordina quando favoriscono la vera adorazione, così Salomone pone "leoni, tori e cherubini" nel tempio di Gerusalemme (I Re 6,23 -7,25) e nell'arca dell'alleanza Es 25,18. Mosè innalza su un' asta il serpente di bronzo Num 21,8. La madre di Mica si fece scolpire l'immagine del vero Dio Gdc 17,4. Istruisce in Num 2,2 come fare le insegne tribali con totem, spesso animali. I settari scrupolosi a questa norma non dovrebbero usare stampe, monete, peluche, televisione, ecc. Ma la loro logica è che Ie regole valgono per gli altri, le accezioni per sé stessi. La venerazione delle reliquie (non adorazione) ebbe maggiore impulso nella Chiesa primitiva durante le persecuzioni per amore verso i Martiri. Numerose sono le testimonianze nelle catacombe, nelle chiese e basiliche costruite sui resti di santi e martiri. La chiesa Greca del V secolo aveva istituito una festa di tutti i martiri, mentre la chiesa di Roma nel 609 dedicò il Panteon alla Vergine ed ai Martiri. Questa è la documentazione storica che tutti possono controllare, quella dei séttari è scritta solo nei loro libri di favole. L'adorazione della Croce la inculca Gesù, Lc 9,23 chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me - Mt 10,38. La predica e la diffonde San Paolo con ardore - I Cor 1,18-23 - GaI 3, l - Perché molti, ve l 'ho detto più volte e ora con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo - Fil 3,18 ecc. Si cita l'anno 788. Ma sanno loro quale è stato il primo esempio storicamente documentato della commemorazione anniversaria di un martire? É stata quella di San Policarpo, che subì il martirio a Smirne nell'odierna Turchia, il 23 Febbraio dell'anno 155, verso le due del pomeriggio. Di lui leggiamo: «noi adoriamo Lui (il Cristo) perché è figlio di Dio, i martiri invece li amiamo come discepoli ed imitatori del Signore». Pertanto il centurione, visto l'accanimento dei Giudei nella contesa, fece portare in mezzo il corpo del loro congiunto e lo fece bruciare secondo il costume pagano. «Così noi, solo più tardi, potemmo raccogliere le sue ossa, più preziose delle gemme più insigni e più stimabili dell'oro, e le collocammo in luogo conveniente. Quindi per quanto poi ci sarà possibile, ci raduneremo con gioia ed allegrezza, per celebrare, con l'aiuto del Signore, il giorno natalizio del suo martirio, per revocare la memoria di coloro che hanno combattuto prima di noi, e per tenere esercitati e pronti quelli che dovranno affrontare la lotta» (Dal Martirio di San Policarpo - cc. 17 e 18).
Rev. Stefano Testa
13. L'uso dell'Acqua Santa cui si aggiungeva un pizzico di sale e che veniva poi benedetta dal prete, venne autorizzato nell'anno 850 
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

13. L'uso DELL'ACQUA SANTA
Gesù operò alcuni miracoli usando la sua saliva (Ved. il sordomuto guarito in Mc 7,31 e 55.). La Chiesa cattolica, seguendo l'esempio di Cristo, ha realizzato il sacramentale (non sacramento né dogma) dell'acqua benedetta sostituendo per ovvii motivi la saliva con l'acqua. Il sale viene aggiunto, non solo quale segno simbolico ("voi siete il sale della terra", ecc.), ma anche per impedire la putrefazione dell'acqua benedetta che non è stata ancora utilizzata. L'uso dell'acqua santa fu l'elemento indispensabile del Battesimo cristiano nello Spirito Santo di cui l'acqua e il fuoco sono simbolo Gv 3,5 - Lc 3,16. Serve dunque per ricordare gli impegni del Battesimo, fede nella continua presenza di Dio e nella Sua azione di purificazione Ez 36,25. Se è (vero?) che venne "autorizzato" nell'850 vuoI dire che era in uso, o no ..
Rev. Stefano Testa 
14. La venerazione di San Giuseppe ebbe inizio nell'anno 890
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

14. LA VENERAZIONE DI SAN GIUSEPPE 
FALSO - In Oriente era già venerato nei primi tempi della Chiesa. L'ignoranza voluta dai séttari di varia estrazione impedisce loro di comprendere che la venerazione dei Santi non vuol dire adorare i santi o rendere loro il culto dovuto a Dio. Per noi cattolici "venerare" vuol dire: amare, stimare, onorare. La S. Scrittura è piena zeppa di espressioni di amore, di stima e di onore, rivolte ai santi uomini dell’ Antico e del Nuovo Testamento (Ved. ad es. la Lettera agli Ebrei). S. Giuseppe, al quale il Padre affidò il suo Figlio Unigenito, è un santo di immensa statura e, con buona pace del Centro Biblico di Napoli, merita amore, stima ed onore. Merita, cioè, un'immensa venerazione. "La venerazione di S. Giuseppe ebbe inizio" per iniziativa dello Spirito Santo che lo ritenne degno di sposare "Maria e Maria fu la madre di Gesù, chiamato Cristo" Mt 1,16, di avere sottomesso per molti anni il Figlio di Dio Lc 2,51, il quale pubblicamente amava di essere considerato figlio del falegname di Nazareth. Per l'amore che ci stringe a San Giuseppe, ci dispiace che ci siano ancora tanti "seri studenti" della Bibbia che non sono d'accordo con lo Spirito Santo e con il Signore Gesù.
Rev. Stefano Testa 
15. L'uso delle campane nelle chiese venne istituito da papa Giovanni XIV nella chiesa di San Giovanni in Laterano nell'anno 965
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

15. L'uso DELLE CAMPANE NELLE CHIESE 
Se la data corrispondesse al vero, cosa ci sarebbe di tanto strano? Le campane servono per chiamare i fedeli al momento delle preghiere e delle celebrazioni liturgiche. E scontento Dio per questo? Quando lo ha detto? Dove sta scritto? Nella Bibbia e nella più elementare logica umana non c'è nulla che vieti l'uso delle campane per chiamare a raccolta i fedeli. Con che cosa si potevano e si possono chiamare a raccolta i fedeli? (Il suono delle campane si diffonde per monti e valli a grande distanza, e fa comprendere inequivocabilmente di che cosa si tratti). L'uso delle campane nelle chiese fu usato da quando si costruirono le stesse chiese, anche perché l'armonioso din! don! delle campane è più pratico del tam! tam! e da 2000 anni più usato dei campanelli delle case private.
Rev. Stefano Testa
16. La canonizzazione dei santi avvenne per la prima volta ad opera di papa Giovanni nell'anno 995. La Bibbia chiama santi tutti i credenti e veri seguaci di Cristo (Leggi: Rm 1:7 - I Cor 1:2 - ecc.).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

16. LA CANONIZZAZIONE DEI SANTI 
Era cosa necessaria realizzare un criterio di analisi, tramite un esame accurato, per stabilire quali furono e sono i veri santi, cioè i più somiglianti a Cristo, per distinguerli da cristiani di modesta levatura oppure da persone niente affatto sante. La Bibbia preconizza il criterio delle canonizzazioni indicandoci con estrema precisione quali furono i veri santi, narrandoci con ricchezza di particolari gli episodi salienti della loro vita. La canonizzazione dei santi non è mai avvenuta per opera di un papa per farli santi, ma per riconoscerli tali, dopo un attento esame delle loro virtù ed esercizio eroico di vita cristiana. "La Bibbia chiama santi tutti i credenti" perché appartenenti al corpo di Cristo, ma sono anche dei forti peccatori. La chiesa Proclama coloro che si sono sforzati di essere più santi degli altri. Il Rev. Testa finge di non sapere come stanno le cose.
Rev. Stefano Testa 
17. Il digiuno in giorno di venerdì e durante la Quaresima venne imposto ufficialmente nell 'anno 998 Sembra da papi interessati nel commercio del pesce. Per mangiare carne occorre la dispensa. Alcune autorità affermano che ciò iniziò verso l'anno 700. Si tratta di cosa contraria al chiaro insegnamento delle Scritture (Leggi: Mt 15: 10 - I Cor 10:25 - I Tm 4:3).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

17. IL DIGIUNO IN GIORNO DI VENERDÌ E DURANTE LA QUARESIMA 
Continua l'elenco degli isterismi del Centro Biblico di Napoli. Se il giorno di venerdì e durante la Quaresima venne "imposto ufficialmente" il digiuno si deve dedurre che era in uso nella chiesa Cattolica. Nella Bibbia viene lodato e raccomandato innumerevoli volte il digiuno. Gesù disse che certi demoni si potevano cacciare solo con il digiuno e con la preghiera. Ma ai signori del Centro Biblico di Napoli da fastidio che si digiuni di venerdì e in Quaresima. E quando se no? Per caso a Ferragosto o a Capodanno oppure quando si è mangiato troppo? Il venerdì, giorno della morte di Cristo, e la Quaresima, non sono forse i periodi più adatti? A questi signori consigliamo molti digiuni, non solo di cibo, ma soprattutto di superbia e di faziosità. La S. Scrittura,Is 58,3 insegna e chiede che si digiuni - Mt 9,14-15 - Mc 2,18-20 - Lc 5,33. Nei giorni che sono stati un giorno di sofferenza, di dolore e di morte per Gesù. Ebbene, proprio in quel giorno e nella settimana santa la chiesa ci suggerisce il digiuno. Sono esenti i bambini, i vecchi e gli ammalati. Tutto questo per amore di Gesù, in suo onore, anzi la chiesa in quel giorno ci chiede, se possibile, di digiunare a pane ed acqua. Il digiuno dei cristiani trova il suo modello ed il suo significato nuovo e originale in Gesù, che lo raccomanda nella lotta contro il maligno Mt. 4,4 - 6,1l - 16,18 - Mc 2,20. Mosè ed Elia si astengono dal cibo per prepararsi all'incontro con Dio Es 34,28 - I Re 19,8. I primi Cristiani il mercoledì e il venerdì Didaché 8,1. Nel Sinodo di Elvira (306) anche il sabato vigilia di Pasqua e Pentecoste. La Chiesa non impone i digiuni, ma li raccomanda per ricordare che la salvezza passa anche attraverso la preghiera e la penitenza. Se a certi settari il digiunare dei Cristiani per un giorno della settimana “sembra da papi interessati nel commercio del pesce" non si capisce come mai, negli altri sei giorni non siano interessati al commercio della carne. Eppure sono addentro al genere affaristico o religioso! Nella chiesa Cattolica si insegna la dottrina di Gesù, e nulla si fa per guadagno disonesto - Tt 1,11. Se al Rev. Testa, tutto questo non lo tocca, mangi e beva quanto vuole!
Rev. Stefano Testa 
18. La messa come sacrificiofu sviluppata gradualmente e la frequenza ad essa obbligatoria nell'undicesimo secolo XI sec. Il Vangelo insegna che il sacrificio di Cristo fu offerto una sola volta per tutti, e non dev' essere ripetuto, ma solo commemorato nella Santa Cena (leggi: Eb 1:27 - 9:26-28 – 10:10-14).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

18. LA MESSA COME SACRlFICIO 
Il Rev. Testa, avendo stabilito in partenza di elencare ben 44 "Dogmi" o "eresie" del cattolicesimo, insiste nel trattare argomenti già trattati. In At 20,7 si narra che a Troade San Paolo e altri cristiani si riunirono il primo giorno della settimana (cioè la domenica) per spezzare il pane. Non si trattò di un pranzo ma della Santa Cena la quale, come specificato dallo stesso S. Paolo nella I Cor, cap. 10, aveva ed ha un carattere sacrificale, e cioè un vero sacrificio. Nella medesima I Cor, cap. 11, 17-29, Gesù dice: 
"Questo è il mio corpo ... ". 
Per giustificare la loro eresia i signori dei Centro Biblico di Napoli negano la presenza reale della Persona di Cristo nel pane e nel vino consacrati dando alla parola greca "estin" che vuoI dire: "è" il senso errato: "significa". Gesù, in pratica, avrebbe detto: "Questo significa il mio corpo ... ". I signori in questione se ne ridono, dunque, degli autori del Nuovo Testamento (Ved. anche Mt 26,26-28 - Mc 14,22-24 - Lc 22,19-20). La messa come sacrificio non ebbe mai bisogno di essere sviluppato ulteriormente, rimase tale e quale in pienezza come li istituì il Signore. Modifiche sono state apportate solo nelle parti che lo completano come preghiere e le letture bibliche a seconda del tempo liturgico o dei riti propri delle varie Chiese. II Vangelo non insegna che la Messa non deve essere ripetuta: il Signore lasciò detto "di fare" Mt 26,26 - Mc 14,22 - Lc 22,19 e i primi cristiani lo facevano "sempre che si radunavano" I Cor 11,20. Di fare poi non come una commemorazione né di fare un nuovo sacrificio. Cristo è sempre nella sua chiesa come sacerdote e vittima nel pane e nel vino consacrati, applicando cosi gli effetti dell'unico sacrificio. Se cosi non fosse ci può essere colpa nel ricevere il Signore indegnamente con un simbolo I Cor 11,29? Il Profeta Malachia, annuncia la fine del sacrificio levitico e dei sacrifici della legge antica per dar luogo a un nuovo sacrificio che li avrebbe sostituiti: "Oh, ci fosse fra di voi chi chiude le porte, perché non arda più invano il mio altare! Non mi compiaccio di voi, dice il Signore degli eserciti, non accetto l'offerta delle vostre mani! Poiché dall' oriente all' occidente grande è il mio nome fra le genti e in ogni luogo è offerto incenso al mio nome e una oblazione pura, perché grande è il mio nome fra le genti, dice il Signore degli eserciti MI 1,10-11 - Ger 6,20. Il nuovo sacrificio preannunciato da Malachia è appunto quello compiuto da Gesù sul Calvario. La celebrazione dell'ultima cena e la Messa dei Cattolici non sono due sacrifici, ma lo stesso e l'unico sacrificio del Calvario, uno e unico tanto come attualità eterna nel pensiero di Dio quanto nell'evento storico umano. Se la Messa non fosse vero e proprio sacrificio, identico a quello del Calvario, il vaticinio di Malachia non potrebbe dirsi pienamente avverato perché solo così il sacrificio della croce è celebrato "in ogni luogo" e "dal sorgere del sole al suo tramonto".
Rev. Stefano Testa 
19. Il celibato dei preti fu decretato da papa Gregorio VII nell'anno 1079 Il Vangelo insegna invece che i ministri di Dio possono avere moglie e figli. San Pietro era ammogliato, San Paolo prescrisse che i vescovi devono avere famiglia (Leggi: I Tm 3:2, 5, 12 - Mt 8:14-15).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

19. IL CELIBATO DEI PRETI
Il Centro Biblico di Napoli continua a snobbare il Vangelo. San Paolo, addirittura, consigliava a tutti di non sposarsi I Cor 7,7-39. In Mt 19,11 leggiamo:
... Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca".
Con ciò Gesù formula una nuova forma di perfezione: il celibato in risposta ad una vocazione divina. I Cor 7,7 ne da anche il motivo che è quello di servire il Signore più liberamente e senza preoccupazione di famiglia. Le scritture citate dal Centro Biblico non dicono nulla perché se Pietro aveva la suocera (la Bibbia non parla mai né di moglie né di figli) può anche darsi che fosse vedovo. I signori di Napoli non "capiscono" e tirano fuori la barzelletta che S. Paolo avrebbe prescritto che i vescovi fossero obbligati ad avere famiglia. Eppure i primi cristiani furono spesso martiri; gli Apostoli sposati abbandonarono mogli e figli per andare a morire martiri in terre lontane; chi non era sposato non si sposò per dedicarsi completamente alla predicazione. Sul celibato dei preti una vera legislazione avvenne con il sinodo di Elvira (306) e nel concilio di Nicea (325). Il Vangelo insegna che il celibato è più perfetto e idoneo al servizio di Dio che il matrimonio come chiaramente insegna S. Paolo I Cor 7,7. Questi poi non prescrisse che devono avere famiglia, ma che se è sposato lo deve essere una sola volta. Nei primi tempi, per ovvi motivi, la Chiesa accettava di ordinare anche gli sposati. Ma ben presto le cose cambiarono. Se fossero veri i sofismi dei séttari, non si potrebbe spiegare come gli Apostoli non avessero al loro seguito moglie e figlie/i Mc 10,28 e come mai Gesù, Giovanni, Paolo non contrassero matrimonio.
Rev. Stefano Testa
 20. La corona del Rosario fu introdotta da Pietro l'eremita nell'anno 1090 Questa fu copiata dai Maomettani. Il contare le preghiere è pratica pagana ed è severamente condannata da Cristo (Leggi: Mt 6:5-13).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

20. LA CORONA DEI ROSARIO 
La Bibbia non condannò mai di ripetere la stessa preghiera: Gesù lo fece nell'orto del Getmani. Gesù insegnò che le parole non devono essere vuote, distratte, inutilmente ripetitive; egli volle farci capire che ciò che conta è lo spirito con il quale si prega ma non vietò di ripetere la stessa preghiera. Gesù ci insegnò che bisogna pregare senza stancarsi, per esempio con la parabola del giudice ingiusto che fece notizia (si noti: la vedova ripeté sempre la stessa richiesta); vedi anche la parabola del padre di famiglia che dette i pani all'amico perché lo importunava a notte fonda. Il riferimento ai Maomettani non ha senso perché il Rosario è tutt'altra cosa. La corona del Rosario fu del beato Romeo da Livia (1223). Il contare le preghiere non fu condannato da nessuno, tanto meno dal Vangelo che raccomanda di "pregare sempre, senza stancarsi mai" Lc 18,1 Condanna il pregare dei pagani perché dicevano tante preghiere come pappagalli. Matteo può dire il contrario di Luca? Il Rosario da Gregorio XIII fu raccomandato da tutti i papi perché efficace per l' estirpazione delle eresie. Per lo stesso motivo i séttari temono il Rosario efficace contro le loro eresie, di cui la lista qui a fianco è un esempio del loro vasto campionario. Come a Lepanto la Lega cristiana sconfisse la flotta turca (1571) fermando l'invasione islamica con la spada e il rosario, così oggi possiamo fermare l'invasione delle sétte. I Maomettani hanno copiato le nostre preghiere? Bene, ne siamo contenti! Significa che il nostro rosario ha un valore, una verità e una realtà universali. Dio esaudirà coloro che gridano giorno e notte verso di lui.
Rev. Stefano Testa 
21. La Inquisizione per gli eretici fu istituita dal Concilio di Verona nell'anno 1184 Gesù condanna la violenza e non forza nessuno ad accettare la sua religione.
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

21 LA INQUISIZIONE 
Come istituzione non fu antiscritturale. Anche il Sinedrio ebbe facoltà a giudicare e condannare. Nella storia delle varie Inquisizioni non dipendenti dalla Chiesa vi furono episodi sgradevoli e riprovevoli; mai però quanto le 300/500.000 streghe bruciate vive dai riformati del centro Europa. L'inquisizione romana, l'unica dipendente dalla Chiesa, fu straordinariamente equa e giuridicamente ineccepibile, pur incorrendo in errori ed abusi (errori ed abusi presenti al vertice e alla base nel popolo di Dio, da Abramo in poi). La storia vera delle Inquisizioni sta finalmente venendo alla luce (Ved. il libro di recente pubblicazione "Elogio dell'Inquisizione", di autore francese, in vendita nelle librerie cattoliche a Lit. 22.000). Ben peggiore è l'Inquisizione del Centro Biblico di Napoli, che giudica, calunnia e condanna ingiustamente alla morte spirituale (peggiore della morte fisica) l'intera cattolicità. Coloro che hanno bruciato centinaia di migliaia di streghe, invece, vengono spediti immediatamente in Paradiso. La Inquisizione fu istituita da Gregorio IX nel 1232 per reprimere le eresie, i sacrilegi e i gravi delitti morali e non per imporre la religione. Coloro che si macchiavano di tali delitti, erano consegnati all' autorità civile, che con metodi e mentalità del tempo commise vari abusi. Tali metodi furono usati dagli stati protestanti (vedi l'emigrazione forzata negli Usa) e Musulmani. (leggi anche LA "LEGGENDA NERA" DELL'INQUISIZIONE di Rino Cammilleri):

