
In secondo luogo: allorquando ci si accosti al tema dell’inquisizione si dovrebbe avere la stessa perizia di quando ci si accosta al vino; chiunque abbia il palato raffinato ben sa che dire vino non vuol dire nulla, poiché al mutare del vigneto cambiano le proprietà organolettiche, le fragranze, la gradazione alcolica, il bouquet e tutti gli altri elementi; così quando si parla di inquisizione, spesso, almeno da parte di chi abbia l’intelletto raffinato come dovrebbe essere il palato dei degustatori, sarebbe opportuno tenere in massimo conto le differenze dei tempi, dei luoghi e delle circostanze, essendo sommamente diverse le dimensioni dell’inquisizione cattolica o di quella protestante, di quella medievale, di quella romana o di quella spagnola.L’inquisizione romana ( la stessa che ha giudicato Galileo nel 1616 prima e nel 1633 poi ), infatti, lungi dall’essere ciò che si ritiene nell’immaginario collettivo a seguito di una scarsa dimestichezza con il dato storico e con quello giuridico soppiantata da una propaganda ideologica anti-cattolica ed anti-clericale sempre più crescente che ha offuscato la vera natura dell’istituzione ( con tutti i suoi pregi e con tutti i suoi difetti ), è stata qualcosa di profondamente diverso di quella spagnola, a tal punto da potersi considerare le medesime parole che lo storico non cattolico e agnostico Leo Moulin utilizzò per l’inquisizione medievale, di cui quella romana altro non fu che la continuazione aggiornata e moderna:
« 1) L’Inquisizione ha sempre agito secondo le regole del diritto. Il suo operato non è mai stato arbitrario, né avrebbe potuto esserlo. 2) L’Inquisizione, prima di tutto, è un organismo di controllo delle anime, di “conversio morum”, di pedagogia, di “riconversione”, piuttosto che uno strumento di repressione. 3) L’inquisizione, molto spesso, ha avuto a che fare con gruppi di “devianti” antisociali, assai più che con individui che rivendicavano la libertà di coscienza cristiana. 4) L’Inquisizione ha avuto a disposizione una gamma molto varia ed estesa di penitenze, che andavano dalle più leggere alle più severe.Queste ultime sono state, proporzionalmente, utilizzate raramente. 5) L’Inquisizione, in ragione della sua propria natura e degli obiettivi che le erano stati assegnati, ha largamente applicato un sistema di perdono, di remissione e di modifica delle pene ».
Ma allora cosa è andato storto nell’affaire Bruno? Diversi fattori, tra i quali, il fatto che le teorie esoteriche di Bruno contrastavano direttamente, senza prove e dimostrazioni ( poiché del resto non erano teorie scientifiche ), gli elementi basilari della fede cristiana. Bruno, infatti, negò la Transustanziazione, contraddissela Verginità di Maria, sostenne l’esistenza di infiniti mondi eterni ( e val la pena precisare che oggi nei confronti di coloro che ammettono l’esistenza degli extraterresti e di infinite civiltà extra-umane non si nutre da parte della comunità scientifica un meno aspro e duro scetticismo di quello chela Chiesariservò per una simile teoria a Giordano Bruno ), sviluppò una concezione panteistica per cui l’universo è Dio e Dio è l’universo, negò il libero arbitrio, professò la metempsicosi, affermò che vi fosse salvezza perfino per i demoni, negò la divinità del Cristo, definì Cristo un mago ed un ingannatore crocifisso per dei buoni motivi. Certo, con la mentalità contemporanea nessun motivo è sufficiente per uccidere un uomo; tuttavia per evitare di inciampare nell’errore più comune, elemento discriminante per distinguere chi sa muoversi nell’ambito storico e chi invece stropiccia la storia, è giudicare il passato con i criteri contemporanei, occorre tener presente delle ulteriori considerazioni:
a) il mondo secolarizzato, anzi espressamente anticristiano ed anti-ecclesiastico, non è stato più tenero nel rispettare l’umanità: il nazionalsocialismo, il comunismo e tutte le tirannie novecentesche che hanno prodotto decine di milioni di morti sono il frutto, infatti, di un mondo totalmente scristianizzato e non per questo più tollerante;
b) i roghi non furono una invenzione dell’inquisizione o della Chiesa del medioevo come ben sa chi sia un po’ pratico di storia, di diritto e di storia del diritto, essendo già la costituzione imperiale del 287 a contemplare una simile pena capitale, poi abrogata dal Codice Teodosiano;
c) il rogo, metodo usato ampiamente non solo dai cattolici, ma anche dagli anticattolici della galassia protestante che si sparpagliò nel nord dell’Europa ed anche da molti non cristiani contro i cristiani medesimi, aveva un preciso significato, che ovviamente non lo giustifica, ma che si deve considerare per comprenderne la ragione: nel motto “contra voluntatem tuam, sed propter salutem tuam”, si cristallizza il senso del rogo, cioè evitare che l’eresia potesse contaminare altre anime da un lato, e dall’altro far sì che l’anima del condannato fosse purgata tramite l’espiazione della sofferenza fisica fino alla morte e quindi salvata nonostante la sua contraria volontà.
A Giordano Bruno, del resto, fu decine di volte offerta la possibilità di correggere le proprie teorie, trovando in lui a volte una contraddittoria disponibilità, altre volte un deciso rifiuto. Si evince quindi che il rogo, lungi dall’essere un torto chela Chiesa compì nei confronti di Giordano Bruno, sia stato, in effetti, il più grande favore che può avergli concesso, avendolo trasformato immediatamente in un martire, e rendendo la sua misera fine una dignitosa copertura per tutte le sue strampalate teorie ( metafisiche, filosofiche, teologiche ) che non trovarono accoglimento nemmeno tra i nemici giurati della Chiesa.Come ha scritto l’amico protestante di Giordano Bruno, l’umanista tedesco Caspar Schoppe, che assistette alla esecuzione della condanna per mano del braccio secolare, « non finirei più se volessi elencare tutte le idee cervellotiche che Bruno sostenne nei suoi libri o in persona. In una parola, era un fautore indefesso di tutto ciò che i filosofi pagani e gli eretici vecchi e nuovi hanno formulato ».In conclusione, la vicenda di Giordano Bruno è molto più complessa per essere risolta secondo i semplicistici schemi ideologici che distinguono tra clericali illiberali ed anti-clericali liberali, poiché è un intricato groviglio di problematiche storiche, politiche, teologiche, esegetiche, filosofiche, scientifiche, epistemologiche, giuridiche, a tal punto che un celebre studioso del caso in questione, il laicissimo storico Luigi Firpo ebbe così a scrivere:« La condanna è stata oggettiva. Dal punto di vista giuridico del tempo non esisteva alternativa. Dal punto di vista del procedimento è un procedimento esemplare ».