21 luglio 2012

"Il predicatore pentecostale ‘zaccardiano’ Eliseo Capriotti è stato condannato a dieci anni per violenza sessuale su minorenne..."

TERAMO. Dieci anni per aver abusato più volte di una giovane adepta, all’epoca dei fatti appena 13enne: è una condanna che va al di là della pena richiesta dal pm quella che il tribunale di Teramo questa mattina ha inflitto ad Eliseo Capriotti, 54enne teramano predicatore di una comunità evangelica.

La pubblica accusa (pm Laura Colica) di anni ne aveva chiesti otto. I giudici del collegio (presidente Giovanni Spinosa, a latere Angela Di Girolamo e Ileana Ramundo) lo hanno condannato anche al risarcimento di 300mila euro alla parte civile. La sentenza di primo grado molto probabilmente verrà impugnata in appello dai difensori dell’uomo.

I FATTI. I fatti, secondo l’accusa, si sarebbero verificati proprio nella sede teramana del gruppo religioso, una palazzina di via Pigliacelli, tra il 1998 e il 2002. La vittima li ha raccontati personalmente davanti al collegio in una drammatica udienza di qualche mese fa.

La donna ha raccontato di quando, 12enne e appena guarita da un tumore, venne mandata dai genitori dai confratelli teramani. Qui più volte avrebbe subito le attenzioni particolari di Eliseo Capriotti, che un paio di volte avrebbe tentato di violentarla senza riuscirvi masturbandosi ripetutamente davanti a lei e spesso svegliandola di notte. L’accusato, secondo la vittima, l’avrebbe costretta al silenzio minacciandola in vari modi (prima «Se racconti qualcosa a qualcuno ti ammazzo», poi «Io sono un predicatore, se mi denunci non ti crede nessuno. Ti cacciamo dalla comunità e ti separiamo dalla tua famiglia»). La tensione nella ragazza era salita al punto da procurarle un’emiparesi e un ricovero in neurologia.

Poi, la svolta. La giovane riesce ad allontanarsi dalla comunità teramana, riprende gli studi in Puglia e nel 2003 sposa un confratello pugliese. Quando diventa madre, decide («perché anche mio figlio dovrà crescere nella comunità») di denunciare l’uomo che le ha fatto tutto quel male. Ne parla ai familiari, li convince ad aiutarla.

LA REGISTRAZIONE. Contatta Capriotti con una scusa, lo vede con un registratore acceso addosso e gli fa ammettere le violenze avvenute anni prima. «Prega per me, ho sbagliato», le avrebbe detto l’uomo in quel colloquio. Una registrazione diventata uno dei capisaldi dell’accusa, ieri mattina in aula è stato ascoltato il perito fonico Piero Benedetti. Nel corso delle numerose udienze sono emerse tesi opposte da parte dei vari testimoni. Quelli dell’accusa hanno rievocato episodi della cui gravità all’epoca non si rendevano conto e che hanno compreso solo quando la ragazza ha deciso di raccontare le violenze che avrebbe subìto. Quelli della difesa hanno evidenziato il rapporto di affetto quasi paterno che Capriotti avrebbe avuto con la giovane e sottolineato di non essersi mai accorti che qualcosa non andava. Capriotti non si è presentato davanti ai giudici. Sono state acquisite le dichiarazioni rese al pm.

di Diana Pompetti