     LA "LEGGENDA NERA" DELL'INQUISIZIONE
La "leggenda nera" dell'Inquisizione (*) di Rino Cammilleri Il famoso best-seller di Umberto Eco, Il nome della rosa, e il film che ne è stato tratto, hanno riproposto il più classico tra gli argomenti della propaganda illuministica anticattolica: l'inquisizione. Da più di due secoli questo antico tribunale ecclesiastico rappresenta nella coscienza dei credenti una sorta di "scheletro nell'armadio", un brutto ricordo da rimuovere, un complesso d'inferiorità che insidia ogni slancio apologetico. L'impaccio per il proprio passato o, come si usa dire, per il proprio retroterra storico-culturale, per le proprie radici, non è certo il miglior punto di partenza per far diventare la fede "cultura", secondo l'incitamento di Giovanni Paolo II a Loreto durante il discorso al convegno della Chiesa italiana (11 aprile 1985). Il dovere dell'intellettuale cattolico nei confronti della verità richiede un instancabile lavoro di studio e di diffusione della verità storica, perché sia fatta luce negli angoli più bui, ove ce ne siano. Delucidare, con serenità e franchezza, argomenti "scomodi" non potrà che giovare alla causa della verità, anche perché in non pochi casi si potrà accertare che le cose non sono andate così come disinvoltamente sono state raccontate e come acriticamente le abbiamo recepite. Chi pensa oggi all'Inquisizione rievoca per lo più le immagini che il film di Arnaud ci ha mostrato: roghi, processi-farsa, sadismo. Così come il Medioevo, l'unica epoca di presunto sottosviluppo che ci abbia dato le cattedrali - secondo l'incisiva espressione di Régine Pernoud - viene associato al fanatismo, al buio, alla sporcizia, alla depravazione morale. Nulla più lontano dalla realtà storica, ma quanti leggono libri di saggistica seria e ben documentata? Eppure forse mai come al presente l'interesse per il Medioevo è stato tanto vivo e la ricerca storiografica così avanzata. Lo stesso libro di Eco - vero capolavoro di ingegneria romanzistica, più comprato che letto - presta il fianco a non poche critiche sul piano dell'attendibilità storica. L'autore stesso, del resto, non ha mai fatto mistero dell'intento "apologetico" della sua opera, in cui si celebra sostanzialmente il pensiero radical-nichilistico moderno. Il film ne è poi un'ulteriore riduzione in chiave "gotica", più attento ai risultati di botteghino che ad altro. È un fatto che molti hanno visto esaurire la loro cultura storica nel libro di testo scolastico, spesso ignorando che generalmente i libri di scuola Sono tratti da altri libri, i quali rimandano ad altri ancora. Risalendo la china si può tuttavia scoprire che alla radice di tanta divulgazione scolastica si trovano opere di due secoli fa e che spesso tali opere "storiche" sono da annoverare tra i romanzi. Detto altrimenti, molte volte alla base di intere concezioni storiche c'è solo l'autorità di "uno" studioso sette-ottocentesco. Emblematico è il caso della leggenda dei "terrori dell'anno Mille derivata da Jules Michelet e ancora perdurante quantunque sia ampiamente dimostrato che nell'anno in questione pochissimi erano in grado di calcolare le date; basti pensare che non e era nemmeno univocità di calendario. È da tener presente che purtroppo solo studiosi già affermati possono permettersi il lusso di trascorrere mesi in un archivio vescovile - magari all'estero - per cercare la documentazione che occorre loro. Così come altrettanto problematico è trovare editori disposti a pubblicare ricerche in contrasto con le opinioni correnti o col mercato. A ciò si aggiunga il fatto che il Medioevo fu una civiltà essenzialmente orale. I pochi documenti scritti, inoltre, non si rinvengono là dove sarebbe logico - per la nostra mentalità - trovarli. Ecco un esempio: spesso gli storici dell'età medioevale hanno dovuto desumere notizie sulla politica del tempo da documenti relativi a visite pastorali, dove erano state annotate per inciso, magari al fine di datarle. I processi dell'Inquisizione, fortunatamente, sono tutti redatti per iscritto da un vero e proprio notaio. Così dettava la procedura obbligatoria, che per quei tempi costituiva una vera e propria novità. Orbene, le ricerche storiche scientificamente condotte demoliscono completamente i luoghi comuni sull'argomento. Uno specialista danese, Gustav Henningsen, ha spogliato con l'ausilio del computer più di cinquantamila processi della famigerata Inquisizione spagnola lungo l'arco di centocinquant'anni circa, reperendovi solo l'uno per cento di condanne a morte. Basta un semplice calcolo per costatare quanto si sia lontani da quei milioni di vittime" che la pubblicistica anticlericale s'è inventata. Luigi Firpo, storico "laico", intervistato da Vittorio Messori (cfr Inchiesta sul cristianesimo, Sei, Torino 1987) ha dichiarato serenamente che "davanti a quel tribunale, più che dei colpevoli di reati di opinione, dei paladini della libertà di pensiero, comparvero dei delinquenti comuni, delle persone colpevoli di atti che anche il diritto moderno considererebbe reati [...]. Gli Ucciardone e le Rebibbia di oggi sono le vere bolge infernali rispetto alle troppo diffamate celle dell'Inquisizione [...]; era, per esempio, prescritto che lenzuola e federe si cambiassero due volte alla settimana: roba da grande albergo [...]. Una volta al mese, i cardinali responsabili dovevano ricevere uno a uno i prigionieri per sapere di che avessero bisogno. Mi sono imbattuto in un recluso friulano che chiese di avere birra al posto del vino. Il cardinale ordinò che si provvedesse ma, non riuscendo a trovare birra a Roma, ci si scusò con il prigioniero, offrendogli in cambio una somma di denaro perché si facesse venire la bevanda preferita dalla sua patria" . Prima di tracciare brevemente la storia dell'Inquisizione, è opportuno sgombrare il campo da un equivoco su cui forse non si è riflettuto abbastanza: oltre all'Inquisizione cattolica, dopo la Riforma ci fu anche un'Inquisizione protestante. È ben nota l'ossessione per la presenza del demoniaco che caratterizzò la mentalità di Lutero e di Calvino. Tutta la letteratura horror fiorita attorno alle "streghe di Salem" non pone in evidenza (né era tenuta a farlo) non avendo ambizioni storiografiche) distinzioni d'epoca o di territorio. Vi faremo più lungo accenno in seguito.
     PERCHE' NASCE L'INQUISIZIONE: Quando il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell'impero romano, gli imperatori ritennero loro dovere reprimere l'eresia anche con la morte, giacché nell'eretico ravvisavano non a torto l'eversore dell'ordine costituito. In precedenza, le prime grandi persecuzioni contro i cristiani erano state invocate proprio dall'atteggiamento degli eretici montanisti nei confronti dello Stato. Questi rifiutavano infatti di prestare obbedienza all'autorità romana e di servire nell'esercito, al contrario dei cristiani ortodossi che erano numerosi nelle legioni e che non di rado occupavano alte cariche pubbliche. Se ripensiamo al processo di Gesù, possiamo costatare la riluttanza dello stesso Pilato a ritenere il Galileo un sovversivo nonostante l'insistenza dei Giudei. Proprio l'antiromanesimo giudaico ritornava nell'eresia montanista; esso diede luogo a non poche rivolte armate contro le autorità, talché gli imperatori pagani, poco propensi a sottili "distinguo" teologici in quello che per loro era uno dei tanti culti dell'impero, finivano spesso per fare d'ogni erba un fascio. Le Apologie, come quella più famosa di Tertulliano, non erano che scritti a difesa della lealtà cristiana alle istituzioni, indirizzati all'imperatore nel tentativo di scongiurare le persecuzioni e gli eccidi. Mutato lo spirito dei tempi, nel IV e V secolo la repressione si indirizzò verso gli eretici, per i motivi già esposti. La Chiesa non si oppose alle sanzioni che il potere civile emanava. Tuttavia, per la penna di san Giovanni Crisostomo si dichiarò contraria alla loro messa a morte, perché Dio ne attendeva la sempre possibile conversione. Dal VI fino al X secolo gli eretici furono praticamente lasciati in pace in quanto propugnavano deviazioni di contenuto esclusivamente teologico; le dispute c'erano, e assai aspre, ma per lo più verbali. Le cose presero altra piega quando insorsero le eresie a carattere popolare - oggi diremmo sociale" - in cui dal dissenso dottrinario si passava alla critica eversiva dell'assetto politico-istituzionale. Più che dallo scontro con l'Islàm, la cristianità medioevale vide infatti minacciata la sua Sopravvivenza come civiltà proprio da queste eresie. Gli ultimi quattrocento anni del Medioevo, fino all'esplosione della rivoluzione protestante, furono letteralmente costellati di eresie; catari, patarini, leonisti, speronisti, arnaldisti amalriciani, guglielmiti, apostolici, dolciniani (quelli di cui parla il romanzo di Eco), umiliati, passagini e altri ancora. La lista è molto più lunga, ma basta a dar l'idea di come il Medioevo sia stato un'era densa di tensioni e conflitti, ben più gravi delle pestilenze. Queste eresie - come si osservava - non erano semplici manifestazioni di dissenso teologico, ma veri e propri movimenti anarcoidi contro il potere politico e la società civile. Innanzi alle frequenti esplosioni di fanatismo l'autorità civile interveniva applicando le leggi, che all'epoca prevedevano punizioni quasi esclusivamente corporali (il carcere come pena è stato "inventato" dalla Chiesa; era una sanzione ecclesiastica applicabile solo ai chierici). Talché gli eretici finivano il più delle volte impiccati o bruciati, spesso dalla furia del popolo sdegnato e impaurito per i loro eccessi. Ma nella confusione dei linciaggi o dei processi sommari imbastiti dai principi e signori feudali, non di rado interessati più alla confisca dei beni del reo, capitava a volte che a farne le spese fossero persone assolutamente immuni da eresia. Poteva inoltre accadere che qualcuno venisse falsamente accusato dal vicino invidioso, o che fossero divenuti eretici perché nel loro villaggio tutti lo erano, e pertanto ne temevano i soprusi. Altre volte, invece, si trattava di gente caduta in errore per ignoranza, così che il giudice civile raramente aveva la competenza teologica necessaria per stabilire con esattezza il confine tra ortodossia ed eresia. Per tutti questi motivi la Chiesa decise di istituire il tribunale dell'Inquisizione. Solo esperti ecclesiastici potevano asserire con certezza chi fosse davvero eretico, garantirgli un giusto e formale processo e persuaderlo, ove possibile, a rientrare nella Chiesa.
L'Inquisizione nacque proprio per tutelare gli eretici dagli abusi e per arginare il fenomeno, avendo di mira la salvezza di quante più anime possibile. Infatti, come vedremo, l'eretico pentito riceveva solo sanzioni spirituali; veniva consegnato all'autorità civile solo se aveva commesso qualche reato. È opportuno tuttavia soffermarsi brevemente sulla più nefasta, nonché più persistente e diffusa, di queste eresie medioevali, per comprendere appieno la portata e il significato che ebbe il sacro tribunale: il catarismo.
     L'ERESIA DAI MOLTI NOMI: Catari, albigesi, bogomili, bulgari, tessitori, patari: tutti nomi diversi dello stesso fenomeno; anzi, proprio questa varietà di appellativi testimonia l'incredibile diffusione che ebbe la setta. I suoi adepti, che non disdegnavano alleanze persino coi musulmani pur di colpire la cristianità, erano penetrati profondamente in tutti gli strati sociali e specialmente in quello che oggi chiameremmo "sottoproletariato urbano", anche se non pochi principi e signori "simpatizzavano" (O li proteggevano per avversione al clero, in un'epoca in cui il potere doveva fare i conti con la presenza di sacerdoti e vescovi che ubbidivano al Papa prima che al principe: ricordiamo il lunghissimo braccio di ferro tra Papato e Impero per il controllo delle investiture vescovili). Il fascino esercitato dai catari, soprattutto sulle persone più deboli e semplici, era dovuto più che altro alla loro apparente austerità di vita. Digiunavano spesso, non toccavano vino e carne, praticavano la povertà e la castità assolute. La loro dottrina era di tipo manicheo, incentrata cioè sulla credenza in due divinità: l'una buona, l'altra malvagia. A quest'ultima sarebbe da ascrivere la creazione del mondo; di qui la rigida ascesi per sottrarsi alla tirannia della materia e il divieto assoluto di generare per non perpetuare il peccato originale. Gli adepti dovevano deporre tutti i loro beni ai piedi dei "perfetti" e rifiutare ogni servizio al mondo, come per esempio obbedire alle autorità, impugnare le armi, prestare giuramento. Negavano. inoltre, la realtà dell'Incarnazione, perché Cristo - a loro avviso - era un angelo e al suo posto sarebbe stato crocifisso un demonio. L'unico sacramento ammesso dai catari era il cosiddetto consolamentum, che poteva essere impartito una sola volta nella vita: chi fosse ricaduto nel peccato dopo averlo ricevuto, non avrebbe avuto più alcuna speranza di salvezza. Ai "perfetti" era di fatto consentito ogni eccesso, perché ormai al di sopra del peccato, mentre il divieto di procreazione (che avrebbe significato l'estinzione del genere umano se generalizzato) finiva talvolta nella pratica della sodomia e di altri abusi sessuali contro natura. Chi riceveva il consolamentum spesso si suicidava o veniva ucciso subito dopo, per tema che ricadesse nel peccato (la cosiddetta "endura"), e a farne le spese erano soprattutto i malati e i bambini. I furti, le rapine e gli omicidi erano permessi e incoraggiati, poiché ogni realtà materiale era partecipe del male. Se aggiungiamo che la civiltà medioevale era strutturalmente fondata sul "patto feudale" - cioè sul giuramento di fedeltà, che ai catari era vietato - abbiamo il quadro esatto della situazione. I capi della setta, perpetuamente itineranti, erano pressoché imprendibili: nelle maglie della giustizia - o nell'ira popolare - incappavano quasi sempre sprovveduti adepti. Insomma il catarismo, lungi dall'essere una semplice manifestazione di libertà di pensiero, era la teorizzazione della violenza e dell'anarchia, nonché la condanna senza appello di ogni sforzo teso a migliorare le condizioni materiali di vita.
     LA REAZIONE DELLA CHIESA: Le basi dell'Inquisizione medioevale furono gettate durante il Concilio di Tours del 1163, presieduto da Alessandro III. Il tribunale si configurò subito con caratteri di assoluta novità: i vescovi erano incaricati di ricercare gli eretici e convincerli a desistere dall'eresia. Perché ricercarli? Perché l'eresia era così diffusa che nessuno osava farsi avanti - per accusare o per costituirsi - nel timore di rappresaglie. Ma il successo dell'iniziativa fu scarso. I vescovi vivevano in loco e spesso avevano paura essi stessi. Più che una direttiva venuta da lontano, da Roma, poté l'amore del quieto vivere. Furono allora istituiti i legati pontifici, mandati direttamente dal Papa col potere di deporre gli stessi vescovi ove trovati negligenti nel compiere il loro ufficio. Questa seconda Inquisizione (detta "legatina" per distinguerla dalla precedente "episcopale") fu affidata ai Cistercensi, che giravano per l'Europa predicando e disputando pubblicamente con gli eretici. Fu proprio l'insuccesso di questo ulteriore tentativo a convincere, nel 1206, san Domenico a impegnarsi nella predicazione itinerante, a piedi nudi e vivendo di elemosina. I predicatori domenicani nacquero appunto per contrastare l'eresia catara, opera non esente da pericoli (due anni più tardi gli eretici assassinavano il legato papale Pietro di Castelnau). La data ufficiale di nascita dell'Inquisizione vera e propria è il 1233, anno in cui Papa Gregorio IX ne investì formalmente l'Ordine domenicano. E questa l'Inquisizione detta "monastica", in cui l'inquisitore non era più un semplice predicatore, ma un vero giudice, permanente e stabile. A far decidere il Pontefice fu l'atteggiamento di quello che è passato alla storia come il sovrano "illuminato" per eccellenza, Federico II, cui si deve l'introduzione ufficiale del rogo per gli eretici. Costui, scomunicato più volte, era notoriamente più interessato alla confisca dei beni degli eretici che alla salvezza delle loro anime. Il Papa decretò che il presunto eretico fosse sottratto alla giustizia civile e sottoposto all'Inquisizione, la sola legittimata ad agire in materia di fede. Ai Domenicani vennero subito affiancati i Francescani, di recente istituzione. I due Ordini apparivano come mandati dalla Provvidenza al momento opportuno: la profonda preparazione teologica dei membri e la povertà autenticamente vissuta ne garantirono immediatamente l'immensa popolarità. Il frate non era nativo dei luoghi ove peregrinava, né era possibile che fosse attratto dalla cupidigia dei beni da confiscare a cagione del voto di povertà; a piedi nudi, contrapponeva ben altra austerità a quella apparente dei catari, così come il pericolo non lo spaventava affatto. La gente accorreva fiduciosa sotto la protezione dell'Inquisizione monastica, il cui successo fu immediato. La "leggenda nera" narra di innumerevoli "vittime" dell'Inquisizione così come indugia a descrivere la crudeltà dei giudici. È per contro auspicabile che prima o poi qualcuno ponga mano a una storia delle vittime degli eretici, come san Pietro da Verona massacrato in un agguato. Per quanto riguarda l'altro aspetto della "leggenda", cioè la presunta crudeltà dei monaci inquisitori, ci limitiamo a citare le direttive che Bernardo Gui impartiva ai suoi subordinati: «In mezzo alle difficoltà e ai contrasti l'inquisitore deve mantenere la calma né mai cedere alla collera o all'indignazione [...]. Non si lasci commuovere dalle preghiere o dall'offerta di favori da parte di quelli che cercano di piegarlo; ma non per questo egli deve essere insensibile sino a rifiutare una dilazione oppure un alleggerimento di pena a seconda delle circostanze e dei luoghi. Nelle questioni dubbie sia circospetto, non creda facilmente a ciò che pare probabile e che spesso non è vero; né sia facile a rigettare l'opinione contraria, perché sovente ciò risultare vero. Egli deve ascoltare, discutere e sottoporre a un diligente esame ogni cosa, al fine di raggiungere la verità. Che l'amore della verità e la pietà, le quali devono sempre albergare nel cuore di un giudice, brillino dinanzi al suo sguardo, sicché le sue decisioni non abbiano giammai ad apparire dettate dalla cupidigia o dalla crudeltà».
     LA PROCEDURA: Cerchiamo ora di tracciare a grandi linee la procedura inquisitoriale. L'inquisitore doveva essere esperto di diritto e di teologia, essere di notoria santità di vita e avere più di quarant'anni. Quest'ultimo requisito assume particolare rilevanza, ove si consideri che a quell'epoca si diventava vescovi a età molto inferiore. D'altronde il Medioevo non teneva in alcun conto l'età: tutta l'educazione era per così dire intesa a far uscire l'individuo dallo stadio infantile il più presto possibile; la nozione stessa di "balocco" quale l'abbiamo oggi era pressoché sconosciuta, essendo il bambino provvisto degli stessi strumenti di lavoro degli adulti, naturalmente in dimensione ridotta. L'inquisitore rispondeva direttamente soltanto al Papa. Era competente a giudicare i soli battezzati, per cui gli Ebrei e i musulmani erano fuori della sua giurisdizione. Questo può sembrare ovvio, ma non è inutile sottolinearlo: un tribunale della fede poteva giudicare solo i fedeli. Il giudice era generalmente accompagnato da un confratello, reclutato con gli stessi criteri. Non poteva emanare sentenze senza aver prima ascoltato il vescovo locale e sentito il parere obbligatorio dei boni viri. Erano costoro una vera e propria giuria, cosa che costituiva una novità assoluta per quei tempi. Scelti tra esperti di diritto, chierici o laici, in numero variabile (talvolta anche cinquanta), erano tenuti al segreto ed era loro taciuto il nome dell'imputato. L'ufficio era gratuito. L'altra novità era il notaio, che fungeva da cancelliere e aveva l'obbligo di mettere per iscritto tutte fasi della procedura, le deposizioni e le testimonianze: a garanzia di trasparenza assoluta. L'inquisitore, giunto in un luogo noto per essere infestato di eretici, si presentava subito al vescovo. Poi riuniva il popolo e teneva una predica sulla fede, scongiurando gli eretici di presentarsi spontaneamente. A tal fine veniva loro concesso il tempus gratiae, da quindici giorni a due mesi. Chi si fosse confessato era senz'altro assolto. Spesso la confessione avveniva in segreto per evitare che il penitente andasse incontro a difficoltà. In pari tempo, gli eretici professi venivano invitati a presentarsi sulla parola. Gli imputati potevano ricusare i testimoni se dimostravano che questi avevano motivo di essere malevoli nei loro confronti. L'inquisitore non poteva giudicare un imputato, ove costui in passato gli avesse nociuto. Giunge qui opportuna qualche considerazione intesa a dissipare tenaci equivoci sull'uso della tortura. Pratica diffusissima nei tribunali secolari durante gli ultimi secoli del Medioevo, in concomitanza col rifiorire degli studi di diritto romano (che ne faceva largo uso, specialmente nei confronti degli schiavi e per delitti particolarmente efferati), la tortura non fu, contrariamente a quel che si ritiene, quasi mai adoperata dall'Inquisizione. Su 636 processi celebrati a Tolosa dal 1309 al 1323, ad esempio, fu usata una sola volta verso un imputato notoriamente pericoloso e già reo confesso. "Ecclesia abhorret a sanguine" è una frase che ricorre spesso nei documenti. Dalle fonti si ricava inoltre che gli inquisitori non nutrivano alcuna fiducia nelle confessioni estorte, perché quasi mai veritiere.
     LE PENE INFLITTE: Da ultimo, era sempre presente il rischio per l'inquisitore di incorrere in gravissime responsabilità, poiché l'imputato poteva sempre appellarsi al Papa. Diversi inquisitori finirono i loro giorni in carcere a causa della loro eccessiva severità. Emblematico il caso di Roberto il Bulgaro, Inquisitore Generale, rimosso dall'incarico e severamente punito. Si trattava di un cataro convertito che si dedicò a estirpare l'eresia con una durezza che dal Papa venne giudicata abnorme. In più, l'imputato aveva diritto a un avvocato e i testimoni dovevano essere almeno tre. Inoltre, la testimonianza di gente notoriamente malfamata era considerata nulla. Le pene erano esclusivamente spirituali: pellegrinaggi, penitenze, preghiere; i più facoltosi potevano essere condannati a elargire somme di denaro a enti di beneficenza. Se all'eresia era connesso qualche reato, interveniva il braccio secolare, ma l'inquisitore aveva facoltà di mitigare, commutare e anche condonare le pene. Al riguardo merita rilevare che fu l'Inquisizione a introdurre la "licenza" a favore dei carcerati, per malattia loro o dei congiunti, per attendere al lavoro dei campi, per buona condotta. Sul trattamento dei detenuti, valgano le osservazioni dello storico Firpo all'inizio di queste note. Il "carcere" dell'Inquisizione si configurava tuttavia in modo diverso dal nostro. Le espressioni latine che si rinvengono nei documenti - "carcere perpetuo", prigione irremissibile" - stanno a significare in realtà un periodo di detenzione dai cinque agli otto anni, da scontarsi spesso in convento o addirittura a casa propria. Agli arresti domiciliari sulla parola fu messo, come è noto, Galileo, di cui diremo più avanti. L'istituzione dell'ergastolo verrà infatti introdotto nelle legislazioni europee solo dopo la Rivoluzione francese. L'ideologia della libertà e dell'eguaglianza, come valori assoluti astrattamente intesi, ravvisava nel carcere la pena ideale: il carcere era "umanitario" (si pensi all'opera dell'illuminista Beccaria), toglieva il bene per eccellenza - la libertà - ed era egualitario perché uguale per tutti, nonché perfettamente graduabile all'entità del crimine. Jean Dumont, forse il massimo storico dell'Inquisizione, riporta un curioso episodio accaduto nell'àmbito territoriale dell'Inquisizione spagnola (favolisticamente nota per essere stata la più terribile di tutte), che testimonia negli inquisitori una mitezza al limite della dabbenaggine. Pablo de Olavide, intellettuale illuminista (siamo nel 1778), venne condannato dall'Inquisizione al "carcere perpetuo" (cioè a otto anni di convento). Dopo pochi giorni il detenuto cominciò a protestarsi malato e chiese di essere inviato alle terme, in Castiglia. Subito accontentato, continuò a lamentarsi perché le cure prestate erano insufficienti ad assicurargli la guarigione. Fu allora mandato ad altri bagni termali, questa volta in Catalogna. Naturalmente, una volta vicino al confine, l'Olavide non tardò a fuggire in Francia, dove venne accolto come "martire" dell'Inquisizione. In quel Paese Pablo de Olavide terminò la sua esistenza - dopo aver visto il Terrore rivoluzionario - scrivendo in difesa della religione. Forse molti ignorano che in Spagna, sul finire del secolo XVIII, l'abolizione dell'Inquisizione suscitò un numero impressionante di petizioni popolari volte al suo ripristino. Le pene comminate dai tribunali civili erano, all'opposto, veramente inumane. Nell'età dell'assolutismo, specialmente, il condannato veniva torturato in più modi anche mentre era condotto al patibolo. Le confraternite religiose, istituite all'occorrenza dalla Chiesa, avevano la funzione di accompagnare il condannato al luogo del supplizio non solo per assicurargli i conforti religiosi, ma soprattutto per evitare che gli fossero inflitte ulteriori sofferenze. Tutti i documenti evidenziano una mitezza a volte eccessiva dei tribunali inquisitoriali, di contro all'inflessibilità dei Pontefici nel perseguire i giudici troppo severi. E ciò non solo per ragioni di carità, ma anche per motivi politici: i rapporti tra la Chiesa e il potere civile furono quasi sempre tesi durante i secoli in cui fu in vigore l'Inquisizione. Così, ad esempio, in Italia i comuni ghibellini proteggevano ben volentieri i catari, che avevano le loro roccaforti a Venezia e specialmente a Orvieto. In questa città Cristoforo Tosti, due volte assolto e altrettante volte ricaduto nell'eresia, arrivò a invadere con i suoi il convento dei Domenicani e a picchiare a sangue l'inquisitore. Nuovamente inquisito, la pena si limitò al bando. Per parte sua Giovanni Boccaccio, nel Decamerone, mise alla berlina l'inquisitore di Firenze e non ebbe alcun fastidio. Qualche tempo prima, nel 1258, le autorità fiorentine avevano addirittura espulso l'inquisitore Giovanni Oliva, impedendogli persino di predicare. Come si può osservare, la vita dell'inquisitore non facile, stretto tra gli eretici e l'autorità civile da un lato, e la severa vigilanza pontificia dall'altro. Nessuna meraviglia che l'ufficio fosse accettato sempre con riluttanza. Tuttavia, con le armi della misericordia, il catarismo andò progressivamente estinguendosi. La predicazione incessante degli Ordini religiosi e la protezione del tribunale dell'Inquisizione liberarono la gente dalla paura e dall'ignoranza, le due principali cause che favorirono la grande espansione dell'eresia. Altro luogo comune che accompagna l'Inquisizione è quello della presunta connessione con la stregoneria. La Chiesa considerò sempre magia, sortilegi e negromanzia nient'altro che pratiche superstiziose. E per il peccato di superstizione erano competenti, così come per gli altri, il vescovo e il confessore. L'inquisizione se ne occupava soltanto se quelle attività lasciassero sospettare eresie. D'altronde, nei Paesi cattolici anche l'autorità civile puniva le pratiche magiche solo se comportassero reati veri e propri. La diffusione della stregoneria nel Medioevo è stata in realtà esagerata da certa letteratura moderna. Come ha acutamente osservato di recente il cardinal Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, l'irruzione del cristianesimo nella storia ha avuto l'effetto di liberare l'uomo da antiche millenarie paure. Non a caso Cristo dichiara di essere la "luce" del mondo. Il lieto annunzio che tutta la creazione è sotto l'imperio del Dio unico, Padre buono, fuga le tenebre della superstizione e dissolve l'incubo delle potenze malvagie operanti a danno dell'umanità. Non a caso sono proprio le epoche di maggior indebolimento dei valori cristiani a registrare il puntuale riaffiorare delle vecchie superstizioni, il ritorno alle pratiche esoterico-magiche, al determinismo astrologico e persino alle suggestioni del demoniaco. Parimenti inquinata da disinformazione e faziosità ideologica è la questione degli Ebrei nel loro rapporto con l'Inquisizione.
     IL PROBLEMA DEGLI EBREI: Si è già rilevato come l'ebraismo fosse sottratto all'Inquisizione. Gli Ebrei godevano da parte della Chiesa di molteplici garanzie e protezioni; rinomata era la scienza di alcuni di loro e gli stessi Pontefici non disdegnarono di averli spesso come medici personali. Persino l'Inquisizione se ne giovò non di rado come giurati nel corso di processi contro Ebrei convertiti al cristianesimo e caduti in eresia. In effetti i rapporti tra Ebrei e cristiani furono, a livello di popolo, sempre difficili. Sì consentiva agli Ebrei quel che ai cristiani era vietato, cioè il prestito a interesse o "usura", praticato a un tasso fisso di circa il trenta per cento. Trascorsero secoli rima che i teologi moralisti ammettessero anche per i cristiani la legittimità dell'interesse sul presto. Spesso i principi cristiani attiravano gli Ebrei sui territori con la promessa di privilegi, per poter fruire dei loro crediti, di rado in verità rimborsati. In tempo di carestia erano sufficienti due o tre usurai per ridurre in miseria intere comunità rurali, essendo l'agricoltura la principale risorsa dell'economia medioevale. Di qui le sporadiche esplosioni della furia popolare, che le autorità riuscivano ad arginare con fatica. A ciò si aggiunga che i cittadini di religione ebraica non erano tenuti - proprio perché non cristiani - all'osservanza della chiusura festiva delle botteghe, la qual cosa veniva vissuta come concorrenza intollerabile, se si considera che nel Medioevo le festività religiose erano innumerevoli. I ghetti vennero istituiti proprio per motivi di ordine pubblico, così da ridurre al minimo i contatti tra le due comunità. La situazione era estremamente delicata in Spagna, dove gli Ebrei costituivano all'incirca il trenta per cento della popolazione. La propaganda negava sull'Inquisizione spagnola ha inizio con l'invasione napoleonica. Prima, al contrario, gli sforzi dei governi francesi - da Richelieu in poi - erano tesi a dimostrare l'insufficiente severità del Tribunale spagnolo, onde accreditare l'opinione che sola Francia difendesse energicamente la fede. Per inquadrare correttamente la questione occorre considerare che nella Spagna del tardo Medioevo, appena liberatasi dai Mori dopo una lotta plurisecolare, molti Ebrei si erano convertiti al cristianesimo per mera convenienza, giungendo pressoché a dominare nella cultura, nell'economia e nella finanza. Non di rado importanti uffici erano ricoperti da Ebrei convertiti (conversos). Il già citato storico Jean Dumont riferisce che in Spagna la situazione arrivò al punto che in numerose chiese si celebravano riti giudaizzanti, con cerimonie che in taluni casi non avevano quasi più nulla di cattolico. Così che il popolo insorgeva con tumulti improvvisi accomunando in un solo linciaggio Ebrei, conversos veri e conversos falsi. Il compito precipuo dell'Inquisizione spagnola fu appunto quello di stabilire con esattezza secondo giustizia quali fossero i falsi convertiti. Avocando a sé la questione, si può dire che l'Inquisizione abbia avuto in Spagna il merito storico di aver preservato gli Ebrei dalle invidie di quanti in essi ravvisavano solo il ceto sociale economicamente più forte, e di averne garantito la prosperità. Per ragione d'assoluta imparzialità l'Inquisizione fu affidata proprio a conversos, uno dei quali fu il famigerato Tommaso di Torquemada. Questi, che i romanzi "gotici" ci hanno tramandato come in personaggio torvo e sanguinano, fu in realtà un dei più grandi mecenati del suo tempo, instancabile promotore di amnistie proprio a favore di imputati ebrei. In sintesi è doveroso dire che l'Inquisizione spagnola, perseguendo solo chi simulava di essere cristiano per motivi di carriera, assicurò pace sociale e risparmiò al Paese gli orrori delle guerre di religione che di lì a poco, con l'esplosione protestante, avrebbero insanguinato tante regioni d'Europa.
     I TEMPLARI E SANTA GIOVANNA D'ARCO: In queste rapide considerazioni sui più diffusi luoghi comuni intorno all'Inquisizione non va taciuta la dolorosa vicenda dei Templari. Come è noto, l'Ordine dei Cavalieri del Tempio venne sanguinosamente soppresso agli inizi del 1300. Gli storici sono ormai concordi nel ritenere l'orrendo crimine sia stato ordito dal sempre indebitato Filippo il Bello, re di Francia, al fine di impossessarsi delle ingenti ricchezze dell'Ordine. Clemente V venne praticamente raggirato da uomini al soldo di Filippo, che accusarono i Templari stregoneria e di perversioni sessuali. Siamo al tempo della cattività avignonese, quando la Chiesa era in completa balia dei sovrani francesi. Fu davvero una vicenda oscura nella storia dell'Inquisizione, così come tale fu in seguito la condanna di Giovanna D'Arco, canonizzata poi da Benedetto XV. Si trattò tuttavia di processi "politici" promossi, nell'un caso, dal re di Francia e, nell'altro, dal sovrano d'Inghilterra, i quali si servirono di figure di comodo nell'assoluto dispregio delle procedure canoniche. I Papi furono tenuti all'oscuro della realtà dei fatti, e in entrambi i processi gli appelli interposti dai condannati non furono nemmeno portati a conoscenza della somma autorità della Chiesa. SAVONAROLA, BRUNO E CAMPANELLA Controversa rimane a tutt'oggi la figura di Girolamo Savonarola, la cui storia non s'intende qui ripercorrere. C'è solo da precisare - ove fosse necessario - che egli mai ebbe a che fare con l'Inquisizione, non essendo eretico. Come è noto, il Savonarola venne impiccato e arso dalle autorità fiorentine (che prima lo avevano protetto, nella complessa vicenda che vide contrapposte le fazioni cittadine) sotto l'accusa di sobillare il popolo. Diverso è il caso di Giordano Bruno. Il discusso pensatore ebbe il suo momento di maggior fulgore nel secolo scorso, durante il lungo contrasto che oppose i governi liberal-massonici del neonato Regno d'Italia alla Santa Sede. Al filosofo nolano Crispi fece addirittura erigere a Roma un monumento, in piazza Campo dei Fiori. Nei manuali di liceo ancor oggi Bruno è presentato come "martire del libero pensiero", ma il domenicano Tito Centi, uno dei maggiori tomisti contemporanei, confessava qualche anno fa di non capire in che cosa consista tutta la supposta "profondità filosofica" del pensiero del Nolano. Più rilevanti sono le opere di Tommaso Campanella, ad esempio, che pur viene spesso associato a Giordano Bruno. A proposito di Campanella è da dire che, nonostante la sua posizione dottrinale quanto meno eterodossa, pure fu protetto dal Papa Urbano VIII, che ne favorì la fuga dal Regno di Napoli ove era stato implicato in una congiura. Dopo una vita ricca di peripezie, a motivo delle ostilità che la sua concezione utopica di palingenesi universale suscitava, il filosofo calabro riparò a Parigi dove pubblicò tranquillamente le sue opere. Contrariamente a quanto i più ritengono, morì in terra francese senza subire alcuna persecuzione. Ma torniamo a Giordano Bruno, la cui vicenda è per molti versi esemplare ai fini del nostro discorso. Questo frate domenicano si segnalò subito per le sue opinioni decisamente eretiche sulla verginità della Madonna, sulla transustanziazione, sul culto dei santi, sull'inferno. Si spinse addirittura a sostenere la liceità della fornicazione e della bigamia, perdendosi in confuse teorie sulla trasmigrazione delle anime. Ovviamente le sue posizioni dottrinali richiamarono l'attenzione dell'Inquisizione (siamo nella seconda metà del '500: non si è ancora spenta l'eco della rivoluzione protestante e i massacri conseguenti). Deposto l'abito religioso, Bruno fuggì, peregrinando senza sosta per l'intera Europa. Fu a Ginevra, dove si fece calvinista. Qui pubblicò un libello giudicato blasfemo e finì in carcere. Dopo esserne uscito, passò prima in Francia e poi in Inghilterra, dove cercò di introdursi alla corte di Elisabetta. Alla regina non piacquero i suoi scritti adulatori, così che Bruno dovette riparare in Germania. In terra luterana indirizzò sermoni celebrativi a Lutero (l' "Ercole" che aveva sconfitto il "lupo" di Roma), ma il suo carattere ombroso e polemico lo costrinse a cambiare più volte città. Fuggito anche dalla Germania, riparò a Venezia che proteggeva volentieri gli eretici. Qui fu ospite per un certo tempo di Giovanni Mocenigo, al quale aveva promesso di insegnare l'arte della memoria di cui si proclamava maestro. Ma il patrizio veneziano, giudicando insoddisfacente il profitto che traeva dalle lezioni e preoccupato per i discorsi eretici religiosi del filosofo, lo denunciò all'Inquisizione. Il governo della Serenissima colse l'occasione per liberarsi dell'incomodo ospite ordinandone l'estradizione a Roma. In questa città ebbe come inquisitore Roberto Bellarmino, poi santo e Dottore della Chiesa. Posto di fronte alle sue tesi erronee, Giordano Bruno ritrattò dichiarandosi colpevole e pentito. Quasi immediatamente però, spinto forse dal suo carattere orgoglioso, rinnegò tutto. Allora, nonostante le suppliche di Bellarmino, fu consegnato governatore di Roma che lo reclamava quale eversore dell'autorità costituita (Bruno aveva sempre disdegnato la disputa coi teologi, preferendo predicare direttamente sulle pubbliche piazze). L'autorità civile si premurò di avviarlo velocemente al patibolo, senza dar tempo agli ecclesiastici di reiterare i tentativi (del resto inutili) per indurre Bruno al pentimento. GALILEO Per la vicenda giudiziaria senz'altro più famosa e meno conosciuta, quella cioè relativa a Galileo Galilei, si rimanda al mio scritto "La verità su Galileo" (Fogli, n. 90, settembre 1984). Qui mi limiterò a osservare che la leggenda ha talmente enfatizzato quel processo da trasformarlo arbitrariamente in una requisitoria della religione contro la scienza. Da allora, infatti, nella coscienza molti credenti è radicato un certo complesso colpa e d'inferiorità nei confronti del sapere fisico-matematico. Purtroppo solo gli epistemologi, cioè i filosofi della scienza, sanno che Galileo fu processato per le sue posizioni teologiche decisamente eretiche, e non perché asseriva che fosse la terra a girare intorno al sole. Questo era noto fin dal secolo VI avanti Cristo, e Copernico l'aveva teorizzato matematicamente prima di lui. Del resto, il moto della terra poté solo essere intuito da Galileo. La dimostrazione scientifica effettiva fu molto più tarda. Si ravvisa ancor oggi nella Chiesa della riforma tridentina la massima espressione dell'intolleranza, ma pochi sanno che Galileo aveva diversi figli (tra cui una suora) avuti da una donna che non sposò mai e che nelle fonti non v'è alcuna traccia di critica al riguardo da parte ecclesiastica. Anzi, la Curia pontificia lo teneva in gran conto, elargendogli a più riprese onori e somme di denaro. Carattere turbolento, passò la vita in perpetuo contrasto coi colleghi (che disprezzava apertamente), invidiosi della sua fama e del suo genio. Furono gli astronomi gesuiti a difenderlo e a confermare le sue prime scoperte astronomiche. E furono i colleghi dell'Università a spingerlo a dichiarare pubblicamente che la Sacra Scrittura dovesse essere corretta sulla scorta delle sue scoperte. Ma la Bibbia non è un libro scientifico: Bellarmino, che gli era amico e per più anni l'aveva protetto, cercò di comporre la controversia suggerendo a Galileo di insegnare le sue teorie per quel che erano, cioè mere ipotesi matematiche, strumenti inadeguati per trattare di teologia. Dapprima Galileo acconsentì e la Curia lo colmò di onori e privilegi. Tuttavia in seguito, reso forse più sicuro dalla sua fama ormai universale, fece circolare il Dialogo dei massimi sistemi in cui la teoria eliocentrica era riproposta in modo a dir poco offensivo per lo stesso Pontefice Urbano VIII (adombrato nella figura di Simplicio). Inquisito ancora, inviò certificato medico in cui denunciava malesseri e depressione. Il processo fu rinviato. Quando non fu più possibile differirlo, l'Inquisizione gli permise di alloggiare in casa dei vari cardinali che se ne contendevano la compagnia. La condanna di Galileo consisté nel recitare per tre anni i Salmi penitenziali una volta alla settimana nella sua villa di Arcetri. La pena fu quasi subito commutata, e lo scienziato ricominciò indisturbato a insegnare le sue teorie. Tuttavia da quel momento si incrinò l'unità di fede e ragione che san Tommaso e altri pensatori della Scolastica avevano perseguito, e la scienza cominciò a rivendicare quell'autonomia assoluta che rischia oggi di produrre la paventate aberrazioni dell'ingegneria genetica. Alcune osservazioni di metodo Si è qui cercato non tanto di denunciare una mentalità profondamente radicata in molte coscienze, quanto di offrire spunti volutamente provocatori in merito all'Inquisizione, tali da stimolare e indurre ad approfondire la verità storica. La verità infatti libera, e la Chiesa non ha nulla da nascondere odi cui vergognarsi nel suo passato. Additare per venti secoli agli uomini d'ogni tempo, con mentalità e passioni molteplici e contrastanti, sempre il medesimo messaggio dovrebbe stupire e far riflettere sull'origine dell'istituzione ecclesiale. E tuttavia, sul piano della mera storicità, non è possibile parlare a uomini di secoli diversi e di molteplici nazionalità senza adottare un linguaggio loro conforme. D'altronde, è antico vezzo cercare di dare giudizi di valore avendo come misura la propria mentalità. Gli uomini di oggi subiscono il fascino di concetti quali "democrazia", "libertà", "uguaglianza"; solo pochi "addetti ai lavori" sono consapevoli che tali idee non avevano alcun significato, ad esempio, per gli uomini del XIII secolo (o ne avevano uno del tutto diverso). Così com'è per noi senza significato il gesto di un cavaliere crociato che passava anni di stenti, di fatiche e di privazioni, solo per avere il diritto di aggiungere al suo blasone gentilizio le insegne del proprio re. Come argutamente osservava Chesterton, chi non crede più in Dio, lungi dal non credere in niente, finisce col credere a tutto. E, sull'onda della "demitizzazione", si continua a dare per scontata la "secolare connivenza tra Chiesa e potere", dimenticando l'ingiuria di Anagni, la cattività avignonese, la lotta per le investiture, il rifiuto del Papa di sciogliere il matrimonio di Enrico VIII (che provocò lo scisma anglicano), e analoghi altri fatti. Così come si continua a ritenere che i "diritti dell'uomo" siano una conquista della Rivoluzione francese e si dimentica il Terrore, o che prima del 1789 non esisteva neppure la leva militare obbligatoria o, ancora, che i concetti di "persona" e di "dignità umana" sono valori affermatisi con il cristianesimo. Altra grave deformazione della verità è quella di ritenere che sia stato il messaggio evangelico a minare dall'interno le strutture dell'impero romano, laddove fu il cristianesimo a salvarne l'idea, la cultura e lo spirito delle istituzioni; o che le Crociate siano state promosse per motivi commerciali e di espansione... coloniale, dimentichi di quanti sovrani, cavalieri e semplici fedeli persero vita e beni nel tentativo di recuperare alla cristianità i Luoghi Santi. Al riguardo canta T. S. Eliot: «Solo la fede poteva aver fatto ciò che fu fatto bene, I l'integra fede di pochi,! la fede parziale di molti./ Non avarizia, lascivia,tradimento,/ invidia, indolenza, golosità, gelosia, orgoglio: / non queste cose fecero le Crociate,/ ma furono queste cose che le disfecero». Ciò che questa digressione ha inteso riaffermare è che non si dà convivenza sociale senza difesa di quelli che si considerano valori comuni. Che il regime democratico, fondato sul pluralismo e sulle "regole del gioco", reprima gli eversori di destra e di sinistra, è cosa che non stupisce nessuno. Orbene, c'è stato un tempo in cui gli uomini si riconoscevano nella Res publica christiana e chiedevano alla Chiesa di essere difesi dai falsi profeti, propagatori di idee non di rado aberranti, tali da minacciare gravemente i fondamenti dottrinali, culturali e istituzionali della società religiosa e civile. Fu a questo compito che sovrintese con mitezza e buonsenso il tribunale dell'Inquisizione. La "leggenda nera" dell'inquisizione nasce con l'Illuminismo, con quegli ideologi che, portando alle estreme conseguenze l'infatuazione umanistica per un mitico mondo precristiano, si denominarono "illuministi", cioè coloro che rischiarano l'intelletto liberandolo dall'errore. Essi intesero i secoli fra l'età classica (quale l'immaginavano nei loro slanci letterari: si pensi all'insistenza sulle vantate virtù civiche dei Romani o alla fantasiosa età dell'oro e al mito del buon selvaggio) e quella dei "lumi" come epoca di tenebre, di mera barbarie, favorita dalla "superstizione" cattolica. L'Inquisizione venne considerata - e additata - come la carceriera dell'umanità, come un "comitato di salute pubblica" incaricato di scovare ed eliminare il "dissenso", applicando quelle che di volta in volta erano le "direttive" di un presunto Consiglio segreto. Ma ovviamente né il cristianesimo è una concezione del mondo, né l'Inquisizione fu un tribunale ideologico. Eppure poté tanto la propaganda che i protagonisti della Rivoluzione francese si affrettarono a emanare un decreto che "liberava" le suore dai conventi. Grande dovette essere la loro sorpresa (soprattutto dopo la lettura dei romanzi di Diderot sulla condizione di plagio in cui si sarebbero trovate le monache) quando si avvidero che solamente una decina di suore accettava la "liberazione", preferendo le altre piuttosto la ghigliottina. La storia attesta che là dove la Chiesa ha perduta la sua incidenza sulla società, il sangue è scorso fiumi. Dove invece fu operante l'Inquisizione, e per tutto il tempo in cui lo fu, ai popoli furono risparmiati gli orrori delle guerre di religione. Ricordavo all'inizio l'equivoco in cui spesso s'incorre non distinguendo opportunamente fra Inquisizione cattolica e Inquisizione protestante.
     L'INQUISIZIONE PROTESTANTE: Proprio lo scisma luterano offre agli storici un proficuo termine di paragone. Si pensi a quel che accadde ai cattolici nei Paesi separatisi da Roma: in Inghilterra, i "papisti" erano impiccati e arsi (l'ultimo fu bruciato nel 1696, e la discriminazione civile proseguì fino alla prima metà dell'Ottocento; in Germania, i contadini trucidati venivano allineati lungo le strade a monito contro ogni tentativo di emancipazione sociale; a Münster, gli anabattisti di Giovanni da Leyda arrivarono al cannibalismo sotto l'influsso delle "profezie" del loro capo; in Francia, gli ugonotti (vittime poi a loro volta, ma per ragioni politiche) si resero responsabili di inauditi massacri. Si consideri altresì il regime teocratico di Ginevra, dove in poco più di un ventennio Calvino mandò a morte una sessantina di persone per bestemmia, idolatria, adulterio. Squadre di "santi" ispezionavano le case, fustigando gli oziosi e arrestando i peccatori. Un fanciullo di dieci anni fu decapitato perché aveva percosso i genitori. Il medico e letterato Michele Servet fu arso vivo avendo modificato - per sbaglio - una parola del simbolo di fede redatto da Calvino. I processi per stregoneria del Massachusetts (i "puritani" del Mayflower portarono in America anche la loro Inquisizione) sono infine troppo famosi perché vi si accenni. Rotta insomma la comunione con Roma, e di conseguenza l'unità di dottrina che l'Inquisizione cattolica aveva per secoli preservato, le "Chiese cristiane" si moltiplicarono immediatamente scindendosi, separandosi e inquisendosi l'un l'altra, in un processo che si è espanso in progressione geometrica fino ai nostri giorni. Come i sociologi della religione hanno giustamente rilevato, questa moltiplicazione in sètte e gruppi che si proclamavano unici depositari della verità ha dischiuso la via allo scetticismo e all'incredulità, nonché al materialismo e a tutte le filosofie che comunque vi si sono ispirate. Come da tempo non manca di sottolineare un insigne filosofo, Augusto Del Noce, oggi l'idea stessa di una verità da ricercare è stata rimossa: il problema di Dio non è più neanche un fatto privato; è un "non problema". Il risultato è che la morte di Dio coincide con quella dell'uomo. È questo l'avvertimento che percorre tutto il Magistero dell'attuale Pontefice. Verità senza pregiudizi In anni in cui la Dottrina sociale cattolica conosce un promettente rigoglio e il laicato cattolico viene provvidenzialmente maturando la consapevolezza che una fede che non diviene cultura assomiglia al fico sterile del Vangelo, sembra più che mai necessario che ognuno contribuisca alla edificazione di una società a misura d'uomo e secondo il piano di Dio. Per questo, secondo l'alta parola di Giovanni Paolo II, "nel suo più nobile significato la cultura è inseparabile dalla politica, intesa come arte del bene comune, di una giusta partecipazione alle risorse economiche, di una ordinata collaborazione nella libertà". Ma in quest'opera di edificazione non va rinnegato né taciuto il proprio passato. Una civiltà cristiana c'è stata, non è da inventare. Pur con i loro limiti gli uomini del Medioevo concepirono e dispiegarono un grandioso sforzo per fondare l'esistenza su valori trascendenti. Scrisse Leone XIII nell'Enciclica Immortale Dei (1885): «Fu già tempo che la filosofia del Vangelo governava gli Stati, quando la forza e la sovrana influenza dello spirito cristiano era entrata bene addentro nelle leggi, nelle istituzioni, nei costumi dei popoli, in tutti gli ordini e ragioni dello Stato, quando la religione di Gesù Cristo, posta solidamente in quell'onorevole grado che le conveniva, fioriva all'ombra del favore dei principi e della dovuta protezione dei magistrati; quando procedevano concordi il sacerdozio e l'impero, stretti tra loro per amichevole reciprocanza di servizi. Ordinata in tal modo la società recò frutti che più preziosi non si potrebbe pensare, dei quali dura e durerà la memoria, affidata a innumerevoli monumenti storici, che niuno artifizio di nemici potrà falsare od oscurare». Ecco dunque la necessità di riproporre incessantemente, in nome della solidarietà tra le generazioni, una storia dei secoli cristiani libera da preconcetti e opportunismi. Una storia - e un fare storia - che non sia più solo trastullo d'alto livello per intellettuali, ma che appaghi quella fame di chiara e semplice verità a ragione pretesa dai più giovani. Nell'indirizzarsi a loro, durante una celebre omelia del novembre 1974, il cardinal Stepan Wyszynsky esortava: «È venuto il tempo in cui dovete dire ai vostri educatori e professori: insegnateci la verità e non ci distruggete. Non strappateci la fede. Non annientate il nostro modo di vivere cristiano e morale attraverso uno stolto laicismo del quale nessuno comprende il senso e per il quale viene speso tanto denaro. Non ci togliete la fede nel Dio vivente. [...] È venuto il tempo in cui voi, giovani, nelle università e nelle case degli studenti, dovete avere l'ardire di esigere: non ci strappate la fede perché non ci potete dare nulla di più prezioso in cambio». Conformemente a una massima del tempo, gli uomini della cristianità medioevale pensavano sé stessi come nani appollaiati sulle spalle di giganti. Nani sì, ma che potevano veder più lontano proprio perché tenevano nel giusto conto la tradizione. L'Inquisizione fu un istituto storicamente necessario. Se viene studiata correttamente, basandosi cioè sui fatti e non muovendo da pregiudizi o mettendo "le mani avanti" come il Ciampa pirandelliano" la fede del credente avrà un'ulteriore conferma. (*)
Rev. Stefano Testa
22. Le Indulgenze (con le quali si rimetteva la punizione per i peccati) vennero concesse per la prima volta nell' anno 850 da papa Leone IV a coloro che salivano la «Scala Santa» sulle loro ginocchia. Le vendita di esse iniziò nel!' anno 1190 e continuò fino all' epoca della riforma 850 e 1190.
San Pietro rifiutò danaro da Simon Mago che credeva di poter acquistare il dono di Dio con l'oro At 8:20. La religione cristiana secondo l'insegnamento dell 'Evangelo è contro un simile traffico e fu appunto la protesta contro tale traffico che provocò la Riforma Protestante del XVI secolo.
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

