11 dicembre 2024

Papa Francesco: “il sacramento della confessione non è per torturare, ma per dare pace”


“Il sacramento della Riconciliazione deve essere un incontro di festa, che guarisce il cuore e lascia la pace dentro; non un tribunale umano di cui aver paura, ma un abbraccio divino da cui essere consolati”. Lo ha ribadito il Papa, nell’omelia della liturgia penitenziale presieduta nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie, che ha inaugurato l’iniziativa quaresimale “24 ore per il Signore”, promossa dal Dicastero per l’evangelizzazione. “Una delle cose più belle di come ci accoglie Dio è la tenerezza dell’abbraccio che ci dà”, ha proseguito Francesco a braccio. Poi, rivolgendosi ai “miei fratelli confessori”, ha chiesto loro: “per favore, perdonate tutto, perdonate sempre, senza mettere il dito proprio nelle coscienze. Lasciate che la gente dica le sue cose e voi decidete quello con Gesù, con la carezza del vostro sguardo, con il silenzio della vostra confessione. Il sacramento della confessione non è per torturare, ma per dare pace. Perdonate tutto, come Dio perdonerà tutto a voi”. Alla fine, il Papa ha chiesto ai presenti di recitare insieme a lui di sussurrare, come il pubblicano: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore. Ripetiamolo: o Dio, abbi pietà di me, peccatore. Quando mi dimentico di Te o ti trascuro, quando alla tua Parola antepongo le mie parole e quelle del mondo, quando presumo di essere giusto e disprezzo gli altri, quando chiacchiero degli altri, o Dio, abbi pietà di me, peccatore. Quando non mi prendo cura di chi mi sta accanto, quando sono indifferente a chi è povero e sofferente, debole o emarginato, o Dio, abbi pietà di me, peccatore. Per i peccati contro la vita, per la cattiva testimonianza che sporca il bel volto della Madre Chiesa, per i peccati contro il creato, o Dio, abbi pietà di me, peccatore. Per le mie falsità, le mie disonestà, la mia mancanza di trasparenza e legalità, o Dio, abbi pietà di me, peccatore. Per i miei peccati nascosti, per il male che anche senza accorgermi ho procurato ad altri, per il bene che avrei potuto fare e non ho fatto, o Dio, abbi pietà di me, peccatore. Ripetiamo per qualche istante, col cuore pentito e fiducioso: o Dio, abbi pietà di me, peccatore. In questo atto di pentimento e di fiducia ci apriremo alla gioia del dono più grande: la misericordia di Dio”.