29 aprile 2014

Se Wojtyla e Ratzinger diventano massoni: il sedevacantismo come malattia mentale

di Marco Mancini

"Se mala cupidigia altro vi grida, uomini siate, e non pecore matte, sì che 'l Giudeo di voi tra voi non rida!" (Paradiso, V, 79-81)

Come è universalmente noto, nella giornata di ieri Papa Francesco ha proceduto alla canonizzazione dei pontefici Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Se nei media mainstream e tra la gente comune l’evento è stato celebrato con grande trasporto, salvo qualche critica proveniente da sinistra all’indirizzo di Karol Wojtyla, esso è stato invece all’origine di un ampio dibattito all’interno del mondo più legato alla Tradizione.


Ciascuno ha portato il proprio contributo alla discussione. Tra gli altri, il prof. Roberto De Mattei, prima in un’intervista al mensile statunitense “Catholic Family News” e poi in un colloquio con Maurizio Crippa pubblicato sul “Foglio”, ha sollevato dubbi sul fatto che le decisioni della Chiesa in materia di canonizzazioni possano ritenersi dotate del crisma dell’infallibilità, rivendicando dunque la legittimità di un giudizio critico sulla figura di Giovanni XXIII, il cui Pontificato avrebbe rappresentato “un oggettivo danno alla Chiesa”, tale da escludere l’ipotesi di un esercizio eroico delle virtù, in primo luogo quella della prudenza.

A tali argomenti hanno replicato alcuni esponenti del mondo sedevacantista, i quali hanno ribadito che la canonizzazione di Roncalli e Wojtyla, da loro considerati due eretici, costituisce un’ulteriore dimostrazione del fatto che Papa Bergoglio, come i suoi predecessori, non è vero Papa e che la sede è vacante proprio a partire dall’elezione di Roncalli. Anche in questo caso si tratta di argomenti che, condivisibili o meno, si fondano se non altro su una loro logica, per quanto opinabile. Poi, però, accade che ci si trovi a navigare su FB e ci si imbatta in post come questo:



Praticamente tutti i Papi del post-concilio, dunque, sarebbero in odore di Massoneria. Lo garantisce Matteo Castagna, illustre rappresentante della galassia sedevacantista ed animatore del sito tradizionalista AgereContra, già distintosi in passato per questo spot chiaramente a favore (proprio così, a favore) del matrimonio omosessuale. Il vecchio Roncalli, ora proclamato santo dall’“eretico” Bergoglio, sarebbe stato addirittura rosacrociano (sic!). Paolo VI, poi, sarebbe stato dedito al peccato carnale contro natura e lo avrebbe pure rivendicato con orgoglio, visto l’utilizzo del termine “gay” da parte di Castagna, che riciccia – per l’occasione – vecchi e calunniosi pettegolezzi fabbricati proprio da un omosessuale dichiarato francese, che non si fece scrupoli di riportare voci in tal senso anche su Pio XII (tali sono le fonti a cui si affidano questi presunti cattolici intransigenti).

Giovanni Paolo II viene invece apostrofato come “massone e apostata”, mentre al suo collaboratore e successore Joseph Ratzinger la seconda etichetta viene risparmiata: “massone” basta e avanza. Tanto massone è Benedetto XVI che, evidentemente per sviare i sospetti, si premurò di stendere, da Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, una dichiarazione in cui ribadiva l’inconciliabilità tra fede cattolica e appartenenza alle Logge, seguita l’anno successivo da un’ulteriore nota di chiarimento e riflessione. Complice di un così sapiente depistaggio fu lo stesso Wojtyla, che approvò senza riserve la pubblicazione del documento. Ma i nostri paladini della sede vacante, è proprio il caso di dirlo, non si fanno prendere in Castagna: così, una stretta di mano sospetta con Tony Blair diventa la prova regina dell’affiliazione massonica dell’ex Panzerkardinal. 

Come avrete capito, cerchiamo di buttarla sull’ironia, perché a prendere sul serio certi deliri ci vuole veramente coraggio. Qui non siamo più nel campo della controversia religiosa, o politica: rientriamo a tutti gli effetti nell'ambito della psichiatria. Se questo è il cattolicesimo tradizionalista, la sua emarginazione dal discorso pubblico non è solo scontata: è del tutto meritata. Anzi, saremmo fortunati se i media laicisti si limitassero ad emarginarci, silenziandoci: con tali fenomeni da baraccone, il rischio della ridicolizzazione è dietro l’angolo. D’accordo che, per usare la citazione chestertoniana così di moda in questo blog, “la serietà non è una virtù”, ma insomma: farci ridere dietro dal mondo intero, in particolare dai nostri avversari, non è bello.

E il problema non è Matteo Castagna in sé. Il problema è che Matteo Castagna riscuote credito presso un’ampia fascia di mondo tradizionalista, specie sedevacantista. Il cospirazionismo ossessivo-compulsivo è infatti, parafrasando Lenin, la malattia infantile del tradizionalismo cattolico, come anche di certa destra radicale. Sicuramente è l’effetto di una lunga fase di ghettizzazione, che ha portato a sviluppare una certa sindrome da accerchiamento; non mancano, però, neanche i casi di patologie congenite.

Non si tratta solo degli ingenuotti, talmente sprovvisti di strumenti culturali da rilanciare sui social network qualsiasi bufala complottista (e lo dice uno che all’informazione mainstream si affida molto poco). C’è tutto un mondo, fatto anche di persone preparate nel loro ambito di studio, che tuttavia non sa resistere al fascino della semplificazione, non studia, non approfondisce, non si sforza di cogliere la complessità del reale: i Papi sono massoni, il signoraggio schiavizza i popoli, i bank$ters USraeliani controllano il mondo e chi s’è visto s’è visto. E sono questi personaggi, purtroppo, che nei nostri ambienti godono di un immeritato credito: spopolano su Internet, diffondendo a furor di popolo i loro vaneggiamenti. Scandalizzano i semplici e gli sprovveduti, incuranti di quanto Cristo afferma nel Vangelo, e li spingono a perdere la fede. Danneggiano la buona battaglia, esponendo al ludibrio di ogni persona normodotata il cattolicesimo tradizionalista. Coprendo di ridicolo se stessi, arrecano danno a chi si sforza quotidianamente di affrontare in maniera seria certi temi, subendo per questo l’ostracismo sia dei media di regime che di questi patetici personaggi.

Complici di questa situazione sono tutti coloro che dai Castagna di turno non prendono le distanzema li riconoscono come interlocutori credibili e stimati, tutti coloro che fanno grande sfoggio di erudizione ma poi finiscono per strizzare l’occhio ad argomenti così demenziali. Delle due l’una: o siamo di fronte a lampanti esempi di disonestà intellettuale, oppure il livello intellettuale, ma direi intellettivo, di taluni personaggi è decisamente sopravvalutato. Ai posteri l’ardua sentenza.

http://www.campariedemaistre.com/2014/04/se-wojtyla-e-ratzinger-diventano.html?m=1