22. LE INDULGENZE 
Lutero, al quale il Centro Biblico di Napoli si rifà, scrisse una esposizione dottrinale molto accurata con la quale riteneva lecita la dottrina delle indulgenze. Lutero protestò, invece, il modo in cui esse venivano amministrate. Egli, però, considerò solo l'errata concezione di alcuni i quali, lucrando le indulgenze dietro offerta di denaro, credevano di pagarsi il Paradiso. Ma la Chiesa insegnava con molta chiarezza che l'offerta di denaro (cioè l'elemosina raccomandata delle Bibbia) era inutile se non era accompagnata da sincero pentimento per i peccati commessi, da una adeguata riparazione e da una sincera conversione di vita. Le indulgenze non vennero concesse per rimettere la punizione dei peccati, ma la pena come spiegato al punto 6. Nonostante il deprecabile abuso, il beneficio delle indulgenze contemplava giustamente la realtà come la Chiesa può attingere ai meriti di Cristo, dei Santi, come diceva S. Paolo:
"Sono felice di soffrire per voi, con le mie sofferenze completo in me ciò che Cristo soffre a vantaggio del suo corpo, cioè la Chiesa" Col 1,24.
Simon Mago non voleva pagare i meriti di Cristo, ma voleva avere la capacità d'infondere lo Spirito Santo come gli Apostoli. La riforma protestante del XVI sec., dal dialogo costruttivo, passò alla lotta (anche armata), alla scandalosa divisione dei Cristiani, al proliferare di confessioni religiose l'una contro l'altra, di sétte distruttive e rapaci dei beni della Fede e dei costumi. La controriforma della Chiesa, culminata con il Concilio di Trento (1545-1563), arginò lo scisma Protestante e diffusione delle sue eresie. Con il Concilio Vaticano II (25/01/1959-08/12/1965) inizia il dialogo interrotto, nello spirito ecumenico di tutti i Cristiani. Del Protestantesimo solo i gruppi storici sono sensibili all'unità voluta da Cristo, mentre le sue "schegge impazzite", le sétte, come lupi rapaci, continuano a "rapire e disperdere" Gv 10, 12 il gregge di Cristo, diabolicamente arroccate nelle loro eresie e accumulo di ricchezze. L'indulgenza parte da San Paolo già nella sua I Cor 5,5 - egli consegna a Satana (scomunica) un pubblico peccatore che poi, ravvedutosi e pentito, egli stesso assolve condonandogli la pena inflittagli II Cor 2,6-10. Nei tempi di persecuzione avveniva spesso (e San Cipriano riporta diversi esempi) che, ai martiri, che andavano al supplizio, in vista dei loro meriti, venisse rimessa, in tutto o in parte, la pena. Le indulgenze vengono concesse dalla Chiesa per i meriti di Gesù, della Vergine e dei Santi. Se la Chiesa ha il potere di concedere indulgenze è perché Gesù ha affidato la potestà alla Sua Chiesa di giudicare, di punire e condonare pene. Se Gesù ha dato a Pietro il potere di legare e di sciogliere, e poi anche agli Apostoli di rimettere o ritenere j peccati, ha dato principalmente anche il potere di condonare la pena dovuta al peccato, del quale essa è conseguenza. L'episodio di Zaccheo ci fa capire meglio le cose - Lc 19,1-10. Dopo essersi pentito disse a Gesù:
"Dò ai poveri la metà dei beni, e se qualcuno ha frodato gli restituisco il quadruplo".
E Gesù: "Oggi si è realizzata la salvezza in questa casa."
Zaccheo non comprò il perdono del peccato col danaro, ma col pentimento e la conversione. Il danaro servì ad espiare la pena conseguente al peccato di sfruttamento del prossimo. In modo analogo la Chiesa accorda ai fedeli pentiti le indulgenze che è la REMISSIONE DELLA PENA a condizione che vengano compiute in tale stato di ravvedimento. Determinate opere meritorie. Quali preghiere, digiuni, "pellegrinaggi di penitenza, elemosine, contributi per opere di bene. Tra queste opere benefiche fu computata anche la ricostruzione della Basilica Vaticana perché divenisse punto di convergenza di tutti i popoli sulla tomba di Pietro. Lutero gridò allo scandalo: In tutta l'Europa si vendono le indulgenze, Roma è tutta un marciume! ... Non ricordò, non volle ricordare che un giorno Gesù nel tempio, osservò una vedova che metteva due spiccioli, tutto ciò che aveva. Questa vedova, disse Gesù, ha dato più di tutti gli altri insieme. Ella aveva infatti espiato con grande generosità (come Zaccheo) la pena del peccato al cospetto di Dio. Questo perché il tempio di Gerusalemme fu riedificato e mantenuto con i sacrifici di tutti. Una delle forme più note e solenni di concessione di indulgenze, che la chiesa pratica è quella giubilare, di cui fu già figura il giubileo cinquantenario ebraico, in cui ognuno tornava in libertà, se l'aveva perduta, e in possesso dei suoi beni se ne era stato spogliato. Il giubileo fu stabilito nel 1300 da Bonifacio VIII ogni cento anni, periodo di tempo che in seguito fu ridotto prima a 50 e poi a 25 anni. Esso ha lo scopo di risvegliare nelle coscienze il desiderio di penitenza e della riparazione per i peccati commessi e di rendere più ampia I’elargizione dell' indulgenza e più facile ed agevole il modo di acquistarla. Il carattere penitenziale di rinnovamento nelle gioie (giubilare = gioire, esultare) è posto in evidenza dalla predicazione stessa di Gesù nella sinagoga di Nazareth Lc 4,18 dove legge un brano di ls 61,2. «É l'anno accetto al Signore il giorno della retribuzione, della liberazione, della remissione, della vista ai ciechi ... ». Durante l'Anno Santo i pellegrini non si recano a Roma per «visitare il Papa» ma per pregare sulle memorie dei Martiri della fede e visitare i luoghi più insigni della pietà Cristiana. Pertanto S. Pietro rifiutò i soldi di Simon Mago perché questi voleva comperare il potere dei Miracoli che lo Spirito Santo donava. At 8,19. Non c'entra un bel niente con le indulgenze. I séttari spiegano la Bibbia in modo truffaldino.
Rev. Stefano Testa 
23. Il dogma della Transustanziazione fu decretato da Papa Innocenza III nell'anno 1215. Con questa dottrina il prete pretende di creare Gesù Cristo ogni giorno e poi mangiarLo in presenza del popolo durante la Messa. Il Vangelo condanna simile assurdità. Nella Santa Cena v'è solo la presenza spirituale di Cristo (Leggi: Lc 22: 19-20 - Gv 6:63 - I Cor 11 :26)
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

