19 luglio 2012

Il dio denaro degli evangelici pentecostali




Busto Arsizio

Sequestro falsi bond, servivano per costruire chiese
Secondo la procura i titoli di stato erano fasulli e servivano a finanziare la costruzione di edifici religiosi di un'associazione evangelica-pentecostale filippina. Arrestate due persone a Genova

I soldi ricavati dai bond falsi sequestrati dalla Guardia di Finanza all'aeroporto di Malpensa nei giorni scorsi sarebbero serviti a finanziare la costruzione di edifici religiosi di una non meglio precisata associazione evangelica-pentecostale nelle isole Filippine. Questo il risultato dell'indagine messa in atto dalla Guardia di Finanza di Malpensa che ha portato all'arresto di due cittadini filippini residenti a Genova, fratello e sorella, B.J. di anni 36 e E.M.B.J. di anni 31, entrambi fermati non appena si è ravvisata la possibilità che l'uomo potesse partire per gli Stati Uniti. Lo hanno annunciato nel corso di una conferenza stampa in Procura questa mattina (giovedì) il procuratore Francesco Dettori,, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Antonino Maggiore e il direttore generale dell'Agenzia delle Dogane di Malpensa.

L'indagine, dunque, prende le mosse dal sequestro di 207 titoli di stato americani da 500 milioni di dollari l'uno per un valore totale di 103 miliardi di dollari (poco più di 78 miliardi di euro) trovati all'interno di un plico spedito dalle Filippine in Italia e con destinazione Genova. Dal numero di telefono scritto sul pacco sono partite una serie di intercettazioni e di ricerche sui tabulati storici che hanno permesso di risalire alle utenze dei personaggi in Italia e nelle Filippine, legati a questa associazione religiosa. Dell'indagine si è incaricata la pm Valentina Margio che ha lavorato a stretto contatto con gli uomini della Polizia Tributaria di Varese e del U.S Secret Service, arrivati in Italia per visionare questi bond e decretarne la falsità. «Quei bond erano falsi oltre che per alcune imprecisioni nella stampa anche perchè da una ricerca effettuata dal Secret Service - ha detto il comandante provinciale della Gdf Maggiore - non esistono titoli emessi nel '34 di quel taglio. Quelli di maggior valore erano da massimo 100 mila euro».

L'uomo in Italia parlava spesso con i capi nel paese d'origine, probabilmente collocati ai vertici della stessa associazione religiosa. Al momento dell'arresto dei due filippini nell'abitazione le Fiamme Gialle hanno rinvenuto altri 26 titoli da 500 milioni l'uno, anch'essi falsi, ma che portano l'ammontare della partita a 113 miliardi di dollari. Alle semplici domande spontanee: a cosa servivano tutti quei soldi e come sarebbero stati piazzati i titoli? La risposta del Generale Maggiore è semplice: «L'idea era quella di piazzarne un po' in Italia e un po' all'estero per costruire edifici religiosi in patria - ha detto il comandante - da noi avevano tentato di riscuoterli addirittura alla Banca d'Italia nella sede territoriale genovese, dove chiaramente hanno detto che non risultavano veri. Anche lì sono stati eseguiti, in accordo con gli stessi dipendenti della Banca d'Italia, pedinamenti e riprese video». Ora la donna è stata scarcerata dal gip di Genova che ha giudicato la sua posizione nella vicenda marginale, mentre per l'uomo le porte del carcere restano chiuse anche per la decisione del Tribunale del riesame della città ligure che ha confermato l'impianto accusatorio e ha constatato il pericolo di fuga del filippino. Procura, Fiamme Gialle e agenzia delle dogane hanno sventato una delle truffe, se mai fosse stata portata a compimento, più imponenti del secolo.


OrlandoMastrilloorlando@varesenews.it