23. IL DOGMA DELLA TRANSUSTANZIAZIONE
Questo dogma, come tutti i dogmi della Chiesa, ha origine dalla Bibbia e non dalla fantasia di un pinco pallino. Il Rev. Testa mente quando afferma che "il prete pretende di creare Gesù Cristo". Egli sbaglia, inoltre quando afferma che nella Santa Cena vi è solo la presenza spirituale di Cristo. Se egli sapesse leggere il Vangelo si accorgerebbe che Gesù ci ha comandato di mangiare il suo corpo e di bere il suo sangue (Ved. citazioni riportate al punto 18). Provi il Rev. Testa a dimostrare che Gesù disse di mangiare la sua presenza spirituale. Il Vangelo al contrario parla di presenza reale. La realtà del mutamento della sostanza del pane e del vino nella celebrazione eucaristica non ha mai avuto bisogno della formulazione di un dogma, perché dagli Apostoli in poi è sempre stato a fondamento di tutta la Fede. Lo sforzo è stato di trovare un termine, come transustanziazione, che esprima adeguatamente il Mysterium Fidei voluto da Gesù e da sempre annunciato dalla chiesa Mt 26,26 - Mc 14,22 - Lc 22,19 - I Cor 11,23. Il termine transustanziazione fu preso in considerazione dal Concilio di Trento (1571). Così la teologia contemporanea è alla ricerca di un termine più comprensibile e adatto alla cultura contemporanea. Le stesse parole umane della Bibbia rendono pallidamente il Mistero di Dio. I séttari hanno la pretesa di "comprendere" nella loro piccola mente la verità. Questo mirabile miracolo che ha dell' incredibile si realizza per le parole dette da Gesù. Per rispondere punto per punto agli Evangelici ci vorrebbe un libro, ma si cerca di rispondere almeno in parte. 
l. Si tratta anzitutto di una promessa, cui sarà dato compimento solo in seguito: "Il pane che io darò ... ". 
2. Gesù indica se stesso come pane vivo: "lo sono il pane vivo disceso dal cielo, e cibo vero" ... la mia carne è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda. 
3. "MANGIARE" di questo cibo e "BERE" di questa bevanda è assolutamente necessario per conseguire la vita. Se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue non avrete in voi la vita. 
4. I Giudei capirono bene che questo non era un modo di dire, ma che si trattava proprio di mangiare la sua carne e di bere il suo sangue, tanto che essi questionarono tra loro dicendo: Come può costui darci da mangiare la sua carne? E ritenendo la cosa impossibile e assurda, andavano ripetendo: ... questo linguaggio è troppo duro, e chi mai può ascoltarlo? E molti se ne allontanarono. Di fronte a questo fatto Gesù non modifica le sue parole, anzi le conferma con giuramento: In verità, in verità vi dico: «se non mangiate la carne del Figlio dell 'uomo e bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ ultimo giorno» - Gv 6,53-56. 
Questa chiara promessa Gesù la completa nell'ultima cena. Dopo aver cambiato il pane e il vino nel suo corpo e nel suo sangue con le parole famose: ." PRENDETE E MANGIATE, questo è il mio corpo, ... prendete e bevete questo è il mio sangue” e comanda agli Apostoli di fare ciò che Egli aveva fatto, "FATE QUESTO IN MEMORIA DI. ME". L'Apostolo Paolo riprendere il discorso di Gesù, I Cor 11,23-26, e quasi temendo di essere frainteso circa l'effettiva presenza di Gesù nell'Eucarestia, l'Apostolo aggiunge: «Ognuno dunque esamini prima se stesso, e così mangi di questo pane e beva di questo calice, perché chi mangia e beve senza RICONOSCERE il corpo del Signore, mangia e beve la PROPRIA CONNDANNA». Se si fosse trattato di un semplice pane e vino mangiati in una cena, sia pure simbolica per ricordare la morte di Gesù, San paolo non avrebbe certo affermato che mangia la propria condanna chi lo mangia indegnamente senza RICONOSCERE il corpo del Signore. Al Rev. Testa piace invece satollarsi di venerdì e di ben altro cibo.
Rev. Stefano Testa

24. La confessione auricolare o confessione dei peccati fatta al!' orecchio del prete, fu istituita da Papa Innocenzo nel Concilio Laterano nel 1215
Il Vangelo ci comanda di confessare i peccati direttamente a Dio e a coloro che abbiamo offeso. Giuda si confessò ai preti e poi si strangolò: S. Matteo 27:445 (Leggi: Sal 51: 1-12 - Lc 7:48-50 - 15:21 - I Gv 1:8-9).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

24. LA CONFESSIONE AURlCOLARE 
In Mt 18,18 e in Gv 20,23 Gesù trasmise agli Apostoli e ai loro successori il potere di perdonare i peccati, egli disse loro:
"In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo" Mt 18,18. Ovviamente, per rimettere i peccati, bisogna pure che il confessore ascolti la persona che confessa i propri peccati e non può pretendere che lo faccia a voce alta pubblicamente (solo pochi si sentono di farlo). Il Rev. Testa continua a raccontare barzellette affermando che: "Giuda si confessò ai preti e poi si strangolò"!. Nei primi secoli della Chiesa la confessione non avveniva accusandosi "direttamente a Dio", né a "coloro che abbiamo offeso", ma per i peccati più gravi e scandalosi il cristiano manifestava pubblicamente il suo pentimento ed il Vescovo assegnava la penitenza. Il primo documento a tal proposito risale a 800 anni prima della data citata in cui il Papa Leone Magno, nel 452 disciplinava con regole per tutta la Chiesa la confessione a tu per tu con il sacerdote. Il Papa citato dal Rev. Testa, incompleto è Innocenzo III che invece raccomandò la confessione e la comunione almeno una volta all'anno. Non risulta che i séttari confessino "direttamente" coloro che offendono con le loro calunnie e menzogne che traboccano dai loro libercoli contro coloro che la pensano diversamente e neppure davanti a Dio, perché "prima va a riconciliarti col tuo fratello" Mt. 5,24. Gli scismatici e i nemici della fede dicono che la confessione è stata inventata dai Preti. Ma chi sa dire il nome dell'inventore? Nessuno! Se il Papa Innocenzo III non ha inventato la confessione chi I'ha inventata? Il Rev. Testa deve essere più preciso altrimenti dimostra di essere una persona poco seria. Si conosce il nome di inventori di cose anche insignificanti, come mai non è rimasto nella storia il nome di delI'inventore della confessione? Il Centro Biblico di Napoli dice che sia stato Papa Innocenzo (?). Dice pure che Giuda si sia confessato ai "preti" prima di andarsi a impiccare. Si domanda: Il Centro Biblico era presente alla confessione di Giuda? I Preti, chi erano? Giuda invece, dopo il tradimento andò a riportare i 30 sicli d'argento ai grandi sacerdoti a agli anziani ebrei, coloro che vollero l'arresto e poi la morte di Gesù. Che c'entrano i Preti Cattolici? Cosa c'entra la Chiesa in tutto questo? I séttari cercano di gettare fango sulla Chiesa Cattolica, bugie, inesattezze e invenzioni. É stato Gesù ad "inventare" la Confessione, a dare questo potere di (lo straripetiamo per i duri di testa) rimettere i peccati - Mc 1,5 - Mt 16;19 - Gv 20,23 - Mt 3;6. Infatti a seguito di questa confessione gli Apostoli cominciarono a considerarsi ministri della Riconciliazione. E tutto questo è da Dio, il quale ci ha riconciliati con se stesso per mezzo di Cristo, ed a affidato a noi il "MINISTERO" della Riconciliazione II Cor 5,18-20. Si tratta dunque di poteri che solo Dio può dare, e lo mette in risalto San Paolo quando scrive:
Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei ministeri di Dio I Cor 4,1.
I passi Biblici citati dai séttari non parlano di Confessione, sono solo portati per creare confusione nei meno accorti.
Rev. Stefano Testa 
25. L'adorazione dell'ostia fu sancita da Papa Onorio III nell'anno 1220
Così la chiesa romana adora un Dio fatto dalle mani di uomini. Tale pratica è il colmo dell' idolatria ed è assolutamente contraria allo spirito del Vangelo (Leggi: Gv 4:23-24).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

25. L'ADORAZIONE DELL'OSTIA CONSACRATA
La Chiesa cattolica ADORA L'OSTIA perché in essa c'è REALMENTE Gesù Cristo. Prendete e mangiate, questo è il mio corpo, questo è il mio sangue - Mc 14,22 - I Cor 11,23. E questo non perché lo dice la Chiesa Cattolica, ma perché lo ha detto Gesù in persona. L'adorazione dell'ostia non ha bisogno di venire "sancita" da nessuno perché da sempre la Chiesa ha professato la reale presenza di Cristo nel pane consacrato, Nell' ostia non si "adora un Dio fatto dalle mani di uomini". Se il Signore disse ai suoi Apostoli "fate questo" significa che dicendo le stesse sue parole, avviene ciò che Lui disse: "lo sono il vero pane disceso dal cielo" Gv 6,33-36. Sopra al n. 23 affermano che "v'è solo la presenza spirituale di Cristo", perché allora non l'adorano? Secondo i comandi di Gesù i Cristiani sono tenuti a credere che nell'Ostia consacrata vi sia la presenza reale della sua persona. I signori di Napoli mangino pure la "presenza spirituale" e lascino in pace chi ottempera ai comandi del Signore.
Rev. Stefano Testa 
26. La Bibbia proibita dal popolo e messa all'indice dei libri proibiti dal Concilio di Tolosa, nell'anno 1229 Gesù dice che la Scrittura deve essere letta da tutti. (Leggi: Gv 5:39; II Tm 3: 15-17).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

26. LA BIBBIA PROIBITA AL POPOLO 
Fino a non molto tempo fa il popolo, specie nei tempi antichi, non sapeva né leggere né scrivere al punto che per firmare la gente usava apporre un segno di croce. Oltretutto, in quegli anni lontani, la Bibbia era scritta in latino, quindi la gente, che non sapeva leggere nella propria lingua, a maggior ragione non sapeva leggere in latino. Era quindi inutile proibire la lettura della Bibbia a chi non sapeva leggerla. La Bibbia, fin dai tempi apostoli ci, veniva portata a conoscenza del popolo dai presbiteri, dai diaconi e dai cattolici molto preparati. La Chiesa, piuttosto, ritenne prudente non far conoscere alla gente, che aveva una sensibilità morale diversa dalla nostra, gli episodi più scabrosi dell'Antico Testamento (specie alle donne). Per esempio: le figlie di Lot che fecero ubriacare il padre ed ebbero rapporti sessuali con lui per dargli una discendenza; David che tagliò i prepuzi di 200 Filistei uccisi I Samuele 18,27. Se il centro Biblico di Napoli fosse esistito nel 1229, avrebbe obbligato i popoli, a suon di versetti biblici non pertinenti, a leggere la Bibbia pur non essendo capaci di leggerla. Aggiungiamo che: "La Bibbia proibita al popolo" è un esempio dei "seri studenti biblici"; sfornato dalle scuole bibliche séttarie, in fatto di ignoranza della storia e della loro stupidità. I fatti che smentiscono la menzogna: . 

A) Al popolo non poteva essere proibita la Bibbia perché essendo scritta a mano era rara e costosissima, scritta in latino che la massa non parlava né sapeva, ripetiamo, leggere perché analfabeta.

B) Non ci fu nessun concilio a Tolosa.

C) Il XIII secolo nella storia d'Italia è l'epoca d'oro della cultura filosofica-teologica (A. Magno, S. Tommaso d'Aquino, scuola francescana e domenicana), della scienza (Università), dell' architettura (stile gotico), della pittura (Cimabue e Giotto) e della letteratura (A. Dante). 
Gesù non ha mai detto che "la Scrittura deve essere letta", ma "chi ascolta voi, ascolta me" Mc 16,15 - Lc 10,16 - Gv 20,21. Da ciò si ricava che Gesù Cristo ha istituito la Chiesa e quindi la salvezza degli uomini non su un libro, ma su uomini da Lui incaricati ed assistiti Gv,21 – 17,8 – Mt. 28,20.
E inoltre da ricerche di Paolo Blandini e da una corrispondenza con un evangelico e per un approfondimento del lettore

LA CHIESA CATTOLICA HA PROIBITO LA BIBBIA AI CATTOLiCI?

Copio una lettera, riguardante l'argomento, scrittami da un protestante evangelico:

"Giovanni 5:39; FATTI O ATTI 17:11 Gesù ci insegna di esaminare, investigare e di studiare la parola di Dio perché essa da vita Eterna. ma vediamo che il Vaticano per secoli e secoli non è stato a favore. ma contro la parola di Dio, cercando in tutti i modi di distruggerla completamente, ma Gesù dice "I cieli e la terra passeranno ma la mia parola dimorerà in eterno" quindi se sarebbero uomini veramente da Dio non farebbero cose contro la Parla dell'Eterno.
Papa Pio IV ha proclamato dicendo: la Bibbia non è per le persone e tutti quelli che vogliono essere salvati debbono rinunziarla, egli stesso ancora ha detto che la Bibbia è un libro proibito alle persone, e le sue società (cioè le fabbriche che stampano le Bibbie ) sono sataniche, così disse papa Nicola. Papa Innocenzo ha detto che coloro che leggevano la Bibbia dovevano essere messi a morte. Nel Concilio di Tolosa e in seguito anche nel Concilio di Trento hanno deliberato di non far possedere la Bibbia alle persone la Bibbia di leggerla."

Ho risposto a questa persona, che la Chiesa non ha mai proibito niente, specialmente le Sacre Scritture, anzi a questo riguardo ho chiesto la documentazione storica di quando scritto.
Se tutto questo fosse vero, perché la Chiesa ha regalato le Bibbie in Russia e in altri paesi comunisti? Non solo, e se noi vogliamo la Bibbia la possiamo avere in qualsiasi formato e di qualsiasi grandezza, possiamo avere le Sacre Scritture in greco, in aramaico e in latino con tutte le spiegazioni possibili. Allora come possiamo dire tali assurdità? Qual'è la differenza tra oggi e ieri? Oggi la gente non è più istruita di allora? Se ci fosse imbroglio non sarebbe più evidente?
Invece non è così! E per essere più coerente ho fatto alcune ricerche sul Denzinger (in questo volume ci sono tutti i documenti originali della Chiesa Cattolica, compresi Concili, di cui non possiamo avere nessun dubbio) nei periodi accennati dal protestante evangelico. Nel periodo di Innocenzo III leggiamo cosa ha scritto il Papa agli abitanti di Metz il 12 Luglio 1199 al capitolo 770:

Documento 
770-771: Lettera cum ex iniuncto agli abitanti di Metz, 12 luglio 1199
…….
Necessità del magistero della chiesa per esporre la s. Scrittura
770 – Il nostro venerabile fratello vescovo di Metz ci ha fatto sapere con le sue lettere che, sia nelle diocesi che nella città di Metz, una non piccola moltitudine di laici e di donne ; in certo qual modo attratta dal desiderio delle Scritture , si è fatta tradurre in lingua francese i Vangeli, le lettere di Paolo, il Salterio, il Commento morale del libro di Giobbe (di Gregorio Magno ) e molti altri libri, … [per questo invero è accaduto] che in assemblee segrete i laici e le donne presumono di dire malamente fra di loro cose così importanti e di predicare gli uni agli altri per cui essi rifiutano anche la compagnia di coloro che non si associano a cose simili … . Alcuni fra loro disdegnano anche la semplicità dei loro sacerdoti; e quando per mezzo di questi è a loro offerta la parola della salvezza , di nascosto mormorano che essi hanno di meglio nei loro libretti e che possono di questo parlare con maggiore saggezza.
Anche se il desiderio di capire le divine Scritture e lo zelo di esortare in modo a esse conforme non sia da biasimare, perché questi tali celebrano proprie conventicole occulte, usurpano per sé l’ufficio della predicazione , si beffano della semplicità dei sacerdoti e rifiutano la compagnia di coloro che non si associano a simili cose. Dio infatti odia a tal punto le opere delle tenebre che [agli apostoli] … comandò e isse: <> [Mt….

Come avete letto quì la Chiesa non ha proibito la Sacra Scrittura, anzi ha scritto che coloro che hanno il desiderio di volere capire le Sacre Scritture non sono da biasimare, anzi si deve raccomandare, mentre sono da biasimare quelli che hanno fatto riunioni occulte, hanno preso il posto dei Sacerdoti rifiutando la Parola della Sacra Scrittura e hanno affermato che hanno avuto di meglio nei loro libretti dove coloro che non si sono associati alle loro idee. Da notare che la Chiesa ha scritto : "SIA DA BIASIMARE", non "SIA DA CONDANNARE A MORTE", e le cose dovevano essere fatte alla luce e non di nascosto. Quindi è il contrario di ciò che ha scritto il protestante evangelico. 
Ma andiamo nel periodo del Papa Paolo III, precisamente l'8/4/1546 e leggiamo:

documento
b) Decreto sull’edizione Vulgata della Bibbie sul modo di interpretare la sacra Scrittura
……………………
1506 – Lo stesso sacrosanto sinodo, considerando che non sarà di poca utilità per la chiesa di Dio sapere chiaramente fra tutte le edizioni latine in circolazione quale è l’ edizione autentica dei libri sacri, stabilisce e dichiara che l’antica edizione autentica dei libri sacri , stabilisce e dichiara che l’antica edizione della Volgata , approvata dalla stessa chiesa da un uso secolare , deve essere ritenuta come autentica nelle lezioni pubbliche, nelle dispute , nella predicazione e spiegazione e che nessuno , per nessuna ragione , può avere l’audacia o la presunzione di respingerla [cf. *3825].
1507 – Inoltre, per frenare certi spiriti indocili, stabilisce che nessuno , fidandosi del proprio giudizio, nelle materie di fede e morale, che fanno parte del corpo della dottrina cristiana, deve osare distorcere la sacra Scrittura secondo il proprio modo di pensare , contrariamente al senso che ha dato e dà la santa madre chiesa, alla quale compete giudicare del vero senso e dell’interpretazione delle sacre Scritture ; né deve andare contro l’unanime consenso dei padri, anche se questo genere di interpretazioni non dovesse essere mai pubblicato. …
1508 – Ma volendo come è giusto , imporre una norma su questo punto agli editori, … [il concilio] stabilisce che, d’ora in poi l’antica edizione della Scrittura detta Volgata sia stampata secondo la versione più corretta; inoltre nessuno potrà stampare né far stampare libri di argomento sacro senza il nome dell’autore , né in futuro venderli o anche solo tenerli presso di sé , senza l’esame e l’approvazione preliminare dell’ordinario …

Come avete letto anche in questo documento non risulta che la Chiesa proibiva le Sacre Scritture, anzi la Chiesa ha fatto un decreto per evitare di falsificare la Bibbia imponendo di seguire la traduzione della Volgata. Come vedete la Chiesa non ha proibito niente, anzi voleva che si seguiva e si stampava con le copie dell'originale senza falsificare. Ma cos'è la Volgata. Leggiamolo assieme direttamente nel Dizionario del Cristianesimo:

Documento:
VOLGATA (lat.: vulgus = popolo, e vulgatus = reso pubblico).
traduzione latina della Bibbia che la Chiesa usa nella liturgia e nel Magistero. Si disse tale perché largamente diffusa in tutto l’occidente dal VII secolo in poi. La si deve a S. Girolamo (+420) che, in parte, riprodusse la precedente versione latina, derivata da quella greca; in parte rivide il testo greco; e in parte tradusse direttamente alcuni libri dalle lingue originali.

La v., nel 1546, fu dichiarata dal Concilio di Trento immune da errori in materia di fede e costumi, fonte autentica della Rivelazione. Attualmente, la v. si deve all’edizione critica curata dai Benedettini per ordine di S. Pio X (1907); la quale, emendata da molti difetti, riproduce quella fatta preparare da Sisto V e Clemente VIII detta perciò «Sisto Clementina» (1592).
______________________________________

Leggiamo altro documento riguardante il periodo del 1564:

Regole tridentine per la proibizione dei libri, confermate nella costituzione Dominici gregis custodiae del 24 marzo 1564.

1853 - Regola III: Le traduzioni degli scrittori anche ecclesiastici, che fino a ora sono state pubblicate da autori condannati, purché non contengano nulla contro la sana dottrina, sono permesse.
Le traduzioni poi dei libri dell’Antico Testamento , potranno essere concesse solo a uomini dotti e pii, a giudizio del vescovo, purché tali traduzioni vengano usate come spiegazione dell’edizione Vulgata per comprendere la Sacra Scrittura, e non invece come un testo autosufficiente. 

Come notate, qui la Chiesa non ha proibito affatto la Sacra Scrittura del Vecchio Testamento, ma addirittura ha chiesto che venisse affidata la traduzione a persone dotte, istruite e serie. Se era come riferivano e riferiscono i protestanti, non dovevano darle a persone istruite ma a persone ignoranti. Veniva permessa la lettura e/ la traduzione proprio a persone istruite e serie, perché non avevano niente da nascondere. Anzi dovevano usare le traduzioni dell'Antico Testamento, come spiegazione dell'edizione Vulgata per comprendere meglio la Sacra Scrittura e anche per conservare l'autenticità biblica dall'originale.
Continuiamo a leggere questa stessa "Regola III": 

Documento
Le traduzioni del Nuovo Testamento fatti da autori della prima classe(1) di questo indice non siano concesse a nessuno, perché dalla loro lettura, è solito derivare ai lettori ben poco di utilità, moltissimo invece di pericolo. Quelle annotazioni poi che sono in circolazione con quelle traduzioni che sono permesse oppure con l’edizione Vulgata, eliminati i passi sospetti dalla facoltà teologica di una qualche università cattolica o dall’Inquisizione generale , potranno essere permesse agli stessi, a cui (sono permesse) anche le traduzioni. …
Nota:
* 1853 (1) Nell’indice di Pio IV opere e autori , in corrispondenza al maggiore o minore pericolo di seduzione, vendono suddivisi in tre classi; nella prima classe, fatti i nomi degli autori , ne vengono proibite tutte le opere poiché sospette. 

Notate, quì la Chiesa non riferisce che il Nuovo Testamento non sia concesso a nessuno, ma le traduzioni fatte da autori (dell'indice della "prima classe" ) poco seri e poco preparati, che non traducono esattamente come devono esattamente tradotte, per cui essendo tradotte male o falsate, diventa una lettura pericolosa. L'indice di cui si parla è quella nota 1 che abbiamo già letto sopra. Quindi, come sicuramente avete compreso, vengono proibite solo le traduzioni del "Nuovo Testamento" fatte da autori che sono annotati nella "prima classe", mentre le traduzioni (del Nuovo Testamento) fatte da autori che non appartengono in quella classe (la prima) sono permesse, perché sono tradotte correttamente.
Infatti nel 3° e nel 4° rigo si legge: "...che sono in circolazione con quelle traduzioni che sono permesse", e le “traduzioni che sono permesse” è riferito al Nuovo Testamento, quindi come vedete, quest’ultimo era in circolazione e per niente proibito. Ma anche lo stesso S.Paolo in 2 Timoteo scrive 2:1-2:

"Tu dunque, figlio mio, attingi sempre forza nella grazia che è Cristo Gesù e le cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a loro volta anche gli altri."

e ancora in 2 Tessalonicesi 3:6

"Vi ordiniamo pertanto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, di tenervi lontani da ogni fratello che si comporta in maniera indisciplinata e non secondo la tradizione che ha ricevuto da noi."

Quindi la Chiesa si è comportata come ha ordinato S.Paolo.

Continuiamo a leggere:

Documento
1854 - Regola IV: Poiché è manifesto per via di esperienza che, se si permette la Sacra Bibbia dovunque e senza discernimento in lingua volgare , a causa della temerità degli uomini, ne consegue più un danno che un vantaggio, su questo problema spetta al giudizio del vescovo o dell’inquisitore se essi sul consiglio del parroco o del confessore, la lettura della Bibbia tradotta in lingua volgare da autori cattolici, possano concedere a coloro che, secondo quanti essi sono in grado di capire, da una tale lettura possano ricevere non un danno ma un accrescimento della fede e della pietà …

Come avete notato, si legge nel documento: "La lettura della Bibbia tradotta in lingua volgare da autori cattolici, possano concedere a coloro che, secondo quanto essi sono in grado di capire, da una lettura possano ricevere non un danno ma un accrescimento della fede..." Ricordiamo che le pagine qui copiate rappresentano testi ufficiali della Chiesa, riportate nel Denzinger, che chiunque può controllare.

Prima di tutto cosa significa "in lingua volgare"? leggiamolo direttamente nel "Grande Dizionario Enciclopedico de Agostini" :
documento

Lingua v. (o il volgare sm.) la lingua e i dialetti parlati dal popolo, con particolare riferimento alla lingua italiana e alle altre lingue neolatine nei primi secoli della loro storia, in contrapposizione al latino, usato dai dotti: il v. italiano, il v. fiorentino, i v. francesi; poesia in v.

Quindi, carissimi fratelli, come abbiamo appurato i protestanti ci ingannano quando riferiscono che il Papa o i Papi ha o hanno proibito la Bibbia. Essi non hanno mai proibito le Sacre Scritture, anzi ne consigliavano la lettura alle persone istruite, pie e degne di fiducia, come del resto consigliava lo stesso S.Paolo in 2 Timoteo 2:1-2 e in 2 Tessalonicesi 3:6. La Chiesa ha proibito solo le Bibbie mal tradotte o falsificate. Se la Chiesa evangelica (ad esempio) proibisce di leggere la Traduzione del Nuovo Mondo (Bibbia dei tdG), significa che proibisce di leggere tutte le Sacre Scritture?

Per esempio quando mia moglie frequentava gli evangelici pentecostali gli hanno proibito di leggere la Bibbia Cattolica, altri evangelici ad un mio nipote gliela hanno fatto buttare nella spazzatura, e altri libri cattolici, questo è molto grave. A questo punto devo dire che sono gli evangelici a proibire di leggere le Sacre Scritture Cattoliche e non la Chiesa, ecc. ecc. E vi dico ancora che la Chiesa, da quello che abbiamo letto, aveva ragione e faceva bene, infatti, da quando la Bibbia è in mano a tutti ne è scaturita tantissima confusione e da quest’ultima sono nate tantissime sette, tutte con idee diverse sulla Bibbia , che si sconfessano a vicenda. Pietro stesso scrive in 2 Pietro 3:15-16:

"La magnanimità del Signore nostro giudicatela come salvezza, come anche il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari della altre Scritture, per loro propria rovina."

e in 2 Pietro 1:20:

"Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetto a privata spiegazione"

Ma continuiamo a leggere il documento del 1564:
Documento
1861 - Per ultimo inoltre, si ordina a tutti i fedeli che nessuno abbia l’ardire di leggere o di possedere qualche libro contro la prescrizione di queste regole o la proibizione di questo indice. Perciò, se qualcuno avrà letto o avrà posseduto dei libri degli eretici o degli scritti di un qualsiasi autore , condannati o proibiti per eresia o per il sospetto di falsa dottrina, incorrerà immediatamente in una sentenza di scomunica. …

Come abbiamo visto, nel documento si legge: "...incorrerà in una sentenza di scomunica", e mi sembra che ciò non significhi , "essere messo a morte", come qualcuno ha avuto l'ardire di dire. Non solo, ma questa condanna non era per la Sacra Scrittura, ma per i libri degli eretici o i libri di falsa dottrina. Ciò è ben diverso da ciò che mi ha scritto il protestante evangelico riferito a Papa Pio IV, perché questo documento, che è copiato dall’originale, è proprio il documento (Regole tridentine per la proibizione dei libri, confermate nella costituzione Dominici gregis custodiae del 24 marzo 1564) di Papa Pio IV.

Ricordiamo che il protestante evangelico ha scritto:

"Nel Concilio di Tolosa e in seguito nel Concilio di Trento hanno deliberato non far possedere alle persone la Bibbia e di leggerla"

Innanzitutto informo che i Concili si distinguono in "Provinciali" , "Plenari" ed "Ecumenici". Quindi i concili "Provinciali" e "Plenari" non hanno tanta importanza per la Chiesa in generale, perché per esempio il concilio "Provinciale" vale solo per la città in cui si fa questo concilio e partecipa solo il Vescovo di quella città. Riguardo al "Concilio Ecumenico" partecipano tutti i Vescovi del mondo cattolico e lo presiede il Papa o un suo delegato. Quindi i concili ecumenici sono della massima importanza per la vita della Chiesa. E sono: il primo concilio tenutosi a Gerusalemme nel 50; il concilio di Nicea a Betania (325); di Efeso (431); di Calcedonia (451); di Costantinopoli (869); i quattro concilii Laterani a Roma (1123; 1139; 1179; 1215); di Costanza (1414, 1418); di Trento (dal 1545 al 1563), che è considerato della massima importanza dopo Riforma luterana; il Concilio Vaticano I (1869-1870); ed, infine, ai nostri giorni il Concilio Vaticano II (1962-1965).
Come sicuramente si avrà notato il Concilio di Tolosa non c'è. Mentre il Concilio di Trento recita (anche se precedentemente ne abbiamo parlato):
Documento
19) (concilio) di Trento – (1545-1563) – Papi da Paolo III a Pio IV
Il concilio di Trento è uno dei più importanti concilii della Chiesa. Convocato ed aperto da Paolo III nel Dicembre del 1545 a Trento, si protrasse, con interruzioni, per 18 anni affrontando tutti i problemi dottrinali e pratici suscitati dalla riforma protestante e sollecitati dalla situazione interna della Chiesa. Condannò il protestantesimo nelle sue varie forme; riaffermò dal punto di vista dottrinario: il valore delle opere, oltreché della fede, per la salvezza oggettiva dei sette sacramenti il valore sacramentale dell’ordine, il magistero divino della Chiesa attraverso la “Vulgata”, unica versione ufficiale della Bibbia. Dal punto di visto organizzativo il Concilio impose: l’obbligo del celibato ecclesiastico, l’obbligo di residenza nella diocesi per i vescovi, l’obbligo della loro visita pastorale nella diocesi, l’istituzione dei seminari per la formazione del clero , presso ogni diocesi. Emanò ancora decreti sulla censura delle pubblicazioni, sulla Messa, sul culto dei Santi.

Come abbiamo letto, non risulta che il Concilio di Trento abbia deliberato di non far possedere la Bibbia e di non leggerla. Anzi recita: "il magistero divino della Chiesa attraverso la "Vulgata", unica versione ufficiale della Bibbia." e questo non significa “di non far possedere la Bibbia”, anzi come abbiamo letto antecedentemente, nei documenti del 1546 con il Papa Paolo III e nei documenti del 1564 con il Papa Pio IV, la Sacra Bibbia era in circolazione ed era ammessa quella tradotta dalla "Vulgata", infatti se voi rileggeste chi c'era nel Concilio Ecumenico di Trento, notereste : "Papi da Paolo III a Pio IV" e datato: "1545-1563", propri i nomi e le date che sono che sono nei documenti su accennati. E quando leggiamo: "Emanò ancora decreti sulla censura delle pubblicazioni", già sappiamo dai documenti su allegati [b) Decreto sull'edizione Vulgata della Bibbia e sul modo di interpretare la Sacra Scrittura (Paolo III - 8.4.1546)] e [Regole Tridentine per la proibizione dei libri, confermata nella costituzione Dominici gregis custodiae del 24 marzo 1964 - (Papa Pio IV) ] di quali pubblicazioni si parla e che ripeto: cioè traduzioni fatte da autori non seri, traduzioni falsate, libri eretici e degli eretici, libri di falsa dottrina:
Documento
1857 – Regola VII: I libri che apertamente trattano, narrano o insegnano cose lascive od oscene, poiché si deve prestare attenzione non solo alla fede, ma anche ai costumi, che dalla lettura di libri siffatti facilmente vengono corrotti, sono assolutamente proibiti.
Quelli antichi invece, scritti dai pagani, per l’eleganza e la proprietà della lingua, sono permessi: per nessun motivo tuttavia dovranno essere letti ai fanciulli.
1859 – Regola IX: Tutti i libri e gli scritti di arte divinatoria della terra, dell’acqua, del fuoco, dei sogni, delle mani, dei morti, come anche quelli nei quali sono contenuti sortilegi, venefici, presagi, incantesimi dell’arte magica , son completamente rigettati.

Come vedete, ciò che mi ha scritto il protestante evangelico del Concilio Ecumenico di Trento e completamente falso.
In un foglietto dal titolo "la Domenica", foglietto che serve di ausilio per la Messa, nell'ultima pagina in fondo ho letto:

"Per il Giubileo del duemila Giovanni Paolo II insiste perché i cristiani "tornino con rinnovato interesse alla Bibbia". Mentre la Chiesa in Italia si mobilita per un nuovo apostolato biblico , le Edizioni San Paolo presentano la Bibbia nella Nuovissima versione dai testi originali ".

Come avete letto, ancora oggi la Chiesa insiste, perché tutti torniamo alla "BIBBIA"..

Ritornando al libricino avventista leggo:

"Innocenzo III (1198-1216) e Giulio III (1550-1555), considerandola una seduzione satanica, la proibirono. Pio VII (1800-1823) e Pio IX (1846-1878) definirono una peste che faceva orrore ormai crescente delle Bibbie."

- INNOCENZO III (1198-1216): Rileggete le prime due pagine su Innocenzo III.

- GIULIO III (1550-1555): Dalla mia ricerca non risulta che suo pontificato ci siano stati dei decreti in riferimento alle "Sacre Scritture".
Nelle sessioni del suo pontificato ci sono stati:

- Sessione 13^ , 11 ott. 1551: - Decreto sul sacramento dell'Eucarestia.

- Sessione 14^, 25 Nov. 1551:
a) dottrina sul sacramento della penitenza;
b) Dottrina sul sacramento dell' estrema unzione;
c) canoni sulle due dottrine.

Da questo accertamento, come si è visto non risulta nessuna proibizione e seduzione satanica. E' FALSO! Gli autori di quel libricino, non mi hanno mai dato nessuna prova documentale, dopo avergliela chiesta espressamente .

-Pio VII (1800-1823): Allego "Lettera Magno et acerbo all'arcivescovo di Mogilew, Sett. 1916", riferito alle Sacre Scritture:
Documento
2710-2712: Lettura Magno et acerbo all’arcivescovo di Mogilew, 3 sett. 1816
A S.Pietroburgo (Russia) era stata fondata nel 1813 una società per la diffusione della Bibbia, che riforniva numerose confessioni: La chiesa cattolica era rappresentato dall’arcivescovo di Mogilew, che raccomandava a tutti i fedeli questa società. Egli fu denunciato a Roma e ricevette questa lettera di rimprovero. – Ed.: ASS 9(1876/77; [2]1885) 583s.
Versioni della sacra Scrittura in lingua viva

2710 – Dovresti … avere davanti agli occhi … che <> [*1854]. La chiesa romana inoltre, in seguito alla notissima prescrizione del concilio di Trento [*1506], accogliendo soltanto l’edizione Vulgata, ha respinto le traduzioni nelle altre lingue, e a permesso soltanto quelle che vengono pubblicate con annotazioni tratte opportunamente dagli scritti dai Padri e dei dottori cattolici, affinché un tesoro tanto grande non sia esposto alle corruzioni delle novità, e affinché la chiesa diffusa su tutta la terra abbia una sola lingua e le stesse parole [Gn 11,1].
2711 - Dal momento che poi nelle lingue nazionali constatiamo moltissime irregolarità, variazioni , cambiamenti , da una eccessiva libertà delle traduzioni bibliche sarebbe certamente sconvolta quella immutabilità che si addice alle testimonianze divine, e la fede stessa vacillerebbe, soprattutto quando sul fondamento di una sola sillaba si decide della verità del dogma.
Gli eretici poi hanno avuto l’abitudine di introdurre così le loro perverse e odiosissime macchinazioni, e per mezzo delle Bibbie pubblicate in lingua nazionale (riguardo poi alla singolare diversità, e discordanza di queste , loro stessi si accusano e si mordono a vicenda) nascondere con l’inganno i propri errori avvolti nel più santo ornamento della parola divina. <>, diceva sant’Agostino , <>. (1)
Se poi ci addolora il fatto che uomini stimatissimi per la pietà e per la sapienza non di rado siano venuti meno all’interpretazione delle Scritture, che cosa non si deve temere, se al popolo inesperto , che giudica soprattutto non in base a qualche discernimento , ma con una certa leggerezza , fossero consegnate per essere liberamente lette le Scritture tradotte in qualsiasi lingua volgare? …
2712 – [Si ricorre quindi alla celebre lettera di Innocenzo III ai fedeli della chiesa di Metz: <>: *771]. Sono poi notissime non solo le costituzioni del sullodato Innocenzo III, ma anche quelle di Pio IV, Clemente VIII e Benedetto XIV. (1) … Quale poi sia il pensiero della chiesa riguardo alla lettura e all’interpretazione della Scrittura, la tua fraternità lo riconosca nel modo più splendido della notissima costituzione Unigenitus dell’altro Nostro predecessore Clemente XI, con cui sono chiaramente riprovate quelle dottrine nella quali si asseriva utile e necessario in ogni tempo, in ogni luogo e per ogni genere di persone conoscere i misteri della sacra Scrittura, la cui lettura,m si soggiungeva, è per tutti, ed è dannoso allontanare dalla stessa il popolo cristiano , anzi si chiude per i fedeli la bocca di Cristo, quando si sottrae dalle loro mani il Nuovo Testamento [*2479-2485]. 

Come avete letto e appreso è tutto il contrario di ciò che asserivano gli autori (Avventisti) del libricino in mio possesso.

Pio IX (1846-1878): Leggiamo il documento riferito a Pio IX:
Documento
Altri errori del tempo
2782 – Ornai conoscete bene, venerabili fratelli, gli altri mostruosi e fraudolenti errori coi quali coloro che si occupano solo di cose mondane tentano accanitamente di assalire la divina autorità della chiesa e le wue leggi e di calpestare i diritti tanto del potere sacro quando di quello civile.
2783 – A questo mirano … quelle sètte clandestine sorte dalle tenebre per la rovina e la devastazione,m si di ciò che è sacro che di ciò che è pubblico e condannate con ripetute scomuniche dai vescovi di Roma Nostri predecessori nelle loro lettere apostoliche (1) che Noi confermiamo con la pienezza della Nostra apostolica potestà … .
2784 – Questo vogliono le astutissime società bibliche che rinnovando l’antica arte degli eretici non tralasciano di distribuire gratuitamente e di imporre in grandissimo numero di copie, con forte spesa, i libri delle sacre Scritture, tradotti in tutte le lingue volgari, contro le più sante regole della chiesa, e spesso malvagiamente interpretati, a tutti gli uomini , di ogni sorta, anche ai più rozzi, affinché tutti, respinta la divina tradizione, la dottrina dei padri e l’autorità della chiesa cattolica, interpretino a loro arbitrio le parole di Dio, ne travisino il senso e scivolino così nei più gravi errori. Gregorio XVI … disapprovò (1) queste società; e Noi pure vogliamo che esse vengano condannate.
2785 – A questo mira quel sistema orribile e contrario al lume della ragione, dell’indifferenza di qualsiasi religione [Indifferentismo]; sistema con quale essi astutamente, eliminata ogni differenza fra virtù e vizio, verità e errore, onestà e disonestà, vanno inventando che gli uomini possono conseguire la salute eterna con qualsiasi religione …,
2786 – a questo < mira> quella dottrina funesta e più che mai contraria al diritto naturale che chiamo comunismo, una volta ammessa la quale, slitterebbero completamente i diritti, i patrimoni, le proprietà e persino la società umana. (1)
Note in calce:
*2784 (1) Gregorio XVI, Enciclica Inter praecipuas, 8 maggio 1844 (cf. 2771)

Come vedete, era grande preoccupazione della Chiesa, quella di evitare la proliferazione di Bibbie mal tradotte o alterate da eretici. In epoche dove la stragrande maggioranza della popolazione era analfabeta, il pericolo che alcuni dotti eretici potessero trascinare all’eresia grandi masse di gente, era molto forte, la Chiesa faceva quel che poteva, per arginare il dilagare di certe eresie, e una di queste contromisure era il tenere sotto controllo la traduzione della Bibbia.
Con l’avvento del protestantesimo e quindi con le libere traduzioni che cosa ne scaturì?
Confusione, la storia ci ricorda la nascita di tante sette eretiche, ognuna della quali manipolava la Bibbia a proprio piacimento. Paradossalmente l’avvento della libertà di pensiero e di stampa, non ha giovato alle traduzioni bibliche, perché oggi assistiamo ad una infinità di traduzioni e manipolazioni, ad opera di moltissime sette eretiche, (Mormoni, Moon, Testimoni di Geova ecc.) ognuna della quali afferma di avere la vera Bibbia, la più corretta, la sola vera.

Quello che la Chiesa nei secoli passati temeva, si è realizzato, il caos dottrinale.
Rev. Stefano Testa 
27. Lo scapolare fu inventato da Simone Stock, monaco carmelitano inglese, nell'anno 1287
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

27. LO SCAPOLARE
La Bibbia non vieta lo scapolare tanto è vero che il Rev. Testa non porta citazioni, neppure fuori luogo (com'è sua abitudine), ma bisognava pur raggiungere il fatidico n. 44 ed allora il Rev. Testa tira fuori delle stupidaggini. Lo scapolare è segno dell'impegno che uno assume per compiere alcune pratiche di pietà, per ricavarne benefici di ordine spirituale. Si tratta di rivelazioni private a cui si è liberi di credere o meno. Lo scapolare è un abito per i monaci, il talare per i sacerdoti, la tuta per gli operai e il camice per i medici. Le facce di bronzo, invece, le hanno inventate i TdG, come loro abituale espressione.
Rev. Stefano Testa
28. Il Battesimo per aspersione fu reso legale dal Concilio di Ravenna nell'anno 1311
Il Battesimo secondo il Nuovo Testamento è per immersione in acqua, da amministrarsi ai soli credenti (Mt 3:6, 7, 16 - 28:18-20 – [Mc 169:16 !?!?!?] - At 8:36-39 - 9:18 ed altri passi). 
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

28. IL BATTESIMO PER ASPERSIONE 
La Bibbia non vieta il Battesimo per aspersione. Gesù comandò di battezzare tutti gli uomini; attualmente si tratta di diverse decine di milioni di persone all'anno, e non dei 4 gatti del Centro Biblico di Napoli. Domandiamo: com'è possibile battezzare per immersione i molti esseri umani che vivono nelle zone fredde, specie l'Alaska e simili dove è impossibile scaldare delle vasche di acqua? Il giorno di Pentecoste furono battezzate 3.000 persone e l'operazione iniziò a giorno inoltrato; come fu possibile se non per aspersione? Il Battesimo per aspersione non poteva essere reso legale a Ravenna perché non ci fu mai un Concilio, né lo sarà mai perché fu da sempre conferito in entrambi i modi. In At 8,36 avviene in zona desertica in "uno specchio d'acqua" così in casa privata come in Atti 2,41. La Didaché (Vll, 1,13) o "Dottrina degli Apostoli", scritta alla fine del I sec. tratta del Battesimo per aspersione. Il Nuovo Testamento e quindi Gesù stesso non ha mai detto la maniera per riceverlo. Il Battesimo vero è nello Spirito Santo, di cui l'acqua e il fuoco sono i simboli. Gesù ha ricevuto il Battesimo fuori dell'acqua alla discesa dello Spirito Santo, così gli Apostoli riuniti nel cenacolo. II Battesimo non è una dimostrazione folcloristica. Per i cattolici c'è il "SACRAMENTO" che lava l'anima dal peccato - Gv 3,5. Il Battesimo soppianta la circoncisione fatta ai neonati - Lc 2,21. L'Apostolo Paolo mette a confronto queste due realtà - Col 2,11-12. Mediante il Battesimo dunque il neonato entra a far parte del popolo di Dio.

Studio di Paolo Blandini:

IL BATTESIMO DEI BAMBINI
Altro argomento contestato dai protestanti ed evangelici , appunto IL BATTESIMO DEI BAMBINI.
Vedi quello che non contestano.
Innanzitutto vorrei chiedere dove stà scritto nella Bibbia :
- Che i genitori non possono battezzare i loro bambini?
- O che non si possono battezzare i neonati?
E’ vero che Gesù in Marco 16:16 ha detto:
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.
E leggendo così è chiaro che è riferito a persone che comprendono, con una certa maturità. E in effetti il neonato non è in grado di credere perché l’età non glielo permette.
Però devo fare notare che se leggiamo il verso così come è scritto, fuori dal contesto, sembra che il discorso è per tutti (“CHI CREDERA’ E SARA’ BATTEZZATO SARA’ SLAVO”), anche per i credenti. Ma se leggiamo il contesto, il significato cambia,
- Marco 16:15-16:
Gesù disse loro: <>.

Avete notato come è cambiato i l significato con il contesto?
In sostanza che legge fuori contesto, cioè solo il verso 16, sembra che il discorso viene fatto a chi legge, mentre con la lettura di tutto il contesto notiamo che Gesù ha parlato, non a noi o a chi legge, ma agli apostoli e che a loro ha detto di andare in tutto il mondo a predicare il vangelo ad ogni creatura. Quando Gesù fece questo discorso , 2000 anni fa, agli apostoli , è chiarissimo che il Cristianesimo stava nascendo in quel luogo (dove si trovava Gesù) e in quel periodo, quindi è ancora più chiaro che quando andavano a predicare e dove predicavano , per le persone adulte (quindi è naturale che non predicavano ai neonati) che ascoltavano , era la prima volta che sentivano parlare di Gesù e quindi l’ascoltatore , dopo aver sentito i messaggi, confermato dai segni divini, cominciava a credere e dopo che credeva si battezzava, ma quando questo nuovo battezzato e cristianizzato, per il figlio nato dopo, poteva battezzarlo anche appena nato, perché per il nascituro aveva già creduto il genitore. Infatti in
- 1 Corinti 7:14 si legge:
… perché il marito non credente viene reso santo dalla moglie credente e la moglie no ncre4dente viene resa santa dal marito credente …

Quanto più allora si deve fare il medesimo discorso per la famiglia che avrebbe o dovrebbe celebrare con gioia il battesimo del suo bambino, se la morte non viene all’improvviso e inattesa, a troncare aspettative e progetti ! Dio fa circolare la sua grazia attraverso quella comunione degli affetti che compone la piccola Chiesa della famiglia e non sarebbe giusto pensare che, dandoci il battesimo, egli abbia impedito a sé stesso di allargare gli spazi della sua opera di salvezza. Come non sarebbe giusto dire: <>.
Faccio un esempio:
Se tu che leggi lavori con una ditta seria di indumenti per tutte le età e la ditta ti dice: <>.
Ti capita di visitare una famiglie e dopo avergli parlato ti accorgi che queste persone sono interessate e contente della merce che gli hai presentato, decidono di acquistare per loro. Poi chiedono biancheri e vestitini per il loro neonato.
Tu a questo punto che fai? Non gliela dai? Gli dirai forse: <>?
ASSURDO!
Anche per il battesimo è la stessa cosa.
E poi chiedo, a cosa serve il battesimo?
Per essere figlio di Dio e levare il peccato originale.
A questo punto il protestante e l’evangelico . sicuramente, mi rispondereste: <>
Allora per maggiore chiarezza facciamo parlare la Sacra Bibbia e precisamente
- Salmi 51:7:
Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre…
- E Romani 5:19:
Similmente, come per la disobbedienza di uno solo TUTTI sono stati costituiti peccatori,…
Vedete, anche il neo0nato ha il peccato originale come l’adulto. E Gesù in
- Giovanni 3:5-6
In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, NON PUO’ ENTRARE NEL REGNO DI DIO. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è spirito.
Ormai avete compreso da questi versi che per entrare nel regno di dio, TUTTI dobbiamo essere battezzati in acqua e Spirito, senza eccezione per nessuno, COMPRESO I NEONATI.
Quindi per entrare nel regno di Dio è chiaro che bisogna essere figlio di Dio e questa figliolanza si ottiene mediante il battesimo con acqua e Spirito.
Ma ritornando indietro prima della nascita di cristo, nel periodo di Abramo, per fare parte del POPOLO DI DIO, e quindi ESSER FIGLIO DI DIO, cosa si doveva fare? Ce lo fa sapere personalmente Dio in
- Genesi 17:9-14:
Disse Dio ad Abramo: <>
- E in Levitico 12:3
L’ottavo giorno SI CIRCONCIDERA’ IL BAMBINO.

Nota , Dio non parla ai neonati ma ad un adulto, e dall’adulto chiede di OSSERVARE l’alleanza di Dio per fare parte del suo popolo, e per fare parte del suo popolo si deve CIRCONCIDERE ogni maschio, a partire da Abramo alla sua discendenza e di generazione in generazione. Ma ad un certo punto Dio dice: <>
Ma se non erro Dio disse ad Abramo : <>, ma secondo voi UN NEONATO DI OTTO GIORNI come può OSSERVARE l’alleanza di Dio se ancora non può comprendere? E se non sbaglio ancora, il primo ad essere CIRCONCISO è stato Abramo, quindi come esempio di età si dovrebbe prendere Abramo che era un adulto e in grado di comprendere. Ma un neonato di otto giorni come può comprendere?
Quindi secondo la mentalità dei protestanti e degli evangelici, Dio ha sbagliato a dire di circoncidere UN NEONATO DI OTTO GIORNO: Ma Dio ha detto proprio OTTO GIORNO, perché per osservare l’alleanza pr i neonati ci pensano i propri genitori, per il BATTESIMO è la stessa cosa.
Vorrei farti notare ancora che Giovanni fu circonciso all’OTTAVO GIORNO,
- Luca 1:57 e 59:
Per Elisabetta intanto compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva ascoltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei…
All’OTTAVO GIORNO vennero per circoncidere il bambino…
- e anche lo stesso Gesù in Luca 2:21:
Quando furono passati gli OTTO GIORNI PRESCRITTI per la circoncisione, gli fu messo il nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

Come notate, sia Giovanni che Giovanni che Gesù, per avere l’alleanza con Dio, SONO STATI CIRCONCISI ALL’OTTAVO GIORNO e non hanno aspettato l’età della ragione.
Ora riguardo a Gesù che è stato battezzato a 30 anni da Giovanni (che non c’entra niente con il battesimo istituito da Gesù), non fu per farci comprendere che noi ci dobbiamo battezzare da grande, (altrimenti noi dobbiamo farlo tutti a 30 anni e subito digiunare per 40 giorni in un deserto ecc.) ma perché Giovanni inizio a battezzare in quel periodo (anche perché, Giovanni,m non poteva battezzare da piccolo). Da notare che il battesimo, prima della nascita di Giovanni, non esisteva.
Il battesimo in acqua fu iniziato da Giovanni e e da grande (A 30 anni. Giovanni e Gesù avevano la stessa età.) per opera dello Spirito Santo e per aprire la strada al nuovo e vero battesimo di Gesù.
- Matteo 21:25:
IL BATTESIMO DI GIOVANNI da dove veniva? Dal cielo e dagli uomini?
- Marco 1:4,7,8:
Si presentò Giovanni a battezzare nel deserto predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati…: “Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non sono degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo.
[…andate a battezzate nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.]

---e. uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e le Spirito Santo discendere su di lui come una colomba.
[E a Giovanni che l’ha battezzato?]

Se per esempio Giovanni iniziava a battezzare a 15 anni, Gesù si sarebbe battezzato a 15 anni, se Giovanni battezzava a 1 anno (cosa impossibile) Gesù si sarebbe fatto battezzare a 1 anno, ecc.
Quindi è assurdo quando mi si dice (compreso i Pentecostali e/o altri protestanti, per dimostrare che non bisogna battezzare i bambini):
“Abbiamo l’esempio di Gesù, lui si battezzo da Grande per dare l’esempio a noi”.
Gesù si battezzò da grande (ma che non e, come già detto, il battesimo istituito da Lui) perché Giovanni inizio a battezzare da grande e lo ha fatto per dare l’esempio, come uomo e non come età. Ma Givanni da chi fu battezzato col battesimo di Giovanni?
Ora che avete compreso come stanno le cose? Vi voglio far vedere e notare una cosa, leggiamo
- Colossesi 2:8-12:
Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti di raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo.
E’ in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi avete in lui parte della sua pienezza, di lui cioè che il capo di ogni Principato e di ogni Potestà. In lui voi siete stati anche CIRCONCISI, di una CIRCONCISIONE però non fatta da mano d’uomo, mediante la spogliazione del nostro corpo di carne, ma della VERA CIRCONCISIONE di CRISTO. Con LUI infatti siete stati sepolti insieme nel BATTESIMO, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti.

A un certo punto si legge : “In lui voi siete anche CIRCONCISI, di una CIRCONCISIONE però non fatta da mano d’uomo , mediante la spogliazione del nostro corpo di carne, ma della VERA CIRCONCISIONE DI CRISTO. Con lui[Gesù] infatti siete stati sepolti insieme NEL BATTESIMO …”.
Da questo , Paolo , ci fa comprendere, senza ombra di dubbio , che la CIRCONCISIONE è stata sostituita da Gesù tramite il BATTESIMO”.
Quindi è chiarissimo che se la CIRCONCISIONE avveniva per i NEONATI di 8 giorni, anche per il BATTESIMO, automaticamente , E’ LA STESSA COSA, infatti non è scritto in nessuna parte che il BATTESIMO deve essere fatto da grande, al contrario della CIRCONCISIONE.
- In Atti 16:15,31-33 si legge:
Dopo essere BATTEZZATA INSIEME ALLA SUA FAMIGLIA…
… Risposero: “Credi nel Signore Gesù E SARAI SALVATO TU EL TUA FAMIGLIA”. E annunziarono la parola del Signore a lui e A TUTTI QUELLI DELLA SUA CASA: Egli li prese allora in disparte a quella medesima ora della notte , ne lavò le piaghe e Subito si fece BATTEZZARE CON TUTTI I SUOI.

Come notate al verso 31 Paolo dice al carceriere: Credi nel Signore Gesù e SARAI SALVATO TU E LA TUA FAMIGLIA”, proprio come avevo sopradescritto e cioè tramnite la credenza del padre viene salvata tutta la famiglia, di cui possibilmente è compreso qualche neonato.
Per i versi 15 e 33 si legge: “Dopo essere battezzata insieme ALLA SUA FAMIGLIA … e subito si fece battezzare con TUTTI I SUOI”. E anche qui sapete che nelle famiglie intere ci sono o ci possono anche i neonati.
Riguardo al significato di “BATTESIMO” , come mi ha detto più di un evangelico, che mi disse che significa “IMMERSIONE TOTALE” nell’acqua dico che è una loro supposizione, che “BATTESIMO” significa “IMMERSIONE” sono d’accordissimo, ma la parola “TOTALE” è una loro aggiunta, e da questo loro significato aggiungono che la persona deve essere sommersa dall’acqua e mi citano Giovanni 3:23 e Fatti 2:37-41, leggiamoli assieme:
- Giovanni 3:23
Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea; e là si trattenne con loro, e battezzava. Anche Giovanni battezzava e Ennon, vicino a Salìm, perché c’era là molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare.

Come constatiamo quì non leggiamo il modo come si battezzavano e non lo leggiamo in nessuna parte della scrittura (Ma ripeto, non era il battesimo istituito di Gesù).
Con la frase: <>.

Il Dizionario Enciclopedico ci informa:

GENTE: Nazione, popolo, stirpe: - L’insieme dei componenti di una famiglia. Numero indeterminato di persone. Indica talvolta la totalità degli uomini, il mondo, ecc. ecc.

Quindi la frase “MOLTA ACQUA” era indicata con il numero delle persone che andavano a battezzarsi. Inoltre per discutere su un argomento biblico dovremmo sapere i ragionamenti, gli usi, i costumi, i pensieri di 2000 anni fà. Noi non c’eravamo e quindi non possiamo sapere come stavano effettivamente le cose e, ripeto, la Bibbia non specifica il modo come avveniva effettivamente il “BATTESIMO”. Per cui non possiamo dire con certezza, né io né glia altri: “Lo facevano così e così”. L’unico che può saperlo è chi fa parte della continuazione della Chiesa , attraverso la “Tradizione” e quindi chi è in possesso di tale documentazione. Tutti gli altri possono dire quello che vogliono , ma non possono mai avere certezze.
Quindi prima di lanciare accuse, bisogna avere certezze e le certezze si possono avere con le prove, CON LE PROVE, perché si rischia di essere condannato da Gesù stesso
- Matteo 7:1-5 :
Non giudicate, per non essere giudicati; perché con giudizio con cui giudicate sarete giudicati e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

Ora vorrei mostrare una parte di prova che si trova in possesso della Chiesa Cattolica (Universale): la “DIDACHE’ “ che è una specie di “Catechismo dei dodici Apostoli” che risale all’anno ’70. Questo documento (LA DOTTRINA DEI 12 APOSTOLI) il più antico Catechismo Cristiano, fu largamente noto nei primi secoli e da alcuni Padri citata “Sacra Scrittura”. Ma poi se ne persero le trace. Fu riportata alla luce dalla felice scoperta del Metropila di Costantinopoli di Philotheos Bryennios, che nel 1873 la ritrovò in una vecchia miscellanea.
Di questo documento se ne trova riscontro nella “LETTERA DI BARNABA” (scritta circa nell’anno 98), nell’opera il “PASTORE” di Erma (scritto tra l’anno 155-157). La usa CLEMENTE ALESSANDRINO” (anno 172), che la ritiene “SCRITTURA SACRA”, , come pure ORIGENE (anno 250).
La ricordano EUSEBIO e S. ATANASIO, il quale anzi la consiglia come testo utile per l’istruzione dei catecumeni. Più tardi, però essendo stata incorporate in tutto o in parte entro più ampie compilazioni (per esempio i Canoni ecclesiastici dei santi Apostoli – fine III - e le costituzioni apostoliche – IV o V secolo) , si perdono le tracce. Solo nel 1873 (come sopradetto) una felice scoperta riportò alla luce la DIDACHE’:
Come vedete è un documento antichissimo degli APOSTOLI, validissimo e accertato da persone competenti (archeologi e/o altri), accertato e confermato anche da protestanti ed evangelici.

La DIDACHE’ comprende:
1) Una catechesi morale divisa in due parti, che tratta delle “via della vita” e della “vie della morte” (due vie).
2) Istruzione liturgiche.
Ecco a noi interessa il 2) “Istruzioni liturgiche”. (Istruzione da parte degli Apostoli) e precisamente l’argomento in questione: IL BATTESIMO, cap. 7:1-3 che cita:
documento:
7
1. Riguardo al battesimo, battezzate così: avendo
in precedenza esposto tutti questi precetti, battez-
zate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo in acqua viva.

2. Se non hai acqua viva, battezza in altra acqua;
Se non puoi nella fredda, battezza nella calda.

3. Se poi ti mancano entrambe, versa sul capo tre
Volte l’acqua in nome del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo

Notate:
- “BATTEZZATE … IN ACQUA VIVA” , che sarebbe, la sorgente, il fiume ecc.

- “SE NON HAI ACQUA VIVA , BATTEZZA IN ALTRA ACQUA”, quindi non più sorgente o fiume ecc., ma acqua di recipiente e/o altro.

- “SE NON PUOI NELLA FREDDA, BATTEZZA NELLA CALDA”, conferma che si tratta di recipiente.

- “SE POI TI MANCANO ENTRAMBE, VERSA SUL CAPO TRE VOLTE L’ACQUA IN NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO”, quello che fa oggi la Chiesa Cattolica. Quindi come vedete la Chiesa si attene all’insegnamento degli Apostoli o Padri della Chiesa.

- Da notare che in questo insegnamento della “Dottrina dei dodici apostoli”, non si parla affatto di immersione totale

Penso di essere stato abbastanza esauriente. Comunque sono disposto a ricevere qualsiasi critica o commento da potere a sua volta essere ancor a più esauriente oppure dare ragione. Però le critiche o commenti devono essere confermati con la Sacra Scritture e/o documenti, non per sentito dire o congetture persona li.
Un evangelico mi ha scritto:
Lettera
L’apostolo Pietro dichiara che il battesimo e “… non il nettamento delle sozzure della carne ma la richiesta di una buona coscienza fatta a Dio “ (Pietro 3:21) Questo testo indica: A) che il battesimo non salva. Il rito esteriore non ha il potere di lavare i peccati e quindi dare certezza alla vita eterna.

Rispondo:
Vogliamo verificarfe se è vero quello che tu dici, o per essere più preciso, che ti hanno fatto credere?
Invece di leggere solo il verso 21 del cap. 3 di Pietro, leggiamolo cono il contesto e precisamente dal verso 18 al verso 22:
- Pietro 3:18-22:
Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito. E in spirito andò a annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione; essi avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimità di Dio pazientava nei giorni di Noé, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, FURONO SALVATE PER MEZZO DELL’ACQUA. FIGURA ù, QUESTA, DEL BATTESIMO, CHE SALVA VOI; esso non è rimozione di sporcizia del corpo, invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo, il quale è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i principati e le Potenze.

Nota: “Nella quale poche persone, otto in tutto, FURONO SALVATE PER MEZZO DELL’ACQUA”.
Quindi otto furono slavate per mezzo, di che cosa? dell’ACQUA!
Poi continua:
“Figura, questa”, cos’è “QUESTA”? naturalmente: “L’ACQUA”.
Quindi l’ACQUA è figura del battesimo , e cosa fa il BATTESIMO?
Il BATTESIMO, “Che ora SALVA voi.”
Quindi dice chiaramente che il “BATTESIMO SALVA”. Tu mi dici che il battesimo non slava. Chi haragione, tu o Pietro?
“esso non è rimozione di sporcizia, MA INVOCAZIONE DI SALVEZZA rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo”
“Esso non RIMOZIONE DI SPORCIZIA” non significa “RIMOZIONE DI PECCATO” , ma proprio “RIMOZIONE DI SPORCIZIA, di LURDIA, di GRASCIA”, cioè Pietro ha detto che fare il battesimo “non significa farsi l bagno di pulizia del corpo, ma INVOCARE LA SALVEZZA in virtù della risurrezione di Cristo”.
Quindi, come vedi “hai interpretato” o te l’hanno fatto interpretare male tale verso, per cui è fin troppo chiaro che il battesimo SALVA. Per cui il rito esteriore ha il potere di lavare il peccato originale, il peccato di Adamo che la morte, e non i peccati, IL SOLO PECCATO ORIGINALE ( che ha avuto origine da Adamo ed Eva) e quindi dà la certezza della VITA ETERNA.
Pietro ha parlato chiaro: “Il battesimo è invocazione di Salvezza”, salvezza di che cosa? Della VITA ETERNA!
Del resto lo stesso
- Marco 16:16 disse:
“Chi crederà e SARA’ BATTEZZATO SARA’ SALVO”
“CHI SARA’ BATTEZZATO SARA’ SALVO”. Non ha detto: “Chi crederà soltanto sarà slavo”, ma dice : “CHI SARA’ BATTEZZATO .

L’evangelico mi scrive ancora :
Lettera dell’evangelico:
C) Il concetto di immersione è evidente nelle parole dell’Apostolo Pietro che prende il diluvio come figura del Battesimo. Come Noé nell’arca passò attraverso il diluvio così il credente, salvo in Cristo, passa nelle acque per iniziare una nuova vita nel suo redentore.
Rispondo:
per comprendere ciò che tu affermi proviamo a leggere:
- Genesi 7:12,17
CADDE LA PIOGGIA sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti.
Le acque divennero poderose e crebbero sopra la terra e SOLLEVARONO L’ARCA che si innalzò sulla terra.

- Genesi 8:2 e 6
Le fonti dell’abisso e le cateratte del cielo furono chiuse e fu trattenuta LA PIOGGIA DEL CIELO.
Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatta nell’arca e fece uscire un corvo per vedere se le acque fossero ritirate.

Da questi versi ci accorgiamo che Noè dentro l’arca , stava sempre a galla, sopra le acque, quindi non è mai andato a fondo, l’arca non è stata mai sommersa e l’acqua gli arrivava dal cielo con la pioggia, per cui l’arca di Noé non ci dà per niente l’idea dell’immersione perché come già detto non si è mai immersa, per cui la pioggia ci dà il concetto di aspersione, perché l’acqua gli arrivava dal cielo sopra la testa con la pioggia.
- Ezechiele 36:25
Vi ASPERGERO’ con acqua pura e sarete purificati.

Quindi il Battesimo non è un patto che il credente che fa con Dio, ma è Dio che ha fatto un patto, un alleanza con il credente, e Lui che ha scelto di fare l’alleanza o il patto con l’uomo, salvandolo dal peccato della morte tramite il battesimo, come prima aveva scelto l’alleanza tramite la circoncisione. Dio in sostanza ci ha voluto fare un regalo, che noi dobbiamo accettare con amore e per questo dovremo amarlo sempre di più, allontanandoci sempre dal peccato o dai peccati.
Quindi il battesimo non è una richiesta, un contratto. Chi vuole salvarsi deve battezzarsi, perché è Dio vuole così, come sopradetto e quindi non è una richiesta nostra, ma di Dio. Infatti Gesù ha parlato chiarissimo in
- Giovanni 3:5:
In verità, in verità ti dico SE UNO NON NASCE DA ACQUA …
che significa “SE UNO NON NASCE DA ACQUA”? E’ abbastanza chiaro: “SE UNO NON SI BATTEZZA”. E che succede se uno non si battezza?
In verità, in verità ti dico, se UNO NON NASCE DA ACQUA e da Spirito, NON PUO’ ENTRARE NEL REGNO DI DIO.

E se noti bene, qui non fa distinzione tra neonati e grandi.

L’evangelico scrive ancora:
Lettera :
Il discorso che lei fa, che quando questo nuovo nato e cristianizzato ecc. lei fa confusione portandomi il riferimento di 1 Corinti 7:14, questo parla fra marito e moglie, anzi le dico che lei stesso si dà la risposta, il bambino avendo i genitori convertiti automaticamente anche i figli sono santificati attraverso i genitori;

Risposta
Guarda, se hai letto bene, io non fatto nessuna confusione, e ho detto proprio quello che tu mi stai dicendo, e sei proprio tu che ti sei data la risposta. Infatti mi hai scritto:
“Il bambino avendo i genitori convertiti automaticamente, , anche i figli sono santificati attraverso i genitori”, ed io continuo, “e quindi , il neonato essndo santificato attraverso i genitori automaticamente deve essere battezzato”, altrimenti: “Se uno non nasce da acqua e da Sprito, NON PUO’ ENTRARE NEL REGO DI DIO” (Giov. 3:5).
E questo non lo dico io, ma Gesù. E paolo parla abbastanza chiaro in
- Romani 5:19:
TUTTI sono stati costituiti PECCATORI.

Non leggiamo escluso i bambini ma TUTTI.
Infatti :
- Salmi 51:7
Nella colpa sono stato generato, NEL PECCATO MI HA CONCEPITO MIA MADRE.

Secondo te chi viene concepito? Un adulto o un neonato? Chiaro! UN NEONATO. Quindi anche il neonato hja bisogno di essere salvato tramite il Battesimo. “SE UNO NASCE DA ACQUA E SPIRITO, NON Può ENRARE NEL REGNO DI DIO

Ancora l’evangelico mi scrive:
Lettera :
Ancora Lei dice: Gesù ha parlato chiarissimo in Giov. 3:5, dice bene anzi dice benissimo, vede in questi versi tuttùi dovrebbero mettere mente su questi versi sino al verso 16,perché lì l’uomo trova Salvezza …
Vedi Nicodemo dice L’UOMO non dice il bambino:

Rispondo:
Allora,
- In Giovanni 3:5
Gesù risponde a Nicodemo: <>

Cosa stà dicendo Gesù? In parle povere Gesù dice a Nicodemo:
<>.
Qui non specifica se si deve battezzare da piccolo o da grande, quindi sia l’adulto che il bimbo non può entrare nel regno di Dio se non si battezza.
Come nasce di nuovo?
Attraverso il battesimo e la credenza in Gesù Cristo , per i bimbi bastano che credano i genitori per battezzarlo e quindi farlo rinascere.
Quando mi scrivi: “Vedi che Nicodemo dice L’UOMO non dice il bambino”, ti dico che stai scrivendo delle assurdità.
Innanzitutto quando Gesù rispose: <>, 
Nicodemo disse:
<>
Come per dire: “Se uno è neonato o giovane lo capisco, ma un uomo vecchio comò rinascere?”
E Gesù cosa rispose?:
<>,
dalla risposta si nota che Gesù parla in senso generale. Nonostante Nicodemo parla di vecchio, Cristo ha risposto in senso generale. Nonostante Nicodemo parla di vecchio, Cristo ha risposto in senso generale, come per dire che per rinascere non c’è età.
Riguardo a ciò che scrivi:
<<… vedi che Nicodemo dice L’UOMO non dice il bambino. >>

Ti rispondo che Nicodemo quando parla di “UOMO”, parla in senso di “UMANITA’”. Non poteva dire : “L’ANIMALE VECCHIO”, “IL PESCE VECCHIO”, “L’UCCELLO VECCHIO”, ma “L’UOMO” in senso , come già detto, di “UMANITA’, e nell’UMANITA’ sono compresi: “BAMBINI”, “DONNE” e “UOMINI”. Capito!
Nicodemo parla di “UOMO” , ma non parla di “DONNA”, quindi la “DONNA” non si deve battezzare. Ma ciò è assurdo. Quindi, ripeto, “UOMO” come “UMANITA’ “, non come “ADULTO”.
Quindi da tutto quello che abbiamo verificato, nella Bibbia non si parla di età per battezzarsi, ovvero non si trova nessun divieto di battesimo ai bambini. Il resto sono solo congetture umane, di uomini adulti. E come la giri e la rigiri non trovi nessun divieto, anzi Gesù ha detto:
- Luca 18:16
Allora Gesù li fece venire avanti e disse: <-
-
- Matteo 19:13-14
Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù però disse loro: <>.

- Marco 10:13-15
Gli presentavano die bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: <>.

E secondo te come si và a Gesù? Si và a Gesù tramite il battesimo. E come noti Gesù vuole proprio i bambini, anzi vuole che noi adulti siamo come i bambini. Quindi se impedisce a un fanciullo di andare a Gesù (tramite il battesimo) rischi di fare indignare Gesù: Infatti Lui riguardo al fanciullo disse:
- Luca 9:47-48
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: <>.

L’evangelico nella corrispondenza mi mandò una trattazione scritta da un pastore, dal titolo “IL BATTESIMO DEI BAMBINI” e dopo averlo letto ho risposto all’evangelico con la seguente:
Nei fogli: “IL BATTESIMO DEI BAMBINI ù”, nel secondo foglio per contrastare la Chiesa Cattolica si citano documenti cattolici e infatti si legge:
documento evangelico
Anche I PADRI DELLA CHIESA battezzavano solo gli adulti convertiti, dopo essere stati in precedenza ammaestrati. La Didaché al cap.7:1 afferma: “Riguardo al battesimo, battezzate così: avendo in precedenza esposti tutti questi precetti, battezzate nelo nome del Padre,del Fgilio e dello Sprito Santo in acqua viva”. Al cap. 7:4 raccomanda, poi, ad essi di digiunare prima di battezzarsi: “E prima del battesimo digiunino il battezzate, il battezzando e, se possono, alcuni altri. Prescriverai però che il battezzando digiuni sin da uno o due giorni prima”.

Come vedi caro amico, se non te ne sei accorto, qui c’è un piccolo (che diventa grande) inganno, proprio allo stile dei testimoni di Geova e/o altri protestanti.
Come mai si citano , solo per contraddire la Chiesa Cattolica, i versi 1 e 4 e non si citano 2 e 3, questi 2 versi forse danno molto fastidio a chi ha scritto questi 4 fogli sul battesimo dei bambini? Sicuramente non gli conviene, se no si dà qualche zappata nei piedi da farsi molto male. Perché quando ti conviene citi fonti cattoliche e quando non ti conviene le fonti Cattoliche non ti interessano? Questa non è né lealtà, né serietà. Quando è solo tirare acqua nel proprio mulino, però con secchi bucati.
Allora cosa dicevano questi due famosi versetti mancanti? Se non sbaglio di questa ”DIDACHE’ “ te ne ho già scritto … , forse non te lo ricordavi?
Allora leggiamo cosa scrivevano in questi 2 versi mancanti, i Padri della Chiesa (che forse tu non sai o non ricordi chi sono questi Padri della Chiesa e autori di questo scritto [della Didaché]. Sono i 12 APOSTOLI):
Verso 2
2. Se non hai acqua viva, battezza in altra acqua;
Se non puoi nella fredda, battezza nella calda.

Qui, come già detto nella lettera su accennata, i 12 Apostoli dicono:: “Se non hai acqua di sorgente o di fiume battezza in acqua di recipiente, o fredda o cald

3. Se poi ti mancano entrambe, versa sul capo tre
Volte l’acqua in nome del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo

Qui si legge: “che se non c’è sorgente o fiume, o recipiente, versa sul capo 3 volte ll’acqua in nome …” ecc. ecc.
Ecco questa è la parte che dà fastidio, perché con questi due versi cade tutto il vostro castello di carta e contraddice tutto ciò che affermate categoricamente, che il battesimo deve essere per forza per immersione.
Quindi, da quello che abbiamo letto in questi 2 versetti che sono stati omessi di proposito, fa capire Che gli apostoli non sono d’accordo con i protestanti.
Ancora, mi si nominano altri Padri della Chiesa presi da documenti vaticani, come Giustino (155 d.C. ) e Giovanni Crisostomo (345-407 d.C.) per dimostrare che il battesimo è poer adulti e per immersione: A parte che dalla lettura fuori contesto non parla di proibizione (come in altri documenti) di battesimo sui bambini e non si parla di immersione totale, ma, perché si evita di parlare di un altro Padre della Chiesa abbastanza conosciuto come un certo “IPPOLITO DI ROMA”, Vescovo, nato nel 182 d.C. dove nelle sue istruzioni per la Chiesa (LA TRADIZIONE APOSTOLICA di Ippolito di Roma) c
Documento
“21. AMMINISTRAZIONE DSEL SANTO BATTESIMO
Al canto del gallo, per prima cosa si preghi sull’acqua. Sia acqua che SCORRA IN UNA FONTE o che FLUISCA DALL’ALTO: Avvenga così, a meno che non ci sia qualche necessità. Se c’è una necessità permanente ed urgente, SI USI L’ACQUA CHE SI TROVA. (Coloro che devono ricevere Iil Battesimo) si spoglino. BATTEZZATE PER PRIMI I BAMBINI. Tutti quelli che sono in grado di rispondere da sé, rispondano; PER QUELLI CHE NON SONO IN GRADO, RISPONDONO I GENITORI O QUALCUNO DELLA FAMIGLIA. Battezzate poi gli uomini ed infine le donne ….”?

E mi sembra che anche questo contrasta con quando si è detto sui Padri della Chiesa vicino gli Apostoli.

Chi vuole intendere, intenda.


Rev. Stefano Testa 
29. La Chiesa Romana proibì il calice ai fedeli nella comunione, al Concilio di Costanza, nell'anno 1414
Il Vangelo ci comanda di celebrare la comunione col pane e col vino. (leggi: Mt 26:27 - I Cor 11 :25-27). 
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

29. PROIBIZIONE DEL CALICE Al FEDELI NELLA COMUNIONE
I fedeli del Centro BibIico di Napoli sono evidentemente i soliti quattro gatti ed è sufficiente per loro un piccolo quantitativo di vino. Le Messe cattoliche, al contrario, possono registrare spesso un gran numero di comunicandi, a volte si può arrivare fino a 100.000 (per esempio Fatima, ecc.), in queste circostanze quante damigiane di vino bisognerebbe consacrare? E quanto tempo occorrerebbe per comunicare anche con il calice una così gran massa di fedeli? Gesù ha istituito l'Eucaristia per tutti e non per un piccolo numero di cani sciolti. Il Concilio di Costanza non proibì ma disciplinò il rito eucaristico: "Per evitare alcuni scandali e pericoli, si introdusse, ragionevolmente, l'usanza secondo cui i consacrati ricevessero l'Eucaristia secondo le due specie e i laici del pane ... Comunque deve credersi fermissimamente senza dubbio alcuno, che sia sotto le specie del pane che sotto le specie del vino è contenuto il Corpo intero e il Sangue di Cristo" (III Sess. 1/06/1414). Nell'eresia i séttari non spiegano come con i simboli del pane e del vino che tipo di "comunione" si possa "celebrare". Meno il Rev. Testa e i suoi estimatori, lo sanno tutti che la carne contiene anche il sangue. Per loro ripetiamo che: è stato agli APOSTOLI (i soli presenti) e non ad altri, che Gesù disse: Fate questo in memoria di me, e solo a loro diede il calice e il pane. Il corpo del Signore è composto di carne e sangue, di anima e Divinità. Pertanto se il fedele si comunica anche solo con la carne si nutre del corpo e del sangue di Gesù.
Rev. Stefano Testa 
30. La dottrina del Purgatorio fu considerata come dogma nel Concilio di Firenze, nell'anno 1439 Nel Vangelo non v'è neanche una parola che accenni al purgatorio dei preti. Il sangue di Gesù Cristo è l'unica purificazione dei nostri peccati. (Leggi: I Gv 1:7-9 - 2:1-2 - Gv 5:24 Rm 8:1).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

30. LA DOTTRINA DEL PURGATORIO
Bisogna arrivare in qualche modo al famoso n. 44 ed allora il Rev. Testa, preso da balbuzie ripetitiva, riporta ancora la dottrina sul Purgatorio già esposta al punto 6. Alla risposta già enunciata si aggiunge che al sacrificio di Cristo, che è essenziale, bisogna corrispondere con le opere altrimenti come leggiamo nella Lettera di Giacomo:
" ... Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta" (Ved. Gc 2,14-26 - Nel Nuovo Testamento abbondano citazioni in tal senso).
A Lutero La lettera di Giacomo dava fastidio perciò ebbe il coraggio di definirla: "Lettera di paglia". La dottrina del Purgatorio nel Concilio di Firenze non aveva bisogno di essere "considerata come dogma" ma per le gravi eresie del tempo riproposta come insegnata "dallo Spirito Santo per mezzo della Sacra Scrittura e attraverso l'antica tradizione dei padri". Altrettanto avvenne nel Concilio di Trento contro le eresie protestanti e il Concilio Vaticano Il. Il punto l e il punto 6 completano l'argomento. San Paolo tratta il tema della Risurrezione nel libro Eb 11,35. Gesù allude al Purgatorio in Mt 5,25-26 quando dice:
Mettiti subito d'accordo col tuo avversario mentre sei ancora con lui in vita, affinché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu non sia gettato in "carcere". In verità ti dico: Tu non "uscirai" finché non avrai "pagato" sino all'ultimo spicciolo.
Qual'è questa "prigione" dove alla morte si va per espiare una parola oziosa , 'un fallo commesso e non riparato e dalla quale si potrà uscire solo dopo aver pagato fino all'ultimo centesimo, se non Purgatorio?
Gli Evangelici riconoscono due stati nell'altra vita: Paradiso e Inferno. Ma San Paolo li smentisce come abbiamo già detto - I Cor 3,13-15 che recita:
..., ma se l'opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco.
La Chiesa Cattolica sa bene che Gesù ha soddisfatto con sovrabbondanza, e sa pure che nell' ordine della Provvidenza è stabilito che anche noi insieme a Cristo dobbiamo operare la nostra salvezza. In Mt 12,32 Gesù parla di peccati che non saranno rimessi né in questo secolo né in quello futuro .. AItrove ammonisce che nel -giorno del giudizio agli uomini dovranno rendere conto di ogni parola oziosa che avranno detto Mt 12,36. Il Rev. Testa ci mediti su, è ancora in tempo.
Rev. Stefano Testa 
31. l Sette Sacramenti vennero per la prima volta così elencati da Pietro Lombardo nell'anno 1160 dopo Cristo ma la dottrina dei Sette Sacramenti divenne ufficiale con il Concilio di Firenze, nell'anno 1439. L'Evangelo dice che Cristo istituì due soli sacramenti, il Battesimo e la Santa Cena (Leggi: 28:19-20 26:26-28). 
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

31. I SETTE SACRAMENTI 
I Sette Sacramenti hanno origine da Cristo stesso; ad esempio: a proposito del matrimonio Gesù disse che l'uomo non può separare ciò che Dio ha unito, evidenziandone così l'importanza e la sacralità e ritenendolo indissolubile. "Sacramento" vuol dire: avente carattere sacro, e la Chiesa ha codificato quelle realtà che Gesù volle considerare sacre. "I Sacramenti sono segni efficaci della grazia istituiti da Gesù Cristo per santificarci" (Catechismo di S. Pio X). Questo è per i veri Cristiani; per i séttari che li scambiano per simboli non possono essere né due Sacramenti né sétte. Fu nel Concilio di Lione (1274 Sess. IV) che fu confermato quali sono i Sacramenti "istituiti" da Gesù Cristo. Ecco un breve elenco biblico: Battesimo: Mt 28,19 - At 2,38 - Cresima: Gv 14,16-26 20,22 - Eucaristia: Mt 26,26-28 - Confessione: Gv 20,23 - Estrema Unzione: Gc 5,13-15 - Ordine: I Tm 4,14 - 3,22 0Matrimonio: Mt 19,4-6. Il Rev. Testa dovrebbe ora riprovare a fare "il conto" ma non quello della serva, chissà che non gli tomi!
Rev. Stefano Testa 
32. L'Ave Maria, preghiera indirizzata a Maria, venne ordinata tale nella sua prima parte, che è tolta della Bibbia, da Oddo, vescovo di Parigi nel 1196 A. D. e la sua seconda parte come «preghiera della chiesa» venne completata da papa Pio V nell' anno 1568 La Bibbia ci esorta in molti passi a pregare Iddio soltanto. Il pregare altri è considerato idolatria. Maria non disse mai di indirizzare a lei le nostre preghiere.
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

32. L'AVE MARlA 
Ancora una ripetizione per realizzare l'ammucchiata anticattolica. L'argomento è stato già trattato al punto 8; ma è carità sopportare pazientemente le persone moleste. L'Ave Maria: nell'abitudine popolare dell'XI secolo, si faceva uso solo della "Salutazione Angelica" come scritto in Lc 1,28. Nel secolo seguente si aggiunse l'esclamazione di Elisabetta come in Lc 1,42. Nel 1483 si diffonderà l'uso di recitare la seconda parte. La Bibbia non ci esorta ad invocare l'intercessione solo di Dio. Gesù per intercessione di Maria cambia l'acqua in vino Gv 2,1. Paolo chiede spesso alla comunità dei credenti di intercedere per lui presso Dio Rm 15,30 - Ef 6,18. Lui stesso intercede per gli altri Col 1,9. nella parabola del ricco Epulone Lc 16,24 Gesù conferma la preghiera verso i Santi. Maria "non disse mai" di pregarla perché non lasciò scritto nulla non essendoci bisogno. Gc 5,16-20 "Molto vale la preghiera del giusto intercedendo per altri". Tra le creature umane nessuna può eguagliarsi a Maria nella sua giustizia, nella sua santità. Attributi dati a Maria nelle Sacre Scritture. 
- DAL V ANGELO DI LUCA - 
- Salutata dall'angelo Gabriele - 1,28 
- Piena di grazia - 1,28 (KECHARITOMÉNE che, se fosse possibile renderlo meglio significherebbe stracolma, strapiena di grazia) 
- Madre di Gesù - 1,31 
- Madre del Figlio dell'Altissimo - 1,32 
- Madre del Figlio di Davide - 1,32 
- Madre della Chiesa che schiaccerà la testa al serpente - Gn 3,15 - Ancella del Signore - 1,38 
- Benedetta fra tutte le donne - 1,41 
- Madre del Signore - 1,43 
- Beata che credette al Signore - 1,45 
- Umile ancella di Dio - 1,48
- Detta beata da tutte le generazioni - 1,48 
- L'onnipotente fece meraviglie - 1,48 
- Erede delle promesse fatte a Abramo - 1,55
- La spada che trapassò l'anima tua - 2,35 

- DAL VANGELO DI GIOVANNI - 
- Madre del discepolo - 19,26-27 
- Tu che dicesti ai servi - 2,5 
- Insieme a Gesù alle nozze di Cana - 2, l 
- Madre dritta sotto la croce - 19,25

- DALL' APOCALISSE - 
- Donna vestita di sole - 12,1 
- Donna coronata di dodici stelle - 12,1 
- Madre dolorante della Chiesa - 12,2 
- Madre gloriosa del Messia - 12,5 
Dal "FIAT" di Maria, La Donna, la sola pensata dal Padre Piena di Grazia poté nascere il Signore, il Salvatore Gesù Cristo e la Sua Chiesa, quindi Corredentrice e Madre della Chiesa che schiaccerà la testa al serpente - Gn 3,15 - perciò in interceditrice per eccellenza.
Rev. Stefano Testa 
33. Il Concilio di Trento dichiarò che la Tradizione deve essere ritenuta di eguale autorità che la Bibbia, nell'anno 1545
Per tradizione si intendono insegnamenti umani; i farisei credevano lo stesso e Gesù li rimproverò acerbamente, poiché con la tradizione degli uomini si annulla la Parola di Dio (Leggi: Mc 7:7-13 - Col 2:8 - Ap 22: 18).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

33. LA TRADIZIONE 
I signori del Centro Biblico di Napoli, rifacendosi a Lutero e alla Riforma, seguono tradizioni umane inventate 1500 anni dopo la venuta di Cristo. Ben altra cosa è la Tradizione a cui si riferisce il Magistero della Chiesa Cattolica. ”La Tradizione” non le tradizioni .dei Farisei (o di altri), cioè al perpetuarsi di usi e costumi. La Tradizione ebbe inizio da Cristo stesso il quale non lasciò neppure una parola scritta ma lasciò insegnamenti ed esempi da seguire e da perpetuarsi, in pratica iniziò la Tradizione che egli stesso ha sostenuto attraverso i secoli (disse agli Apostoli e ai loro successori: " ... Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Ved. anche il libro "Contraddizioni" da pag. 34 a pag. 43. La citazione di cui sopra è in Mt 28,20). Gli Apostoli e i discepoli seguirono e praticarono dunque la trasmissione orale degli insegnamenti e delle opere di Gesù (i Vangeli e gli scritti apostolici vennero dopo un quarto di secolo); inoltre S. Pietro e gli Apostoli condussero con autorità la Chiesa ("pasci le mie pecore" disse Gesù a S. Pietro per ben tre volte). Perciò: predicazione ed interpretazione della S. Scrittura (nella sua II Lettera cap. 1, versetti 20-21, S. Pietro dice che le S. Scritture non possono essere oggetto di privata spiegazione), pratica degli insegnamenti dottrinali, liturgici e pastorali di Gesù Cristo, esempio di vita santa e conduzione della Chiesa; tutto ciò è la Tradizione ed il Magistero, come vengono intesi dalla Chiesa Cattolica. Le tradizioni umane che Gesù Cristo rimproverò ai Farisei sono appannaggio degli eretici i quali, a causa della disobbedienza al Magistero e della privazione della Tradizione, adorano un libro, la Bibbia (tradita), ma non Cristo che è l'autore di questo libro, e vivono nell'errore e nelle tenebre. Ciò è dimostrato dalla miriade di sétte scaturite dalla disobbedienza al Magistero e alla Tradizione. La tradizione della Chiesa intesa come "insegnamenti umani" è una formulazione sbrigativa degli eretici e relative sétte. Tutta la Scrittura è tradizione e in nessuna parte dice che basta la scrittura per salvarsi. S. Paolo lo dice chiaramente:
"Siate saldi e attenetevi alle tradizioni ricevute da noi a viva voce" II Tm 2,15,
cosi la pensava Pietro II Pt 1,20.
Scismatici e sétte hanno abbandonato la tradizione apostolica, perché fuori dalla Chiesa fondata da Cristo sugli Apostoli Mt 16,18 - Gv 20,21 - 14,16 - 21,17 - 17,8 - Mc 16,15 - Lc 22,32 - 10,16 - I Tm 3,15 - At 15,24 - Tt 1,5 ecc. Con le loro strane interpretazioni bibliche si sono create tante chiese, tante quante erano le opinioni, cosi come sono state le correnti di pensiero riprovate da Gesù ai Farisei.
S. Paolo nelle sue lettere fa riferimento al suo insegnamento "orale":
«Vi raccomandiamo poi, fratelli, in nome di nostro Signore Gesù Cristo, di tenervi lontani da qualunque fratello che viva in maniera indisciplinata e non secondo la "tradizione" che ha ricevuto da noi» - II Ts 3,6.
E ancora:
«Perciò fratelli, state saldi e mantenete le "tradizioni" che avete appreso così dalla nostra "parola" come dalla nostra lettera» - II Ts 2,15.
La "PAROLA" quindi prima della "LETTERA!".
Rev. Stefano Testa 
34. I libri Apocrifi furono aggiunti alla Bibbia pure al Concilio di Trento. Tali libri non sono riconosciuti canonici dai Giudei - Anno 1546 (Leggi: Ap 22:18-19).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

34. I LIBRI APOCRIFI 
I signori del Centro Biblico di Napoli hanno il coraggio di definire "Apocrifi" i 7 Libri ispirati, già citati al punto 1., che essi hanno gettato nella spazzatura. É falso che questi Libri non fossero considerati Canonici dagli ebrei. Solo dopo la caduta di Gerusalemme (70 d.C.) i rabbini scelsero per la Bibbia ebraica da utilizzarsi nella diaspora l'elenco più breve, uno dei tre riconosciuti. I 7 Libri erano inclusi in un altro dei tre elenchi cioè "il Canone lungo"; noi siamo cristiani e non siamo tenuti a seguire le prescrizioni dei rabbini. La dimostrazione che questi Libri fossero da sempre ritenuti divinamente ispirati ci è data dal fatto che la "festa della Dedicazione" di cui parla Gv 10,22 viene nominata, in tutto l'Antico Testamento, solo in due dei 7 Libri in questione: I Mac 4,36-59 e II Mac 2,19 e 10,1-8. La "festa della Dedicazione" veniva celebrata, e viene celebrata ancora oggi, dagli ebrei di tutto il mondo. Durante questa festa viene letto tutto intero il I Mac. Ciò dimostra che i 7 libri erano ritenuti ispirati prima e dopo la distruzione di Gerusalemme. Ricordiamo che nel II Mac viene sanzionata la necessità di pregare per i defunti. Si ripete anche che detti Libri erano inclusi nella traduzione "dei Settanta" citata dagli Evangelisti ben 300 volte nel Nuovo Testamento. Questi 7 Libri, denominati "Deuterocanonici" (cioè inclusi nel canone in secondo tempo) furono inclusi dalla Chiesa nel Canone ufficiale dei Libri sacri nel IV secolo dopo approfondito esame (le persecuzioni non avevano permesso di farlo prima). Non furono inclusi dal Concilio di Trento, come afferma falsamente il Rev. Testa; il Concilio di Trento convalidò la presenza nella Bibbia di questi Libri, presenza che si riscontrò nella "Vulgata" latina dopo il 400 d.C .. Basta osservare le Bibbie di quelle epoche lontane. Fu Lutero per primo a togliere questi Libri, seguito dagli altri Protestanti e, nel XVII secolo, anche dagli Ortodossi. Gli eretici rigettano tali Libri perché da loro fastidio la chiarezza del Purgatorio? Dunque il Concilio di Trento non aggiunse libri apocrifi, che ancora oggi restano tali quelli da sempre rifiutati (perché contengono eresie e leggende sorte dall' ingenuità popolare). La versione accettata dai protestanti e sétte approvata dagli Ebrei del II secolo d.C. non è quella apostolica, ma di Ebrei che non furono autorizzati da Gesù ad "ammaestrare tutte le genti", né tanto meno ad insegnare quanto Lui ci ha comandato Mt 28,19-20. Gli ultimi versetti dell'Apocalisse descrivono la terribile condanna per coloro che cancellano anche la minima parte della Bibbia. Invitiamo i nemici dei 7 Libri Deuterocanonici a meditare questi verrsetti. Dio abbia pietà di loro.
Rev. Stefano Testa 
35. Il Credo Cattolico di Pio IV fu imposto nel 1560
l veri cristiani si attengono solo al Vangelo e al Credo degli Apostoli, che è di 1500 anni più antico del Credo dei cattolici.
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

35. IL CREDO CATTOLICO 
Il Credo Apostolico non si differenzia affatto, nella sostanza, dal Credo cattolico, tanto è vero che ancora oggi i cattolici li recitano entrambi. Nel corso dei secoli si sono avute varie formule delle professioni o simboli della Fede in risposta ai bisogni delle diverse epoche, ma nessuna è sorpassata, inutile, diversa, innovativa nei contenuti fondamentali del patrimonio della Fede trasmessa dagli Apostoli. Il credo degli Apostoli viene spesso recitato alternativamente con gli altri nelle liturgie domenicali, il che non avrebbe senso se fossero in contraddizione tra loro. "I veri cristiani si attengono solo al Vangelo e al Credo degli Apostoli", scrivono nella relativa eresia a cui è destinata codesta risposta, per l'appunto! Il Catechismo della Chiesa Cattolica a pago 67 articolo 196: 
"La nostra esposizione della fede seguirà il Simbolo degli Apostoli, che rappresenta, per così dire, il più antico catechismo romano". Non risulta che "l'esposizione della fede" negli opuscoli delle sétte di matrice protestante "si attenga al solo Vangelo e al credo degli Apostoli". L'Allegata "Lista delle eresie" da loro sottoscritta è la dimostrazione inequivocabile dove stiano i "veri cristiani".
Rev. Stefano Testa 
36. La devozione al «Sacro Cuore» fu adottata ufficialmente nel 1765
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

36. LA DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESÙ. OGNI FATTO DESCRITTO NELLA BIBBIA NON È MAI SENZA SENSO! 
Non è mai troppo l'amore che noi dobbiamo al "Cuore" di nostro Signore squarciato sulla croce per noi peccatori. Dice Gesù in Mt 11,29: Imparate da me che sono mite e umile di "Cuore", e troverete ristoro per le vostre anime. La devozione al Sacro Cuore è proposta alla libera devozione dei fedeli. La Chiesa è favorevole perché favorisce la fede all'amore di Dio per gli uomini e non contrasta affatto la verità rivelata. 
Rev. Stefano Testa 
37. L'immacolata concezione di Maria fu proclamata dogma da Papa Pio IX nell'anno 1854. II Vangelo invece dice che tutti gli uomini, eccetto Cristo, sono peccatori, e Maria stessa ebbe bisogno del Salvatore (Leggi: Lc 1 :30, 46-47 - Rm 3:23, 5: 12 - Sal 51:5).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

37. L'IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA 
Anche Maria, in quanto creatura come noi, ebbe bisogno della Redenzione operata da Cristo ma, a differenza degli altri esseri umani, Dio volle applicare a Maria, in anticipo, all'atto del suo concepimento, il valore redentivo del Sacrificio di Cristo (in pratica un effetto retro attivo ). Era necessario, infatti, che la "Piena di Grazia", la "benedetta fra tutte le donne", la "donna" prefigurata in Gn 3,15 la cui progenie Gesù Cristo avrebbe schiacciato la testa del serpente, colei che tutte le generazioni avrebbero chiamata "beata", la Madre di Dio fatto carne, era necessario, ripeto, che costei fosse preservata dal marchio del peccato originale. Gesù, vero Dio e vero uomo, non poteva prendere dimora nel grembo di una donna comune, marcata dal peccato insinuato da satana e soggetta alla concupiscenza della carne. (Pensate un po' se il Signore avrebbe mai permesso che il serpente potesse dire della Madre del Signore «Anche tu sei stata soggetta a me»). Quando viene proclamato un dogma non dipende solo dalla decisione del Papa. S'intende un enunciato infallibile della fede formulato al termine di un processo di acquisizione dottrinale, in quanto contiene una verità rivelata che la Chiesa ha ricevuto dagli Apostoli e continuativamente creduta dal popolo di Dio. Così è stato per il dogma dell'Immacolata. Dio con lei ha dimostrato di non essere legato al tempo e questo ce lo dice la Bibbia. L'Angelo per ordine di Dio saluta dicendole "piena di grazia" Lc 1,28 ossia "altamente favorita dalla grazia". Anche per Gesù in Ef 1,6 viene usato lo stesso verbo -kecharitoméne- il che dice tutto, ossia che per Maria Dio ha anticipato i benefici della Redenzione. Piena di grazia significa avere Dio in sé e questo fu possibile perché a Dio nulla è impossibile: Lc 1,37. 
Rev. Stefano Testa  
38. Nell'anno 1870 dopo Cristo, Papa Pio IX stabilì il dogma della Infallibilità Papale 1870. Questo è il colmo della bestemmia e il segno dell'apostasia e dell' anticristo predetto da S. Paolo (Leggi II Ts 2:3-4 - Ap 13:5-8, 18). La Bibbia dice che non v'è nessun uomo giusto sulla terra che non pecchi. (Rm 3:4-23 - II Ts 2:3-4- Ap 17:3-9 - 13:18). Molti vedono il Numero 666 nelle lettere romane «VICARIVS FILI! DEI». V-5, I-1, V-5, I-1, L-50, I-1, I-1, D-500, I-1, Totale 666.
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

38. L' INFALLIBILITÀ PAPALE 
Nel 1870 Pio IX sancì solennemente una realtà presente nella Chiesa da Cristo in poi perché, in verità, nessun Papa errò mai in fatto di fede e di morale. Gesù lo aveva promesso; egli disse agli Apostoli e ai loro successori: " ... Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". Rivolto a Pietro disse: "pasci le mie pecore"; e ancora: "A te darò le chiavi del regno dei cieli ... " e gli diede la facoltà di perdonare i peccati; disse anche: " ... Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" (Vedi altre citazioni al punto 9). Gesù non si è comportato da millantatore ed ha mantenuto le sue promesse, l'errore non è entrato nella sua Chiesa e le porte degli inferi non hanno prevalso contro di essa, né prevarranno mai! La Chiesa insegna che, naturalmente, "infallibilità" non significa "impeccabilità"; il Papa è infallibile in tema di fede e dì morale ma personalmente egli è fallibile, può peccare ed incorrere nella dannazione eterna. Il Rev. Testa farebbe bene a studiare ciò che la Chiesa cattolica intende per ''infallibilità'' del Papa. Riguardo al n. 666, il numero della "Bestia" menzionata nell'Apocalisse, che il Rev. Testa ed i suoi compagni attribuiscono al Papa, risaltano 3 errori marchiani:
l. Bestemmia chi usa la Bibbia per fare la Cabala
2. Il Papa non si definisce "Vicarius Filii Dei", ma "Vicarius Christi", quindi il giochetto non regge
3, Informiamo il Rev. Testa & C. che l'Apocalisse fu scritta in greco e non in latino; è chiaro che le lettere greche non corrispondono al valore numerico delle lettere latine. Il gioco delle tre carte è fallito miseramente!
Rev. Stefano Testa
39. Pio X nel 1907 “condannò” assieme al «Modernismo» “tutte le scoperte della scienza” che non piacciono al papa 1907 (Lo stesso aveva fatto Pio IX nel Sillabo del 1864).
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

39. PIO X CONDANNÒ IL MODERNISMO E TUTTE LE SCOPERTE DELLA SCIENZA A LUI NON GRADITE 
Qui continua il tasso d'ignoranza séttaria. Scambiano una corrente di pensiero per "scoperte della scienza"! “Il modernismo”, definito "la sintesi di tutte le eresie", caratterizzò la fine del XIX sec., sorse dal desiderio di rinnovare gli studi teologici, biblici e della vita della Chiesa. Già Pio IX nel 1864 nell' elenco di 80 errori del liberalismo moderno (Sillaba) allegato all'enciclica "Quanta cura" aveva condannato le teorie del modernismo. Pio X nel 1907 col decreto "Lamentabili" e l'enciclica "Pascendi dominici" gli errori ed eresie accumulatesi nel frattempo. Pio X condannò tutto ciò che va contro l'uomo per la propria salvezza. Va ricordato che Pio X è Santo, e che la Chiesa Cattolica non proclama Santo chi da o commette sbagli dottrinali. In realtà Pio X condannò giustamente il modernismo; il resto è una balla. 
Rev. Stefano Testa 
40. Nel 1930 Pio XI “condannò le scuole pubbliche 1930”
RISPOSTA DEL CATTOLICO:


40. NEL 1930 PIO XI CONDANNÒ LE SCUOLE PUBBLICHE 
Pio XI non condannò le scuole pubbliche in sé stesse ma condannò gli insegnamenti anticristiani delle scuole pubbliche. Nel 1930 in Italia c'era il regime fascista; in Russia quello bolscevico; in molti altri paesi predominava la massoneria. AI Papa non piacevano gli insegnamenti ideologizzati nelle scuole; al Rev. Testa e ai suoi amici piacciono: questioni di gusti. Il Rev. Testa ed i suoi compagni non hanno mai letto il "Sillabo", eppure si compiacciono raccontare delle stupidaggini su questo argomento, rivelatosi profetico, di Pio IX. Egli non condannò la scienza né le scoperte scientifiche, ma le ideologie anticristiane e le consolazioni nemiche della chiesa; per esempio, le società segrete (Massoneria) ecc. Il Socialismo ed il Comunismo definiti: "Pestilenze dell'umanità" (e fu un grande profeta!); la statolatria che avrebbe poi prodotto il Fascismo, il Nazismo, il Leninismo, ecc. Nel 1930 Pio XI emanò un solo documento, l'enciclica "Casti cannubii", ossia sul matrimonio, la famiglia.
"Le scuole pubbliche" c’entrano come "i cavoli a merenda", così per il resto di tutta la sua attività e scritti. Fonda e rinnova università cattoliche, istituisce in Italia e all'estero facoltà teologiche e giuridiche, promuove congressi scientifici internazionali, rinnova la pontificia accademia delle scienze sotto la presidenza di G. Marconi, inaugura la stazione radio vaticana.
Rev. Stefano Testa  
41. Nel 1931 lo stesso Pio XI ha confermato la dottrina che Maria è «Madre di Dio>> 1931. Dottrina che fu per la prima volta inventata dal Concilio di Efeso nel 431. Questa è una eresia contraria alle stesse parole di Maria (Leggi: Lc 1:46-49). 
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

41. PIO XI CONFERÌ LA DOTTRINA DI MARIA MADRE DI DIO 
Il Rev. Testa & C. non riescono ad arrivare a n. 44 ed allora rifriggono un po' d'aria già rifritta al punto 4. Il Concilio di Efeso non "inventò" la divina maternità di Maria, ma confermò quanto gli Evangelisti, compreso Luca, scrissero nel Vangelo. Ma per i duri di testa torniamo a dire: il Concilio di Efeso del 431, smaschera la falsità nestoriana e proclama che "MARIA É MADRE DI DIO". Quando diciamo che Maria è Madre di Dio affermiamo due verità fondamentali: la prima che Gesù, figlio di Maria; è vero uomo, altrimenti Maria non potrebbe essere sua madre, la seconda che questo suo figlio è anche vero Dio. Si afferma in altre parole che la seconda Persona della SS. Trinità, cioè il Figlio e Verbo Divino, che nella sua natura divina è generato dall'eternità dal Padre, è nato come uomo dalla Vergine Maria, assumendo nel suo seno materno, senza alcun concorso umano e per sola opera dello Spirito Santo, una natura umana della medesima sostanza di quella di lei. Pur non avendogli data la natura divina, ciò che Maria dà alla luce è tutta la Persona del Verbo incarnato, il Cristo tutto intero uomo e Dio insieme, per cui Maria è e deve dirsi Madre di Dio. Le scritture citate non avvalorano la loro tesi piuttosto il contrario, Maria infatti si sente esaltata da Dio per il suo compito di madre.  
Rev. Stefano Testa 
42. Nell'anno 1950, “l'Assunzione” della Vergine Maria fu proclamata da Papa Pio XII 1950 
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

42. L'ASSUNZIONE DI MARIA 
La donna del Verbo fatto carne, la Madre di Dio in mezzo a noi, l'Emanuele, colei che ha dato la carne a nostro Signor Gesù non poteva marcire sotto terra. Pio XII confermò Maria assunta in cielo quale reale anticipo di quella che sarà la resurrezione dei corpi di noi tutti. É la logica conseguenza di essere "piena di grazia" e "Madre di Cristo". Quest'opera di Dio chiaramente descritta in Ef 4,24, che "l'uomo nuovo creato nella giustizia e nella santità vera", ciò che ha voluto dimostrare il dogma dell' Assunta. Dell' Assunzione di Maria si parla già nei primi due secoli del Cristianesimo. Pio XII per rivelazione di Dio ha esposto queesta dottrina al Mondo Cattolico. La Chiesa è sostenuta e guidata dal suo fondatore che è Gesù ininterrottamente, e dallo Spirito Santo che la guiderà alla verità tutta intera. Ciò che dice il Papa in termini di fede viene direttamente da Dio.  
Rev. Stefano Testa
43. Pio XII proclama Maria «Regina del Mondo» nel!' anno 1954 
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

43. MARIA REGINA DEL MONDO
La Madre del Re è Regina, non una sguattera. La regalità di Maria è la coerente risposta riconosciuta da tutta la Chiesa per quanto Dio operò per l'umanità in Colei che fu "umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio". Anche la coerenza non è di casa nelle sétte, che se non sanno scoprire le verità chiaramente rivelate nella S. Scrittura, come possono scoprire la profondità insondabile della Fede cristiana?
Rev. Stefano Testa 
44. Paolo VI proclama Maria «Madre della Chiesa» nell' anno 1964
RISPOSTA DEL CATTOLICO:

44. MARIA MADRE DELLA CHIESA 
La Chiesa è sgorgata dal cuore squarciato di Gesù, Maria è la Madre di Gesù, Maria è la Madre della Chiesa. Se realmente Maria fu la Madre di Gesù Cristo, che è la Chiesa, lo sforzo mentale per i séttari non riesce a scoprire l'intima verità che noi tutti, Chiesa e corpo mistico di Cristo, siamo figli e fratelli. "Non a tutti è dato di comprendere tali discorsi" ... la insipienza di questi nuovi "profeti" è così spessa ... "che non sanno quello che dicono" e sono così presuntuosi che ... "pensano di dare gloria a Dio". Qui ne abbiamo una prova. 
Rev. Stefano Testa
CONCLUSIONE - Quale sarà la prossima invenzione? La Chiesa Romana dice che non cambia mai, eppure non ha fatto altro che inventare nuove dottrine contrarie alla"Bibbia, e praticare riti e cerimonie prese dal paganesimo. NOTA - Il Cardinale Newman nella sua opera «Lo SVILUPPO DELLA DOTTRINA CRISTIANA» confessa che: «I templi, l'incenso, le lampade, le candele, le offerte votive, l'acqua santa, giorni e stagioni di speciali devozioni, processioni, benedizioni di campi, vestimenta sacerdotali, la tonsura, le immagini, ... son tutte cose di origine pagana» (Pagina 359). La suddetta lista cronologica delle Invenzioni umane distrugge il vanto dei preti che la loro religione sia quella insegnata da Cristo e che i Papi siano stati i custodi fedeli della medesima. La vera religione di Cristo, invece, non si trova nel Romanesimo, ma nel Vangelo. FRATELLI! La Parola di Dio ci comanda di uscire dalla Babilonia. Udite: «Uscite d'essa, o popolo mio; affinché non siate partecipi dei suoi peccati; e non riceviate delle sue piaghe» Ap 18:4. Tutti i veri cristiani preferiscono essere fedeli all'insegnamento di Cristo e rigettano le invenzioni umane, attenendosi all' avvertimento di S.Paolo che dice: «Quand'anche noi, od un angelo del cielo vi annunziassimo un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema» Gai 1:6. NOI CREDIAMO nel Signore Gesù Cristo come ci è presentato nel Vangelo: Gesù Crocifisso per la espiazione dei nostri peccati e la purificazione dei nostri cuori peccatori; Gesù Risuscitato per la nostra redenzione dalla potenza del male in noi e intorno a noi; Gesù Signore di tutti che viene per stabilire sulla terra il Regno di Dio. "NOI VIVIAMO per il Signore Gesù Cristo nell'ubbidienza totale al Suo mandato: «Andate, predicate l'Evangelo ad ogni creatura: chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato, chi non avrà creduto sarà condannato ... » Mc 16: 15. NOI ANNUNZIAMO il Signore Gesù Cristo unica speranza per l'individuo e per l'umanità, per questa vita e per l'eternità; unica sorgente di luce, di certezza, di pace, di riposo,di gioia, di forza, di giustizia. di santità, di amore, di vita vera ed eterna!  
EDIZIONI CENTRO BIBLICO Via Carriera Grande, 37 80139 Napoli
RISPOSTA DEL CATTOLICO:


CONCLUSIONE Ad un così indegno libello non poteva porre termine, il Rev. Testa, che con una più indegna conclusione. Il Rev. Testa ed i suoi compagni hanno il coraggio di affermare che il Cardinale Newman "confessa" ciò che è riportato a pag. 359 di un suo libro. Quello che il Rev. Testa ed i suoi compagni sanno, ma non lo dicono (indovinate il perché) è il fatto che quando il Newman scrisse il libro in questione egli non soltanto non era Cardinale, ma non era nemmeno cattolico; egli era Ministro della chiesa anglicana. Altra verità eclatante che il Rev. Testa & C. sanno ma non dicono (indovinate il perché) è il fatto che il Newman, quando era ancora Ministro della Chiesa anglicana, volle dimostrare che la Chiesa cattolica aveva tradito l'autentico messaggio evangelico. Per far ciò egli, che era un uomo di immensa cultura e intelligenza, oltre che persona di incontaminata onestà morale, volle documentarsi in maniera estremamente accurata; si dedicò, perciò, allo studio del cristianesimo fin dalle prime origini. Al termine di questo studio egli fu costretto a riconoscere che l'unica chiesa che aveva diffuso e vissuto il messaggio evangelico era la Chiesa Cattolica, che egli riconobbe quale vera Chiesa di Cristo. Dopo di ciò il Newman si convertì al cattolicesimo, ritrattò tutto quello che aveva scritto e detto contro la Chiesa cattolica, convinse un gran numero di Professori e di studenti di Oxford a convertirsi al cattolicesimo e fondò il cosiddetto "Movimento di Oxford" che realizzò la rinascita della Chiesa cattolica in Inghilterra che, dopo 300 anni di persecuzioni, era quasi sparita. Il Newman divenne poi cardinale e morì in odore di santità a tarda età. Pio X lo cita, al pari dei Padri della Chiesa, nella enciclica contro il modernismo, tanto fu efficace la sua dottrina profonda. "La suddetta lista cronologica delle invenzioni" séttarie è un monumento di frasi sconclusionate e ripetitive, insegnate da maestri improvvisati della Bibbia, professionalmente falliti, che per sopravvivere hanno creduto opportuno di razzolare nella pattumiera della storia per riesumare eresie e favole da secoli ormai sepolte. Gesù ha fondato UNA Chiesa, che non è quella di Lutero o di Calvino o di qualche altro profeta pastore, guru o santone, ma quella cattolica. Gesù ha sempre protetto questa Chiesa dimorandovi e dimostrando con segni e prodigi, con guarigioni e con miracoli che la Chiesa Cattolica è sotto la sua protezione. Al termine di questa modesta trattazione invitiamo i cattolici a perdonare e a pregare per i poveri fratelli sviati dal Centro Biblico di Napoli e per tutti gli altri séttari sbucati fuori come funghi a partire dal 1500 in poi. Gesù Cristo non si è dimostrato un millantatore, non si è assentato per 15 secoli, ma è stato con noi, e con noi resterà, fino alla fine del mondo. A gloria di Dio. Amen. "FRATELLI! La Parola di Dio ci comanda di uscire dalla Babilonia" sull'esempio del Cardinale J.E. Newman, che "come i veri cristiani preferiscono essere fedeli all'insegnamento di Cristo e rigettano le invenzioni” séttarie. "NOI CREDIAMO nel Signore Gesù come ci è presentato nel Vangelo" e non come nell' allegata lista. NOI VIVIAMO quella stessa Fede che dagli Apostoli ci è stata fedelmente tramandata dalla Chiesa Cattolica e dai nostri padri. NOI ANNUNZIAMO solo quella Fede che hanno testimoniato i martiri, i santi, i confessori e i più grandi uomini dell'arte e délla cultura che hanno onorato in ogni tempo la vera Chiesa di Cristo. C'è un programma preciso di Satana per distruggere la Chiesa Cattolica e ogni fede. È impossibile descriverlo, anche per quello solo che conosciamo. Basta vederne le tappe di questa seconda metà del II millennio. Nel 1517 Satana scatena la lotta contro la Chiesa con la riforma di Lutero. Nel 1717 Satana scatena la lotta contro Gesù con la nascita della Massoneria, che per la prima volta si riunisce (a Londra). Nel 1917 Satana scatena la lotta finale contro Dio con la rivoluzione atea sovietica. Ma nell'anno 1917, dopo la morte del più insidioso nemico del cristianesimo, Russel, fondatore dei TdG, appare in cielo un segno grande, la donna vestita di soie, Maria, potente aiuto dato da Dio ai suoi figli per sconfiggere il dragone rosso. Nel nome di Gesù e di Maria i Figli di Dio sono chiamati tutti a combattere queste ultime battaglie della Chiesa, con la preghiera, specie del S. Rosario, con il sacrificio e con un coraggioso e instancabile apostolato, sull'esempio dei figli delle tenebre, o meglio, sull'esempio degli Apostoli che per Gesù sacrificarono tutte le loro energie e l'intera loro vita. E finalmente il regno di Dio verrà, come Maria ha promesso a Fatima: «Finalmente il mio cuore immacolato trionferà, La Russia si convertirà e ci sarà nel mondo un' era di pace». 
Anno 1995 

"A difesa delle nostre famiglie"
----------------------------------

Nella nota in calce della lista che segue potete notare quanto scrivono i settari riguardo la presunta "confessione" del Cardinale Newman. Quello che però i settari "dimenticano" di dire è che Newman proprio a seguito delle sue ricerche riguardo la Chiesa Cattolica  arrivò alla conclusione che "la Chiesa Cattolica era formalmente dalla parte della ragione" è si converti al cattolicesimo e in seguito divenne cardinale....  ah!.... questi settari "dimenticano" sempre qualcosa!